ANNO XLVI - N. 3 - Istituto del Nastro Azzurro
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IL NASTRO AZZURRO<br />
IL PIÙ GIOVANE “FUCILATO” D’ITALIA<br />
Roberto di Ferro è una <strong>del</strong>le più giovani Medaglie<br />
d’Oro al Valor Militare <strong>del</strong>la lotta di Liberazione.<br />
Nato a Malvicino in Provincia di Alessandria il 7 giugno<br />
<strong>del</strong> 1930, è stato fucilato dai nazi-fascisti a Pieve di<br />
Teco (Imperia) il 28 marzo 1945: a Roberto mancavano tre<br />
mesi per compiere quindici anni.<br />
Nel 1943 la famiglia si era trasferita ad Albenga dove<br />
Roberto aveva completato l’obbligo scolastico ed aveva iniziato<br />
a cercare lavoro. Ad Albenga, dopo l’8 settembre<br />
1943, aveva conosciuto il movimento di resistenza e vi<br />
aveva aderito con l’incarico di staffetta. Poi, nell’estate <strong>del</strong><br />
1944, era entrato a far parte di una formazione partigiana<br />
<strong>del</strong>l’entroterra savonese, come combattente ed aveva assunto<br />
lo pseudonimo di “Balletta” che in dialetto locale vuoi<br />
dire “pallina”, in considerazione <strong>del</strong>la sua giovane età e<br />
<strong>del</strong>la vivacità atletica <strong>del</strong> suo comportamento.<br />
Malgrado i ripetuti richiami dei genitori, che lo avrebbe-<br />
ro voluto con loro e da loro protetto, restò con i suoi amici,<br />
manifestando la ferma volontà di opporsi all’invasore e la<br />
speranza di un avvenire di giustizia e libertà. Con questo<br />
animo partecipò a diversi scontri a fuoco.<br />
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE<br />
“Primo fra i primi nelle più audaci e rischiose imprese, ardente di fede ed animato dal più<br />
puro entusiasmo, appena quattordicenne partecipava alla dura lotta partigiana,<br />
emergendo in numerosi fatti d’arme per slancio leonino e per supremo sprezzo <strong>del</strong> pericolo.<br />
Dopo strenuo combattimento contro preponderanti forze nazifasciste, in cui ancora una<br />
volta rifulse il suo indomito valore, esaurite le munizioni, veniva catturato e condotto<br />
dinanzi ad un giudice tedesco. Benché schiaffeggiato e minacciato di terribili torture, si<br />
manteneva fiero e sereno non paventando le barbare atrocità <strong>del</strong>l’oppressore. Le sue labbra<br />
serrate in un tenace e sprezzante silenzio, nulla rivelarono che potesse nuocere ai compagni<br />
di fede ed alla causa tanto amata. Condannato a morte rispondeva: «Uccidetemi, i miei<br />
compagni mi vendicheranno ». La brutale rabbia nemica stroncava la sua giovane<br />
esistenza interamente dedicata alla liberazione <strong>del</strong>la Patria. Magnifico esempio di valore e<br />
di giovanile virtù.<br />
Pieve di Teco, 28 marzo 1945”.<br />
Nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1945, Roberto e altri<br />
dieci partigiani vennero attaccati da preponderanti forze<br />
nazi-fasciste e, dopo forte resistenza, finite le munizioni,<br />
furono catturati.<br />
Dieci di loro furono immediatamente trucidati. Roberto<br />
fu risparmiato nella speranza che rivelasse posizioni ed<br />
entità <strong>del</strong>la sua formazione e condotto nel Municipio di<br />
Pieve di Teco. Qui, per tre giorni, fu sottoposto ad interrogatori<br />
e torture ma non parlò. Vista inutile ogni violenza, fu<br />
trascinato sulla riva di un torrente e nelle prime ore <strong>del</strong> 28<br />
marzo 1945 (a meno di un mese dalla fine <strong>del</strong> secondo conflitto<br />
mondiale) fu fucilato.<br />
A Roberto Di Ferro è stata concessa la M.O.V.M. alla<br />
memoria.<br />
Dal 25 aprile 1959 riposa, con altri cinquantanove partigiani,<br />
nel Campo <strong>del</strong>la Gloria <strong>del</strong> Cimitero di Albenga.<br />
In Alessandria - su proposta <strong>del</strong>la Federazione<br />
Provinciale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> - il 10 febbraio 2007, nel<br />
62° Anniversario <strong>del</strong> suo sacrificio, gli è stata dedicata una<br />
via <strong>del</strong>la città.<br />
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