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l'operazione “daffodil” nel piano “agreement” - Marina Militare

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L’inizio dell’attacco a Tobruch<br />

Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> - Marzo 2013<br />

Vediamo ora come si svolse l’attacco britannico. Dopo il tramonto del 13<br />

settembre, provenienti con i sette camion dall’oasi di Cufra, gli uomini della<br />

Forza B del tenente colon<strong>nel</strong>lo Haselden, sfruttando le divise tedesche,<br />

fermarono a sud di El Aden un autocarro italiano trasportante una pattuglia di<br />

sette uomini dell’Aeronautica, un ufficiale, un sottufficiale, quattro avieri e un<br />

operaio. Quindi, dopo averli interrogati, li fucilarono. ( 21) Due avieri, uno dei<br />

quali ferito e l’altro incolume, abbandonati sul terreno perché creduti morti,<br />

rientrarono a piedi ad Al Aden.<br />

( 22)<br />

Proseguendo la marcia, un ufficiale uccise un’ignara senti<strong>nel</strong>la tedesca,<br />

con il solito subdolo sistema, e raccogliendo come trofeo il suo fucile. In<br />

concomitanza con l’inizio del bombardamento aereo, alle 21:30 gli uomini di<br />

Haselden mossero per entrare indisturbati <strong>nel</strong> perimetro della Piazza di<br />

Tobruch, essendo la loro presenza sfuggita alla vigilanza terrestre – ingannando<br />

gli uomini di automezzi tedeschi incontrati lungo la strada – e alla ricognizione<br />

aerea che, pur avendo sorvolato la colonna delle camionette, non li riconobbe.<br />

In tal modo, gli uomini della Forza B, una volta che ebbero superato<br />

agevolmente il perimetro difensivo scarsamente vigilato, poterono separarsi per<br />

poi distruggere capannoni e capisaldi con lancio di bombe a mano, e raggiunta,<br />

Marsa Sciausc, lanciare in alto verso il mare i prescritti razzi Very rossi e verdi<br />

di segnalazione. Dopo di che il colon<strong>nel</strong>lo Haselden segnalò al Cairo la parola<br />

convenzionale “Nigger”, che fu ritrasmessa subito alla Forza C.<br />

(21) G. Santoro, L’Aeronautica italiana <strong>nel</strong>la seconda guerra mondiale, vol. secondo,<br />

Milano-Roma, Edizioni Esse, 1957, p. 327.<br />

(22) Il generale Giuseppe Manci<strong>nel</strong>li, all’epoca ufficiale di collegamento italiano<br />

presso il comando del maresciallo Rommel, ha giustamente deprecato il comportamento<br />

spietato dei soldati britannici, considerati veri banditi, contro i prigionieri, citando come<br />

avvenne l’eliminazione della pattuglia italiana, per averlo appreso da un aviere scampato al<br />

massacro: “Un autocarro con una decina di nostri soldati si trovava per l’esecuzione di un qualche<br />

servizio a 15-20 km <strong>nel</strong>l’interno a sud di Tobruch, incontrò una colonna di tedeschi (tale li ritennero i<br />

nostri, dall’aspetto) che scesero e si fermarono con la scusa di chiedere informazioni, indi li circondarono, li<br />

disarmarono e, dopo averli fatti allineare, li falciarono sul posto con una scarica di mitra. Il mio<br />

interlocutore si salvò perché cadde svenuto, probabilmente per lo spavento, prima di essere raggiunto dalla<br />

scarica totale e rinvenne illeso sotto i corpi dei compagni uccisi”. Cfr., Annotazione del generale<br />

Giuseppe Manci<strong>nel</strong>li, all’articolo di R.P. Livingstone, “Le grandi incursioni <strong>nel</strong> deserto”,<br />

cit., p. 311. Gli uomini della Regia Aeronautica massacrati erano: il sottotenente Amleto<br />

Fortuna, il sergente Antonio Petruccini, gli avieri Antonio Pollastrini ed Enzo Bisi, e<br />

l’operaio Alberto Pompili. Sopravvissero gli avieri Germano Serafini e Salvatore Esposito.<br />

Cfr., P. Caccia Dominioni, El Alamein 1939-1962, Milano, Longanesi & C., 1963, p. 244.

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