l'operazione “daffodil” nel piano “agreement” - Marina Militare
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F. Mattesini - L’operazione “Daffodil” <strong>nel</strong> <strong>piano</strong> “Agreement”<br />
piloti, rientrati alla base, dichiararono di aver centrato con una bomba da 250<br />
kg un cacciatorpediniere, sul quale si sviluppò un grosso incendio.<br />
In effetti, alle ore 16:15 secondo l’orario britannico, la bomba esplose<br />
<strong>nel</strong>la sala macchine dello Zulu, determinando l’allagamento delle sale caldaie e<br />
macchine, e arrestandone la velocità. Il cacciatorpediniere, sbarcati i soldati che<br />
ancora erano a bordo, trasferendoli con quasi tutto l’equipaggio sul Croome, che<br />
imbarcò nove ufficiali, centottanta marinai e sessanta Royal Marines, fu preso a<br />
rimorchio dall’Hursley (ten. vasc. William John Patrick Church). Ma poiché la<br />
galleggiabilità dello Zulu era compromessa dalle forti entrate d’acqua in carena,<br />
il cacciatorpediniere fu definitivamente abbandonato, anche dal nucleo degli<br />
uomini che era rimasto a bordo per le operazioni di rimorchio.<br />
Dopo un attacco di altri nove Ju 87 dello St.G.3 giunti sulle navi<br />
superstiti alle 16:45, i cui equipaggi ritennero di aver visto una bomba da 250<br />
kg esplodere presso il fianco di un cacciatorpediniere, da parte tedesca <strong>nel</strong><br />
tardo pomeriggio, tra le 16:00 e le 17:50, vennero ancora inviati in volo tredici<br />
Il cacciatorpediniere Zulu manovra per schivare le bombe sganciate dagli Ju 87 del<br />
III./St.G.3. La foto è stata ripresa da uno Ju 88 D da ricognizione della 1.(F)/121.<br />
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