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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Identificazione di una tematica 21<br />

deprimenti, dei sentimenti amorosi della protagonista fino allo squallido<br />

compromesso finale che rappresenta tuttavia una parziale consolazione.<br />

Identica perfino la descrizione, inut<strong>il</strong>mente minuziosa, dello<br />

squallido mob<strong>il</strong>io della casa della protagonista, che già avevamo trovato<br />

in Un matrimonio in provincia. Mentre né Denza né Nanna però<br />

vengono richieste in moglie dai potenziali mariti che sognavano, nel<br />

caso di Teresa <strong>il</strong> fascinoso Orlandi, che ne chiede la mano, viene respinto<br />

dal severo padre della ragazza che lo ritiene uno sconsiderato<br />

senza una professione, senza denaro e incapace di mantenere una moglie.<br />

Sembrerebbe un gesto crudele ma in realtà la decisione del padre<br />

è giusta perché Orlandi spreca la sua vita 46 in una serie di iniziative<br />

sbagliate, pensa solo a divertirsi e finisce in miseria 47 . Il vero dramma<br />

di Teresa è dunque, ancora una volta, quello di un sogno d’amore inappagato<br />

ed infranto (ed anche mal fondato), cui fa da sfondo una situazione<br />

famigliare ed economica certamente poco piacevole ma nemmeno<br />

del tutto negativa, come provano i comportamenti delle sorelle<br />

di Teresa che affrontano la vita allegramente, si sposano (le gemelle)<br />

senza troppe fisime o si dedicano (Ida) ad una professione in grado di<br />

garantire la sicurezza dello stipendio. L’infelicità dunque è dentro Teresa,<br />

nella sua esasperata sensib<strong>il</strong>ità, nella sua esagerata ed ingenua<br />

tendenza a fantasticare, e non nelle circostanze esteriori della sua vita<br />

per quanto esse potessero essere pesanti. Il vittimismo 48 che passa at-<br />

immob<strong>il</strong>e, colla lettera stretta sul seno, ella ripensò parola per parola, carezza per carezza,<br />

tutta la scena della sera. Ed era felice.”<br />

46 Ibid., p. 190: “Un lieve imbarazzo si dipinse sulla fronte di Orlandi. Circondandole col<br />

braccio la vita, se la tirò accanto, e: ― Ragioniamo. Posso io presentarmi a tuo padre? ―<br />

Sì… quando hai un impiego sicuro e conveniente. ― Ecco appunto quello che non ho. ― Ma<br />

mi avevi scritto… ― Il progetto non andò bene. Io vivo ora alla macchia, scrivendo per l’uno<br />

o per l’altro giornale. ― Ma perché ti sei dato al giornalismo? ― Chi lo sa! Una passione come<br />

un’altra, e che non esclude le altre… <strong>La</strong> strinse dolcemente, cercando di nuovo la sua bocca,<br />

con un sorriso d’uomo felice.”<br />

47 Ibid., p. 227: “Negli ultimi giorni dell’anno ricevette una lettera di Egidio. Egli era<br />

ammalato, povero, senza aiuto alcuno. Le scriveva come un figlio scriverebbe alla madre, con<br />

una fede <strong>il</strong>limitata.”<br />

48 Cfr. Antonia Arslan, “Introduzione. R<strong>il</strong>eggendo Teresa, o l’immagine nello specchio”,<br />

op. cit., p. 5: “Teresa è un romanzo speciale. Una storia coraggiosa, audace persino, tramata<br />

intorno a una protagonista innocente ma non ignara, che appare subito come la vittima designata<br />

di una concorde volontà e crudeltà fam<strong>il</strong>iare: la madre debole, <strong>il</strong> padre ottusamente autoritario,<br />

le sorelle capricciose ed egoiste, <strong>il</strong> fratello masch<strong>il</strong>mente sornione. Un ritratto ― e<br />

un ambiente ― tipici dell’oppressione femmin<strong>il</strong>e ottocentesca, che agisce più pesantemente

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