Risalita dopo la discesa - Il Friuli

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26 FEBBRaio 2010 Manca una protezione dello Stato e non sempre può bastare l’inventiva di noi imprenditori” - Come dovrebbero essere ridisegnati gli strumenti regionali quali, in particolare, Friulia e Mediocredito? “Friulia deve ritornare alla sua mission originaria. È quello che serve alle imprese e quello che le imprese chiedono. Lo può fare perché ha possibilità finanziarie e persone professionali in grado di gestire l’operatività. Quanto a Mediocredito, andrebbe rivisto in un’ottica integrata. Quello che serve è un tavolo di lavoro che veda seduti Regione, Friulia, Mediocredito e Confidi, quale forza che non può essere sottovalutata. Tutti assieme saremmo in grado di ristrutturare l’intero sistema per il bene delle imprese”. - Più in generale, da imprenditore, come immagina l’evoluzione del sistema produttivo friulano nel medio periodo? Dobbiamo ragionare in termini di decrescita sostenibile? “L’imprenditore serio, che ha investito nell’azienda, che ci crede ancora, farà di tutto per continuare. Troverà un modo per farlo. Azzeccherà la strategia giusta e il mercato più opportuno. Insomma, il mondo non si ferma, andremo avanti. Decrescita sostenibile? La chiamerei decrescita inevitabile, ma dalla quale riemergeremo”. - Come dobbiamo mutare pelle per sopravvivere? “Dipende tutto dalla ripartenza dell’economia: è la questione chiave. Finché non si muoverà il sistema internazionale, sul territorio non potremo fare granché. Quando ripartirà il mercato, le aziende avranno già superato una fase di selezione e procederanno, se non con passo spedito, con buon piglio. Certo non torneremo al 2006 e al 2007, non subito per lo meno”. IL PERSONAGGIO Finché non si muoverà il sistema internazionale, sul territorio non potremo fare granché. Quando ripartirà il mercato, le aziende avranno già superato una faSe di Selezione e procederanno, se non con paSSo Spedito, con buon piglio”. Enzo Pertoldi presidente di Confidi Friuli; nelle foto a destra in riunione nella propria azienda, prodotti Friulprint, e Pertoldi con la propria collezione di robot - Quali settori si salveranno e quali, invece, dobbiamo rassegnarci a perdere? “Credo che in tutti i settori l’Italia dovrà fare il possibile per tutelare il manifatturiero e cioè il Made in Italy. Non possiamo pensare di diventare i primi nell’alta tecnologia, ma nel manifatturiero possiamo ancora dire la nostra. Dispiace, tuttavia, vedere che la classe politica non colga i movimenti del mercato. Si parla tanto del mercato cinese, lo si indica come un’opportunità, ma la Cina esce al meglio dalle difficoltà perché gode della protezione statale. Una protezione che a noi manca. E non sempre può bastare l’inventiva”. Viviamo una faSe di tranSizione che impone all’imprenditore di rimanere in piedi in qualche modo” - Che lezione ha appreso da questa fase storico-economica? “Che davvero una crisi così profonda non c’era mai stata prima, al punto da imporre un cambio di mentalità. A subirne le conseguenze, lo ritengo purtroppo inevitabile, è l’occupazione. Non riusciamo a pagare due persone per dare un servizio? Dobbiamo ridimensionarci e pagarne una. Il costo del lavoro è elevato, troppo elevato per competere. Naturalmente intendo il costo aziendale”. - Come descrive la nuova fase in cui stiamo entrando e quali valutazioni può fare? “È una fase di transizione che impone all’imprenditore di rimanere in piedi in qualche modo. Si contengano le spese, si taglino i rami secchi, si evitino gli sprechi, ci si riduca i compensi. Sono le strategie obbligate in attesa della ripartenza. Una ripartenza che mi aspetto nella parte finale del 2010”. ilFRIULI BUSINESS 15
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