Risalita dopo la discesa - Il Friuli

IL MENSILE DELL’ECONOMIA
BUSINESS
Supplemento al numero 8 del 26 febbraio 2010
del settimanale il Friuli - direttore Giovanni Bertoli
A cura di Rossano Cattivello
ilFRIULI
magazine
enzo pertoldi
futuro d’acciaio
la siderurgia friulana
si ripensa e ristruttura
ombelico del mondo
occasione storica per essere
una piattaforma logistica
a caccia di mercati
sempre più aziende votate
all’export contro la crisi
Risalita dopo la discesa

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Sommario
8
25
40
Supplemento al numero 8
del 26 febbraio 2010
del settimanale Il Friuli
direttore Giovanni Bertoli
a cura di Rossano Cattivello
rossano.cattivello@ilfriuli.it
grafica: Vittorio Regattin
26 FEBBRaio 2010
46
73
79
Speciale
Più scura è la notte, più audace il leone
Il futuro del nostro acciaio
Serve un nuovo equilibrio
L’arte di tirare la cinghia
Ricerca su prodotto e cura dei mercati
Cambio di mentalità
società per la pubblicità
5
Sistemi produttivi 20
Come essere vincenti in fiera
Brand a doppia lama
Ricetta Fiat per la sedia
La giusta cura per il distretto
Vademecum salvavita
Industria 30
Innovazione ad acqua
Professionisti della lamiera
Saldare il futuro
Boccate d’aria
Qualità al microscopio
Energia liscia come l’olio
Cooperative 44
Impulso internazionale
Logistica
Al centro del mondo
Mediterraneo mare ‘caldo’
I vantaggi di pensare in grande
Il segreto della puntualità
La marcia in più della flessibilità
Costruzioni
Vea, ora tocca ai privati
46
56
Terziario 58
Un aiuto per idee vincenti
L’occhio che mappa il mondo
Alberghi di montagna
Business espresso
Carrello alternativo
La conciliazione entra in officina
Turismo a tavola
La spezieria degli Anni 2000
Turisti coccolati
Rubriche 74
Alpe Adria
Meta management
Design
Diritto del lavoro
Fisco
Per la tua pubblicità Euronews Srl
piazza I Maggio, 4 33100 Udine
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ilFRIULI BUSINESS 3

4 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

Le prospettive a oggi dell’economia
europea non si discostano
dalle previsioni degli ultimi
mesi, ovvero ripresa lenta e volatile
con up and down per questo anno e il
prossimo e un sistema creditizio ancora
impegnato a ristabilire i parametri
come da direttive comunitarie.
All’orizzonte, però, si materializzano
variabili che potrebbero influenzare la
gracile e altalenante learning curve
della ripresa. Ci riferiamo al raffreddamento
pilotato delle economie dei
Paesi Bric, al caso Iran e alle economie
europee di Paesi come Grecia e Portogallo.
I prossimi due mesi diranno
qualcosa di più in merito.
Finanza ancora soFFerente
L’incertezza domina, quindi, non
solo imprenditori e manager, ma
anche i risparmiatori che non sanno
come proteggersi: i depositi rendono
zero, l’azionariato è al momento troppo
rischioso, forse i corporate bond
dalla A in su sono sufficientemente
remunerativi e a basso rischio, oppure
quelli governativi che però rendono
poco e niente, allora forse meglio le
obbligazioni bancarie Tier 1.
Comunque, chi se la sente può
interpretare, personalizzando, la considerazione
che “più scura è la notte,
più audace è il leone”.
Povero Paese
Per quanto concerne il nostro Paese,
l’esigenza di riforme per liberalizzarlo
e liberare così energie positive si fa
sempre più pressante. Serve un’amministrazione
moderna e non burocratica,
una fiscalità liberale che non serva a
finanziare anche le storture del Paese.
Detto più volte, ora molti lo fanno presente
ed è un’esigenza sentita dai più.
Purtroppo, nonostante l’urgenza,
dovremo attendere sin dopo le elezioni
amministrative, auspicando che, poi,
26 FEBBRaio 2010
L’OPINIONE
Più scura è la notte,
più audace è il leone
Gianpietro Benedetti
L’incertezza continua a
dominare e l’Italia non
dimostra di voler invertire
la china della decadenza:
la società civile dovrebbe
riconsiderare quanto sia
importante il contributo che
l’industria dà per il benessere,
il progresso e il futuro
delle nuove generazioni,
agevolandone di conseguenza
le condizioni operative
FUGA DALL’IMPRESA
Sono sempre più numerose
le aziende che dismettono o
ridimensionano fortemente, in
mancanza anche delle tanto
auspicate riforme
le riforme si possano e si vogliano
attuare.
Sta di fatto che l’environment del
nostro Paese per stimolare l’intraprendere
non è friendly ed è al 76°
posto nel mondo, precipitato continuamente
negli ultimi 20-30 anni
per ritrovarsi in coda a molti Paesi
in via di sviluppo.
scarso aPPeal Per gli investimenti
La conferma di questo scarso appeal
del sistema Italia è evidenziato
da investimenti esteri praticamente
inesistenti e dal forte calo di quelli
nazionali.
Inoltre, preoccupa il fatto che siano
sempre più numerose le aziende che dismettono
o ridimensionano fortemente,
ben oltre il 20-30% che potrebbe
comunque essere proporzionato alla
situazione in corso.
La società civile dovrebbe riconsiderare
quanto sia importante il
contributo che l’industria dà per il
benessere, il progresso e il futuro delle
nuove generazioni, agevolandone di
conseguenza le condizioni operative.
la Pagella italiana Peggiora
A questa situazione, già di per sé
negativa, si aggiungono episodi sconfortanti
quali quelli di corruzione diffusa
che dilagano in tutto il Paese e arco
dello schieramento politico. Episodi
miseri e tristi, che vanno a braccetto
con la decadenza e che allarmano
non poco.
Tutto ciò non migliora certo la pagella
del nostro Paese nei confronti di
chi valuta se intraprendere e investire.
Se non si agirà velocemente e costruttivamente,
badando al sodo per
rettificare questa situazione, va messo
in conto che il peggio deve ancora
arrivare.
Sosteniamo chi opera con i fatti per
venirne fuori al più presto.
ilFRIULI BUSINESS 5

Il futuro del
nostro acciaio
Il Friuli produrrà ancora acciaio
in futuro? La risposta
non è scontata, né in un
senso, né nell’altro. Il tessuto
produttivo siderurgico locale,
lungo la sua filiera dalle acciaierie
ai laminatoi, rimane in forte
tensione. Colpa di un cambio
epocale in termini di mercato
e di centri di produzione. Quel
che rimane certo, comunque, è
che il grado di sviluppo e, quindi,
di benessere di un sistema
territoriale, sia esso continente,
Paese o regione, si misura sul
consumo pro capite di acciaio.
Un principio che rimarrà valido
anche in futuro. Le aziende del
settore si concentrano soprattutto
in provincia di Udine,
mentre a Trieste è ancora attivo
un insediamento produttivo,
quale la ferriera di Servola,
con problematiche peculiari e
prospettive più gravi rispetto al
contesto generale.
L’industria ‘pesante’ rimane
strategica per l’economia friulana,
nonostante più volte nel
corso degli ultimi anni se ne
sia presagita la scomparsa e,
addirittura, l’inutilità. Di certo
deve fare i conti con le mutate
condizioni di mercato, in cui i
tradizionali mercati di sbocco
sono in flessione. Mentre nei
Paesi Bric la crescita produttiva
continua e arriverà a saturare il
loro mercato interno, i produttori
europei sperano che i propri
concorrenti “tirino le cuoia” prima
di loro, lasciando uno spazio
sufficiente si sopravvivenza.
Ovviamente, non è questa la
strategia più lungimirante.
Partendo dalla consapevolezza
di questo scenario e di queste
prospettive, le aziende friulane
della siderurgia stanno già perseguendo
proprie strategie di
difesa e, se possibile, di sviluppo.
L’unica certezza, comunque, è
che in futuro si dovrà produrre
di meno.
INCHIESTA
Siderurgia Sotto eSame
L’industria di base deve fare
i conti con un mercato in cui
L’offerta è superiore aLLa
domanda, con L’aggravio dei
soLiti handicap strutturaLi
rimasti ancora irrisoLti
6 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

Serve un nuovo equilibrio
Ricerca di un nuovo
equilibrio. Le aziende
friulane del settore,
cioè, devono fare i conti
con un mercato mutato e
un assetto produttivo che ha
spostato fuori dall’Europa
la propria capitale. La sfida
si può ancora vincere, però,
come spiega Chiara Valduga,
presidente del Gruppo
Cividale.
- Dopo il crollo dello
scorso anno, quali segnali
manifesta il mercato
dell’acciaio, come anche
delle fonderie, in questo
momento?
“Il 2010 sarà un anno
difficile. La crisi, che si è
radicata in un tempo brevissimo,
durerà ancora a
lungo. Lo scenario mondiale
è cambiato: basta pensare
che la Cina, che a luglio
per la prima volta nella sua
storia ha superato l’asticella
delle 50 milioni di tonnellate
prodotte in un solo mese, se
continuerà con questi ritmi
produttivi, raggiungerà a breve
una produzione di 500-600 milioni
di tonnellate, con un surplus
di quasi 100 milioni di tonnellate
rispetto alla capacità di assorbimento
del mercato interno. Se
pensiamo che la produzione del
vecchio continente è di circa 150
milioni di tonnellate, possiamo
facilmente capire le dimensioni
del problema.
Fortunatamente, le grosse aziende
del settore possono contare
sulle riserve accumulate negli
ultimi anni, contraddistinti da
un ciclo estremamente favorevole.
Per quanto riguarda il nostro
settore specifico, quello della
fonderia di acciaio, il calo
dell’acquisito è stato certamente
significativo, ma fortunatamente
mitigato dai significativi portafogli
d’ordini con cui si era chiuso
l’esercizio 2008.
26 FEBBRaio 2010
CHIARA VALDUGA
(Gruppo Cividale)
Chiara
Valduga
Attualmente, cominciamo a
notare qualche segnale positivo
a partire da un certo ottimismo
che ritorna nei clienti dell’energia
e dell’oil gas, tra i principali settori
ai quali vendiamo i nostri prodotti,
ma i livelli di acquisizione
permangono piuttosto bassi”.
- Quale futuro può avere il
sistema siderurgico friulano?
“Non essendosi ancora manifestati
segnali univoci e certi di
inversione congiunturale, ritengo
continueranno a pesare negativamente
i bassi livelli di utilizzo
della capacità produttiva.
Considerando, tuttavia, che ben
difficilmente potremo tornare ai
livelli di produzione del 2006-
2008 è a mio avviso necessario
che le imprese si adeguino ai
mutati volumi produttivi cercando
di raggiungere un equilibrio
economico anche in presenza
INCHIESTA
“La nostra ricetta si basa su diversificazione di prodotto
e di mercato, integrazione del processo e innovazione”
di fatturati inferiori del 20-30%
rispetto agli ultimi anni”.
- Quali handicap rimangono
più penalizzanti in questo momento?
“Permangono, purtroppo, penalizzanti
tutte le voci di costo
che non ci consentono di affrontare
ad armi pari la concorrenza
degli altri Paesi, a partire dal
costo dell’energia e dalla pressione
fiscale. A questo proposito, in
particolare, ritengo che il governo
debba affrontare il tema dell’Irap,
una tassa che va a penalizzare le
aziende che impiegano maggiore
manodopera.
Ritengo, inoltre, estremamente
penalizzante la burocrazia che le
aziende devono continuamente
affrontare: la cultura del ‘no’
che, ormai, ha preso completamente
piede nel nostro Paese e
che blocca ogni progetto e ogni
iniziativa, sottoponendola a
iter autorizzativi lentissimi”.
- Quali sono gli elementi
portanti della vostra strategia
di medio termine?
“Parlando del Gruppo Cividale,
che ha nella fonderia
di acciaio e ghisa e nella
forgia il suo core business,
riteniamo indispensabile
perseguire la strategia, già
attuata negli ultimi anni,
fondata sulla diversificazione,
sull’integrazione e
sull’innovazione continua.
Nella diversificazione di
prodotti, pur perdendo
qualcosa in efficienza, abbiamo
infatti sempre optato
per ampliare il più possibile
la gamma dei prodotti offerti
e dei settori cui indirizzarli,
dall’energia all’oil gas, dal
siderurgico al navale, dalla
meccanica all’automotive,
dal ferroviario all’elettrodomestico.
Diversificazione
è anche di mercati, con le
recenti aperture ai mercati
statunitense, russo e
indiano.
L’integrazione del processo
produttivo punta a consegnare i
pezzi, che inizialmente venivano
consegnati grezzi, completamente
finiti. Importanti, in questo senso,
sono stati gli ultimi investimenti
realizzati.
Con l’innovazione, poi, puntiamo
a realizzare i pezzi sempre più
sofisticati e difficili, seguendo i
clienti nei nuovi progetti, cercando
di sfruttare le esperienze che ancora
mancano a quelli che venivano
chiamati i Paesi emergenti. A questo
proposito stiamo ultimamente
lavorando per avere le qualifiche
che ancora ci mancano nel settore
dell’energia nucleare.
Riteniamo fondamentale la valorizzazione
del know-how e della
competenza dei collaboratori, che
rappresentano indubbiamente il
nostro vantaggio competitivo”.
ilFRIULI BUSINESS 7

INCHIESTA
L’arte di tirare la cinghia
FEDERICO PITTINI
(Ferriere Nord)
Federico Pittini
Conquistare nuovi mercati,
inventare nuovi prodotti
e anche rendersi più
flessibili: alla fine, però, se i costi
strutturali del sistema Paese rimangono
pesante zavorra al piede
della siderurgia locale, la sfida
globale è ben difficile da vincere.
Lo rimarca Federico Pittini,
amministratore delegato delle
Ferriere Nord, azienda leader nel
settore dell’acciaio da costruzione.
- Dopo il crollo dello scorso
anno, quali segnali manifesta
il mercato dell’acciaio in questo
momento?
“Con l’estate del 2008 per l’acciaio
si sono conclusi cinque anni
di vacche grasse. Poi, è subentrata
una crisi strutturale profonda
che ha colpito la vecchia Europa,
dove il mercato è ormai maturo,
in misura maggiore rispetto ai
Paesi in fase di sviluppo.
La crisi, essendo strutturale,
ovviamente non è affatto superata.
Anzi. In Europa continuiamo
“La politica, di qualsiasi schieramento, deve rendersi conto dell’importanza
del manifatturiero e delle proprie principali aree produttive”
a produrre più di quello che consumiamo.
La capacità esortativa
è debole a causa dei maggiori
costi, da quelli ambientali a quelli
del costo del lavoro, per citare
soltanto i più significativi. A queste
nostre debolezze si aggiunge
una crescita produttiva dei Paesi
Bric dalle dimensioni e tempi
mai visti”.
- Quali sono, quindi, le prospettive
per i prossimi anni?
“Saranno necessari alcuni anni
di revisione. Una fase che coinvolgerà
tutto l’apparato siderurgico
europeo. Secondo le
previsioni più accreditate, si
stima un ridimensionamento del
20% della capacità produttiva.
Purtroppo, il mercato non può e
non vuole ricevere di più”.
- Quale futuro può avere il
sistema siderurgico friulano?
“L’annunciato disinteresse dei
russi per gli stabilimenti italiani
e i disagi ambientali per i
quartieri a ridosso, potrebbero
portare a un epilogo scontato per
la ferriera di Servola a Trieste.
Ci potrebbe essere, poi, un ridimensionamento
dei laminatoi
realizzati nella Bassa friulana.
Più in generale, però, ogni azienda
del settore dovrà guardarsi
al proprio interno. Anche noi
dovremo adottare una politica
attenta e tirare la cinghia”.
- Quali handicap rimangono
più penalizzanti in questo
momento?
“La politica, di qualsiasi schieramento,
deve rendersi conto
dell’importanza del manifatturiero
e delle proprie principali
aree produttive. Servono agevolazioni,
non economiche, ma
burocratiche. Serve ripensare
l’approvvigionamento energetico
per ridurre i costi. Nel nostro
caso, dopo nove anni, sarebbe
importante ricevere il permesso
per costruire la linea di interconnessione
con l’estero per poter
contare su un costo energetico
finalmente europeo. Altro paradosso
è quello legato alla nostra
materia prima. Soltanto in Italia
il rottame è considerato un rifiuto,
mentre negli altri Paesi gli
è riconosciuto il ruolo, appunto,
di materia base per il sistema
siderurgico. Tanto che alcuni
Paesi, resisi conto di quanto sia
strategico l’approvvigionamento
di rottami, ne hanno limitato o
addirittura vietato l’esportazione.
Parlo di realtà come la Russia,
l’India, ma anche la Svizzera”.
- Quali sono gli elementi
portanti della vostra strategia
di medio termine?
“Operiamo in un segmento
di forte verticalizzazione, in
cui il bacino commerciale per
garantirsi la remunerabilità del
prodotto è di mille chilometri
via terra. Via mare, invece,
l’orizzonte di mercato è tutta
l’area del Mediterraneo, verso cui
imbarchiamo ogni anno 300mila
tonnellate di prodotto”.
8 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

26 FEBBRaio 2010
EXPORT SIDERURGICO DEL FVG
Fonte: istat
Dati in tonnellate
Negli ultimi due anni si è assistito a una
progressiva diminuzione dei volumi di
materiali siderurgici esportati dalla nostra
regione. Il trend all’inizio del 2009 ha portato
a quasi un dimezzamento dell’export
di questo settore. Secondo le analisi
di Confindustria, poi, a fine anno il prezzo
dei prodotti finiti è diminuito del 30%
rispetto allo stesso periodo del 2008.
L’utilizzazione degli impianti, a consuntivo
del quarto trimestre 2009, è risultata
del 57,4 per cento. Mediamente,
gli ordini in portafoglio garantiscono
all’articolato settore siderurgico della
nostra regione un carico di lavoro pari
a 37 giorni.
Traguardando il breve periodo, si
registra uno scenario in prevalenza di
stabilità. Nell’indagine congiunturale di
Confindustria del Friuli Venezia Giulia,
realizzata attraverso interviste alle
aziende associate, l’80% degli operatori
del settore siderurgico prevede per il
primo trimestre del 2010 un stabilità dei
livelli produttivi, mentre il 17% annuncia
un prevedibile aumento. Domanda
interna ed export seguono il medesimo
trend: per il 31% del campione industriale
aumenteranno, mentre per il
65-67% rimarranno invariati. Stabilità
anche per l’occupazione, per la quale
comunque già da diverso tempo si fa
ricorso agli ammortizzatori sociali.
Anno
Periodo 2008 2009
1° trimestre 609.563 403.958
2° trimestre 720.565 410.310
3° trimestre 601.759 460.718
4° trimestre 531.276 -
PREVISIONI PER L’INIZIO DEL 2010
Fonte: Confindustria Fvg
% risposte
Lavorazione metalli + = -
PRODUZIONE 17% 80% 4%
DOMANDA INTERNA 30% 67% 3%
DOMANDA ESTERA 31% 65% 4%
OCCUPAZIONE 0% 96% 4%
ilFRIULI BUSINESS 9

INCHIESTA
Ricerca sul prodotto
e cura dei mercati
Una boccata d’ossigeno,
che però obbliga
ancora a navigare a
vista. Dopo aver toccato il
fondo della crisi, secondo il
presidente di Abs, Carla De
Colle, il mercato sta registrando
timidi segnali positivi,
che comunque non può
far dimenticare la strategia di
innovazione di prodotto necessaria
alle aziende friulane,
in particolare all’acciaieria
operante nella zona industriale
udinese, specializzata
in acciai speciali.
- Dopo il crollo dello scorso
anno, quali segnali manifesta
il mercato dell’acciaio
in questo momento?
“Da alcuni mesi è in atto
una ripresa della domanda,
ancora timida nell’ultimo
scorcio del 2009, più
marcata in questa inizio
d’anno. Essa non riguarda
ancora tutti i settori su cui
impatta la nostra attività, ciò
nonostante essa incoraggia
maggiore ottimismo.
Si tratta, probabilmente, di
una situazione da leggersi in
un contesto di ricostituzione
delle scorte dopo mesi e mesi
di destoccaggio e non individua
ancora una vera ripresa
del ciclo economico per il
quale è da attendere probabilmente
l’anno prossimo”.
- Quale futuro può avere
il sistema siderurgico friulano?
“La vocazione all’innovazione
di prodotto delle aziende
siderurgiche friulane,
unitamente a un’attenzione
ai mercati internazionali di
sbocco, possono garantire
nel medio e lungo termine la
strada per la sopravvivenza e
lo sviluppo”.
- Quali handicap rimangono
più penalizzanti in
CARLA DE COLLE
(Acciaierie Bertoli Safau)
Carla
De Colle
La crisi di enorme portata che
stiamo vivendo ha permesso
e provocato una riflessione
e un agire per ridisegnare la
strategia per gli anni futuri”
La flessibilità, seppur
all’interno di una seria
pianificazione, è essenziale
per poter rispondere a
un mercato così nervoso”
questo momento?
“L’incertezza sulla durata
e la consistenza di questa
ripresa sono fattori che pesano
ancora sulle scelte e
gli orientamenti d’acquisto
della clientela, rendendo turbolento
il contesto in cui si
opera. La flessibilità, seppur
all’interno di una pianificazione,
è essenziale per poter
rispondere a un mercato così
nervoso”.
- Quali sono gli elementi
portanti della vostra strategia
di medio termine?
“La crisi di enorme portata
che stiamo vivendo ha
permesso e provocato una
riflessione e un agire per
ridisegnare la strategia per
gli anni futuri.
Possiamo riassumerla in
alcuni concetti fondamentali:
potenziamento commerciale
per poter essere
presenti su nuovi mercati;
allargamento della gamma
produttiva ottimizzando
l’utilizzo dei nostri impianti
per maggiormente inserirsi
in quei mercati dove è
richiesta maggior qualità;
innovazione attraverso ricerca
e sviluppo di nuovi
prodotti tramite anche il
collegamento con Università
locali e non solo; formazione
continua di alto livello sia
a carattere metallurgico sia
tecnico-impiantistico”.
10 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

26 FEBBRaio 2010
ilFRIULI BUSINESS 11

Dall’esperienza ventennale nel settore
dell’impiantistica elettrica industriale,
ESED Engineering deriva le proprie conoscenze
tecniche e ingegneristiche per
la progettazione di impianti fotovoltaici
ed elettrici per complessi abitativi e
industriali.
L’azienda si fonda sulla professionalità
specifica dei propri tecnici che vengono
costantemente aggiornati sulle nuove
tecnologie e dotati della strumentazione
utile a garantire risposte sempre
adeguate e all’avanguardia nei diversi
settori di intervento.
La sua specializzazione nel fotovoltaico
le permette di seguire tutto l’iter di elaborazione
dei progetti e di fungere nello
stesso tempo da consulente per quanto
riguarda:
• espletamento delle pratiche ENEL
• espletamento pratiche GSE per il riconoscimento
della tariffa incentivante.
ESED Engineering è in grado di trovare la
soluzione impiantistica più efficiente per
sfruttare l’energia proveniente dal sole
e di seguire il proprio committente nelle
pratiche per l’incentivazione prevista dal
“conto energia”, che prevede la remunerazione,
da parte del Gestore dei Servizi
Elettrici (GSE), dell’energia elettricaprodotta
dall’impianto per venti anni ad una
tariffa più che doppia del prezzo di quella
che l’utente paga con la fattura ENEL..
Il “conto energia” incentiva l’energia
prodotta da impianti di piccole, medie
e grandi dimensioni connessi alla rete,
ovvero sia in piccole utenze domestiche
che in grandi aziende. Infine ESED Engineering,
grazie ad accordi stipulati con
importanti istituti bancari, mette a disposizione
dei propri clienti una serie di
prodotti finanziari esclusivi, a condizioni
particolarmente vantaggiose e specificatamente
rivolte agli impianti fotovoltaici.
ULTIMO ANNO DI INCENTIVI STATALI.
Il 2010 sarà l’ultimo anno delle incentivazioni
in “conto energia”. Infatti si
prevede che già dal 01.01.2010 e forse
anche prima, ci sarà una drastica riduzione
delle tariffe incentivanti riconosciute
dal GSE, pertanto quest’anno potrebbe
essere una vera e propria corsa
contro il tempo per garantirsi l’accesso
alle agevolazioni ancora in vigore a favore
dei privati e imprese che andranno
a dotarsi di pannelli fotovoltaici.
1 2 ilFRIULI BUSINESS
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26 FEBBRaio 2010
IL PERSONAGGIO
Cambio di
mentalità
Enzo PErtoldi - Dobbiamo affrontare le
conseguenze Di un Declino inevitabile, Da cui però
è possibile risollevarsi: gli imprenDitori Devono
tagliare gli sprechi e i rami secchi, purtroppo
l’occupazione in generale ne risentirà, ma solo
così si potrà cogliere la ripartenza. il pubblico
non sta facenDo la sua parte: le azienDe cinesi
non sarebbero così forti senza l’aiuto statale.
la regione metta attorno a un tavolo friulia,
meDiocreDito e confiDi per ristrutturare il
sistema Di sostegno alle imprese locali.
Ripensare l’organizzazione produttiva e
finanziaria e ripensarsi in tale contesto.
Enzo Pertoldi chiede questo sforzo a tutti
gli attori dell’economia locale, imprenditori, tecnici
e politici. Per il presidente del Confidi Friuli,
frutto dell’aggregazione tra quelli di industria e
commercio della provincia di Udine, siamo entrati
in una fase di declino inevitabile, causa una
crisi senza precedenti, da cui, però, è possibile
risollevarsi. Ecco come, secondo l’imprenditore
titolare della Friulprint di Tarcento.
- Perché il processo di fusione tra Confidi in
regione è stato e continua a essere, in generale,
lungo e complesso, incontrando resistenze
territoriali?
“Le fusioni non sono mai facili. Perché riescano
bisogna trovare il momento giusto per le parti
coinvolte. Quando ero vicepresidente del Confidi
Industria, l’idea dell’aggregazione è sempre
stata presente, ma tutti gli sforzi fatti non hanno
portato a soluzioni possibili. Personalmente,
credevo in un Confidi provinciale per poi arrivare
all’aggregazione regionale. È un percorso
complesso, ma io rilancio: si dovrebbe cominciare
a lavorarci sopra con impegno. Il Confidi Friuli,
che unisce industria e commercio, è un esempio
virtuoso. Anche per la rapidità con cui è stato
concretizzato”.
- È destinata a farsi più accesa la concorrenza
tra consorzi?
“Penso di sì. Ed è proprio il motivo per cui
dobbiamo cercare di fare massa. C’è il rischio,
altrimenti, che arrivino altre realtà in regione”.
- La giunta Tondo annuncia fondi anticrisi,
soprattutto a sostegno del credito delle Pmi,
ma poi il meccanismo sembra incepparsi, tra
resistenze delle banche e complessità burocratiche:
quale opinione si è fatto sulla vicenda?
“È, innanzitutto, un problema di risorse. Non
ce ne sono più in abbondanza e ne prendiamo
atto, ma va anche detto che la Regione non
sempre si è mossa al meglio. Abbiamo ascoltato
grandi proclami e spesso siamo rimasto delusi. I
regolamenti sono farraginosi e i tempi di accesso
al credito sono lunghissimi. Il risultato è che ciò
che è stato stanziato è rimasto fermo per troppo
tempo ed è, di fatto, inutilizzabile. Le aziende
dalla fine del 2008 avevano bisogno di risposte
immediate e solo i Confidi con le banche sono
riusciti in parte a esaudire”.
- Il modello finanziario e bancario di servizio
alle imprese è destinato a mutare?
“La crisi, una crisi epocale, cambierà molte cose.
Non solo le strategie aziendali, ma anche i rapporti
tra imprese e banche, tra Stato ed economia. Difficile
prevedere, oggi, quello che accadrà. In tempi brevi,
purtroppo, mi aspetto problemi per l’occupazione
perché gli aiuti, ancora per un po’, continueranno a
non arrivare direttamente agli imprenditori. Sopravvivere
e investire in questo momento di restrizione
diventa difficile senza aiuti”.
ilFRIULI BUSINESS 13

Recapiti dei Centri per l’impiego
della Provincia di Udine
Cluster CPI RECAPITI TELEFONICI FAX MAIL INDIRIZZO
Alto Friuli
Medio Friuli
Friuli Centrale
Basso Friuli
CPI Gemona
del Friuli
0432 981 033 informazioni utenza
CPI Pontebba 0428 90 932 informazioni utenza
CPI Tolmezzo 0433 23 02 informazioni utenza
CPI Codroipo 0432 906 252 informazioni utenza
CPI S.Daniele
del Friuli
0432 957 248 informazioni utenza
CPI Tarcento 0432 785 397 informazioni utenza
CPI Cividale
del Friuli
0432 731 451 informazioni utenza
0432 701 125 informazioni utenza
Sportello Manzano 0432 740 644 informazioni utenza
CPI Udine
CPI Cervignano
del Friuli
CPI Latisana
Recapiti dei Centri per l'Impiego della Provincia di Udine
0432 209450 e 209453 info utenza
0432 209430, 209431 e 209451 info aziende
0432 209433 e 209460 info mobilità
0432 209452, 209438 e 209455 ricerca personale
0432 209 410 collocamento obbligatorio aziende
0432 209 412 collocamento obbligatorio lavoratori
0432 209400 centralino
0431 388 211 informazioni utenza
0431 50 264 informazioni utenza
0431 59 545 informazioni utenza
Sportello Lignano 0431 427 041 informazioni utenza
0432
970 315
cpi.gemona@provincia.udine.it
Via Santa Lucia, 25/27
33013 Gemona del Friuli
1 4 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010
0428
903 97
0433
405 89
0432
912 710
0432
942 504
0432
784 383
0432
704 672
0432
740 644
0432
209 570
0431
388 288
0431
512 298
0431
427 041
www.provincia.udine.it/lavoro
cpi.pontebba@provincia.udine.it
cpi.tolmezzo@provincia.udine.it
cpi.codroipo@provincia.udine.it
cpi.sandaniele@provincia.udine.it
cpi.tarcento@provincia.udine.it
cpi.cividale@provincia.udine.it
cpi.manzano@provincia.udine.it
cpi.udine@provincia.udine.it
cpi.cervignano@provincia.udine.it
cpi.latisana@provincia.udine.it
cpi.lignano@provinicia.udine.it
Piazza Garibaldi, 1
33016 Pontebba
Via Matteotti, 19
33028 Tolmezzo
Via Manzoni, 2
33033 Codroipo
Via Udine, 2
33038 San Daniele
Viale Matteotti, 33
33017 Tarcento
Stretta S. Martino, 4
33043 Cividale del Friuli
Via Natisone, 34
33044 Manzano
Viale Duodo, 3
33100 Udine
Via Ramazzotti, 16
33052 Cervignano del Friuli
Via Manzoni, 48
33053 Latisana
Viale Europa, 115
33054 Lignano Sabbiadoro

26 FEBBRaio 2010
Manca una
protezione
dello Stato
e non sempre
può bastare
l’inventiva di
noi imprenditori”
- Come dovrebbero essere ridisegnati
gli strumenti regionali
quali, in particolare, Friulia e
Mediocredito?
“Friulia deve ritornare alla sua
mission originaria. È quello che
serve alle imprese e quello che le
imprese chiedono. Lo può fare
perché ha possibilità finanziarie
e persone professionali in grado
di gestire l’operatività.
Quanto a Mediocredito, andrebbe
rivisto in un’ottica integrata.
Quello che serve è un
tavolo di lavoro che veda seduti
Regione, Friulia, Mediocredito
e Confidi, quale forza che non
può essere sottovalutata. Tutti
assieme saremmo in grado di
ristrutturare l’intero sistema per
il bene delle imprese”.
- Più in generale, da imprenditore,
come immagina l’evoluzione
del sistema produttivo
friulano nel medio periodo?
Dobbiamo ragionare in termini
di decrescita sostenibile?
“L’imprenditore serio, che ha
investito nell’azienda, che ci
crede ancora, farà di tutto per
continuare. Troverà un modo
per farlo. Azzeccherà la strategia
giusta e il mercato più opportuno.
Insomma, il mondo non si
ferma, andremo avanti. Decrescita
sostenibile? La chiamerei
decrescita inevitabile, ma dalla
quale riemergeremo”.
- Come dobbiamo mutare
pelle per sopravvivere?
“Dipende tutto dalla ripartenza
dell’economia: è la questione
chiave. Finché non si muoverà il
sistema internazionale, sul territorio
non potremo fare granché.
Quando ripartirà il mercato, le
aziende avranno già superato una
fase di selezione e procederanno,
se non con passo spedito, con
buon piglio. Certo non torneremo
al 2006 e al 2007, non subito
per lo meno”.
IL PERSONAGGIO
Finché non
si muoverà
il sistema
internazionale,
sul territorio
non potremo
fare granché.
Quando ripartirà
il mercato, le
aziende avranno
già superato
una faSe di
Selezione e
procederanno, se
non con paSSo
Spedito, con
buon piglio”.
Enzo Pertoldi
presidente di
Confidi Friuli;
nelle foto a destra
in riunione nella
propria azienda,
prodotti Friulprint,
e Pertoldi con la
propria collezione
di robot
- Quali settori si salveranno
e quali, invece, dobbiamo rassegnarci
a perdere?
“Credo che in tutti i settori
l’Italia dovrà fare il possibile
per tutelare il manifatturiero
e cioè il Made in Italy. Non
possiamo pensare di diventare
i primi nell’alta tecnologia, ma
nel manifatturiero possiamo
ancora dire la nostra. Dispiace,
tuttavia, vedere che la classe politica
non colga i movimenti del
mercato. Si parla tanto del mercato
cinese, lo si indica come
un’opportunità, ma la Cina
esce al meglio dalle difficoltà
perché gode della protezione
statale. Una protezione che a
noi manca. E non sempre può
bastare l’inventiva”.
Viviamo una faSe
di tranSizione
che impone
all’imprenditore
di rimanere
in piedi in
qualche modo”
- Che lezione ha appreso da
questa fase storico-economica?
“Che davvero una crisi così profonda
non c’era mai stata prima,
al punto da imporre un cambio
di mentalità. A subirne le conseguenze,
lo ritengo purtroppo
inevitabile, è l’occupazione. Non
riusciamo a pagare due persone
per dare un servizio? Dobbiamo
ridimensionarci e pagarne una. Il
costo del lavoro è elevato, troppo
elevato per competere. Naturalmente
intendo il costo aziendale”.
- Come descrive la nuova fase
in cui stiamo entrando e quali
valutazioni può fare?
“È una fase di transizione
che impone all’imprenditore
di rimanere in piedi in qualche
modo. Si contengano le spese, si
taglino i rami secchi, si evitino
gli sprechi, ci si riduca i compensi.
Sono le strategie obbligate
in attesa della ripartenza. Una
ripartenza che mi aspetto nella
parte finale del 2010”.
ilFRIULI BUSINESS 15

1 6 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

Un passo avanti
e due indietro
FVG in Borsa
Eurolandia in soffErEnza pEr
i conti pubblici di alcuni stati,
nonostantE gli incoraggianti
dati congiunturali
Gruppo Banca popolare di cividale
La positiva esperienza maturata da NordEst
Banca sui finanziamenti delle energie rinnovabili
e, in particolare, degli impianti fotovoltaici ha
permesso alla giovane banca del Gruppo Banca
Popolare di Cividale di sviluppare nuovi progetti,
volti a estendere la apprezzata formula “senza
rate” anche al settore dell’agricoltura. i numeri
espressi dall’istituto in meno di un anno sono di
tutto rispetto: 1.000 pratiche presentate, finanziamenti
già erogati per 19,2 milioni di euro su
700 impianti, con una produzione annua attesa
di quattro milioni di kWh. in questo contesto il
nuovo prodotto “Elios Verde”, già attivo presso
le filiali della Banca di Cividale, ha trovato un
grandissimo riscontro e le richieste presentate
in poche settimane prevedono l’erogazione di
oltre tre milioni di euro.
Con Elios Verde l’imprenditore agricolo cede
il credito derivante dal Conto Energia alla banca,
attraverso il quale viene ripagato il costo
26 FEBBRaio 2010
imprese & finanza
si amplia l’offErta di finanziamEnti pEr impianti fotovoltaici
La famiglia Elios cresce
I
timori concernenti la sostenibilità
fiscale delle economie di
Grecia, Portogallo e Spagna
hanno determinato un ulteriore
peggioramento delle condizioni
dei mercati di Eurolandia, facendo
salire i differenziali delle obbligazioni
nazionali rispetto ai bond di
riferimento.
La Grecia versa in gravi condizioni.
I suoi problemi sono di duplice natura:
da un lato la mancanza di competitività
con i mercati internazionali e
dall’altro la minaccia della trappola
del debito legata all’ingente disavanzo
di bilancio statale e all’enorme
deficit delle partite correnti, cui ha
contributo in parte anche il maggior
tasso di inflazione del Paese rispetto
al tasso core dell’area euro.
I mercati azionari hanno perso
ulteriore terreno e i principali listini
europei hanno accusato perdite
medie dell’1-4 per cento
Il presidente Lorenzo Pelizzo
e il direttore Luciano Di Bernardo
dell’impianto. La presenza di un’assicurazione
“all risk” obbligatoria e la garanzia consortile
per i primi 10 anni rafforzano l’operazione. infatti,
il prodotto è pensato per garantire la massi-
Rubrica realizzata
in collaborazione con
Altri indicatori dell’avversione al
rischio hanno sovra-performato e
il dollaro ha ripreso quota. Il franco
svizzero si è apprezzato nei confronti
dell’euro, mentre i mercati a ‘beta’
elevato hanno registrato un andamento
negativo. Le piazze asiatiche
ed emergenti hanno risentito dei
dubbi circa le prospettive dell’economia
europea. I mercati hanno,
altresì, per lo più ignorato gli ultimi
dati congiunturali positivi.
Le gravi pressioni che pesano su
Eurolandia potrebbero finire per
condizionare l’andamento futuro dei
mercati. Tuttavia, i movimenti dei
listini iniziano ad apparire eccessivi
e serpeggia un senso di panico. I
nostri indicatori tecnici rivelano che
i rialzi messi a segno a inizio anno
dalle Borse sono stati in larga parte
riassorbiti e potrebbero, quindi,
prospettarsi buone opportunità di
acquisto.
ma soddisfazione e serenità a tutte le controparti
interessate.
attraverso la formula Elios l’impresa agricola
riesce a finanziare il 100% del costo dell’impianto,
senza alcun esborso monetario. in
questo modo l’agricoltore ottiene un importante
abbattimento dei costi, grazie al fatto che riesce
a produrre l’energia elettrica necessaria alla
propria azienda; se poi ha anche avuto accesso
a contributi in conto capitale per la realizzazione
dell’impianto, ottiene anche una riserva di liquidità,
particolarmente importante in un momento
congiunturale così delicato. a questo si aggiunga
che, ai prezzi attuali degli impianti, il finanziamento
si estingue in meno di 20 anni, assicurando
in questo modo all’imprenditore un “extra
reddito” rilevante per i restanti anni dell’incentivo
in Conto Energia. infine, recenti interventi normativi
garantiscono importanti vantaggi fiscali
in termini di rimborso iva e di inquadramento nei
redditi da impresa agricola, per impianti fino ai
200 kW e in taluni casi fino a mille.
il finanziamento non prevede alcuna spesa di
gestione né di estinzione o decurtazione anticipata,
per cui al titolare viene garantita la massima
flessibilità nella gestione finanziaria.
ilFRIULI BUSINESS 17

FederAzione Bcc
Su quaranta milioni di euro di riSorSe, nel corSo dell’ultimo anno Sono Stati
utilizzati 33 milioni, per la metà attraverSo pratiche geStite dal credito cooperativo
Un sostegno al primario
con il Fondo di rotazione
Un’immagine del convegno
Dei 40 milioni di euro messi
a disposizione delle imprese
agricole dal Fondo di rotazione
regionale nel 2009, ben 33 risultano già
utilizzati. Oltre il 50% delle pratiche
totali sono state evase dalle 15 Banche di
Credito Cooperativo del Friuli Venezia
Giulia. Sono questi i dati più significativi,
emersi nel corso del convegno organizzato
dalla Federazione, Fondosviluppo
e Direzione regionale dell’Agricoltura in
chiusura della fiera Agriest 2010.
“Ancora una volta, i numeri sottolineano
l’importanza di questo strumento
finanziario creato nel 1982 e il forte
legame esistente tra i nostri 219 sportelli,
la Regione e le comunità locali”, ha sottolineato
il presidente della Federazione,
Giuseppe Graffi Brunoro. Un concetto,
quello della valenza del Fondo di rotazione,
sostenuto anche dall’assessore
regionale alle Risorse agricole, Claudio
Violino.
“Dopo i primi 30 milioni di euro stanziati
in un momento di grande difficoltà
per il bilancio della nostra Regione – ha
evidenziato Violino – siamo riusciti a
metterne a disposizione altri 10, vista
la situazione di grave crisi in cui versa
il settore primario”.
Il Fondo di rotazione, strumento di
anticipazione di capitali poco diffuso
nelle altre regioni italiane, in Friuli Venezia
Giulia è stato, invece, molto utiliz-
imprese & finanza
zato sia dalle imprese singole di produzione
sia da quelle di trasformazione e
commercializzazione anche organizzate
in forma cooperativa. Grazie al Fondo,
infatti, le imprese possono rafforzare la
propria struttura finanziaria, nonché
sostenere gli investimenti inerenti la
trasformazione e la commercializzazione
dei prodotti agricoli. In particolare,
le imprese di produzione possono
richiedere finanziamenti per il loro
consolidamento fino a un massimo di
75mila euro (per un minino di 15mila
euro) e che l’intero ammontare venga
erogato con provvista regionale. In questo
caso scatta il tasso zero e la durata
massima è di 5 anni, preammortamento
compreso. Queste imprese possono,
inoltre, far ricorso alla provvista mista:
il finanziamento massimo arriva così
ai 150mila euro, di cui metà erogati
con quota regionale e l’altro 50% con
provvista bancaria. I finanziamenti per
le imprese di trasformazione e commercializzazione
arrivano fino a 500mila
euro (un milione di euro per le coop
agricole): anche in questo caso, l’intero
ammontare può essere erogato o con
provvista regionale o con provvista mista,
modalità che permette di ottenere
fino a 1milione di euro (2 milioni per
le cooperative), di cui il 50% finanziato
con quota regionale a tasso zero e il
restante 50% con provvista bancaria.
FriulAdriA
Giuseppe
Graffi
Brunoro
interazione tra Sfera privata e quella aziendale
Piattaforma home banking
pensata a misura di Pmi
Un servizio di internet banking unico per gestire sia la
sfera professionale, sia quella privata, possibilità di
attivare prodotti e servizi direttamente on line, contatto
diretto con il gestore via web e un sistema di sicurezza
che garantisce il massimo livello di protezione. Sono
queste le caratteristiche che fanno della nuova piattaforma
home banking di Cariparma Friuladria un’assoluta
novità sul mercato dei servizi bancari telematici per
le aziende.
Nowbanking Piccole imprese, questo il nome del nuovo
internet banking del Gruppo, è un servizio pensato appositamente
per le piccole imprese e i liberi professionisti
che desiderano
una piattaforma
semplice e veloce
per gestire
l’attività finanziaria,
contabile e
amministrativa in
completa autonomia
e in qualsiasi
momento.
il titolare o amministratore
può
collegare alla
piattaforma i
rapporti delle sue
aziende, se titolare
di più attività,
e abilitare altri
operatori all’utilizzo
dei servizi
La sede dell’istituto
sia informativi
che dispositivi
collegati alla piattaforma. La navigazione è semplice e
intuitiva, per rendere veloce ed efficiente la fruizione da
parte del cliente. La piattaforma presenta, inoltre, delle
caratteristiche peculiari, tra le quali la possibilità di operare,
oltre che sui rapporti dell’azienda, anche sui propri
rapporti privati attraverso un unico strumento con un
notevole risparmio di tempo. La piattaforma è personalizzabile
a seconda delle esigenze ed è possibile impostare,
ad esempio, uno scadenziario delle attività e organizzare i
link utili alla navigazione.
18 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

26 FEBBRaio 2010
ilFRIULI BUSINESS 19

Sistemi produttivi
Come essere
vincenti in fiera
Speciale export - è strategico per un’azienda che vuole
crescere in un nuovo mercato individuare con attenzione
la formula di partecipazione a una manifestazione espositiva
Con questa seconda puntata,
prosegue la pubblicazione di
un’utile guida, preparata dal
direttore dell’Ufficio Ice del Friuli
Venezia Giulia, Franco Passaro, per
le aziende che intendono affacciarsi
sui mercati esteri.
Ecco alcuni aspetti strategici e
decisionali organizzare una partecipazione
fieristica. Innanzitutto,
l’azienda dovrà valutare in quali Paesi
è opportuno essere presenti, decidere
ed elaborare singoli piani di marketing
triennali e annuali eventualmente
da correggere semestralmente per
anticipare, se possibile, gli andamenti
congiunturali di ogni singolo mercato.
A seguito della definizione dei
Paesi target, come abbiamo già illustrato
nel precedente numero del
mensile, l’azienda dovrà decidere a
quali manifestazioni aderire, o quali
manifestazioni autonome essa stessa
organizzare, e in quale forma: diretta,
indiretta, mista, con addetti commerciali
italiani, ovvero anche con
personale tecnico di sostegno per le
dimostrazioni e altre eventuali forme.
Per poter decidere con cognizione,
l’azienda dovrà preventivamente
verificare, meglio se tramite una
visita alla precedente edizione, se la
partecipazione alla manifestazione
sia strategica o meno.
In mancanza di tale accertamento
preventivo, l’azienda potrà informarsi
tramite visione del materiale
promozionale inserito sulla pagina
web dell’ente organizzatore, chiedere
al locale ufficio Ice un parere motivato,
chiedere ad altre aziende o alle
associazioni di categoria o Camere di
Commercio di manifestare la propria
esperienza al riguardo.
In ogni caso, prima di partecipare
a qualsiasi attività promozionale,
Franco Passaro
L’attività di
promozione
può essere un
banco di prova
per valutare
l’affidabilità
del proprio
distributore
l’azienda dovrà difendere la propria
proprietà industriale nel Paese target
registrando, a proprio nome in quel
mercato e nei mercati adiacenti e a
esso connessi, i propri marchi, i propri
brevetti e se possibile i propri disegni
industriali.
Contestualmente alla decisione sul
piano di marketing e, conseguentemente,
sul piano di manifestazioni
fieristiche per ogni singolo Paese
target, l’azienda dovrà esaminare e
verificare le proprie carenze organizzative
interne, che probabilmente
emergeranno, contestualizzando il
contenuto minimo dell’offerta richiesta
dal mercato, in termini di assistenza
tecnica pre e post vendita, tempi di
consegna, informazione al mercato,
manualistica nella lingua nazionale
del mercato target, formazione del
personale locale di vendita, con le
funzioni interne aziendali.
Infine, all’interno della funzione
di programmazione, l’azienda dovrà
valutare il budget di spesa, diviso tra
partecipazioni dirette e partecipazioni
indirette tramite l’agente locale, definire
assieme a questo costo anche
i costi del piano di comunicazione
complessivo (pre e post evento) in
cui la manifestazione fieristica si inserisce,
inclusi i costi di registrazione
di marchi, brevetti, disegni.
Per gestire al meglio la propria
presenza fieristica, l’azienda dovrà
verificare innanzitutto se l’immagine
del prodotto e dei propri brand prevalgono
sull’immagine e sui brand
dell’importatore distributore. Se
questi opporrà richieste di contribuzione
come trade-off della presenza
dell’immagine del brand, la questione
dovrà essere affrontata e regolata in
forma contrattuale onde evitare fraintendimenti.
L’azienda dovrà invitare i
propri clienti a visitare lo stand: per
creare un’aspettativa di novità è opportuno
che la presenza in fiera sia
collegata al lancio di nuovi modelli,
almeno per quel mercato, che fungano
da attrazione.
Terminata la manifestazione si
dovrà entro qualche mese effettuare
con il distributore un “debriefing” per
valutare, a fronte dei costi sostenuti,
non solo i guadagni futuri in termini
di incremento di fatturato, ma anche
i vantaggi a lungo termine in termini
di visibilità e immagine sul mercato,
fidelizzazione dei distributori e dei
clienti finali, capacità di “benchmark”
con la concorrenza.
Infine, la partecipazione fieristica
può costituire un banco di prova
utile per valutare il comportamento
del proprio distributore. Se l’attività
di supporto prestata da costui o dalla
sua organizzazione è inadeguata e le
relazioni che questo intrattiene sono
scarse e frammentarie, bisognerà decidere
se mantenere il rapporto, modificarlo,
ovvero crearsi un’alternativa.
20 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

26 FEBBRaio 2010
ilFRIULI BUSINESS 21

Sistemi produttivi
Brand a
doppia lama
Speciale export - Come sfruttare al massimo l’immagine della
propria azienda e, per diversi settori, anChe del made in italy,
purChé si garantisCa anChe uno standard elevato di servizio
Terminata la prima fase di selezione del
Paese e dell’importatoreo distributore,
ovvero, qualora l’area di mercato
venga ulteriormente suddivisa in più zone
di competenza esclusiva o preferenziale
tra i vari intermediari, degli importatoridistributori,
si pone il problema di concordare
con gli stessi un’azione di marketing
per sostenere l’introduzione sul mercato dei
“brand” dell’azienda esportatrice. È questa
una fase generalmente delicata, in quanto si
tratta del lancio dei prodotti in un ambiente
relativamente nuovo, con reazioni della
clientela rispetto all’offerta non prevedibili.
Per poter verificare l’accoglienza del mercato
e modulare l’immagine del prodotto che si
vuol comunicare ai potenziali clienti, ovvero
i messaggi scoperti o latenti che si intendono
trasmettere ad essi, è, in molti casi, opportuno
effettuare un prelancio limitato a un’area
ristretta, che possa costituire un campione
rappresentativo del mercato. Si otterranno
così utili indicazioni da trasferire alla successiva
campagna promozionale nazionale.
Come prima annotazione al riguardo, si
può osservare che, in particolare per i beni o i
servizi con alto contenuto di immagine, siano
questi raggruppabili in senso lato nel concetto
Una Ferrari, simbolo del made in Italy,
nel centro di Pechino
“cucina”, “moda”, ovvero e in correlazione
con questo, con i concetti “design”, ovvero
“innovazione”, chi acquista o è orientato
positivamente nei confronti della produzione
italiana, con essa acquista o intende comprare
non solo il prodotto in senso stretto con i suoi
attributi di qualità e di funzionalità, ma anche
la cultura del Paese che lo produce.
Le immagini di marca, della regione di
produzione, specie per i prodotti alimentari,
e del Paese di produzione vengono
conglobate in un “unicum” in cui le sinergie
interne sono evidenti e si rafforzano vicendevolmente.
22 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

Lo straniero che acquista un prodotto
italiano può essere motivato da una serie
di stimoli psicologici o bisogni reali che lo
spingono a un’esperienza diversa in cui per
un certo verso si attua una sua confluenza e
auto-identificazione con l’Italia.
Il messaggio promozionale dovrà, pertanto,
includere e rafforzare questo processo,
mantenendo elevate le aspettative di gradimento
che a posteriori non devono assolutamente
risultare deluse.
Si tratta, quindi, di garantire una coerenza
di fondo del messaggio: bisognerà assicurarsi
che direttamente o tramite l’importatore o
26 FEBBRaio 2010
distributore siano disponibili per la clientela
quei servizi che possiamo definire di “accompagnamento”
al prodotto: servizi che
sono indispensabili per offrire un’esperienza
positiva di acquisto.
Trattasi di garantire una consegna nei
tempi e nella qualità previsti, un servizio
di assistenza e di consulenza pre-vendita
e post-vendita, una garanzia assicurata
in concreto con processi di controllo ed
eventualmente di sostituzione di parti e
componenti, studiati in precedenza.
La sicurezza di poter offrire al cliente
“un’esperienza positiva di acquisto” che
rafforzi e promuova a sua volta l’immagine
positiva del “brand” implica la disponibilità
a effettuare per il mercato “target” specifici
investimenti volti alla formazione del personale
di vendita e di assistenza tecnica, alla
pubblicazione di documentazione tecnica
nella lingua nazionale del Paese target, alla
predisposizione di messaggi pubblicitari
mirati per far leva su punti sensibili e fattori
discriminanti la decisione di acquisto che
caratterizzano quella specifica clientela
locale.
Qualora l’azienda, dopo aver esaminato
tutti gli elementi componenti il servizio di
“accompagnamento” dei prodotti, raggiunga
la conclusione di non poter effettuare gli investimenti
necessari a garantire un’immagine
elevata e uno standard altrettanto elevato
di servizio, sarà opportuno non entrare nel
mercato target, rimandando l’ingresso al
momento in cui anche la finanza di azienda
consentirà un’introduzione sistematica.
In effetti, per assicurare che l’introduzione
in un nuovo mercato e il lancio in esso di
un nuovo brand abbiano successo, è necessario
che le principali funzioni aziendali di
produzione, marketing e comunicazione,
assistenza tecnica, logistica e finanza siano
allineate e coerenti.
A cura di Franco Passaro
dell’Ufficio Ice di Trieste
ilFRIULI BUSINESS 23

SIstemI produttIvI
Ricetta Fiat
per la sedia
Asdi - I dIrIgentI del colosso dell’auto propongono al
dIstretto una nuova strategIa scevra da IndIvIdualIsmI
Da Torino a Manzano per rilanciare
il Distretto della Sedia mettendo
in campo l’esperienza e le competenze
dei dirigenti della Fiat. Una sfida che
l’Asdi Sedia ha lanciato agli imprenditori
proponendo gli esiti del progetto “Fiat vs
Sedia”, presentati a Manzano da Mauro
Busi, Roberto Guerini e Luigi Maglione
del Gruppo dirigenti Fiat. Presenti all’incontro,
oltre al presidente dell’Asdi Giusto
Maurig e il direttore Carlo Piemonte, il
sindaco di Manzano Lidia Driutti, i sindaci
dei comuni del Distretto, l’assessore
provinciale Daniele Macorig, le associa-
zioni di categoria e una folta platea di imprenditori.
Da settembre i torinesi hanno
studiato la realtà del Manzanese, visitando
le aziende e analizzando le prospettive del
settore. Risultato: il sistema può farcela,
ma a patto di creare aggregazioni tra Pmi,
rendendo così nuovamente competitiva la
subfornitura del Distretto.
“Una sinergia che però deve essere
convinta e scevra da individualismi”,
hanno raccomandato i relatori, offrendo
concreti spunti su come avviare il processo
di aggregazione.
“Siamo convinti che possa funzionare
Secondo
i manager
industriali,
intervenuti
all’incontro
svoltosi nel
Manzanese,
servono un
unico catalogo
e un marchio
distrettuale non
soltanto legato
alle sedute
- ha ribadito Maglione -: il Distretto è in
grado di creare un brand che lo renda
distintivo, ma chi accetta la sfida deve
partire determinato. Ognuno lavorerà
per l’altro, un’interdipendenza che rende
tutti paritetici e riunisce il prodotto in
un unico catalogo”.
Il piano commerciale studiato dal gruppo
dirigenti Fiat per il Distretto prevede il
presidio del mercato e nuove forme organizzative,
con l’allungamento della filiera
e un posizionamento in alto del prezzo.
“I fattori chiave del successo - ha spiegato
Guerini - saranno l’ampliamento
24 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

della gamma, l’innovazione di materiale, il
design, l’evoluzione distributiva del settore.
Finora gli attori quali Asdi, Distretto e imprenditori
hanno recitato individualmente
la propria parte, lavorando rispettivamente
sull’immagine, sulla valorizzazione del territorio,
sul business. Ora questi obiettivi vanno
legati e ognuno opererà per tutti”.
La svolta, che il presidente dell’Asdi Maurig
auspica che avvenga già nel 2010, necessita
un’adeguata e attenta preparazione in termini
organizzativi, che concentri competenze tecniche
e risorse manageriali per aumentare la
competitività del sistema aggregato. Il tutto, per
chi vorrà aderire al progetto tramite l’Asdi, con
la garanzia di un consulente super-partes quale
la Fiat, che mette a disposizione il suo valore
e il vissuto del rilancio di un marchio. Resta
il concetto base, più volte ripetuto, dell’imprenditore
che deve evolversi in manager: una
visone strategica e chiara orientata al mercato,
metodo e dati certi invece di sole intuizioni,
partner giusti con competenze forti, una buona
cultura manageriale sono i presupposti per
creare aggregazione. “Oramai è una necessità
- ha ribadito Busi -, ma bisogna anche tenere
presenti i fattori di insuccesso. L’adesione deve
essere infatti determinata, le soluzioni devono
soddisfare tutte le imprese aggregate, bisogna
poi superare la reciproca diffidenza e assicurarsi
figure professionali capaci di proporre una
26 FEBBRaio 2010
Sedici aziende per un trono papale
La realizzazione del trono riservato a Papa
Benedetto XVI in occasione dell’ostensione
della Sacra Sindone a Torino il prossimo
maggio può essere considerato
un banco di prova per la
sinergia auspicata dal piano
Fiat per salvare il distretto
friulano. Sono, infatti, 16 le
aziende che concretamente
realizzeranno la seduta disegnata
dal giovane architetto
friulano Ivan Vergendo: la
segheria è la Stacco Srl, della
piallatura e della pantografatura
si occuperanno tre
aziende, Bucovaz Aldo & C.
Snc, Forsed Srl ed Essepi Srl.
La levigatura è affidata a V
Zeta Sas e a Zof Maurizio &
C. Snc; l’azienda Karim Snc
di Giorgio Orso e Alfonso Tartaro fornirà
invece gli abrasivi, la Sigmar Vernici Srl
gestione imparziale che cementi la fiducia di
tutti i partecipanti”.
Ecco, quindi, le fasi dell’avvio del progetto.
Dopo una tavola rotonda i consulenti effettuano
un check-up dell’azienda, elaborano un
piano strategico ad hoc, scelgono la forma di
aggregazione più confacente. Si costituisce
poi un consorzio o un Ato, decidendo il mo-
le vernici. La verniciatura sarà effettuata
da Bp Sedie Spa e Blifase Srl, la pannellatura
e il disegno laser della Sindone sullo
schienale sarà a opera di
Petruzzi-2 Srl. L’imbottitura
e la tappezzeria viene
suddivisa tra Ennezeta-
Ennetre Divani & Mobili e
AM di Alex Modonutti, la
gommapiuma sarà fornita
da Tnt di Tantolo Franco
e Mauro Snc. Fanno parte
del Comitato della realizzazione
trono, offrendo
pareri e consulenze, la
Woodcraft Snc di Diego
Finotto ed Edi Bardus, e
la Interior Beltramini Srl.
Il controllo e il coordinamento
tecnico, infine, è a
cura del Catas Spa, che seguirà le varie fasi
e la tempistica dell’intero progetto.
dello di gestione, ovvero chi fa cosa.
“Si tratta naturalmente di un processo
delicato, che tocca la componente emotiva
dell’imprenditore - ha detto Busi -, ma il cuore
non basta per portare avanti un’azienda”.
I dirigenti Fiat spingono verso un catalogo
unico e un marchio del Distretto che non sia
solo dedicato alla sedia.
ilFRIULI BUSINESS 25

www.adriatica-macchine.com
AdriAticA
commerciAle
mAcchine
Massima sicurezza
nelle condizioni estreme
La collaborazione pluriennale con marchi
leader del settore quali Liebherr e Neuson,
fa sì che ACM offra un’ampia gamma di
macchine movimento terra personalizzabili
secondo le specifiche necessità. Ma ACM è
molto di più: dalla consulenza alla vendita,
dall’assistenza al noleggio, è un gruppo di
persone che punta a costruire un rapporto
unico con il cliente per dare sempre una
mano nel migliorare l’attività dell’impresa.
PADOVA SEDE
Via dell’Artigianato, 5 - 35020 Due Carrare (PD) - Tel. 049.9125266 - Fax 049.9125410
UDINE
Via dei Prati - 35050 Santa Maria la Longa (UD) - Tel. 0432.655011 - Fax 0432.685061
VERONA
Via della Meccanica, 28 - 37139 Verona - Tel. 045.8511078 - Fax 045.8518217
2 6 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

SiStemi produttivi
Provincia di Udine
Si aggrava l’emorragia
occupazionale nel
manzaneSe, contro
cui palazzo Belgrado
chiede nuove azioni
alla regione
Allarme occupazione nel Distretto
della sedia. È quanto
emerge dall’analisi dei dati
rilevati dall’Osservatorio sul mercato
del lavoro della Provincia di Udine.
Sulla base delle rilevazioni per l’anno
2009 le cessazioni negli undici comuni
compresi nel Distretto risultavano
essere 7.602 unità.
“Una cifra che, se paragonata a
quella riferita all’intero territorio provinciale,
pari a 86.762, non può non
destare preoccupazioni”: ne è convinto
l’assessore provinciale al Lavoro
Daniele Macorig che, per far fronte
all’emergenza, sta predisponendo un
piano d’intervento ad hoc.
“Il Distretto della sedia – rileva
Macorig – è stato già dichiarato nel
2007 Area di grave difficoltà occupazionale,
riconoscendo a questa
zona produttiva risorse aggiuntive
indirizzate soprattutto alla stabilizzazione
del personale fuoriuscito
dal settore legno. Tale misura, ora,
non è più sufficiente, considerata la
necessità di far fronte all’impennata di
persone poste in mobilità e, quindi, in
procinto di perdere anche il sostegno
economico derivante dagli ammortizzatori
sociali”.
Da un’analisi più approfondita
emerge, inoltre, che 1.224 movimenti
su 7.602, cioè il 16%, riguardano
persone con più di 50 anni, fascia di
età che farà più fatica a reinserirsi.
Guardando all’evoluzione del fenomeno
dal punto di vista temporale
si vede, altresì, che la situazione già
complessa del Distretto è precipitata
nell’ultimo trimestre 2009: i flussi di
comunicazioni relative alle cessazioni
di contratto registravano per
trimestre una media di 1.600-1.700
cessazioni. Nell’ultimo trimestre del
2009 il dato è lievitato passando a
2.379 unità.
“Al 31 dicembre del 2009 risultavano
essere iscritti alle liste di mobilità ben
1.372 persone provenienti dal Distretto
della sedia, pari a un incremento
del 37,2% rispetto all’anno precedente
– evidenzia Macorig –. Ciò significa
26 FEBBRaio 2010
La giusta cura
per il distretto
che dobbiamo continuare, da un lato,
a garantire il sostegno economico
per il sostentamento del disoccupato
e della sua famiglia e, dall’altro, ad
affiancare un’attività di formazione
mirata a un immediato reinserimento
nel mondo del lavoro, anche in settori
diversi da quello di provenienza”.
A tale preoccupazione si aggiunge
quella dovuta all’entità dei lavoratori
del settore legno e arredo al momento
in cassa integrazione straordinaria
(Cigs): a oggi risultano essere 1.131
lavoratori nel solo Distretto della sedia,
di cui 307 sospesi dal 1° gennaio
2010 e 158 che, pur tuttora considerati
come occupati, sono già ritenuti come
esuberi dalle aziende.
“Siamo di fronte a un fenomeno
tanto straordinario, quanto grave,
che impone un intervento tempestivo
– precisa l’assessore provinciale
–: data la necessità di riqualificare
e ricollocare questi lavoratori
in difficoltà gli interventi della
Linea 17, ovvero i percorsi di
formazione concordati con le
categorie economiche e gli
ordini professionali, vanno
ulteriormente potenziati. Per
questo – conclude Macorig –
è stata inviata una missiva agli
assessori regionali al Lavoro e
alla Formazione professionale,
rispettivamente Alessia Rosolen
e Roberto Molinaro, affinché siano
garantite risorse adeguate per la copertura
delle iniziative straordinarie
di sostegno al settore avviate dalla
Provincia di Udine”.
Dati
al 31/12
Provincia
di Udine
Distretto
sedia
LAVORATORI IN MOBILITA’
Daniele Macorig
2007 2008 2009 2008-07 2009-08 2009-07
valori numerici variazione percentuale
3.540 4.045 5.576 14,30% 37,80% 57,50%
869 1.000 1.372 15,10% 37,20% 57,90%
ilFRIULI BUSINESS 27

28 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

Sistemi produttivi
Formindustria
Nuova edizioNe della
guida sulla sicurezza, che
oltre agli iNcideNti sul
lavoro affroNta aNche
il tema delle malattie
professioNali
Investire sul capitale umano è un
must imprescindibile per tutto il
sistema imprenditoriale e come
tale deve necessariamente coinvolgere
le condizioni di salute e di sicurezza
delle persone sul posto di lavoro. È su
queste basi che prosegue l’impegno
nella campagna di sensibilizzazione
verso imprenditori e lavoratori da parte
di Formindustria, ente formativo di
Confindustria del Friuli Venezia Giulia,
che con il nuovo anno presenta ufficialmente
l’edizione aggiornata della
“Guida sicurezza e salute sui luoghi
di lavoro”.
Si tratta di un volume di agile lettura
che si compone di 72 pagine di testo
arricchito da 140 rappresentazioni grafiche.
È uno strumento che, attraverso la
presentazione dei più importanti fattori
di rischio che possono presentarsi in un
ambiente lavorativo, elenca in forma
snella e di gradevole effetto visivo i vari
suggerimenti pratici da adottare per
prevenire le situazioni di pericolo. Nella
versione della guida in uscita, oltre a
essere stati aggiornati tutti i riferimenti
normativi, sono state inserite quattro
nuove pagine con relative illustrazioni
e simbologie sula difesa contro le vibrazioni
e i lavori in altezza.
La guida comprende una dichiarazione
ritagliabile che attesta la distribuzione
dell’opuscolo da parte del datore di
lavoro ai suoi dipendenti. Il prezzo di
copertina di ciascuna copia è di 3,50
euro per gli acquisti in Friuli Venezia
Giulia e di 4 euro per quelli fuori regione,
con varie gradazioni di sconto
per ordini superiori alle cento copie.
26 FEBBRaio 2010
Vademecum
salvavita
DELLA POLLA: “Nel corso degli anni
si è rivelata uno strumento utile e
indispensabile per contribuire alla
diffusione della cultura della sicurezza
nelle aziende della regione”.
Qualche numero: dalla prima edizione
della guida, stampata nel novembre
1996, a oggi sono state distribuite oltre
154mila copie. Per quanto riguarda la
diffusione geografica, ne hanno fruito
prevalentemente i lavoratori di aziende
industriali del Friuli Venezia Giulia,
ma una percentuale almeno pari al 10
per cento è stata
commercializzata
fuori regione.
“La guida nel
corso corso degli anni
si è rivelata rivelata uno
strumento utile e
indispensabile per
contribuire alla dif
fusione della cultura
della della sicurezza nelle
aziende della regio regio-
ne - spiega
Ivo Della
Polla Polla, presidente di
Formindustria -. Le politiche di sen
sibilizzazione devono essere continuative
e intense in questo ambito che si
rivela ancora oggi come uno dei temi
più drammatici a livello nazionale. Il
volume in uscita si dedica anche al
tema della prevenzione delle malattie
professionali, che oggi costituiscono
una criticità che si muove parallelamente
a quella degli incidenti sul luogo
di lavoro”.
Le aziende interessate alla “Guida
Sicurezza e Salute sui luoghi di lavoro”
possono rivolgersi all’associazione
territoriale di riferimento di Confindustria
o in alternativa scrivere a
info@formindustria.org o telefonare
al numero 040 366434.
ilFRIULI BUSINESS 29

I ndustria
Innovazione
ad acqua
BMeters - L’azienda di Gonars Lancia neL mercato mondiaLe
una nuova Linea di contatori idrici ad aLta tecnoLoGia
Una media impresa capace di competere
con le multinazionali del settore.
La BMeters di Gonars è una delle
principali aziende nella produzione di contatori
per acqua realizzati in Italia. Nata quasi
vent’anni fa, l’azienda esporta il 90% della
sua produzione ai quattro angoli del mondo.
Nonostante il confronto con veri colossi, in
particolare statunitensi, tedeschi e francesi,
riesce a essere competitiva anche in questa
fase economica innovando i propri prodotti
e garantendo il massimo servizio ai committenti,
in gran parte le utility dell’acqua.
L’azienda nasce nel 1991 quando il titolare,
Mauro Budai, dopo una lunga esperienza
maturata nel settore dei contatori idrici
presso la Fontanini di Pavia di Udine, volle
creare una sua impresa.
Oggi la BMeters conta un centinaio di lavoratori,
tra diretti e indotto, e ha raggiunto
un fatturato di 10 milioni di euro.
Sono tre le categorie di prodotto: i contatori
per uso domestico, quelli industriali e
per irrigazioni, più un terzo segmento che
rappresenta il futuro dell’azienda. Ha da poco
presentato i primi contatori con tele lettura. Si
tratta di una strumentazione che consente di
comunicare la lettura del consumo d’acqua a
una centralina remota, evitando così la lettura
del personale del gestore dell’acquedotto.
A sinistra, il titolare Mauro Budai, una
veduta dello stabilimento di Gonars
e alcuni ar ticoli della produzione
“Cambierà il modello di gestione degli
acquedotti e modificherà la distribuzione
di acqua in Italia” commenta Budai. I nuovi
modelli sono già stati presentati a diversi
clienti esteri e faranno il loro debutto in Italia
alla fiera di settore in programma a marzo a
Milano. I vantaggi di questa soluzione tecnologica
sono molteplici, sia a favore delle
società di distribuzione, sia a favore degli
utenti. I costi di rilevamento dei consumi
30 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

vengono drasticamente abbattuti, è possibile
la segnalazione di eventuali guasti, non c’è
più la visita ‘invasiva’ nello spazio domestico
della famiglia.
“Stiamo dotando di questa apparecchiatura
numerose palazzine campione in diversi Paesi
del mondo – aggiunge il titolare -, così da poter
mostrare i risultati pratici ai nostri clienti”.
Esistono altri plus, però, nell’offerta
dell’azienda di Gonars. Ogni contatore, in-
26 FEBBRaio 2010
1991
anno di
fondazione
10
Milioni di euro
di fatturato
100
Numero di
dipendenti
Vocazione per l’export
fatti, riporta in evidenza il marchio “made
in Italy”.
“Puntiamo anche molto sul design dei
nostri prodotti – rivela Budai -. Li abbiamo
ingentiliti con soluzioni estetiche e tecniche
molto accattivanti”.
Forma, ma anche sostanza. E soprattutto
servizio. Infatti, la terza leva competitiva su
cui punta l’azienda e che ha già consentito
in questi due decenni una crescita notevole,
Rotta sui meRcati aRabi e sudameRicani
Competizione con i big
Il primo stabilimento è stato inaugurato nel 1991 a Bagnaria
Arsa. Circa dieci anni fa, poi, è sorto quello di Gonars, diventato
il centro nevralgico dell’azienda, cui si è aggiunto più
recentemente un nuovo stabilimento nelle nelle vicinanze. I tre
siti produttivi contano attualmente novemila metri quadrati
coperti, cui se ne aggiungono diecimila diecimila scoperti. Attraverso
diverse società commerciali commerciali controllate in in Paesi Paesi strategici strategici
l’azienda è in in grado di presentarsi ovunque con i propri pro
dotti, dotti, concorrendo con le multinazionali del settore. Consoli- Consoli
dati appaiono i mercati mercati europei, comprese le realtà dell’Est, dell’Est, e
della Russia. Non mancano commesse vinte anche nei Paesi
arabi e sudamericani.
è rappresentata dalla velocità di consegna
degli ordini. Quasi un just in time, grazie a
una rete di subfornitori delle componenti e,
soprattutto, della scelta di mantenere le linee
produttive tutte in Friuli.
Il 2009 si è chiuso per l’azienda con 10 milioni
di euro di fatturato. Si guarda, invece,
all’anno appena iniziato con estrema fiducia,
in particolare per la nuova generazione di
contatori con sistema di telerilevamento.
ilFRIULI BUSINESS 31

I ndustria
Professionisti
della lamiera
La Tau system, la Mechanics
e Cmb Solutions fanno
parte dello stesso gruppo
e operano rispettivamente nel
campo della lavorazione della
lamiera, nel campo della carpenteria
e montaggio e nel campo
dell’asportazione di truciolo. I
prodotti forniti vanno a servire
diversi settori, in particolare siderurgico,
petrolifero, automazione,
edilizia, elettromeccanico, automobilistico,
navale, energetico.
“Il patrimonio di esperienze
acquisito già a partire dal 1981
– spiega il titolare Ariedo Fornasiere
- attraverso un premiante
sacrificio, la logica propensione
alla soddisfazione del cliente,
un costante aggiornamento
professionale delle maestranze e
un’oculata scelta nelle attrezzature,
permettono oggi alle nostre
aziende di potersi confrontare
con le più importanti realtà
produttive nel settore della lavorazione
lamiera per
conto terzi e asportazione
di truciolo. Il
processo produttivo
parte dalla consulenza
tecnica e di know-how
ingegneristico per il
perfezionamento e la
consegna just in time”.
La gestione del flusso
produttivo è seguita
mediante strumenti informatici
per analizzare,
pianificare, gestire
le commesse e seguire
un continuo miglioramento qualitativo
del prodotto finale.
I cicli produttivi sono gestiti da
sistemi Cad-Cam e da attrezzature
Cnc di ultima generazione
che permettono flessibilità e
precisione nel soddisfare il cliente
finale. Un ufficio tecnico è preposto
all’ottimizzazione di tutte
le fasi lavorative, di controllo e
sviluppo con l’ausilio, quando
necessario, di appositi software
di modellizazione in 3D.
Il ciclo produttivo della Tau
System, si avvale di impianti ossitaglio
a plasma ad alta tecnologia,
pressopiegatrici punzonatrici e
calandre in grado di operare su
lamiere di spessore da uno fino a
500 millimetri.
Tutte le lamiere che vengono
lavorate da Tau System sono di
prima scelta e, quindi, i prodotti
forniti sono corredati di certificato
e a richiesta cliente è possibile
effettuare ulteriori certificazioni
dei materiali.
La Mechanics offre carpenterie
medie e pesanti fino a 300 quintali,
con processi tenuti sotto
controllo secondo le normative
interne in accordo con la certificazione
Uni En Iso 9001-2008
ottenuta nel 2006.
Gruppo Mechanics - Con
tre aziende, la realtà di buia,
dopo i reCenti investimenti,
punta ad ampliare l’offerta
per Conquistare nuovi Clienti
e merCati extraeuropei
1981
anno di
fondazione
Attualmente la Cmb Solutions
dispone di una trentina di macchine
utensili di cui 10 alesatrici
con un banco di lavoro fino a 12
metri, di 3 centri di lavoro e 5
torni a controllo numerico, con la
possibilità di lavorare anche 5 assi.
“La crisi globale ha reso la vita
difficile a molte realtà aziendali
– continua Fornasiere -. Tau
system, Mechanics e Cmb Solutions
sono riuscite a superare
i periodi critici non ricorrendo
alla cassa integrazione e continuando
a porre attenzione
all’aspetto qualitativo del materiale
fornito. Certo è vero che
un’azienda volta al miglioramento
continuo può reggere la
competizione dei mercati extraeuropei:
solo fornendo qualità si
12
Milioni di euro
di fatturato
90
Numero di
dipendenti
riesce a rispondere a un mercato
fortemente competitivo come
quello attuale. Bisogna essere
dei cauti ottimisti e lavorare velocemente
in qualità e precisione.
Visto l’andamento economico
globale verificato negli ultimi
due anni ci hanno portato a una
ricerca continua verso
nuove realtà e nel
proporci su mercati
esteri per superare le
difficoltà attuali e avere
una continuità nelle
nostre forniture”.
Il fatturato del
gruppo si aggira sui
12 milioni di euro e
conta un organico di
circa 90 persone. Nel
dicembre 2009, con
la presenza della autorità
regionali sono
stati inaugurati due nuovi stabilimenti
in Via Vilsbiburg: Tau
System con 1.600 metri quadrati
di superficie coperta e la Cmb
Solutions con 3.200. Attualmente
il gruppo dispone di circa 11mila
metri quadri coperti e 25mila di
scoperto.
“Con questo sforzo – conclude
Fornasiere - intendiamo ampliare
la nostra offerta per acquisire
nuove commesse e nuovi mercati
potenziali”.
32 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

26 FEBBRaio 2010
Penta Consulenze, Società di consulenza nata a Pordenone nel 2000, associata sin
dalla fondazione all’Unione Industriali, si è specializzata nei servizi di Ricerca &
Selezione di personale Qualificato e di Sviluppo HR.
Il NordEst è un territorio dove emerge il genio imprenditoriale di molte e diverse
realtà. Realtà distinte per struttura, organizzazione, settore, core business.
Penta Consulenze appartiene a questo territorio e ha avuto - ed ha tuttora - la
possibilità di collaborare con aziende private ed enti pubblici che si sono sempre
distinti per avanguardia nell’innovazione del prodotto o del servizio.
Grazie a questi, Penta Consulenze è cresciuta e si è migliorata, forte di suggerimenti
e confronti sinceri e schietti.
Penta Consulenze oggi si muove a 360° all’interno di un contesto dinamico,
eterogeneo e diversificato, si muove nel mercato del lavoro del Veneto e del Friuli
Venezia Giulia.
Il tessuto economico di riferimento porta Penta Consulenze ad avvalersi di strumenti
di ricerca qualificati ed efficaci quali l’Head Hunting, i siti di recruitment, gli annunci
di selezione mirati sui canali di stampa locale, la stesura di target list miranti ad
individuare e definire con precisione l’area concorrenziale.
La peculiarità del lavoro si contraddistingue dunque anche in un’attenta valutazione
merceologica e territoriale, atta ad analizzare con obiettività il background strategico
dell’area aziendale di riferimento per la ricerca.
Penta Consulenze, soggetto autorizzato dal Ministero del Lavoro e Previdenza
Sociale, si propone con questi scopi ed abilità alle aziende del Triveneto, volendo
continuare a concorrere al successo strategico e competitivo delle stesse.
RICERCA & SELEZIONE DI PERSONALE QUALIFICATO:
ELEMENTI STRATEGICI D’IMPRESA
Penta Consulenze - Corso - Via Beato Vittorio Odorico, Emanuele 2D II - 49 33170 - 33170 Pordenone - Tel -Tel. +39 +39 0434 0434 241606 - info@pentaconsulenze.it
- info@pentaconsulenze.it
ilFRIULI BUSINESS 3 3

I ndustria
Saldare
il futuro
Alloys ItAlIA - L’azienda di MonfaLcone
daLLa coMMerciaLizzazione di prodotti
per La saLdatura industriaLe ha esteso
L’attività a nuovi settore MedicaLi
Prodotti per la saldatura
industriale, ma anche
allestimento di sale operatorie
in container di prima
emergenza. L’evoluzione tracciata
nell’arco di venticinque
anni ha portato la Alloys Italia
di Monfalcone ad ampliare
il proprio spettro industriale
e proporsi con una strategia
articolata alle nuove sfide del
mercato.
“L’attività dell’azienda è rivolta
al commercio dei prodotti di
saldatura, quali elettrodi, verghette,
filo, polveri, saldatrici
di ogni tipo, macchine da taglio,
accessori, unitamente alle relative
manutenzioni con assistenza
tecnica e distribuzione di gas
tecnici – spiega il presidente Luciano
Devidè -, inoltre abbiamo
diversificato in altri settori
abbinati a quello principale con
la progettazione e la costruzione
di apparecchiature, accessori e
impianti, relativamente sempre
al settore della saldatura”.
Ulteriori attività, infatti, sono
costituite dalla taratura con
certificazione di saldatrici, manometri
e alcuni altri strumenti,
dal noleggio di saldatrici e motogeneratori,
dalla manutenzione
impianti di distribuzione di
gas medicali, dalla costruzione
di componenti per impianti
per la produzione di ossigeno
mediante i setacci molecolari,
dalla costruzione di piccole
VentIcInque annI sul mercato
daL 2002 partner di sapio
Vendita e servizi a 360 gradi
La società Alloys Italia è stata costituita nel 1985. L’attività iniziale
dell’azienda costituiva nella sola commercializzazione importexport
di elettrodi speciali. Nel 1986 è iniziata la vendita di apparecchiature
con accessori per saldatura e successivamente, di macchine
e impianti, con relativi servizi di manutenzione, assistenza e
consulenza tecnica.
Nel 1992 sono iniziate le attività di progettazione e costruzione di apparecchiature
semiautomatiche e attrezzature speciali per saldatura.
Col crescere dell’attività è stata acquistata un’area adiacente con
relativo immobile, dove si sono potuti ampliare i settori produttivo
e manutentivo, e si è potuto iniziare il nuovo settore di taratura con
certificazione di saldatrici e manometri. Contemporaneamente si è
avviato anche il servizio di distribuzione di gas tecnici e frigorigeni.
Dal 2001, con l’intento di diversificare i settori trattati, la società
offre anche un servizio di noleggio di saldatrici e apparecchiature
e un servizio di manutenzione di impianti di distribuzione dei gas,
con relativa fornitura e assistenza tecnica nel settore medicale. Nel
2002 la società è diventata partner del gruppo Sapio Industrie, leader
in gas tecnici.
1985
anno di
fondazione
4,2
Milioni di euro
di fatturato
12
Numero dei
dipendenti
attrezzature medicali e relativa
manutenzione e, infine, dai
montaggi e manutenzione di
letti e lampade scialittiche per
sale operatorie ospedaliere.
“Riscontrando dall’anno scorso
un calo di fatturato relativo
alla nostra principale clientela
dedita alla carpenteria e al settore
meccanico e metallurgico
abbiamo cercato di diversificare
con nuove attività – continua
Devidè -. Ci siamo specializzati
nella progettazione e
costruzione di impianti per la
distribuzione dei gas medicali
di sale operatorie e laboratori
all’ interno di container, ad
uso di pronto intervento di
emergenza. Stiamo allestendo
in questi giorni tre container,
con due sale operatorie e un
laboratorio, per il Perù, con
interessanti proiezioni per il
prossimo futuro. Inoltre commercializziamo
in esclusiva per
l’Italia una nuova gamme di
lubrificanti molto speciali per
uso automotive e uso industriale
(prodotti certificati dalla
Nasa e dalla Bam). Abbiamo
appena iniziato questa attività
e ci auguriamo un interessante
sviluppo, soprattutto per il fatto
di poter operare su tutto il
territorio Italiano, a differenza
di quasi tutti gli altri prodotti
da noi trattati che si rivolgono
principalmente alla clientela
della nostra regione”.
34 ilFRIULI BUSINESS
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26 FEBBRaio 2010
ilFRIULI BUSINESS 3 5

I ndustria
Boccate
d’aria
Aereco - L’azienda di Campoformido da 25 anni è
speCiaLizzata neLLa progettazione e reaLizzazione di impianti
di aspirazione e depurazione per strutture industriaLi
Difesa dell’ambiente al servizio
delle aziende friulane. L’Aereco
opera nel campo del risanamento
e della bonifica dei luoghi di lavoro,
collocandosi in una posizione di prestigio
nel settore della progettazione e della
realizzazione di soluzioni e impianti di
aspirazione e depurazione dell’aria. Nata
a Campoformido nel 1984, l’impresa
guidata da Franco Bulfon ha progressivamente
consolidato la propria fascia di
clienti. Grazie a una struttura dinamica e
alla professionalità delle sue maestranze,
è in grado di offrire servizi che rispondo
alle esigenze più disparate, dalle realtà
artigianali alle grosse industrie, dai
settori della meccanica alla fonderie,
passando per colorifici, falegnamerie,
industrie tessili, occhialerie e calzaturifici,
cercando, per ognuna, una soluzione
mirata e funzionale, nel rispetto delle
normative vigenti (Dpr 203/88 e del Dl
626/94 e 277/91).
“Con le nostre realizzazioni – spiegano
dall’Aereco - siamo in grado di ottenere
nell’ambiente di lavoro i valori limiti di
soglia (Tvl) fissati dall’American Con-
ference of Governmental Industrial
Hygienists, ai quali fanno riferimento
gli enti locali. Proveniamo dal Gruppo
Coral Spa, azienda leader nella produzione
di sistemi per l’aspirazione e
la filtrazione industriale, con la quale
collaboriamo per la formazione dei
nostri tecnici e della quale rivendiamo i
migliori prodotti, oltre a quelli di nostra
realizzazione. Tempestività e concretezza
nel sopralluogo, indispensabile per un
corretto studio della problematica, oltre
a competenza e professionalità nella
ricerca di una soluzione adeguata alle
richieste del cliente, sono ormai uno
standard entrato stabilmente a far parte
della nostra politica aziendale”.
In oltre due decenni di storia, “abbiamo
messo in opera impianti di aspirazione e
filtrazione pensati per risolvere i problemi
dei fumi di saldatura, delle lavorazioni
plastiche ed elettroniche, delle nebbie
oleose nei processi meccanici e alimentari,
delle esalazioni acide, delle polveri
di poliuretano e dei residui di legno,
sementi, farine e sughero. Il nostro staff,
inoltre, è in grado di realizzare cabine
Tra i punti
di forza
dell’azienda
friulana c’è
l’assistenza
post vendita,
con controlli
e verifiche
periodiche
nel tempo
aspiranti sulle operazioni di verniciatura
e l’installazione di componentistica varia
come banchi aspiranti, bracci snodabili
autoportanti e sistemi di abbattimento
acustico”.
Tra i punti di forza dell’offerta targata
Aereco, c’è l’assistenza.
“Garantiamo un controllo duraturo e
continuativo sulle prestazioni fornite, sia
per quanto riguarda una possibile modifica,
sia per quanto concerne i ricambi
degli elementi soggetti a usura, senza
trascurare le consulenze e l’ordinaria
manutenzione. Per questo – continuano
i vertici aziendali – abbiamo preferito
mantenere un profilo regionale, che ci
permette di mantenere il livello di qualità
acquisito con una presenza tempestiva
in loco”.
L’intervento inizia con un sopralluogo
e una progettazione specifica, effettuati
senza impegno dal personale tecnicocommerciale,
alle quali fanno seguito
una valutazione economica con il cliente
e la definizione dell’ordine. Dopo la realizzazione
e l’installazione degli impianti,
lo staff Aereco, composto da otto tecnici
altamente qualificati, procede all’avviamento
e al collaudo, consegnando al
cliente la documentazione e i manuali
necessari per un corretto utilizzo dei
sistemi. Il tutto nel rispetto delle normative
vigenti in materia di igiene del lavoro
e di emissioni nell’atmosfera. L’assistenza
tecnica post vendita rientra da sempre,
come elemento naturale, nella filosofia
aziendale, al fine di garantire la massima
tranquillità alle aziende. Silvia De Michielis
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ilFRIULI BUSINESS 3 7

I ndustria
Qualità al
microscopio
Da una ventina d’anni una
buona parte dei protagonisti
dell’industria meccanica
del Triveneto, ma anche ben
oltre questi confini, utilizza una
struttura di testing dei materiali
situata a fianco dell’aeroporto di
Ronchi dei Legionari, caratterizzata
e convincente per grande
competenza e affidabilità, in grado
di fornire un reale valore aggiunto
a clienti alle prese con problemi
di qualità della materia prima, di
controllo dei fornitori, di messa a
punto e verifica dei propri processi
produttivi.
Il successo di Metal Services, in
crescita esponenziale nel corso degli
ultimi anni, ma in buon sviluppo
anche sul critico 2009, si basa
su presupposti molto semplici, ma
non facilmente duplicabili quali
la forte competenza e affidabilità
dei tecnici, tempi di risposta straordinari,
ampia padronanza non
solo delle metodologie di prova,
ma anche di molti dei processi
tecnologici utilizzati dai clienti: il
risultato per questi ultimi è costituito
da un servizio che va sempre
ben oltre il semplice rilascio di
un asettico certificato di prova
senza commenti e con poco valore
aggiunto, risultando spesso una
consulenza tecnica al prezzo di ‘già
tutto compreso’.
“Questo approccio, piuttosto raro
e molto impegnativo per la varietà
delle competenze necessarie e per i
rischi connessi – spiega il fondatore
dell’azienda Armando Querin -
consente al cliente l’approfondimento
e la completa padronanza
dei processi di progettazione,
ingegnerizzazione, fornitura e
fabbricazione, che sono alla base
del fabbricare prodotti di qualità”.
A carattere fortemente familiare,
la società avviata dall’ingegner
Querin, dirigente industriale di
lungo corso con una carriera
quarantennale spesa in Italia,
Stati Uniti e Cina, viene da anni
condotta con forte determinazione
dai figli Andrea e Alessio,
che utilizzano il fondatore come
appassionato consulente.
I successi raccolti da Metal
Services spaziano dal collaudo
dei materiali delle strutture delle
navi da crociera del cantiere di
Monfalcone, a quelle delle piattaforme
petrolifere operanti nel
Mare del Nord, a quelle di ponti,
coperture di stadi, ma anche di
prodotti più ‘prosaici’ e casalinghi
affetti da mali quali corrosioni
premature, rotture inattese, vite
utili insufficienti.
Metal ServiceS - L’azienda
di ronchi dei Legionari,
speciaLizzata in testing dei
materiaLi, ha ampLiato La
propria attività anche in cina
con ottimi risuLtati
ARMANDO QUERIN:
“I nostri servizi
vanno ben al di là del
rilascio di un asettico
certificato di prova,
ma rappresentano una
consulenza più ampia”.
Nel corso del 2009 è stata completata
un’iniziativa strategica con
l’avviamento di una sede operativa
localizzata in Cina, ancora dedicata
al testing dei materiali, con lo
scopo ben chiaro di servire non
solo gli attuali clienti con unità
produttive già lì operative, ma
anche in generale di penetrare
il mondo della fabbricazione sia
domestica, sia straniera che opera
in quel Paese, fortemente impegnato
nell’innalzamento del livello
qualitativo di prodotti e processi.
Anche nella nuova realtà cinese,
scarsa di competenze ed esperienze
di fabbricazione evoluta, il
concetto di servizio a largo spettro
offerto da Metal Services sta costituendo
la principale arma di penetrazione
del mercato. Quasi tutti i
clienti stanno usando il laboratorio
come strumento attivo di reale
miglioramento delle competenze,
nonché di forte immagine nel confronto
con i loro clienti: non meno
di due visite al giorno alla struttura
sono fatte per condividere con
orgoglio l’eccezionalità della realtà
che li segue qualitativamente.
“Fatto questo che all’opposto costituisce
nel nostro Paese una ben
rara eccezione” commenta Querin.
La rete di conoscenze ed esperienze
maturate dal fondatore in
dieci anni di attività in Cina permette
di offrire, accanto al citato
servizio di laboratorio a favore dei
produttori lì posizionati, prestazioni
generali di ricerca di fornitori,
expediting di consegna e qualitativo
atti a garantire i destinatari
finali, per gran parte esteri, della
qualità dei prodotti approvvigionati
prima della loro spedizione,
evitando così costi di resa, rifiuto
delle merci, pesanti contenziosi tra
le parti. Nonché, la materia prima,
il componente o il semilavorato
sono qualitativamente avviabili al
successivo passo del processo di
lavorazione, perdite di successivo
ulteriore valore aggiunto.
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I ndustria
Energia liscia
come l’olio
Gmd Eco GEnErators - L’aLLeanza tra tre importanti aziende
triestine ha dato vita a una reaLtà per La progettazione
chiavi in mano di generatori da fonti rinnovabiLi
L’azienda nasce come partnership tra tre
importanti realtà del settore con sede a
Trieste, con un organico complessivo
di 180 persone impegnati in diverse officine e
stabilimenti sul territorio nazionale, e oltre 17
milioni di euro di fatturato annuale. Si tratta
della SoCoMar, con cinquant’anni di esperienza
nella gestione di motori diesel navali e
terrestri, specializzata nel ricondizionamento
di motori, vendita e costruzione ricambi, assistenza
nel settore navale, industriale e delle
centrali elettriche. La partnership coinvolge,
poi, le Officine Belletti, che vanta trent’anni di
esperienza nel settore impiantistico industriale
e navale e realizza carpenteria metallica e
tubisteria. L’azienda è impegnata anche nella
ricerca e sviluppo in tecnologie per l’energia
da fonti rinnovabili. Infine, è coinvolto The
Green Way, uno studio di consulenza nel settore
delle energie rinnovabili specializzato in
business plan, finanziamenti, project financing
e soluzioni chiavi in mano.
Assieme, dando vita alla Gmd Eco Generators,
hanno voluto spingere l’acceleratore
sulla cogenerazione a olio vegetale. L’impianto
ideato è composto da un motore endotermico
che utilizza come combustibile l’olio vegetale
no food (palma, colza, girasole, soia) collegato
a un alternatore per produzione di energia
elettrica. Il calore recuperato dai circuiti di
raffreddamento del motore e dai fumi di
scarico viene utilizzato per usi di riscaldamento
o processi industriali. Lo stesso calore,
inoltre, può essere convertito in freddo con
l’implementazione nell’impianto di chiller ad
assorbimento ottenendo la trigenerazione.
L’impianto, comunque, può funzionare senza
recupero del calore producendo solo energia
elettrica.
Gmd Eco Generators propone i propri impianti
con una formula “chiavi in mano” con
garanzia di manutenzione e funzionamento.
L’azienda si occupa anche della manutenzione
ordinaria e straordinaria in modo da poter
garantire il funzionamento continuativo di
oltre 8.000 ore l’anno, in modo da garantire
al cliente il business legato alla produzione
energetica da fonti rinnovabili.
40 ilFRIULI BUSINESS
29 gennaio 2010

“I vantaggi per chi installa un impianto Gmd
Eco Generators sono diversi e tutti importanti
– commenta Daniele Capuano, titolare di The
Green Way -. Si garantisce, innanzitutto, una
produzione energetica da fonte rinnovabile; c’è
una reale riduzione del costo bolletta energetica
e una reale indipendenza. L’energia termica
e frigorifera, poi, è gratuita. C’è una riduzione
significativa delle emissioni in atmosfera, oltre
a un miglioramento della sicurezza e della
qualità elettrica. Non da ultimo, chi adotta
questi impianti può accedere ai programmi
di incentivazione”.
Ovviamente, gli utilizzatori di questi
impianti sono, prima di tutto, le strutture
collettive: scuole, piscine, alberghi, ma anche
strutture ospedaliere, case di cura e riposo,
mense, centri commerciali. Come, pure,
macelli, ipermercati, banche, lavanderie
industriali e distillerie.
29 gennaio 2010
Due conti e l’affare è fatto
L’utilizzo di olio vegetale conviene? Due
calcoli dimostrano che, numeri alla mano, i
vantaggi della soluzione proposta da Gmd
Eco Generators. Per calcolare la redditività
si moltiplicano i 3.570.000 kWh prodotti
nelle 8.000 ore anno di funzionamento per
la tariffa di 0,28 euro al kWh. IL consumo
di carburante è di 857 tonnellate per anno
a un costo medio di
700-720 euro a tonnellata
Quindi, si ottiene
un Mol di 382mila
euro all’anno, da cui
sottraendo ancora
ammortamento, costi
finanziari e manutenzioneomnicomprensiva
risulta un margine
netto di oltre 180mila
euro. A questo si aggiunge
tutta l’energia
termica prodotta, che
potenzialmente permette un risparmio di
altri 120mila.
“Abbiamo volutamente esemplificato un
impianto piccolo – spiega Daniele Capuano
-, che gode di diverse semplificazioni
nell’ottenimento delle autorizzazioni
di legge, in quanto al di sotto del megawatt
termico. Con impianti di maggiori
dimensioni la redditività è nettamente
maggiore.
Per garantire la continuità del business per
tutti i 15 anni di incentivazione di legge
abbiamo degli accordi con produttori di olii
vegetali che garantiscono la disponibilità
della fornitura con meccanismi di controllo
del prezzo. Ovviamente, parliamo di fonti
rinnovabili, quindi l’aspetto ambientale
è importante sia per ragioni etiche,
sia di immagine aziendale. Un
impianto di questo tipo non
inquina, non sporca,
è silenzioso, si può
installare all’interno
di centrali termiche
preesistenti oppure
all’esterno in versione
containerizzata.
La nostra filosofia è
quella di fornire una soluzione
chiavi in mano
– continua Capuano -, completa di autorizzazioni,
pratiche per l’ottenimento degli
incentivi, gestione pluriennale dell’impianto,
fornitura del combustibile e anche
eventuale finanziamento o leasing per la
realizzazione, in modo da evitare al cliente
lungaggini burocratiche e sovrapposizioni
tra fornitori diversi”.
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ilFRIULI BUSINESS 4 3

C ooperative
Crescono le coop
sociali in regione
Giuliana
Colussi
È Giuliana Colussi la nuova presidente
regionale di Confcooperative-Federsolidarietà,
che rappresenta
152 cooperative sociali della
regione. Già guida di Federsolidarietà
Pordenone, Colussi è stata
eletta all’unanimità dall’assemblea
regionale, che ha votato direttamente
anche i 14 nuovi consiglieri
della Federazione. La neopresidente,
che ha raccolto il testimone
dal past president Dario Parisini di
Trieste, rimarrà in carica per quattro
anni.
“È quanto mai urgente – ha dichiarato
Giuliana Colussi – rafforzare il
peso di Confcooperative nel contesto
socio-politico locale, riscoprire
il senso della mutualità nel lavoro
e collaborare con le altre centrali
cooperative per attuare azioni
di successo, come è avvenuto lo
scorso dicembre in occasione della
discussione sulla Finanziaria regionale:
solo agendo uniti possiamo
dare nuova linfa al settore”.
Un comparto, quello della cooperazione
sociale, che traina l’intero
movimento cooperativo e che
continua a crescere. I dati lo confermano:
a fine 2009, in regione,
erano attive 152 coop sociali (59
a Udine, 34 a Trieste con anche 5
cooperative di mutuo soccorso, 27
a Gorizia e a Pordenone), contro le
127 dell’anno precedente. I soci,
6.277 nel 2008, hanno ora superato
le 9.200 unità, mentre gli addetti
(soci lavoratori più dipendenti)
hanno raggiunto quota 5.119 nel
2009 contro i 4.902 del 2008. Il fatturato
complessivo del comparto
ha sfiorato i 130,3 milioni di euro,
contro i 119,6 milioni dell’anno
precedente.
ConfCooperative fvg
La federazione deLLe coop agricoLe, che impegna oLtre 1.500
Lavoratori, tiene a viLLa manin La propria assembLea eLettiva
Impulso internazionale,
nuovo marchio e servizi in rete
Diciassettemila 603 soci,
188 cooperative che
producono annualmente
un fatturato pari a mezzo
miliardo di euro e un numero
di addetti pari a 1.557 unità. È
la fotografia del mondo della
cooperazione agricola regionale
rappresentata da Fedagri-
Confcooperative Fvg che venerdì
5 marzo riunirà i soci in
assemblea per il rinnovo degli
organi direttivi, nella prestigiosa
cornice di Villa Manin. L’importante
incontro rappresenterà,
soprattutto, l’occasione per fare
il punto sull’andamento del settore
agricolo, definire le strategie da adottare
per dare nuovo slancio al comparto in vista
delle prossime sfide.
“Quella di Fedagri per le cooperative socie
sarà una progettualità concreta – afferma
Nicola Galluà, segretario generale di Confcooperative
Fvg – finalizzata alla crescita e allo
sviluppo competitivo delle imprese agricole
e delle loro produzioni, in Italia e all’estero”.
Una strategia che guarda lontano e che parte
Nicola Galluà e, in basso, il
nuovo portale di Fedagrirete
dall’attivazione del progetto Fedagrirete, messo
a punto dalla direzione nazionale.
“Una piattaforma articolata di servizi propriamente
agricoli, ma anche assicurativi e
fiscali – aggiunge Galluà – di cui potranno
beneficiare i soci agricoltori delle cooperative
agricole e anche le loro famiglie. Questo
progetto intende offrire alle cooperative
agricole la possibilità
di arricchire l’offerta di servizi
ai soci, rafforzare la nostra leadership
e avviare un nuovo
percorso nel panorama della
rappresentanza agricola”.
Fedagrirete è solo un tassello
della nuova mission di Fedagri
Fvg che ruota su più assi. Primo
fra tutti l’irrobustimento della
base sociale, attraverso operazioni
di aggregazione che rendano
le imprese più strutturate,
solide e competitive.
“Questa è l’unica via per poter
competere a livello internazionale,
dove è indispensabile essere presenti con
realtà in grado di gestire al meglio le oscillazioni
dei mercati – precisa il segretario generale
–; ecco perché il comparto deve consolidarsi,
accrescendo le dimensioni medie delle cooperative
e riducendo la polverizzazione delle
unità produttive”.
Il progetto economico prevede un nuovo e
forte impulso all’internazionalizzazione.
“Collocare il paniere di prodotti agroalimen-
tari Made in Italy sui mercati
esteri – sottolinea Galluà – è in
dispensabile per per il reddito delle
nostre cooperative”.
Rotta anche sulla vendita
diretta attraverso l’iniziativa
“Qui da noi”, il nuovo marchio
che aiuterà i consumatori
friulani e italiani a riconoscere
i i prodotti prodotti delle cooperative
agricole associate a Fedagri-
Confcooperative. Il progetto
intende valorizzare valorizzare gli oltre
duemila duemila negozi e spacci azien
dali, di cui una novantina in
Friuli Venezia Giulia, delle
cooperative aderenti aderenti a Fedagri
e l’operato degli degli oltre 500 soci
agricoltori che lavorano e tra
sformano prodotto italiano, di
assoluta qualità, garantito da rigorose certificazioni
di filiera. Prodotti commercializzati al
giusto prezzo dalle cooperative che vantano
una lunga tradizione di vendita diretta,
l’autentica filiera corta, nei loro negozi senza
alcun passaggio intermedio dal produttore
al consumatore.
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ilFRIULI BUSINESS 4 5

L ogistica
Al centro
del MONDO
Piattaforma fvg - La grande occasione per La nostra
regione di diventare snodo strategico dei traffici
Lungo iL corridoio adriatico BaLtico, grazie a un
progetto proposto da gruppi privati che ora richiede
sceLte decise e rapide senza tentennamenti
Il treno della storia sta passando
nuovamente per il Friuli Venezia
Giulia. La nostra regione, infatti, ha
l’occasione di valorizzare e sfruttare il
ruolo che la geografia e la storia le hanno
oggi assegnato. Il progetto infrastrutturale
per attrarre nell’Alto Adriatico i traffici in
crescita tra Far East e Centro ed Est Europa,
competendo con il sistema portuale
del Nord Europa, richiede prima di tutto
decisionismo.
È questa l’analisi di Maurizio Maresca,
esperto di logistica, docente all’Università
di Udine in Diritto dell’Unione Europea
e già presidente dell’Autorità portuale di
Trieste.
“La conferenza sul Mediterraneo, promossa
dal Ministero degli Esteri, ha
offerto l’occasione per una proposta
davvero straordinaria che è stata formulata
da Unicredit e dai principali gruppi
industriali che si occupano di infrastrutture
– spiega il docente accademico -.
L’idea è quella di costruire una piastra
logistica nell’Alto Adriatico a sostegno del
Corridoio Adriatico-Baltico per provare
a riprendere i traffici della Baviera dell’Austria
e del Centro Europa, oggi del tutto
localizzati nei porti di Amburgo, Anversa
e Rotterdam.
È un’operazione industriale di project
financing, che prevede un investimento
di circa un miliardo e che consiste nella
realizzazione della piastra container di
Monfalcone, nell’integrazione del molo
VII a Trieste, nel completamento dell’autoporto
di Gorizia quale off dock e nel
miglioramento della linea ferroviaria
attraverso gli snodi di Monfalcone e di
Udine.
L’ipotesi è di attrarre dalle rotte che
percorrono il Mediterraneo 3,5 milioni
di Teu: oggi Trieste ne nuove non più di
250mila”.
Progetto ambizioso, ma fattibile, a patto
che si possa passare al più presto dalle
parole ai fatti. Il tempo, cioè, gioca contro.
“Realizzandosi i predetti volumi l’opera
sarebbe pressoché integralmente finanziata
dai privati – continua Maresca -.
L’intervento di Unicredit, Argo Finanziaria
(Gavio), Sintonia (Benetton), Assicurazioni
Generali, Abertis e Ferrovie dello
Stato si sposa bene con la disponibilità di
alcune imprese della regione che hanno
dichiarato un forte interesse e cioè Rizzani
De Eccher, To Delta e Artoni-Samer.
L’interesse è condizionato, tuttavia, a
un’assolta certezza per quanto riguarda i
tempi. Trattandosi di un’opera finanziata
dal privato è indispensabile che essa
possa essere sostenuta dal mercato in un
contesto di assoluta certezza, sia quanto
alla fattibilità, sia quanto ai tempi. In particolare,
è necessario che siano accelerate
le procedure di scelta del contraente pur
nel rispetto del diritto europeo, che siano
accelerati i lavori pubblici rimuovendosi
tutte le misure che rallentano l’iter, che
siano accelerate le procedure di revisione
di piani regolatori, specialmente portuali
e del porto di Monfalcone, essendo noto
che oggi una modifica di piano
regolatore portuale necessita “L’interesse è
di almeno quattro anni. È fon- condizionato a
damentale, poi, che si indivi- un’assoluta certezza dei
dui una sola amministrazione
che unifichi le competenze di tempi. Essendo un’opera
tutte quelle coinvolte e che finanziata dal privato è
abbia il potere di adottare le indispensabile che possa
misure necessarie, pur sem-
essere sostenuta dal
pre nel rispetto delle norme
di protezione dell’ambiente mercato in un contesto
e della sicurezza e del diritto di previsioni certe”.
comunitario.
Inoltre, è indispensabile un forte impegno
del Ministero degli Esteri per
accelerare i lavori sui Tauri e su Koralm e
Semmering, nelle due direttrici austriache
rispettivamente per Salisburgo e Monaco
e per Graz e Vienna. Il ministro Franco
Frattini ha già incaricato l’ambasciatore
Giandomenico Magliano di occuparsi
delle questione e di promuovere
ogni azione affinché il Corridoio
Adriatico Baltico prenda
corpo al più presto”.
A trarre enormi vantaggi
sarebbe, prima di tutto il territorio
del Friuli Venezia Giulia.
Acquisterebbe una centralità
strategica nei traffici internazionali.
Inoltre, la filiera locale di
imprese di costruzione sarebbe
coinvolta direttamente nei cantieri
previsti. Infine, le aziende
produttrici locali potrebbero disporre a
portata di mano di un sistema logistico
aggiornato ed efficiente.
46 ilFRIULI BUSINESS
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“Se si dovesse realizzare l’obbiettivo l’area
del Friuli acquisterebbe una centralità
assoluta – conclude Maresca -. Infatti,
finalmente si valorizzerebbe la linea ferroviaria
Pontebbana come canale privilegiato
di servizio e di accesso all’Europa
Centrale e dell’Est. I suoi centri industriali
diventerebbero dei veri e propri distripark
di assolta efficienza. Le criticità ferroviarie
ancora esistenti sarebbero superate. Ovviamente,
occorre una riflessione e una
decisione chiara per quanto riguarda la
logistica ferroviaria, che deve essere in
grado di sostenere i traffici anche sulle
direttrici indicate e all’estero.
Vi è la speranza che nessuno ora pretenda
di cavalcare pro o contro questa
iniziativa. Per me è un segno decisivo
anche per il mercato e per la portualità
che le grandi imprese di infrastrutture
accettino assieme di impegnarsi in un
26 FEBBRaio 2010
Maurizio
Maresca,
docente
di Diritto
europeo
ed esperto
in materia
di logistica
e portualità
ambito nel quale sino a oggi sono state
estranee, sempre se e nella misura in cui
le loro proposte vengano accettate dallo
Stato e dalla Regione. Devo dare atto,
poi, ad Alessandro Profumo e al gruppo
di responsabili di imprese presenti
all’incontro tenutosi a Trieste di molto
coraggio e concretezza nel momento in
cui, al termine del dibattito, si è trattato
di decidere.
Questo non significa che il ritardo non
sia abissale e che recuperare sarà difficilissimo.
Sono contento, infine, per il nostro
ateneo: molte delle tesi alla radice della
proposta sono state costruite da giovani
ricercatori dell’Università di Udine, che
hanno lavorato in silenzio e con molta
serietà. E come sempre senza alcuna
gratificazione. Temo soltanto che, come
avviene per tutti quelli bravi, anche loro
se ne vadano altrove”.
ilFRIULI BUSINESS 47

4 8 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

L ogistica
Mediterraneo
mare ‘caldo’
Piattaforma fvg - La crescita economica
deL Far east e deL nord aFrica, oLtre a
vantaggi strutturaLi deL canaLe di suez,
hanno spostato qui Le rotte dei traFFici
Dopo mesi segnati da una crisi
profonda, che ha investito le
grandi economie mondiali
causando forti contraccolpi sul settore
dello shipping, si intravedono i primi
segnali di una ripresa dell’attività economica
e degli scambi commerciali. È
proprio in questa fase di mercato che
appare cruciale intervenire in modo
incisivo a sostegno di un segmento
industriale, come quello marittimo,
che solo in Italia genera un giro d’affari
superiore ai 10 miliardi di euro.
La crisi economica ha destabilizzato
fortemente il settore, intervenendo
in coincidenza di una fase espansiva
del mercato. Tuttavia, proprio la
congiuntura sfavorevole, che porta gli
operatori a ridefinire le proprie strategie
industriali, può rappresentare una
sfida da non perdere.
La grande scommessa per il futuro,
infatti, riguarda principalmente il
26 FEBBRaio 2010
Mediterraneo e, in particolare, l’asse
adriatico, dove le scelte attuate in
questo particolare periodo saranno
decisive per riportare al centro
delle maggiori relazioni di traffico
un Paese altrimenti destinato alla
marginalità.
Molti Paesi stanno investendo con
decisione sulle proprie infrastrutture
portuali, sia sulla sponda settentrionale,
come nel caso della Spagna e
della Francia, sia su quella meridionale,
dove si sono affermate in anni
recenti importanti realtà come quelle
egiziane e dove si assiste alla realiz-
zazione di investimenti significativi
come quelli del porto di Tangeri.
Il superamento dei vincoli infrastrutturali
rappresenta la chiave di
volta per restituire all’Italia un ruolo
primario sia nel Mediterraneo, sia
come accesso privilegiato al mercato
dell’Europa continentale e orientale.
“Per il prossimo
decennio
incremento
del traffico
container,
soprattutto
sulle rotte da
e per l’Asia
e l’emisfero
meridionale, a
tassi tra il 6 e l’8
per cento”.
La mappa
mondiale delle
aree a maggiore
crescita di
traffico navale
In questo contesto si colloca il
progetto di sviluppo della Piastra Logistica
del Friuli Venezia Giulia che,
facendo leva sugli elementi peculiari
che caratterizzano quest’area, mira
ad acquisire un ruolo di primo piano
nello scenario competitivo nazionale
ed europeo.
Per il prossimo decennio si prevede
un significativo incremento del
traffico container, soprattutto sulle
rotte da e per l’Asia e l’emisfero meridionale,
a tassi compresi tra il 6 e
l’8 per cento. Inoltre, si assisterà a un
aumento del peso dell’interscambio
marittimo nel bacino Mediterraneo,
che si candida a divenire il crocevia
delle principali direttrici del traffico
merci provenienti dal Far East.
A partire dai primi Anni ’90 si
assiste a un progressivo rafforzamento
del ruolo del Mediterraneo
nelle principali direttrici di traffico
deep-sea. I fattori alla base di questo
fenomeno sono riconducibili principalmente
all’aumento dimensionale
delle navi, che ha reso quella transmediterranea
la rotta privilegiata per
i traffici con il Far East in quanto, a
differenza del canale di Panama, il
Canale di Suez presenta caratteristiche
strutturali compatibili con il
transito delle grandi portacontainer.
Ha inciso, poi, la performance
economica del Far East e dei Paesi
emergenti del Nord Africa che ha
determinato un incremento significativo
dell’interscambio via mare
sulle direttrici commerciali da e
per l’Europa e fra le due sponde del
Mediterraneo.
Lo sviluppo dei traffici nel Mediterraneo
ha portato, così, alla nascita
di nuovi grandi hub di transhipment
e alla realizzazione di interventi di
ammodernamento e ampliamento
su molti degli scali esistenti.
ilFRIULI BUSINESS 49

L oGistica
I vantaggi di
pensare in grande
Piattaforma fvg - Nel piaNo ipotizzato da UNicredit GroUp,
valUtato complessivameNte iN UN miliardo di eUro, derivaNo Notevoli
beNefici aNche per il territorio friUlaNo e per le azieNde locali
L’analisi delle caratteristiche
strutturali del Porto di
Trieste, secondo Unicredit
Group che ha presentato il progetto
per un piano di investimenti
per dare vita a una piattaforma
logistica regionale, evidenzia un
indiscutibile vantaggio competitivo
con riferimento ai fondali,
cioè i più profondi a livello
europeo, che consentono l’approdo
anche delle grandi navi
transoceaniche. Si rileva, però,
la necessità di un potenziamento
delle infrastrutture logistiche
retroportuali quali piazzali e
magazzini.
Il bacino potenzialmente aggredibile
dai porti dell’Alto Adriatico
è rappresentato dall’Italia
Settentrionale e dall’Europa
Centro-Orientale ad oggi serviti
principalmente dai porti del
Northern Range e in misura più
contenuta dagli scali nazionali.
Una prima valutazione delle
dimensioni di questo mercato
evidenzia un interscambio marittimo
potenziale di circa 2,5
milioni di Teu al 2012 e di circa
4 milioni al 2020.
Si tratta di una stima prudenziale
che potrebbe essere rivista
a rialzo nel caso in cui intervenissero
elementi di novità nell’attuale
modello distributivo quali,
ad esempio, il posizionamento
negli scali del Nord Adriatico di
grandi shipping companies in
grado di influenzare le dinamiche
dei flussi marittimi a livello
internazionale.
Affinché sia possibile intercettare
nuovi flussi di traffico, in
ogni caso, è indispensabile dotare
gli scali dell’area di infrastrutture
adeguate e di connessioni
ferroviarie e stradali in grado di
movimentare volumi crescenti
di merci inserendosi nelle grandi
direttrici di traffico europee.
La Piastra Logistica del Friuli
Venezia Giulia, ipotizzata dal
gruppo bancario italiano, prevede
il graduale potenziamento del
terminal container di Trieste e la
realizzazione di un nuovo terminal
container a Monfalcone.
50 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

Le opere infrastrutturali individuate
sono suddivisibili in due
fasi, in ragione della gradualità di
crescita dei flussi di traffico.
La prima prevede il raddoppio
del Molo VII di Trieste, la
realizzazione della Piattaforma
Logistica di Trieste, del nuovo
Terminal Container a Monfalcone
e di opere ferroviarie e
stradali relative al miglioramento
e potenziamento degli attuali
raccordi di sbocco.
La seconda si concretizza, invece,
nella realizzazione del Molo
VIII di Trieste e del collegamento
ferroviario Trieste-Ronchi e
potenziamento della viabilità
stradale.
26 FEBBRaio 2010
Le opere relative ai nuovi terminal
verrebbero realizzate in
concessione da imprenditori
privati (costruttori, shipping
companies, gestori di terminal,
investitori finanziari) disposti
a investire nel Progetto, il cui
finanziamento avverrebbe quindi
in project financing.
Il costo previsto ammonta a
712 milioni di euro, su un ammontare
complessivo dell’intero
piano di un miliardo di euro, che
sulla base dell’attuale stima dei
costi, sarebbero coperto con una
concessione sulle strutture della
durata di 30 anni. Gli interventi
ferroviari e stradali verrebbero
realizzati, invece, con apposite
risorse sulla base di specifici
accordi con la pubblica amministrazione.
Le ricadute positive del Progetto
sarebbero significative
anche per il Friuli Venezia Giulia.
Le imprese locali, e più in
generale di tutto il Nordest,
potrebbero beneficiare di un
significativo vantaggio competitivo
nell’approvvigionamento
e nella commercializzazione dei
propri prodotti rappresentato
dalla vicinanza a un grande hub
internazionale.
Il coinvolgimento diretto di
soggetti istituzionali e industriali
regionali, poi, garantisce
un’adeguata valorizzazione delle
esigenze espresse dal territorio
in termini di efficienza logistica
e di tutela ambientale.
La Regione vedrebbe garantito
un ritorno economico e sociale
significativo, investendo in un
settore come quello logistico
portuale che presenta un moltiplicatore
elevato sia in termini
di reddito, sia in termini di occupazione.
Il potenziamento dei flussi di
merci nel sistema logistico del
Friuli Venezia Giulia porterebbe
a un aumento significativo dei
volumi movimentati sia a Porto
Nogaro, altro scalo portuale regionale,
sia nelle infrastrutture
intermodali regionali esistenti,
quali l’Interporto di Cervignano,
l’Autoporto di Gorizia, l’Interporto
di Fernetti e quello di
Pordenone.
La realizzazione del Progetto,
infine, investendo in modo
mirato anche sul sistema ferroviario
e sulle reti autostradali,
consentirebbe la gestione di
flussi di traffico crescenti senza
ricadute in termini di congestione
delle reti.
ilFRIULI BUSINESS 51

L ogistica
AutotrAsporti piovesAn
L’azienda di BertioLo è
speciaLizzata neL trasporto di
materie prime, ma è in grado
anche di garantire servizi speciaLi
e guarda a nuovi settori
La strada è il suo regno. Si può
davvero affermare che la ditta
Autotrasporti Piovesan Mario
di Bertiolo, abbia percorso milioni
di chilometri nella sua lunga storia.
L’azienda, attualmente, può disporre
di 22 automezzi ed è specializzata
principalmente nel trasporto di tronchi,
materiali edili e ferro, ma possiede
anche tre autoarticolati ‘speciali’ dedicati
a compensato, pannelli truciolati,
cippato e segatura.
“Inoltre – precisa il titolare Mattia
Piovesan – da circa 15 anni abbiamo
in appalto da Autovie Venete anche lo
spargimento sale e lo sgombero neve
in alcuni tratti autostradali gestiti dalla
società. Per questo, siamo dotati di sei
mezzi appositi”.
Il mercato di riferimento è regionale,
ma non sono escluse anche alcune
‘puntatine’ in Veneto, nel Ferrarese,
Mantova, Brescia e Milano. Le tratte
coperte, dunque, sono consolidate e
per il futuro le linee guida dovrebbero
rimanere le stesse, anche perché l’estero,
precisa Piovesan, “non ci interessa
particolarmente”.
Ciò non vuol dire che, un domani,
non possano esserci novità.
“L’idea – continua il titolare – è diversificare
l’attività, orientandoci su ulteriori
tipologie di merce da trasportare.
Per esempio, guardiamo con interesse
ai pallet e l’intenzione sarebbe di creare
un nuovo magazzino logistico”.
Attualmente, l’azienda possiede già,
nella propria sede, uno stabile adibito
allo stoccaggio di segatura e cippato.
Inoltre, è presente anche un magazzino
per la commercializzazione di materiale
edile di vario genere. A dimostrazione
1963
anno di
fondazione
1,8
Fatturato
in milioni
18
Numero di
dipendenti
Generazioni aL voLante
Il segreto della
puntualità
Mattia Piovesan
Le prime esperienze famiLiari già neL 1932
Dai carri trainati da cavalli ai
bisonti tecnologici della strada
Una passione, quella per i trasporti, che ha colpito la famiglia
Piovesan quasi un secolo fa. il capostipite anacleto, nonno
dell’attuale titolare, già nel 1932 ottenne la licenza per portare,
nei Comuni limitrofi a Bertiolo, la ghiaia utile per sistemare
le strade oppure la farina nei sacchi, muovendosi con carri
trainati da cavalli. i buoni riscontri nei primi anni hanno spinto
i Piovesan a esplorare il settore con continui aggiornamenti. a
inizio anni ’50, per ampliare l’attività con l’acquisto del primo
autocarro Moto Guzzi. Si giunge così al 1963, quando nella
flotta viene inserito un autotreno Fiat 682, camion rimorchio
per trasporti più pesanti. Da anacleto, con l’andare del tempo,
il testimone viene ceduto ai figli Mario e Giuseppe. Da
moltissimi anni, dunque, autotrasporti Piovesan percorre le
strade del Friuli, e non soltanto, assicurando ai propri clienti la
massima professionalità. Con una dedizione che, nel tempo,
ha continuato a crescere.
che la gamma di servizi offerti è piuttosto
diversificata, inoltre, gli autotreni ribaltabili
possono trasportare pure mais,
soia, farina e concimi, con agganci dunque
anche al mondo dell’agricoltura.
Per il momento, non sono previsti
nuovi investimenti, visto che la flotta
dispone di mezzi recenti, gli ultimi dei
quali acquistati nel gennaio 2008 e che
rispettano la norma antinquinamento
Euro 5. “Il parco dei nostri veicoli –
puntualizza Piovesan – va dal 1998 ai
giorni nostri e, conseguentemente, per
ora non sarà necessaria una sostituzione
di quanto abbiamo in dotazione”.
Tornando al presente, l’ultimo anno,
a livello economico, non è stato sicuramente
facile per le aziende e i
servizi a esse correlati. Quindi, anche
una società di autotrasporti – dunque,
dell’indotto – avrà risentito del momento
difficile.
“Il morso della crisi – conferma il
titolare dell’impresa friulana – si è fatto
sentire ovunque e a tutti i livelli. Noi,
per fortuna, siamo stati toccati soltanto
in parte, in quanto operiamo in un settore
di nicchia. Non nego, però, che ci
siano stati ritocchi al ribasso di alcune
tariffe per andare avanti”.
L’esperienza di questi decenni, in
conclusione, è sinonimo di fiducia per
i clienti.
“Cerchiamo di garantire sempre la
massima puntualità: è questa la nostra
carta vincente”, conclude Piovesan.
Che, se occorre, non esita a sostituire
uno dei suoi autisti alla guida qualora
qualcuno dovesse avere dei problemi.
Segno che la passione familiare è ancora
in grado di ‘farsi strada’.
Luciano Patat
52 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

26 FEBBRaio 2010
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ilFRIULI BUSINESS 5 3

L oGistica
La marcia in più
della flessibilità
Gandolfo Srl - La società di spedizione e trasporto di Gorizia
punta suL servizio aL cLiente, risoLvendo quaLsiasi probLema
nei rapporti con i paesi deLL’est europa e dei baLcani
Il sistema produttivo vive, praticamente, di
ordini giorno per giorno. Anche il sistema
della logistica ha dovuto, di conseguenza,
adeguarsi, puntando sulla massima flessibilità,
come ha fatto la Gandolfo Srl di Gorizia.
“La nostra azienda si occupa di spedizioni
e servizi di trasporto sia su territorio nazionale,
sia internazionale, grazie all’esperienza
pluridecennale nel settore abbiamo sviluppato
una vasta gamma di servizi in modo da poter
soddisfare le più diverse esigenze dei clienti
– spiega il dirigente Davide Interbartolo -.
Abbiamo sempre voluto dare il massimo sotto
il profilo di un servizio accurato e celere: per
noi è fondamentale che le merci, che i clienti
ci affidano, arrivino sempre a destinazione nel
momento e nel modo in cui ci viene richiesto.
Possiamo dire che il nostro punto di forza, anche
nei momenti più difficili, è stata la capacità
di capire la tendenza del mercato, dell’offerta
che già in quel momento potevamo garantire
ai nostri clienti con i mezzi e l’organizzazione
in nostro possesso, oltre alle evoluzioni più
immediate cui dovevamo rapidamente adattarci
innovando i servizi e investendo nei mezzi più
moderni a disposizione”.
Strumenti competitivi che si sono rivelati
vitali nella traversata del deserto, cui è stato
obbligato il settore degli autotrasporti.
“Purtroppo l’apertura delle porte all’Europa
dell’Est senza una precisa regolamentazione
nel nostro settore ha portato diverse aziende
italiane e soprattutto del Friuli Venezia Giulia
a dover chiudere – aggiunge Interbartolo -. È
innegabile che per gli autotrasportatori la crisi
sia iniziata già nel 2006, quando i costi primari
come i pedaggi e il carburante in un periodo
breve, di circa 24 mesi, furono quasi raddoppiati
e sul territorio nazionale allo stesso tempo
iniziò una vera invasione di aziende dell’Est
Europa disposte a tutto pur di far girare le ruote
dei loro camion. Dobbiamo ammettere che è
stata veramente dura riuscire ad arrivare fino
a ggi con ancora tutte le ‘ossa a posto’, ma ora
siamo sicuramente più ottimisti e iniziamo a
54 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

1995
anno di
fondazione
2
Fatturato
in milioni
20
Numero di
collaboratori
vedere un lieve miglioramento.
Nei prossimi mesi preferiamo, comunque,
muoverci con cautela – anticipa il dirigente -,
l’economia sta appena iniziando a stabilizzarsi e
noi come altre realtà non possiamo concederci
il minimo errore di valutazione e preferiamo,
quindi, continuare a offrire un servizio altamente
flessibile e celere con i mezzi attualmente
a disposizione. Crediamo sia la strada giusta
anche per conquistare la fiducia di nuove realtà.
Ci troviamo in un momento in cui diverse
industrie e realtà minori come quelle artigianali
non hanno programmi di produzione ben precisi,
c’è una certa diffidenza di mercato e spesso
vivono di ordini spot, acquistando materiale
26 FEBBRaio 2010
Neppure le guerre hanno fermato i tir
L’azienda nasce nel 1995, quando i soci fondatori Elena
Velicogna e Gandolfo Interbartolo dopo
un’esperienza ventennale
iniziata nel 1972 e maturata a
livello artigianale decidono di
affiancare alla già presente e
affermata azienda di autotrasporto,
una nuova realtà fatta
di mezzi di ultima generazione
e servizi celeri. Ben presto le qualità di servizio e il coraggio
imprenditoriale vengono ripagati e l’azienda inizia
una cauta, ma costante crescita. Grazie alla posizione
strategica viene sviluppato subito un servizio di trasporti
unicamente quando necessario. C’è, quindi,
bisogno che queste merci vengano rapidamente
ritirate e consegnate secondo le esigenze della
clientela, ed è proprio su questo tipo di servizio
che ci siamo orientati e specializzati già
molto tempo fa. Ora godiamo della stima di
celeri da e verso i Paesi dell’Est Europa, soprattutto con la
Jugoslavia, l’Ungheria e la Cecoslovacchia. La conoscenza
di questi territori territori è elevata, tanto che che durante i periodi periodi
di instabilità politica politica nei Balcani, la
Gandolfo guadagna la fiducia
anche delle più importanti associazioni
umanitarie portando
sempre coraggiosamente
a destinazione gli aiuti per i popoli bisognosi. Al
momento lo sviluppo e i servizi sempre accurati continuano
a essere sotto l’oculata gestione dei soci fondatori
che contano al loro fianco una ventina di collaboratori e
un fatturato annuo che supera i due milioni di euro.
importanti aziende regionali e italiane che non
esitano a contattarci per qualsiasi necessità, sapendo
che sia i dirigenti, sia i loro collaboratori
sono sempre pronti e disponibili a risolvere le
più diverse necessità e problematiche in qualsiasi
momento. Attualmente, inoltre, stiamo
puntando molto ad affinare i nostri servizi di
groupage e di trasporto combinato: grazie a
solide collaborazioni con le ferrovie straniere
e un ottimo appoggio logistico siamo in grado
di organizzare spedizioni anche verso le località
più remote dell’Est Europa, completando in
tal modo la gamma di servizi di spedizione
che crediamo possano risultare necessarie alla
nostra clientela”.
ilFRIULI BUSINESS 55

C ostruzioni
Vea, ora tocca
ai privati
Confartigianato Pordenone
dal 1° giugno sCatta la
CertifiCazione energetiCa anChe
Per le abitazioni: a fronte di
un aumento dei Costi, risParmi
e rivalutazione degli immobili
Previsto dal nuovo CodiCe regionale dell’edilizia
Nuove prospettive grazie al metodo
della demolizione e ricostruzione
Ferrante
Pitta
Boccata di ossigeno dal nuovo
Codice regionale dell’edilizia.
È quanto si aspettano
le categorie imprenditoriali,
presentando ai propri associati
il testo definitivo della legge,
frutto di un confronto tra Regione
e tessuto economico.
La normativa ha recepito il
piano casa nazionale. La legge
è fortemente innovativa,
ma troverà qualche limite nella
sua applicazione uniforme in
centinaia di differenti Comuni.
“La legge regionale n. 19 del
2009, già operativa per la parte
relativa al piano casa dallo
scorso novembre, - spiega il
presidente del Gruppo Edili
dell’api di Udine, Ferrante
Pitta – contiene misure che
hanno una significativa
valenza economica, tenuto
conto del ruolo anticiclico
dell’edilizia nell’attuale fase di
recessione. Rilancia, inoltre,
la realizzazione di alloggi,
favorendo un processo di
ammodernamento e di riqualificazione
del nostro patrimonio
immobiliare. Con il nuovo
Codice dell’edilizia, insomma,
ci aspettiamo una ripresa dei
comparti dell’edilizia e manifatturiero”.
Tra le novità inserite prima del
varo definitivo, due sono state
particolarmente caldeggiate
dalle imprese.
“Le nostre proposte sono
state accolte nelle audizioni
– conclude Pitta -. Particolarmente
importante è la
possibilità di ricorrere allo
strumento della demolizione
e ricostruzione e, per le unità
immobiliari a destinazione
residenziale, dell’ampliamento
fino al 35% del volume utile
esistente, disposizione estesa
anche alle zone destinate a
nuovi insediamenti industriali,
grazie alla nostra specifica
richiesta che raccoglie un’esigenza
fondamentale per lo
sviluppo delle aziende che
chiedono di poter adeguare e
ampliare le proprie strutture
operative”.
Api Udine
Il protocollo Vea, il nuovo
sistema di valutazione della
qualità energetica e ambientale
degli edifici, introdotto
dalla Regione e all’avanguardia
rispetto al resto d’Italia, è entrato
in vigore dal primo gennaio 2010
per gli edifici pubblici e a uso
pubblico, mentre dal 1° giugno
riguarderà tutti quelli privati.
Il protocollo per la valutazione
della qualità energetica e
ambientale individua criteri di
valutazione energetica e consen-
te di attribuire a ogni
edificio
analizzato un valore
alfanumerico in relazione al
suo livello di sostenibilità energetico-ambientale.
L’obiettivo è
quello di creare un meccanismo
versatile, che individui gli aspetti
prioritari di intervento in materia
di sostenibilità ambientale e
di risparmio energetico riguardo
l’edilizia, applicabile nelle diverse
realtà che compongono la regione
e che, al bisogno, possa essere
facilmente aggiornato, adattato
o implementato. Il sistema è
stato definito in modo univoco
e si basa su tre presupposti fondamentali:
certezza scientifica,
interesse pubblico e semplicità
di applicazione.
Strutturato in 22 schede tecniche,
il protocollo si applica
in tutte le fasi di costruzione o
ristrutturazione degli edifici: dal
reperimento delle materie prime,
allo smaltimento dei rifiuti, fino
alla dismissione delle opere
edilizie.
Secondo Confartigianato Pordenone,
che ha esaminato le
novità illustrandole ai propri
associati, il Vea costituirà, dunque,
uno strumento di promozione
del risparmio energetico
e della sostenibilità ambientale
che avrà ricadute importanti
anche nel campo immobiliare e
delle costruzioni: a fronte di un
minimo o sensibile aumento dei
costi di costruzione l’applicazione
a regime del Vea permetterà,
infatti, risparmi energetici e il
riequilibrio dei costi dei canoni
di locazione.
La Regione costituirà, inoltre,
un registro aperto ai professionisti
per l’abilitazione alla certificazione
Vea e un catasto dinamico
delle certificazioni, in grado di
monitorare il raggiungimento
dei livelli di sostenibilità edilizia
in Friuli Venezia Giulia.
56 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

ti
.
el
te
dalle
ate
clude
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à
siino
al
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ianostra
glie
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hiedoiare
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26 FEBBRaio 2010
ilFRIULI BUSINESS 57

T erziario
Un aiuto per
idee vincenti
In-Fvg - Nuovo baNdo gestito da Friuli iNNovazioNe
per azioNi di sostegNo a poteNziali impreNditori, dal
busiNess plaN studiato su misura allo stage iN azieNda
C’è tempo fino al 22 marzo
per partecipare alla seconda
selezione del progetto
“In-Fvg Idee nuove per lo
sviluppo del territorio” finanziato
dalla Regione e gestito da Friuli
Innovazione, Università di Udine
e Ires Fvg. Il progetto è rivolto a
potenziali imprenditori di ogni
età e provenienza geografica che
vogliono sviluppare progetti di
impresa ad alto contenuto in-
novativo attraverso un percorso
gratuito di formazione e ac-
compagnamento manageriale.
“La partecipazione è aperta aperta
a tutti coloro che hanno una
idea valida e innovativa, in tutti
i settori di impresa - spiega il
direttore di Friuli Innovazio-
ne, Fabio Feruglio – ed è aperta
anche ad aspiranti imprenditori
provenienti da fuori regione, per
attrarre risorse e capacità anche
dall’estero e sviluppare nuove
idee di impresa in Friuli Venezia
Giulia”.
Tra le opportunità offerte da
In-Fvg c’è la possibilità di fare
un’esperienza diretta in azienda
affiancando imprenditori già
affermati.
“La pratica d’impresa è uno
degli aspetti distintivi del progetto
– spiega Claudia Baracchini,
responsabile di In-Fvg per Friuli
Innovazione – un’occasione importante
per testare le propria
Le domande vanno
presentate entro il
22 marzo anche online,
senza limiti di
età o di provenienza
geografica
idea di business e per acquisire
le competenze e le abilità del fare
impresa”.
A sostegno dei periodi di stage
è prevista l’erogazione di borse
di studio fino a un massimo di
18mila euro.
In-Fvg prevede una fase di accompagnamento
alla selezione,
finalizzata alla redazione di un
Fabio
Feruglio
piano di impresa preliminare, alla
quale i partecipanti possono iscriversi
compilando il form on line
alla sezione register del sito www.
infvg.it. Le idee sono valutate da
un “advisory board” costituito da
professionisti con competenze in
ambito economico-finanziario,
coadiuvati da esperti nelle discipline
di riferimento. Requisiti
premianti sono l’alto contenuto
innovativo, le potenzialità di
sviluppo nel contesto regionale,
l’integrazione con il sistema della
ricerca, con i centri per l’innovazione,
con il sistema finanziario
regionale e la sostenibilità economica
del progetto di impresa.
“Le idee selezionate -
continua Baracchini - sa- sa
ranno ammesse alla fase
di sviluppo del progetto
d’impresa che prevede
un percorso tailor made,
ovvero ovvero ‘tagliato su misura’
rispetto alle specificità
di ciascun proponente e
che comprende attività di
formazione, sia d’aula che
on-line, sui principali aspetti della
gestione di impresa, servizi di
tutoring per verificare la fattibilità
dell’idea tecnologica e di impresa
e, infine, i periodi di pratica imprenditoriale
in azienda”.
Il percorso si concluderà con
la redazione di un business plan
definitivo in vista dell’avvio di impresa.
Sono due le idee di impresa
già selezionate dall’advisory board
di In-Fvg lo scorso novembre e
riguardano applicazioni informatiche
per il turismo culturale
e sensoristica per il monitoraggio
delle abitudini alimentari. Tra le
proposte pervenute alla prima
selezione, che spaziavano dal
settore del legno a quello dell’editoria
e dell’informatica, ce n’erano
alcune provenienti persino dal
Sud America attivate grazie alla
collaborazione con l’Ente Friuli
nel Mondo.
Le domande di partecipazione
alla prossima selezione dovranno
essere inviate entro il 22 marzo.
58 ilFRIULI BUSINESS
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ilFRIULI BUSINESS 5 9

T erziario
L’occhio che
mappa il mondo
Helica - L’azienda ad aLta tecnoLogia di amaro,
speciaLizzata in monitoraggio e teLeriLevamento deL
territorio, scommette suLL’internazionaLizzazione
Helica, con sede nel polo
industriale di Amaro,
punta all’internazionalizzazione.
Sono soprattutto i Paesi
in via di sviluppo il nuovo “market
share” aziendale. Il suo core
business si basa sulla fornitura di
modelli digitali tridimensionali,
su accurate analisi del territorio
e delle infrastrutture, attraverso
avanzatissime tecnologie: il “Lidar
su aeromobile”, le camere digitali
ad altissima risoluzione, il “Lidar”
su autoveicolo (Lynx) e una piattaforma
multicamera Wescam.
Già qualificata fra le realtà leader
in Europa nell’ambito del settore
del monitoraggio del territorio
e del telerilevamento, Helica ora
punta al superamento dei confini
europei. Nella vision aziendale
di questo 2010 appena iniziato, vi
è proprio il tentativo di acquisire
nuove quote di mercato territoriali,
nei Paesi emergenti dell’Est,
in Albania, in tutta la zona a nord
dell’Africa e anche in Brasile. Il
fiore all’occhiello di Helica è la
qualità e la rapidità nell’ ottenimento
dei dati plano-altimetrici
3D territoriali che vengono
acquisiti ed elaborati. Le
dotazioni principali sono
rappresentate da due elicotteri
a turbina (Eurocopter B2
e B3), da due sistemi Lidar
Altm 3100EA e Gemini della
Optech (Canada), da due
camere fotogrammetriche
digitali, da un veicolo laser
(Lynx) dotato di sue sensori
e da una piattaforma
girostabilizzata L3-Wescam che
ospita quattro sensori operanti
in HD nel campo del visibile e
dell’infrarosso. È stato introdotto
l’uso di sensori ottici nel visibile e
nell’infrarosso termico di ultimis-
InnovazIone conTInua
cLienti istituzionaLi
Dalla difesa dell’ambiente
alle infrastrutture
Helica Srl nasce nel 2000 ad amaro. Fin da subito è chiara l’alta
qualificazione di tutto il personale; a oggi l’azienda conta 25 fra
dipendenti e collaboratori, molti dei quali formatisi nel mondo
dell’aeronautica e nel settore del telerilevamento. Volano di Helica
sono stati fin dall’inizio dell’attività, la ricerca e l’innovazione di nuovi
prodotti. attraverso uno speciale
accordo di collaborazione, l’azienda
opera con la optech (azienda che
fornisce anche la strumentazione
laser su veicoli della Nasa sul pianeta
Marte) e vari istituti e agenzie
di ricerca europee. Tra i clienti di
maggior rilievo, oltre alla Regione
Friuli Venezia Giulia, la Protezione
civile, e il Ministero dell’ambiente
e del Territorio; fondamentali risultano
i dati telerilevati per la difesa
dell’ambiente, per la realizzazione di
infrastrutture nel settore dei trasporti, delle telecomunicazioni, il tutto
a supporto della progettazione civile. La qualità dei servizi offerti
è avvallata dal conseguimento e mantenimento delle certificazioni
Jar145 per la manutenzione aeromobili, Coa operatore trasposto
aereo Jar-ops 3, iso 9001: 2000 per la qualità del processo, iso
14001:2004 per la gestione ambientale, Soa oS20 per la attestazione
svolgimento lavori pubblici.
2000
anno di
fondazione
4
Fatturato ultimo
esercizio
25
Numero dei
collaboratori
sima generazione (unico esempio
in Europa) quale strumento dedicato
alla ‘sicurezza’ e la tutela del
territorio. Questo sensore è inoltre
in grado di trasmettere immagini
full HD a una stazione di controllo
situata ad una distanza di oltre 200
chilometri. “Guardiamo a un futuro
di internazionalizzazione, di
apertura a nuovi mercati – afferma
Fausto Schneider, presidente di
Helica Srl -. Sono soprattutto i
Paesi in via di sviluppo ad avere
necessità del nostro know-how:
laddove servono mappe, piante
topografiche e informazioni geografiche
in generale. La nostra
forza sta proprio nel fornire servizi
altamente qualificati, con l’ottenimento
dei dati utili in modo
rapido. Sicuramente, ci troviamo a
sviluppare le nostre strategie per il
futuro in un momento non facile:
a tutt’oggi la crisi economica non
ha avuto ripercussioni sul nostro
volume di affari; ciò che maggiormente
ha inciso negativamente
sulla nostra realtà industriale,
dove la ricerca è alla base sia della
crescita ma anche della sopravvivenza,
è stato il mancato accesso
al credito di imposta sulle stesse
spese di ricerca, fatto già oggetto
di aperta critica da parte di Confindustria
regionale
Fabrizio Tadina, responsabile
marketing di Helica sottolinea
che “ci troviamo a un punto di
svolta..Con i dati forniti dalle
nostre tecnologie garantiamo
elementi di grande crescita per
territori in via di sviluppo. Un
esempio su tutti è rappresentato
dal Brasile, un territorio che si sta
sviluppando enormemente e dove
la crisi economica non ha inciso
in modo determinante”.
Francesca Schenetti
60 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

T erziario
Alberghi di montagna
Fondi Fesr - risorse per 20,5 milioni di euro a disposizione,
in particolare, per lo sviluppo e il consolidamento dell’ospitalità diffusa
Ammontano a oltre 20,5 milioni di
euro i finanziamenti europei a disposizione
delle aree montane della
regione in base ai fondi Fesr. I bandi aperti
riguardano l’assegnazione di contributi per
nuove iniziative di albergo diffuso, con
risorse disponibili pari a nove milioni di
euro, l’assegnazione di contributi per il consolidamento
di alberghi diffusi già esistenti
per 5,5 milioni, l’assegnazione di contributi
per interventi di ripristino e riqualificazione
di infrastrutture, aree pubbliche, itinerari
e percorsi attrezzati con oltre tre milioni
a disposizione e, infine, l’assegnazione di
contributi per interventi di ristrutturazione
e recupero di unità del patrimonio edilizio e
manufatti di piccole dimensioni a carattere
storico, artistico, culturale, archeologico o
etno-antropologico.
26 FEBBRaio 2010
I primi due bandi, con scadenza il 30
giugno, destinano quindi contributi per i
privati fino a un massimo di 200mila euro
in regime di “de minimis” e per i Comuni
fino al 77% della spesa ammissibile, per
GRUPPI REFRIGERANTI
REFRIGERAZIONE
il consolidamento e per nuove iniziative
di albergo diffuso per complessivi 14,5
milioni di euro.
Secondo il vicedirettore della Direzione
centrale Relazioni internazionali e Comunitarie
della Regione, Giuseppe Napoli,
tali Fondi possono avere “un’importanza
strategica, non soltanto per i beneficiari,
ma soprattutto per creare un’evoluzione del
sistema regionale con un giovamento per
l’intero territorio”.
A marzo si svolgerà un incontro incentrato
sulla presentazione dei bandi pubblicati
il 10 febbraio e riguardanti rafforzamento
della competitività delle imprese del Friuli
Venezia Giulia attraverso il sostegno allo
sviluppo delle basi scientifiche e tecnologiche
del tessuto imprenditoriale delle
attività produttive.
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ilFRIULI BUSINESS 61

parking-de luxe, la soluzione
più moderna e razionale.
Un sistema ad elementi modulari standard che permette
le più svariate combinazioni. Con ogni singolo modulo,
parking-de luxe, copre due posti auto; la combinazione
bi-frontale, permette di coprire quattro auto. L’elemneto a
sbalzo è ricavato da una struttura calandrata che consente
una corretta distribuzione del carico o copertura e viene
realizzata con profilati tubolari in acciaio zincato a caldo.
power-park: la sTruTTura
per parCHeggio auTo
Con CoperTura FoToVolTaiCa
La struttura è realizzata in lamiera FE sagomata con taglio
automatizzato e saldato in continuo lungo tutte le linee
di contatto tra le parti. A fine assemblaggio la struttura
viene sottoposta a decapaggio e successiva zincatura a
caldo o mediante adeguato strato di verniciatura polveri. Il
manto superiore può essere realizzato con lamiera di ferro
grecata e zincata completa di film fotovoltaico o adattata a
qualsiasi tipo di pannello fotovoltaico. Gli elementi costitutivi
della struttura portante del power-park, certificati per
sopportare un carico di 128 Kg./mq, vengono imbullonati
tra loro permettendone lo smontaggio dei moduli per il
trasporto.
6 2 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

T erziario
OrO Caffè
L’azienda di Tavagnacco,
consoLidaTo iL successo
neLLa Torrefazione, punTa
aL mercaTo casaLingo e a una
propria reTe di caffeTTerie
È
il 1987 quando i coniugi
Chiara De Nipoti e Stefano
Toppano rilevano una
torrefazione con degustazione a
Tavagnacco in provincia di Udine,
dove è presente un impianto dalla
capacità di 30 chilogrammi a tostata,
utilizzato per la produzione
e la vendita di caffè al dettaglio.
Nasce così la Oro Caffè che, nel
giro di pochi anni ha incrementato
notevolmente la propria quota
di mercato e dispone attualmente
di un marchio consolidato e
riconosciuto come sinonimo di
qualità.
Uno stabilimento moderno, una
rigorosa determinazione nella
scelta dei caffè crudi, una collaudata
metodologia nella tostatura,
e la capacità di assecondare l’evoluzione
del gusto del consumatore
garantiscono lo standard qualitativo
delle miscele Oro Caffè.
“Oggi la nostra attività è concentrata
sulla distribuzione di miscele
per espresso - afferma Chiara De
Nipoti -. È proprio nelle miscele
per bar che si dà più risalto alla
qualità; quello dell’espresso è,
infatti, il metodo che consente di
estrarre dal caffè tostato tutte le
proprietà in grado di conferirgli
quelle ineguagliabili caratteristiche
che gratificano il palato”.
L’impianto di torrefazione raggiunge
oggi la capacità di 240
chilogrammi a tostata, cioè circa
seimila al giorno e la produzione
è via via in aumento, grazie anche
a macchinari sempre più evoluti.
La distribuzione della Oro Caffè,
che si divide attualmente tra il
mercato regionale al 50% e per
l’altra metà estero, offre ai propri
clienti italiani in comodato d’uso
anche le macchine per l’espresso.
La titolare in persona sceglie
all’origine il caffè di ogni partita,
per poi assemblare quelle idonee
per ricreare il gusto Oro Caffè.
“Compriamo dal Brasile, dal
Centro America, dal Kenia,
dall’India e dal Vietnam – spiega
26 FEBBRaio 2010
La sede di
Tavagnacco
dell’azienda di
torrefazione,
inaugurata di
recente con una
festa alla quale
ha partecipato
anche la showgirl
Rossella Brescia
Business
espresso
Cura e preCisione orafa
La forza di un Team di Tecnici e commerciaLi
Da quasi trent’anni l’arte delle miscele
La Oro Caffè nasce come degustazione nel
1987 e con il suo team, composto da esperti
torrefattori, tecnici e rappresentanti, ha maturato
nel tempo una grande esperienza nel
produrre miscele dei migliori caffè al mondo
assecondando il gusto del consumatore.
“Per ottenere il massimo risultato dalle
nostre selezioni – spiega la titolare Chiara
De Nipoti - controlliamo personalmente
l’acquisto dei caffè verdi e la loro perfetta
tostatura, la convinzione che questi livelli
qualitativi possano essere raggiunti solo
- e mischiamo i caffè di differente
origine per ottenere tre tipologie
di miscele che vanno dal 100%
arabica all’80-20 e al 60-40”.
Se fino a oggi le miscele Oro
Caffè potevano essere degustate
solo al bar, da qualche tempo
l’azienda ha deciso di entrare
anche nel mercato domestico,
proponendo macchine da caffè
per la casa e nuove capsule studiate
ad hoc.
Tra le novità, inoltre, la recentissima
inaugurazione del nuovo
stabilimento che, con i suoi 4.200
metri quadrati, è molto più grande
di quello attuale, con impianti
potenziati fino a 5-6 volte.
“Con così tanto spazio a disposizione
abbiamo creato delle aree
per la qualificazione del prodotto
– aggiunge la De Nipoti -. Proiettiamo,
ad esempio, audiovisivi
sul caffè e offriamo ai clienti un
training per conoscere il caffè nei
suoi vari aspetti, per imparare a
utilizzare e gestire le macchine da
caffè, che devono sempre essere
tenute nelle migliori condizioni
affinché si possa estrarre un ottimo
Oro Caffè”.
Last but not least, il nuovo progetto
di licensing che passa sotto
il nome di AdOro Cafè, volto al
lancio di caffetterie monobrand
in Italia e all’estero.
con una produzione di tipo artigianale
assieme alla cura e alla precisione orafa
con cui ci dedichiamo al nostro caffè, hanno
dato il nome al prodotto finito: l’Oro
Caffè è qualcosa di prezioso per i palati più
esigenti.
La nostra offerta vanta una vasta scelta di
miscele. I nostri caffè sono in gran parte di
qualità arabica e passano attraverso una
ricca varietà di sfumature, in grado di accontentare
anche gli amatori più raffinati
sia in Italia che all’estero”.
ilFRIULI BUSINESS 63

Trasporti evoluti a misura di cliente.
Il Cat Friuli occupa un ruolo da protagonista nel settore degli
autotrasporti specializzati, per esperienza, organizzazione e affidabilità.
Partner ideale per le aziende alla ricerca di servizi “su
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6 4 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

T erziario
Carrello
alternativo
Pm SuPermercati
L’azienda di Udine propone Una formULa
originaLe, pUntando sUL fresco, LocaLe e facendo
interagire distribUzione con ristorazione
Fin da piccolo, già nel negozio
gestito dalla madre Alba Vidoni,
Pietro Marcuzzi ha vissuto
tra magazzino, banchi frigo e scansie
dei supermercati. Un’esperienza che
lo ha portato oggi a dare una propria
interpretazione della distribuzione
alimentare.
“I nostri supermercati sono improntati
sul risparmio – spiega
il titolare - all’interno dei nostri
punti vendita la clientela, oltre a
una fornita sala discount trova dei
reparti di prodotti freschi di assoluta
qualità con ortofrutta proveniente
dai mercati generali di Udine acquistati
direttamente, con arrivi
giornalieri diretti dai grossisti e
dove la nostra ditta ha un magazzino
per lo smistamento e lo stoccaggio
della merce. Nel nostro nuovo punto
vendita di Paparotti viene giornalmente
lavorata la carne con arrivi
in osso e trasformazione in loco
da fornitori locali. Carne che viene
successivamente trasferita agli altri
punti vendita.
I reparti gastronomia – continua
Marcuzzi - sono gestiti con la massima
cura, riforniti di prodotti nazionali,
ma con un occhio di riguardo
per i prodotti friulani. Sempre nel
26 FEBBRaio 2010
punto vendita di Paparotti è stato
recentemente allestito anche un
reparto pescheria”.
La formula ideata da Marcuzzi,
quindi, è alternativa sia alle tradizionali
catene nazionali e internazionali
della grande distribuzione, sia ai
classici hard discount. Cerca, cioè, di
proporre un mix di entrambi, in base
alle esigenze della clientela locale.
Settore strategico è rappresentato
dai prodotti freschi, come ricordato
anche da una simpatica campagna
marketing ideata dal fotografo
Gianfranco Angelico Benvenuto, che
mostrava due uomini confezionati
nel banco frigo.
C’è una costante rotazione dei prodotti
all’interno
dei reparti dei supermercati.
Altra
leva strategica ideata
da Marcuzzi,
poi, è l’ottimizzazione
dei prodotti
freschi, facendo
interagire la propria
distribuzione
L’inaugurazione
del negozio di
Paparotti
alimentare con un
recente locale dedicato
alla ristorazione.
“Il ristorante self
service con la sua cucina oltre a
rifornire il ristorante produce i prodotti
destinati ai banchi gastronomia
dei nostri punti vendita – rivela
il titolare -. In questa maniera, a
Paparotti alle porte di Udine è stato
creato un centro commerciale con
100 posti auto e 2.500 metri quadrati
di superficie di vendita totali,
facilmente accessibile dalla viabilità
cittadina e dove il cliente può trovare
cortesia, qualità trovando in una
realtà umana tutto ciò che gli può
servire”.
Una viTa Tra gli scaffali
recente apertUra deL seLf-service e deL brico
Creato un vero centro
commerciale a Paparotti
Nata per la produzione e la vendita al dettaglio di carni
nel 1976, l’azienda si insedia inizialmente in via Amalteo
a Udine. Nel 1994, la società Marcuzzi Pietro & C.
Snc si dota di una nuova unità in viale Palmanova con
insegna “Frescosì”, che ha per obiettivo il commercio al
minuto di generi alimentari di ortofrutta, macelleria e
gastronomia.
Visto il positivo riscontro, per l’ampliamento della superficie
di vendita si decide poi di rilevare con affitto di
ramo d’azienda l’attività precedentemente intestata a
Spesa Intelligente Srl, sempre nella stessa importante
arteria di accesso alla città.
Nell’ottobre del 1998 si ha l’apertura di un altro punto
vendita, adibito al commercio di frutta, verdura e prodotti
di gastronomia, in via del Gelso 17, nel centro di
Udine, che rimarrà attivo fino al settembre del 2001.
Segue un ulteriore punto vendita in via Muratti, con
400 metri quadrati di supeficie.
È, però, sul supermercato di viale Palmanova che Marcuzzi
intende scommettere. Così, nel marzo 2004 decide
di acquistare il parcheggio antistante la struttura
commerciale per incrementare l’afflusso della clientela.
Un’importante tappa della crescita dell’azienda si ha
nell’agosto 2007. In quella data, infatti, viene aperta
un’ulteriore unità locale sempre a Udine in via Paparotti.
I locali hanno una superficie di vendita di oltre mille
metri quadrati, per la vendita di generi alimentari e
non, con la nuova insegna di proprietà Pm Supermercati.
Quindi, nel febbraio 2009 viene aperto il ristorante
self-service e nel mese di aprile il brico a insegna “Brico
Ok” entrambi adiacenti al supermercato.
ilFRIULI BUSINESS 65

6 6 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

T erzIarIo
La conciliazione
entra in officina
ConfCommerCio - Ideato un nuovo strumento per rIsolvere eventualI
contrastI con I consumatorI, attraverso un’azIone dI straordInarIa trasparenza
L’auto si guasta? La carrozzeria presenta
qualche imperfezione? Manca un optional
che era stato concordato al momento
della trattativa? Per risolvere eventuali problematiche
tra concessionario e consumatore il
Gruppo provinciale Autoveicoli e Ricambi di
Confcommercio di Udine, che riguarda anche
il settore dei motoveicoli, lancia l’iniziativa del
“tavolo conciliatorio”. A farne parte, anticipa
sin d’ora il neocapogruppo Giorgio Sina, ci
saranno anche le associazioni dei consumatori:
“L’auspicio è che ci siano tutte quelle interessate
a un percorso comune”.
“Nel rapporto con il
consumatore – spiega
Sina, che è anche
vicepresidente Aicar
(Associazione italiana
concessionari Alfa
Romeo) e consigliere
nazionale di Federaicpa
– Confcommercio
vede la ragione
prevalente della propria
assistenza”.
Non a caso il gruppo,
che ha appena rinnovato
il consiglio,
muovendosi nel segno della continuità ‘innovativa’,
ha pensato appunto a uno strumento
di conciliazione che rappresenti un momento
di incontro tra azienda e cliente, con la garanzia
della presenza di un arbitro terzo e il
vantaggio della gratuità. “Pensiamo a questa
iniziativa – aggiunge Sina – come a una azione
di straordinaria trasparenza e disponibilità che
gli operatori del settore intendono promuovere
a sostenere. Riguardo ai tempi, la volontà è di
farlo in fretta. Di certo il tavolo sarà operativo
entro l’estate”.
Nel programma 2010 di un gruppo che conta
115 associati sono scritte in agenda anche
iniziative promozionali consolidate come
“Udine motori”, il sostegno a progetti legati alla
eco-mobilità locale, il rafforzamento dell’interazione
tra associati e consumatori attraverso
l’attivazione di una casella di posta elettronica,
la realizzazione di un sondaggio conoscitivo da
26 FEBBRaio 2010
proporre anche alle alle
attività non associate
del territorio udine
se, la promozione di
gruppi di acquisto.
Il settore, quello delle imprese di vendita e
riparazione di auto e moto, ha un ampio rilievo
anche dal punto di vista occupazionale.
Qualche numero in provincia: 1.101 aziende
(un peso del 10,6% sull’intero comparto
commerciale), 4.491 addetti, 670 milioni di
fatturato. Uno zoccolo molto duro, ma che,
inevitabilmente, non ha potuto non scontare
gli effetti della crisi. Rispetto al 2008, in realtà,
si sono immatricolate più autovetture (+4,3%) e
più motoveicoli (+5,1%) sul mercato di Udine:
un totale di 21.230 mezzi.
“Non possiamo tuttavia esultare – spiega Sina
– perché fatturato e margini diminuiscono. Le
auto in più che si sono vendute l’anno scorso
sono quelle a più basso costo”.
Tra l’altro il segno “meno” ritorna a gennaio
2010.
“Il mercato è cresciuto del 30%, ma si tratta di
ordini vecchi. Se confrontiamo gli ordini reali
gennaio 2010 su gennaio 2009 siamo attorno
al 10% negativo”.
Un altro dato su cui riflettere è quello della
diffusione delle auto ecologiche, cioè alimentare
a metano, gpl, ibride o elettriche. In Italia
ce ne sono un milione 647mila, solo il 4,6%
del totale. In testa alla classifica delle regioni
virtuose ci sono Emilia Romagna, Marche e
Veneto. Il Friuli Venezia Giulia? È all’ultimo
posto (1,32%).
I numeri all’ingiù non sono però motivo di
depressione. Non in un settore che vede in
campo “aziende di grande esperienza e professionalità
– sottolinea il capogruppo –, che
intendono mettere in campo strategie anti-crisi
senza mai perdere di vista il servizio di qualità
al cliente”. Dallo Stato, questo è l’auspicio, si attendono
misure di defiscalizzazione degli oneri,
una nuova normativa sul recupero dell’Iva, gli
ammortizzatori sociali, la riduzione dell’Irap.
E la Regione in che cosa può intervenire?
“Dati statistici sull’inquinamento alla mano –
conclude Sina –, come Confcommercio siamo
disponibili a sostenere eventuali incentivi
regionali per le auto ecologiche”.
ilFRIULI BUSINESS 67

T erziario
Turismo a tavola
Borghi EuropEi dEl gusto
CresCe anChe nella nostra regione l’assoCiazione
Che riunisCe Comuni, sodalizi e produttori tipiCi
Sul Carso triestino e a pochi chilometri
dal confine con la Slovenia,
nel paese di Sgonico dove
gli abitanti conservano tenacemente le
proprie tradizioni legate all’agricoltura
e all’accoglienza, all’inizio di febbraio si
è svolta la seconda edizione di “Gusto
Filosofia”, organizzata dall’Associazione
internazionale Borghi Europei del Gusto.
In occasione dell’incontro alla scoperta di
prodotti e sapori ‘inediti’, è stato annunciato
l’ingresso del Comune di Sgonico
nell’Associazione: “Siamo orgogliosi di
entrare a far parte dei Borghi Europei del
Gusto: è una grande soddisfazione per il
nostro comune che conta 15 agriturismi,
25 osmizze, due produttori di miele e due
di formaggio, oltre a numerosi produttori
di vino” ha spiegato Monica Hrovatin,
assessore alla cultura. Un concentrato
di prodotti d’eccellenza, quindi, su un
territorio di 33 chilometri quadrati che
conta 2.105 abitanti.
A fare la parte del leone sono i vini Doc
Carso Vitovska, Malvasia e Terrano, per
i quali, rispettando le migliori tradizioni,
è stata ridotta la quantità prodotta
e aumentata la qualità. A raccontare
l’anima di questi vini nati dalla terra
rossa e pietrosa su cui soffiano forte la
Bora e leggere le brezze marine è stato il
produttore Stanko Milic. Nel territorio si
produce anche miele di marasca, acacia
e millefiori, descritti all’incontro dal
produttore Janos Grilanc; come anche
formaggi dal sapore aromatico legato
all’alimentazione del bestiame, ricca di
erbe carsiche. I piatti tipici e le specialità
68 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

locali sono state offerte agli ospiti da Matej
Skerlj, dell’omonimo agriturismo di Sales,
frazione di Sgonico, che tempo fa era stato
visitato in incognita e aveva dato il via
all’inserimento del comune nei Borghi
Europei del Gusto.
Ospiti al pranzo, con menù in perfetto
stile carsolino, anche produttori provenienti
da altre zone, che hanno avuto
modo di far degustare i propri prodotti:
dal Veneto il formaggio Casel della Latteria
di Sedico in provincia di Belluno e
il Pan dei Vini della pasticceria Magnolia
di Ponte della Priula di Susegana; dal
Friuli, i vini rosati del Borgo delle Oche di
Valvasone e dell’azienda agricola Ferrin
26 FEBBRaio 2010
di Camino al Tagliamento;
dalla Puglia il
vino Moscato Doc di
Trani delle Cantine
Botta; dal Collio sloveno,
il vino spumante
Rosè Quercus della
Cantina Goriska Brda;
dall’Alto Livenza, i distillati
di Borgo Scuro;
dall’Istria croata, il
prosciutto Violino di
Umago, del Prosciuttificio
Pitip di Salvore;
da Perarolo di Vigonza
in provincia di Padova le specialità equine
di Giovanni Coppiello.
Il successivo appuntamento che ha visto
presente Sgonico assieme all’Associazione
Borghi Europei del Gusto è “Agricamp”,
primo meeting dedicato alla comunicazione
nell’agricoltura, che si è tenuto a Vo’
Euganeo di Padova a fine febbraio. In tale
occasione alcuni produttori di Sgonico
hanno presentato le proprie esperienze e
i propri prodotti, iniziando così a entrare
nella filosofia dell’Associazione il cui scopo
principale è far conoscere i prodotti
dei comuni associati nonché le idee e gli
sforzi che rendono possibile continuarne
la produzione nel rispetto della tradizione.
Saperi e Sapori
Presenza in tutto il continente
Presto un blog e a
Trieste nascerà un
centro permanente
Sapori e saperi d’altri tempi: sono questi i protagonisti dei
Borghi Europei del Gusto, che riuniscono 40 Comuni del
Bel Paese e 20 Comuni di diversi Paesi europei. Del Friuli
Venezia Giulia ne fan parte i comuni di Budoia, Caneva e
Prata nella zona del Pordenonese, Camino al Tagliamento
e Gorgo di Latisana in provincia di Udine; il Goriziano, invece,
è rappresentato dal Comune di San Canzian d’Isonzo
e la provincia di Trieste da Muggia e Sgonico.
L’associazione si basa su una rete di enti e associazioni
che operano nelle comunità e si impegnano ad arricchire
reciprocamente le proprie esperienze. Sul blog
di prossima apertura sarà possibile seguire iniziative
e attività dell’associazione che sta allargando la rete
a Spagna, Austria, Germania, Svizzera, San Marino,
Francia, Slovenia, Croazia, Ungheria, Romania, Olanda,
Belgio, Slovacchia, Grecia e Albania.
Proprio a Trieste, inoltre, è prevista l’apertura di un Tavolo
Internazionale permanente che, in collaborazione
con consolati e Camere di commercio, metterà in
contatto produttori e borghi della nostra regione con
tutta la rete europea.
ilFRIULI BUSINESS 69

Rotta sul gestore unico ma sempre in una
logica in cui il pubblico deve guidare la strategia
industriale con lo scopo non di macinare
utili ma di garantire un servizio efficiente senza
penalizzare il portafoglio degli utenti E’ questo
il credo aziendale del CSR, la
società di rifiuti guidata dal Presidente
Elio Di Giusto. Il Consorzio
nasce nel 1983, nel 2002 trasformato
in spa.
Da allora molti passi sono stati
realizzati con l’obiettivo di aumentare
la raccolta differenziata, salvaguardare
l’ambiente, diffondere
una cultura del riciclo e rispondere
alle esigenze dei cittadini: in
quest’ottica la società ha scelto
di seguire l’iter completo dei rifiuti,
occupandosi anche della raccolta,
del trasporto, dei trattamenti e dello
smaltimento, con il fine ultimo di
recuperare i materiali e dar loro
nuova vita.
È così che la società ha introdotto
la raccolta differenziata, avviata
prima per il vetro e poi estesa a
carta, plastica, alluminio, metallo,
organici e indifferenziato. Ai comu-
Elio Di Giusto
Si punta
ad estendere
il nuovo metedo
entro il 2012
a tutti i comuni
soci
CSR Bassa Friulana
Teniamo pulito
il tuo mondo
ni soci sono stati pertanto forniti, man mano e in
un numero crescente, nuovi contenitori collocati
in aree specifiche. La Csr si occupa anche della
frazione indifferenziata che viene trattata nell’impianto
di riciclaggio inaugurato nel 1987 nella
zona industriale dell’Aussa-Corno,
ancorché ristrutturato integralmente
nel 2000, dove i rifiuti vengono separati
e, con la parte organica, viene
prodotto compost utilizzato come
fertilizzante in agricoltura.
Un ulteriore passo avanti è stato
compiuto nel 2008 quando, al fine
di raggiungere gli obiettivi fissati dal
decreto 152/2006 – che prevede
almeno il 65% di differenziata entro
i prossimi due anni – è stato sperimentato,
nei comuni di Trivignano
Udinese, Fiumicello e Mereto di
Tomba, il sistema di raccolta “a cassonetto
stradale di prossimità” con
separazione anche dell’umido, che
ha registrato una crescita netta sul
fronte della differenziata e ha incontrato
il favore dei cittadini. Alla luce
dei positivi riscontri, tale modalità
è stata introdotta poi ad Aquileia,
Villa Vicentina, Ruda, San Giorgio
di Nogaro e frazioni di Cervignano, mentre
prossimamente sarà la volta di Terzo d’Aquileia,
Santa Maria la Longa, Bicinicco e i Comuni prospicienti
la fascia “Napoleonica”.
“La Csr . precisa il presidente Elio Di Giusto –
punta ad estendere il nuovo metodo a tutti i Comuni
soci entro il 2012, forte anche dei risultati
ottenuti lo scorso anno nei territori dove il servizio
è già stato attivato”. Per aumentare la differenziata
e per migliorare ulteriormente il servizio al
cittadino è stato inoltre incrementato il numero di
contenitori per gli imballaggi in plastica ed è stata
potenziata la raccolta della carta. Due sono,
infatti, le modalità per il suo conferimento: il contenitore
stradale “salvacarta”, riservato a piccole
quantità di materiale, e la raccolta settimanale
“porta a porta”, destinata al cartone e a ingenti
quantitativi di carta.
Un aspetto fondamentale per il Csr rimane comunque
quello di educare l’utente. A questo
proposito la società ha dato ampio spazio ad
attività di educazione ambientale nelle scuole
dell’obbligo di tutti i Comuni serviti, nonché
attività indirizzate ai più piccoli con specifici
percorsi formativi e di animazione, consapevole
che i bambini apprendono positivamente i
messaggi per estenderli anche agli adulti per un
futuro ambientale sostenibile.
Via Volta
San Giorgio di Nogaro
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7 0 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

T erziario
La speziera
degli Anni 2000
ErboristEria Cuman - L’attività deLLa famigLia
virgiLio neL cuore di udine confeziona anche
prodotti neL proprio Laboratorio autorizzato
Ricerca scientifica e tradizione.
È questo il mix
vincente dell’Erboristeria
Cuman, ormai una realtà storica
nel cuore di Udine, dove opera
dal lontano 1947. Attualmente
capitanata da Alberto
Virgilio e dalla moglie
Flora, l’attività nasce per
iniziativa del padre Giuseppe
Virgilio, uomo
di solida cultura e vero
precursore di quella che
oggi si può definire la
moderna erboristeria.
“Tre sono i nostri punti
di forza - spiega il
titolare Alberto Virgilio
-. Il forte rispetto rivolto
alla tradizione, la professionalità
con la quale abbiamo da sempre
cercato di coniugare e integrare
l’erborista con le altre figure sanitarie
e il non voler cedere alle tentazioni
delle ‘mode del momento’.
Tre aspetti che ci hanno permesso
di raddoppiare l’attività nel corso
degli anni. Dal primo esercizio
commerciale di via Carducci 18,
abbiamo inizialmente aperto un
secondo punto vendita in via di
Toppo e, successivamente,
ci siamo spostati nell’attuale
sede di Largo dei
Pecile 25, sempre nel
centro di Udine”.
Una tradizione,
quella della famiglia
Virgilio, che
continua a tramandarsi
di padre in figlio
visto che, accanto al
titolare Alberto Virgilio, è già
scesa in campo anche la terza generazione,
con Giuseppe e Attilio.
“Una novità importante per
l’attività è arrivata con l’entrata
in vigore della legge Bersani nel
26 FEBBRaio 2010
2006 – continua il titolare -, che
ci ha permesso di ampliare, presso
gli stessi esercizi commerciali,
la gamma dei prodotti trattati,
inserendo anche i rimedi omeopatici
che, per loro natura, bene
Disciplina millenaria
si armonizzano con la tradizione
erboristica”.
La risposta dell’azienda all’attuale
crisi globale è stata buona.
“Grazie all’esperienza pluriennale
nel settore erboristico e alla
SoLuzioni eScLuSivamente aL naturaLe
Il rapporto uomo-pianta è
radicato nella nostra società
il rapporto uomo-pianta è il nucleo centrale dell’evoluzione umana.
L’erboristeria è in sintonia con la natura e opera nel contesto
del rapporto di interdipendenza della persona con il mondo vegetale.
Ha solide fondamenta nella cura tradizionale, ma allo stesso
tempo è parte della scienza e della medicina moderna.
“È la forma più antica di medicina, ma, contemporaneamente,
come terapia alternativa ai giorni nostri è
la più seguita - spiega alberto Virgilio
-. Rappresenta qualcosa di familiare,
che è sempre stato accanto a noi
anche nelle epoche di entusiasmo
verso la chimica di sintesi. in italia
l’erboristeria, intesa come disciplina
commerciale autonoma relativa al
riconoscimento, alla coltivazione, alla
raccolta, alla trasformazione, alla preparazione
e alla commercializzazione di erbe e piante medicinali,
e l’erborista sono realtà fortemente radicate nel tessuto sociale,
con una presenza capillare sul territorio, in grado di offrire una
valida consulenza per l’automedicazione con il ‘naturale’, senza
invadere il campo di altre figure professionali, per esempio quella
medica, dal momento che non facciamo diagnosi”.
conoscenza delle più valide linee
di mercato da seguire, abbiamo
fronteggiato con professionalità
e rigore la situazione economica
generale – precisa Virgilio -. Da
sottolineare che il nostro laboratorio
annesso all’erboristeria
di via Carducci,
già autorizzato dalle
autorità sanitarie locali
alla manipolazione e
al confezionamento di
piante, delle loro parti
e dei loro derivati, ha
ricevuto un ulteriore
avvallo dal Ministero
della Salute per produrre,
su più ampia scala,
integratori alimentari
a base di ingredienti erboristici:
di certo una vera conquista per
una piccola attività a gestione
familiare come la nostra”.
Qual è, quindi, il segreto della
famiglia di erboristi?
“Riuscire a integrare i vari
saperi moderni e l’antica ‘arte
dello speziale’, continuamente
aggiornata, per garantire nel
nostro servizio la centralità della
persona. Libero di scegliere i
propri riferimenti nel campo della
salute, il cliente si è reso
sempre più consapevole
delle molte opportunità
a disposizione per poter
raggiungere l’obiettivo
unico e completo di salute
e benessere. Da inseguire,
però, con un approccio
serio e professionale, che
permette di tutelare il
consumatore, sempre più in balìa
di stimoli, suggestioni e messaggi
pubblicitari a volte fuorvianti, che
necessitano di un orientamento
qualificato”.
Silvia De Michielis
ilFRIULI BUSINESS 71

Liberate i confini della vostra immagine!
I media del gruppo STYRIA sono leader della comunicazione in Austria, Slovenia e Croazia*
ORO NERO L‘Udinese fucina di nuovi talenti: Asamoah vale già 20 milioni di euro 21
DAL 1849 LA vocE DEi friULANi
Direttore Giovanni Bertoli
www.ilfriuli.it
ilFRIULI
lacRonaca
l presidente del Consiglio regionale,
Edouard Ballaman, dice
che è “molto deluso”. Se chiedessimo
un’opinione in merito a
qualsiasi cittadino, il commento
non sarebbe così elegante eistituzionale.
A qualcuno cadrebbero le
braccia, ma i più, ne siamo sicuri,
sarebbero arrabbiati di brutto. I
consiglieri regionali disertano i
lavori dell’Aula oarrivano in ritardo.
Come scolaretti delle medie, si
defilano nei corridoi, parlano tra
loro, ricevono persone, telefonano.
La puntualità è un’opinione, come
il rispetto nei confronti dell’istituzione
e di chi ce li ha mandati.
E’ accaduto questa settimana. La
convocazioneèper le 10 del mattino,
mica all’alba. Ma all’ora stabilita
Ballaman conta 58 assenti su 59.
Scatta la tirata d’orecchi, proprio
come a scuola. Alla ripresa pomeridiana
dei lavori, però, il copione
èpiùomeno lo stesso. La maggior
parte dei consiglieri èaltrove eil
presidente fa squillare il campanello
finché lor signori non si degnano
di prendere posto. Purtroppo
non siamo di fronte a un caso
isolato. E la faccenda pare davvero
incredibile se pensiamo che le convocazioni
mensili del Consiglio di
norma sono due o tre (non ci pare
un impegno gravoso) e cheinostri
rappresentanti nel parlamentino
regionale sono pagati profumatamente
per compiere, né più, né
meno, il proprio dovere.
Non ci siamo mai iscritti al coro populista
che dipinge l’intera classe
politica come una mandria di
scansafatiche. Ma la Casta si rivela
tale proprio quando dà questa
immagine di sé. Non si fa politica
per avere un lavoro fisso, si sono tro- e nemmeno gli interessi dei cittavati
improvvisamente nella condidini scaldando semplicemente le
zione di dover cercare una nuova oc- poltrone del Consiglio, questo lo
cupazione. Tuttavia, ci sono aziende sappiamo bene. Ma le istituzio-
che, nonostante tutto, continuano ad ni sono una cosa seria, anche se
assumere. Mosche bianche che dan- il loro prestigio è in caduta libera.
no un’opportunità a chi èalla ricerca Tra l’altro, le assemblee elettive, a
di un impiego. Tanti, che si sentivano tutte le latitudini, si stanno lenta-
al sicuro per avere un lavoro fisso, si mente trasformando in votifici nei
sono trovati improvvisamente nella quali il peso dei singoli conta come
condizione di dover cercare una nuova
occupazione.
6maggio 2009 | N.01
Soldi pubblici
per le imprese
La finanziaria regionale
potrebbe entrare nelle
società private che
hanno bisogno
di liquidità 7
Cari politici,
andate
a lavorare
I
Te lo do io
il lavoro
al sindaco Furio
Honsell per portare
avanti il progetto
del basket
nella nostra città ”
“ Chiedo aiuto
Quotidiano
nazionale
Tiratura: 264.767
Lettori: 1,206.000
* Panoramica di alcune
delle principali testate.
Settimanale
regionale
Tiratura: 30.000
EURONEWS
Telefono: 0432 512 270
euronews@ilfriuli.it
lospoRt
EDi SNAiDEro
pAgiNA 23
empi duri per chi cerca di
un lavoro. La crisi ha colpito
anche il nostro territorio
che, negli anni scorsi, aveva
registrato un tasso di disoccupazione
inferiore aquello considerato fisiologico.
Da qualche mese, le imprese
sono ricorse amobilità e alla cassa
integrazione.
A soffrire di più sono stati i precari,
che non si sono visti rinnovare il contratto.
Tanti, che si sentivano al sicuro
Nonostante i venti di crisi, ecco quali
sono le aziende friulane che assumono. pAgiNA 3
T
labeLLavIta
relax a grado
Nell ‚ isola d ‚ oro per
prendere il sole
e godersi tutti i
benefici termali 31
è un optional
anche se
l’assembleaè
convocata al
massimo tre
volte al mese ”
“ La puntualità
>> SommArio 2
Contributi regionali,
le reazioni dopo i
tagli ele conferme.
Sunsplash: quista
andandotutto in
fumo.Barcolana:
noiinveceandiamoa
gonfie vele
mESSi ALL’ANgoLo >> Di cLAUDio morEtti
Quotidiano nazionale
Tiratura: 160.000
Lettori: 666.000
Redazione: Piazza 1° Maggio, 4-Udine -Tel.: 0432 21922/229685 -Fax: 0432 25058 -Spedizione in abbonamento postale -Pubblicità inferiore al 45% D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1 comma 2, DCB Udine 1,– €
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Majka Ðura Pešić: Otvorio
je oči i pogledao me. Bio je
sretan što me vidi. Ali rana ga
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Str. 2.
AFERA INDEKS
Str. 4.
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Meč za život: Sandra Paović
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7 2 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010
Heute.
Regen und Schnee.
Vor allem im Westen
meist Schnee.
SEITE 40
WETTER
Einschnitt.
Ab 1. März kann man
in zwei Kärntner
Haupt-Pendlerzügen
Fahrkarten nicht
mehr im Zug kaufen.
SEITEN 20/21
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ORF-Kritik.
Der Rechnungshof
attestiert dem Sender
strategische Fehler
und eine miese Finanzplanung.
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T erziario
Turisti
coccolati
Lignano Pineta SPa - la società balneare e il
marina sul tagliamento continuano a investire
per migliorare il servizio di accoglienza
Durante urante la scorsa stagione turistica,
le attività della Lignano
Pineta Spa e del Porto turistico di
Marina Uno hanno retto al difficile
momento dell’economia: più positiva
è stata l’attività di gestione degli
stabilimenti balneari di Lignano
Pineta e le altre iniziative collegate,
rispetto a quelle della marina sul
Tagliamento.
“Il turismo nel 2009 nella località
balneare friulana ha registrato un
andamento favorevole per diversi fattori
– spiega il titolare Giorgio Ardito - il
comportamento psicologico del consumatore
portato a non allontanarsi troppo da
casa, i viaggi a breve raggio hanno avuto
la meglio su quelli a lungo raggio; l’utilizzo
delle residenze turistiche o seconde case
è stato superiore al passato, contrastando
con un aumento di quantità la riduzione
delle capacità di spesa. L’inaugurazione,
poi, del passante di Mestre ha portato
nuovamente a tempi certi di percorrenza
da gran parte del Veneto e dalla Lombardia,
due mercati importanti per Lignano;
il nuovo casello autostradale di Latisana ha
migliorato l’accesso alla località, rendendo
evidente la necessità di alcune rotatorie
sulla Strada regionale 354; gli investimenti
in rinnovi e nuove realizzazioni degli
operatori turistici e dell’amministrazione
comunale; la qualità, la professionalità e
l’organizzazione dell’ospitalità in generale;
la promozione e commercializzazione del
prodotto turistico effettuata dall’agenzia
Turismo Fvg, dalla Camera di Commercio
26 FEBBRaio 2010
Giorgio
Ardito spiega
le leve per
incrementare
il turismo nella
località friulana
di Udine e dai Consorzi di operatori”.
Lignano Pineta Spa è riuscita in un’im
presa importante per la stagione bal- bal
neare 2009: il rifacimento di 50 metri
di Pontile a Mare distrutto dalla ma
reggiata del dicembre precedente.
Oltre a questo sforzo finanziario e
organizzativo straordinario, la so
cietà ha realizzato importanti opere:
26 scivoli dal marciapiede alla sede stra
dale sul Lungomare e in piazza Marcello
D’Olivo e ha installato un ascensore per
l’accesso alla passeggiata sopraelevata,
eliminando così tutte le barriere architettoniche
sull’area in concessione.
Inoltre, l’azienda ha implementato le
attività di intrattenimento per i vacanzieri
organizzate direttamente: aquagym e
bodytonic, balli di gruppo, animazione
ludico-sportiva ed educazione ambientale
per bambini, spettacolo musicale
“Aspettando i fuochi” e i fuochi d’artificio
“L’incendio del Mare” del 16 agosto.
A Marina Uno per la stagione diportistica
è stato effettuato un dragaggio interno
della marina ed è stato rimodernato uno
dei pontili galleggianti con doghe in un
nuovo materiale misto fra resina e legno
di più lunga durata e di migliori confort
e prestazioni rispetto ai materiali tradizionali.
La marina è stata insignita anche
per il 2009 del prestigioso riconoscimento
della Bandiera Blu dalla Federation
for Environmental Education ricevuto
ininterrottamente dal 1990 per la qualità
e l’ampia gamma dei servizi offerti ai
diportisti e per l’attenzione all’ambiente.
3,5
Milioni di
fatturato 2008
32
Dipendenti
(media Ula)
PronTi Per
la Prossima sTagione
rimane il problema
dei canoni demaniali
Le nuove
sfide
Per la stagione 2010 nuove e
impegnative prove attendono
Lignano Pineta Spa e Marina
Uno: il rifacimento di ulteriori
90 metri lineari del Pontile a
Mare, distrutti o danneggiati
dalla violenta mareggiata del
novembre 2009; l’ampliamento
dello stabilimento balneare 3
con 12 bagni nuovi con nuova
terrazza del bar; il rifacimento
completo del bar del bagno
5; nuove biglietterie agli
stabilimenti balneari 3 e 5;
nuova area “lettini” al bagno
5; rifacimento di un pontile
galleggiante a Marina Uno;
nuovo dragaggio interno dello
specchio acqueo.
“Programmi davvero duri per
l’azienda con gli attuali livelli
dei canoni demaniali, stabiliti
dalla legge finanziaria 2007 –
commenta Giorgio Ardito
- che il federalismo fiscale e
demaniale potrebbe in futuro
rimodulare, premiando chi investe
in infrastrutture e servizi
per i turisti e i diportisti”.
Prima dell’apertura della stagione
balneare saranno due le
manifestazioni che porteranno
turisti e vacanzieri a Pineta: la
tradizionale “Festa delle Cape”
nei primi due fine settimana di
marzo e “Barcamania” alla fine
dello stesso mese.
ilFRIULI BUSINESS 73

R ubriche
Balcani strategici
per il Nordest
Michele
Degrassi
“Con un volume di investimento
generato pari a 961 milioni di euro
i Balcani rappresentano un’area di
massimo interesse per le imprese
del Nordest” ha sottolineato Michele
Degrassi, presidente di
Finest, finanziaria per gli imprenditori
del Nord Est, durante la giornata
conclusiva del meeting internazionale
Italy & South Eastern Europe Investment
Forum, svoltosi a Verona.
Le dichiarazioni sono state rilasciate
nel corso del tavolo settoriale “Il
commercio e l’export italiano verso i
Paesi dell’Europa Sud Orientale”, presieduto
da Degrassi, cui hanno preso
parte Goran Scepanovic, viceministro
della Cooperazione economica
internazionale del Montenegro, Mladen
Zirojevic, ministro del Commercio
internazionale di Sarajevo, Maria
Parcalabescu, segretario di Stato per
il Commercio della Romania, Tajana
Kesic Sapic, sottosegretario di Stato
all’Economia croata, e Nikolov Iulian,
direttore generale Economic Policy
della Bulgaria.
“Attualmente Finest - ha proseguito
Degrassi - è impegnata nei Balcani
con 80 operazioni al fianco delle
imprese nordestine e 78 milioni di
euro di portafoglio esposto in partecipazioni
e finanziamenti. In 15
anni di attività sono state ben 283 le
operazioni effettuate in quest’area,
con un ammontare impegnato di
143 milioni di euro”.
Il Forum, promosso dal Ministero
dello Sviluppo Economico e realizzato
con il coordinamento organizzativo
delle strutture deputate
alla promozione dell’internazionalizzazione
a favore delle aziende
italiane, con Finest anche Simest
e Ice, ha visto la partecipazione
di oltre 400 aziende, convenute a
Verona per la due giorni dedicata
ai Balcani.
Un appuntamento destinato a diventare
annuale, come sostenuto
dal viceministro italiano Adolfo Urso.
alpe adria
Cacciatori
di aziende
Eak - il presidente dell’ente di sviluppo tecnologico e
industriale della carinzia ricorda alle imprese friulane
i vantaggi di insediarsi nel vicino land austriaco, anche
in tempi di crisi, per sfuggire alle zavorre del bel paese
Alleati o concorrenti?
Nel rapporto con
i vicini il dilemma
è ricorrente. La risposta è
legata, probabilmente, alla
coesistenza dei due aspetti.
Una logica che il Land della
Carinzia, attraverso la Entwicklungsagentur
Kärnten
GmbH (Eak), ovvero l’ente
che si occupa dello sviluppo
tecnologico e dell’assistenza
all’insediamento delle
aziende, sta applicando nella
pratica da anni. Ecco come
analizza presente e futuro il
presidente dell’Eak, Sabrina
Schütz-Oberländer.
- La vostra azione di attrazione
di imprese, anche
dai territori vicini come
il Friuli, quali risultati sta
ottenendo?
“Gli investimenti imprenditoriali
sono un settore
molto sensibile e particolarmente
subordinato
alla situazione congiunturale.
Per questo motivo,
dal punto di vista della
situazione economica, con
la realizzazione di 32 progetti di
insediamento e ampliamento e con
oltre 900 posti di lavoro fra quelli
creati nuovi e quelli difei, possiamo
ritenerci molto soddisfatti. Dei 32
progetti, 11 provengono dall’Italia di
cui tre dal Veneto e due dal Friuli. Gli
altri progetti sono stati sviluppati in
Germania, Austria e Russia.
Possiamo guardare con un atteggiamento
positivo anche all’anno
in corso. Attualmente, stiamo già
elaborando alcuni progetti di insediamento
molto promettenti e circa
50 provengono dall’Italia. Circa il
40% dal Friuli. Proprio dal mercato
Sabrina Schütz
Oberländer,
presidente della Eak
“Grazie al
servizio gratuito
One-Stop-Shop
accompagniamo
le imprese
dal primo
contatto fino a
insediamento
avvenuto”.
italiano torniamo a percepire
un crescente interesse
per la Carinzia, il numero
di domande concrete di insediamento
è in ascesa e
noi saremmo lieti se anche
quest’anno ci fossero aziende
italiane che decidessero
nuovamente di insediarsi in
Carinzia. Le imprese sono,
comunque, diventate più
attente e adottano tempi più
lunghi nelle loro decisioni:
aspetto che, naturalmente,
avrà ripercussioni sul nostro
lavoro anche quest’anno”.
- Ci fa un esempio recente
di azienda friulana insediatasi
in Carinzia?
“L’impresa Refrion, con
sede centrale a Flumignano
di Talmassons, produce
scambiatori di calore innovativi
per impianti di
refrigerazione e condizionamento.
L’azienda ha deciso
di produrre scambiatori di
calore per la refrigerazione
a Hermagor, nell’ex stabilimento
della Intercold. Nella
sede carinziana è prevista
a lungo termine la creazione di 37
nuovi posti di lavoro”.
- Le Pmi in Friuli pongono al
vertice dei loro problemi, oltre al
crollo dei mercati, anche la difficoltà
di accesso al credito: è diverso
in Carinzia?
“A seguito della crisi economica
le banche in Carizia sono diventate
più prudenti nell’elargire crediti.
Nel nostro Land, comunque, viene
adottato ancora questo metodo:
una buona azienda con un business
plan ben elaborato e una strategia
commerciale convincente ha ottime
possibilità di ottenere un credito. Eak
74 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

sostiene le imprese interessate a un
insediamento, occupandosi fra l’altro
della la verifica del business plan, coordinando
le date per i colloqui con
le banche e gli enti che elargiscono
contributi e, su richiesta, offrendo
la propria presenza durante questi
colloqui. Questo rientra nel nostro
servizio gratuito One-Stop-Shop”.
- Quali sono i problemi maggiori
per il tessuto imprenditoriale
carinziano e come state aiutando
a superarli?
“La crisi economica non si fa naturalmente
sentire solo nel settore
degli insediamenti produttivi, ma
ha anche ripercussioni soprattutto
sull’economia locale. Da due anni
La zona
industriale
di St. Veit
perseguiamo l’intento di sostenere,
mediante un management di progetto
molto attivo, le imprese carinziane
nel settore dell’innovazione,
della qualificazione, formazione e
specializzazione, della cooperazione
e delle condizioni economiche generali,
occupandoci per esempio della
logistica e delle infrastrutture, con
l’obiettivo di rafforzare in modo duraturo
l’economia regionale e, quindi,
garantire i posti di lavoro esistenti.
Naturalmente, forniamo il nostro
sostegno anche alle imprese che
vorrebbero insediarsi in Carinzia.
Grazie al nostro servizio gratuito
One-Stop-Shop accompagniamo
queste imprese e forniamo loro
consulenza, dal primo contatto fino
a insediamento avvenuto. Eak offre
un aiuto nella scelta della sede, nel
contatto con le autorità, le banche,
gli enti che elargiscono contributi,
avvocati e consulenti fiscali. Inoltre,
possiamo fornire dettagliate informazioni
su contributi e possibilità di
finanziamento, infrastrutture, istituti
di formazione e ricerca. Attraverso
i nostri distretti possiamo creare
l’accesso a organismi di ricerca e
sviluppo nonché potenziali clienti
e fornitori”.
- Quali sono, invece, i settori
economici in cui le regioni, in par-
26 FEBBRaio 2010
alpe adria
ticolare Carinzia e Friuli, possono
collaborare, cioè essere partner e
non concorrenti?
“Argomenti importanti nella collaborazione
transfrontaliera fra
Italia e Carinzia sono la logistica e
le infrastrutture Insieme con l’Italia
stiamo, per esempio, collaborando
all’ampliamento dell’asse Baltico-
Adriatico. Attraverso il progetto
Batco (Baltic-Adriatic-Transport-
Cooperation) le regioni Emilia Romagna,
Veneto, Friuli Venezia Giulia
e Carinzia vorrebbero creare una rete
attiva di partner lungo il corridoio
Baltico-Adriatico. Il progetto è stato
presentato dalla Carinzia nell’ambito
del programma dell’Ue Central
Europe e dovrebbe partire nel 2010.
Anche nel settore delle energie
rinnovabili esiste una grande disponibilità
per una collaborazione
transfrontaliera. Attualmente, per
esempio, è in elaborazione un progetto
dell’Ue nel quale i Comuni
sono chiamati a essere al centro
della tutela del clima e dell’ambiente.
Le Regioni Carinzia, Tirolo, Alto
Adige e Friuli Venezia Giulia stanno
lavorano in questo ambito anche alla
formulazione di misure di efficienza
energetica all’interno dei comuni.
La Carinzia, poi, si sta anche impegnando
nell’intensificare lo scambio
interregionale fra Italia, Slovenia e
Carinzia. Il Forum comunale Alpe
Adria, che si è tenuto per la prima
volta nel 2009 all’interno del Forum
economico europeo a Velden, ha
dimostrato con oltre 350 visitatori
quanto sia grande l’interresse per
uno scambio reciproco. Durante il
forum sindaci, assessori comunali
e imprenditori del Nord Italia, della
Slovenia e dall’Austria hanno discusso
della collaborazione interregionale,
di progetti e di infrastrutture
a livello comunale. Questo forum,
che verrà ripetuto, offre al mondo
economico e ai Comuni la possibilità
di creare delle reti e di gestire assieme
lo sviluppo interregionale”.
Friuli & unione europea
Il ruolo della regIone sulle dIrettrIcI europee e medIterranee
Come superare la crisi dei
traffici e delle infrastrutture
Lo scorso 4 e 5 febbraio a Trieste si è svolto un importante incontro
organizzato dalla Fondazione Osservatorio del Mediterraneo,
con al centro il tema “Spazio mediterraneo della mobilità. Per un
rafforzamento delle infrastrutture e dei trasporti”. All’incontro
hanno partecipato oltre al ministro degli Affari Esteri Franco
Frattini e al viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Roberto
Castelli, il commissario italiano Antonio Tajani e il presidente
della giunta regionale Renzo Tondo, accanto alla principali personalità
del mondo imprenditoriale del settore dei trasporti italiano
e regionale. Tre i principali snodi: le infrastrutture autostradali,
l’offerta portuale e quella aeroportuale. Per tutte e tre le direttrici
di sviluppo i punti di analisi sono gli stessi: quello politico
internazionale e quello economico. Ora, se è vero come è vero,
che il prestigio e il peso di un Paese si misura anche in base alla
sua efficienza e offerta nel campo della mobilità e dei trasporti,
oltre che nell’ambito delle sue relazioni in ambito internazionale
e conseguente ricaduta nel settore dei traffici commerciali, tanto
a livello istituzionale quanto a livello di imprenditorialità privata,
è il lato economico ed economico-operativo che al momento preoccupa
esperti e attori del settore. Partendo dalla premessa che
l’Italia deve essere un punto di riferimento nel Mediterraneo, in
particolare proprio con Trieste, quale principale polo d’attrazione
e collegamento tra Nord e Sud dell’Europa, è indubbio che nel
settore dei trasporti due sono le criticità che affliggono il sistema
Italia e Friuli Venezia Giulia al momento, ovvero la crisi dei traffici
e la realizzazione di infrastrutture. Due elementi che si influenzano,
dal momento che in un mercato in crisi l’assenza di infrastrutture
e di un adeguato coordinamento delle stesse non può che
provocare un ulteriore calo della massa di merci in trasporto sulle
linee italiane. Su questo background il ruolo chiave della pubblica
amministrazione, intesa nella sua più ampia composizione di enti
e strutture, in una nuova dimensione capace di dare alla politica
e alle relazioni internazionali la possibilità di intavolare e proporre
valide alternative ai concorrenti italiani del settore, non più
quello di un mero finanziatore, o non solo, quanto piuttosto di un
valido regolatore e coordinatore delle risorse in campo. Vincente,
in tale ottica, come sottolineato dall’assessore Riccardo Riccardi,
presente al convegno, parrebbe la proposta avanzata dal Gruppo
Unicredit di realizzare una ‘’Piastra logistica del Friuli Venezia
Giulia’’, progetto ambizioso che vede al centro il potenziamento e
ampliamento dei porti di Trieste e Monfalcone con investimenti
per un miliardo di euro, di cui il 70 per cento a carico del privato,
e con la prospettiva della movimentazione nell’Alto Adriatico
di circa due milioni di Teu. Il perché il progetto sia visto di buon
occhio, sia dall’amministrazione regionale, sia dalle autorità portuali
e statali, al di là del mero investimento economico, è presto
detto: innanzitutto perché prevede costi e tempi certi per la sua
realizzazione (fattore fondamentale, vista l’enorme concorrenza
nell’alveo mediterraneo, il cui fabbisogno non vede più di 4 o 5
grossi Hub), per l’importanza strategica nell’inserimento dell’area
al centro delle due fondamentali direttrici nord-sud ed est-ovest
del bacino Ue, ossia il Corridoio Baltico e il Corridoio V, per l’elevata
integrazione con le altre infrastrutture collegate al trasporto
portuale, necessariamente complementari alla realizzazione di
un’effettiva competitività del primo, ossia rete ferroviaria, stradale
e autostradale, aeroportuale. Ovviamente, il tempo stringe.
All’indomani di un’uscita, benché lenta, dalla crisi è basilare farsi
trovare pronti quanto prima, fedeli al motto “chi prima arriva,
meglio alloggia”. Una sfida che la Regione è pronta ad affrontare,
forte anche della recente esperienza relativa alla gestione della
A4 Venezia-Trieste, e che Roma par ben disposta ad affidarle.
Fabio Cattaruzzi
ilFRIULI BUSINESS 75

7 6 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

R ubriche
I valori
alla base
dell’impresa
alberto felice de toni
Gli uomini hanno con la
cultura lo stesso rapporto
che i pesci hanno con l’acqua:
finché non ne escono
non ne hanno coscienza.
Per questo è così difficile
lavorare con persone di cultura
differente: o abbiamo
l’impressione di dover spiegare anche ciò
che è assolutamente evidente, oppure, se ci
troviamo isolati in un gruppo di estranei,
ci sentiamo esclusi dal loro sistema di
simboli. Questo meccanismo è particolarmente
eclatante nell’umorismo, che è
spesso basato sul non detto
e sull’implicito: spiegare
una barzelletta significa
farle perdere di comicità.
Il prIncIpIo
della barzeletta
Le organizzazioni di successo
hanno forti culture,
in cui le persone sono guidate
più da valori condivisi
che da regole, comandi o
procedure formali. Perché?
Perché gli uomini hanno
bisogno di un senso, di
dare significato alle proprie
azioni, di discernere le cose
giuste da quelle sbagliate.
Come disse Gandhi: “Un
uomo senza ideali è come
una nave senza timone”.
Sotto condizioni di ambiguità e incertezza,
è preferibile gestire una organizzazione
puntando sui valori organizzativi, piuttosto
che affidarsi a meccanismi di controllo
burocratici.
Mutua InterdIpendenza
La condivisione dei valori è una soluzione
al problema di creare e gestire organizzazioni
complesse: possedere un insieme di
valori e obiettivi comuni minimizza la divergenza
degli interessi e favorisce il senso
di mutua interdipendenza. Solo se assume
26 FEBBRaio 2010
meta management
un significato condiviso, lo stare assieme
ha un vero futuro. Ne è convinto anche il
grande generale Eisenhower: “Un popolo
che mette i propri privilegi al di sopra dei
propri principi ben presto perde entrambi”.
MarcIare nella stessa dIrezIone
I valori sono vettori: esprimono la forza in
una direzione data. In altre parole i valori,
una volta condivisi, orientano le azioni dei
singoli nella stessa direzione; solo in questo
caso la loro somma determina una grande
forza risultante.
Nel caso in cui siano assenti dei valori
comuni, l’impresa si riduce a diverse
individualità tenute assieme da puri
interessi economici: ogni impresa richiede
commitment verso obiettivi comuni e
valori condivisi.
accozzaglIa dI persone
Senza questo commitment non esiste impresa,
ma solo un’accozzaglia di persone.
Il primo compito del management è di
riflettere, fissare ed esemplificare questi
obiettivi, valori e traguardi.
Un metodo classico per veicolare i valori
portanti dell’impresa è affidarsi a simboli,
riti, storie, grandi racconti. Tutti
LA FORZA deL gRuppO
La condivisione di obiettivi
comuni rende soLida
L’organizzazione aziendaLe
e Le consente di essere
produttrice di ‘vaLore’,
aLtrimenti si riduce a
individuaLità tenute assieme
da interessi economici
questi sono strumenti che tengono unita
un’organizzazione, indipendentemente
dalle differenze di ruolo e di professionalità.
Simboli comunicativi come il logo
dell’azienda, i rituali e le storie tengono
unita un’organizzazione definendo ciò che
condividono tutte le persone, a prescindere
dalle differenze di competenze o posizione
all’interno dell’organizzazione.
coMe rendere coeso un gruppo
Le interazioni alimentano la creazione e
l’evoluzione della cultura di un gruppo;
la cultura abilita e vincola la costruzione
e modificazione della struttura sociale;
questa fornisce, a sua volta, le regole e
le risorse per le interazioni
tra individui. Dal rituale
dell’interazione emergono,
, due entità: la cultura e
la struttura sociale, con
caratteristiche proprie, in
particolare la capacità di
alimentare la propria fonte
vitale, cioè le interazioni tra
individui.
seguendo Il cIclo vItale
Valori e creazione di valore
sono concetti fortemente
legati: i valori sono l’infrastruttura
per la creazione
di valore. Si potrebbe
enunciare una sorta di
legge per la quale il valore
è necessariamente generato
dai valori sui quali si fonda
l’impresa, ed entrambi gli elementi vivono
la storia dell’impresa e quindi dipendono
dalla esperienza che essa ha saputo generare.
Ed è una storia che si manifesta
in un ciclo vitale legato al trascorrere del
tempo rendendo necessaria una continua
manutenzione dei valori per rigenerarne
costantemente la potenzialità.
Come suggerisce Ignazio Silone: “Su un
gruppo di teorie si può fondare una scuola;
ma su un gruppo di valori si può fondare
una cultura, una civiltà, un nuovo modo
di vivere insieme tra uomini”.
ilFRIULI BUSINESS 77

R ubriche
Dividere
senza pareti
Fabio di bartolomei *
Molti anni fa,
durante i primi
periodi di mia
frequentazione
milanese, mi
meravigliavo
quando, entrando
negli
appartamenti
di clienti o amici, li trovavo
spesso belli, ma piuttosto piccoli.
Il mio stupore non era tanto per
la dimensione degli alloggi, ma
derivava dal fatto che spesso i
proprietari li consideravano di
dimensioni ragguardevoli. Nel
tempo ho compreso che lo erano in
relazione allo standard del luogo
ed era il mio modo di valutare
l’ampiezza errato, perché a Udine,
dove vivevo, avevamo abitudini
diverse.
I tempi sono cambiati anche in
Friuli per cui, pure qui, abbia-
mo accettato una
diminuzione delle
superfici abitabili
per sopperire all’aumento
di costo al
metro quadro di un
appartamento. Uno
dei problemi che si
sono però creati è che, l’adeguarci
a ciò, ha fatto sì che, volendo
mantenere la distribuzione dei
vani di tipo standard, quindi
avere un appartamento suddiviso
rigorosamente da tradizionali
design
gestione degli spazi
Anche in AbitAzioni di piccolA
metrAturA è possibile
ricAvAre diversi vAni in bAse
Alle esigenze personAli,
ricorrendo per esempio
A mobili e librerie
L’utiLizzo deL vetro
Si tratta di una soluzione
innovativa, consentendo
la chiusura dal pavimento
al soffitto e anche disegni
attraverso l’acidatura
pareti fisse, produceva un insieme
di vani molto piccoli. Le leggi in
materia definiscono la dimensione
minima per ogni singolo vano
in relazione alla sua destinazione
d’uso, ma si sa il modo di bypas-
sare la normativa
spesso viene trovata.
Se il nostro desiderio
è quello di avere
un appartamento
che dia la sensazione
di maggiore ampiezza
a parità di
metratura, c’è una soluzione che
consiglio: quella della separazione
funzionale degli spazi senza l’uso
di muri. Per ottenere ciò si può
articolare lo spazio semplicemente
dividendolo con arredi, come
librerie, pareti attrezzate, armadi,
pareti mobili. In questo modo
avremo un ulteriore vantaggio
che è quello di sfruttare vani e
contenitori per riporre i numerosi
oggetti che contribuiscono alla
scenografia quotidiana del vivere.
Le soluzioni sono diverse e per
decidere quale di esse adottare è
importante definire prima alcuni
sostanziali e personali punti: il
7 8 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

primo è se preferire di separare
gli spazi con strutture aperte e
ultraleggere, tipo librerie e scaffalature;
il secondo è se desiderare di
optare per un contenitore chiuso
con funzione di vera e propria
tramezzatura.
Per la scelta diventa obbligatorio
mettere in relazione la
destinazione d’uso del locale
con le proprie abitudini di vita.
26 FEBBRaio 2010
*Industrial & Interior Designer
Libero professionista
e docente di design
presso la Facoltà
di Architettura di Trieste
info@dibartolomei.com
www.dibartolomei.com
Faccio un esempio: se desidero
optare per una una soluzione di
mobili a mezza altezza per cui lo
spazio sembra più grande non essendo
visivamente interrotto, devo
considerare che ci possono essere
degli inconvenienti: con questa
divisione, infatti, sia i rumori,
sia gli eventuali odori provenienti
dalla cucina si diffondono più
facilmente in tutto lo spazio.
Quindi, mi devo chiedere: è un
problema questo per me? Forse la
risposta è no, perché per il mio
modo di vivere tutto ciò non mi
crea problemi. È, infatti, essenziale
per la scelta la personale analisi
delle abitudini.
Le strutture che possiamo adottare
sono di svariato tipo. Personalmente
mi piace consigliare e
inserire nei miei progetti il vetro.
È un materiale che, adeguatamente
collocato, ci permette di
creare divisioni quasi invisibili
risolvendo anche tutti i problemi
di cui ho parlato prima. Si possono
fare delle pareti intere da
soffitto a pavimento, oppure dei
semplici setti. Il vetro può essere,
inoltre, lasciato trasparente, ma
è possibile anche imprimere su
di esso dei disegni tramite una
tecnica che si chiama acidatura.
Oppure possiamo usare del vetro
colorato o stampato su cui possiamo
riportare qualunque disegno
o foto, che resteranno su di esso
impresse in maniera indelebile.
Sono vetri che vengono realizzati
per rivestire le facciate esterne dei
palazzi, per cui possono subire
sollecitazioni notevoli. Mi piace
anche proporre di mantenere
meno divisi soprattutto i locali
cucina e soggiorno, creando
soluzioni di “tutto aperto”, o
parzialmente diviso con dei
mobili a mezza altezza. Naturalmente,
illustrare una soluzione
d’arredamento ipotetica non è
così facile, ogni caso va valutato
singolarmente considerando la
forma dell’appartamento, la
luce naturale che lo illumina, e,
importantissimo, l’esigenze del
cliente che dovrà poi “gioire” del
risultato del nostro progetto. In
conclusione, un attento esame
da parte del professionista di
tutti questi aspetti è sempre alla
base di un buon progetto ed è
ciò che alla fine lo distingue. Se,
poi, coordiniamo il tutto con una
consapevole capacità estetica, il
risultato è garantito.
ilFRIULI BUSINESS 79

8 0 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

R ubriche
Voucher
alla ribalta
alberto giorgiutti e daniele cattunar*
La Finanziaria 2010 ha
apportato delle integrazioni
all’articolo 70 della
Legge Biagi estendendo le
possibilità di ricorso alle
prestazioni occasionali di
tipo accessorio e allargando
la platea dei committenti anche agli enti
pubblici. Il Friuli Venezia Giulia con i
suoi 294.305 voucher venduti tra agosto
2009 e gennaio 2010 si colloca al sesto
posto assoluto in Italia per utilizzo e addirittura
al secondo posto se rapportato
al numero di abitanti.
Come funzionano
Hanno un valore
nominale di 10, 20
o 50 euro. Al lavoratore
occasionale rimangono
7,50 netti
esentasse su 10 euro.
I 2,50 euro coprono
l’assicurazione Inps,
Inail e una quota di
gestione del servizio.
Il lavoratore incassa
il netto consegnando
in Posta il buono acquistato
dal datore
di lavoro. Sono nati
inizialmente nel
settore agricolo per
la vendemmia, ma
nel corso dell’ultimo
anno sono stati estesi
a diverse tipologie
di attività, con un
occhio particolare
all’integrazione del
reddito dei lavoratori che fruiscono di
ammortizzatori sociali.
ConCorrenza sleale
Le manovre del Ministero del Lavoro
per attuare il voucher, hanno creato una
“concorrenza sleale”. Infatti, vi sono
figure come i pensionati o gli studenti
che sono disposti a lavorare sottocosto, in
quanto hanno già una pensione o sono
26 FEBBRaio 2010
Ambito di applicazione
della norma
Prestazioni rese, in tutti
i settori produttivi, da
percettori di prestazioni
integrative del salario
o sostegno al reddito
(ammortizzatori sociali)
Attività svolte da giovani
nel sabato e domenica
e nei periodi di vacanza
Attività svolte da giovani
iscritti all’Università senza
limiti temporali
Lavoratori con contratto
di lavoro part time
lavoro
‘mantenuti’ dai genitori. Questo li rende
più competitivi rispetto ai dipendenti
normalmente assunti che costano almeno
15-16 euro. Inoltre, questo fenomeno
contribuirà all’ulteriore allungamento
del periodo di studi, in quanto mentre
precedentemente il voucher era previsto
per gli universitari solo nel fine settimana,
ora è previsto anche dal lunedì al venerdì.
eCCo le novità
In sintesi, le novità di rilievo riguardano,
per il solo anno 2010, la possibilità per i
lavoratori part-time di rendere prestazioni
occasionali di tipo accessorio nell’ambito
di qualsiasi settore produttivo. L’unico
limite è che i voucher non possono essere
usati per retribuire prestazioni rese presso
lo stesso datore di lavoro titolare del contratto
di lavoro a tempo parziale.
Sono stati inseriti nel novero dei possibili
committenti anche gli enti locali che
possono utilizzare, al pari di qualsivoglia
altro committente privato, le prestazioni
occasionali di tipo accessorio per i lavori
di giardinaggio, pulizia e manutenzione
di edifici, strade, parchi e monumenti, e
inoltre, gli stessi enti locali, le scuole e le
PRESTAZIONI OCCASIONALI
Da inizio anno è stata estesa la
possibilità Di utilizzare questa
formula Di pagamento per lavori
accessori, allarganDo la casistica e i
settori proDuttivi, ma anche la platea
Di committenti, con l’autorizzazione
anche per gli enti pubblici
università possono servirsi di giovani con
meno di 25 anni iscritti a un ciclo di studi
presso un istituto di qualsiasi ordine e grado,
il sabato e la domenica nonché durante
i periodi di vacanza. Inoltre, è concessa la
possibilità di utilizzare i voucher anche per
le prestazioni rese da pensionati.
Particolarmente interessante è il caso
degli studenti universitari, i quali possono
essere utilizzati in qualunque periodo
dell’anno e non più nei periodi di vacanza.
Resta il limite al fine settimana e alle
vacanze estive, invernali e pasquali per
gli studenti delle scuole superiori.
Per le categorie sopra elencate resta il
limite dei 4.995 netti per anno solare,
corrispondente a 6.660 di costo.
Prorogata per anche per l’anno 2010 la
Le noVità per Le prestazioni occasionaLi di tipo accessorio
Categoria di prestatori Committenti Note
Lavoratori in Cig, Cigs, percettori
di indennità di disoccupazione,
mobilità, e altri
ammortizzatori sociali
Giovani con meno di 25 anni
di età (minimo 16 anni) regolarmente
iscritti a un ciclo di
studi (istituti scolastici di ogni
ordine e grado)
Giovani con meno di 25 anni
di età (minimo 16 anni) regolarmente
iscritti all’Università.
Tutti
Tutti
Tutti
Tutti i lavoratori part time Tutti
Norma valida anche per l’anno 2010. È possibile
cumulare i redditi derivanti dagli ammortizzatori
sociali con le prestazioni in regime di lavoro accessorio
fino a 3.000 euro netti per anno solare
senza ulteriori prelievi (non 3.000 per ciascun
committente, ma 3.000 in assoluto)
La legge 33/09 ha esteso a qualunque settore
produttivo. I periodi considerati vacanze sono dal
1° dicembre al 10 gennaio, dalla domenica delle
Palme al martedì successivo il lunedì dell’Angelo,
dal 1° giugno al 30 settembre
In caso di studenti universitari, il lavoro accessorio può
essere prestato in qualunque periodo dell’anno e non
più nei periodi di vacanza dalla frequenza delle lezioni
Solo per l’anno 2010 è stata data la possibilità ai
lavoratori part time di ricorrere la lavoro accessorio
nell’ambito di qualsiasi settore produttivo. Non
è comunque possibile svolgere le prestazioni occasionali
con il datore con il quale si ha in corso il
contratto di lavoro part time
possibilità per i cassintegrati e dei percettori
di prestazioni connesse con lo stato
di disoccupazione ordinaria, mobilità e
trattamenti speciali di disoccupazione
edili di rendere prestazioni di lavoro accessorio
in tutti i settori produttivi e nel
limite massimo di 3.000 euro netti per
anno solare al costo di 5.000 euro.
*Studio Giorgiutti Alberto & Associati
ilFRIULI BUSINESS 81

R ubriche
Evasione
vera palla
al piede
karen garofalo
Eccezion fatta per la riduzione
dell’acconto di imposta dello scorso
novembre, e per l’introduzione in
via sperimentale dell’imposta sostitutiva
dell’Irpef ordinaria per gli
affitti di immobili della provincia
de L’Aquila, i 243 commi dei due
articoli di cui è composta la Finanziaria per il 2010,
non contengono ulteriori significative novità fiscali.
Tenuto conto che il carico fiscale per le famiglie italiane
è tra i più alti d’Europa, ci si sarebbe aspettati
una riduzione consistente delle tasse che gravano sui
contribuenti; è da tenere presente che è stato calcolato
che fino al 23 giugno chi paga le tasse regolarmente,
lavorerà solo per lo Stato.
Questo problema è ben noto all’Esecutivo, che
aveva ipotizzato l’abolizione o la riduzione dell’Irap,
FISCO
PRESSIONE FISCALE
L’auspicato e anche annunciato
tagLio deLLe tasse non c’è stato per
coLpa dieLLa crisi economica, deL
debito pubbLico e dei tanti furbetti,
contro cui iL governo intende
sferrare una nuova offensiva
attraverso L’azione di guardia di
finanza e agenzia deLLe entrate
dovendo poi rinviare a tempi migliori per l’economia,
stante il perdurare della grave crisi economica e finanziaria.
Infatti, bisogna tenere presente che le misure
di sgravio fiscale esplicano una efficacia potenziale
sull’economia solo se non portano a un aumento
del debito pubblico e se sono contemporaneamente
compensate da diminuzioni della spesa corrente.
Successivamente, era stata ipotizzata anche la
riduzione delle aliquote Irpef a vantaggio delle persone
fisiche, al fine di permettere alle stesse una maggiore
capacità di consumo. Nemmeno questo taglio è
stato possibile, a causa dell’alto debito pubblico,
delle enormi tensioni esistenti sui mercati finanziari
internazionali e, soprattutto, a causa della notevole
evasione fiscale esistente nel nostro Paese.
Per quanto concerne il debito pubblico, è stato
accertato che la crisi economica lo ha fatto aumentare
in misura così rilevante che alle già tante tasse
che gravano sul contribuente, si è aggiunta un’altra
calcolabile in 10–15 miliardi di euro in termini di
maggiore spesa per interessi passivi.
Inoltre, quello che più preoccupa e vieta qualsiasi
manovra finanziaria riduttiva delle tasse, è appunto
l’evasione fiscale, calcolabile secondo stime serie in
300 miliardi di euro l’anno. Di questa incontenibile
evasione, ben 115 miliardi riguardano le imposte dirette,
105 miliardi l’economia sommersa, 40 miliardi la
criminalità organizzata e 25 miliardi i contribuenti
che hanno il secondo e terzo lavoro in nero.
Oltre a impedire manovre finanziarie che favoriscano
i contribuenti seri che le tasse le hanno sempre
pagate, l’evasione fiscale mina il principio su cui si
basa la convivenza civile.
Non concorrere al bene comune dello Stato è un
comportamento illecito, deprecabile, che deve essere
sanzionato con misure che lo scoraggino.
Per il 2010 il Ministro dell’Economia e delle
Finanze ha allo studio misure per la riduzione della
pressione fiscale e per la semplificazione delle norme
che regolano la complessa materia, al fine di rendere
il nostro sistema molto più efficace e giusto. Quel che
più conta, però, ha affidato alla Guardia di Finanza
e all’Agenzia delle Entrate il compito principale di
combattere l’evasione e di eseguire controlli specifici
sugli abusi in materia di spesa pubblica, lotta alla
criminalità organizzata e ai traffici illeciti, in modo
tale che quando l’evasione fiscale sarà sconfitta, o
per lo meno ridotta, le tasse potranno essere ridimensionate
per tutti.
avv.karengarofalo@libero.it
82 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010

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