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il concorso ippico. Le intuizioni non sembrano essere mai<br />
mancate in valle; sono mancate piuttosto la consapevolezza<br />
e la determinazione nella necessaria opera <strong>di</strong> consolidamento<br />
delle iniziative.<br />
Nel raccontare le alterne vicende dell’ente <strong>di</strong> promozione<br />
- dall’Azienda Autonoma <strong>di</strong> Cura, Soggiorno e Turismo<br />
(nata nel 1958), all’Azienda <strong>di</strong> promozione turistica<br />
(ente strumentale della Provincia) sorta per effetto della<br />
l.p. 21/1986, all’Azienda per il turismo (società consortile<br />
per azioni a capitale misto) figlia della l.p. 8/2002 - l’autore<br />
evidenzia, a ragione, come sia stata una grande intuizione<br />
quella <strong>di</strong> aver puntato fin da subito sulla marca “<strong>Val</strong>li <strong>di</strong> <strong>Sole</strong>,<br />
Peio e Rabbi” (e più recentemente semplicemente “<strong>Val</strong>le <strong>di</strong><br />
<strong>Sole</strong>”), quando nel resto del Trentino si ragionava ancora<br />
solo <strong>di</strong> singole stazioni turistiche.<br />
Il racconto degli ultimi 15 anni (reso soprattutto con le<br />
parole <strong>di</strong> Carlo Daldoss e Luciano Rizzi), delle luci (il Noce<br />
e gli sport fluviali, la ciclabile e la mountain bike, le buone<br />
capacità promozionali <strong>di</strong>mostrate) e delle ombre (un certo<br />
appannamento della capacità progettuale <strong>di</strong> fronte alle sfide<br />
della globalizzazione, del cambiamento climatico, ecc.),<br />
lascia trasparire un po’ <strong>di</strong> nostalgia per un recente passato<br />
in cui si poteva essere protagonisti perché tutto era da<br />
costruire e la pancia non era piena.<br />
La presentazione del libro a Castel Caldes: da sinistra Luciano Rizzi, Matteo Marzotto e Alberto Mosca.<br />
39<br />
socialia<br />
La pubblicazione ha il gran<strong>di</strong>ssimo pregio <strong>di</strong> non essere<br />
mai celebrativa - <strong>di</strong> questo va dato atto non solo all’autore,<br />
ma anche al Presidente (Luciano Rizzi) e al Direttore<br />
(Attilio Gregori) - e non fa nulla per nascondere lo scarso<br />
entusiasmo con il quale è stata attuata in valle la riforma<br />
legislativa del 2002.<br />
Il testo non in<strong>di</strong>ca, tuttavia, che il vero nodo irrisolto riguarda<br />
– questa è l’opinione dello scrivente - il ruolo <strong>di</strong><br />
“destination management”, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> governo della destinazione,<br />
che si vuole riconoscere all’Azienda per il Turismo<br />
delle <strong>Val</strong>li <strong>di</strong> <strong>Sole</strong>, Peio e Rabbi.<br />
Nell’attuale contesto competitivo del turismo alpino costituisce<br />
infatti un fondamentale fattore <strong>di</strong> successo la capacità<br />
<strong>di</strong> “ricondurre a prodotto turistico le risorse <strong>di</strong>stintive<br />
del territorio” e, al contempo, <strong>di</strong> “ricondurre in chiave<br />
sistemica i comportamenti impren<strong>di</strong>toriali, <strong>di</strong>ffondendo la<br />
consapevolezza che la competitività aziendale <strong>di</strong>pende dal<br />
grado <strong>di</strong> sviluppo del sistema locale e dall’integrazione delle<br />
sue parti, pubbliche e private” (il virgolettato è tratto<br />
dalle Conclusioni del Progetto d’Ambito pre<strong>di</strong>sposto dalla<br />
stessa ApT nel 2007).<br />
In parole povere: l’ApT deve essere solo strumento, pur<br />
efficace, <strong>di</strong> promozione o deve essere anche, regista del<br />
prodotto?