Il circolo interrotto Figure del dono in Mauss, Sartre e ... - OpenstarTs
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CAPITOLO l<br />
Per restituire umanità all'uomo bisogna umanizzare la macch<strong>in</strong>a calcolatrice. E<br />
come si può umanizzare la macch<strong>in</strong>a da calcolo <strong>del</strong>lo scambio, se non recuperando<br />
gli aspetti arcaici <strong>del</strong> <strong>dono</strong>, ossia le virtù generose e liberali? E come se non correggendo<br />
la cattiva rafio mercantile, temperando l'eccesso speculativo <strong>del</strong>l'economia,<br />
rallentando la circolazione vorticosa <strong>del</strong>la moneta e dei capitali, che si spostano<br />
oggi, <strong>in</strong> un'economia che sappiamo ormai di scala mondiale, là dove l'<strong>in</strong>teresse<br />
è maggiore?<br />
<strong>Il</strong> temperare l'<strong>in</strong>teresse è per <strong>Mauss</strong> un ristabilimento di giuste proporzioni. Ma,<br />
seguendo la stella polare <strong>del</strong>la mediocre equità, l'andamento <strong>del</strong> 'dover ritornare'<br />
verso pr<strong>in</strong>cipi economici più giusti assume <strong>in</strong> questa seconda Conclusione <strong>del</strong><br />
Saggio un aspetto via via più <strong>in</strong>certo. L'esigenza etica <strong>del</strong> ritorno all'umano e alla<br />
medi età contrappone l' anomìa meccanica, il calcolo, lo scambio, il rendiconto e<br />
l'<strong>in</strong>teresse, la circolazione <strong>del</strong>le ricchezze <strong>del</strong>la borghese "classe di mezzo", allo<br />
sperpero, all'eccesso e al nobile dispendio che ancora possono essere ritrovati presso<br />
il popolo e l'aristocrazia.<br />
Compare rapidamente la follia, al plurale, ma è una figura che conosciamo di già:<br />
è la follia <strong>del</strong>la dépense, sono le follie di un'aristocrazia def<strong>in</strong>itivamente tramontata:<br />
Quanti sono i bisogni che ci preoccupiamo di soddisfare? e quante tendenze, che non<br />
hanno per f<strong>in</strong>e ultimo l'utile, non assecondiamo? Quanto dest<strong>in</strong>a il ricco, quanto può<br />
dest<strong>in</strong>are <strong>del</strong>la propria rendita all'utilità personale? <strong>Il</strong> denaro profuso <strong>in</strong> lusso <strong>in</strong> arte,<br />
<strong>in</strong> follie, <strong>in</strong> servitori, non lo fa somigliare ai nobili di un tempo o ai capi barbari di<br />
cui abbiamo descritto i costumi?87<br />
<strong>Mauss</strong> sembra sostenere che di fronte all'eccesso crematistico solo un altro eccesso<br />
può garantire il giusto mezzo. La medietà si ottiene sprecando, dissipando <strong>in</strong> arte,<br />
follie, servitori, secondo quel pr<strong>in</strong>cipio <strong>del</strong>la dépense <strong>in</strong> via di atrofizzazione, come<br />
di lì a qualche anno avrebbe sostenuto Bataille. Ma il dubbio <strong>in</strong>tacca la giustezza e la<br />
giustizia di questo mezzo. "È un bene che sia così?"88: il dubbio etico corrode questa<br />
certezza anticipata sulla funzione equilibratrice <strong>del</strong>l'eccesso di spesa. Forse, aggiunge<br />
allora <strong>Mauss</strong>, non è contrapponendo un eccesso a un altro che si muta la legge<br />
<strong>del</strong>lo scambio e si ristabilisce la giusta rafia, legge e rafia che regolano sia il do uf<br />
des economico sia lo scambio dei doni. Forse non è opponendo alla capitalizzazione<br />
e alla speculazione una spesa folle, un poflàc dei beni, che questo giusto mezzo può<br />
essere ottenuto. "Forse è un bene che ci siano altri mezzi per spendere e fare degli<br />
scambi oltre alla pura spesa".89 Un'economia <strong>in</strong>dividualistica e <strong>in</strong>dividualizzata, che<br />
fa leva sugli appetiti <strong>del</strong> s<strong>in</strong>golo, sui suoi <strong>in</strong>teressi particolaristici, contraddice <strong>in</strong>fatti<br />
40<br />
87 SD, p. 284.<br />
88Jbidem.<br />
89 Ibidem.