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Espressività ed emozione nell'esperienza musicale. Orientamenti ...

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primario non è più quello di guardare al problema in esame ma controbattere nel modo<br />

più efficace e convincente le argomentazioni altrui.<br />

Ad ogni modo, questo è dunque il quadro sintetico delle posizioni in gioco, che<br />

come si è detto animano il dibattito analitico contemporaneo intorno al problema del<br />

rapporto tra musica <strong>ed</strong> emozioni. Mi sembra opportuno anticipare ora l’ordine secondo<br />

cui tali posizioni saranno esposte e analizzate nel corso della nostra ricerca.<br />

Nel primo capitolo, abbiamo voluto dar spazio ad un’introduzione di carattere<br />

generale del dibattito, esaminando i percorsi storici che hanno favorito la rinascita di<br />

questa particolare attenzione alla questione del rapporto musica-emozioni e disegnando<br />

anche i percorsi metodologici caratteristici della ricerca analitica. Fino poi a ricostruire<br />

in un percorso rapido e sintetico le premesse storiche che sono alla base del dibattito.<br />

Nel secondo capitolo, d<strong>ed</strong>icato al tema musica-forma, un’attenzione particolare<br />

è stata destinata alla concezione di Peter Kivy. L’idea è stata quella di seguire attenta-<br />

mente le tappe più significative della sua indagine sul problema espressivo, fino ad ar-<br />

rivare all’approdo al formalismo arricchito (enhanc<strong>ed</strong>). Nell’ambito di questo percorso<br />

interessante è anche stato per noi seguire il dialogo che Kivy intrattiene con i filosofi<br />

contemporanei Levinson e Davies, in relazione al problema di come intendere il potere<br />

della musica di commuoverci e al tipo di emozioni che la musica è in grado di destare.<br />

Il passo successivo è stato poi quello di prendere in esame la teoria di Derek Matravers,<br />

sia in vista dell’aspra polemica con Kivy sia in considerazione del fatto che egli, anticipavamo,<br />

è uno dei più illustri rappresentati dell’altra tendenza riattivatasi nel dibattito.<br />

Infine nel terzo e ultimo capitolo abbiamo rivolto una particolare attenzione al<br />

tema dell’uso delle metafore nelle descrizioni musicali e a quello ad esso connesso<br />

dell’isomorfismo. Nello specifico, dopo aver d<strong>ed</strong>icato una primissima parte ai testi seminali<br />

che sono alla base della discussione, interessante è stato per noi seguire il dialogo<br />

tra coloro che, come Zangwill e Scruton, sostengono, seppure per ragioni diverse,<br />

una concezione metaforica delle descrizioni della musica in termini emotivi e coloro<br />

che invece, come Budd e Davies, vogliono riaffermare la letteralità di siffatte descrizioni.<br />

Il nostro è stato un lavoro di esposizione e di analisi, e piuttosto che schierarci<br />

da una parte o dall’altra, abbiamo preferito invece il più delle volte portarci fuori dalle<br />

nette opposizioni e dalle polemiche, spesso sterili, derivate nella maggior parte dei casi<br />

da sottili distinzioni terminologiche e da etichette di vario genere. In tal senso, impor-<br />

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