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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Identificazione di una tematica 41<br />

autorevoli (soprattutto, ma non solo, di provenienza femmin<strong>il</strong>e) che,<br />

con tono catastrofico, hanno insistito su questo antico argomento, dalla<br />

Morandini 116 alla Santoro 117 . Ma sono state veramente cosí dimenticate<br />

le scrittrici italiane che operarono tra Otto e Novecento? E dimenticate<br />

a confronto di quali scrittori favoriti invece dalla fortuna critica<br />

e storiografica? Abbiamo a suo tempo dimostrato, con abbondanza di<br />

riscontri, in un’opera dedicata agli scrittori veramente dimenticati del<br />

primo Novecento 118 , come gli un tempo molto popolari da Verona,<br />

Zuccoli, Pitigr<strong>il</strong>li e d’Ambra non siano piú stati ripubblicati (se non<br />

con rarissime eccezioni) né abbiano piú formato oggetto di convegni o<br />

di rivisitazioni critiche nel secondo Novecento. Al confronto <strong>il</strong> proliferare<br />

di convegni, riedizioni e studi critici (che qui abbiamo in parte citato)<br />

su Neera, Marchesa Colombi, Mat<strong>il</strong>de Serao, ecc. colpisce come<br />

<strong>il</strong> segno di un’attenzione ben viva e molto piú vig<strong>il</strong>e di quanto si voglia<br />

far credere. Nello stesso tempo anche gli studiosi e le studiose piú<br />

m<strong>il</strong>itanti riconoscono senza difficoltà che questo folto plotone di scrittrici<br />

non incontrò alcuna difficoltà ― di editoria o di pubblico ― spargendosi<br />

anzi a macchia d’olio tra Otto e Novecento, nella massima<br />

fioritura della sua produzione 119 . È tempo insomma di spazzare via<br />

so. Ebbene, nel Novecento su cinquanta romanzieri eccellenti non ci sono venti donne. Anzi<br />

non è fac<strong>il</strong>e arrivare a tante su cento narratori e prosatori. Dieci? Se si scende al 10% l’avvenire<br />

resta roseo ma per <strong>il</strong> passato prossimo vedo nero. O sono accecato da faziosità masch<strong>il</strong>e?<br />

Questo b<strong>il</strong>ancio forse conferma solo la dittatura degli uomini nella critica. Anche qui però si<br />

aprirà presto un nuovo fronte: ci sarà la rivolta delle donne–critico a favore delle scrittrici. In<br />

una commissione di laurea constatai: dieci su undici professori erano donne. Stanno cercando<br />

le grandi narratrici e le troveranno. Nella nostra epoca ‘relativista’ è all’ordine del giorno <strong>il</strong><br />

rovesciamento dialettico per cui <strong>il</strong> brutto diventerà bello e viceversa. Udite, uomini, e tremate.<br />

<strong>La</strong> narrativa del nuovo secolo sarà soprattutto femmin<strong>il</strong>e. Le donne hanno cominciato col diventare<br />

grande maggioranza come lettrici (ora vi raccontiamo noi cos’è l’amore), sono sempre<br />

di più le direttrici di collana (ci avete stancato con le interpretazioni prive di fatti), sono opere<br />

di donne quelle che piacciono di più anche agli uomini: che si sono scocciati di se stessi.”<br />

116<br />

Cfr. Giuliana Morandini, <strong>La</strong> voce che è in lei, op. cit., p. 6: “I critici, anche quelli che<br />

più sollecitavano <strong>il</strong> loro esprimersi, ritenevano spesso opportuno relegare questa produzione<br />

in una sfera minore, da valutarsi quasi come curiosità, e, quando l’interesse dei testi non consentiva<br />

tale angustia, erano pronti a scorgervi un superamento della condizione femmin<strong>il</strong>e.”<br />

117<br />

Cfr. Anna Santoro, Narratrici italiane dell’Ottocento, Napoli 1987, p. 6: “[…] perché<br />

nel nostro paese la produzione femmin<strong>il</strong>e è ancora non solo da dimostrare ma da reperire.”<br />

118<br />

Cfr. Enrico Tiozzo, Il romanzo blu. Temi, tempi e maestri della narrativa sentimentale<br />

italiana del primo Novecento, op. cit.<br />

119<br />

Cfr. Patrizia Zambon, “Introduzione”, in: Novelle d’autrice tra Otto e Novecento, a cura<br />

di Patrizia Zambon, Roma 1988, pp. 9–10: “Uno degli aspetti più nuovi tra quelli che carat-

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