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Oltre il turismo. Scenari di mutamento nell ... - Padis - Sapienza

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1.6 Prima della partenza: campi non situati e teorie confutab<strong>il</strong>i<br />

Come emerge dalla riflessione introduttiva, non sempre un progetto è fac<strong>il</strong>mente<br />

identificab<strong>il</strong>e fin dall‟inizio, si va avanti spesso per intuizioni, idee raccolte nel cammino e talvolta<br />

perse perché non scritte, non rielaborate, non vissute. Ma è soprattutto la ricerca sul campo che<br />

delinea e precisa <strong>il</strong> percorso da seguire, le tematiche da affrontare, spesso mettendo in crisi anche le<br />

poche certezze del ricercatore.<br />

Il paese <strong>di</strong> Sal Rei (Isola <strong>di</strong> Boavista), già nel 2005, quando visitai Capo Verde per la prima<br />

volta come semplice viaggiatore, sembrava vivere a due <strong>di</strong>fferenti velocità. Da una parte gli<br />

stranieri (forasteiros), non sempre definib<strong>il</strong>i esclusivamente come turisti, dall‟altra, quasi al<br />

margine, alcune volte quasi senza farsi notare, coloro che più <strong>di</strong> altri avrebbero <strong>di</strong>ritto a vivere gli<br />

spazi dell‟isola (residentes), da un‟altra ancora gli africani provenienti dal continente (migrantes).<br />

La stessa sensazione <strong>di</strong> separazione spaziale l‟avevo percepita durante la mia breve visita a<br />

Santa Maria, sull‟Isola <strong>di</strong> Sal. Da una parte <strong>il</strong> vecchio v<strong>il</strong>laggio <strong>di</strong> pescatori, con i ristoranti “tipici”<br />

e i bairros capover<strong>di</strong>ani e africani, dall‟altra, come separati, i Resort All inclusive. Due mon<strong>di</strong> che<br />

quasi sembravano non toccarsi, separati dalla strada principale d‟accesso a Santa Maria, e che<br />

ancora oggi vivono <strong>di</strong> contatti occasionali legati ai momenti in cui i “turisti col braccialetto” (come<br />

vengono definiti dai senegalesi che vendono souvenir), vengono a contatto con la realtà locale. Una<br />

realtà quasi mai vissuta, però, <strong>di</strong>rettamente, ma sempre me<strong>di</strong>ata dalla presenza degli animatori che<br />

fanno da f<strong>il</strong>tro verso l‟esterno.<br />

Ancora <strong>di</strong> più m‟incuriosiva investigare su quale rapporto legasse i nuovi residenti stranieri<br />

(per la maggior parte italiani) e i capover<strong>di</strong>ani. Avevano spazi con<strong>di</strong>visi? Oppure ogni gruppo<br />

viveva degli spazi “identitari”. La con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> spazi si limitava a luoghi da considerare comuni<br />

per forza <strong>di</strong> cose come ad esempio la Banca, la Posta, l‟Ospedale ?<br />

Da queste riflessioni è partito <strong>il</strong> lungo e tortuoso cammino che ha portato a questo lavoro.<br />

Un cammino iniziato già prima della partenza attraverso l‟analisi <strong>di</strong> quella che era l‟immagine<br />

turistica <strong>di</strong> Capo Verde in Italia.<br />

1.7 Forum, blogs e social networks.<br />

Prima della partenza, e durante tutta la prima fase della ricerca, nel tentativo <strong>di</strong><br />

documentarmi <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e sull'arcipelago, dando ascolto a più voci e a più interpretazioni sulla<br />

sua storia, sulla sua realtà sociale, mi è stata ut<strong>il</strong>e l'analisi <strong>di</strong> numerosi siti internet. In particolare<br />

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