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In relazione ai tributi che i villaggi versavano alla<br />
Repubblica <strong>di</strong> Pisa, negli anni imme<strong>di</strong>atamente precedenti<br />
l’occupazione Aragonese, il villaggio <strong>di</strong> Nispi<strong>di</strong> era abitato da<br />
una trentina <strong>di</strong> famiglie con una popolazione stimabile in 200<br />
persone, e <strong>di</strong> pari consistenza era quello <strong>di</strong> Sorris.<br />
L’occupazione aragonese, il lungo stato <strong>di</strong> guerra con il<br />
Giu<strong>di</strong>cato d’Arborea, le ricorrenti epidemie <strong>di</strong> peste nella<br />
seconda metà del XIV secolo e l’introduzione dell’Istituto<br />
Feudale, furono le cause che singolarmente e unitariamente<br />
determinarono una grave crisi economica e sociale per<br />
l’intero territorio della ex Curatoria Giu<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> Parte Jppis.<br />
Con il cessare del lungo stato <strong>di</strong> guerra tra l’Arborea e la<br />
Corona d’Aragona il territorio in argomento venne concesso<br />
in feudo nell’anno 1414 al Signore Aragonese Giovanni<br />
Siviller.<br />
Costui nell’anno successivo ottenne dall’Arcivescovo <strong>di</strong><br />
Cagliari l’autorizzazione a e<strong>di</strong>ficare, nelle vicinanze della<br />
chiesa <strong>di</strong> Santa Maria, degli e<strong>di</strong>fici fortificati, ovvero l’attuale<br />
Castello.<br />
La realizzazione <strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio, lo stato <strong>di</strong> pace, appena<br />
interrotto dal breve bagliore degli avvenimenti del 1470-78,<br />
crearono i presupposti per la ripresa economica, demografica<br />
e sociale dei due centri <strong>di</strong> Sorris e Nispi<strong>di</strong> ove probabilmente<br />
confluirono anche gli abitanti dei semispopolati villaggi del<br />
territorio (Aquesa – Scarponis – Gippi – Susu – Palma –<br />
Sogus – ecc.).<br />
Nel periodo intercorrente tra il XV° e la fine del XVI°<br />
secolo, viene realizzata l’attuale Chiesa Parrocchiale avente<br />
allora architettura Gotico Aragonese, ancora in<strong>di</strong>viduabile<br />
nella torre campanaria e in alcune cappelle interne (transetto<br />
sinistro e fonte battesimale). Nello stesso periodo si verifica,<br />
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quasi sicuramente a seguito d’incremento demografico,<br />
l’unione tra i vecchi centri <strong>di</strong> Sorris e Nispi<strong>di</strong>. Questo<br />
fenomeno avviene, quasi sicuramente, attraverso una marcia<br />
<strong>di</strong> lento ma costante avvicinamento del paese <strong>di</strong> Sorris verso<br />
il centro <strong>di</strong> Nispi<strong>di</strong>. L’esame della cartografia catastale del<br />
XIX secolo consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le <strong>di</strong>rettrici viarie <strong>di</strong><br />
avvicinamento, dal centro <strong>di</strong> Sorris a quello <strong>di</strong> Nispi<strong>di</strong>. Esse<br />
sono fondamentalmente costituite dall’attuale Via<br />
Cappuccini, Via Roma, Via Sivilleri e Via Ver<strong>di</strong>, le quali<br />
hanno tra <strong>di</strong> loro un certo parallelismo e un tracciato <strong>di</strong> gran<br />
lunga più regolare rispetto al resto della viabilità.<br />
La Via Cappuccini ha origine nel crocevia denominato<br />
attualmente piazza Unità (dove probabilmente, in relazione<br />
al tessuto viario esistente aveva termine l’abitato <strong>di</strong> Sorris) e<br />
termine nell’attuale Via Sant’Antioco “sa ruga de Arega<br />
Matta” costituente una sortita del villaggio <strong>di</strong> Nispi<strong>di</strong> verso<br />
l’agro.<br />
La via Roma, avente origine nello spiazzo antistante la<br />
Chiesa Parrocchiale <strong>di</strong> San Biagio, denominato attualmente<br />
Piazza Matteotti, poneva in comunicazione Sorris con<br />
Nispi<strong>di</strong>, attraversando entrambi i nuclei abitati e l’interposta<br />
campagna allora esistente.<br />
La caratteristica altimetrica della sede della via Roma, è tale<br />
che questa è stata da sempre un compluvio delle acque<br />
meteoriche provenienti dal territorio compreso tra questa e<br />
l’attuale via La Guar<strong>di</strong>a da un lato e l’attuale via Ver<strong>di</strong><br />
dall’altro lato.<br />
La via Sivilleri, avente origine nell’attuale sede della via<br />
Cagliari, poneva in comunicazione l’estrema periferia sud <strong>di</strong><br />
Sorris (zona Parrocchia e Castello) con la periferia <strong>di</strong> Nispi<strong>di</strong><br />
all’intersezione tra l’attuale via Sivilleri con la via San Sperate.<br />
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