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Introduzione alla traduzione italiana dei Libri Bianchi dei Casey ...

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In primo luogo vi è la lettura che è stata data dell’adozione in termini economici e sociali nella fase<br />

pre-adottiva dell’indagine psico-sociale. Sovente l’autorizzazione all’adozione si è misurata<br />

secondo questi criteri di “idoneità” senza entrare sufficientemente nel merito di cosa questa<br />

“idoneità” si concentrasse. Nella pratica gli aspetti legati allo stile di vita, al livello professionale<br />

ed economico, hanno finito per monopolizzare l’attenzione. In assenza di criteri che entrino<br />

maggiormente nel merito della problematica adottiva si sono create numerose ed a volte<br />

drammatiche situazioni conflittuali, tra famiglia adottiva e servizi.<br />

Situazioni di disagio che richiedono, non potendo essere previste, per essere gestite una<br />

delicatissima collaborazione tra enti pubblici e i familiari.<br />

In secondo luogo va tenuto in debita considerazione, l’effetto legittimante o dis-confermante<br />

che il non ascolto <strong>dei</strong> bisogni familiari prodotti dal percorso adottivo produce sull’autostima e<br />

sull’equilibrio della famiglia adottiva stessa. Questo non ascolto e non riconoscimento acuisce,<br />

infatti, il senso di solitudine personale e familiare, a fronte di una assenza parziale o totale di<br />

supporti informativi ed operativi, adeguati a quella particolare realtà adottiva.<br />

In terzo luogo, incide sovente un’idea riduttiva che porta a leggere come normali<br />

problematiche evolutive o adolescenziali, situazioni di disagio che si manifestano nella crescita<br />

di questi bambini, sottostimando gli effetti inevitabili della specificità dell’esperienza adottiva.<br />

Questa lettura nata dal desiderio di non etichettare ulteriormente una situazione già di per sé<br />

complessa, ha nei fatti generato disfunzioni e resistenze, nella ricerca di ciò che vi è di<br />

specifico nel disagio mostrato dalle famiglie adottive, e nel ricercare le pratiche maggiormente<br />

idonee ad affrontarlo.<br />

Una quarta ed ultima considerazione derivata dalle situazioni precedenti, riguarda il non dare<br />

la giusta importanza allo scambio di dati, di informazioni sulle diverse strategie terapeutiche<br />

sperimentate ed esperienze fatte in questo campo. Questo atteggiamento genera isolamento<br />

<strong>dei</strong> membri della famiglia entro i confini familiari, e degli operatori entro le istituzioni, un<br />

isolamento sociale e culturale che impedisce inoltre la ricerca e la sperimentazione di modalità<br />

diverse e più efficaci di gestione delle problematiche dell’adozione.<br />

I MO M ENTI DE L PERCOR SO A DOT TIVO<br />

Frequentemente i bambini adottati sono esposti ad un certo numero di avversità prima della loro<br />

adozione, avversità da cui ne conseguono ritardi nel loro sviluppo fisico e psicologico. A questo<br />

riguardo molti non hanno avuto la possibilità di sviluppare <strong>dei</strong> pattern sicuri di attaccamento ed<br />

alcuni hanno avuto esperienze traumatiche i cui effetti possono compromettere la stabilità<br />

dell’adozione stessa.<br />

“In questo senso le difficoltà nello sviluppo ed i disturbi comportamentali che emergono nei percorsi adottivi<br />

costituiscono una finestra aperta sulle conseguenze emozionali e cognitive, prodotte da difficoltà economiche e sociali<br />

e da esperienze di neglect, di abuso e di separazione, subite nella prima fase di vita dal bambino.” 9<br />

I sentimenti relativi <strong>alla</strong> propria storia costituiscono elementi che possono acuire stati di sofferenza<br />

e produrre comportamenti disadattivi, e si connettono allo sviluppo della propria individualità e<br />

identità. In questo senso possiamo considerare l’esperienza dell’adozione sia nei bambini che nella<br />

coppia adottiva, come un evento costitutivo nel determinare i modi e le diverse possibilità di<br />

utilizzare più o meno adeguatamente la propria storia.<br />

9 Nancy Newton Verrier: La ferita primaria. Il Saggiatore, 2007.<br />

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