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Il Pontefice Gregorio Magno consigliava <strong>di</strong> evitare la<br />

<strong>di</strong>struzione sistematica dei luoghi <strong>di</strong> culto pagani, e suggeriva<br />

<strong>di</strong> adattare le strutture esistenti al culto cristiano o <strong>di</strong> erigere<br />

nello stesso sito una chiesa. Inoltre consigliava <strong>di</strong> perpetuare,<br />

assorbendoli nei riti cristiani e de<strong>di</strong>candoli a un santo, le<br />

tra<strong>di</strong>zioni culturali della religione pagana che non erano in<br />

palese contrasto con la religione Cristiana.<br />

In virtù <strong>di</strong> quanto anzidetto nel villaggio conosciuto nel<br />

me<strong>di</strong>oevo con il nome <strong>di</strong> Nispi<strong>di</strong>, è pertanto verosimile<br />

ritenere che nell’area del Convento e dell’a<strong>di</strong>acente Chiesa <strong>di</strong><br />

Sant’Antioco, sia esistita in epoca precristiana la struttura<br />

e<strong>di</strong>lizia de<strong>di</strong>cata al culto delle <strong>di</strong>vinità pagane.<br />

In ragione <strong>di</strong> quanto sopraesposto nel villaggio conosciuto<br />

nel Me<strong>di</strong>oevo con il nome <strong>di</strong> Sorris l’area attualmente<br />

ospitante la Chiesa <strong>di</strong> San Biagio e nel me<strong>di</strong>oevo la Chiesa <strong>di</strong><br />

Santa Maria, ha sicuramente ospitato la struttura e<strong>di</strong>lizia<br />

de<strong>di</strong>cata al culto delle <strong>di</strong>vinità pagane.<br />

Come già affermato nella parte del lavoro de<strong>di</strong>cata alle<br />

“notizie storiche”, il territorio in argomento è stato<br />

interessato sin dalla remota antichità da una intersezione <strong>di</strong><br />

percorsi stradali aventi <strong>di</strong>rezioni Est-Ovest e Nord-Sud.<br />

I suddetti percorsi, probabilmente adattati a strade<br />

carrarecce in periodo preromano, sono stati quasi<br />

certamente, in alcune <strong>di</strong>rettrici, ripresi e riattati in epoca<br />

romana e dotati in almeno un caso <strong>di</strong> opere d’arte <strong>di</strong> una<br />

consistente rilevanza.<br />

Della viabilità esistente in epoca romana nell’attuale territorio<br />

<strong>di</strong> <strong>Villasor</strong> è possibile, in relazione ai riscontri oggettivi<br />

esistenti nel territorio medesimo e all’interpretazione dei<br />

toponimi, localizzare la presenza delle seguenti arterie:<br />

17<br />

1) Il toponimo “Bia Arbaree”, ovvero “strada per<br />

l’Arborea” identifica un tratto dell’attuale viabilità rurale,<br />

avente origine dalla strada vicinale San Salvatore,<br />

intersecante l’attuale strada provinciale <strong>Villasor</strong> Monastir<br />

e avente termine nel tavolato della regione Sogus –<br />

Crabai – Cresia is’ Cuccurus. La relativa vicinanza con<br />

l’attuale sede della S.S.131 (Carlo Felice) e il nome “Bia<br />

Arbaree” induce a ritenere, attraverso un’interpretazione<br />

logica, che questa nel me<strong>di</strong>oevo conducesse nel<br />

Giu<strong>di</strong>cato d’Arborea, e nel contempo appare verosimile<br />

l’ipotesi che questa possa essere identificata con la sede<br />

della strada romana “Karalis – Turris Lybissonis”<br />

2) Il toponimo “stradoni Luxia Arrabiosa” identifica una<br />

microzona del territorio compresa tra la strada vicinale<br />

“Cuccuru Antiogu Pisu” e la strada vicinale “Sa<br />

Mandara”. Sul campo è visibile, con andamento<br />

rettilineo, per una larghezza <strong>di</strong> 7÷8 ml, e una lunghezza<br />

<strong>di</strong> 600÷700 ml, una consistente presenza <strong>di</strong> materiale<br />

lapideo fuori contesto; ciottolame con granulometria<br />

150÷250 mm e pietrame sbozzato. Da accertamenti<br />

effettuati nei luoghi si e riscontrata la presenza <strong>di</strong><br />

identico materiale in regioni del territorio più a Nord,<br />

Bruncu Arrubiu e Terraprenu. Essendosi constatato che i<br />

resti sopradescritti sono ubicati sul medesimo<br />

allineamento planimetrico, è verosimile ipotizzare che i<br />

resti del materiale lapideo possa essere lo “Statumen” <strong>di</strong><br />

una strada realizzata o riattata in epoca romana<br />

collegante il territorio dell’antico centro <strong>di</strong> San Sperate<br />

con quello dell’antico centro <strong>di</strong> Serramanna.<br />

3) Il toponimo “Bia Ponti Becciu” identifica la sede <strong>di</strong> una<br />

strada oggidì urbana (già denominata bia Decimoputzu e<br />

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