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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Identificazione di una tematica 35<br />

curante, poi al collasso nervoso ed infine all’uxoricidio. Il romanzo, in<br />

forma di diario, è particolarmente interessante non solo perché anticipa<br />

in modo evidente e di mezzo secolo un’opera molto conosciuta ed<br />

apprezzata di Alba de Céspedes 96 , che non può non aver tenuto conto<br />

(fin quasi ― vorremmo dire ― a copiarlo) del precedente luantiano,<br />

ma anche perché mette in primo piano la questione (centrale anche nei<br />

romanzi coevi di mano masch<strong>il</strong>e) del rapporto di coppia nel matrimonio<br />

e della sedicente violenza del marito oppressore e sfruttatore (o addirittura<br />

potenziale stupratore) della moglie 97 . Mentre <strong>il</strong> romanzo della<br />

de Céspedes è chiaramente “dalla parte di lei”, è diffic<strong>il</strong>e dire ― ad<br />

un’attenta lettura ― quale sia la prospettiva scelta da Regina di Luanto.<br />

Senza dubbio la protagonista è un’esaltata che, fin dalle prime pagine<br />

del romanzo, interpreta in chiave esageratamente negativa e quasi<br />

paranoica le normali manifestazioni d’affetto del marito e che, rifiutandoglisi<br />

sessualmente, lo spinge inevitab<strong>il</strong>mente tra le braccia di una<br />

serva compiacente, salvo poi considerarlo ― con una criticab<strong>il</strong>e manifestazione<br />

di classismo ― un essere disgustoso per essersi abbassato<br />

ad un rapporto sessuale con una donna di bassa estrazione sociale 98 . <strong>La</strong><br />

<strong>La</strong>ura di Un martirio, piú che come un’eroina della condizione femmin<strong>il</strong>e<br />

um<strong>il</strong>iata e offesa, si presenta come un’esaltata ai limiti della<br />

pazzia che infatti la porta a morire nel manicomio criminale. Troviamo<br />

in lei la riconferma di come <strong>il</strong> sogno mai soddisfatto di un amore<br />

travolgente fosse non solo in grado d’ispirare ― tra Otto e Novecento<br />

― quasi tutti i romanzi di mano femmin<strong>il</strong>e, ma forse anche di minare<br />

Corrado si mette le pantofole quando torna a casa? Sta’ a vedere che, se è stanco, dovrebbe far<br />

dei complimenti con sua moglie!”<br />

96 Cfr. Alba de Céspedes, Dalla parte di lei, M<strong>il</strong>ano 1949.<br />

97 Ibid., pp. 256–257: “Poi principiò a spogliarsi. Io lo fissavo esterrefatta; ma subitamente,<br />

facendomi coraggio, gli domandai: ― Ma quale è la mia camera, <strong>il</strong> mio letto? ― Oh! bella!<br />

Qui… questo ― rispose Corrado. ― Non c’è altro, ed è oramai tempo di ritornare alle nostre<br />

consuetudini… Ripresi in fretta la veste che mi ero levata e mi rivestii. Corrado mi osservava<br />

in s<strong>il</strong>enzio, un s<strong>il</strong>enzio carico di minaccie. ― Non vuoi venire a letto? ― mi chiese. Accennai<br />

di no col capo. ― Non ci sono altri letti ― ripeté, frenando a stento la collera che lo<br />

assaliva… ― Starò su una seggiola ― replicai a voce bassa. Allora egli non si contenne più:<br />

inveì contro di me, contro <strong>il</strong> dottore coprendoci di insulti.”<br />

98 Ibid., p. 195: “L’ignob<strong>il</strong>e, vergognosa cosa! Corrado, l’uomo austero, l’uomo che pareva<br />

quasi sdegnarmi per la mia inferiorità, trova però conveniente di mettersi al livello di una<br />

serva, della mia serva. Come è potuto arrivare fino a cotesto? E che cosa dirò io ora? Che cosa<br />

farò?”

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