Risalita dopo la discesa - Il Friuli

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R ubriche Balcani strategici per il Nordest Michele Degrassi “Con un volume di investimento generato pari a 961 milioni di euro i Balcani rappresentano un’area di massimo interesse per le imprese del Nordest” ha sottolineato Michele Degrassi, presidente di Finest, finanziaria per gli imprenditori del Nord Est, durante la giornata conclusiva del meeting internazionale Italy & South Eastern Europe Investment Forum, svoltosi a Verona. Le dichiarazioni sono state rilasciate nel corso del tavolo settoriale “Il commercio e l’export italiano verso i Paesi dell’Europa Sud Orientale”, presieduto da Degrassi, cui hanno preso parte Goran Scepanovic, viceministro della Cooperazione economica internazionale del Montenegro, Mladen Zirojevic, ministro del Commercio internazionale di Sarajevo, Maria Parcalabescu, segretario di Stato per il Commercio della Romania, Tajana Kesic Sapic, sottosegretario di Stato all’Economia croata, e Nikolov Iulian, direttore generale Economic Policy della Bulgaria. “Attualmente Finest - ha proseguito Degrassi - è impegnata nei Balcani con 80 operazioni al fianco delle imprese nordestine e 78 milioni di euro di portafoglio esposto in partecipazioni e finanziamenti. In 15 anni di attività sono state ben 283 le operazioni effettuate in quest’area, con un ammontare impegnato di 143 milioni di euro”. Il Forum, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato con il coordinamento organizzativo delle strutture deputate alla promozione dell’internazionalizzazione a favore delle aziende italiane, con Finest anche Simest e Ice, ha visto la partecipazione di oltre 400 aziende, convenute a Verona per la due giorni dedicata ai Balcani. Un appuntamento destinato a diventare annuale, come sostenuto dal viceministro italiano Adolfo Urso. alpe adria Cacciatori di aziende Eak - il presidente dell’ente di sviluppo tecnologico e industriale della carinzia ricorda alle imprese friulane i vantaggi di insediarsi nel vicino land austriaco, anche in tempi di crisi, per sfuggire alle zavorre del bel paese Alleati o concorrenti? Nel rapporto con i vicini il dilemma è ricorrente. La risposta è legata, probabilmente, alla coesistenza dei due aspetti. Una logica che il Land della Carinzia, attraverso la Entwicklungsagentur Kärnten GmbH (Eak), ovvero l’ente che si occupa dello sviluppo tecnologico e dell’assistenza all’insediamento delle aziende, sta applicando nella pratica da anni. Ecco come analizza presente e futuro il presidente dell’Eak, Sabrina Schütz-Oberländer. - La vostra azione di attrazione di imprese, anche dai territori vicini come il Friuli, quali risultati sta ottenendo? “Gli investimenti imprenditoriali sono un settore molto sensibile e particolarmente subordinato alla situazione congiunturale. Per questo motivo, dal punto di vista della situazione economica, con la realizzazione di 32 progetti di insediamento e ampliamento e con oltre 900 posti di lavoro fra quelli creati nuovi e quelli difei, possiamo ritenerci molto soddisfatti. Dei 32 progetti, 11 provengono dall’Italia di cui tre dal Veneto e due dal Friuli. Gli altri progetti sono stati sviluppati in Germania, Austria e Russia. Possiamo guardare con un atteggiamento positivo anche all’anno in corso. Attualmente, stiamo già elaborando alcuni progetti di insediamento molto promettenti e circa 50 provengono dall’Italia. Circa il 40% dal Friuli. Proprio dal mercato Sabrina Schütz Oberländer, presidente della Eak “Grazie al servizio gratuito One-Stop-Shop accompagniamo le imprese dal primo contatto fino a insediamento avvenuto”. italiano torniamo a percepire un crescente interesse per la Carinzia, il numero di domande concrete di insediamento è in ascesa e noi saremmo lieti se anche quest’anno ci fossero aziende italiane che decidessero nuovamente di insediarsi in Carinzia. Le imprese sono, comunque, diventate più attente e adottano tempi più lunghi nelle loro decisioni: aspetto che, naturalmente, avrà ripercussioni sul nostro lavoro anche quest’anno”. - Ci fa un esempio recente di azienda friulana insediatasi in Carinzia? “L’impresa Refrion, con sede centrale a Flumignano di Talmassons, produce scambiatori di calore innovativi per impianti di refrigerazione e condizionamento. L’azienda ha deciso di produrre scambiatori di calore per la refrigerazione a Hermagor, nell’ex stabilimento della Intercold. Nella sede carinziana è prevista a lungo termine la creazione di 37 nuovi posti di lavoro”. - Le Pmi in Friuli pongono al vertice dei loro problemi, oltre al crollo dei mercati, anche la difficoltà di accesso al credito: è diverso in Carinzia? “A seguito della crisi economica le banche in Carizia sono diventate più prudenti nell’elargire crediti. Nel nostro Land, comunque, viene adottato ancora questo metodo: una buona azienda con un business plan ben elaborato e una strategia commerciale convincente ha ottime possibilità di ottenere un credito. Eak 74 ilFRIULI BUSINESS 26 FEBBRaio 2010
sostiene le imprese interessate a un insediamento, occupandosi fra l’altro della la verifica del business plan, coordinando le date per i colloqui con le banche e gli enti che elargiscono contributi e, su richiesta, offrendo la propria presenza durante questi colloqui. Questo rientra nel nostro servizio gratuito One-Stop-Shop”. - Quali sono i problemi maggiori per il tessuto imprenditoriale carinziano e come state aiutando a superarli? “La crisi economica non si fa naturalmente sentire solo nel settore degli insediamenti produttivi, ma ha anche ripercussioni soprattutto sull’economia locale. Da due anni La zona industriale di St. Veit perseguiamo l’intento di sostenere, mediante un management di progetto molto attivo, le imprese carinziane nel settore dell’innovazione, della qualificazione, formazione e specializzazione, della cooperazione e delle condizioni economiche generali, occupandoci per esempio della logistica e delle infrastrutture, con l’obiettivo di rafforzare in modo duraturo l’economia regionale e, quindi, garantire i posti di lavoro esistenti. Naturalmente, forniamo il nostro sostegno anche alle imprese che vorrebbero insediarsi in Carinzia. Grazie al nostro servizio gratuito One-Stop-Shop accompagniamo queste imprese e forniamo loro consulenza, dal primo contatto fino a insediamento avvenuto. Eak offre un aiuto nella scelta della sede, nel contatto con le autorità, le banche, gli enti che elargiscono contributi, avvocati e consulenti fiscali. Inoltre, possiamo fornire dettagliate informazioni su contributi e possibilità di finanziamento, infrastrutture, istituti di formazione e ricerca. Attraverso i nostri distretti possiamo creare l’accesso a organismi di ricerca e sviluppo nonché potenziali clienti e fornitori”. - Quali sono, invece, i settori economici in cui le regioni, in par- 26 FEBBRaio 2010 alpe adria ticolare Carinzia e Friuli, possono collaborare, cioè essere partner e non concorrenti? “Argomenti importanti nella collaborazione transfrontaliera fra Italia e Carinzia sono la logistica e le infrastrutture Insieme con l’Italia stiamo, per esempio, collaborando all’ampliamento dell’asse Baltico- Adriatico. Attraverso il progetto Batco (Baltic-Adriatic-Transport- Cooperation) le regioni Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Carinzia vorrebbero creare una rete attiva di partner lungo il corridoio Baltico-Adriatico. Il progetto è stato presentato dalla Carinzia nell’ambito del programma dell’Ue Central Europe e dovrebbe partire nel 2010. Anche nel settore delle energie rinnovabili esiste una grande disponibilità per una collaborazione transfrontaliera. Attualmente, per esempio, è in elaborazione un progetto dell’Ue nel quale i Comuni sono chiamati a essere al centro della tutela del clima e dell’ambiente. Le Regioni Carinzia, Tirolo, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia stanno lavorano in questo ambito anche alla formulazione di misure di efficienza energetica all’interno dei comuni. La Carinzia, poi, si sta anche impegnando nell’intensificare lo scambio interregionale fra Italia, Slovenia e Carinzia. Il Forum comunale Alpe Adria, che si è tenuto per la prima volta nel 2009 all’interno del Forum economico europeo a Velden, ha dimostrato con oltre 350 visitatori quanto sia grande l’interresse per uno scambio reciproco. Durante il forum sindaci, assessori comunali e imprenditori del Nord Italia, della Slovenia e dall’Austria hanno discusso della collaborazione interregionale, di progetti e di infrastrutture a livello comunale. Questo forum, che verrà ripetuto, offre al mondo economico e ai Comuni la possibilità di creare delle reti e di gestire assieme lo sviluppo interregionale”. Friuli & unione europea Il ruolo della regIone sulle dIrettrIcI europee e medIterranee Come superare la crisi dei traffici e delle infrastrutture Lo scorso 4 e 5 febbraio a Trieste si è svolto un importante incontro organizzato dalla Fondazione Osservatorio del Mediterraneo, con al centro il tema “Spazio mediterraneo della mobilità. Per un rafforzamento delle infrastrutture e dei trasporti”. All’incontro hanno partecipato oltre al ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e al viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli, il commissario italiano Antonio Tajani e il presidente della giunta regionale Renzo Tondo, accanto alla principali personalità del mondo imprenditoriale del settore dei trasporti italiano e regionale. Tre i principali snodi: le infrastrutture autostradali, l’offerta portuale e quella aeroportuale. Per tutte e tre le direttrici di sviluppo i punti di analisi sono gli stessi: quello politico internazionale e quello economico. Ora, se è vero come è vero, che il prestigio e il peso di un Paese si misura anche in base alla sua efficienza e offerta nel campo della mobilità e dei trasporti, oltre che nell’ambito delle sue relazioni in ambito internazionale e conseguente ricaduta nel settore dei traffici commerciali, tanto a livello istituzionale quanto a livello di imprenditorialità privata, è il lato economico ed economico-operativo che al momento preoccupa esperti e attori del settore. Partendo dalla premessa che l’Italia deve essere un punto di riferimento nel Mediterraneo, in particolare proprio con Trieste, quale principale polo d’attrazione e collegamento tra Nord e Sud dell’Europa, è indubbio che nel settore dei trasporti due sono le criticità che affliggono il sistema Italia e Friuli Venezia Giulia al momento, ovvero la crisi dei traffici e la realizzazione di infrastrutture. Due elementi che si influenzano, dal momento che in un mercato in crisi l’assenza di infrastrutture e di un adeguato coordinamento delle stesse non può che provocare un ulteriore calo della massa di merci in trasporto sulle linee italiane. Su questo background il ruolo chiave della pubblica amministrazione, intesa nella sua più ampia composizione di enti e strutture, in una nuova dimensione capace di dare alla politica e alle relazioni internazionali la possibilità di intavolare e proporre valide alternative ai concorrenti italiani del settore, non più quello di un mero finanziatore, o non solo, quanto piuttosto di un valido regolatore e coordinatore delle risorse in campo. Vincente, in tale ottica, come sottolineato dall’assessore Riccardo Riccardi, presente al convegno, parrebbe la proposta avanzata dal Gruppo Unicredit di realizzare una ‘’Piastra logistica del Friuli Venezia Giulia’’, progetto ambizioso che vede al centro il potenziamento e ampliamento dei porti di Trieste e Monfalcone con investimenti per un miliardo di euro, di cui il 70 per cento a carico del privato, e con la prospettiva della movimentazione nell’Alto Adriatico di circa due milioni di Teu. Il perché il progetto sia visto di buon occhio, sia dall’amministrazione regionale, sia dalle autorità portuali e statali, al di là del mero investimento economico, è presto detto: innanzitutto perché prevede costi e tempi certi per la sua realizzazione (fattore fondamentale, vista l’enorme concorrenza nell’alveo mediterraneo, il cui fabbisogno non vede più di 4 o 5 grossi Hub), per l’importanza strategica nell’inserimento dell’area al centro delle due fondamentali direttrici nord-sud ed est-ovest del bacino Ue, ossia il Corridoio Baltico e il Corridoio V, per l’elevata integrazione con le altre infrastrutture collegate al trasporto portuale, necessariamente complementari alla realizzazione di un’effettiva competitività del primo, ossia rete ferroviaria, stradale e autostradale, aeroportuale. Ovviamente, il tempo stringe. All’indomani di un’uscita, benché lenta, dalla crisi è basilare farsi trovare pronti quanto prima, fedeli al motto “chi prima arriva, meglio alloggia”. Una sfida che la Regione è pronta ad affrontare, forte anche della recente esperienza relativa alla gestione della A4 Venezia-Trieste, e che Roma par ben disposta ad affidarle. Fabio Cattaruzzi ilFRIULI BUSINESS 75
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