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Aboliamo il Pil - Valori

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| finanzaetica | prestiti uno a uno |<br />

Social Lending:<br />

la nuova frontiera<br />

della finanza<br />

etica?<br />

Una persona che presta denaro a un’altra, senza conoscerla. Niente banche nè società finanziarie, solo un sito internet,<br />

dove prestatori e richiedenti si incontrano virtualmente. Una versione democratica della finanza, più vantaggiosa<br />

e trasparente, arrivata da poco anche in Italia. Ed è già nata una community nella f<strong>il</strong>osofia del web 2.0 e della solidarietà.<br />

SI CHIAMANO ZOPA E BOOBER e dallo scorso novembre sono<br />

sbarcati in Italia. Sulla scorta di esperienze statunitensi e<br />

inglesi (ma adesso anche in Olanda e Germania), le piattaforme<br />

telematiche di prestito “senza<br />

di Jason Nardi banche” e P2P (da pari a pari o da privato<br />

a privato) stanno avendo un grande successo.<br />

Merito della formula che riprende alcuni aspetti della solidarietà<br />

delle Friendly Society inglesi del ‘700 e delle Società di Mutuo Soccorso<br />

italiane di due secoli fa, insieme alla trasparenza, al rischio distribuito<br />

e a vantaggi, apparentemente, per tutti, creditori e prestatori.<br />

Con la differenza che oggi c’è Internet e la “community” è virtuale. E<br />

che questo fenomeno abbraccia in pieno la f<strong>il</strong>osofia del web 2.0.<br />

Se infatti <strong>il</strong> sentirsi parte di una comunità più ampia, pur non conoscendo<br />

di persona gli altri “membri”, ha decretato <strong>il</strong> successo di molti<br />

siti dell’ultima generazione, da Myspace a Facebook, e dello scambio<br />

alla pari di f<strong>il</strong>e e informazioni con i circuiti P2P, lo stesso sta avvenendo<br />

con <strong>il</strong> microcredito peer-to-peer, sia quello di portali come Kiva.org<br />

o Microplace.com (quest’ultimo promosso da Ebay), rivolte a finanziare<br />

direttamente persone e piccoli progetti nei paesi del “Sud”, sia<br />

quello di Zopa, finalizzato ad aiutare a pagare <strong>il</strong> mutuo o i debiti delle<br />

carte di credito nel “Nord”.<br />

Un nuovo mercato finanziario<br />

Gli italiani, fino a poco tempo fa, erano considerati un popolo di risparmiatori,<br />

con le famiglie che mettevano da parte <strong>il</strong> necessario per<br />

garantire un futuro ai figli. Poi è arrivata la sbornia del credito al consumo<br />

degli anni 80 e 90 e l’insicurezza del lavoro precario, i cui effetti<br />

sono oggi più che mai vivi. Le nuove generazioni si ritrovano in debito<br />

costante, riuscendo a malapena “ad arrivare a fine mese”, spesso vivendo<br />

al di sopra delle proprie possib<strong>il</strong>ità ed erodendo i risparmi di famiglia.<br />

Ed è proprio qui che si inserisce <strong>il</strong> social lending, dove sono<br />

l’interazione sociale e l’identificazione in valori sim<strong>il</strong>i che rappresentano<br />

la garanzia per un’operazione di prestito diretta, più vantaggiosa e<br />

trasparente rispetto a quanto offre <strong>il</strong> tradizionale sistema finanziario.<br />

| 38 | valori | ANNO 8 N.56 | FEBBRAIO 2008 |<br />

Il “prestito P2P” è una modalità attraverso cui prestatori e richiedenti<br />

possono incontrarsi senza gli intermediari tradizionali come le<br />

banche o le società finanziarie. I prestiti sono alla fine erogati da individui<br />

o gruppi di individui, con una distribuzione equa del rischio. Le<br />

transazioni avvengono solitamente attraverso un processo sim<strong>il</strong>e a<br />

un’asta, dove i prestatori che offrono l’interesse più basso o <strong>il</strong> tempo<br />

più lungo “vincono” <strong>il</strong> prestito del richiedente.<br />

Zona di Possib<strong>il</strong>e Accordo<br />

Tra le piattaforme più interessanti e innovative c’è senz’altro Zopa, che<br />

sta per Zona di Possib<strong>il</strong>e Accordo. È nata nel Regno Unito nel marzo<br />

2005, dalla volontà di tre manager della banca online Egg e dagli stessi<br />

investitori di eBay e Skype. In due anni ha raggiunto un numero di iscritti<br />

pari a 175m<strong>il</strong>a. Sul sito americano – Zopa è stata lanciata per ultima<br />

negli USA lo scorso dicembre – si legge: «Stiamo coniando un nuovo termine<br />

per descrivere cosa facciamo: si chiama finanza sociale. Significa<br />

che vogliamo migliorare gli strumenti dei servizi finanziari e<br />

d’investimento, dei prestiti e mutui, permettendo alle persone di ut<strong>il</strong>izzarli<br />

direttamente per aiutarsi e aiutare altre persone allo stesso tempo».<br />

La differenza con <strong>il</strong> sistema bancario è evidente, spiegano gli zopiani.<br />

Anche le banche “condividono” danaro: i tuoi risparmi entrano<br />

in banca, loro li “condividono” con altre persone, che richiedono<br />

prestiti. A te danno <strong>il</strong> 2% e agli altri chiedono <strong>il</strong> 18%. E non è molto<br />

trasparente, perché non sai e non ti dicono dove mettono i soldi e con<br />

chi li stai “condividendo” tu. «Con Zopa», dicono dalla società, «tutto<br />

questo cambierà: facciamo incontrare direttamente la gente online in<br />

modo che possano condividere in maniera semplice e sicura i soldi e<br />

con un sistema che è allo stesso tempo divertente e che ha senso». Rispetto<br />

alle banche online, che si sono affermate negli ultimi anni, la<br />

differenza è che nel primo caso si usufruisce semplicemente di un servizio<br />

attraverso internet, con maggiore flessib<strong>il</strong>ità rispetto agli sportelli<br />

tradizionali; nel secondo caso è <strong>il</strong> servizio che è reso possib<strong>il</strong>e grazie<br />

all’interazione che si genera su Internet da una comunità virtuale motivata<br />

che si crea tra “richiedenti” e “prestatori”.<br />

IL CREDITO P2P NEL MONDO<br />

PROSPER.COM è stato <strong>il</strong> primo sito di social lending negli Stati Uniti. La prima cosa che si nota aprendolo<br />

è una galleria fotografica, con i volti dei richiedenti e spesso delle loro famiglie, perché e quanto hanno chiesto<br />

in prestito, quanto finora hanno restituito e a che tasso d’interesse. Entrando in una qualsiasi scheda, si accede<br />

alla vita economica e finanziaria della persona, con dettagli spesso molto precisi. Buona parte delle persone<br />

vuole ripagare i debiti contratti con le carte di credito. Oppure pagarsi l’università o le spese mediche.<br />

La privacy, qui, sembra un concetto inesistente, se non fosse che dopo l’estinzione del debito, la scheda viene<br />

chiusa alla visione del pubblico. Ma rimane <strong>il</strong> giudizio di affidab<strong>il</strong>ità.<br />

UN ALTRO PORTALE È LENDINGCLUB.COM, certamente più discreto. Come Prosper, anche Lendingclub funziona<br />

con i giudizi di affidab<strong>il</strong>ità. Un utente molto affidab<strong>il</strong>e di classe A1 può ottenere prestiti con un interesse<br />

del 7,12%. Uno di classe G1 può arrivare al massimo ad un tasso del 17,86. Lo slogan – dal video sul sito, dove<br />

è presente anche una mappa degli stati uniti con tutti i membri geolocalizzati – è “c’è gente la fuori come te<br />

e pronta a investire su di te”. Tra gli ultimi apparsi c’è Globefunder.com, che oltre a coprire gli Usa sta puntando<br />

anche sull’India e ha una rete di soci in molti altri paesi. A differenza degli altri, accetta anche investitori<br />

istituzionali purché tengano bassi i tassi d’interesse.<br />

Lo sbarco in Italia<br />

Con un modello a franchising, Zopa ha aperto in Italia lo scorso novembre<br />

a invito e dal 16 gennaio è “aperto al pubblico”. La società ha<br />

sede a M<strong>il</strong>ano e si presenta così: "Zopa rappresenta l’ambito di possib<strong>il</strong>ità<br />

nel quale l’accordo tra due parti è effettivamente raggiungib<strong>il</strong>e in<br />

una negoziazione. Tale zona è compresa tra <strong>il</strong> minimo che una persona<br />

accetta in cambio di qualcosa ed <strong>il</strong> massimo che un’altra persona è<br />

disposta a dare in cambio".<br />

Finanza etica 2.0<br />

Di fatto <strong>il</strong> modello di Zopa è basato su un’idea sociale e che potremmo<br />

«Nlanciato<br />

tra richiedente e prestatore», racconta Carlo Vi-<br />

di Jason Nardi<br />

| finanzaetica |<br />

definire, per molti versi, “etica”. L’attrazione dei prestatori è data infatti<br />

anche dal desiderio di prestare soldi ad altre persone con finalità altruistiche.<br />

Rimuovendo gli intermediari, si offre infatti la possib<strong>il</strong>ità di<br />

un accordo più equo per chi richiede <strong>il</strong> prestito e un miglior tasso di ritorno<br />

ai prestatori, favorendo la partecipazione e una forma di scambio<br />

più autentica e trasparente, dove i membri si sentono responsab<strong>il</strong>i<br />

a livello personale e credono che i propri risparmi vadano ad aiutare<br />

persone reali e riconoscib<strong>il</strong>i in modi specifici. Se le premesse saranno<br />

confermate, non sarà solo <strong>il</strong> sistema bancario tradizionale a dover fare<br />

i conti con i nuovi arrivati, ma anche la finanza etica dovrà prendere<br />

seriamente in considerazione gli scenari presenti e futuri. .<br />

Prestare per gli interessi<br />

e per essere ut<strong>il</strong>i<br />

Carlo Vitali, marketing manager di Zopa, ha raccontato a <strong>Valori</strong> com’è cominciata l’avventura italiana del prestito P2P.<br />

EL 2006 IL NUCLEO INIZIALE DEGLI INVESTITORI ha conosciuto<br />

gli ideatori di Zopa. Un modello, rispetto ad altri, ben bi-<br />

tali, manager con più di vent’anni di esperienza in Olivetti<br />

a livello internazionale.<br />

La Banca d’Italia come ha reagito?<br />

Non abbiamo incontrato grande velocità di risposta ma<br />

neanche ostacoli. Pur avendo fatto richiesta a fine 2006 e<br />

nel periodo del cambio di governatore, dopo alcuni mesi<br />

la Banca d’Italia ha dato la sua opinione favorevole. Siamo<br />

operatori finanziari registrati all’UIC, con tutti gli obblighi<br />

delle norme antiriciclaggio. Anche se i rischi in questo caso<br />

sono bassi. I correntisti, infatti, usano i propri conti.<br />

POSTATO DA MARIANNA ALLE 4:51PM<br />

Mi presento, sono Marianna e molti<br />

Zopiani mi conosco perchè faccio<br />

parte del Customer Care e dialogo<br />

con loro quasi quotidianamente.<br />

Ho l’onore di inaugurare una sezione<br />

del blog non strettamente legata<br />

all’attività di Zopa ma che racconta<br />

chi siamo e le nostre esperienze. [...]<br />

Sono qui per dirvi che per una<br />

settimana non potrò curarmi di voi:<br />

sono in partenza per l’Africa per<br />

visitare i progetti di Amref (ho fatto<br />

un master sulle aziende non profit<br />

e sono molto legata a questi temi). [...]<br />

FRASI<br />

Se Zopa fosse:<br />

Un’energia, sarebbe rinnovab<strong>il</strong>e.<br />

Un modo di comunicare,<br />

sarebbe Skype.<br />

Un mezzo di trasporto,<br />

sarebbe <strong>il</strong> car sharing.<br />

Vi definireste un’organizzazione che fa finanza<br />

etica?<br />

Siamo una SpA (siamo obbligati ad esserlo per legge),<br />

quindi non siamo un’associazione nonprofit. Certo, fac<strong>il</strong>itare<br />

lo scambio tra persone ha sicuramente una valenza<br />

etica. Il valore principale è la comunità. Molti sono<br />

disposti a dare prestiti senza ambizioni di speculazione,<br />

ma per <strong>il</strong> piacere di essere ut<strong>il</strong>i. Esistono organizzazioni<br />

con un dna sim<strong>il</strong>e al nostro, come Kiva.org, una piattaforma<br />

di microcredito “peer-to-peer” che finanzia progetti<br />

in tutto <strong>il</strong> mondo. Alcuni di noi hanno ut<strong>il</strong>izzato<br />

Kiva per un anno, con risultati incredib<strong>il</strong>i: i prestiti ritornano,<br />

con un tasso d’insolvenza quasi nullo. Da dicembre,<br />

per chiunque si iscriva alla newsletter, diamo<br />

| ANNO 8 N.56 | FEBBRAIO 2008 | valori | 39 |

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