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Il Cinghiale Corazzato - Comunità Antagonista Padana

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stato nei confronti della Chiesa. E’ noto<br />

come infatti Cavour recuperasse in parte<br />

alcune formule teorizzate nell’ambito del<br />

cattolicesimo liberale (come il famoso<br />

“libera Chiesa in libero Stato”), già condannate<br />

dal Pontefice Gregorio XVI, per<br />

volgerle in senso affabulatorio e utilitaristico.<br />

Mentre infatti a parole il governo piemontese<br />

e poi quello italiano sostennero di<br />

voler garantire alla Chiesa tutte le sue<br />

tradizionali libertà, confermando persino<br />

il primo articolo dello statuto albertino<br />

(“La Religione Cattolica Apostolica Romana<br />

è la sola Religione di stato”), in realtà<br />

questi applicarono una politica apertamente<br />

anticattolica fatta di soppressione<br />

di ordini religiosi, incameramento di beni<br />

ecclesiastici e forti limitazioni all’azione<br />

pastorale.<br />

Molti vescovi nominati dalla Santa Sede<br />

non poterono infatti per molto tempo prendere<br />

possesso delle cattedre loro attribuite,<br />

come è il celebre caso dell’arcivescovo<br />

Paolo Angelo Ballerini a Milano, e molti<br />

finirono addirittura in galera per aver<br />

difeso le prerogative della Chiesa, come<br />

l’arcivescovo di Torino Luigi Fransoni nel<br />

1850, internato nel lager di Fenestrelle.<br />

Ad ogni modo risulta assai difficile credere<br />

nella sincerità con cui i risorgimentali<br />

si appellarono alla “libertà” che la<br />

monarchia sabauda avrebbe garantito ai<br />

popoli italiani. Per fare solo un esempio,<br />

nel 1857 le elezioni che avrebbero portato<br />

al Parlamento subalpino una maggioranza<br />

di esponenti dell’ala clericale e<br />

reazionaria vennero cassate d’imperio dal<br />

primo ministro Cavour, per evitare di veder<br />

pregiudicato il suo progetto di “modernizzazione”<br />

della monarchia sabauda e<br />

di ralliament alla politica della Francia e<br />

della Gran Bretagna.<br />

Più velatamente ma altrettanto anticattolico<br />

è il concetto stesso che la storiografia<br />

adotto come nome per l’intero processo<br />

storico, ovvero quello di Risorgimento,<br />

uno dei tanti termini desunti dalla sfera<br />

sacrale per essere adoperato in un contesto<br />

totalmente mondano e secolare.<br />

L’utilizzo della categoria di Risorgimento<br />

presuppone infatti l’adesione ad un tipo<br />

di visione storica altamente ideologizzata<br />

e dedotta dalla storiografia protestante e<br />

illuminista, in particolar modo dall’opera<br />

“Histoire des républiques italiennes du<br />

Moyen Age” (1807) del calvinista ginevrino<br />

Sismonde de Sismondi.<br />

Secondo il Sismondi, una volta conclusasi<br />

la fase della fioritura dei comuni medieva<br />

vali, la storia italiana sarebbe andata incontro<br />

ad un lungo periodo di decadenza<br />

e torpore, sostanzialmente coincidente con<br />

l’epoca delle signorie e quella barocca.<br />

Era però soprattutto quest’ultima a passare<br />

sotto la gogna calvinista dato che<br />

essa aveva visto il predominio delle forze<br />

“oscurantiste” della Controriforma: la<br />

Chiesa Cattolica e la Spagna asburgica.<br />

Anzi, per meglio dire, lo stesso cattolicesimo<br />

avrebbe perso la purezza delle sue<br />

origini per rinchiudersi nella subordinazione<br />

alla tirannia papale e nello “spagnolismo”<br />

del culto, ovvero in una certa affettata<br />

devozione superstiziosa e debordante<br />

ma priva di razionalità e sincerità.<br />

E’ noto come il Manzoni, dopo la lettura<br />

dello scritto del Sismondi, producesse,<br />

su consiglio del confessore, una sorta di<br />

apologia della Chiesa Cattolica, ovvero le<br />

“Osservazioni sulla morale cattolica”, che<br />

in realtà però, come fece notare lo stesso<br />

ginevrino, poco centravano con l’accusa<br />

sul piano storico da lui rivolta alla Chiesa<br />

e ai paesi cattolici della Controriforma.<br />

Sullo schema storico del Sismondi anzi<br />

il Manzoni concordava a pieno come dimostrerebbero<br />

sia “I Promessi Sposi”,<br />

dove la dominazione spagnola è condannata<br />

senza appello, sia la sua decisione<br />

di votare in Senato a favore della presa di<br />

Roma il giorno dopo Porta Pia.<br />

Se in Manzoni l’adesione ad una visione<br />

storica basata sul binomio decadenzarinascita<br />

non venne portata alle estreme

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