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La dimensione multi-stakeholder delle cooperative sociali - Euricse

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LA CRISI DEL WELFARE STATE E LE ORGANIZZAZIONI NONPROFIT MULTI-STAKEHOLDER<br />

Dominique Cappelletti, Luigi Mittone<br />

alla cooperazione molto maggiore rispe o a chi non lavora in questo<br />

tipo di organizzazioni. Vale la pena di so olineare che il tipo di collaborazione<br />

a cui si fa riferimento negli esperimenti di Mi one e Ploner<br />

e di Mi one è basata su meccanismi di fi ducia. Collaborare nello<br />

schema sperimentale ado ato nei lavori citati signifi ca infa i per il<br />

singolo individuo produrre un elevato eff ort personale, confi dando<br />

su un meccanismo di reciprocità tra pari all’interno dell’organizzazione.<br />

Quando questa aspe ativa si rivela infondata, l’a o di collaborazione<br />

diventa costoso per chi lo ha messo in a o e vantaggioso<br />

solo per gli altri membri del gruppo. In questa prospe iva le aspettative<br />

nei confronti del comportamento degli altri agenti diventano<br />

fondamentali: se il clima organizzativo interno è capace di generare<br />

aspe ative positive si ha collaborazione, se invece genera sospe o<br />

tra i membri la cooperazione cade drammaticamente con ovvie ripercussioni<br />

sull’impegno lavorativo individuale e colle ivo.<br />

Appartenere ad una nonprofi t sembrerebbe quindi essere più soddisfa<br />

i del proprio lavoro ed essere orientati verso la collaborazione<br />

tra colleghi. Indipendentemente dal fa o che questo sia un fenomeno<br />

che dipende da un meccanismo di auto-selezione, piu osto che<br />

discendere da un clima organizzativo favorevole, ciò che conta è che<br />

le nonprofi t sembrerebbero rispondere meglio di altre tipologie di<br />

impresa al compito di generare un forte impegno lavorativo. Purtroppo<br />

sul fa o poi che l’impegno lavorativo si traduca in maggior<br />

effi cienza produ iva non si può dire molto; intuitivamente verrebbe<br />

da dire che la formula “maggior eff ort lavorativo uguale maggior<br />

produ ività” valga indipendentemente dal contesto, ma su questo<br />

legame tra eff ort e produ ività non esistono conferme empiriche<br />

esaustive. Tra le poche evidenze di le eratura, sia teorica che empirica,<br />

che possono essere portate a sostegno di questa ipotesi è l’ormai<br />

storico articolo di Akerlof (1982) sulle cash posters nonché, guardando<br />

alla le eratura italiana sulle nonprofi t, i recenti lavori di Borzaga<br />

(2004) e di Borzaga e Musella (2004).<br />

Fin qui abbiamo parlato dell’aspe o della forte spinta verso la collaborazione<br />

tra membri all’interno <strong>delle</strong> nonprofi t senza valutare se le<br />

<strong>multi</strong>-<strong>stakeholder</strong> si diff erenzino o meno dalle nonprofi t tradizionali<br />

so o questo profi lo. Sicuramente è legi imo assumere che quanto<br />

vale in termini di motivazioni dei lavoratori nelle nonprofi t tradizionali<br />

vale anche per le nonprofi t <strong>multi</strong>-<strong>stakeholder</strong> (tra l’altro nei<br />

campioni utilizzati da alcuni degli studi poco sopra citati comprendevano<br />

anche nonprofi t <strong>multi</strong>-<strong>stakeholder</strong>), ma meno facile è chiarire<br />

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