<strong>29</strong> <strong>DH</strong> <strong>PRATICA</strong> (1-<strong>51</strong>).<strong>qxp</strong> 19/06/2008 19.59 Pagina 8 8 ■ LA VIA DELLA <strong>PRATICA</strong> ■ TUCCHO POTHILA: il VENERABILE “DOTTRINA VUOTA” del venerabile Ajahn Chah, tratto da Il Dhamma vivo, su gentile concessione dell’Editore Ubaldini.
<strong>29</strong> <strong>DH</strong> <strong>PRATICA</strong> (1-<strong>51</strong>).<strong>qxp</strong> 19/06/2008 19.59 Pagina 9 Se ci limitiamo a recitare i precetti senza riflettere sul loro significato sarà difficile fare progressi, e facilmente perderemo di vista il vero spirito della pratica, l’autentico sostegno al Buddhismo. Ci sono due modi per sostenere il Buddhismo. Il primo, chiamato åmisapu – jå, è il sostegno materiale attraverso offerte di cibo, abiti, riparo e medicine. Si tratta in altre parole di contribuire alla sussistenza del Sangha monastico, di assicurare ai monaci e alle monache quel minimo di benessere che renda possibile la pratica del Dhamma. È un modo per incoraggiare l’applicazione concreta dell’insegnamento del Buddha, da cui dipendono le sorti della religione buddhista. Il Buddhismo può essere paragonato a un albero, che ha radici, un tronco, rami, ramoscelli e foglie. Il tronco, i rami e ogni singola foglia ricevono nutrimenti dalle radici, che lo assorbono dalla terra e lo distribuiscono alle varie parti della pianta. Come la vita dell’albero dipende dalle radici, così pure le nostre azioni e le nostre parole dipendono dalla mente, la ‘radice’ che assorbe il nutrimento e lo distribuisce al ‘tronco’, ai ‘rami’ e alle ‘foglie’ affinché producano i ‘frutti’ nella forma di parole e di azioni. In qualunque stato si trovi, virtuoso e non virtuoso, la mente manifesta la qualità predominante attraverso le azioni e le parole. Ciò significa che la forma di sostegno più importante consiste nel mettere in pratica l’insegnamento. Ad esempio, nella cerimonia della presa dei precetti l’insegnante elenca i comportamenti dannosi da cui ci si impegna ad astenersi. Se però ci limitiamo a recitare i precetti senza riflettere sul loro significato sarà difficile fare progressi, e perderemo di vista il vero spirito della pratica. Quindi il vero sostegno al Buddhismo consiste nell’’offerta’ della pratica (patipattipu – jå), nella coltivazione della retta moralità, concentrazione e saggezza. Allora si capisce cos’è il Buddhismo. Se la comprensione non passa attraverso la pratica si resta ignoranti, anche se si conosce a menadito il Tipitaka. ✍ Ajahn Chah, monaco thailandese della tradizione della foresta, nacque nel 1917. A vent’anni entrò stabilmente nella comunità monastica e per molti anni viaggiò come asceta itinerante traversando tutto il paese. Si stabilì poi vicino al suo villaggio natale nel tempio Wat Pa Pong dove radunò una comunità monastica. Nel 1976 in Inghilterra fondò un monastero a cui seguirono altri in Svizzera, Australia, Nuova Zelanda ed Italia (Santacittarama) sotto la guida del suo discepolo Ajhan Sumedho. Colpito da paralisi nel 1980, morì nel 1992. 9