“Il dialetto Tarantino: una favola ancestrale …” - Taranto in cartolina

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• ’U balmáre=il palmare. • ’U bedde e bbrecchefáste= B&B. • ’U bluttutte= bluetooth. • ’U cazóne bluggínse= il pantalone blue-jeans. • ’U cenematògrafe a ttré’ ddi= il cinema a tre-D • ’U girematròfreghe multesále=il cinema multisale. • ’U ddeveddíje= il DVD. • ’U fàcchese= il fax. • ’U ggippijesse=il gippiesse. • ’U ggiradijsche stèrije=il giradischi stereo. • ’U gronòmete=il cronometro. • ’U gumbbijútre purtátele=il laptop/computer portatile. • ’U latte cenijse cu a mmellanníne=il latte cinese con la melanina. • ’U lettóre mbitréte=il lettore MP3. • ’U màuse=il mouse. • ’U Mminístre Ggelmmíne= il Ministro Gelmini. • ’U’ nguenamíjende d’u munne=l’inquinamento del mondo. • ’U piccíije=il PC. • ’U potechijne d’u Subrenalòtte=il botteghino del Superenalotto. • ’U satèllete artefeciále = il satellite artificiale. • ’U sciòbre vvianghe=lo sciopero bianco. • ’U stabbelemènde siddellurgeche=lo stabilimento siderurgico.(Rifer. all’Ilva). • ’U talecumànne=il telecomando. • ’U talèfene satelletáre=il telefono satellitare. • ’U talegiurnále=il telegiornale. • ’U talevesóre ô plàsme=il televisore al plasma. • ’U trellògge ’llettrònneche=l’orologio elettronico. • ’U uicchénde=il fine settimana. • Indernètte=Internet. • L’ambbúrgre da meccheddonálde=l’hamburger da Mac Donald. • L’andeffúrte elettrónecre=l’antifurto elettronico. • L’autovellòcchese= l’autovelox. • L’Ilve de Rive=l’Ilva di Riva. • L’ippòdde= l’iPod. • Le capezzúne d’u guvíerne Brelluscóne=I capoccioni del governo Berlusconi. • Le sendduíccije cu le cugghiúnghele de zazízze=I sandwich con i rocchi di salsiccia. Le Carteddáte de Natále, Sànde Stèfene e Bbufaníje
Allóra tànne … ’A Sckarcèdde! Addóre de cannèlle, jarófene e vvainíglie ! - ’A Foróre (La fuori ora) La campana più alta della Cattedrale di S. Cataldo suonava un tocco a morte a mezzanotte annunciando che il martedì grasso era terminato. I fedeli a quell’ora portavano le palme benedette dell’anno precedente, che consegnate all’Arcivescovo e al Capitolo che uscivano dall’Arcivescovado, erano bruciate. I residui così ricavati erano utilizzati nella funzione religiosa del mercoledì delle Ceneri. In questo stesso giorno le popolane erano solite lavare le scodelle con acqua bollente, oltre a fare il bucato con ’a lessie (ossia con la cenere) per togliere ogni impurità peccaminosa. - ’A Merveráte (La messa Inverberato). Una famiglia patrizia tarentina - gli Inverberato - aveva concordato con la Diocesi di Taranto (dietro lauta elargizione, anche post mortem), di fare celebrare una messa quotidiana in cattedrale in suffragio delle anime dei loro cari alle ore undici e trenta antimeridiane. Il suono della campana della Torre dell’Orologio preannunciava la funzione e avvertiva nel contempo la popolazione che mancava mezz’ora a mezzogiorno. La cerimonia religiosa fu poi effettuata nei giorni festivi e la domenica. Tuttavia le campane continuarono per un pezzo a suonare giornalmente dalle undici e trenta a mezzogiorno. - ’A Róte (La ruota). Porticina girevole di certi conventi tarentini in cui si abbandonavano senza essere visti i neonati frutto di relazioni clandestine, o perché la famiglia numerosa non era in grado di sfamare quella bocca in più. - ’Pascha vasce e ’Pascha alte (Pasqua bassa e Pasqua bassa). La Pasqua di norma cade tra il 22 marzo e il 25 aprile. ’A vasce ha luogo nei primi giorni dopo il 21 marzo; l’alte verso gli ultimi giorni del suddetto arco di tempo. - ’U scettarúle (Smaltitoio di acque sporche). La gran parte delle famiglie sfornita di bagni e sanitari utilizzava “le prise”, vasi di varie dimensioni per i bisogni corporali. Le deiezioni venivano poi versate nel foro che scaricava a mare. Tutti i portoni dei palazzi della città vecchia ne avevano uno. Il fluire e il defluire dell’acqua di mare puliva più o meno il tutto. - ’U viagge (Il Viatico). Era portato in forma molto solenne presso l’abitazione del moribondo. Un chierichetto che scampanellava, un sacerdote, un laico reggente un ombrellino e un gruppetto di donne che avevano i ceri accesi facevano parte della mesta processione.
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