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investire in un mezzo, assicurarlo<br />
e fargli il pieno; meglio<br />
tenere quei soldi in margine da<br />
scontare al cliente. Ho deciso:<br />
basta test ride, l’anno prossimo<br />
abbasso i prezzi, e la moto<br />
demo la uso io, per quel che serve.<br />
Anche le case fanno la loro:<br />
per inseguire quote di mercato<br />
a tutti i costi aprendo punti vend<strong>it</strong>a<br />
uno a fianco all’altro hanno<br />
creato una s<strong>it</strong>uazione insostenibile.<br />
Una buona fetta ha chiuso,<br />
qualcuno ha ridimensionato<br />
e ridotto gli impegni. Strutture<br />
che fino a 4/5 anni fa vendevano<br />
300 moto oggi non arrivano<br />
a 50, al di sotto della soglia di<br />
sopravvivenza. Se si parla con<br />
18<br />
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Periodico elettronico di informazione motociclistica<br />
PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT<br />
il management delle case si sentono solo discorsi tr<strong>it</strong>i e r<strong>it</strong>r<strong>it</strong>i, poche<br />
idee e tanto immobilismo. In questi giorni si legge di chiusure<br />
– fallimenti, diciamocelo – di grandi gruppi di concessionarie del<br />
centro Italia. di valore dell’usato in picchiata per tutti. di chilometri<br />
zero che le case negano esistere ma che invece proliferano ed<br />
erodono ulteriormente il valore dell’usato, con il risultato che alla<br />
fine cambiare moto costa una follia. E le case chiudono. Chi può<br />
– Malaguti – fa la scelta dolorosa ma necessaria, chi non poteva –<br />
Morini? – è caduta e prova a rialzarsi. Auguri.<br />
il mercato è piccolo e fragile. e c’è il problema della<br />
stagional<strong>it</strong>à<br />
Forse a tutti sfugge uno dei motivi fondamentali, la spiegazione<br />
più intima e razionale di tutto questo. Quello della moto in Italia<br />
è un mondo piccolo e fragile, con equilibri instabili ed esigenze<br />
assolutamente peculiari rispetto al resto del tessuto economico<br />
nazionale. Il mercato <strong>it</strong>aliano quest’anno non supererà i 250.000<br />
pezzi tutto incluso: scooter, moto, cinquantini. Togliendo bimbi ed<br />
ultra sessantacinquenni, non si arriva all’1% della popolazione, e<br />
anche nei momenti migliori non si è mai arrivati al 2%, vale a dire<br />
600.000 pezzi. Aggiungiamo al problema di massa cr<strong>it</strong>ica l’assoluta<br />
stagional<strong>it</strong>à di una grossa fetta del mercato che non trova riscontro<br />
nella struttura del sistema stipendi <strong>it</strong>aliano. Servirebbero<br />
5 meccanici in estate ed uno è anche troppo in inverno. E allora?<br />
dove troviamo i margini per mantenere buone strutture, garantire<br />
servizi in linea con le aspettative di una clientela sempre più attenta<br />
ed informata, rispondere alle volontà delle Case, e dare stipendi<br />
decorosi a chi ci lavora? La torta non è grande, se si mangia in tanti<br />
si fa la fame. Sarà brutale da dire ma è necessario un ripensamento<br />
della rete di vend<strong>it</strong>a a partire dalla quant<strong>it</strong>à di punti. Il nostro<br />
mercato si può davvero permettere un rappresentante per marca<br />
nelle province piccole? L’obiettivo primario delle Case dovrebbe<br />
puntare alla qual<strong>it</strong>à del prodotto, dell’assistenza, dell’esperienza<br />
di acquisto, dell’esperienza di possesso. Gratificazione in fase di<br />
acquisto, quando si r<strong>it</strong>ira il “sogno”, gratificazione d’uso, manutenzione,<br />
tenuta di valore. Le insegne grandi, i colori “corporate”,<br />
tutta la gamma prodotto esposta, continui aggiornamenti: al<br />
cliente interessano davvero? Il continuo rinnovamento marginale<br />
del prodotto porta svilimento ed invecchiamento precoce del prodotto.<br />
Perché dopo sei mesi la stessa moto nera invece che grigio<br />
antrac<strong>it</strong>e diventa vecchia, come se parlassimo di abbigliamento,<br />
con tutto il rispetto per chi lo vende?<br />
solo 40 modelli vendono almeno 3 moto per provincia<br />
La quant<strong>it</strong>à pazzesca di varianti che sembra possibil<strong>it</strong>à infin<strong>it</strong>a di<br />
scelta per il cliente è in realtà una frammentazione insostenibile<br />
del mercato. Solo i primi 40 modelli in classifica vendono almeno<br />
3 (si, TRE!) moto per provincia; tutte le altre nei primi 8 mesi hanno<br />
venduto meno di 330 esemplari. Che detto così possono sembrare<br />
tante, ma sono proprio pochine. E quindi antieconomiche<br />
da commercializzare, destinate molto probabilmente a diventare<br />
difficili da rivendere e foriere di problemi – non sono moto fatte<br />
male o di bassa qual<strong>it</strong>à, ma moto su cui la casa fatica a rientrare<br />
dei costi di sviluppo e di supporto della rete di vend<strong>it</strong>a. E poi l’ultimo<br />
argomento, quello delle piccole cilindrate, il tanto auspicato<br />
r<strong>it</strong>orno delle piccole cilindrate, facili, leggere, con costi contenuti,<br />
eccetera. Tutto vero. Ma davvero pensate che produrre un pistone<br />
da 250cc sia molto più economico del produrlo da 500cc? E soprattutto:<br />
che successo hanno avuto tutte quelle moto economiche<br />
lanciate sul mercato da dieci anni a questa parte? Siamo <strong>it</strong>aliani,<br />
siamo sboroni: moto all’ultimo grido ed iPhone 5, non certo una<br />
economica moto anonima o un cellulare da cinquanta euro! Io? Io<br />
speriamo che mi sbagli. Su tutto. Ma la vedo complicata.<br />
09 Ottobre<br />
2012<br />
»»<br />
Anno<br />
02<br />
»<br />
Numero<br />
<strong>78</strong><br />
» Prove News<br />
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