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Pubblichiamo in questa pagina uno scritto ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Quirino<br />
Bezzi.<br />
<strong>Stu<strong>di</strong></strong>o storico riguardante gli affreschi della Ven.<br />
Chiesa monumentale <strong>di</strong> S. Maria Maddalena in Cusiano.<br />
Mi sia permesso prima <strong>di</strong> passare alla storia degli affreschi<br />
della Chiesa <strong>di</strong> Cusiano, fare un po’ <strong>di</strong> premessa<br />
storica riguardante tale paese. È più che certo che ci<br />
troviamo davanti ad un nome <strong>di</strong> desinenza romana, ma la<br />
ra<strong>di</strong>ce a detta anche <strong>di</strong> vari storici devesi ricercare nelle<br />
lingue galliche, retiche od etrusche. Forse questa non è<br />
che una semplice ipotesi, però ad avvalorarla cito questo<br />
fatto non ancor noto quando l’esimio prof. Ciccolini<br />
scrisse il suo “Ossana nelle sue memorie”.<br />
Nel subito dopo guerra alcuni giovani seguendo le in<strong>di</strong>cazioni<br />
della locale tra<strong>di</strong>zione e le in<strong>di</strong>cazioni dei vecchi<br />
del paese scavarono in un orto dove la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>ceva<br />
esistere la sinagoga degli ebrei (non voglio certo <strong>di</strong> che<br />
Cusiano sia il centro ebraico della <strong>Val</strong> <strong>di</strong> <strong>Sole</strong>!) che poi fu<br />
sepolta in punizione dei loro delitti da una valanga, scavarono<br />
e nell’orto a<strong>di</strong>acente alla casa Leni in cima al paese<br />
portarono in luce una stanza quadrata. In essa si rinvennero<br />
delle ossa molto corrose che a detta del dott.<br />
Gallina appartenevano a degli esseri umani, ma quello<br />
che maggiormente importa portarono alla luce alcune<br />
anfore che dalla forma con cui mi furono descritte e dalla<br />
fattura che mi <strong>di</strong>ssero avere appartengono alla civiltà<br />
etrusca. Io non vi<strong>di</strong> che lo scavo e la stanza, perché ero<br />
ancora bambino, ma c’è chi si ricorda benissimo la cosa.<br />
Questo solo per portare una pietra all’ipotesi <strong>di</strong> trovarci<br />
davanti ad un paese <strong>di</strong> origine preromana. Sopra il paese<br />
c’è pure un colle chiamato Doss Castelèr.<br />
In quanto riguarda la romanità <strong>di</strong> Cusiano <strong>di</strong>rò che nella<br />
costruzione <strong>di</strong> una casa sotto lo stradone, avvenuta nel<br />
1930, gli sterratori si trovarono davanti al selciato caratteristico<br />
alle strade romane. Per <strong>di</strong> più è storico come<br />
una <strong>di</strong> queste strade varcasse il <strong>di</strong>spluvio fra il Noce e<br />
l’Oglio attraverso il valico del Montozzo.<br />
Non voglio fare della storia, voglio solo portare dei contributi<br />
alla storia pensando che forse a qualcuno potranno<br />
servire. E passo quin<strong>di</strong> all’eterna questione del passaggio<br />
dei Franchi <strong>di</strong> Carlo Magno attraverso il Tonale e<br />
la relativa <strong>di</strong>struzione dei castelli Tesana, Maletum ecc.<br />
23<br />
speciale Quirino Bezzi<br />
BEZZI E LA CHIESA DI S.MARIA MADDALENA<br />
DI CUSIANO: UNO SCRITTO INEDITO DEL 1939<br />
<strong>di</strong> Paolo Diacono e qui <strong>di</strong>rò una cosa sfuggita a tutti gli<br />
scrittori <strong>di</strong> storia locale e che invece <strong>di</strong> risolvere ancora<br />
la questione la ingarbuglia ancor <strong>di</strong> più.<br />
È il fatto <strong>di</strong> trovare ancora intatto nel parlare locale<br />
il nome <strong>di</strong> Tesana usato dal Diacono. Infatti i prati che<br />
sono fra la Chiesa <strong>di</strong> Cusiano e il Noce, dove una volta è<br />
probabile passasse la strada per Ossana, vengono ancora<br />
oggi chiamati: Pon-Tesana. Ora perché il nostro locale<br />
Tesana non potrebbe essere il Tesana <strong>di</strong> Paolo Diacono<br />
rimasto intatto nel linguaggio del popolo?<br />
I contributi alla storia del me<strong>di</strong>oevo e specialmente<br />
dell’epoca del risorgimento sono troppo noti per ritornarci<br />
sopra. Basti il nome <strong>di</strong> Ergisto Bezzi e dell’artista<br />
Bartolomeo Bezzi che da Cusiano hanno l’origine.<br />
Ed ora passo alla illustrazione della Chiesa.<br />
Secondo Weber è ricordata ancora in carte del 1323.<br />
Fu consacrata nel 1497. L’altar maggiore nel 1512. Fu<br />
“sbianchezzata” nel 1718 e nel 1854 per opera del farmacista<br />
<strong>di</strong> Cusiano Angelo Ravelli.<br />
Era totalmente <strong>di</strong>pinta anche nel voltone fatto fare solo<br />
nel 1565. Gli affreschi più belli e maggiormente degni <strong>di</strong><br />
nota sono quelli del Presbiterio. Posso fin da ora affermare<br />
che quando la chiesa fu consacrata nel 1497 gli<br />
affreschi erano già ultimati.<br />
Furono fatti secondo me da Giovanni Baschenis da<br />
Averaria. Lo stesso che <strong>di</strong>pinse quelli della chiesa <strong>di</strong><br />
S.Lorenzo in Dimaro.<br />
Ed ecco ora le prove della mia asserzione.<br />
In ambedue le Chiese il presbiterio è dominato da una<br />
gigantesca figura <strong>di</strong> Cristo identicamente <strong>di</strong>sposta e <strong>di</strong>pinta,<br />
sostenuta da un bue e da un leone. Il Cristo tiene<br />
in ambo le chiese la sua figura raccolta in un cornicione<br />
ovale a fondo rosso, ha la medesima posizione e fattura<br />
dei pie<strong>di</strong>, la destra levata con tre <strong>di</strong>ta in atto da bene<strong>di</strong>re<br />
e la sinistra con l’Evangelo aperto. Ripeto che le figure<br />
sono identiche, anche il colore è lo stesso. Una cosa<br />
però mi fa supporre la antichità della fattura <strong>di</strong> Cusiano<br />
è il fatto che il Cristo <strong>di</strong> Cusiano è in tutta la chiesa<br />
l’unica figura fatta a tempera. L’artista, volendo provare<br />
la propria capacità cominciò il lavoro a tempera, potendo<br />
facilmente imbiancarlo. Vedendo che la sua perizia lo<br />
portava bene, continuò il lavoro in affresco. Fatta la pratica<br />
nella chiesa <strong>di</strong> Cusiano si portò poi a <strong>di</strong>pingere quella<br />
<strong>di</strong> Dimaro, Cogolo e della Commezzadura. (Anche nella