Download - Ordine Ingegneri della Provincia di Ferrara
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con l’adozione del pSc riteniamo necessario un preciso impegno politico sui tempi <strong>di</strong> approvazione<br />
del pSc e degli altri strumenti sottor<strong>di</strong>nati, che, in ogni caso, devono essere i più contenuti<br />
possibile.<br />
Riteniamo, infatti, potrebbe avere gravi conseguenze e controin<strong>di</strong>cazioni un periodo eccessivamente<br />
<strong>di</strong>latato, in primo luogo sul mercato e sull’attività e<strong>di</strong>lizia, ma anche sulla finanza locale e<br />
sulla attuazione dei principi generali <strong>di</strong> sostenibilità ambientale e territoriale voluti dal legislatore<br />
regionale.<br />
Il pSc, infatti, non è uno strumento evanescente, <strong>di</strong> passaggio verso strumenti sott’or<strong>di</strong>nati, ma è<br />
un primo livello <strong>di</strong> pianificazione che produce effetti giuri<strong>di</strong>ci, che crea vantaggi e svantaggi.<br />
La sua concreta attuazione avviene però tramite i pOc, per cui lunghi tempi <strong>di</strong> attesa per l’approvazione<br />
<strong>di</strong> questo secondo strumento, uniti alle comprensibili titubanze nei confronti delle<br />
nuove modalità operative (perequazione), potrebbero produrre fenomeni <strong>di</strong> accaparramento<br />
e dunque <strong>di</strong> monopolio, che comprometterebbero anche gli obiettivi su cui si fonda il nuovo<br />
modello <strong>di</strong> pianificazione.<br />
Da non trascurare anche possibili ripercussioni negative per la finanza locale sul piano fiscale<br />
(leggasi applicabilità dell’IcI nell’incertezza sulla e<strong>di</strong>ficabilità <strong>di</strong> un’area prima dell’approvazione<br />
del pOc, in quanto il pSc detta solamente previsioni conformative che non attribuiscono <strong>di</strong>ritti<br />
e<strong>di</strong>ficatori).<br />
Nell’ipotesi, non remota, che il pSc ponga anche vincoli espropriativi, un eccessivo lasso <strong>di</strong><br />
tempo tra la sua approvazione e quella degli altri strumenti operativi gioca a sfavore dell’Amministrazione<br />
comunale, che si troverebbe a veder scorrere inutilmente i termini per la decadenza<br />
dei vincoli stessi, con tutte le conseguenze <strong>di</strong> maggiore onerosità per gli indennizzi da<br />
corrispondere, nel momento <strong>della</strong> loro reiterazione per l’attuazione del cosiddetto “pOc. <strong>della</strong><br />
città pubblica”.<br />
3. Dopo un primo momento <strong>di</strong> incertezza, è assodato come l’adozione del pSc, contenendo<br />
previsioni conformative (ve<strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nanza consiglio <strong>di</strong> Stato n° 5763/2006), faccia scattare le<br />
cosiddette “misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a”, che, come ben sanno tecnici e amministratori, impongono<br />
<strong>di</strong> sospendere ogni determinazione sulle pratiche e<strong>di</strong>lizie che, pur se conformi al pRG vigente,<br />
sono in contrasto con lo strumento adottato.<br />
Quello <strong>della</strong> salvaguar<strong>di</strong>a è un tema che la versione delle norme fino ad oggi resa nota, ha un<br />
pò trascurato.<br />
A vantaggio <strong>della</strong> chiarezza (ci ripetiamo) e per evitare ogni successivo contenzioso o <strong>di</strong>sparità<br />
<strong>di</strong> trattamento, deve essere specificato, meglio <strong>di</strong> quanto facciano oggi le norme ed al <strong>di</strong> là <strong>di</strong><br />
ogni ragionevole dubbio, quali previsioni normative e cartografiche vadano in salvaguar<strong>di</strong>a, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
che esse siano definite come in<strong>di</strong>rizzi, <strong>di</strong>rettive o prescrizioni. Se così non fosse,<br />
potrebbe facilmente aprirsi un fronte dalle conseguenze impreve<strong>di</strong>bili anche per la sopravvivenza<br />
dello stesso pSc, a seguito <strong>di</strong> possibili ricorsi al TAR. E non è certo interesse dell’Amministrazione,<br />
ma neanche <strong>della</strong> città, che questo avvenga.<br />
più è lungo il tempo in cui restano in vigore le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a, più si fa concreto tale<br />
rischio, sulla cui portata ed effetti non siamo in grado <strong>di</strong> fare previsioni anche a causa <strong>della</strong> <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> pochi esempi su cui <strong>di</strong>scutere e confrontarsi, dato che, fino ad oggi, i comuni hanno<br />
portato a termine sostanzialmente solo la pianificazione strutturale.<br />
ci pare, peraltro, che la salvaguar<strong>di</strong>a proposta dal comune <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong> non persegua l’obiettivo,<br />
ex art. 12 comma 1 lettera a) <strong>della</strong> LR 20/2000, <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re le trasformazioni urbanistiche del<br />
territorio comunale che possono compromettere o rendere più gravosa l’attuazione delle<br />
previsioni strutturali. Inoltre contrasta con il principio generale previsto dall’art. 5 comma 3<br />
<strong>della</strong> stessa LR <strong>della</strong> contestuale realizzazione delle previsioni contenute nella pianificazione<br />
territoriale ed urbanistica e degli interventi necessari ad assicurarne la sostenibilità ambientale<br />
e territoriale.<br />
Dilatare eccessivamente i tempi tra adozione <strong>di</strong> pSc e approvazione dei pOc avrebbe come<br />
conseguenza inevitabile una corsa alla e<strong>di</strong>ficazione sulla base del pRG vigente, che vanificherebbe<br />
gli obiettivi <strong>di</strong> mitigazione e compensazione ambientale e territoriale, imposti invece dal pSc,<br />
compromettendone o rendendone più gravosa l’attuazione.<br />
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