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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Capitolo I<br />

Identificazione di una tematica<br />

Dobbiamo ad Antonia Arslan (oltre ad una quantità ormai vastissima<br />

d’<strong>il</strong>luminanti studi sulla letteratura italiana cosiddetta “minore” o<br />

“di consumo” tra Otto e Novecento) <strong>il</strong> merito di aver fatto chiarezza in<br />

modo inequivocab<strong>il</strong>e su alcuni problemi relativi all’annosa questione<br />

della “letteratura femmin<strong>il</strong>e” di quel periodo storico in Italia e della<br />

sua mancata collocazione nel canone storiografico ufficiale. Aprendo<br />

infatti, con un suo intervento, la pubblicazione degli Atti del Convegno<br />

sulla Marchesa Colombi, tenutosi a Novara nella primavera del<br />

2000, la Arslan respingeva finalmente con decisione l’etichetta ghettizzante<br />

di “femmin<strong>il</strong>e”, troppo a lungo inscindib<strong>il</strong>e da una produzione<br />

che in realtà non ha bisogno di ulteriori precisazioni di appartenenza<br />

per inserirsi di diritto nella nostra letteratura, indipendentemente dal<br />

sesso di chi la mise sulla carta 1 . Nello stesso tempo la Arslan rico-<br />

1 Cfr. Antonia Arslan, “L’opera della Marchesa Colombi nel panorama della narrativa italiana<br />

fra Otto e Novecento”, in: <strong>La</strong> Marchesa Colombi: una scrittrice e <strong>il</strong> suo tempo, Atti del<br />

convegno internazionale, Novara 26 maggio 2000, Novara 2001, p. 13: “Tuttavia nel momento<br />

in cui con S<strong>il</strong>via Benatti e Roberto Cicala, che ringrazio perché si deve alla loro dedizione<br />

appassionata la realizzazione di questo convegno, parlavamo del titolo, abbiamo volutamente<br />

deciso di togliere dal titolo del mio intervento l’aggettivo ‘femmin<strong>il</strong>e’. Perché ci è parso molto<br />

importante, ci è parso essere giunto infine <strong>il</strong> momento di essere non solo propositivi, ma anche<br />

audaci (come si dovrebbe essere sempre nello stagnante panorama culturale italiano!): la<br />

scrittura ‘femmin<strong>il</strong>e’ dell’Ottocento va ormai studiata insieme con la scrittura ‘masch<strong>il</strong>e’; va<br />

ricostruito <strong>il</strong> tessuto culturale dell’epoca come era, con i reciproci influssi, conoscenze, amici-<br />

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