Risalita dopo la discesa - Il Friuli

Il futuro del
nostro acciaio
Il Friuli produrrà ancora acciaio
in futuro? La risposta
non è scontata, né in un
senso, né nell’altro. Il tessuto
produttivo siderurgico locale,
lungo la sua filiera dalle acciaierie
ai laminatoi, rimane in forte
tensione. Colpa di un cambio
epocale in termini di mercato
e di centri di produzione. Quel
che rimane certo, comunque, è
che il grado di sviluppo e, quindi,
di benessere di un sistema
territoriale, sia esso continente,
Paese o regione, si misura sul
consumo pro capite di acciaio.
Un principio che rimarrà valido
anche in futuro. Le aziende del
settore si concentrano soprattutto
in provincia di Udine,
mentre a Trieste è ancora attivo
un insediamento produttivo,
quale la ferriera di Servola,
con problematiche peculiari e
prospettive più gravi rispetto al
contesto generale.
L’industria ‘pesante’ rimane
strategica per l’economia friulana,
nonostante più volte nel
corso degli ultimi anni se ne
sia presagita la scomparsa e,
addirittura, l’inutilità. Di certo
deve fare i conti con le mutate
condizioni di mercato, in cui i
tradizionali mercati di sbocco
sono in flessione. Mentre nei
Paesi Bric la crescita produttiva
continua e arriverà a saturare il
loro mercato interno, i produttori
europei sperano che i propri
concorrenti “tirino le cuoia” prima
di loro, lasciando uno spazio
sufficiente si sopravvivenza.
Ovviamente, non è questa la
strategia più lungimirante.
Partendo dalla consapevolezza
di questo scenario e di queste
prospettive, le aziende friulane
della siderurgia stanno già perseguendo
proprie strategie di
difesa e, se possibile, di sviluppo.
L’unica certezza, comunque, è
che in futuro si dovrà produrre
di meno.
INCHIESTA
Siderurgia Sotto eSame
L’industria di base deve fare
i conti con un mercato in cui
L’offerta è superiore aLLa
domanda, con L’aggravio dei
soLiti handicap strutturaLi
rimasti ancora irrisoLti
6 ilFRIULI BUSINESS
26 FEBBRaio 2010