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Marco Ceccarelli APPUNTI DI CRISTOLOGIA BIBLICA

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PREPARAZIONE VETEROTESTAMENTARIA<br />

egli espone non lo impone. Il Servo sarà tenace e fermo (v. 4), perché non<br />

si arrenderà finché abbia adempiuto la sua missione. Ma allo stesso tempo<br />

si presenta come estremamente debole, nonostante la grandezza della sua<br />

missione. Siamo lontani dalla manifestazione possente del Sinai, quando<br />

Jahveh scese per trasmettere la sua legge a Mosè tra fiamme, terremoto e<br />

tuoni. Ora invece Egli sceglie un servo che non alzerà la voce, né si imporrà<br />

con la forza, sia fisica che orale. Siamo lontani anche dalle grandi manifestazioni<br />

con cui i profeti del passato hanno dimostrato la loro autorevolezza<br />

divina. Jahveh ora sceglie un’altra via, una via umile e mite. Queste righe ci<br />

presentano dunque la figura di un Servo di Jahveh che sarà allo stesso tempo<br />

estremamente fermo e estremamente mansueto.<br />

Nella seconda parte del primo poema (vv. 5-7) abbiamo un oracolo rivolto<br />

in forma diretta al servo che rivela qualcosa in più riguardo la sua<br />

missione. Innanzitutto il Dio creatore, potente, che è l’origine di ogni vita,<br />

dichiara che la chiamata e la missione del servo viene da Lui e che Egli si<br />

fa suo protettore; v. 6:<br />

Io Jahveh ti ho chiamato secondo giustizia, perciò ti prendo per mano; e ti conservo<br />

e ti pongo come alleanza del popolo, come luce delle nazioni.<br />

Quello che Jahveh dichiara del Servo in questo versetto rimane abbastanza<br />

misterioso. Infatti l’espressione “alleanza del popolo” è alquanto originale e<br />

appare in tutta la Bibbia ebraica soltanto in Is 49,8 sempre riferita al Servo.<br />

Anche l’espressione “luce delle nazioni” è originale e la si ritrova nella<br />

Bibbia ebraica soltanto in Is 49,6, di nuovo riferita al Servo 31 . Ci troviamo<br />

così senza dubbio davanti ad un personaggio del tutto peculiare. È vero che<br />

egli si presenta con dei connotati profetici. Egli è un inviato di Dio per una<br />

missione che ha delle caratteristiche “orali” (vv. 1-4); inoltre si incontrano<br />

nei canti delle espressioni tipiche dell’attività profetica. E tuttavia il Servo<br />

ha delle qualità così particolari che fanno di lui un personaggio del tutto unico.<br />

Le due espressioni, “alleanza del popolo” e “luce delle nazioni”, vanno<br />

forse comprese con l’aiuto del versetto successivo; v. 7:<br />

Per aprire gli occhi ciechi: per far uscire dalla prigione il carcerato, dalla situazione<br />

di prigionia chi abita nella tenebra.<br />

“Aprire gli occhi ai ciechi” significa in questo caso farli uscire da una situazione<br />

di prigionia, di schiavitù. Poiché le prigioni erano dei luoghi molto<br />

tenebrosi 32 , uscire di lì significava ritornare alla luce, ritornare a vederci,<br />

come lascia intendere la frase conclusiva del versetto. Se il Servo è (o “sa-<br />

31 È vero che anche in Is 51,4 abbiamo “luce dei popoli”, ma qui si usa ‘ammym e non<br />

gôyim (anche se i LXX traducono con evqnw/n).<br />

32 Per il rapporto tenebre-prigionia cfr. ad esempio Sal 107,10.14.<br />

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