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Zio Sam lascia o raddoppia?

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6<br />

Loro ci sono già passati<br />

da tempo. Mentre<br />

Vicenza si divide tra<br />

fronte del sì e fronte<br />

del no al nuovo Dal<br />

Molin, ci sono realtà in<br />

cui il raddoppio della<br />

presenza americana è già un dato di<br />

fatto. Accettato senza troppi problemi<br />

dalla popolazione, nonostante inconvenienti<br />

e disagi non siano mancati, e<br />

nonostante il ritorno economico non<br />

sia stato esattamente quello che ci si<br />

aspettava.<br />

È il caso di Aviano, piccolo centro della<br />

pedemontana friulana a pochi chilometri<br />

dalle bellezze naturalistiche delle<br />

Alpi Carniche, noto ai più soprattutto<br />

per essere la sede di una delle più<br />

importanti basi aeronautiche statunitensi<br />

in territorio europeo. Ma le cose<br />

non sono sempre state così.<br />

Fino alla fine degli anni '80 la base di<br />

Aviano era solo una delle tante caserme<br />

a stelle e strisce in una terra di con-<br />

800. Sono i milioni di<br />

euro corrispondenti<br />

all'ammontare dell'investimento<br />

previsto dagli<br />

Americani per la costruzione<br />

della nuova base<br />

nell'aereoporto vicentino.<br />

Una cifra resa nota l'anno scorso dall'ex<br />

ambasciatore statunitense in Italia Mel<br />

Sembler. Molti di più dei 177 milioni - dato<br />

Usa - che frutta ogni anno all'economia<br />

vicentina la Ederle (secondo l'assessore<br />

Cicero sarebbero addirittura 220).<br />

Secondo le informazione fatte trapelare<br />

dal comando americano mediante un ex<br />

dipendente Setaf (ed ex segretario nazionale<br />

Cisl dei dipendenti Nato), Mirko<br />

Paccagnella, gli 800 milioni andrebbero<br />

ad aggiungersi ai 130 per un nuovo villaggio<br />

residenziale a Quinto Vicentino e ai 132<br />

per nuovi servizi (ospedale, albergo, etc)<br />

all'interno della Ederle. Un dato contestato<br />

dai comitati per il No, che includono<br />

queste spese nel conteggio degli 800<br />

milioni.<br />

Indotto. Secondo una nostra inchiesta<br />

(10/6/2006), a beneficiare delle ricadute<br />

economiche di un ampliamento della presenza<br />

americana sarebbero soprattutto le<br />

imprese di costruzioni, che si accaparre-<br />

fine come il Friuli Venezia Giulia, collocato<br />

a ridosso della Cortina di Ferro.<br />

Una base come tante, che non aveva<br />

mai dato problemi e che, anzi, aveva<br />

sempre contribuito a dare lavoro alla<br />

gente del posto. La situazione cambiò<br />

in modo radicale a partire dagli anni<br />

'90, quando Aviano fu scelta come<br />

rebbero subappalti milionari. In secondo<br />

luogo, sarebbe l'Aim a sfregarsi le mani per<br />

un altro contratto di forniture, che attualmente<br />

per la Ederle vale 5 milioni di euro<br />

l'anno. Da un punto di vista dei consumi<br />

commerciali, invece, le conseguenze<br />

sarebbero nulle: le famiglie americane<br />

fanno acquisti e in generale spendono<br />

esclusivamente per prodotti americani<br />

all'interno della base. Ciò a significare un'inesistente<br />

integrazione col vissuto economico<br />

e sociale vicentino.<br />

7,5. Sui milioni di euro che a tutt'oggi<br />

vanno nelle tasche dei proprietari di<br />

immobili vicentini che affittano agli americani<br />

non c'è accordo sulle cifre: secondo<br />

l'esercito Usa l'importo sarebbe di 24<br />

milioni, secondo una fonte interna alla<br />

INCHIESTA 23 SETTEMBRE 2006<br />

Dopo l'ampliamento degli anni '90, in Friuli c'è una delle più grandi basi Usa d'Europa. La convivenza<br />

funziona, ma l'economia non decolla<br />

Qui Aviano: i militari <strong>raddoppia</strong>no, l'indotto no<br />

DI LUCA MATTEAZZI<br />

Vita di tutto i giorni alla base Usa<br />

di Aviano<br />

base per i caccia F16 che da lì<br />

decollavano per le azioni di guerra<br />

nei territori della ex<br />

Jugoslavia. Poco dopo partì<br />

anche un progetto di ampliamento<br />

e ammodernamento<br />

denominato "Aviano 2000", che<br />

ha aggiunto alla base un terreno<br />

di 250 ettari in cui sono state<br />

realizzate infrastrutture varie<br />

(un asilo, un centro commerciale,<br />

una piscina) e nuove abitazioni.<br />

Il risultato è un paese nel<br />

paese: una base in cui vivono,<br />

secondo fonti pacifiste, tra le 8 e<br />

le 9 mila persone, tra soldati e<br />

familiari (e in cui sono custodite,<br />

sempre secondo fonti ufficiose,<br />

una cinquantina di testate<br />

nucleari), all'interno di un<br />

comune che conta circa 8 mila abitanti.<br />

Ma la convivenza non sembra creare<br />

grossi problemi.<br />

"Aviano è un paese tranquillo - fa sapere<br />

il sindaco del comune friulano<br />

Riccardo Berto -. Con gli americani si<br />

vive e si vive bene, anche se l'integrazione<br />

tra le due comunità non è più<br />

Ederle da noi sentita a giugno la<br />

cifra si aggirerebbe sui 7 milioni e<br />

mezzo.<br />

744. Sono i dipendenti vicentini del<br />

Camp Ederle, riunitisi in comitato<br />

per propagandare le ragioni del Sì al<br />

raddoppio della presenza americana<br />

a Vicenza. Temono di perdere il<br />

posto, ma secondo i sostenitori del<br />

No (che contestano che oltre ai 744<br />

'interni' ce ne siano altri 2 mila di<br />

'esterni' dell'indotto) gli Americani<br />

non hanno mai ventilato l'ipotesi di<br />

<strong>lascia</strong>re il capoluogo berico.<br />

2 mila. Sono i soldati che troverebbero<br />

posto nella nuova base, che avrebbe<br />

una superficie di quasi 75 mila metri quadrati<br />

e comprenderebbe 616 appartamenti,<br />

58 suite residenziali, una mensa, un<br />

centro commerciale, due fast food, un<br />

ristorante, un bar, un servizio di lavanderia,<br />

un centro fitness, un distributore di<br />

benzina, un'autorimessa di sei piani, uffici<br />

e quartieri generali.<br />

Impatto. Il Coordinamento dei comitati<br />

per il No, oltre a forze politiche come<br />

Verdi, Ds, Comunisti Italiani e la Lif, battono<br />

molto sul problema dell'impatto urbanistico<br />

che avrà l'insediamento: sulla viabilità,<br />

sull'inquinamento atmosferico e<br />

acustico, sulla concentrazione edilizia che<br />

si affiancherebbe a quella prevista dal<br />

pp10 Laghetto. Una 'colata di cemento' che<br />

forte come in passato". E sono gli stessi<br />

oppositori della presenza americana<br />

ad Aviano a riconoscere che sì, in<br />

fondo solo una minoranza la pensa<br />

come loro. "Il fatto è che ad Aviano la<br />

base c'è da 50 anni, e non ha mai dato<br />

problemi -spiega Tiziano Tissino, dei<br />

Beati Costruttori di Pace, da tempo in<br />

prima linea sul fronte della contestazione<br />

pacifica -. Probabilmente se<br />

chiedessero adesso agli abitanti se<br />

sono favorevoli ad una base con cinquanta<br />

testate nucleari tutti direbbero<br />

di no, ma ormai ci si è abituati.<br />

E forse c'è anche un po' di rassegnazione:<br />

c'è la sensazione che tanto non ci si<br />

può fare niente, e quindi si cerca almeno<br />

di mantenere buoni rapporti".<br />

Qualche problema, comunque c'è<br />

stato, soprattutto dopo l'arrivo degli<br />

F16 e l'ampliamento della fine degli<br />

anni '90. E non tanto per le ripercussioni<br />

a livello ambientale, che pure non<br />

sono mancate - basti pensare al rumore<br />

e alle vibrazioni provocati dai jet, o<br />

al carburante scaricato in volo per evitare<br />

il rischio di incendi in fase di atterraggio<br />

- quanto per le ricadute econo-<br />

Sulla vicenda della nuova base militare americana le cifre e i dati a disposizione divergono<br />

Eccoli, nel tentativo di fare chiarezza<br />

DI ALESSIO MANNINO<br />

prima che scoppiasse il caso nel<br />

maggio/giugno di quest'anno si vociferava<br />

avrebbe dovuto abbattersi nell'area antistante<br />

il carcere San Pio X e l'attuale caserma<br />

americana. Forza Italia nella persona<br />

dell'avvocato Maurizio Borra: utilizzare<br />

l'area di proprietà Ipab (presidente un<br />

altro forzista, Gerardo Meridio) fra San<br />

Pietro Intrigogna e il casello di Vicenza<br />

Est.<br />

Servitù. Le servitù militari, cioè quei luoghi<br />

che in Italia sono soggetti alla giurisdizione<br />

militare straniera (e contro cui anche<br />

a Vicenza è sorto un Osservatorio composto<br />

da varie associazioni e partiti di sinistra),<br />

hanno un costo: lo Stato italiano,<br />

cioè tutti noi contribuenti, rimborsa ogni<br />

anno all'esercito americano - che dispone<br />

di 11 grosse basi per un totale di 113 installazioni<br />

su territorio italiano - il 37% delle<br />

spese di mantenimento. Soprattutto attraverso<br />

sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite<br />

di vario tipo. L'ultimo pagamento<br />

conosciuto risale al 2002: 326 milioni di<br />

dollari.<br />

Parisi. L'8 settembre il governo finalmente<br />

batte un colpo dopo le striminzite<br />

dichiarazioni di Prodi ri<strong>lascia</strong>te alla<br />

Camera il 26 luglio ("intendiamo riconsiderare<br />

il progetto"): il ministro della Difesa<br />

Arturo Parisi invia una lettera al sindaco<br />

Enrico Hüllweck chiedendogli di fornire<br />

un parere tecnico sul progetto 'Dal Molin<br />

miche causate dalla nuova super-base.<br />

Paradossalmente, infatti, il progetto<br />

"Aviano 2000" ha aumentato la presenza<br />

americana in zona ma ha ridotto<br />

l'indotto. I soldati americani che prima<br />

affittavano camere e appartamenti in<br />

una raggio di cinquanta chilometri<br />

dalla base, pranzavano, cenavano e<br />

facevano acquisti fuori nei paesi limitrofi,<br />

adesso trovano tutto all'interno.<br />

"Hanno spostato tutto dentro la base, e<br />

le lamentele di chi prima lavorava con<br />

gli americani e adesso lavora di meno<br />

sono una questione quotidiana - riconosce<br />

il sindaco del paese friulano -.<br />

C'è da dire, d'altro canto, che la base dà<br />

lavoro a 1500 persone, e quindi anche<br />

questo aspetto va considerato. La presenza<br />

di una base porta sempre aspetti<br />

negativi e positivi: il punto è trovare<br />

un punto di equilibrio, e fare in modo<br />

che chi ospita un centro come quello di<br />

Aviano, e ne sopporta i disagi, abbia<br />

anche un ritorno. E in questo caso le<br />

cose potevano essere fatte meglio, con<br />

più attenzione per il territorio, ma questo<br />

era compito degli accordi tra i<br />

governi nazionali".<br />

Dal Molin agli Usa, una vera guerra. Delle informazioni<br />

Proteste contro i militari<br />

americani nel Veneto<br />

americano'. Il sindaco risponde con<br />

un'altra lettera in cui chiede delucidazioni<br />

in merito al progetto stesso; altrimenti<br />

esprimersi, sostiene, è impossibile.<br />

Risposta del ministero tramite il capo di<br />

gabinetto, generale Biagio Abrate: "fate<br />

una lista delle opere che servono per l'impatto<br />

della nuova base e dei loro relativi<br />

oneri economici".<br />

Hüllweck. L'amministrazione cittadina<br />

di Vicenza si è sempre rifiutata di dare<br />

un'opinione sulla nuova base americana:<br />

"Non c'è chiarezza su quale sia il progetto,<br />

non abbiamo dati certi" ha sempre detto il<br />

sindaco Hüllweck. L'assessore alla mobilità<br />

Claudio Cicero, (a cui gli americani<br />

dovrebbero 'regalare' 40 milioni di euro<br />

per la viabilità), il 25 maggio aveva però<br />

illustrato il progetto nei contorni che erano<br />

stati resi noti al Comune dagli Americani<br />

stessi. Da sottolineare, inoltre, che la maggioranza,<br />

Forza Italia e Lega Nord in testa,<br />

sono esplicitamente favorevoli; e negli<br />

anni passati, prima che scoppiasse il polverone,<br />

il 'sì' era dato per scontato. Nelle<br />

ultime settimane il sindaco dichiara che<br />

secondo lui la maggioranza dei vicentini è<br />

"contraria", tuttavia aspetta che sia il<br />

governo a fare la prima mossa. L’ultima<br />

notizia è di pochi giorni fa: l’ambasciatore<br />

Usa Ronald Spogli ha fatto sapere la sua<br />

opinione (non ufficiale): “o raddoppio o<br />

via da Vicenza”.

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