11.06.2013 Views

Espressività ed emozione nell'esperienza musicale. Orientamenti ...

Espressività ed emozione nell'esperienza musicale. Orientamenti ...

Espressività ed emozione nell'esperienza musicale. Orientamenti ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

la tristezza sono proprietà acustiche della musica, sono semplicemente<br />

proprietà della struttura <strong>musicale</strong>; pertanto dire che un passaggio<br />

<strong>musicale</strong> è triste o allegro non significa descriverlo in termini semantici<br />

o rappresentazionali più che descriverlo come turbolento o tranquillo.<br />

Un passaggio <strong>musicale</strong> tranquillo non rappresenta la tranquillità<br />

né significa «tranquillo». Esso è semplicemente tranquillo. E lo<br />

stesso vale per un passaggio malinconico. Non significa la «malinconia»<br />

né rappresenta la malinconia. È semplicemente malinconico, è<br />

questo è tutto 59 .<br />

È in questi termini quindi che Kivy spiega l’espressività <strong>musicale</strong>, vale a dire:<br />

pensando all’<strong>emozione</strong> <strong>musicale</strong> come percepita in quanto presente nella musica. Que-<br />

sto modo di comprendere le emozioni musicali, come bene evidenziato da Kivy, fu ben<br />

compreso dallo scomparso filosofo americano Oets. K. Bouwsma 60 , il quale sosteneva<br />

che la relazione tra l’<strong>emozione</strong> e la musica assomiglia più alla relazione tra il rosso e la<br />

mela, che a quella tra il rutto e il sidro. Bouwsma intendeva qui vincolare l’espressività<br />

<strong>musicale</strong> alle qualità strutturali della musica per fuggire all’idea che essa potesse assu-<br />

mere un mero valore sintomatico. Si tratta di una spiegazione dell’espressività <strong>musicale</strong><br />

rispetto alla quale però Kivy si trova d’accordo sino a metà strada, e cioè fino a quando<br />

l’<strong>emozione</strong> viene collocata nella musica come sua qualità piuttosto che in noi in quanto<br />

da essa causata, ma che non è più valida nei modi in cui questa possibilità viene descritta.<br />

C’è poi chi, come Roger Scruton 61 , individua la possibilità di dare una descrizione<br />

dell’espressività <strong>musicale</strong> come qualità terziaria. L’<strong>emozione</strong>, infatti, sostiene<br />

Scruton, non può appartenere alla musica né come sua qualità primaria, cioè una proprietà<br />

fisica di un oggetto, né come sua qualità secondaria, poiché in tal caso qualunque<br />

creatura dotata di capacità percettiva potrebbe riconoscerla; capacità che sappiamo appartiene<br />

tanto agli animali umani quanto a quelli non-umani. Questi ultimi però possono<br />

avere la percezione dei colori, ma non quella di un’<strong>emozione</strong>, qualunque essa sia,<br />

dal momento che l’<strong>emozione</strong> non implica solo il coinvolgimento della nostra capacità<br />

sensoriale, ma anche il concorso di intelletto e immaginazione. In questo Scruton rivela<br />

la sua ascendenza kantiana poiché il sostegno scelto a convalida di questa sua teoria è<br />

quello che ricava direttamente dalla teoria kantiana del libero gioco delle facoltà. In<br />

59<br />

P. Kivy, Filosofia della musica. Un’introduzione, cit., pp. 108-109.<br />

60<br />

O. K. Bouwsma, “The Expression Theory of Art”, in Id., Philosophical Essays, Lincoln, University of<br />

Nebraska Press, 1969, p. 49.<br />

61<br />

R. Scruton, The Aesthetics of Music, Oxford University Press, New York, 1997.<br />

44

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!