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quirino bezzi - Centro Studi Val di Sole

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Già dalla copertina, cari lettori, avrete intuito che questo<br />

numero de “La <strong>Val</strong>” si presenta particolare. Esso infatti è<br />

de<strong>di</strong>cato per la maggior parte a commemorare, a vent’anni<br />

dalla sua scomparsa, Quirino Bezzi, fondatore del <strong>Centro</strong><br />

<strong>Stu<strong>di</strong></strong> e <strong>di</strong> questa rivista, che <strong>di</strong>resse dalla sua fondazione<br />

fino alla morte, nel 1989. Già nello scorso numero<br />

abbiamo avuto modo, per mezzo della nostra presidente,<br />

<strong>di</strong> ricordare Bezzi. Un filo che riallacciamo in queste pagine,<br />

proponendovi un percorso credo assai interessante:<br />

andare a riscoprire la vita e l’instancabile opera <strong>di</strong> Bezzi<br />

attraverso le voci autorevoli <strong>di</strong> personaggi della cultura<br />

trentina che lo hanno conosciuto e a vario titolo ne hanno<br />

con<strong>di</strong>viso progetti e battaglie.<br />

Cre<strong>di</strong>amo infatti che una personalità complessa mille<br />

sfaccettature come quella del Bezzi insegnante, giornalista,<br />

alpinista, <strong>di</strong>vulgatore, mazziniano, poeta, capace <strong>di</strong><br />

raccontare la <strong>Val</strong> <strong>di</strong> <strong>Sole</strong> sotto innumerevoli aspetti e in<br />

vari contesti, possa essere efficacemente resa solo attraverso<br />

una sorta <strong>di</strong> emulazione del suo modo <strong>di</strong> agire:<br />

uscendo dagli spazi stretti della valle, aprendosi ai centri<br />

<strong>di</strong> cultura attivi nella nostra provincia, guardando insomma<br />

il mondo, liberando le idee da quei ceppi che sono<br />

i confini. I personaggi che ritroverete nelle prossime<br />

pagine ci offriranno spunti <strong>di</strong> riflessione, aneddoti, piccole<br />

scoperte, aiutandoci a raccontare una personalità<br />

<strong>di</strong> primissimo piano nella storia della cultura solandra e<br />

trentina del secondo Novecento. Perciò nella copertina,<br />

abbiamo scelto un’immagine che riteniamo particolarmente<br />

significativa: Bezzi interviene a ricordare, nel<br />

1976 a Terzolas, un altro gran<strong>di</strong>ssimo solandro, Giovanni<br />

Ciccolini, <strong>di</strong> cui pure quest’anno ricorre un importante<br />

anniversario: 60 anni dalla morte. Così, idealmente, abbiamo<br />

riunito lo storico e il <strong>di</strong>vulgatore, la storia della<br />

cultura e la sua <strong>di</strong>ffusione nella nostra valle. Inoltre nei<br />

prossimi numeri per tutto il 2009 continueremo, attraverso<br />

altri contributi, a ricordare la figura e l’opera <strong>di</strong><br />

Quirino Bezzi. Come pure ci occuperemo degli altri importanti<br />

anniversari che caratterizzano quest’anno.<br />

Ma ora vorrei spendere qualche riga per provare a tratteggiare<br />

il Bezzi che mi sta più a cuore, ovvero il giornalista:<br />

a partire ovviamente dalla sua creatura “La <strong>Val</strong>”, ma senza<br />

<strong>di</strong>menticare che tanti altri giornali ebbero in Bezzi un eccezionale<br />

<strong>di</strong>rettore; esperienze che ci saranno presentate<br />

nelle prossime pagine. Il Bezzi giornalista era una naturale<br />

proiezione del Bezzi uomo e il giornale assunse presto il<br />

QUIRINO BEZZI, LA VAL<br />

<strong>di</strong> Alberto Mosca<br />

3<br />

e<strong>di</strong>toriale<br />

carattere del suo <strong>di</strong>rettore, come peraltro accade spesso.<br />

E allora, dopo gli esor<strong>di</strong>, ecco un giornale da battaglia, che<br />

si confronta con politica e istituzioni in modo <strong>di</strong>alettico,<br />

senza timori e senza sconti, senza pericolose e infettanti<br />

commistioni <strong>di</strong> interessi. Un giornale che vive attivamente<br />

il <strong>di</strong>battito pubblico, portando una voce chiara e spesso<br />

controcorrente. “La <strong>Val</strong>” nasce nel 1973: rapidamente si fa<br />

forte, portando tra i Solandri una voce libera, umile, ispirata,<br />

carica <strong>di</strong> amore per la valle. Tutte virtù proprie <strong>di</strong> Bezzi.<br />

Ripercorriamo alcune <strong>di</strong> queste battaglie civili: negli anni<br />

Settanta con la necessità <strong>di</strong> “dare rapida attuazione al piano<br />

comprensoriale”, l’attenzione al modo <strong>di</strong> costruire in<br />

valle (lezioni non sempre tenute in debito conto nemmeno<br />

oggi). E poi la coscienza dei cambiamenti in atto: “La <strong>Val</strong>”<br />

<strong>di</strong>venta così fino alla fine degli anni Ottanta una tribuna<br />

dalla quale il <strong>Centro</strong> non manca <strong>di</strong> caratterizzare una vocazione<br />

all’intervento, non solamente in campo strettamente<br />

culturale ma in generale sull’attualità della valle, sempre<br />

e “ancora in tema <strong>di</strong> partecipazione”, per <strong>di</strong>rla con Italo<br />

Covi, eccezionale compagno d’avventura e sorta <strong>di</strong> alterego<br />

<strong>di</strong> Bezzi.<br />

Dai temi politico-amministrativi a quelli sanitari, socioeconomici,<br />

viari e scolastici, <strong>di</strong> pianificazione territoriale e<br />

culturali, la parola d’or<strong>di</strong>ne è partecipazione, da affiancare<br />

all’attività or<strong>di</strong>naria, fatta <strong>di</strong> pubblicazioni, convegni e conferenze<br />

su storia, arte, emigrazione, <strong>di</strong>aletto, premiazioni<br />

<strong>di</strong> tesi. Sempre aperti all’esterno, come con Italia Nostra,<br />

nel momento <strong>di</strong> analizzare, e siamo nel 1978, “costi e ricavi<br />

degli inse<strong>di</strong>amenti in quota”. Si comincia a tirare le prime<br />

somme sullo sviluppo turistico nato un decennio prima<br />

e gli argomenti <strong>di</strong> maggiore interesse sono l’urbanistica e<br />

lo sviluppo e<strong>di</strong>lizio. Il notiziario vive per trattare problemi<br />

locali, ma certo non in ottica localistica. Fino a che Bezzi se<br />

ne va, ricordando “vent’anni ricchi <strong>di</strong> fermenti e realizzazioni<br />

culturali, un’evoluzione valligiana non solo materiale,<br />

ma anche culturale nei più svariati settori”. Con l’ad<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Bezzi al giornale e alla vita, il notiziario cambia: la vena <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito<br />

rimane, ma magari meno assidua e “combattente”<br />

sul fronte dell’attualità; non manca l’approfon<strong>di</strong>mento, ma<br />

il raggio d’azione si limita, concentrandosi su pochi temi e<br />

affrontati da punti <strong>di</strong> vista più generali. “La <strong>Val</strong>” risente <strong>di</strong><br />

un cambiamento nel rapporto tra <strong>Centro</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> e istituzioni<br />

politico-amministrative della valle: meno <strong>di</strong>alettico, più<br />

organico ad un comune contesto complessivo. Insomma<br />

inizia un’altra storia.

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