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Marco Ceccarelli APPUNTI DI CRISTOLOGIA BIBLICA

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I.2.1 LA CADUTA: GEN 3<br />

PREPARAZIONE VETEROTESTAMENTARIA<br />

I.2 IL PECCATO<br />

Nonostante che Dio abbia creato tutto buono e che da lui non possa venire<br />

nulla di cattivo, risulta che sulla terra esiste il male. L’autore biblico deve<br />

ora in Gen 3 spiegare questa realtà. Come sappiamo, questi capitoli non<br />

raccontano fatti storici in senso stretto. Vogliono piuttosto spiegare una situazione<br />

realmente esistente attraverso una narrazione simbolica. Perciò<br />

Gen 3 non è ovviamente un racconto storico nel senso moderno del termine,<br />

ma nondimeno vuole indicare una realtà storica, qualcosa che ha un reale<br />

effetto nella storia dell’umanità 3 . Il racconto inoltre non tratta solamente di<br />

quanto è accaduto ai primordi dell’umanità, ma anche ciò che avviene ad<br />

ogni uomo sottoposto alla tentazione del peccato.<br />

Il nostro capitolo presuppone quanto precede. Dio ha posto l’uomo e la<br />

donna nel giardino di cui possono mangiare ogni frutto, tranne dell’albero<br />

della conoscenza del bene e del male (2,16-17). Il racconto comincia con un<br />

dialogo fra la donna e il serpente. L’uomo e la donna si trovano nel giardino<br />

e godono di un ampia libertà (possono mangiare di tutti gli alberi tranne<br />

uno). I versetti iniziali del cap. 3 descrivono l’esercizio di questa libertà che<br />

Dio ha concesso all’uomo 4 . Il segno di questa libertà è il dialogo che la<br />

donna può instaurare con il serpente. Non è la donna che ha cercato questo<br />

dialogo, però lo ha accettato. La “furbizia” del serpente si nasconde sotto<br />

una affermazione (domanda?) apparentemente stupida; v. 1:<br />

E così Dio ha detto: Non potete mangiare di ogni albero del giardino (?).<br />

L’espressione sembra improntata da una tonalità di scherno. Il serpente, dicendo<br />

una cosa evidentemente errata, sta come deridendo la mancanza di<br />

libertà dei due esseri umani. Dietro l’ironia si nasconde però l’implicita affermazione<br />

che essi non possono fare ciò che vogliono, che non sono liberi,<br />

che c’è un altro che decide per loro, che essi non sono Dio. Se non possono<br />

mangiare di un albero, sta dicendo fra le righe il serpente, è come se non ne<br />

potessero mangiare di nessuno. La provocazione del serpente serve a fare<br />

reagire la donna. In questo si vede la furbizia dell’animale; la tentazione<br />

vuole provocare un dialogo in chi la subisce, e spesso si è convinti che nel<br />

dialogare con la tentazione abbiamo le carte in regola per vincerla. La don-<br />

3 “Il racconto della caduta utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento<br />

primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo”: CCC 390.<br />

4 La libertà è la massima espressione dell’amore. Chi ama lascia libero l’altro, fino al<br />

punto di permettergli di rifiutare totalmente l’amore che gli è offerto.<br />

7

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