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La dimensione multi-stakeholder delle cooperative sociali - Euricse

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LA CRISI DEL WELFARE STATE E LE ORGANIZZAZIONI NONPROFIT MULTI-STAKEHOLDER<br />

Dominique Cappelletti, Luigi Mittone<br />

con il debito pubblico e, dall’altro, con la spesa per investimenti e<br />

con la spesa per le pensioni. Nelle fi gure 2, 3 e 4 sono stati riportati<br />

gli andamenti (misurati in % del Pil) in alcuni paesi europei negli<br />

anni 1996-2007 rispe ivamente della spesa pubblica complessiva,<br />

del debito pubblico e degli investimenti pubblici.<br />

Dall’analisi dei grafi ci si nota come l’Italia, nel periodo considerato,<br />

registri una spesa pubblica in linea con quella della Germania, ne amente<br />

inferiore rispe o alla Francia e alla Svezia e superiore sia rispetto<br />

alla Spagna, sia alla Gran Bretagna. A fronte dell’andamento della<br />

spesa pubblica complessiva fa riscontro un livello del debito pubblico<br />

che è praticamente doppio rispe o a quello di tu i i paesi qui considerati<br />

e una spesa per investimenti pubblici che è superiore a quella<br />

inglese e tedesca, ma inferiore rispe o a Spagna, Francia e Svezia. Per<br />

quanto riguarda poi la spesa per il sistema pensionistico è utile un<br />

dato riportato nel recente Libro Verde del Ministero dell’economia e<br />

<strong>delle</strong> fi nanze (Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica, 2007, p.<br />

14) che nel 2004 vedeva l’Italia ne amente in testa ai paesi europei con<br />

un peso del sistema pensionistico pari al 14,2% del Pil, valore avvicinato<br />

solo dalla Francia (12,8%) e comunque superiore al dato medio<br />

europeo di circa 3 punti percentuali di Pil (11,5%).<br />

I dati appena esposti sono utili per capire un’aff ermazione riportata<br />

nel già citato Libro Verde: “Assumendo un livello della spesa pubblica<br />

invariato rispe o al Pil e non volendo off rire nessuna prescrizione<br />

di politica economica, è un fa o che se solo la spesa per interessi<br />

e quella pensionistica fossero in linea con le altre grandi economie<br />

europee, l’Italia avrebbe ogni anno circa 50-60 miliardi di euro (circa<br />

4 punti di Pil) da destinare ad altre fi nalità quali un più rapido raggiungimento<br />

del pareggio di bilancio, l’investimento in infrastru ure<br />

e in ricerca, lo sviluppo degli ammortizzatori <strong>sociali</strong> e la riduzione<br />

del prelievo fi scale.” (Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica,<br />

2007, p. 14).<br />

Riassumendo sembrerebbe di poter concludere che il nostro paese è<br />

forse tra quelli più esposti al problema del confl i o tra sostenibilità<br />

del sistema di welfare e sostenibilità fi scale. Il livello di pressione<br />

fi scale è infa i tra i più elevati in Europa e nel contempo la componente<br />

della spesa pubblica riconducibile alla produzione di servizi<br />

di welfare è tra le più basse. L’Italia sembrerebbe quindi consegnata<br />

ad un futuro di grande diffi coltà per quanto riguarda le sorti del<br />

welfare state. Ai problemi comuni agli altri Stati europei si aggiungono<br />

infa i gli eff e i negativi causati da un mix composto di alta<br />

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