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Marco Ceccarelli APPUNTI DI CRISTOLOGIA BIBLICA

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PREPARAZIONE VETEROTESTAMENTARIA<br />

sa di diverso. Infatti siamo sempre in un contesto di stupore per il comportamento<br />

del Servo; ciò significa che quello che qui si descrive non è per<br />

nulla ovvio. Che un agnello ignaro del suo destino non apra la bocca per<br />

lamentarsi è qualcosa di prevedibile, e anche se lo sapesse non potrebbe fare<br />

nulla. Perciò qui non si vuole sottolineare l’impotenza o l'inconsapevolezza<br />

del Servo davanti alla sua sorte (anche perché è stato già ampiamente<br />

descritto quanto abbia sofferto), ma piuttosto la sua volontaria arrendevolezza.<br />

Ciò suppone che egli avrebbe potuto difendersi, ma che invece spontaneamente<br />

abbia deciso di non reagire, pur potendo farlo.<br />

Siamo sulla stessa linea del già commentato v. 12. Il Servo non si difende,<br />

non oppone resistenza al male che gli viene fatto, esattamente “come”<br />

un agnello non oppone resistenza nemmeno quando lo si conduce al macello.<br />

Tutto ciò viene esplicitato dalla frase “e lui si è umiliato” 46 . È il nostro<br />

personaggio che davanti ai maltrattamenti si umilia e accetta di non difendersi<br />

e di non aprire la sua bocca. L’insistenza su questa condotta sembra<br />

indicare il fatto che potendo difendersi da accuse ingiuste, o protestare la<br />

sua innocenza, o gridare a Dio perché lo liberasse, egli non lo ha fatto. Questa<br />

è la cosa sorprendente. Non solo che egli abbia sofferto ingiustamente,<br />

ma che pur potendo difendersi non lo abbia fatto. Egli si è volontariamente<br />

comportato da agnello.<br />

I versetti successivi completano il quadro riguardo la sorte del Servo,<br />

sottolineando ulteriormente l’ingiusto trattamento da lui ricevuto; vv. 8-9:<br />

8 Con coercizione e con giudizio fu tolto (di mezzo), e la sua generazione chi ha<br />

considerato? Poiché fu reciso dalla terra dei viventi, per la trasgressione del<br />

mio popolo, una percossa (ci fu) per lui. 9 Egli pose il suo sepolcro con i malvagi<br />

e con il ricco nella sua morte (?), sebbene non avesse commesso violenza<br />

e non (ci fosse) inganno nella sua bocca 47 .<br />

Nonostante le difficoltà di traduzione il testo sembra indicare decisamente<br />

che la vicenda del servo si sia risolta in una morte ignominiosa. L'espressione<br />

“reciso dalla terra dei viventi” e la menzione del sepolcro sembrano<br />

non lasciare dubbi, senza contare gli altri probabili accenni (“tolto di mezzo”,<br />

“una percossa mortale”, “nella sua morte”). Tale sorte, si sottolinea<br />

ancora una volta, risulta completamente ingiusta, poiché il Servo era del<br />

tutto innocente; la violenza che subisce è dovuta al peccato del popolo.<br />

Il riferimento alla morte, a cui si accennava già nel v. 12, suscita però,<br />

come abbiamo rilevato, la questione di come egli possa ricevere una ricom-<br />

46 Accettando questa traduzione invece che il passivo “fu umiliato” (cfr. P. GRELOT, I<br />

canti del Servo del Signore, 57).<br />

47 Questi due versetti, come anche i due successivi, presentano notevoli difficoltà testuali<br />

(e quindi di traduzione) per le quali rimando alla citata opera di Grelot.<br />

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