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piano territoriale paesistico della provincia di caltanissetta - CRIEA

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A.2 Sottosistema biotico<br />

Caratteristiche vegetazionali<br />

Nei seminativi la vegetazione spontanea è quella tipica delle comunità infestanti i coltivi: Neslia<br />

paniculata, Papaver hybridum, Ranunculus arvensis, Gla<strong>di</strong>olus segetum, etc. Nelle aree incolte<br />

spicca a primavera per la sua vistosa fioritura il Chrysanthemum coronarium.<br />

Nei mandorleti, vigneti ed oliveti la vegetazione spontanea è costituita da comunità infestanti<br />

tipiche degli arborei aperti le cui specie guida sono Portulaca oleracea, Dyplotaxis erucoides,<br />

Sonchus oleraceus, ecc.<br />

Nelle aree calanchive la vegetazione spontanea è quella tipica <strong>della</strong> prateria steppica a Lygeum<br />

spartum cui si accompagnano Scabiosa <strong>di</strong>chotoma, Eryngium <strong>di</strong>chotomum, etc.<br />

La vegetazione naturale dei pascoli semplici e cespugliati è costituita in prevalenza da gariga a<br />

Thymus capitatus con presenza anche <strong>di</strong> praticelli effimeri a Sedum coeruleum su gesso.<br />

Nei rimboschimenti costituiti in prevalenza da eucalitti e conifere me<strong>di</strong>terranee, la vegetazione<br />

spontanea nel sottobosco e nelle radure è costituita in prevalenza da Ampelodesmos mauritanicus,<br />

Osyris alba, Smilax aspera con entità <strong>della</strong> macchia quali Asparagus acutifolius, Teucrium<br />

flavum, Euphorbia characias etc.<br />

Le essenze boschive presenti sono in prevalenza eucalyptus, nella misura del 75 % e Pinus<br />

halepensis, Pinus pinea e Cupressus semprevirens per il 25 %.<br />

Lungo l’alveo dell’Imera domina la cannuccia (Phragmites communis), il giunco (Juncus acutus),<br />

la tamerice, e più raramente si ritrovano elementi quali il salicone, il pioppo nero, ecc.,<br />

soprattutto in prossimità dello svincolo autostradale <strong>di</strong> Resuttano.<br />

Le emergenze naturalistiche<br />

Portella del Morto-Balze <strong>di</strong> Barbara.<br />

L’area ricade sulla destra idrografica del fiume Imera Meri<strong>di</strong>onale o Salso ed è caratterizzata<br />

dall’affioramento <strong>di</strong> calcari coralligeni <strong>di</strong> scogliera noti nella letteratura geologica con il nome <strong>di</strong><br />

“Bioherma <strong>di</strong> Portelle del Morto”. La scogliera, <strong>di</strong> notevole interesse scientifico, presenta uno<br />

sviluppo est-ovest comprendendo gli affioramenti <strong>di</strong> Balza <strong>di</strong> Rocca Limata, ad ovest <strong>di</strong> Portella<br />

del Morto, in territorio <strong>di</strong> Petralia Sottana (<strong>provincia</strong> <strong>di</strong> Palermo) e dalle Balze <strong>di</strong> Barbara, a est,<br />

in territorio <strong>di</strong> Resuttano, per una lunghezza <strong>di</strong> 4 km ed uno spessore <strong>di</strong> circa 50 metri.<br />

Litologicamente la scogliera è costituita da un calcare grigiastro formato interamente da colonie<br />

fossili <strong>di</strong> madrepore. I polipai, secondo lo Chevalier I.P., sono essenzialmente costituiti dai<br />

seguenti generi: Porites, Tarbellastrea e Paleoplesiatrea; verso l’alto predomina il genere<br />

Porites. In associazione ai polipai sono variamente presenti Gasteropo<strong>di</strong>, Lamellibranchi,<br />

Echini<strong>di</strong>, forme epifite (Briozoi e Foraminiferi) e Rodoficee. L’età <strong>di</strong> questa scogliera è<br />

ascrivibile, sulla base <strong>di</strong> datazioni effettuate me<strong>di</strong>ante foraminiferi ed ostraco<strong>di</strong>, alla parte più alta<br />

del Tortoniano superiore (Enrico Di Stefano, dati ine<strong>di</strong>ti). La genesi <strong>della</strong> scogliera corallina è<br />

legata alle con<strong>di</strong>zioni ambientali ottimali per la vita e lo sviluppo <strong>di</strong> organismi costruttori che<br />

vivono infissi sul fondo del mare. Questi organismi bentonici, rappresentati principalmente da<br />

coralli, hanno costruito il loro apparato scheletrico, nel corso <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> anni, una muraglia<br />

naturale (la barriera corallina) che oggi noi troviamo affiorante in quest’area <strong>della</strong> Sicilia<br />

Centrale.<br />

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