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Il Cinghiale Corazzato - Comunità Antagonista Padana

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vita Rosini ricevette anche il dono<br />

della preveggenza, tanto che la Domenica<br />

della Palme del 1252 durante<br />

una predica egli predisse persino la sua<br />

morte, modalità ed esecutori compresi,<br />

che avvenne appena due settimane<br />

più tardi, il 6 aprile. Infatti, dopo aver<br />

di nuovo profetizzato la sua fine e il<br />

luogo della sua sepoltura (la basilica<br />

di San Simpliciano), la mattina di quel<br />

girono si mise in cammino, insieme ad<br />

un confratello, per andare da Como a<br />

Milano a giudicare un eretico al tribunale<br />

dell’Inquisizione. Due sicari assoldati<br />

da potenti famiglie patarine, a<br />

conoscenza del tragitto che avrebbero<br />

fatto i due frati, tesero un’imboscata<br />

a Pietro nei boschi presso Barlassina.<br />

Mentre uno dei due però scappava<br />

colto dal panico, l’altro, identificato<br />

in un certo Carino da Balsamo, colpiva<br />

Pietro con due fendenti di falcastro<br />

(un coltellaccio diritto) sulle spalle e<br />

sul cranio e lasciandolo a terra agonizzante,<br />

si lanciava poi contro il confratello,<br />

fra’ Domenico. Pietro, mentre<br />

già la morte stava sopraggiungendo, in<br />

un ultimo momento di lucidità implorò<br />

Dio di perdonare il suo assassino e poi,<br />

intingendo un dito nel proprio sangue,<br />

scrisse per terra la parola “Credo”.<br />

Morì subito dopo aver raccomandato<br />

la propria anima al Padre con le stesse<br />

parole di Gesù sulla Croce: “In manus<br />

Tuas, Domine, commendo spiritum<br />

meum”. Anche fra’ Domenico morì alcuni<br />

giorni dopo a causa delle ferite.<br />

I due assassini vennero presto arrestati,<br />

ma Carino riuscì a fuggire dalla<br />

prigione e, pentito per ciò che aveva<br />

fatto, raggiunse Forlì e ivi chiese e ottenne<br />

di essere ammesso come laico in<br />

un convento di domenicani, per espiare<br />

i propri delitti.<br />

<strong>Il</strong> corpo di Pietro venne portato a Milano<br />

e seppellito con tutti gli onori prima<br />

nella chiesa di San Simpliciano e poi in<br />

quella di Sant’Eustorgio. Appena undici<br />

mesi dopo il suo martirio, Pietro venne<br />

elevato agli onori degli altari da Papa<br />

Innocenzo IV, in seguito alle numerosissime<br />

istanze pervenutegli dal Vescovo<br />

Leone da Perego, dagli aristocratici milanesi<br />

e da moltissimi frati domenicani.<br />

Molti fedeli oggigiorno confondono santità<br />

e bontà (o meglio buonismo), ma<br />

come disse un giorno un mio carissimo<br />

amico della CAP, non bisogna essere<br />

buoni, bisogna essere santi. Come disse<br />

anche Santa Caterina da Siena, nei suoi<br />

“Dialoghi”, a proposito di San Pietro<br />

Martire: “egli odiò l’eresia tanto da esser<br />

pronto a lasciarvi la vita. E mentre<br />

visse, sua cura continua fu quella di<br />

pregare, predicare, disputare con gli<br />

eretici e confessare, annunziando la<br />

verità e propagando la fede senza alcun<br />

timore”.<br />

Per chi vuole diventare santo ecco allora<br />

un fulgido esempio da seguire ed<br />

imitare.<br />

ROBERTO MARCANTE

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