La bambola e il mostro - Aracne Editrice
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Identificazione di una tematica 17<br />
Lombardia” 30 , né possiamo essere d’accordo con Cesare Bermani che<br />
definisce In risaia “un romanzo che sta al crocevia di alcuni tra i piú<br />
importanti f<strong>il</strong>oni culturali dell’Ottocento” 31 . Bermani insiste sull’aggancio<br />
alle “grandi questioni socio–economiche poste dalla produzione<br />
agricola” 32 , sulla “scoperta della multiformità della vita sociale” 33 ,<br />
su “una letteratura che denuncia la compresenza con lo sfruttamento<br />
della particolare condizione di squallore che soffoca la donna nei piú<br />
diversi ambiti sociali” 34 e vede in In risaia una sorta di meritoria “inchiesta<br />
sulla risaia novarese” 35 e “la prima ricerca approfondita sul<br />
folklore delle campagne novaresi” 36 e via di questo passo a proposito<br />
di “questo romanzo così crudo sulla vita dei contadini del basso Novarese”<br />
37 . Se ne ricava complessivamente l’immagine, forse interessante<br />
ma certamente non avallata dal testo della Marchesa Colombi, di<br />
un’opera incentrata sui drammi legati alla miseria dei contadini e soprattutto<br />
al duro lavoro delle mondine. In effetti però ― controllando<br />
<strong>il</strong> testo e non accettando per buona l’interpretazione in chiave sindacale<br />
del Bermani ― si può constatare che le pagine dedicate dalla Marchesa<br />
Colombi al lavoro di Nanna nella risaia sono solo una ventina<br />
sulle cento del romanzo. L’80% del racconto è invece la cronaca dettagliata<br />
di un’ossessione narcisistica e sentimentale che logora i nervi<br />
della protagonista nel disperato rimpianto della bellezza perduta e nel<br />
mai deposto sogno di un matrimonio radioso con un uomo giovane e<br />
bello 38 . Né la vita condotta da Nanna e dalla sua famiglia, quale appare<br />
30<br />
Cfr. Giuliana Morandini, “Ritratto della Marchesa Colombi. Prefazione”, op. cit., p. 10.<br />
31<br />
Cfr. Cesare Bermani, “Un romanzo al crocevia di importanti f<strong>il</strong>oni culturali dell’Ottocento”,<br />
in: <strong>La</strong> Marchesa Colombi, In risaia. Racconto di Natale, op. cit., p. 121.<br />
32<br />
Ibid., p. 121.<br />
33<br />
Ibid., p. 122.<br />
34<br />
Ibid., p. 122.<br />
35<br />
Ibid., p. 122.<br />
36<br />
Ibid., p. 122.<br />
37<br />
Ibid., p. 123.<br />
38<br />
Cfr. <strong>La</strong> Marchesa Colombi, In risaia. Racconto di Natale, op. cit., p. 70: “― Ebbene,<br />
Nanna? le disse. Hai voglia o no di maritarti? ― Oh, per me… disse la Nanna crollando le<br />
spalle e voltandogli <strong>il</strong> dorso in atto vergognoso; ma le br<strong>il</strong>lavano gli occhi, e si vedeva vagamente<br />
dinanzi un giovinotto dall’aria spavalda, con un garofano all’occhiello ed <strong>il</strong> cappello<br />
sull’orecchio. <strong>La</strong> ragione non basta ad imbrigliare la fantasia. ― Lo sposo ci sarebbe, soggiunse<br />
<strong>il</strong> babbo. <strong>La</strong> Nanna si appoggiò coll’immaginazione al braccio del giovinotto, dal lato<br />
opposto al cappello ed al garofano, e si ammirò nel suo vestito nuziale di lana e seta cangiante,<br />
e sorrise a quell’immagine.”