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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Identificazione di una tematica 19<br />

ficacemente come la letteratura di mano masch<strong>il</strong>e e quella di mano<br />

femmin<strong>il</strong>e procedano di pari passo in anni cruciali dell’Ottocento, come<br />

scrittori e scrittrici si frequentassero e si stimassero ed infine ―<br />

elemento di grande importanza sul quale ritorneremo ― come le scrittrici<br />

fossero tutt’altro che donne relegate in casa ed escluse dall’ambiente<br />

letterario 42 . Per noi In risaia e ancora di piú Un matrimonio in<br />

provincia sono buoni prodotti letterari, di scorrevole lettura, limpidi<br />

nello st<strong>il</strong>e, lineari nella trama ed indubbiamente arricchiti (soprattutto<br />

Un matrimonio in provincia) da un uso accorto dell’ironia. Ad impedire<br />

però che si possa parlare di “capolavori” o anche di “opere–chiave”<br />

nella letteratura italiana dell’Ottocento, contribuiscono alcune carenze<br />

oggettive (su cui sorvolano le studiose che abbiamo citato) come<br />

la scarsità dell’azione (sempre statica o languente) e la ripetitività dell’ossessivo<br />

tema centrale (<strong>il</strong> desiderio di un matrimonio felice con un<br />

marito ideale) che fagocita la maggior parte delle pagine di questi due<br />

romanzi forse anche troppo fortunati a livello critico.<br />

inglese. […] Decennio 1880–1890. Nel 1879 esce Giacinta di Capuana, opera di base, manifesto<br />

del Verismo italiano. In quel periodo […] Capuana, Verga, Federico De Roberto, Neera,<br />

<strong>La</strong> Marchesa Colombi, Contessa <strong>La</strong>ra si conoscono tutti. A volte sentono amicizie, a volte rivalità,<br />

comunque sono tutti nello stesso ambiente […]. Nel 1881 dunque Verga pubblica I<br />

Malavoglia. Nelle storie letterarie, in quel decennio, c’è ancora lui, con Mastro Don Gesualdo<br />

(1888–1889), e <strong>il</strong> primo romanzo di D’Annunzio, Il Piacere (1889). Ma cosa c’è nel mezzo,<br />

negli anni dal 1882 al 1888? Nel mezzo ci sono – le date parlano – alcuni romanzi fondamentali<br />

di mano femmin<strong>il</strong>e: nel 1885 Un matrimonio in provincia (e già negli anni precedenti la<br />

Marchesa Colombi aveva pubblicato due opere importanti, significative ciascuna a suo modo,<br />

In risaia e <strong>La</strong> gente per bene); fra <strong>il</strong> 1886 e <strong>il</strong> 1889 la ‘tr<strong>il</strong>ogia della donna giovane’ di Neera<br />

(Teresa, 1886; Lydia, 1887; L’indomani, 1889). Nello stesso decennio Mat<strong>il</strong>de Serao fa uscire<br />

alcune delle sue opere più interessanti, come quel capolavoro che è <strong>La</strong> virtù di Checchina<br />

(1884) […]. Neera cioè in quegli anni (non è solo Verga a progettare un ciclo, <strong>il</strong> famoso ‘ciclo<br />

dei vinti’, anche Neera aveva letto Zola) concepisce e pubblica una tr<strong>il</strong>ogia di romanzi per<br />

tracciare un quadro della condizione femmin<strong>il</strong>e dell’epoca, indagando su vari aspetti della<br />

psicologia e della separetezza femmin<strong>il</strong>i.”<br />

42 Ibid., p. 14: […] i letterati italiani in quegli anni veramente si sentono italiani e non solo<br />

napoletani, piuttosto che lombardi, perché si stab<strong>il</strong>isce fra loro una fitta rete di contatti e di comunicazioni:<br />

si scambiano continuamente favori, nel senso di proposte di collaborazione, suggerimenti<br />

di pubblicare su un giornale piuttosto che su un altro, perché sono professionisti, uomini<br />

e donne, legati da stima e rispetto reciproci, che pubblicano sui giornali, pubblicano per le case<br />

editrici, fanno critica d’arte, scrivono appendici (come non solo la Invernizio, ma tanti altri): insomma,<br />

uomini e donne in carriera, che vivono del loro lavoro, se ne lamentano ma lo amano.<br />

Cancelliamo perciò l’immagine della donna che sta in casa, rinchiusa e sacrificata e che per sfogarsi<br />

scrive <strong>il</strong> diario. Ci sono diari, ci sono certo donne–vittime e donne che piangono, ma c’è un<br />

forte gruppo di professioniste affermate che non hanno paura di niente e di nessuno.”

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