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milano<br />
dI MIRTA OREGNA<br />
HB HANGAR BICOCCA<br />
via Chiese, 2<br />
02-66111573<br />
chiuso lunedì<br />
Respiro internazionale, ma cucina a km zero: il bistrot che nasce con l’attesa riapertura<br />
dell’Hangar Bicocca, presenta il suo spazio ai milanesi che così scoprono come anche New York<br />
e Berlino possano trovarsi in fondo a viale Sarca.<br />
Una tipica location post-industriale, progettata come il suo contenitore dallo studio April,<br />
che segue di pari passo il concept filosofico dell’Hangar e della sua programmazione artistica:<br />
offrire un’esperienza e fare da degno (e atteso) contorno a mostre e performance in programma.<br />
Quattro mega lavagne (memoria di bistrot d’oltralpe) incombono su un bancone di ferro con<br />
sgabelli francesi anni ’50 che invitano a ordinare un pastis. Al centro la rivisitazione di un fratino<br />
oversize cablato che assembla casseri edili, sedute di recupero ed enormi bobine industriali,<br />
ma soprattutto tanta luce naturale che entra dalle grandi vetrate affacciate sul dehors. Aperitivi<br />
lounge, dal giovedì al sabato, con dj-set ricercati e poco commerciali, cocktail e taglieri di<br />
salumi e formaggi. Sabato e domenica brunch all’insegna del bio con l’insalatina che Maria<br />
Vittoria Resta Pallavicino porta dalla bassa bresciana, torte salate e centrifugati freschi, tè verde<br />
giapponese oltre alla possibilità di iscriversi a gruppi d’acquisto e ritirare la propria cassetta di<br />
ortaggi e frutta bio. Quanto al menu, semplicità e stagione regnano sovrane: finito il gazpacho,<br />
ora iniziano le zuppe di legumi…<br />
Consigliato per<br />
chi sogna un brunch newyorchese, ha voglia di un aperitivo underground come a Berlino o di un drink<br />
post installazione, e scopre che tutto questo si trova a un quarto d’ora dal centro<br />
TAVERNA GUYOT<br />
via Arnaldo da Brescia, 3<br />
02-87237103<br />
chiuso sabato a pranzo e domenica<br />
Qui tutto sa di vino: dal nome che omaggia monsieur Guyot, inventore di un<br />
sistema di potatura della vite, agli arredi che includono un tino trasformato<br />
in bancone, legni di botte a vista sul soffitto o usati come pioli delle scale.<br />
Immancabili mattoni a parete, ma con il tocco originale di bottigliere in ferro<br />
traforato e led luminosi multicolore. Il locale di Marco (in sala) e Corrado<br />
(sommelier), con il giovane Alberto in cucina, è all’Isola, dietro l’Alcatraz e ha<br />
il grande pregio di non tirarsela, pur avendo una bella cantina di 400 etichette<br />
italiane con qualche escursione straniera, e di fare un’interessante piccola<br />
cucina che punta a risotti e prodotti di ricerca come il gorgonzola di capra<br />
affinato in petali di rosa e frutti rossi. Inaugurato da qualche mese, ora lancia<br />
un aperitivo con vino e pinxtos (stuzzichini) all’italiana (6 euro), mentre<br />
venerdì e sabato sera si trasforma in lounge bar con pouf e lampade per un<br />
post-work o un pre-dinner (questione di punti di vista) vinoso.<br />
RIENTRO LENTO<br />
ARIA DI VACANZA ANCHE IN CITTÀ<br />
MUDRA – NATURAL CAFÉ<br />
piazza XXIV Maggio, 8<br />
345-4512459<br />
chiuso lunedì<br />
Smoothie & Natural happy hour. In un rilassante cortiletto<br />
interno, appena ristrutturato, lontano dal concitato<br />
movimento della vicina Darsena, una manciata di tavolini<br />
all’ombra di grandi ombrelloni sono la deliziosa cornice<br />
per gustare, soli o in compagnia, uno smoothie di frutta<br />
fresca (come il “Bicchiere salute” con mela, kiwi e aloe<br />
vera, 4,50 euro), un vegappuccio con latte di soia (da<br />
provare!) o, all’aperitivo, un calice di vino biologico del<br />
Garda accompagnato da torta salata e assaggi a tema (9<br />
euro) scelti dal menu che viene proposto non stop dalle<br />
10 alle 23. Paladini della cucina naturale quindi bio, Marco<br />
e Monica sono gli unici in città ad avere i prodotti della<br />
cucina Glisber, 100% vegetale.<br />
RONCHI MILANO<br />
viale Piave, 8<br />
02-76319237<br />
sempre aperto<br />
Ice-cream artigianale. L’elegante loft d’ispirazione<br />
newyorchese inventato da Riccardo Ronchi (che ha<br />
vissuto oltreoceano, e lì si prepara ad aprire la sua seconda<br />
boutique del gelato) è l’indirizzo giusto per chi ha ancora<br />
voglia di un cono da gustare appoggiato ai tavoli fatti<br />
con legno decapato da pavimenti indiani, mentre sfoglia<br />
un libro o osserva il lavoro dei gelatieri nel laboratorio a<br />
vista. Latte a km zero e frutta freschissima danno vita a<br />
24 gusti a rotazione: cannella, latte macchiato, melone,<br />
un’incredibile yogurt con fragoline di bosco, che sembra<br />
di leccare frutta fresca. E poi ci sono yogurt ricoperti<br />
di granola, frullati e granite, mentre si prepara l’arrivo<br />
autunnale di cioccolata calda, semifreddi e crêpes.<br />
LA MAISON DU MEKONG<br />
via Meucci, 39<br />
02-27221341<br />
da martedì a venerdì dalle 14.30 alle 18.30. Sabato e festivi<br />
dalle 11 alle 19<br />
Tè dall’Indocina. Al secondo piano di Cargo, contenitore<br />
di prodotti e idee nell’ex fabbrica di Ovomaltina, è nata<br />
un’incredibile sala da tè d’ispirazione indocinese che<br />
racconta di viaggi in terre lontane: tavolini cinesi d’epoca<br />
da Pechino, sedie di design classico, divani in pelle e<br />
contenitori in lacca regalano un’atmosfera davvero fuori<br />
dal tempo e da schemi urbani. Qui, in controtendenza<br />
a Facebook, si viene per conversare anche se esiste il<br />
wireless: protagonista assoluto, tra un ritratto di Edith Piaf<br />
e uno di Josephine Baker, il tè servito in foglia in oltre 40<br />
tipologie con clessidra per misurare l’infusione, mentre<br />
a pranzo si ordinano piatti in stile franco-vietnamita.<br />
Attiguo il negozio Dammam Frères dove acquistare i tè<br />
che si assaggiano in sala.<br />
MARI&CÒ<br />
via Ampola, 18<br />
02-83920<strong>91</strong><br />
sempre aperto<br />
C’era una volta Marinella Rossi di Pantagruel, donna di eventi e di food, già<br />
chef-patronne del Genovese in via Conchetta, e mamma di tre figli meravigliosi:<br />
con il più grande Enrico, giovane ma già esperto cuoco, condivideva il progetto<br />
di una nuova insegna. Un incidente in moto glielo ha portato via ma Marinella<br />
non si è fermata e Mari&cò (acronimo dei loro nomi) ha da poco aperto in una<br />
ex-fabbrica degli anni Venti, a metà di via Ripamonti, che lei ha saputo arredare<br />
in modo strepitoso e unico. Non è un catering, nemmeno un banqueting, tanto<br />
meno una location o un ristorante: ma un luogo dove Marinella (con gli amici<br />
chef di Enrico) “fa da mangiare e lo veste” come solo lei sa fare. Una sorta di chef<br />
a domicilio ma solo per chi entra in sintonia con la sua filosofia, dove il prodotto<br />
di primissima qualità (che sia il pane di Eugenio Pol o il pomodoro di Barone)<br />
resta il protagonista. Grandi lampadari-nido, pouf viola e beige e scaffalature<br />
vintage che traboccano di stoviglie e libri sono la suggestiva cornice dei piani<br />
cottura oltre che teatro della neonata Fondazione Giard’ino che con la cucina<br />
(corsi, laboratori e incontri) vuole aiutare i ragazzi in difficoltà.<br />
Consigliato per<br />
chi ha voglia di dire-fare-cucinare qualcosa di diverso, un diverso che oltre a essere bello<br />
e buono fa pure del bene<br />
BUONAPARTE CONCEPT BAR<br />
Foro Bonaparte, 52<br />
02-36728213<br />
chiuso lunedì sera<br />
wi-fi<br />
Nuova insegna all-day che omaggia il nome della via con arredi e lampadario<br />
in stile impero, un lungo bancone dove vengono shakerati cocktail classici<br />
e frozen alla frutta, e un happy hour (7 euro) con micro-buffet di fritti (olive,<br />
crocchette, pollo, salatini) e piattini di appetizer serviti (fichi e lardo, carpaccio,<br />
spiedini di salmone). Martedì e giovedì, dj set con Fabolous.<br />
Da non perdere<br />
per una serata alcool-free, il succo di frutta 100% naturale Power (con ginseng,<br />
guaranà e pompelmo rosa), quello bio sambuca-mirtillo e una delle nove minerali<br />
della water collection<br />
PETIT JARDIN<br />
via Ripamonti, 298<br />
02-57303526<br />
chiuso lunedì<br />
no wi-fi<br />
Il locale fatto nascere da Lucio Nisi, creatore del Plastic, sulle ceneri di una<br />
vecchia trattoria milanese con giardino, funziona anche a pranzo, cena e per<br />
il brunch, ma è all’aperitivo (7/8 euro con nutrito buffet) e dopo che, sotto il<br />
pergolato, attorno al biliardo con tappeto azzurro e sui divanetti lounge, dà il<br />
meglio di sé. Il giovedì live jazz e il venerdì dj set con Nicola Guiducci.<br />
Da non perdere<br />
dal 12 settembre, la domenica dalle 19 alle 24 ritorna l’aperitivo in collaborazione con<br />
radio 105 Classics e con le perle introvabili del dj Marcello Concertino<br />
© Giulia Marta Marangione<br />
new york<br />
POPBAR<br />
5, Carmine Street<br />
001-212-2554874<br />
Ingredienti e metodo italiano, ma creatività e design della Grande mela: così<br />
nasce il divertente e goloso Popbar, regno dello stecco gelato più glam del<br />
momento. Spuntato nel West Village newyorchese, fa tornare tutti bambini,<br />
con una marcia in più: dimenticate il “mottarello” anni Settanta, qui lo stecco<br />
si veste di gelato, sorbetto e yogurt in molteplici gusti stagionali che vengono<br />
ricoperti a piacere con granola di nocciole o pistacchio, polvere di caffè o<br />
cioccolato fuso. In fila come tanti soldatini colorati gli stecchi ti guardano dal<br />
bancone, ma tu puoi chiedere il tuo popbar personale, con la combinazione<br />
che più ti diverte, mentre allunghi lo sguardo sul retrostante laboratorio a vista<br />
dove i gelati vengono creati. In alternativa si ordinano milk shake e smoothie in<br />
multi-combinazione come gli stecchi, mentre – notizia dell’ultima ora – il locale<br />
si prepara all’inverno con caffè, cappuccini e cioccolate. La curiosità: ebbene sì,<br />
uno dei due fondatori è originario di Milano.<br />
Consigliato per<br />
passeggiata di fine estate con leccornia alla mano che è già oggetto di culto<br />
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dI MIRTA OREGNA