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Il Cinghiale Corazzato - Comunità Antagonista Padana

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Deciso a reagire a questo sopruso,<br />

Mishima cominciò dapprima con un<br />

intenso percorso di formazione fisico<br />

e spirituale, caratterizzato specialmente<br />

dall’esercizio e dalla pratica<br />

delle arti marziali; in seguito, intenzionato<br />

a diffondere questa sua presa<br />

di posizione anche al resto del popolo<br />

giapponese, fondò l’Associazione<br />

degli Scudi (Tate No Kai). Basata<br />

su un sistema chiuso quasi settario,<br />

sul modello molto simile della Guardia<br />

di Ferro rumena di Corneliu Zelia<br />

Condreanu, questa formazione, composta<br />

da 100 membri tutti selezionati<br />

da Mishima stesso, avrebbe dovuto<br />

essere il primo nucleo di un ben più<br />

numeroso esercito nazionale che<br />

avrebbe attuato una vera e proprio<br />

“rivoluzione dello Spirito”, riportando<br />

il Giappone alla sua grandezza originaria.<br />

Deciso a entrare in azione, Mishima<br />

si fece ricevere dal generale<br />

dell’esercito Mashita presso il ministero<br />

della difesa a Tokio con quattro<br />

suoi “miliziani”; presolo in ostaggio,<br />

richiese che le truppe della caserma<br />

adiacente venissero condotte nella piazza<br />

d’armi: era convinto che una volta<br />

ascoltato quello che aveva da dire,<br />

i soldati lo avrebbe seguito, nel desiderio<br />

di riportare alla perduta gloria la<br />

loro patria. Ciò non avvenne: i soldati<br />

risero dell’etica samurai vagheggiata<br />

dallo scrittore e davanti ai suoi inviti<br />

di unirsi a lui, essi risposero con puro<br />

scherno. Davanti al suo fallimento,<br />

Mishima reagì in linea con la tradizione<br />

samurai, appunto eseguendo<br />

senza timori il seppuru: perciò, dopo<br />

che si ebbe trafitto con un pugnale il<br />

ventre, uno dei suoi uomini gli taglio<br />

la testa con una katana.In seguito al<br />

suo incredibile gesto, la cultura radical-chick<br />

occidentale, dimentica dei<br />

fasti dell’autore, condannò Mishima,<br />

definendolo solo come “un fascista<br />

frustato”. Ma a quasi 40 anni dalla<br />

sua morte, non pochi sono coloro<br />

che, ricordando la figura di questo “ultimo<br />

samurai”, accostano il suo nome<br />

a quello di personaggi come Bobby<br />

Sands e Jan Palach : tutti uomini<br />

questi la cui unica colpa era amare la<br />

propria terra e che pur di risvegliare<br />

gli animi sopiti del proprio popolo, e<br />

fungere da esempio, non hanno esitato<br />

a sacrificare la propria vita.<br />

ANGELO LUPPO

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