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portland Fenomeni<br />
teen files<br />
Nati con il telefonino e cresciuti con la digitale, gli under 20 ritraggono<br />
se stessi e il loro mondo con una naturalezza inarrivabile. Che sta contagiando la<br />
fotografia con la effe maiuscola<br />
TesTo ciro cacciola<br />
FoTo olivia bee<br />
Costantemente alle prese con prolungamenti tecnologici<br />
del sé, in contatto diretto con il mondo attraverso il web,<br />
gli adolescenti ci incantano con quell’aria sognante, ci inteneriscono<br />
con quegli sguardi fashionisti e mélo, ci abbagliano con la bellezza<br />
sfrontata, esibita ma ancora acerba, usata, strumentalizzata, venduta,<br />
pubblicata dai soliti, sospetti adulti. Tecnologia e rete però giocano dalla<br />
loro parte. Ed è così che gli adorabili, insopportabili adolescenti stanno<br />
finalmente mettendo in luce la propria creatività, utilizzando al massimo<br />
le possibilità offerte dal “nuovo” che li circonda. E che dominano. In<br />
prima persona! Raccontare se stessi, il loro mondo, le loro visioni è fra le<br />
cose che gli riesce meglio. E non è un racconto di parole: per loro sono<br />
soprattutto le immagini a parlare.<br />
“My real name isn’t olivia bee it’s olivia bolles. I’m 15. This is a diary<br />
of sorts” è tutto quanto riesci a trovare di scritto nel personal ws<br />
di questa giovane reporter, Olivia Bee. Ma la quantità di fotografie<br />
caricate e messe lì, sotto gli occhi di tutti, racconta più e meglio di<br />
un qualsiasi trattato di antropologia culturale il mondo di Olivia &<br />
friend. Fotografando i suoi amici e la sua famiglia, nella sua città natale,<br />
Portland, nell’Oregon, Olivia è stata scelta da Converse, ha collaborato<br />
con Nike ed è finita persino su American Photo. “E dire che tutto è<br />
cominciato per caso”, dice. “Usavo per gioco una vecchia digitale dei<br />
miei, un affare anni Novanta, e contemporaneamente a scuola studiavo<br />
tecniche video, seguivo corsi per principianti… poi mi sono ritrovata<br />
a passare intere ore nella camera oscura alle prese con foto della mia<br />
famiglia, ma anche di alberi dalle strane silhouette, animali imbalsamati<br />
insomma, cose che una ragazzina di scuola media può considerare<br />
‘artistiche’. Da allora non ho più smesso. Ho tirato in ballo me stessa, i<br />
miei più cari amici, è stato quasi un processo naturale!”.<br />
Nessuno dei soggetti appare mai “in posa” nel vastissimo portfolio<br />
di OB. “Perché i miei amici ormai sono abituati al fatto che io li filmi<br />
o fotografi tutto il tempo, per loro è come se non ci fossero camere o<br />
obiettivi, così riesco a ottenere il massimo della loro espressività e della<br />
naturalezza”.<br />
Olivia ama la musica. Ascolta Fake Drugs, Wampire, Starfucker ma<br />
anche Pink Floyd: “Adoro quel pezzo dei Band of Horses, Is there a ghost,<br />
mi piacciono i Theatre of Sheep e tutte le hipster band di Portland”.<br />
Alternativa e anti mainstream come le sue scelte musicali, Olivia viaggia<br />
parecchio per la sua età: “Viaggio anche perché devo. Converse mi ha<br />
portato a Parigi e Amsterdam. Quelli di Nike mi hanno portato alle<br />
Hawaii, nel Colorado, presto mi porteranno in California… Un po’ viaggio<br />
anche con la mia famiglia, siamo stati in Canada quest’estate, mi piace<br />
fare campeggio sulla costa con i miei amici, girare quando posso… ma<br />
adoro anche restare a Portland, è la mia città, ed è bellissima”.<br />
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