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quirino bezzi - Centro Studi Val di Sole

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IN UN LIBRO 50 ANNI DI APT<br />

E LA STORIA DEL TURISMO IN VAL DI SOLE<br />

<strong>di</strong> Romano Stanchina<br />

L’Azienda per il Turismo delle <strong>Val</strong>li <strong>di</strong> <strong>Sole</strong>, Peio e Rabbi<br />

ha affidato alla competenza storica ed alla brillante penna<br />

del nostro <strong>di</strong>rettore responsabile, Alberto Mosca, la celebrazione<br />

<strong>di</strong> 50 anni <strong>di</strong> promozione turistica, attraverso la<br />

pubblicazione <strong>di</strong> un volume (151 pagine, corredate da numerose<br />

foto a colori) che ricostruisce non solo le vicende<br />

dell’ente turistico <strong>di</strong> valle, ma anche una essenziale storia<br />

del turismo solandro.<br />

Una storia essenziale perché – come lascia intendere chiaramente<br />

il sottotitolo “Dalle Terme allo sci, da Douglas W.<br />

Freshfield a Chet Baker” – il cronista Mosca ha avuto la<br />

meglio sullo storico (che non ha avuto, causa il rior<strong>di</strong>no<br />

realizzato nel frattempo dalla Soprintendenza per i Beni<br />

librari e archeologici della P.A.T., completo accesso all’archivio<br />

dell’azienda) dando vita ad un racconto a più voci,<br />

grazie alle numerose citazioni ed alle interviste ai “testimoni<br />

privilegiati” dei cinquant’anni <strong>di</strong> vita dell’ApT.<br />

Lo storico Mosca ci ricorda che se l’ApT oggi compie 50<br />

anni, ben 500 anni fa è documentato il soggiorno in valle<br />

dell’ospite più illustre, l’imperatore Massimiliano, che “il<br />

16 febbraio 1516 alloggiò a Terzolas, ripartendo due giorni<br />

dopo” (un arrivo extra-alberghiero e due presenze, registrerebbe<br />

oggi la statistica...)<br />

È sempre lo storico, grazie alla sua familiarità con gli archivi<br />

della famiglia Thun, ad anticipare <strong>di</strong> oltre un secolo rispetto<br />

alle più ricorrenti affermazioni la nascita del turismo <strong>di</strong> cura<br />

a Rabbi e a Peio. Non solo: nel corso della presentazione<br />

del libro a Castel Caldes (alla quale è intervenuto il Presidente<br />

dell’ENIT Matteo Marzotto) Mosca ha annunciato <strong>di</strong><br />

aver trovato una testimonianza del 1553 dell’esistenza <strong>di</strong><br />

bagni termali a Caldes.<br />

È ancora lo storico che servendosi – purtroppo – della<br />

sola ricerca bibliografica, compie un excursus sulla storia<br />

del turismo romantico tra la seconda metà dell’Ottocento<br />

e la Belle Epoque, ricordandoci che anche la <strong>Val</strong> <strong>di</strong> <strong>Sole</strong> è<br />

stata toccata dal Grand Tour e dall’epopea della conquista<br />

delle vette; ed ancora riferisce delle prime gare <strong>di</strong> sci in Tonale<br />

e della villeggiatura a Malé <strong>di</strong> Pirandello negli anni ’20,<br />

dell’idea risalente agli anni ’30 <strong>di</strong> fare <strong>di</strong> Malé una località <strong>di</strong><br />

turismo estivo ed invernale attraverso il collegamento con<br />

il Peller realizzato vent’anni dopo (e destinato ben presto<br />

al fallimento).<br />

Quello che più ci è piaciuto in questo lavoro è tuttavia il<br />

Mosca cronista delle più recenti vicende e (per interposta<br />

38<br />

persona) dell’affermazione del turismo <strong>di</strong> massa a partire<br />

dagli anni ‘60 del Novecento.<br />

Il volume racconta, attraverso le testimonianze delle persone<br />

che furono loro più vicine, le iniziative dei gran<strong>di</strong><br />

presidenti dell’“Azienda”, Enrico Pancheri e Pietro Scaramella,<br />

e <strong>di</strong>rettamente, con le parole <strong>di</strong> Ernesto Bertoli,<br />

Flavio Mosconi, Anna Stanchina Fantelli ed altri, la cronaca<br />

dei vent’anni che hanno cambiato la valle con un ritmo ed<br />

un’intensità senza eguali in Trentino. Possiamo così apprezzare<br />

da un lato la convinzione che vi fu nel definire ed attuare<br />

obiettivi, strategie, strumenti ed azioni; dall’altro la<br />

lucida consapevolezza del rischio <strong>di</strong> intaccare troppo pesantemente<br />

il “capitale naturale” che portò i solandri, subito<br />

dopo la realizzazione <strong>di</strong> Marilleva, a bocciare per mezzo<br />

<strong>di</strong> un referendum ulteriori progetti <strong>di</strong> sviluppo in quota.<br />

In quelle stesse pagine Mosca elenca anche le tante occasioni<br />

perdute, le iniziative nate in <strong>Val</strong> <strong>di</strong> <strong>Sole</strong> e valorizzate<br />

altrove, come le gare <strong>di</strong> Coppa del Mondo <strong>di</strong> sci <strong>di</strong> fondo o

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