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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Identificazione di una tematica 33<br />

manzo (secondo noi <strong>il</strong> migliore della Roti in una produzione quasi tutta<br />

di alta qualità) sta tuttavia nel ritratto dell’ambigua protagonista ed<br />

in alcune scene molto efficaci come quella della seduzione mancata da<br />

parte di Gino di Campovelardo, vittima inopinata dell’impotenza di<br />

fronte alla freddezza della donna che pure gli si offre 87 . L’approccio<br />

scelto da Regina di Luanto s’impone comunque per la singolare capacità<br />

della scrittrice di variare <strong>il</strong> quadro che circonda <strong>il</strong> sempiterno tema<br />

ossessivo dell’attesa del grande amore. Vi contribuiscono in maniera<br />

decisiva anche la lunga e br<strong>il</strong>lante descrizione di una traversata in mare<br />

alla volta di Alessandria d’Egitto (non priva d’inattesi dettagli misuratamente<br />

realistici 88 ) e quella (dickensiana per battute di spirito, colore<br />

dei personaggi, susseguirsi di paesaggi attraversati), del viaggio<br />

in treno di un’allegra comitiva di aristocratici diretti al casinò di Montecarlo<br />

89 . Di Eva Perelli s’imprimono nella mente del lettore sia l’avvenenza<br />

90 , resa con ab<strong>il</strong>e discrezione da Regina di Luanto, sia la personalità<br />

tranqu<strong>il</strong>la e la prudente pigrizia con cui, al di là dei sogni di<br />

passione, evita, alla fine del romanzo, le insidie di un colpo di testa<br />

i miei ragionamenti e la mia smania d’analisi, che tutto demolisce; che m’inebrii di dolcezza;<br />

mi dia voluttà sconosciute, piaceri così intensi da farmi venir meno. Tale lo sogno io<br />

l’amore… tale lo aspetto ― conchiuse Eva pensosamente.”<br />

87 Ibid., p. 138: “Le si era avvicinata e furiosamente la copriva di baci sui capelli, sul viso,<br />

sul collo, nello sforzo disperato della sua volontà, che voleva sottrarsi alla influenza del gelo,<br />

che emanava da lei; ma <strong>il</strong> suo ardore fittizio cedeva al vano tentativo di lottare.”<br />

88 Ibid., p. 230: “Il mare ingrossava; giù le onde saltavano, si rincorrevano e di continuo<br />

s’alternavano alte e basse, <strong>il</strong> bastimento aveva un movimento forte di rullio. Eva sentiva <strong>il</strong> capo<br />

farsi grave e perdersi <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o de’ suoi ragionamenti. Ancora non badava alla fascia dolorosa<br />

che man mano le accerchiava la fronte; restava ferma in una completa immob<strong>il</strong>ità. Il vapore<br />

piegò bruscamente su di un fianco e schizzando altissima un’onda bagnò fin sopra la coperta.<br />

Eva credette che tutto girasse in una ridda furiosa e cielo e mare e cordami e scale. Senza aver<br />

tempo di fermarsi, appena sollevata cominciò a vomitare. Le si accostò un signore: – Vuole<br />

che chiami qualcheduno?”<br />

89 Ibid., p. 36: “Le signore si erano levati i mantelli e si mostravano graziosissime nei loro<br />

vestiti da viaggio. Mat<strong>il</strong>de girava tra le poltroncine di velluto rosso, dirigendosi ora a questo,<br />

ora a quello, senza tacere un minuto: del resto tutti cedevano a quell’allegro eccitamento che<br />

accompagna le prime ore di una gita di piacere e ridevano e parlavano a voce alta.”<br />

90 Ibid., p. 9: “Eva nel subitaneo passaggio dal freddo al caldo era diventata rossa in viso:<br />

le labbra un po’ grosse si socchiudevano regolarmente nel respiro tranqu<strong>il</strong>lo. Sulla fronte le<br />

discendeva una ciocca di capelli castagni, che alla luce avevano riflessi rossastri, le sopracciglia<br />

ben disegnate si vedevano distintamente sugli occhi bruni. Con un gesto si toccò la bocca,<br />

poiché le labbra screpolate dal freddo le facevano male, vi passò sopra leggermente due o tre<br />

volte la lingua per inumidirle, poi si allungò sulla poltrona, scomparendo nell’ombra.”

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