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PDF, 1.739 KB - La Privata Repubblica

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generale presso la corte di appello di Roma, ancora attuale in relazione al<br />

cosiddetto memoriale Moro, trovato nel covo delle brigate rosse scoperto a<br />

Milano nel settembre 1978 in via Montenevoso, contenente analisi e<br />

conclusioni sul ruolo di Giulio Andreotti in relazione al c.d. Golpe De<br />

Lorenzo e al golpe Borghese, e in genere al rapporto tra Giulio Andreotti e i<br />

servizi segreti che ricalcano fedelmente le conclusioni espresse da Carmine<br />

Pecorelli negli articoli “Chi ha smantellato i servizi segreti”, pubblicato su<br />

OP del 28/3/1978, durante il sequestro dell’on. Aldo Moro, e “Il memoriale<br />

questo è vero e questo è falso”, pubblicato prima che gli organi istituzionali<br />

provvedessero a rendere pubblico il memoriale Moro 1978.<br />

Segno questo che Carmine Pecorelli era in grado di arrivare a fonti<br />

diverse da quelle ufficiali per conoscere notizie sul sequestro di Aldo Moro<br />

senza che ciò significasse che fosse in possesso di copia del memoriale.<br />

Quanto appena detto, e cioè che Pecorelli poteva attingere a notizie<br />

riservate sul contenuto degli scritti di Moro rendeva, secondo la corte di<br />

primo grado, il c.d. Golpe Borghese un valido movente per l’uccisione del<br />

giornalista Carmine Pecorelli.<br />

IL CASO ITALCASSE<br />

In tale denominazione sono comprese diverse vicende aventi come<br />

comune denominatore l’ingerenza dei partiti politici nella gestione del<br />

credito da parte delle banche pubbliche ed i suoi riflessi nel finanziamento di<br />

detti partiti.<br />

Il fulcro centrale è, senza alcun dubbio, la gestione dell’Italcasse, istituto<br />

centrale delle casse di risparmio italiane, che in quel momento era al centro<br />

di inchieste amministrative e per il quale erano in corso inchieste della<br />

magistratura, che venivano comunemente definite “lo scandalo dei fondi<br />

neri” e “lo scandalo dei fondi bianchi”, intendendo con il primo termine la<br />

vicenda connessa al finanziamento illecito dei partiti, con operazioni “in<br />

nero” nella contabilità dell’istituto, e con il secondo termine la vicenda<br />

connessa alla concessione, in violazione di norme di legge e di regolamento,<br />

del credito a imprese collegate al mondo politico. Dall’ordinanza del G.I. di<br />

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