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La bambola e il mostro - Aracne Editrice

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Identificazione di una tematica 23<br />

male dopo una dura vita di lavoro 50 o dopo la vana ricerca di un successo<br />

mai ottenuto 51 ), le figure masch<strong>il</strong>i che popolano i romanzi della<br />

Marchesa Colombi e di Neera che abbiamo preso in esame, sono quelle<br />

dei padri o dei fratelli, dediti al lavoro, esacerbati da continui problemi<br />

economici, delusi nelle loro aspettative, mal tollerati da mogli e<br />

figli, sconfitti insomma irreparab<strong>il</strong>mente dalla vita 52 , oppure quelle dei<br />

pretendenti respinti: vecchi, deformi 53 , calvi, disgustosi, disprezzati 54 .<br />

50 Cfr. <strong>La</strong> Marchesa Colombi, In risaia. Racconto di Natale, op. cit., pp. 112–113: “<strong>La</strong><br />

famosa frusta di Gaudenzio, che altre volte schioccava nelle vaste risaie col suono gaio d’una<br />

salva di mortaletti e faceva battere <strong>il</strong> cuore a tutte le fanciulle del circondario, ora gli pendeva<br />

lenta dietro le spalle come una biscia morta, mentre lui camminava a fianco del carro adattandosi<br />

al passo capriccioso della mula; era lei che guidava <strong>il</strong> carrettiere. […] Ed ora poi aveva<br />

ben altro in mente che gli amori. Il pensiero della sua bestia lo crucciava giorno e notte; e<br />

quando i camerati lo compiangevano, che era giù di cera come se uscisse dall’ospedale, e gli<br />

domandavano con affettuosa premura se aveva poca volontà, rispondeva, togliendosi la pipa<br />

di bocca e sputandosi melanconicamente fra i piedi: ― <strong>La</strong> salute non va male, non va: ma<br />

quest’affare della mula mi fa paura. Il carrettiere e la sua mula, sapete, è tutt’uno; se la mula<br />

non cammina, <strong>il</strong> carrettiere non mangia.”<br />

51 Cfr. Neera, Teresa, op. cit., p. 205: “Nella vita febbr<strong>il</strong>e di Egidio, nelle lotte aspre, violente<br />

ch’egli doveva sostenere ogni giorno, in quella corsa affannosa dietro <strong>il</strong> successo, non<br />

mancavano le ore di scoraggiamento, di malinconia atroce. Si trovava a mezzo cammino, colla<br />

gioventú dietro le spalle, perduti i piú begli anni, svanite le forti <strong>il</strong>lusioni; non avendo ricavato<br />

nessun partito né dal suo ingegno, né dalla sua bellezza, né dalla sua salute. Gli amici dicevano<br />

fra loro: Come mai Orlandi non si è ancora creata una posizione? Uno che lo conosceva<br />

bene, lo definí con due parole: Orlandi non ha la costanza del lavoratore e non ha la furberia<br />

dello scroccone; è un uomo mancato.”<br />

52 Ibid., p. 225: “Nel salotto terreno nell’umido e buio gineceo, <strong>il</strong> signor Caccia terminava<br />

i suoi giorni, confinato sul divanuccio dove la signora Soave aveva trascorsa tanta parte della<br />

vita, lagnandosi dolcemente cogli occhi volti al cielo. Egli finiva, battuto, vinto nelle sue forze<br />

maggiori; ridotto cosí gramo da dover implorare l’altrui compassione, spoglio d’ogni potere,<br />

in balia dell’unica figlia che gli era rimasta accanto.”<br />

53 Cfr. <strong>La</strong> Marchesa Colombi, Un matrimonio in provincia, op. cit., p. 93: “― Senti, Denza.<br />

Ci sarebbe un partito per te; però non è br<strong>il</strong>lante. Il babbo era presente, ma leggeva un giornale<br />

per dimostrare che voleva rimanere estraneo a quella proposta. Io domandai molto agitata: ―<br />

Chi è? ― Un notaio di Vercelli, che viene a stab<strong>il</strong>irsi a Novara. Fin qui non c’era nulla di male;<br />

ma ci doveva essere. Domandai ancora: ― Vecchio? ― No… Quarant’anni – . Stavo per dire<br />

che mi pareva vecchio. Ma mi ricordai che ero matura, e dissi invece, cercando ancora <strong>il</strong> male<br />

che non stava nell’età: ― È molto povero? ― Tutt’altro, è agiato. E venendo qui entrerà come<br />

socio nello studio del notaio Ronchetti. Cosa poteva avere a suo svantaggio? <strong>La</strong> figura di certo.<br />

Domandai con molta trepidazione. ― Ma dunque è un <strong>mostro</strong>? ― Un <strong>mostro</strong> no… Ma ha un difetto…<br />

Stavo senza fiato. Non osavo interrogare. <strong>La</strong> matrigna lasciò che mi fossi fatta all’idea d’<br />

un difetto, magari d’una deformità, perché <strong>il</strong> colpo mi riescisse meno grave, poi continuò: ― Ha<br />

una verruca; sai, un porro, un po’ grosso, qui sulla tempia destra. Rimasi impressionata.”<br />

54 Cfr. Neera, Teresa, op. cit., p. 204: “Aveva tentato, per cortesia, di interessarsi a lui, alle<br />

buone qualità che tutti gli riconoscevano; ma i pregi morali sfuggivano all’attenzione di-

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