KTM Duke 390 - Moto.it
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Numero 105<br />
07 Maggio 2013<br />
71 Pagine<br />
| prova naked |<br />
<strong>KTM</strong><br />
<strong>Duke</strong> <strong>390</strong><br />
da Pag. 2 a Pag. 13<br />
All’Interno<br />
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<strong>Moto</strong>GP Jerez<br />
Pedrosa vince<br />
il GP di spagna<br />
Articoli, commenti e<br />
pagelle<br />
MX Portogallo<br />
Cairoli vince Gara2<br />
Paulin e Herlings<br />
si aggiudicano il GP<br />
Nico Cereghini<br />
Gom<strong>it</strong>o a gom<strong>it</strong>o, in<br />
gara, con rancore<br />
NEWS: BMW F800GS Adventure | Honda CB500X, CRF250M e Forza 300 I Botta e risposta Crossrunner vs Tiger<br />
MOTOGP: Biaggi e Suzuki sempre più vicini | Suzuki <strong>Moto</strong>GP 2014 | Dietro le quinte Giovanni Sandi
<strong>KTM</strong> <strong>Duke</strong> <strong>390</strong> PREGI Guida e ABS di serie DIFETTI Comfort sella, cruscotto Prezzo 4.995 €<br />
PRovA nAKED<br />
La giusta via<br />
di mezzo<br />
Dopo le <strong>Duke</strong> 125 e 200 arriva l’anello<br />
di congiunzione fra le piccole e le top<br />
di gamma della serie naked austriaca.<br />
E’ la <strong>Duke</strong> <strong>390</strong>, forte di 44 cv, ABS di serie,<br />
una ciclistica svelta e un prezzo inv<strong>it</strong>ante:<br />
di 4.995 euro franco concessionario<br />
di Francesco Paolillo<br />
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C<br />
on il nome <strong>Duke</strong>, <strong>KTM</strong> identifica<br />
la gamma naked delle<br />
proprie moto a uno e due<br />
cilindri. Un’avventura iniziata<br />
nel 1994 con una divertente<br />
motard, la <strong>Duke</strong> 620,<br />
che diede v<strong>it</strong>a a una serie di moto estranee alle<br />
ruote artigliate, special<strong>it</strong>à della casa del costruttore<br />
di Mattighofen prima dell’arrivo della serie<br />
superbike. Nel corso degli anni la gamma <strong>Duke</strong> si<br />
è ampliata e i cambiamenti profondi che hanno<br />
interessato i mercati hanno portato ad uno spostamento<br />
nella fascia alta di mercato prima, e in<br />
quella più bassa in tempi più recenti. Se da una<br />
parte sono arrivate le varie 640, 690, 950 e 990,<br />
negli ultimi due anni si sono affacciate al mercato<br />
le economiche 125, la prima ottavo di l<strong>it</strong>ro che<br />
monta l’ABS di serie e che è divenuta la moto più<br />
venduta nella sua categoria in Europa, e la 200,<br />
Una moto, quest’ultima, che forse non interesserà<br />
particolarmente il mercato nostrano, ma che è<br />
un prodotto perfetto sui molti mercati emergenti.<br />
Il tema del mercato globale è una caratteristica<br />
che ci riporta alla <strong>Duke</strong> <strong>390</strong>, una moto che per<br />
la prima volta nella storia della <strong>KTM</strong> sarà venduta<br />
in tutti i paesi nei quali la casa austriaca è presente.<br />
L’economia insegna che per essere<br />
Prove<br />
La <strong>Duke</strong> <strong>390</strong> si può<br />
considerare la via<br />
dimezzo ideale tra la<br />
gamma entry level e il<br />
top di gamma,<br />
quell’anello di<br />
congiunzione tra<br />
la prima moto e<br />
quella defin<strong>it</strong>iva<br />
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compet<strong>it</strong>ivi in questa fascia di mercato, e con<br />
prodotti di buona qual<strong>it</strong>à, la produzione al di fuori<br />
dei confini europei è una opzione logica. Nel caso<br />
di <strong>KTM</strong> la produzione della <strong>390</strong> è stata affidata a<br />
un azionista che di nome fa Bajaj (detiene il 47%<br />
della marca austriaca) e che ha sede in India. Per<br />
chi non ne fosse a conoscenza la sua produzione<br />
annua raggiunge i 3,8 milioni di un<strong>it</strong>a. Tornando<br />
alla nostra <strong>Duke</strong> <strong>390</strong> la si può quindi considerare<br />
la via dimezzo ideale tra la gamma entry level e il<br />
top di gamma, quell’anello di congiunzione tra la<br />
prima moto e quella defin<strong>it</strong>iva.<br />
Com’è<br />
Partiamo dal cuore della <strong>Duke</strong> <strong>390</strong>, il motore è<br />
un monocilindrico bialbero da 375 cc, raffreddato<br />
a liquido, che non ha nulla in comune con i fratelli<br />
minori da 125 e 200 cc. Compatto e leggero,<br />
36 kg il peso dichiarato, il monocilindrico quattro<br />
valvole non si nega qualche raffinatezza come il<br />
pistone fucinato o il riporto sul cilindro in Nikasil.<br />
Eroga una potenza di 44 cv (32 kW) a 9.500 giri,<br />
con un picco di coppia pari a 35 Nm a 7.250 giri.<br />
Gli intervalli di manutenzione (indicati anche sulla<br />
strumentazione) sono stabil<strong>it</strong>i ogni 7.500 km.<br />
Se il motore è completamente nuovo, la ciclistica<br />
della <strong>Duke</strong> <strong>390</strong> è invece la stessa delle sorelle minori,<br />
125 e 200, stesso telaio a traliccio in acciaio<br />
al cromo molibdeno, sempre d’effetto, medesimo<br />
forcellone in alluminio pressofuso con nervature<br />
a vista, e stessi cerchi. Per l’occasione,<br />
però, i pneumatici indiani MRF di primo equipaggiamento<br />
sulle piccole hanno lasciato il posto a<br />
dei più performanti Metzeler Roadtec M5. Nelle<br />
medesime misure 110 anteriore e 150 posteriore,<br />
entrambi montati su cerchi da 17 pollici.<br />
Le sospensioni sono griffate WP e prevedono<br />
una forcella up side down da 43 mm priva di regolazioni,<br />
e un mono posteriore, entrambi con<br />
150 mm di escursione alle ruote.<br />
Freni<br />
L’impianto frenante prevede l’ABS Brembo 9MB<br />
di serie, mente le pinze ByBre (il Marchio creato<br />
da Brembo per i mercati asiatici) sono a quattro<br />
pistoncini e attacco radiale per il disco da 300<br />
mm anteriore, a singolo pistoncino e flottante<br />
per il disco da 230 mm posteriore.<br />
Strumentazione<br />
Piccola e compatta, la strumentazione dig<strong>it</strong>ale<br />
della <strong>Duke</strong> <strong>390</strong> pecca in leggibil<strong>it</strong>à, ma quanto<br />
a completezza è ben più ricca anche di quelle<br />
montate sulle sorelle maggiori. Oltre ai classici<br />
Prove<br />
contachilometri, contagiri, tachimetro, temperatura<br />
liquido e livello carburante, la <strong>Duke</strong> <strong>390</strong><br />
permette di tenere d’occhio, l’ora, i consumi<br />
medi e istantanei, il rapporto inser<strong>it</strong>o e relativa<br />
spia di cambiata, l’ autonomia residua e il tempo<br />
di percorrenza.<br />
Accessori<br />
Come per il resto della gamma <strong>Duke</strong>, anche per<br />
la <strong>390</strong> sono previsti numerosi accessori sia estetici<br />
che funzionali. Alla prima categoria appartengono<br />
sicuramente le luci a Led da posizionare<br />
a lato del serbatoio, il porta targa in alluminio, il<br />
copri codino, la catena con colorazione arancio<br />
<strong>KTM</strong> e le grafiche Factory, oltre a componentistica<br />
varia in ergal anodizzato. Una funzione pratica<br />
possono invece averla i paramani con rinforzo in<br />
alluminio e le barre para motore, così come i<br />
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tamponi per il piedino della forcella e il forcellone,<br />
le borse da serbatoio e da codino, oltre all’immancabile<br />
antifurto elettronico.<br />
Come va<br />
Iniziare un test dinamico sotto la pioggia battente<br />
mette decisamente di cattivo umore, ma la facil<strong>it</strong>à<br />
e la leggerezza della <strong>KTM</strong> <strong>Duke</strong> <strong>390</strong> (139 kg a<br />
secco dichiarati) rendono il tutto meno faticoso.<br />
Agile e guizzante come una ottavo di l<strong>it</strong>ro, in sella<br />
a questa naked si sta abbastanza bene. Oltretutto<br />
quello che si tocca e che si vede appare ben<br />
fatto e allineato al costo di acquisto. Premettiamo<br />
che chi oltrepassa il metro e ottanta troverà<br />
le pedane leggermente arretrate e non riuscirà<br />
ad inserire al meglio le ginocchia negli incavi del<br />
serbatoio, ma per il resto, e soprattutto per chi<br />
non raggiunge tale altezza, tutto a posto. Anzi<br />
no, la sella, che già durante la prova della 125 era<br />
risultata poco imbott<strong>it</strong>a, su questa <strong>390</strong> avrebbe<br />
mer<strong>it</strong>ato un comfort maggiore visto l’utilizzo a<br />
più ampio raggio che permette questa <strong>KTM</strong>. Un<br />
peccato anche perché l’assetto delle sospensioni<br />
è tutt’altro che rigido, pur senza risultare sfrenato,<br />
e raggiunge un giusto compromesso tra<br />
la guida brillante e turistica. Un compromesso<br />
è anche il motore, che da una parte deve essere<br />
civile e poco assetato, mentre dall’altra deve<br />
offrire prestazioni degne di una <strong>KTM</strong>. Ci riesce?<br />
Direi di sì, visto che nell’arco dei 140 km del<br />
test i consumi medi sono stati di circa 28 km/l,<br />
con punte di 32 nei tratti a veloc<strong>it</strong>à costante<br />
Il motore, ha dimostrato di essere discretamente<br />
brillante, se tenuto su di giri, e se si chiama a<br />
rapporto più frequentemente il cambio<br />
a 6 marce<br />
Prove<br />
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ZooM<br />
ZooM<br />
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(consent<strong>it</strong>i da una sesta marcia decisamente<br />
lunga), mentre il motore, ha dimostrato di essere<br />
anche discretamente brillante, se tenuto su di<br />
giri, e se si chiama a rapporto più frequentemente<br />
il cambio a 6 marce, che di suo ci mette precisione<br />
e rapid<strong>it</strong>à. Sotto i 6.000 giri il monocilindrico<br />
è più lineare che non muscolare. Oltrepassato<br />
questo regime dimostra di avere carattere, particolar<strong>it</strong>à<br />
che finisce soltanto con l’intervento<br />
del lim<strong>it</strong>atore a 10.000 giri. Sorprendente il discorso<br />
delle vibrazioni, poche o nulle ai bassi e<br />
medi regimi, si affacciano solo all’approssimarsi<br />
del regime massimo di rotazione. Le condizioni<br />
decisamente proib<strong>it</strong>ive dell’asfalto ci hanno fatto<br />
apprezzare il funzionamento dell’ABS, tarato in<br />
maniera ottimale e dal funzionamento esente da<br />
cr<strong>it</strong>iche, mentre il buon grip offerto dalle Metzeler<br />
M5 di serie ha permesso solo in parte, una<br />
piccola parte, di sfruttare le potenzial<strong>it</strong>à ciclistiche<br />
della naked austriaca. Potenzial<strong>it</strong>à che dovrebbe<br />
regalare belle soddisfazioni sull’asciutto<br />
grazie a un rapporto peso potenza più che buono<br />
rispetto alla concorrenza.<br />
<strong>KTM</strong> <strong>390</strong> <strong>Duke</strong> ABS 4.995 €<br />
Tempi: 4<br />
Cilindri: 1<br />
Cilindrata: 373.2 cc<br />
Disposizione cilindri: Verticale<br />
Raffreddamento: a liquido<br />
Avviamento: E<br />
Potenza: 44 cv (32 kW) / 9500 giri<br />
Coppia: 35 Nm / 7250 giri<br />
Marce: 6<br />
Freni: D-D<br />
Misure freni: 300-230 mm<br />
Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’<br />
Normativa antinquinamento: Euro 3<br />
Peso: 139 kg<br />
Altezza sella: 800 mm<br />
Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 11 l<br />
Segmento: Naked<br />
Prove<br />
12 13<br />
SCHEDA TECNICA<br />
ABBIGLIAMENTO<br />
Giacca Dainese Frazer<br />
Guanti Spidi<br />
Pantaloni Dainese Sherman Pro D-Drive<br />
Casco HJC RPHA-10
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Botta e risposta<br />
Crossrunner vs Tiger,<br />
la nostra ver<strong>it</strong>à sui consumi<br />
di Maurizio Tanca | La nostra comparativa tra le 800 Honda e<br />
Triumph ha innescato i lettori. In particolare per quanto riguarda<br />
una voce che di questi tempi è diventata davvero sostanziale per<br />
molti: i consumi di carburante<br />
L<br />
a nostra recente comparativa tra le<br />
“800” di Honda e Triumph ha ovviamente<br />
“innescato” i lettori , specialmente<br />
coloro che hanno, o hanno<br />
avuto, queste moto. In particolare per quanto<br />
riguarda una voce che di questi tempi è diven-<br />
tata davvero sostanziale per molti: i consumi di<br />
carburante. Buongiorno a tutti, vorrei rispondere<br />
ad alcuni commenti relativi alla nostra prova<br />
comparativa tra la Honda Crossrunner e la<br />
Triumph Tiger 800. Prova che peraltro riportava<br />
(mea culpa!) due errate informazioni inerenti la<br />
Honda, segnalateci da alcuni possessori. Davvero<br />
non so come possa essermi sfugg<strong>it</strong>a l’asserzione<br />
che la forcella della Crossrunner sia regolabile.<br />
Per quanto riguarda invece la presenza<br />
del termometro che indica la temperatura ambientale,<br />
è chiaramente logico prendersi appunti<br />
sulle caratteristiche di una moto che si sta provando,<br />
specie per quanto riguarda le indicazioni<br />
offerte da cruscotti sempre più completi. Cosa<br />
che è stata fatta anche in questo caso. Però, al<br />
momento di scrivere l’articolo, a volte cap<strong>it</strong>a<br />
che venga il dubbio di essersi scordati qualcosa,<br />
quindi scatta la consultazione della cartella<br />
stampa ufficiale. Che, in questo caso, riporta<br />
quanto segue: “Strumentazione rialzata per offrire<br />
sempre la massima visibil<strong>it</strong>à. Comprende<br />
tachimetro dig<strong>it</strong>ale LCD, doppio contakm parziale,<br />
indicatore della temperatura di raffreddamento<br />
e della temperatura esterna, contagiri analo-<br />
Prove<br />
gico e orologio”. Il che mi fa pensare che magari<br />
il termometro ambientale fosse previsto, e che<br />
nessuno in Honda si sia poi accorto del refuso.<br />
Comunque sia, questa comparativa tra Honda e<br />
Triumph non è nata per caso, ma ci è stata sugger<strong>it</strong>a<br />
da più persone, evidentemente interessate<br />
alle due moto in questione. E poiché non avevamo<br />
mai effettuato le prove strumentali complete<br />
di queste due moto, ecco che ci è sembrato logico<br />
realizzarla. Due moto che peraltro, volenti o<br />
nolenti, sono abbastanza affini anche se in effetti<br />
la Tiger, godendo di sospensioni con maggior<br />
escursione, può destreggiarsi meglio su percorsi<br />
sterrati normali. E qui tiro in ballo il commento<br />
N°10 di xr2002, che evidente ha frainteso quanto<br />
riportato nel sommario dell’articolo, capendo<br />
esattamente il contrario. E approf<strong>it</strong>to di questo<br />
argomento per sottolineare, una volta di più, che<br />
bene o male “in fuoristrada” ci si può andare con<br />
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qualunque moto: personalmente tanti anni fa mi<br />
cap<strong>it</strong>ò di percorrere parecchi chilometri di strada<br />
bianca – non sempre perfetta, ma comunque<br />
trans<strong>it</strong>abile senza enormi difficoltà – durante<br />
un giro del Peloponneso, con moglie al segu<strong>it</strong>o,<br />
in sella ad una Triumph Trophy 1200 da oltre 3<br />
quintali.Vorrei anche ricordare che c’è stato che<br />
si è fatto la Dakar con la Vespa e il Rally d’Eg<strong>it</strong>to<br />
con la Lambretta… Nel commento N°18, tmax18,<br />
che queste moto le ha avute entrambe, r<strong>it</strong>iene<br />
“sublime” l’ergonomia in sella alla Crossrunner<br />
– nulla da ridire in mer<strong>it</strong>o, ovviamente – mentre<br />
stigmatizza il cambio della Tiger (“che spesso si<br />
impuntava”) e la sua postura “con un ergonomia<br />
in sella caricato in avanti con fastidio ai polsi”: ok,<br />
io suggerivo un manubrio un po’ più alto, lamentando<br />
poi anche qualche irrigidimento del cambio<br />
nel traffico intenso. La frase finale di tmax,<br />
“secondo me l’analisi qui sopra non e’ del tutto<br />
ver<strong>it</strong>iera”, non mi sembra dunque felicissima…<br />
Quanto a Bomgard, nel suo commento N°4 pone<br />
diverse questioni, a partire dall’eterno “nemico”,<br />
il peso, che secondo lui in una moto del genere<br />
non dovrebbe superare i 200 kg. Chiaramente<br />
siamo d’accordo, ma poiché evidentemente non<br />
è così significa che la cosa, industrialmente parlando,<br />
non è così semplice se non andando su<br />
con i prezzi conseguenti all’utilizzo di materiali<br />
più costosi. E certamente sarebbe più facile su<br />
una naked, ma su una moto pensata anche per<br />
viaggiare – e quindi giustamente progettata per<br />
poter reggere carichi spesso molto considerevoli<br />
– la cosa si fa più difficile. Quanto ai fatidici “20<br />
km con un l<strong>it</strong>ro a veloc<strong>it</strong>à costante”, nel testo indico<br />
chiaramente che per entrambe queste moto<br />
tale percorrenza chilometrica è stata rilevata<br />
a 100 km/h indicati. E qui entriamo nel campo<br />
dei consumi, con alcuni lettori che concordano<br />
con quanto da noi rilevato per entrambi le protagoniste<br />
del nostro confronto, e molti utenti che<br />
invece denunciano consumi più parchi. Partiamo<br />
dalla considerazione di Lucas26 (COMMENTO<br />
n°18), che sottolinea che “i tester hanno in genere<br />
il polso un pò “pesante” ;-), ma è giusto così!<br />
Devono vedere come si comportano le moto”.<br />
Vero, naturalmente. Come è vero che durante<br />
una tranquillissima g<strong>it</strong>a con di circa 250 km<br />
sempre al di fuori da autostrade e superstrade<br />
e con passeggera a bordo, in sella alla Tiger 800<br />
sono riusc<strong>it</strong>o a percorrere – secondo l’indicatore<br />
di consumo medio - 17,5 km/l<strong>it</strong>ro, guidando in<br />
maniera pacata. Ma il rilevamento effettivo dei<br />
consumi, per ovvii motivi, viene effettuato sempre<br />
sul medesimo percorso e dallo stesso tester<br />
(ovvero il sottoscr<strong>it</strong>to, nel 90% dei casi), cercando<br />
di mantenere con tutti i mezzi più o meno il<br />
medesimo tipo di guida, certamente non esasperata.<br />
Un giro prestabil<strong>it</strong>o equamente suddiviso<br />
tra autostrada – circa 70 km percorsi nei due<br />
sensi a 130 orari effettivi (e qui chiedo di nuovo<br />
scusa, perché mi sono accorto che nel testo avevo<br />
scr<strong>it</strong>to “130 indicati”) - e un percorso extraurbano<br />
molto poco frequentato e abbastanza variegato,<br />
con partenza e arrivo lontani dalla c<strong>it</strong>tà.<br />
L’utilizzo quotidiano casa-ufficio, una sessantina<br />
Prove<br />
di km al giorno negli orari più “caldi”, ci darà poi<br />
il consumo medio c<strong>it</strong>tadino. Il tutto va poi verificato<br />
“da pieno a pieno” (con serbatoio sempre al<br />
lim<strong>it</strong>e del traboccamento), dove salta fuori il consumo<br />
medio della prova. Passiamo all’articolato<br />
commento N°17, in cui mikyvale include tra le<br />
“inesattezze” anche il fatto che le Scorpion Trail<br />
– progettate da Pirelli espressamente per una<br />
moto importante e performante come la Ducati<br />
Multistrada 1200, lo ricordiamo – a noi siano piaciute,<br />
mentre lui le giudica “penose”. Ovviamente<br />
in redazione rimaniamo della nostra idea, ma<br />
certamente non ci sentiamo certo di contraddire<br />
le sensazioni altrui – ognuno ha la propria sensibil<strong>it</strong>à<br />
e il proprio modo di guidare - concordando<br />
sul fatto che comunque in commercio ci possano<br />
essere gomme che vadano meglio. Per quanto ci<br />
riguarda, abbiamo trovato queste gomme talmente<br />
“penose” che io me le sono comprate per<br />
la mia Tiger 955, e ad Andrea Perfetti non spiacerebbe<br />
affatto montarle sulla sua altrettanto<br />
“vecchia” Speed Triple 955. E concludiamo col<br />
commento N°33 postato da KAIL: capisco il suo<br />
punto di vista, ma converrà certamente sul fatto<br />
che la Tiger 800 sarebbe più propriamente confrontabile<br />
con la recente BMW F700GS, mentre<br />
l’antagonista tipo della F800GS è piuttosto la Tiger<br />
800 XC: a questo propos<strong>it</strong>o, potrà trovare il<br />
confronto da lei sugger<strong>it</strong>o qui!<br />
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Nuova BMW F800GS Adventure<br />
La F800GS riceve un serbatoio da ben 24 l<strong>it</strong>ri per una grande<br />
autonomia di marcia (di suo consuma già poco) e può montare<br />
il controllo di trazione dedicato all’enduro. Disponibile da metà<br />
giugno<br />
L<br />
a nuova F 800 GS Adventure è costru<strong>it</strong>a<br />
sulla base della F 800 GS e si affida<br />
al caratteristico motore bicilindrico a<br />
quattro valvole per cilindro raffreddato<br />
ad acqua della F 800 GS dalla cilindrata di 798<br />
cm³, con iniezione elettronica del carburante,<br />
catalizzatore regolato a tre vie e cambio a sei<br />
rapporti. Il propulsore non è stato modificato ed<br />
eroga una potenza di 63 kW (85 CV) a 7.500 g/<br />
min, sviluppa una coppia massima di 83 Nm a<br />
5.750 g/min. Analogamente alla F 800 GS, anche<br />
il modello Adventure si affida al robusto telaio<br />
a griglia in travi di acciaio ad alta resistenza<br />
torsionale. Il maggiore volume del serbatoio (24<br />
l<strong>it</strong>ri; + 8 l<strong>it</strong>ri rispetto alla F 800 GS) che aumenta<br />
l’autonomia della moto, ha reso necessario un<br />
rinforzo del telaietto posteriore. Analogamente<br />
alla F 800 GS anche l’Adventure è dotata di serie<br />
di ABS. Grazie al controllo automatico della<br />
stabil<strong>it</strong>à ASC (Automatic Stabil<strong>it</strong>y Control) e alla<br />
regolazione elettronica delle sospensioni ESA<br />
(Electronic Suspension Adjustment), vengono<br />
offerti, come optional, due ulteriori sistemi<br />
di sicurezza e di dinamica di guida. In più, sulla<br />
nuova F 800 GS Adventure viene offerto, in combinazione<br />
con il pacchetto che include l’ASC, il<br />
nuovo optional “modal<strong>it</strong>à di guida Enduro”. Si<br />
tratta di una prima mondiale nel segmento delle<br />
News<br />
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bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
enduro di media cilindrata e consente, premendo<br />
semplicemente un pulsante sul manubrio, di<br />
passare rapidamente dalla modal<strong>it</strong>à standard<br />
“Road” a quella “Offroad”, che prevede modal<strong>it</strong>à<br />
di intervento differenziate per ABS e ASC. Accelerazione,<br />
trazione e potenza frenante vengono<br />
ottimizzate per la guida sullo sterrato, con un intervento<br />
più leggero. Oltre al nuovo design della<br />
carrozzeria, la F 800 GS Adventure ha una nuova<br />
sella e il parabrezza più grande che aumenta la<br />
protezione contro il vento e le protezioni per le<br />
mani. Completano la dotazione di serie della F<br />
800 GS Adventure le pedane enduro più larghe,<br />
il freno a pedale regolabile e rinforzato, la staffa<br />
paramotore e il supporto delle valigie che funge<br />
contemporaneamente da protezione del serbatoio.<br />
La moto sarà disponibile da metà giugno a<br />
un prezzo superiore di circa 1.000 euro a quello<br />
della F800GS.<br />
20<br />
News<br />
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Honda presenta CB500X, CRF250M e<br />
Forza 300. Caratteristiche e prezzi<br />
di Alessandro Colombo | Siamo volati a Barcellona per provare<br />
le ultime nov<strong>it</strong>à della Honda, che introduce la crossover CB500X,<br />
la piccola supermoto CRF250M e il maxi scooter Forza 300.<br />
Come sono fatti e quanto costano<br />
H<br />
onda amplia la propria visione commerciale<br />
ed introduce nuovi prodotti<br />
allo scopo di abbracciare fasce di<br />
pubblico più vaste e a tratti inesplorate<br />
grazie a dei prodotti dal carattere più trasversale.<br />
Un esempio è dato dalla Honda CB500X,<br />
una moto che si propone di abbracciare una fascia<br />
di pubblico quanto mai eterogenea, andando<br />
a strizzare l’occhio tanto ai neof<strong>it</strong>i, quanto ai<br />
motociclisti più navigati, passando attraverso sia<br />
ai nuovi clienti che a quelli già esistenti, ma ora<br />
caratterizzati da un mutato modo di concepire<br />
la moto, oltre che dagli automobilisti stanchi del<br />
traffico. Honda si rivolge quindi a costoro con un<br />
prodotto che si propone come facile da guidare e<br />
al contempo adatto a soddisfare le esigenze tanto<br />
dei chilometristi, quanto di coloro che utilizzano<br />
la moto per coprire il trag<strong>it</strong>to casa-ufficio. Perché<br />
la cilindrata 500? Semplice perché rispetto alle<br />
piccole cilindrate si propone come una moto più<br />
adulta, ma comunque capace di soddisfare tanto<br />
chi si affaccia per la prima volta al mondo delle<br />
due ruote, quanto coloro che, forti di una grande<br />
esperienza, desiderano acquistare una motocicletta<br />
capace di appagare ma poco esigente in<br />
termini di impegno alla guida. Caratterizzata da<br />
un’arch<strong>it</strong>ettura bicilindrica parallela fronte marcia,<br />
la Honda CB500X promette 35 kW (quasi 48<br />
cv) di potenza a 6.500 giri e 43 Nm di coppia a<br />
7.000 giri al minuto, che, su un peso di 195 kg<br />
con il pieno di benzina, promettono un consumo<br />
contenuto nel ciclo medio VMTC di 28,4 km/l.<br />
Dotata di un design volto a richiamare da vicino<br />
quello della Crosstourer (da cui si distingue anche<br />
grazie a dei flap laterali dedicati collocati nella<br />
zona del radiatore), la Honda CB500X impiega<br />
un motore completamente nuovo vincolato ad 8<br />
punti di attacco e caratterizzato da attr<strong>it</strong>i ridotti<br />
e da un contralbero di bilanciamento, oltre che<br />
da una distribuzione con bilancieri a rullo. Ispirato<br />
in parte nel layout ai motori della gamma RR, il<br />
News<br />
propulsore della Honda CB500X presenta infatti<br />
una triangolazione degli assi degli alberi all’interno<br />
dei carter identica a quella della gamma più<br />
sportiva ed anche l’alesaggio collima con quello<br />
del CBR 600 RR. Particolare degno di nota è<br />
l’attenzione alla sicurezza riservato all’impianto<br />
frenante, che presenta dei dischi a margher<strong>it</strong>a<br />
sia all’anteriore che al posteriore, e che è dotato<br />
di ABS a due canali di serie: significa che l’ABS<br />
del freno posteriore funziona in maniera indipendente<br />
da quello anteriore, ed entrambi entrano in<br />
funzione solo quando rispettivamente sollec<strong>it</strong>ati.<br />
Caratterizzata da una sella posta a 810 mm da<br />
terra, la Honda CB500X è dotata di una strumentazione<br />
completamente dig<strong>it</strong>ale molto chiara a<br />
sfondo arancione e l’ammortizzatore posteriore<br />
può essere regolato su 9 differenti livelli di precarico<br />
della molla. Disponibile in 3 colorazioni,<br />
bianco, nero e rosso, sarà disponibile nelle concessionarie<br />
a partire da 6.100 euro F.C. (a cui si<br />
deve aggiungere la messa in strada).<br />
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Honda CRF 250 M<br />
Barcellona - Concep<strong>it</strong>a come variante Motard<br />
della versione enduro (CRF 250 L) presentata al<br />
termine dello scorso anno, la Honda CRF 250 M si<br />
propone come una moto capace di far incontrare<br />
sia il pubblico che cerca una due ruote capace<br />
di conciliare sia il divertimento che la fruizione<br />
quotidiana. Rispetto alla versione da enduro presenta<br />
delle ruote da 17”, delle gomme più sportive<br />
e ribassate e un disco anteriore maggiorato<br />
(che vanta un profilo a margher<strong>it</strong>a come quello<br />
posteriore), mentre dal punto di vista estetico<br />
presenta telaio, forcellone, forcella e link del monoammortizzatore<br />
di colore nero. Il motore è un<br />
monocilindrico bialbero a 4 valvole con cambio<br />
a sei marce dotato di iniezione elettronica con<br />
alesaggio e corsa di tipologia superquadro (76 x<br />
55 mm), quindi un motore propenso a girare in<br />
alto, capace di erogare 23,1 cv a 8.500 giri e 22<br />
Nm a 7.000 giri. Caratterizzata dalla presenza<br />
di ined<strong>it</strong>e tecnologie per la riduzione degli attr<strong>it</strong>i<br />
nel motore, la Honda CRF 250 M, pesa 145 kg<br />
con il pieno di benzina, e promette di contenere<br />
i consumi entro una soglia di 34 km/l nel ciclo<br />
medio VMPC. Il range di utilizzo si propone<br />
quindi di superare abbondantemente i 200 km di<br />
autonomia. Rispetto alla versione enduro la CRF<br />
250 M presenta inoltre una trasmissione finale<br />
leggermente più lunga finalizzata a conferire una<br />
maggior fruibil<strong>it</strong>à del propulsore ai regimi bassi.<br />
Dotata di una sella posta a 855 mm da terra, la<br />
Honda CRF 250 M e di gomme di misura 110/70<br />
all’anteriore e 130/70 al posteriore, la Honda<br />
CRF 250 M sarà commercializzata in Italia con<br />
una sola colorazione, ovvero l’Extreme Red, ad<br />
un prezzo, ancora da ufficializzare, che dovrebbe<br />
aggirarsi sull’ordine dei 4.600 euro F.C.(100 in<br />
più rispetto alla versione enduro).<br />
Honda Forza 300<br />
Barcellona – La Casa di Tokyo porta sul mercato<br />
un nuovo scooter pensato per inserirsi a metà<br />
strada tra l’SH 125 e 150 e l’SW-T400, ovvero il<br />
Forza 300, che presenta un motore di derivazione<br />
SH 300 con un parabrezza basso e uno spazio<br />
sottosella per due caschi integrali. Caratterizzato<br />
da un peso con pieno di benzina contenuto<br />
entro 192 kg, l’Honda Forza 300 viene venduto in<br />
Italia con un ABS combinato di serie e presenta<br />
dei cerchi sportivi a 12 razze di ispirazione motociclistica.<br />
Il telaio è composto da tubi caratterizzati<br />
da differenti valori di rigidezza e flessibil<strong>it</strong>à.<br />
Particolarmente curata l’aerodinamica, che<br />
concorre nel contenere i consumi entro un valore<br />
dichiarato di 30,8 km/l, mentre il propulsore<br />
eroga 25,8 cv a 7.500 giri e 26 Nm di coppia a<br />
5.000 giri. La sella è molto bassa da terra, e presenta<br />
una quota di 716 mm di altezza, mentre la<br />
larghezza è di 580 mm per consentire una buona<br />
agil<strong>it</strong>à tra le auto, mentre la strumentazione è di<br />
ispirazione automobilistica con quattro indicatori.<br />
Arriverà nelle concessionarie ad un prezzo di<br />
5.100 euro F.C.<br />
News<br />
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Mercato in aprile<br />
Le moto lim<strong>it</strong>ano i danni<br />
Le moto con 6.778 vend<strong>it</strong>e scendono del -7,5% mentre gli scooter con<br />
11.654 pezzi hanno un calo a due cifre (-20,4%). In aprile tra le moto<br />
primeggia la nuova BMW R1200GS, tra gli scooter l’Honda SH 150<br />
L<br />
e immatricolazioni nel mese<br />
Le immatricolazioni con un totale di<br />
18.432 veicoli segnano un -16,1% rispetto<br />
allo stesso mese del 2012. Il dato<br />
descrive una contrazione ma più contenuta. Le<br />
moto, con 6.778 vend<strong>it</strong>e scendono del -7,5%;<br />
mentre gli scooter con 11.654 pezzi presentano<br />
ancora un calo a due cifre pari al - 20,4%. S<strong>it</strong>uazione<br />
causata, in parte, anche dal meteo sfavorevole<br />
che ha condizionato il mercato. Aprile<br />
pesa circa l’11% del totale venduto nell’anno. I<br />
50cc risultano ancora penalizzati con 2.988 un<strong>it</strong>à<br />
e un -26,4%. Leader indiscussa del mese è la<br />
nuova BMW R1200GS che immatricla 691 moto.<br />
La seguono la Honda NC700X e la nuova Ducati<br />
Hypermotard (247 moto). Nel mese hanno<br />
riscosso un discreto apprezzamento le enduro<br />
stradali di media cilindrata. Oltre alla Honda NC<br />
700X sono andate bene le vend<strong>it</strong>e della Honda<br />
Transalp 700, della Kawasaki Versys 650 e della<br />
BMW F800GS che chiude la top ten del mese tra<br />
le moto.<br />
Le immatricolazioni nel quadrimestre<br />
Nel primo quadrimestre l‘immatricolato arriva a<br />
50.501 veicoli, con una flessione del -30,1%; di<br />
cui 30.183 scooter pari a -35,8% e 20.318 moto<br />
pari a -19,4%.<br />
Gli scooter<br />
L’approfondimento per cilindrata vede il segmento<br />
degli scooter di 125cc con 8.976 veicoli<br />
e un -37,9% in media con il comparto. Migliore<br />
la tenuta dei 150-200cc con 7.573 pezzi e un<br />
-25,1%. In caduta libera i 250cc con 1.332 veicoli<br />
cioè -53,6%, mentre i 300-500cc diventano il<br />
segmento centrale con 9.387 un<strong>it</strong>à e un -30,4%.<br />
Tracollo anche per i maxi-scooter con 2.915 immatricolazioni<br />
e una contrazione pari al -52,3%<br />
rispetto all’anno scorso. Honda SH150 è saldo<br />
al primo posto con oltre 3.000 pezzi, segu<strong>it</strong>o dal<br />
fratello maggiore SH300. Al terzo posto sale con<br />
1.674 un<strong>it</strong>à lo Yamaha TMAX.<br />
Le moto<br />
Le moto hanno una s<strong>it</strong>uazione più articolata,<br />
dai volumi più importanti delle moto superiori ai<br />
1000cc con 6.425 pezzi pari al -19,8%, a seguire<br />
i modelli tra 800 e 1000cc con 4.849 un<strong>it</strong>à e un<br />
-24,7%. Le medie cilindrate tra 650 e 750cc con<br />
4.143 moto e un -16,4%, le 600cc con solo 756<br />
News<br />
vend<strong>it</strong>e e -42,5%. In controtendenza le cilindrate<br />
tra 300-500cc con 1.991 pezzi e un +6,2%, mentre<br />
soffrono le 125cc con 1.287 moto e un trend<br />
negativo del -24,4%. L’andamento dei segmenti<br />
evidenzia una diminuzione generalizzata. La migliore<br />
prestazione è per le enduro che sviluppano<br />
le maggiori vend<strong>it</strong>e con 7.007 pezzi e un -10,3%,<br />
valore al di sopra della media del mercato. A seguire<br />
le naked con 5.383 un<strong>it</strong>à e un -21,5%, le<br />
custom con 2.234 vend<strong>it</strong>e e un -16,5%, le moto<br />
da turismo con 2.033 moto e un -24,9% , più<br />
significativi i cali per le sportive con 1.756 pezzi<br />
e un - 28,7% e infine le supermotard con 1.401<br />
moto e un -30%. Il dato progressivo per i ciclomotori<br />
(50cc) segna 9.154 registrazioni pari al<br />
-37,1%. La BMW R1200GS registra un ottimo<br />
debutto e si piazza al primo posto del quadrimestre,<br />
segu<strong>it</strong>a dalla Honda NC700X e dalla Ducati<br />
Multistrada. Prosegue l’apprezzamento delle<br />
Honda Transalp 700 e Crossrunner, rispettivamente<br />
quarta e sesta, mentre ottima quinta è la<br />
nuova Ducati Hypermotard. Da gennaio ad aprile<br />
sono state vendute complessivamente 59.655 2<br />
ruote a motore (immatricolazioni + 50cc), pari<br />
al -31,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno<br />
scorso.<br />
Marca Modello Segmento apr-13<br />
Marca Modello Segmento Totale Gen-Apr 2013<br />
Marca Modello Segmento Totale Gen-Apr 2013<br />
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I Racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />
“Provaci”<br />
di Antonio Priv<strong>it</strong>era | Se i vest<strong>it</strong>i iniziano a starmi male, è il<br />
momento di cambiare. Senza avvisare prima, ogni tanto la roba<br />
che indosso rifiuta di cadermi a pennello e tira, si intraversa, si<br />
ribella, prende l’iniziativa...<br />
S<br />
e i vest<strong>it</strong>i iniziano a starmi male, è il<br />
momento di cambiare. Senza avvisare<br />
prima, ogni tanto la roba che<br />
indosso rifiuta di cadermi a pennello<br />
e tira, si intraversa, si ribella, prende l’iniziativa.<br />
Si accorcia e restringe, muta il colore come una<br />
pelle, giungo fino alla scomodissima condizione<br />
di avere i jeans che da un giorno all’altro mi segano<br />
il cavallo in due facendomi lanciare gridolini<br />
nervosi in falsetto, molto freak e disco-dance<br />
anni ’70. Ok, cambiare: cosa? Alla bilancia il mio<br />
peso è come sempre 70 kg: sarò l’unico uomo al<br />
mondo che cambia la forma ma non il peso;<br />
quando ero circolare come una camera d’aria il<br />
mio peso era 70 kg mollemente distribu<strong>it</strong>i, poi ho<br />
segu<strong>it</strong>o da una dieta drastica col contorno di<br />
un’asfissiante e ossessiva attiv<strong>it</strong>à in palestra<br />
quattro volte la settimana e i 70 kg si sono<br />
concentrati sulle gambe, diventate due cosce di<br />
pollo giganti, e sulle braccia ridotte a nodose<br />
mazze venose. Ora sono sempre 70 kg di indolenza<br />
e bontà a buon mercato. Sto nella terra di<br />
mezzo della mediocre forma fisica in attesa della<br />
prova costume: non sarò come quelli che d’estate<br />
ostentano il loro corpo scolp<strong>it</strong>o e lucido come<br />
un enorme giocattolo glabro, ma anche dopo i<br />
cinquant’anni faccio ancora la mia porca, dign<strong>it</strong>osa,<br />
figura, soprattutto quando sono in motocicletta.<br />
Già, in moto. Mi viene da ridere osservando<br />
tutti quei soggetti, gonfi di testosterone e<br />
sbracciati come un pescatore ad ostentare i bicip<strong>it</strong>i,<br />
che salgono in sella e sperano che il trag<strong>it</strong>to<br />
fino al bar riservi loro un’avventura o un’epica<br />
sfida all’ultima piega da semaforo a semaforo<br />
contro un ignoto avversario. Ogni periodo ha i<br />
suoi modelli, quello che sto vivendo vede il motociclista<br />
come un ragazzotto quarantenne in camicia<br />
mezze maniche, casco aperto con bluetooth<br />
integrato, enduro teutonica d’ordinanza,<br />
abbronzato pure per S. Silvestro e sorridente.<br />
Che c’avranno da ridere mi dico. Io non mi ci rivedo<br />
mica in questo modello. Forse non sono più il<br />
motociclista per tutte le stagioni che mi ero sempre<br />
illuso di essere. Ecco quello che i miei vest<strong>it</strong>i<br />
mi vogliono comunicare: quando i tuoi panni ti<br />
respingono è solo il segnale che un piccolo cambiamento<br />
è già part<strong>it</strong>o, sei tu che sei in r<strong>it</strong>ardo e<br />
comunque vadano le cose tra non molto qualcosa<br />
sarà diversa, ti piaccia o no. Comunque,<br />
nell’attesa del cambiamento epocale, ho acquistato<br />
una circolare prato per il Gran Premio, il<br />
massimo che posso permettermi. Il circu<strong>it</strong>o è<br />
immenso e io qui mi sento a casa, immerso in<br />
una natura rigogliosa e promessa sposa del Gran<br />
Premio annuale; un luogo dove se ti fermi il mattino<br />
presto a sentire il silenzio del vento scopri<br />
che tra le foglie degli alberi secolari che ne delim<strong>it</strong>ano<br />
il perimetro è rimasto ancora intrappolato<br />
qualche scoppio dei vecchi motori 125 a cinque<br />
cilindri 9 marce o qualche nota bar<strong>it</strong>onale<br />
dei primi due tempi 500 che affogano nella loro<br />
carburazione delicata: il vento del mattino<br />
La lettura<br />
muove le fronde e libera questi echi vecchi di decenni<br />
che possono prendere finalmente il largo e<br />
andare a riposare ma, prima di lasciare questa<br />
terra e spegnersi, si concedono per un ultimo<br />
ascolto a me che da piccolo non avevo soldi e<br />
stavo giorni interi dietro le reti esterne ad udire<br />
senza poter vedere. Mi facevo le telecronache da<br />
solo, tiravo ad indovinare su chi o cosa potesse<br />
avere quel rumore, dando corpo ad epiche battaglie<br />
immaginarie dei campioni che vedevo sui<br />
giornali. Fu in quegli anni che sviluppai un incredibile<br />
orecchio assoluto per i suoni degli scarichi,<br />
riconoscendoli e abbinandoli poi alle moto cui<br />
appartenevano con una facil<strong>it</strong>à sorprendente.<br />
Ho il mio posto segreto dove seguire le gare: le<br />
motociclette escono velocissime dall’ultima variante<br />
affrontando il lunghissimo rettilineo chiuso<br />
da una curva che all’inizio è così lontana che<br />
non la vedi e la pista si chiude in un punto lontano<br />
come l’iperspazio. Io mi metto a metà rettilineo e<br />
sono sempre da solo perché forse sono l’unico a<br />
godere della pura espressione della veloc<strong>it</strong>à e tra<br />
i pochissimi a cui non interessa la battaglia per la<br />
v<strong>it</strong>toria ma piuttosto sentire l’adrenalina dei piloti<br />
tesi alla conquista della veloc<strong>it</strong>à e pronti ad affrontare<br />
una curva veloce col cuore in gola, magari<br />
pieni di speranze affidate la sera del sabato<br />
alle mani giunte o alle gambe di una donna. Mi<br />
metto lì sul prato, apro il mio zaino che mi segue<br />
da trentacinque anni appendendolo allo stesso<br />
ramo di quercia ogni anno e quando alle mie<br />
spalle inizia la gara con un gran boato di festanti<br />
esag<strong>it</strong>ati a torso nudo per il caldo, chiudo gli occhi<br />
e ascolto le motociclette: aspetto un minuto e<br />
mezzo circa e le sento arrivare, prima alla staccata,<br />
poi lanciarsi alla ricerca del vertice delle<br />
prestazioni; passano di fronte a me rapide come<br />
i fotogrammi di un film che reca un messaggio<br />
subliminale, tanto che non saprei nemmeno dire<br />
di quale colore è la carena. Mentre sfilano oltre i<br />
duecento all’ora, sento la rabbia dei piloti e il loro<br />
pensiero, il timore che il motore ceda, di sbagliare<br />
la staccata e di perdere tutto il buono fatto fin<br />
lì, di alcuni sento persino l’io che si chiede<br />
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quando finirà il rettilineo perché il dr<strong>it</strong>to è noioso<br />
e fa paura, di qualcuno, ma sono stati pochissimi<br />
in oltre trent’anni di presenza, avverto la lucida<br />
calma e la fusione con l’erba e le querce, con i<br />
castagni e i cordoli, come nuotassero sull’asfalto<br />
e la v<strong>it</strong>toria non fosse altro che il risultato del loro<br />
intimo appagamento nel guidare una moto da<br />
corsa. Altro che sfide da semaforo a semaforo<br />
con i bicip<strong>it</strong>i al vento e le infrad<strong>it</strong>o. Adesso, però,<br />
è soltanto sabato mattina, e quelle in corso sono<br />
solo le prove della categoria minima e dei loro<br />
motori con i tromboncini che petulano disperati<br />
negli allunghi. Questi piloti fanno tenerezza se li<br />
vedi senza casco e senza tuta. Sembrano i nipoti<br />
che non ho mai avuto, smarr<strong>it</strong>i dentro una pista<br />
più grande di loro, la cui storia li sovrasta; alla<br />
loro età, io ero un ragazzino che il sabato e la domenica<br />
del Gran Premio andava ad appicciare il<br />
naso e la fronte sulle reti di protezione della pista<br />
dove loro oggi si contendono le posizioni sulla<br />
griglia di partenza e rincasavo con dei grossi<br />
rombi impressi sulla pelle del volto. Avessi avuto<br />
la loro fortuna! Ma la v<strong>it</strong>a dà ad ognuno un ruolo<br />
e un copione e se si vuol essere felici bisogna farselo<br />
piacere senza mai sperare che cambi. Oggi<br />
le motociclette da corsa sono tutte molto simili<br />
tra loro, non c’è più molto da sbizzarrirsi tecnicamente:<br />
forse questi non sono i tempi né dei tecnici<br />
creativi ed intraprendenti, né dei piloti estroversi<br />
ed eclettici che giocavano l’onore e la<br />
carriera solo per la voglia di emergere e se c’era<br />
da farlo mettevano in pista, perdendola, pure la<br />
v<strong>it</strong>a. Ora vanno come schegge, tutti con le stesse<br />
traiettorie, le stesse pieghe, le stesse dichiarazioni<br />
del dopogara a volte stranamente somiglianti<br />
a quelle calcistiche. Mi sembrano un po’<br />
stressati, ‘sti ragazzi. Un po’ computerizzati,<br />
programmati, poco flessibili. E questi della categoria<br />
minore non fanno eccezione, li preferisco<br />
in sella ai loro microbolidi da cinquanta cavalli<br />
piuttosto che sentirli scimmiottare, per necess<strong>it</strong>à<br />
imposta dagli sponsor o per sentirsi già degni<br />
della top class, gli atteggiamenti e le improponibili<br />
pose dei pluricampioni, risultando a volte un<br />
po’ antipatici, a volte patetici, spesso susc<strong>it</strong>ando<br />
in me un affetto paterno tale che li prenderei e li<br />
porterei a prendere un gelato con mio Morini tre<br />
e mezzo sport. Le prove scorrono e queste zanzare<br />
scoppiettanti sbriciolano ad ogni loro passaggio<br />
l’aria di fronte la mia postazione sol<strong>it</strong>aria<br />
su questo rettilineo. Cavolo come vanno! Piccoli<br />
fosfeni, lampi multicolori nella ristretta porzione<br />
di spazio percep<strong>it</strong>a dal mio campo visivo che, tra<br />
una misodesopsia e l’altra, impressionano la mia<br />
cornea e la retina: io serro le palpebre e li rivedo<br />
tutti, uno per uno. Mentre ho gli occhi chiusi, sento<br />
che una motocicletta arranca: no, non arranca,<br />
rallenta. Sembra a mezzo gas proprio nel rettilineo<br />
più veloce! Il regime basso, la veloc<strong>it</strong>à<br />
ridicola: io non posso fare a meno di riaprire gli<br />
occhi e cercare di capire cosa stia accadendo. A<br />
poche decine di metri da me, quella moto va a<br />
passo turistico, la veloc<strong>it</strong>à è in continuo calo;<br />
sembra non avere problemi, forse il pilota vuole<br />
provare una partenza ma non è il momento,<br />
mancano più di venti minuti alla fine del turno di<br />
prove ed è troppo pericoloso fermarsi in mezzo<br />
alla pista. Poi, giuro, la motocicletta accosta<br />
sull’erba e rallentando fino a fermarsi si mette<br />
all’ombra delle querce accanto il guard rail che<br />
delim<strong>it</strong>a il tracciato di gara, proprio davanti a me,<br />
quasi nascosto al passaggio degli suoi avversari.<br />
Il motore si spegne; il ragazzino in sella poggia le<br />
mani sulla nuca e china la testa. Sono singhiozzi<br />
quelli che sento? Non lo so, i miei vest<strong>it</strong>i mi distraggono<br />
perché proprio in questo momento<br />
hanno deciso di starmi più scomodi del sol<strong>it</strong>o anche<br />
se sono soltanto un paio di jeans e una maglietta,<br />
mente le calze pare abbiano le ortiche<br />
dentro. Il pilota si sfila il casco dalla testa e affiora<br />
l’imberbe volto di un bambino al quale io affiderei<br />
si e no la mia vespa per andare a comprare il<br />
pane, con tante prediche di stare attento e l’avvertenza<br />
che il freno è quello a destra; invece<br />
questo è in sella ad una moto da Gran Premio e<br />
ha le saponette abrase pure sui gom<strong>it</strong>i. Però<br />
piange. Potrebbe essere mio nipote, figlio no, ma<br />
solo perché io dei figli degli altri ho rispetto.<br />
- Amico, tutto ok? Stai bene? – mi viene spontaneo<br />
chiedergli.<br />
La lettura<br />
Lui sobbalza e si gira verso di me.<br />
- …sì…<br />
- Chiamo qualcuno?<br />
- …no, grazie. Tutto ok.<br />
Sarà, ma il bimbo continua a piangere. Mi guarda,<br />
probabilmente infastid<strong>it</strong>o dalla mia presenza che<br />
non aveva certamente né desiderato né preventivato<br />
prima di fermarsi sull’erba del rettilineo.<br />
- …è che non ce la faccio… - mi dice trattenendo a<br />
stento un singhiozzo, quasi a giustificarsi.<br />
- Non ce la fai a far cosa, stai male?<br />
- È tutto troppo difficile, io non mi diverto più…<br />
ma non posso fermarmi. Papà ha ipotecato la<br />
casa per farmi correre, il team spera che io faccia<br />
risultati per continuare ad andare avanti, ho<br />
dovuto lasciare la scuola per trovare il tempo di<br />
allenarmi e per le trasferte, non vedo più gli amici…<br />
io mi chiedo cosa sto a fare qui a diciassette<br />
anni. Il mio miglior risultato in queste due stagioni<br />
di mondiale è stato un ottavo posto e oggi non<br />
riesco manco a capire che marce devo usare in<br />
questa pista sfigatissima!<br />
- Ragazzo, così rischi di farti male. Se non ti senti,<br />
30 31
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r<strong>it</strong>irati e torna a casa. – pista sfigatissima lo dici<br />
a qualcun’altra piccolo presuntuoso, penso tra<br />
me e me.<br />
- È proprio questo il punto, non posso! Come faccio<br />
a spiegarlo a tutti quelli che mi aspettano nel<br />
box!?<br />
- Bon, gli dici che ti sei stancato, che non te la<br />
senti! Ma che vuoi fare, girare e manco qualificarti<br />
o magari arrivare alla gara, partire in ultima<br />
fila, andare dieci secondi più lento degli altri e<br />
fare la figura del pirla tirandotela dietro tutta la<br />
v<strong>it</strong>a? Se non ti va di correre non è una colpa, vedrai<br />
che il tuo babbo e il team capiranno!<br />
- Ma che ne sa lei, che mi parla da dietro la rete e<br />
si gode lo spettacolo!<br />
- Bimbo bello, io alla tua età e al tuo posto sarei<br />
stato il ragazzino più felice del mondo!<br />
- Sul serio?<br />
- Certo! Non sai la fortuna che hai, io per mettere<br />
il culo su una moto come la tua e girare in questa<br />
pista avrei venduto l’anima al diavolo!<br />
- Non c’è bisogno di arrivare a tanto. Questa è la<br />
sua buona occasione. – e detto questo il fanciullo<br />
scende dalla moto, scavalca le reti e viene dalla<br />
mia parte.<br />
- Che ti prende? – urlo, sorpreso da questo gesto<br />
insol<strong>it</strong>o.<br />
- Farebbe una cosa per me?<br />
- Cosa intendi?<br />
- Prenda tutto: la mia tuta, il casco, i guanti e gli<br />
stivali. Abbiamo bene o male la stessa corporatura…<br />
salga sulla moto. Io mi godo lo spettacolo<br />
di questi ultimi venti minuti di prove, poi lei appena<br />
vede la bandiera a scacchi fa l’ultimo giro, si<br />
ferma qui e rifacciamo il cambio dei vest<strong>it</strong>i. Non<br />
mi interessa se va piano o va forte, io voglio solo<br />
rilassarmi un po’ e prendere le cose con più calma.<br />
Mi sono già qualificato per domani, non corro<br />
rischi. – e nel frattempo si spoglia rimanendo<br />
in mutande.<br />
- Io? Pilota per venti minuti? - i miei vest<strong>it</strong>i mi tormentano-<br />
tu sei scemo, ragazzino!<br />
- Lei come si chiama, signore?<br />
- …Andrea.<br />
- Andrea, ti prego. - il disgraziato mi fa gli occhioni<br />
e passa al “tu”.<br />
- Ma non ho mai guidato una moto come quella!<br />
- È solo una moto!<br />
- Sì ma è… cattiva!<br />
- Andrea, provaci. Vedrai che ti piace. Io ho bisogno<br />
di fermarmi, altrimenti non riparto più. – un<br />
attimo di silenzio si intrufola nella nostra conversazione<br />
mentre soppeso la tuta che il ragazzino<br />
mi mette nelle mani.<br />
- …la prima è in alto e il cambio a sinistra, vero?<br />
- Esatto.<br />
- … mi ci dovrò ab<strong>it</strong>uare.<br />
I miei vest<strong>it</strong>i sono felicissimi: dico la ver<strong>it</strong>à se<br />
ammetto di non avere mai provato un’ecc<strong>it</strong>azione<br />
come questa. La tuta e il casco del ragazzo<br />
mi stanno a meraviglia, sono più giovane di<br />
trent’anni. Scavalco la rete, mi affianco alla moto<br />
e la accendo a spinta, il motore mi dà il benvenuto<br />
a bordo con un urlo a 10000 giri. Ho il cuore<br />
in gola, spalanco il gas in una marcia che non ho<br />
cap<strong>it</strong>o bene se sia la terza o la seconda e la pista<br />
La lettura<br />
mi sembra larghissima adesso che per la prima<br />
volta la vedo da dentro. Punto dr<strong>it</strong>to verso il curvone<br />
a destra che immette sul rettilineo d’arrivo<br />
con l’animo di un ragazzino di diciassette anni e<br />
le attese di una v<strong>it</strong>a lunga più del triplo. Ho venti<br />
minuti. Non importa come li spenderò, se sarò<br />
veloce o sarò lento.<br />
Venti minuti: erano trent’anni che li aspettavo,<br />
poi di nuovo qui a cambiarmi d’ab<strong>it</strong>o. I miei vest<strong>it</strong>i<br />
non sbagliano mai.<br />
Venti minuti, sento la mancanza di un figlio al<br />
quale raccontarli.<br />
Venti minuti che vorrei eterni ora che passo davanti<br />
ai box e c’è un cartello per me.<br />
Non so come, ma alla prima variante ho superato<br />
una moto. Abbasso la testa e regolo il freno, cerco<br />
il feeling con l’avantreno e penso che posso<br />
superarli tutti, non importa quello che ho fatto<br />
negli ultimi cinquant’anni. Contano solo i miei<br />
venti minuti.<br />
Nessuno sa mai chi è veramente prima dei propri,<br />
inattesi, venti minuti.<br />
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SPECIALE MoToGP<br />
GP di Jerez<br />
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Pedrosa vince il GP di Spagna, Rossi 4°<br />
di Giovanni Zamagni | Pedrosa vince in sol<strong>it</strong>aria. Sorpasso da<br />
brivido con spallata di Marquez su Lorenzo all’ultima curva.<br />
Rossi quarto a quasi nove secondi<br />
T rionfo<br />
di Dani Pedrosa, con<br />
Marc Marquez secondo e<br />
Jorge Lorenzo terzo, dopo un<br />
discusso contatto all’ultima<br />
curva – da giovedì beffardamente<br />
denominata “Jorge<br />
Lorenzo” -, del tutto simile a quello tra Valentino<br />
Rossi e Sete Gibernau nel 2005. Solo quarto,<br />
staccato, Rossi, addir<strong>it</strong>tura ottavo Andrea Dovizioso.<br />
Mentre Pedrosa, dopo una splendida cavalcata<br />
sol<strong>it</strong>aria, tagliava il traguardo, vincendo<br />
mer<strong>it</strong>atamente sulla “sua” pista, alle sue spalle,<br />
alla curva Lorenzo accadeva quello che era già<br />
successo tra Rossi e Gibernau nel 2005: in questo<br />
caso, davanti c’era Jorge, apparentemente<br />
con un discreto vantaggio, ma Marc ci ha provato<br />
ugualmente, forzando oltremodo la staccata.<br />
Così facendo, Marquez è entrato e a quel punto<br />
il contatto è stato inev<strong>it</strong>abile, perché Lorenzo ha<br />
comunque chiuso la traiettoria per fare la curva.<br />
Sorpasso regolare? Manovra sporca? Come era<br />
già successo nel 2005, si discuterà all’infin<strong>it</strong>o<br />
sulla sportellata di Marquez a Lorenzo – perché<br />
tale è – ma il mio primo giudizio a caldo – quindi<br />
può essere rivisto – è che il sorpasso ci sta, non è<br />
stato così esagerato. “Non dico niente di quanto<br />
successo all’ultima curva: magari a freddo, ma<br />
adesso no” ha commentato duro Lorenzo dopo<br />
aver rifiutato la mano del rivale. “Nell’ultimo<br />
giro ho dato il 110%, mi spiace per Lorenzo. Ma<br />
le gare sono così e anche Rossi aveva fatto così<br />
con Gibernau” è stata la replica del giovane campione,<br />
che, ormai è chiaro, non ha nessun timore<br />
riverenziale per nessuno.<br />
ATTACCHI FURIBonDI<br />
Mentre Pedrosa andava in fuga dopo aver conquistato<br />
il comando al sesto giro, tra Lorenzo e<br />
Marquez accadeva di tutto, con Marc che in almeno<br />
tre occasioni aveva rischiato di tamponare<br />
il rivale alla staccata della “Dry Sack”. Poi, lo spagnolo<br />
della Honda si era un po’ calmato, ma nei<br />
giri finali si è rifatto sotto e in quello conclusivo<br />
ha tentato il tutto per tutto, prima finendo un po’<br />
largo alla sol<strong>it</strong>a “Dry Sack”, poi al tornantino finale,<br />
effettuando un sorpasso che sa veramente di<br />
beffa. Con il secondo posto, Marquez mantiene<br />
la testa della classifica, con tre punti di vantaggio<br />
su Pedrosa e 4 su Lorenzo, in un campionato<br />
sempre meno mondiale e sempre più “spagnolo”.<br />
PEDRoSA, CHE GRAnDE<br />
Dopo aver preso paga nei due primi GP, Pedrosa<br />
è arrivato a Jerez con tutto da perdere e mille<br />
pressioni, che però ha gest<strong>it</strong>o al meglio in prova<br />
e, soprattutto, in gara, dimostrando tutto il suo<br />
valore: per reagire così bisogna essere veramente<br />
forti, sia nella guida sia nella testa. Così, in tre<br />
gare abbiamo il terzo vinc<strong>it</strong>ore differente, per un<br />
campionato davvero equilibrato, anche se, purtroppo,<br />
“mononazione”.<br />
RoSSI, MInIMo SInDACALE<br />
Opaca prestazione di Rossi, che ha chiuso quarto<br />
a 8”914 dalla vetta: il risultato, in se stesso,<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
non è così negativo, ma è preoccupante che Valentino<br />
non sia mai stato in gara. E, come è già<br />
successo negli ultimi due anni in Ducati, Rossi<br />
fatica troppo nelle fasi iniziali della gara, mentre<br />
da metà GP in poi gira con il tempo dei migliori:<br />
c’è molto da lavorare.<br />
DISASTRo DovIZIoSo<br />
Male la Ducati e, in particolare, Andrea Dovizioso,<br />
che ha preso paga dal compagno di squadra,<br />
non al meglio della condizione per un dolore alla<br />
mano, finendo di poco davanti al collaudatore Michele<br />
Pirro: su una pista che odia, Andrea non ha<br />
ripetuto le belle prestazioni dei GP precedenti. A<br />
terra Andrea Iannone, caduto al quarto giro mentre<br />
era quarto. Martedì Andrea verrà operato al<br />
braccio destro dal professo Myr per risolvere un<br />
problema di indurimento degli avambracci. L’intervento<br />
non gli impedirà di correre a Le Mans.<br />
I PRIMI CoMMEnTI<br />
Pedrosa: “Lorenzo era veloce nei primi giri, ma<br />
sono riusc<strong>it</strong>o a stargli dietro. Ho visto che potevo<br />
fare un po’ meglio, sono andato al comando, ma<br />
mi sono tenuto un po’ di margine per non consumare<br />
troppo le gomme. Alla fine avevo un buon<br />
vantaggio, l’ho amministrato e ho ottenuto una<br />
v<strong>it</strong>toria fondamentale”.<br />
Marquez: “La mia intenzione non era appoggiarmi<br />
a Lorenzo, volevo passarlo pul<strong>it</strong>o. In precedenza<br />
ero fin<strong>it</strong>o un po’ lungo, mentre per l’ultima<br />
curva aveva studiato il video del sorpasso tra<br />
Rossi e Gibernau e anche altri: era giusto provarci.<br />
Lorenzo è un grande pilota, ma è un sorpasso<br />
di gara. Mi spiace che adesso sia così arrabbiato,<br />
ma lo sarei anch’io se avessi perso il secondo posto…<br />
Manovre così in <strong>Moto</strong>2 se ne vedono a tutte<br />
le gare”.<br />
Lorenzo: “E’ successo questo, adesso non ne<br />
voglio parlare: a caldo dici cose sbagliate. Forse,<br />
se avessi saputo che era così vicino, avrei fatto<br />
qualcosa di diverso”.<br />
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Marquez e il sorpasso su Lorenzo<br />
colpevole o innocente?<br />
di Giovanni Zamagni | Si parla solo del sorpasso –con contatto–<br />
all’ultima curva di Marc Marquez su Jorge Lorenzo e, probabilmente,<br />
se ne discuterà a lungo. Ecco quindi una serie di opinioni sulle quali<br />
ragionare<br />
S<br />
i parla solo del sorpasso – con contatto<br />
– all’ultima curva di Marc<br />
Marquez su Jorge Lorenzo e, probabilmente,<br />
se ne discuterà a lungo.<br />
Perché questo è uno di quei classici episodi che<br />
non può essere catalogato come pul<strong>it</strong>o, ma nemmeno<br />
come scorretto e quindi non ci può essere<br />
una sola visione.<br />
Ecco quindi una serie di opinioni sulle quali ragionare.<br />
PRo MARQUEZ<br />
MARC MARQUEZ<br />
“La mia intenzione, chiaramente, non era quella<br />
di appoggiarmi a lui, ma di passarlo. Ma non<br />
credo che la mia sia una manovra scorretta, può<br />
succedere all’ultima curva. Per fare il sorpasso<br />
mi sono ispirato al video del soprasso tra Rossi<br />
e Gibernau (2005, NDA), che avevo studiato attentamente…<br />
Lorenzo mi ha lasciato un piccolo<br />
spazio e mi ci sono infilato: mi spiace per lui, ma<br />
queste sono le gare. Anch’io al suo posto sarei<br />
arrabbiato, ma non per la manovra, ma per aver<br />
perso la posizione”.<br />
DAnI PEDRoSA<br />
“Non ho visto cosa è successo, ma l’ultima curva<br />
di Jerez è così, ci sono stati tanti episodi simili:<br />
l’importante è che non ci sia stata intenzional<strong>it</strong>à<br />
e che nessuno si sia fatto male”.<br />
vALEnTIno RoSSI<br />
“Ho visto il sorpasso solo una volta, quindi potrei<br />
anche sbagliarmi: sembra che Lorenzo lasci un<br />
po’ di spazio e Marquez ci si infila. Marc ha detto<br />
che si è ispirato a me, ma io credo che non sia<br />
vero: l’avrebbe fatto lo stesso, lui ha una buona<br />
att<strong>it</strong>udine al sorpasso, è bello così. Capisco che<br />
Lorenzo sia arrabbiato, perché è un sorpasso<br />
cattivo, ma ci sta. Può succedere all’ultima curva,<br />
è giusto che la direzione gara non intervenga in<br />
questi casi: di sorpassi così se ne sono visti milioni<br />
nelle gare di moto. Fortunatamente”.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
AnDREA DovIZIoSo<br />
“Bisognerebbe vedere tutta la gara per giudicare<br />
meglio. Sicuramente Marquez ha frenato molto<br />
tardi, Lorenzo ha chiuso la sua linea e c’è stato il<br />
contatto. Marc non l’ha fatto apposta: ci ha provato,<br />
ha esagerato, ma ci può stare”.<br />
vITTo GUARESCHI<br />
(TEAM MAnAGER DUCATI)<br />
(in realtà V<strong>it</strong>to non prende posizione, NDA). “Giudicare<br />
da fuori è difficile: hanno ragione entrambi.<br />
Marquez, comunque, la curva l’avrebbe fatta<br />
anche senza “appoggiarsi” a Lorenzo: sarebbe<br />
fin<strong>it</strong>o largo, sarebbe rimasto sull’asfalto, ma non<br />
sarebbe arrivato secondo”<br />
DAvIDE BRIvIo (MAnAGER)<br />
“Finalmente qualcuno che ci prova! L’anno scorso<br />
ci lamentavamo che le gare era noiose, adesso<br />
c’è un vero pilota che ci prova all’ultima curva:<br />
bisogna fare così. Sicuramente è una manovra al<br />
lim<strong>it</strong>e, ma se c’è lo spazio – e in questo caso c’era<br />
– ci devi provare”.<br />
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LIn JARvIS<br />
(RESPonSABILE YAMAHA CoRSE)<br />
“Lorenzo ha lasciato aperta la porta e Marquez<br />
ha visto l’opportun<strong>it</strong>à e ci ha provato. Aggressivo?<br />
Sì. Troppo aggressivo? No”.<br />
WILCo ZEELEMBERG (TEAM MAnAGER Lo-<br />
REnZo)<br />
“La domanda è se Marquez senza Lorenzo avesse<br />
fatto la curva: io dico che senza Jorge, Marc<br />
sarebbe fin<strong>it</strong>o nel campo. Per la ver<strong>it</strong>à non è proprio<br />
simile all’episodio Rossi/Gibernau, perché<br />
allora Valentino era più interno rispetto a Marc<br />
oggi. Sicuramente Jorge ha lasciato uno spiraglio:<br />
doveva aspettarselo. Non è tennis, così sono<br />
le gare”.<br />
LIvIo SUPPo (TEAM PRInCIPAL HRC)<br />
“Lorenzo ha lasciato un po’ di spazio e Marquez<br />
ci si è infilato: non è la prima volta che succede,<br />
quella è una curva che si presta”.<br />
FAUSTo GRESInI (TEAM GRESInI)<br />
“Intanto voglio sottolineare che non è simile al<br />
contatto del 2005: il contatto tra Rossi e Gibernau<br />
(allora pilota di Gresini, NDA) era avvenuto<br />
molto più dentro alla curva. Sicuramente Marquez<br />
ha frenato al lim<strong>it</strong>e, ma sarebbe rimasto<br />
sull’asfalto, anche se fuori traiettoria. Non è stato<br />
niente di che: è regolare”.<br />
RoBERTo LoCATELLI (IRIDATo 125)<br />
“Se era stato considerato regolare il sorpasso di<br />
Rossi, lo è a maggior ragione questo: Lorenzo sapeva<br />
che Marquez era lì, ma, forse perché davanti<br />
al suo pubblico, ha esagerato. Fosse stato più<br />
lucido avrebbe fatto sfilare Marquez e sarebbe<br />
arrivato secondo.<br />
Aggiungo una cosa: certe manovre vengono “incentivate”<br />
dall’asfalto fuori dalla pista: se ci fosse<br />
sub<strong>it</strong>o la ghiaia, forse Marquez ci avrebbe pensato<br />
di più, perché avrebbe anche potuto perdere il<br />
terzo posto a favore di Rossi”.<br />
ConTRo MARQUEZ<br />
JoRGE LoREnZo<br />
“Non voglio parlarne, specie a caldo, ognuno ha<br />
la sua opinione: comunque sapete come la penso<br />
su certi episodi. E’ vero, però, che se avessi saputo<br />
che Marquez era così vicino, avrei fatto in<br />
modo differente l’ultima curva” (a mio modo di<br />
vedere, una ammissione che “scagiona” il rivale,<br />
NDA).<br />
MAnUEL PECIno (DIRETToRE SoLo MoTo<br />
SPAGnA)<br />
“Per me non è stata una manovra corretta e non<br />
significa nulla che nessuno sia caduto: la direzione<br />
gara dovrebbe prendere provvedimenti a prescindere”.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
FILIPPo FALSAPERLA<br />
(GAZZETTA DELLo SPoRT)<br />
“E’ stata meno grave del sorpasso di Rossi su<br />
Gibernau, ma, in ogni caso, Marquez ha fatto un<br />
errore: andava data almeno una ammonizione”.<br />
PAoLo SCALERA (CoRRIERE DELLo SPoRT)<br />
“Non è una questione di scorrettezza: semplicemente<br />
non bisogna toccarsi. Un conto se il contatto<br />
è inev<strong>it</strong>abile, un altro è se sai che la tua manovra<br />
avrà inev<strong>it</strong>abilmente quella conseguenza:<br />
non c’è cattiveria, ma non è regolare”.<br />
LUCIo CECCHInELLo (TEAM LCR)<br />
“E’ leggermente fuori dal lim<strong>it</strong>e e già in due occasioni<br />
precedenti, quando aveva provato a passare<br />
Lorenzo, si era visto che non ci stava dentro. Ha<br />
portato fuori Jorge: secondo me è scorretto”.<br />
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Velentino Rossi<br />
Mi aspettavo di più<br />
di Giovanni Zamagni | “C’è tanto da lavorare, perchè Lorenzo è<br />
più veloce di me - ha commentato Rossi -. E in questo momento,<br />
la Yamaha è inferiore alla Honda”<br />
L<br />
e aspettative erano sicuramente superiori<br />
di un quarto posto a quasi nove<br />
secondi (8”9) dal primo e a 3”9 dal<br />
compagno di squadra, che sarebbero<br />
stati 7” senza il contatto all’ultima curva tra Marquez<br />
e Lorenzo: Valentino Rossi non può essere<br />
soddisfatto. Infatti non lo è. «Abbiamo provato a<br />
fare il massimo per tutto il fine settimana, ma la<br />
Yamaha scivolava più delle aspettative e con le<br />
alte temperature di questi giorni siamo stati in<br />
grande difficoltà con il posteriore. Quando siamo<br />
arrivati qui, ero convinto di usare la dura posteriore,<br />
ma non avevamo abbastanza grip, e con<br />
la morbida abbiamo sofferto tanto. Ho fatto una<br />
buona partenza, ho anche superato Crutchlow<br />
alla prima curva, poi ho passato Marquez, ma lui<br />
mi ha ripassato: i primi tre erano più veloci di me.<br />
Non di tanto, ma sufficiente per andarmi via. Ho<br />
un buon feeling nella seconda parte della gara,<br />
quando ho girato con i loro stessi tempi, ma nella<br />
prima non riesco a essere incisivo e quando Marquez<br />
mi ha ripassato era impossibile andargli<br />
dietro. Sapevo che il podio sarebbe stato difficile<br />
da conquistare e il quarto posto non è poi così<br />
male per la classifica, ma dobbiamo lavorare<br />
42<br />
tanto: innanz<strong>it</strong>utto perché Lorenzo è più veloce<br />
di me e, quindi, dobbiamo trovare un miglior bilanciamento<br />
della moto. Da parte sua, la Yamaha<br />
deve fare qualcosa: qui pensavamo di arrivare<br />
davanti alle Honda, invece non ci siamo riusc<strong>it</strong>i<br />
né io né Lorenzo.<br />
La Honda ha un r<strong>it</strong>mo migliore quando la nostra<br />
moto comincia a scivolare, perché loro possono<br />
stare meno piegati e stressano meno gli pneumatici.<br />
In generale, sono più costanti, anche<br />
grazie al cambio “seamless”, che noi non so se<br />
avremo mai in questa stagione. Domani proveremo<br />
il telaio nuovo e cercheremo di migliorare<br />
l’assetto».<br />
Ma come giudichi un quarto posto su una pista<br />
teoricamente favorevole?<br />
«Lo giudico una prestazione sufficiente: speravo<br />
di più. Pedrosa, che guida la sua Honda al 100%,<br />
ha un po’ giocato: ha passato Lorenzo come e<br />
quando ha voluto, poi se ne andato e ha controllato<br />
con relativa facil<strong>it</strong>à. Sotto un certo punto di<br />
vista, la prestazione della Yamaha è preoccupante,<br />
perché Lorenzo ha fatto un fine settimana<br />
perfetto, ma è arrivato terzo».<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
43
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Le pagelle<br />
del GP di Jerez<br />
di Giovanni Zamagni | Pedrosa trova in pagella un 10 tondo, 9 per<br />
il compagno di squadra, senza timore di nessuno. Solo 7 a Lorenzo<br />
che ha aperto la porta a Marquez nell’ultima curva. 5.5 a Valentino,<br />
mai in lotta per la v<strong>it</strong>toria<br />
DAnI PEDRoSA<br />
10 Altro che pilota in crisi, fin<strong>it</strong>o, già “seconda<br />
guida”: continuo a pensare che Pedrosa sia<br />
sottovalutato. A Jerez ha reag<strong>it</strong>o alla grande alle<br />
sconf<strong>it</strong>te sub<strong>it</strong>e nei prime due GP, effettuando<br />
un fine settimana quasi perfetto (caduta in qualifica<br />
a parte), guidando in maniera eccellente e<br />
facendo vedere di essere un grande campione. Il<br />
suo compagno di squadra è tosto, ma “camomillo”<br />
sa il fatto suo.<br />
E nonostante un inizio non facile, è a soli 3 punti<br />
dalla vetta della classifica.<br />
44<br />
MARC MARQUEZ<br />
9 Terzo podio in tre gare, al termine di una gara<br />
a dir poco esagerata. Il suo sorpasso finale è discutibile<br />
e fa discutere, ma Marc ha dimostrato<br />
di essere un pilota vero, di non aver nessun timore<br />
reverenziale nei confronti di nessuno e anche<br />
se lui dice di no, avrebbe fatto lo stesso se al posto<br />
di Lorenzo ci fosse stato Pedrosa. E’ un combattente<br />
nato, uno che non si tira mai indietro,<br />
impressionante sotto mille aspetti: lucid<strong>it</strong>à, cattiveria,<br />
applicazione. Ha un talento straordinario,<br />
eppure “studia” in continuazione: sbalord<strong>it</strong>ivo.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
JoRGE LoREnZo<br />
7 Marquez ha sicuramente esagerato la frenata,<br />
ma Lorenzo ha sicuramente sbagliato lasciando<br />
aperto molto più di uno spiraglio. Per il resto fa<br />
miracoli, con una moto non all’altezza dei rivali:<br />
è tostissimo. E’ sempre lui – e di gran lunga – il<br />
migliore dei piloti Yamaha. Ma non basta.<br />
vALEnTIno RoSSI<br />
5,5 Non è lontanissimo dal compagno di<br />
squadra, ma un decimo qui, un decimo là, alla<br />
fine la differenza c’è. Anche a Jerez, su una delle<br />
sue piste prefer<strong>it</strong>e, non è mai stato in lotta non<br />
solo per la v<strong>it</strong>toria, ma nemmeno per il podio. In<br />
questo momento, non riesce a fare la differenza<br />
che faceva fino al 2010, ma non ripete neppure le<br />
eccellenti prestazioni del Qatar. Ma non è nemmeno<br />
troppo lontano: deve migliorare soprattutto<br />
a inizio gara. E anche in qualifica.<br />
CAL CRUTCHLoW<br />
5 In prova sembra sempre potersi giocare il podio,<br />
se non addir<strong>it</strong>tura qualcosa di più, ma in gara<br />
si perde, c’è sempre qualcosa che non funziona<br />
come dovrebbe. E’ chiaro che se è in difficoltà<br />
Lorenzo con la Yamaha ufficiale, lo è maggiore<br />
ragione lui con una M1 satell<strong>it</strong>e e un telaio del<br />
2012, ma la sensazione è che gli manchi un po’ di<br />
lucid<strong>it</strong>à la domenica.<br />
ALvARo BAUTISTA<br />
5 E’ l’unico che usa le Showa e questo, forse,<br />
è un grosso lim<strong>it</strong>e. Ma non convince mai, né in<br />
prova né in gara: è come se in qualche modo si<br />
accontentasse di disputare il “comp<strong>it</strong>ino”, senza<br />
provare a fare di più.<br />
nICKY HAYDEn<br />
6 Un punto in più perché ha una mano dolorante<br />
ed è sempre stato il primo “ducatista” sia in<br />
prova sia in gara. La sua costanza va premiata:<br />
guida la stessa moto dell’anno scorso e da tre<br />
anni ormai le prospettive sono a dir poco deprimenti.<br />
In molti avrebbero già mollato.<br />
AnDREA DovIZIoSo<br />
4 Dopo due belle prestazioni, il Dovi ha avuto<br />
un fine settimana terribile: la Ducati non è<br />
45
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compet<strong>it</strong>iva e lui su questa pista proprio non va.<br />
Alla fine, più con l’orgoglio che con la veloc<strong>it</strong>à, è<br />
riusc<strong>it</strong>o a stare davanti a Aleix Espargaro (voto<br />
8), ma chiaramente non basta.<br />
BRADLEY SMITH<br />
4 Non è pronto per la <strong>Moto</strong>GP e, inev<strong>it</strong>abilmente,<br />
fatica.<br />
MICHELE PIRRo<br />
6 Non disputava un GP da Valencia 2012: ha<br />
fatto quello che ci aspettava da lui.<br />
STEFAn BRADL<br />
4 In prova è addir<strong>it</strong>tura rimasto fuori dai primi<br />
10 e nella QP1 ha rischiato di non qualificarsi per<br />
la QP2. Anche in gara stava andando piano (era<br />
settimo), poi è pure caduto al quarto giro: difficile<br />
fare peggio con una Honda.<br />
AnDREA IAnnonE<br />
5 Stava andando forte, ma in prova è caduto<br />
violentemente, con dolorose conseguenze al ginocchio<br />
sinistro. Ma il suo vero problema è l’avambraccio<br />
destro, che si indurisce e perde forza:<br />
martedì verrà operato a Barcellona.<br />
9 HonDA<br />
Su una pista teoricamente sfavorevole, ha<br />
fatto nuovamente doppietta: è nettamente la<br />
moto migliore.<br />
7 YAMAHA<br />
Rimane a galla grazie a un super Lorenzo, ma<br />
la realtà è che la M1 non è solo inferiore in accelerazione<br />
e, in generale, nel motore, ma anche nel<br />
consumo della gomma: c’è da lavorare.<br />
4 DUCATI<br />
Il distacco da recuperare è tantissimo, ci<br />
vuole tempo. Il futuro appare piuttosto preoccupante,<br />
anche perché i nuovi responsabili brillano<br />
soprattutto per la loro “assenza”, ma, sicuramente,<br />
stanno lavorando dietro le quinte.<br />
<strong>Moto</strong>GP Jerez<br />
Pos. Pilota Punti<br />
1 Dani PEDROSA 25<br />
2 Marc MARQUEZ 20<br />
3 Jorge LORENZO 16<br />
4 Valentino ROSSI 13<br />
5 Cal CRUTCHLOW 11<br />
6 Alvaro BAUTISTA 10<br />
7 Nicky HAYDEN 9<br />
8 Andrea DOVIZIOSO 8<br />
9 Aleix ESPARGARO 7<br />
10 Bradley SMITH 6<br />
11 Michele PIRRO 5<br />
12 Hector BARBERA 4<br />
13 Michael LAVERTY 3<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
46 47<br />
Classifica<br />
Pos. Pilota Punti<br />
1 Marc MARQUEZ 61<br />
2 Dani PEDROSA 58<br />
3 Jorge LORENZO 57<br />
4 Valentino ROSSI 43<br />
5 Cal CRUTCHLOW 35<br />
6 Alvaro BAUTISTA 28<br />
7 Andrea DOVIZIOSO 26<br />
8 Nicky HAYDEN 24<br />
9 Aleix ESPARGARO 17<br />
10 Andrea IANNONE 13<br />
11 Stefan BRADL 11<br />
12 Bradley SMITH 10<br />
13 Ben SPIES 9<br />
Classifica Generale
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Biaggi e Suzuki <strong>Moto</strong>GP<br />
Sempre più vicini<br />
di Carlo Baldi | Biaggi annuncia su Tw<strong>it</strong>ter che tra dieci giorni<br />
salirà in moto. Si fa sempre più forte l’ipotesi di un suo impegno<br />
con la Suzuki per sviluppare la nuova <strong>Moto</strong>GP. “Il pilota ha detto<br />
basta”, ma evidentemente il collaudatore no<br />
M<br />
ax Biaggi si diverte a lanciare<br />
messaggi sibillini su Tw<strong>it</strong>ter,<br />
che di volta in volta alimentano<br />
supposizioni e fantasie. A segu<strong>it</strong>o<br />
dei messaggi lanciati da Max su Tw<strong>it</strong>ter<br />
48<br />
qualcuno aveva affermato che Max avrebbe corso<br />
ad Assen al posto di Camier sulla Suzuki del<br />
team Fixi Crescent e ad un certo punto sembrava<br />
invece certa la sua partecipazione al round SBK<br />
di Monza nel qual caso sarebbe sal<strong>it</strong>o su di una<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
Kawasaki. Ad Assen però poi Biaggi ha sment<strong>it</strong>o<br />
tutti : “Parole buttate la” aveva scr<strong>it</strong>to su Tw<strong>it</strong>ter,<br />
salvo poi fare una clamorosa retromarcia<br />
tw<strong>it</strong>tando che “tra dieci giorni sarò di nuovo in<br />
moto”. Un messaggio che naturalmente non è<br />
passato inosservato e che ha dato il via a tutta<br />
una uova serie di illazioni, tra le quali quella che<br />
ha fatto più prosel<strong>it</strong>i, parla di un Biaggi che dovrebbe<br />
correre in soccorso della Ducati, per aiutarla<br />
nello sviluppo della Panigale. Ma in Ducati<br />
smentiscono seccamente, dichiarando che non<br />
c’è mai stato nessun contatto con il campione<br />
mondiale Superbike 2012 e che lo sviluppo della<br />
nuova 1199 sarà ancora portato avanti dai piloti<br />
del team Ducati Alstare e dal tester Matteo Baiocco,<br />
che proprio la settimana prossima scenderà<br />
in pista al Mugello con il Ducati test team.<br />
Ma allora su quale moto scenderà in pista Biaggi<br />
tra meno di due settimane? Analizzate le varie<br />
possibil<strong>it</strong>à e tolte di mezzo le fantasie, resta una<br />
solo strada percorribile ed è quella della Suzuki<br />
<strong>Moto</strong>GP. Ricordiamoci infatti che lo stesso Max<br />
ha tw<strong>it</strong>tato giorni fa :“il pilota ha detto basta”. Il<br />
pilota, ma non il collaudatore. Le doti di tester<br />
di Biaggi sono universalmente riconosciute ed<br />
è quindi più che plausibile che la Suzuki pensi di<br />
affidarsi al Corsaro per sviluppare la sua nuova<br />
<strong>Moto</strong>GP. Un lavoro di sviluppo che non andrebbe<br />
in contrasto con il suo ruolo di commentatore<br />
della Superbike sulle reti Mediaset e che gli consentirebbe<br />
di tornare ad indossare tuta e casco<br />
con la speranza neanche tanto nascosta di qualche<br />
wild card in <strong>Moto</strong>GP per confrontarsi con<br />
vecchi e nuovi rivali.<br />
49
Suzuki <strong>Moto</strong>GP<br />
2014, eccola qui!<br />
La Suzuki che scenderà in pista<br />
il prossimo anno in <strong>Moto</strong>GP è in piena<br />
fase di sviluppo. Dopo un’estate di test<br />
si scioglieranno gli ultimi dubbi:<br />
sarà Randy De Puniet il pilota 2014?<br />
Davide Brivio l’uomo al comando?<br />
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Q<br />
uesta è solo un’anticipazione della<br />
Suzuki <strong>Moto</strong>GP 2014. Infatti a<br />
partire dal mese di giugno la casa<br />
giapponese ha in programma nu<br />
merosi test in Europa. Nel frattempo<br />
il tester e veterano della <strong>Moto</strong>GP Nobuatsu Aoki<br />
ha svelato che in quest’ultima versione ci sono<br />
tante differenze rispetto alla precedente. Le più<br />
sostanziali riguarderebbero la disposizione degli<br />
scarichi. Secondo la rivista Cycle World, che ha<br />
pubblicato le foto spia della Suzuki in pista, ora il<br />
sound sarebbe molto simile a quello dell’attuale<br />
Yamaha di Rossi e Lorenzo. Sembra quindi ormai<br />
certo che il motore Suzuki sarà un quattro<br />
52<br />
cilindri in linea con fasatura dell’albero a scoppi<br />
irregolari, soluzione che potrebbe portare anche<br />
notevoli benefici in termini di costi qualora la<br />
casa di Hamamatsu dovesse proporre lo stesso<br />
propulsore ai team privati seguendo l’esempio<br />
Yamaha. Per rientrare il prossimo anno Suzuki<br />
però - secondo il regolamento - dovrà fare affidamento<br />
ad un team. Le voci parlano del team<br />
Aspar che avrebbe già accettato di “prestare”<br />
Randy De Puniet per le 5 sessioni di test che<br />
Suzuki ha programmato dopo giugno. Le voci si<br />
rincorrono anche su Davide Brivio, che sarebbe<br />
stato contattato per guidare il rientro della casa<br />
giapponese.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
53
DIeTRo Le<br />
quINTe DeLLA<br />
MoToGP:<br />
Giovanni Sandi<br />
di Giovanni Zamagni | Un tecnico che ha lavorato<br />
e vinto gare e t<strong>it</strong>oli nel <strong>Moto</strong>mondiale e in SBK con<br />
Harada, Max Biaggi e Jorge Lorenzo. Da un paio di<br />
stagioni Sandi ha intrapreso una nuova sfida con<br />
Danilo Petrucci e la CRT Ioda Racing<br />
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E’<br />
nel ’69 e andavo a Rimini, Ospidaletti,<br />
Monza a vedere i GP».<br />
Che gare facevi?<br />
«In sal<strong>it</strong>a, gare di campionato<br />
Juniores».<br />
E’ una figura storica del paddock,<br />
un tecnico che ha lavorato<br />
e vinto gare e t<strong>it</strong>oli mondiali<br />
nel motomondiale e in SBK con<br />
squadra di calcio… Parlo con il<br />
pilota, in base alle sue dichiarazioni<br />
dirigi la squadra di tecnici;<br />
se capisci dove e come<br />
intervenire, lo dici ai meccanici,<br />
organizzi le prove e la gara. Se<br />
lavori con dei giovani, come sto<br />
facendo adesso, provi a dargli<br />
dei consigli per farli crescere<br />
sotto tutti i punti di vista».<br />
Tetusya Harada, Max Biaggi,<br />
Jorge Lorenzo. Per anni punto<br />
di riferimento dell’Aprilia, da un<br />
paio di stagioni Giovanni Sandi<br />
ha intrapreso una nuova sfida,<br />
seguendo un giovane promettente<br />
come Danilo Petrucci<br />
con la CRT del team Ioda Racing.<br />
Una vis<strong>it</strong>a nel box di “Giuva”,<br />
come viene chiamato nel<br />
paddock, è quasi obbligatoria,<br />
perché Sandi è un profondo conosc<strong>it</strong>ore<br />
di tecnica e di piloti e<br />
qualche frase ad effetto – tipo:<br />
“le mie moto non si passano<br />
nemmeno con la scia” – la dice<br />
sempre.<br />
nome e cognome?<br />
«Giovanni Sandi».<br />
nato dove e quando?<br />
«A Santa Margher<strong>it</strong>a Staffero<br />
(PV), il 2 settembre 1949».<br />
Qual è stata la prima gara di<br />
moto che hai visto?<br />
«1969-1970, non ricordo bene,<br />
quando ancora c’erano i circu<strong>it</strong>i<br />
c<strong>it</strong>tadini. Io ho iniziato a correre<br />
La tua carriera è lunghissima:<br />
prova a riassumerla brevemente,<br />
altrimenti non basta<br />
tutto <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> per descriverla…<br />
«Ho corso saltuariamente –<br />
lavoravo e avevo pochi soldi<br />
– fino al 1980, magari facendo<br />
solo qualche gara all’anno. Nel<br />
1979-1980, da “Gentlemen” ho<br />
fatto tutto il campionato con la<br />
TT2 di Segale: mi sono giocato<br />
il campionato con Menegaz.<br />
L’anno successivo ho iniziato<br />
con il team di Prati, che si era<br />
fatto male al famoso Nurburging,<br />
rimanendo purtroppo paralizzato.<br />
Essendo un grande<br />
appassionato aveva allest<strong>it</strong>o<br />
un team e mi aveva preso come<br />
meccanico: avevo fatto le scuole<br />
meccaniche e avevo lavorato<br />
in diversi posti di attrezzeria<br />
meccanica. Sono stato anche<br />
alla <strong>Moto</strong> Guzzi come collaudatore:<br />
nell’amb<strong>it</strong>o motociclistico,<br />
ho fatto un po’ di tutto».<br />
Adesso qual è esattamente il<br />
tuo ruolo?<br />
«Sono responsabile tecnico in<br />
pista di Petrucci nelle CRT e di<br />
Zarco in <strong>Moto</strong>2».<br />
Cosa fa esattamente uno che<br />
fa il tuo lavoro?<br />
«Sinceramente, mi sento un<br />
po’ come un allenatore di una<br />
Hai fatto il capo tecnico in tutte<br />
le categorie del mondiale e<br />
in SBK; come è cambiato nel<br />
tempo il tuo lavoro?<br />
«Per chi sa di meccanica, il lavoro<br />
è più o meno sempre lo<br />
stesso. Ho fatto 125, 250 e 500<br />
2T, ho iniziato quando ancora<br />
c’erano le Suzuki 500 4 cilindri,<br />
ho lavorato sulle Honda 3 cilindri,<br />
sono stato alla Cagiva sia<br />
come meccanico sia come responsabile,<br />
ho lavorato sui 4T:<br />
con quest’ultimi cambia un po’,<br />
perché non lavori praticamente<br />
più sui motori, ma ti concentri<br />
sulla ciclistica e sull’elettronica.<br />
In questo senso è un po’ diverso<br />
da prima, ma al pilota dai<br />
sempre lo stesso risultato: che<br />
sia un 2T, un 1000, un 500, devi<br />
sempre mettergli a disposizione<br />
la migliore soluzione possibile».<br />
Ma ti divertivi di più prima o<br />
adesso?<br />
«Non cambia granché: prima<br />
avevi più le mani dentro alla<br />
meccanica e ci mettevi più del<br />
tuo, adesso se hai un motore<br />
compet<strong>it</strong>ivo va bene, altrimenti<br />
non ci puoi fare niente. Prima,<br />
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58<br />
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se eri capace, anche con una<br />
moto “standard”, specialmente<br />
con i motori a 2T, potevi tirare<br />
fuori i cavalli necessari per fare<br />
una bella figura».<br />
Quanto è cambiato con l’elettronica?<br />
«Questo aspetto è sicuramente<br />
cambiato molto, ma anche qui<br />
puoi dare dei suggerimenti su<br />
tanti parametri: devi comunque<br />
avere delle conoscenze tecniche.<br />
Insomma, il lavoro di base<br />
è sempre lo stesso».<br />
Quanti tioli mondiali hai vinto?<br />
«Sei?»<br />
A me lo chiedi… Contiamoli.<br />
«Uno con Harada in 250, quattro<br />
con Biaggi (3 in 250 e 1 in<br />
SBK, NDA), due con Lorenzo in<br />
250. Quindi fanno sette. Però<br />
ne ho persi tanti…».<br />
Quale ti brucia ancora adesso<br />
aver perso?<br />
«Sicuramente quello del 1998<br />
con Harada contro Capirossi.<br />
Però, a dir la ver<strong>it</strong>à, quello è stata<br />
una vicenda tra i piloti, io non<br />
l’ho perso… In quell’anno c’erano<br />
tre Aprilia (la terza era quella<br />
di Valentino Rossi, NDA) super<br />
veloci, che si potevano anche<br />
permettere di partire ultimi<br />
che comunque facevano primo,<br />
secondo e terzo. Dal punto di<br />
vista tecnico, quindi, il lavoro<br />
era stato fatto bene. Ecco, di<br />
Mondiali Marche ne ho vinti<br />
davvero tanti: quando sono arrivato<br />
io, l’Aprilia ha conquistato<br />
tanti campionati. Credo di aver<br />
dato un bel contributo».<br />
visto che hai parlato del ’98,<br />
vuoi dire qualcosa di quell’episodio,<br />
di quel contatto all’ultima<br />
curva in Argentina tra Harada<br />
e Capirossi?<br />
«Ormai è acqua passata, ma<br />
al momento ci rimanemmo<br />
molto male, perché Harada era<br />
superiore e si mer<strong>it</strong>ava il t<strong>it</strong>olo,<br />
considerando anche che aveva<br />
avuto tre “zero” per rottura<br />
meccanica».<br />
Ah, quindi colpa del capo tecnico…<br />
«No, dai! Era l’anno successivo<br />
al cambiamento della benzina<br />
(“verde” e con minor numero di<br />
ottani, NDA) e avevamo dei problemi<br />
che non erano stati risolti<br />
del tutto: ogni tanto succedeva<br />
di rompere, ma la sfortuna ha<br />
voluto che a noi cap<strong>it</strong>asse in<br />
gara, agli altri in prova. Tetsuya,<br />
tra l’altro, aveva rotto in Australia,<br />
alla terzultima gara, ma il<br />
Brasile venne cancellato e rimase<br />
solo l’Argentina».<br />
Ma in quella curva Harada<br />
aveva sbagliato?<br />
«Secondo me no: Capirossi<br />
tentò il tutto per tutto».<br />
Dei sette t<strong>it</strong>oli piloti che hai<br />
vinto, quale ricordi con particolare<br />
soddisfazione?<br />
«Il primo, quello del 1993 con<br />
Harada e la Yamaha 250, era<br />
stato davvero speciale, per<br />
diversi motivi: il progetto era<br />
part<strong>it</strong>o solo a novembre del ’92,<br />
nessuno sapeva chi era Tetsuya<br />
che fino ad allora aveva corso<br />
solo in Giappone, non conosceva<br />
nessun circu<strong>it</strong>o, la moto non<br />
era così compet<strong>it</strong>iva. Successivamente,<br />
i tre di Biaggi con<br />
l’Aprilia, che non aveva ancora<br />
conquistato un t<strong>it</strong>olo, sono stati<br />
bellissimi. Ma anche i due di<br />
Lorenzo, un giovane di grande<br />
talento che però, fino ad allora,<br />
non aveva ancora vinto. E non<br />
dimentico quello in SBK, dove<br />
abbiamo centrato l’obiettivo<br />
al secondo anno di un progetto<br />
tutto nuovo, oltretutto con<br />
Biaggi che non vinceva da 13<br />
anni. Insomma, sono stati tutti<br />
di grande soddisfazione».<br />
Harada, Biaggi, Lorenzo, tre<br />
grandi piloti: prova a sceglierne<br />
uno.<br />
«Harada era un “tecnico” strep<strong>it</strong>oso;<br />
Lorenzo un talento eccezionale<br />
che voleva arrivare<br />
a tutti i costi; Biaggi ha fatto<br />
cose straordinarie. E’ impossibile<br />
sceglierne uno, ho avuto la<br />
fortuna di lavorare con grandi<br />
campioni».<br />
Invece c’è un pilota con il quale<br />
hai lavorato ma non ha vinto<br />
secondo le aspettative?<br />
«Proprio all’inizio, ho vinto<br />
l’europeo con Massimo Messere<br />
(Honda 500 3 cilindri),<br />
che però aveva già 23-24 anni:<br />
avrebbe potuto fare di più».<br />
Il lato pos<strong>it</strong>ivo e negativo del<br />
tuo lavoro.<br />
«Di lati pos<strong>it</strong>ivi ce ne sono tanti,<br />
così tanti che sono qui ancora<br />
adesso dopo oltre 30 anni: so<br />
di essere fortunato perché faccio<br />
un lavoro che mi piace. E’<br />
comunque molto stressante,<br />
negli ultimi anni ancora di più,<br />
perché ci sono sempre più prove<br />
invernali, test… E meno male<br />
che hanno messo una pausa<br />
obbligatoria (dall’1 dicembre al<br />
31 gennaio, NDA), altrimenti si<br />
proverebbe anche nelle vacanze<br />
di Natale. Però sono troppo<br />
appassionato, a questo aspetto<br />
non penso più di tanto».<br />
Da domani si correrà a Jerez:<br />
che pista è?<br />
«E’ uno dei circu<strong>it</strong>i più belli, tecnici,<br />
insieme al Mugello, Brno<br />
e pochi altri. E’ un tracciato di<br />
quelli tosti, dove il pilota emerge».<br />
Dal punto di vista tecnico<br />
cosa serve?<br />
«C’è un po’ di tutto, bisogna<br />
essere ben bilanciati: ci sono<br />
curve lente, curvoni veloci dove<br />
la moto deve essere stabile. Jerez<br />
è impegnativo anche per la<br />
messa a punto».<br />
Ti ricordi un episodio particolare<br />
successo a Jerez?<br />
«Proprio qui ho scoperto il talento<br />
di Harada: era uno dei<br />
primi tracciati in cui avevamo<br />
girato quando era arrivato in<br />
Europa e dopo una trentina di<br />
giri aveva già fatto il primato<br />
della pista».<br />
Marquez è un fenomeno assoluto?<br />
«Penso proprio di sì: uno che<br />
vince alla seconda gara in <strong>Moto</strong>GP<br />
può solo essere un grande<br />
campione».<br />
Grazie.<br />
«Posso aggiungere una cosa?».<br />
ovvio.<br />
«Ultimamente si sentono un<br />
sacco di cr<strong>it</strong>iche a Valentino<br />
Rossi, ma lui è uno dei più grandi<br />
piloti della storia: mi sembra<br />
giusto sottolinearlo».<br />
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Ciao a tutti!<br />
L’arrivo<br />
spettacolare<br />
della Superstock<br />
1000 ad Assen, domenica,<br />
ha susc<strong>it</strong>ato qualche protesta.<br />
Il francese Barrier,<br />
tentando il tutto per tutto,<br />
è sembrato voler speronare<br />
il nostro La Marra; e il contatto c’è stato, potenzialmente<br />
pericoloso, però ammortizzato dai<br />
gom<strong>it</strong>i e alla fine incruento. Eddy La Marra non<br />
si è arrabbiato più di tanto, v<strong>it</strong>toria della Ducati<br />
Panigale sulla BMW e rivinc<strong>it</strong>a alla prossima<br />
puntata. Personalmente, visto e rivisto al ralenty<br />
il movimento del francese, suggerisco che lo<br />
speronamento possa essere stato involontario,<br />
almeno in parte. Barrier era più lento all’usc<strong>it</strong>a<br />
della variante (che aveva impostato alla spera<br />
Nico Cereghini<br />
Gom<strong>it</strong>o a gom<strong>it</strong>o con rancore<br />
Arrivi a sportellate, come quello della Superstock<br />
1000 del GP di Assen, possono accendere<br />
profonde rival<strong>it</strong>à. Ma che competizione è se<br />
si corre tra amici? Qualche volta occorrono<br />
anni perché due piloti smettano di detestarsi<br />
in Dio attaccando La Marra), ha dato gas e forse<br />
anche sfrizionato un po’, la BMW si è impennata<br />
e la linea ormai era quella. Il gom<strong>it</strong>o in fuori può<br />
essere il gesto istintivo di chi vuole proteggersi.<br />
E mi torna alla mente una volontaria gom<strong>it</strong>ata<br />
celeberrima: quella tra Bradl e Cadalora, a Misano,<br />
nella 250 del maggio ’91. I due uscirono<br />
appaiati dalla Brutapela che era l’ultima curva<br />
prima del traguardo (e che era un trappolone<br />
fatto apposta per creare guai, proprio come la<br />
variante di Assen); il tedesco fu il primo a sportellare,<br />
Luca replicò, l’arrivo fu il più incredibile<br />
che abbia mai visto: due moto inclinate come<br />
le falde di un tetto, le spalle dei due piloti a spingere,<br />
i gom<strong>it</strong>i aggrovigliati; solo che il gom<strong>it</strong>o di<br />
Cadalora era davanti a quello del rivale, e per 9<br />
millesimi vinse l’<strong>it</strong>aliano. Bradl era furioso, urlava<br />
e minacciava, non voleva nemmeno salire<br />
sul podio, e il fratellino di Cadalora, Alessio, mi<br />
guardava spaventato: e se lo picchia? Per anni e<br />
anni Bradl non rivolse più la parola al “nemico”<br />
e soltanto due anni fa proprio a Misano, in un incontro<br />
di pacificazione, Helmuth prese Luca da<br />
parte e gli presentò il figlio Stefan, che adesso<br />
corre in <strong>Moto</strong>Gp. “Ero un bambino piccolo, allora<br />
–ha precisato Stefan- avevo meno di due anni.<br />
Ma per tutta la mia infanzia tu per me sei stato<br />
il diavolo, ti ho odiato con tutte le mie forze”.<br />
Come può odiare un bambino che vede il padre<br />
distrutto. L’odio tra i piloti, ecco l’argomento. La<br />
competizione più esasperata può generare un<br />
sentimento del genere? Si parla spesso di sana<br />
rival<strong>it</strong>à, sana perché funzionale al risultato; però<br />
la rival<strong>it</strong>à qualche volta va oltre, forse molto vicino<br />
all’odio momentaneo, come pare il caso di<br />
quel calciatore che ha morso l’avversario. Odio<br />
vero e proprio, inteso come sentimento duraturo,<br />
certamente nel nostro sport non ne ho visto<br />
mai. Però ho visto molti piloti che si detestavano<br />
profondamente: Senna e Prost non si potevano<br />
vedere, Ago e Phil Read non si parlarono per<br />
anni, tra Rossi e Biaggi si sfiorò la rissa. Credo<br />
che nell’essenza dello sport ci sia anche la rival<strong>it</strong>à<br />
spinta e viscerale. Poi magari tanti anni dopo<br />
si supera tutto e si fa addir<strong>it</strong>tura la pace, Bradl e<br />
Cadalora si sorridono, forse La Marra e Barrier<br />
faranno le vacanze insieme. Quanto ad Agostini,<br />
è vero, adesso rivolge la parola a Read; però di<br />
sicuro lo aiuta la consapevolezza che la gara, alla<br />
fine, l’ha vinta lui: che è in gran forma, ricco, realizzato.<br />
Una forte rival<strong>it</strong>à non finisce nemmeno<br />
quando si appende il casco al chiodo.<br />
Il tedesco fu il primo a sportellare, Luca replicò,<br />
l’arrivo fu il più incredibile che abbia mai visto<br />
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Kosuke Akiyoshi sost<strong>it</strong>uisce<br />
Haslam a Monza<br />
di Carlo Baldi | Akiyoshi sost<strong>it</strong>uirà Haslam a Monza. Il pilota-tester<br />
giapponese conosce bene la CBR1000RR con la quale corre nel Japan<br />
SBK. Intanto Rea conclude due giorni di test ad Assen<br />
C<br />
ome era prevedibile alla fine la scelta<br />
del sost<strong>it</strong>uto di Haslam è caduta<br />
su di un pilota di casa Honda, ma<br />
nella scelta di Kosuke Akiyoshi ha<br />
pesato molto anche la sua grande conoscenza<br />
della CBR1000RR, moto che il pilota-tester giapponese<br />
porta in pista sia nel campionato Japan<br />
SBK che nella 8 ore di Suzuka, vale a dire in uno<br />
degli appuntamenti più importanti per case e piloti<br />
del Sol levante. Akiyoshi ha trentotto anni ed<br />
ha vinto la SBK giapponese nel 2010 e nel 2011,<br />
oltre ad essersi aggiudicato per ben tre volte<br />
la 8 ore di Suzuka, l’ultima delle quali, nel 2012<br />
proprio con il suo nuovo compagno di squadra<br />
Johnny Rea. Il pilota nord irlandese ha appena<br />
concluso due giorni di prove sulla pista di Assen,<br />
nei quali ha prosegu<strong>it</strong>o il lavoro di sviluppo della<br />
sua Honda.Assieme al team Pata Honda Ten<br />
Kate, Johnny ha lavorato sulla nuova elettronica,<br />
ma anche su di un nuovo serbatoio, che ha il<br />
comp<strong>it</strong>o di ottimizzare la distribuzione dei pesi e<br />
l’aerodinamica.<br />
Jonathan Rea<br />
«E’ stato un test proficuo nel quale abbiamo<br />
fatto dei miglioramenti sia per quanto riguarda<br />
il controllo di trazione, che l’erogazione del<br />
motore. Abbiamo lavorato anche sulla parte<br />
posteriore della moto, trovando una maggiore<br />
stabil<strong>it</strong>à in accelerazione. Ora possiamo intervenire<br />
sull’elettronica e possiamo finalmente<br />
cambiare alcuni parametri. Ho girato forte, ma<br />
soprattutto sono contento perché non ho fatto<br />
fatica ad ottenere dei buoni tempi sul giro.<br />
62<br />
Sono felice di dare il mio benvenuto in squadra<br />
ad Akiyoshi-san. Penso che la sua esperienza<br />
di pilota e tester ci potrà essere molto utile. Ho<br />
potuto constare di persona il lavoro che ha fatto<br />
sulla RCV213V che ho guidato con lui a Suzuka e<br />
so che è davvero bravo».<br />
Leon Haslam<br />
«Mi sono consultato con il mio fisioterapista –<br />
ha dichiarato Leon – ed abbiamo preparato un<br />
programma di allenamenti per accelerare il mio<br />
rientro. Però dobbiamo aspettare che la gamba<br />
si sgonfi prima di poterci lavorare su. La prossima<br />
settimana mi toglieranno i punti di sutura<br />
metallici e potrò iniziare ad allenarmi in piscina.<br />
Mi spiace non poter correre a Monza, ma spero<br />
di poter tornare a Donington Park. Sono convinto<br />
che Akiyoshi potrà fare un buon lavoro sulla<br />
nostra moto e penso che non ci metterà tanto ad<br />
imparare la pista di Monza».<br />
Superbike<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
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Cairoli vince Gara2 in Portogallo<br />
Paulin e Herlings vincono il GP<br />
di Massimo Zanzani | Dopo essersi imposto nel GP precedente il<br />
francese della Kawasaki vince anche sulla pista di Agueda davanti<br />
a Cairoli; ennesima doppietta di Herlings nella MX2<br />
A<br />
ncora una volta il GP del Portogallo<br />
col suo circu<strong>it</strong>o bello quanto infido<br />
si è rivelato una trasferta ad handicap<br />
per molti piloti, ad iniziare dal<br />
nostro Tony Cairoli protagonista di una spettacolare<br />
caduta proprio all’ultimo giro della prima<br />
manche. Nel cambiare traiettoria per cercare di<br />
riprendersi il primo posto che Gautier Paulin gli<br />
aveva soffiato al quinto giro, il messinese della<br />
<strong>KTM</strong> ha imboccato un canale prima di un salto in<br />
discesa si è trovato in traiettoria un sasso che gli<br />
ha bloccato la ruota anteriore facendolo sbalzare<br />
in avanti. Fortunatamente dopo aver mollato<br />
la moto in aria che si è rovesciata nell’impatto a<br />
terra pur spezzando il braccialetto della leva del<br />
freno anteriore Antonio non ha riportato grossi<br />
danni fisici, per cui è ripart<strong>it</strong>o cercando di tenere<br />
il filo e la leva per non farli andare tra i raggi della<br />
ruota davanti. Un’impresa impossibile per qualsiasi<br />
pilota, ma non per un sei volte campione del<br />
mondo come lui che è addir<strong>it</strong>tura riusc<strong>it</strong>o ad arrivare<br />
al traguardo terzo senza perdere ulteriori posizioni<br />
dopo che era stato scavalcato da Clement<br />
Desalle mentre rotolava a terra. Nella seconda<br />
manche è stato implacabile: part<strong>it</strong>o in testa ha<br />
sub<strong>it</strong>o allungato il passo e non ha mollato più la<br />
presa tenendo controllati gli insegu<strong>it</strong>ori Paulin e<br />
Desalle, quest’ultimo caduto a sua volta a due giri<br />
dalla fine e relegato in quinta posizione. Paulin si<br />
è quindi assicurato il gradino più alto del podio<br />
davanti a Cairoli e Desalle come due settimane fa<br />
a Sevlievo. Quarta piazza per il r<strong>it</strong>rovato Ken De<br />
Dycker che si è tenuto alle spalle Tommy Searle<br />
e Max Nagl. Niente da fare invece per Evgeny<br />
Bobryshev, costretto a gettare la spugna dopo<br />
le qualifiche per il dolore alla caviglia non ancora<br />
completamente guar<strong>it</strong>a. Prova confortante per<br />
David Philippaerts, che si è piazzato in entrambe<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
le manche in ottava posizione con tempi sul giro<br />
decisamente più consoni al suo potenziale; quattordicesimo<br />
invece Davide Guarneri, penalizzato<br />
dalla sfavorevole posizione alla partenza.<br />
MX2<br />
Missione compiuta invece per Jeffrey Herlings<br />
che ha come sogno vincere tutte le manche della<br />
stagione e che sulla terra rossa portoghese ha<br />
fatto sua la sesta doppietta dell’anno con una<br />
superior<strong>it</strong>à davvero imbarazzante visto che nella<br />
prima manche ha doppiato sino al decimo e nella<br />
seconda sino all’ottavo. Il podio è stato completato<br />
dall’australiano della Yamaha Monster<br />
Energy Dean Ferris e dal costante spagnolo José<br />
Butron; solo quarto Jordi Tixier caduto due volte<br />
nella manche d’apertura. Nella stessa frazione è<br />
andato a terra anche Alex Lupino che non è poi<br />
riusc<strong>it</strong>o a fare meglio di 21°, e che nella seconda<br />
batteria ha concluso settimo dopo un avvio in undicesima<br />
posizione.<br />
Guarda tutte le classifiche<br />
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Tony Cairoli<br />
Ho fin<strong>it</strong>o la gara guidando<br />
con una mano: niente di speciale<br />
di Massimo Zanzani | Un pizzico di sfortuna ha tenuto Cairoli<br />
lontano dal gradino più alto del podio. Il campione <strong>KTM</strong> analizza<br />
la caduta che gli è costata la v<strong>it</strong>toria<br />
«<br />
Bella gara, bella pista<br />
con tanti canali<br />
e tante buche, veramente<br />
una pista<br />
molto difficile e un Paulin davvero<br />
in forma questo week end.<br />
Io ho buttato via il gran premo<br />
con la caduta della prima manche,<br />
purtroppo si è rotto il freno<br />
anteriore e non sono riusc<strong>it</strong>o a<br />
66<br />
ripartire velocissimamente e<br />
quindi ho perso la seconda posizione<br />
che mi sarebbe bastata<br />
per portare a casa il GP».<br />
Come hai fatto a cadere?<br />
«Ho cercato di cambiare traiettoria<br />
perché non è facile superare<br />
qui. Sulla rampa del salto<br />
c’era un canale nuovo, non<br />
l’avevo mai preso e a metà c’era<br />
un sasso abbastanza grande<br />
io l’ho preso in pieno e la moto<br />
mi ha catapultato in avanti».<br />
Avevi la leva del freno davanti<br />
a penzoloni, come hai fatto a<br />
chiudere la manche?<br />
«Ho preso il tubo in mano e<br />
l’ho tenuto nella sinistra e sono<br />
andato con una mano fino<br />
all’arrivo. Niente di speciale: la<br />
gara era quasi fin<strong>it</strong>a».<br />
La seconda manche?<br />
«La seconda ho tenuto tutto<br />
sotto controllo. Ho fatto<br />
una bella partenza e non ho<br />
fatto l’errore di farlo passare<br />
(Paulin NDR) come nella prima<br />
manche. Poi ho cercato di<br />
mantenere un buon r<strong>it</strong>mo senza<br />
cercare di spingere più di<br />
tanto perché non volevo fare<br />
l’errore della prima manche. E’<br />
andata bene così, soprattutto<br />
per il campionato».<br />
La prossima gara sarà in<br />
Brasile.<br />
«Speriamo di fare una buona<br />
gara e di portare a casa il GP».<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
67
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David Philippaerts<br />
Siamo entrati nella top ten del Mondiale<br />
di Massimo Zanzani | Soddisfatto dell’ottavo posto, Philippaerts<br />
finalmente si trova nella posizione che si mer<strong>it</strong>a. Un grande stimolo<br />
per fare ancora meglio<br />
«<br />
Oggi è andata bene, siamo entrati<br />
nella top ten del Mondiale. Ho fatto<br />
due ottavi di manche. La seconda<br />
potevo fare settima, ma ho sbagliato<br />
nelle wave e Nagl mi ha fregato. Una pista veramente<br />
dura: tante buche e tanti canali nei salti,<br />
quindi veramente facile commettere errori. Sono<br />
contento dell’ottava posizione perché gara per<br />
gara prendo feeling con la moto e con me stesso.<br />
68<br />
Oggi nella seconda manche ho fatto dei buonissimi<br />
tempi ed è molto importante. Stiamo migliorando<br />
e sono molto contento. Adesso andiamo<br />
in Brasile, dove ogni anno invento qualcosa e<br />
speriamo anche quest’anno di fare qualcosa di<br />
buono. E’ importante per il team e per il morale<br />
perché è una trasferta lunga e per un team come<br />
il nostro sarebbe molto importante fare un buon<br />
risultato».<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
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Supercross Las Vegas<br />
Villopoto, e fanno dieci!<br />
Ryan VIllopoto chiude una stagione sensazionale con la decima<br />
v<strong>it</strong>toria davanti a Dungey e Millsaps. T<strong>it</strong>oli 250 a Hahn e Roczen,<br />
che conquista il primo t<strong>it</strong>olo iridato SX per <strong>KTM</strong><br />
R<br />
yan Villopoto chiude alla grande la<br />
stagione vincendo la sua decima<br />
gara di quest’anno a Las Vegas.<br />
L’Holeshot di Jake Weimer non è<br />
bastato a frenare il neocampione, che ha preso<br />
la testa del gruppo alla fine del primo giro e non<br />
l’ha più lasciata fino al traguardo. Ryan Dungey<br />
ha conquistato la seconda posizione al quinto<br />
giro nel disperato tentativo di scalzare Davi Millsaps<br />
dal posto d’onore in classifica generale,<br />
ma il rivale e la sua Suzuki si sono insediati comodamente<br />
in terza posizione garantendosi il<br />
margine necessario. “Un gran bel modo di chiudere<br />
la stagione” ha commentato Villopoto. “Abbiamo<br />
reag<strong>it</strong>o bene ad una partenza in sal<strong>it</strong>a ad<br />
inizio stagione, e abbiamo conquistato il t<strong>it</strong>olo.<br />
Non c’è modo migliore di chiudere una stagione”<br />
250 Eastern<br />
L’holeshot è stato appannaggio di Gavin Fa<strong>it</strong>h<br />
davanti a Hahn. Dopo il primo giro, Bowers è<br />
passato secondo per poi prendere il comando<br />
al secondo passaggio. Hahn si è assicurato il secondo<br />
posto al quinto giro prima di dover cedere<br />
il passo a Marvin Musquin, impegnato in una disperata<br />
rimonta che avrebbe potuto fruttargli il<br />
t<strong>it</strong>olo. Purtroppo l’attacco a Bowers non ha avuto<br />
successo, e il francese - che paga carissima la<br />
débacle della gara precedente - ha dovuto cedere<br />
la corona a Hahn.<br />
250 Western<br />
E’ stato Zach Osborne ad aggiudicarsi l’Holeshot,<br />
con Sipes e Davalos attaccati in scia.<br />
Quest’ultimo ha conquistato la guida del gruppo<br />
rapidamente, ma Tomac, impegnato in una micidiale<br />
rimonta, ha macinato gli avversari fino a<br />
prendere la testa della gara all’undicesimo giro.<br />
Con una prestazione molto simile Roczen, rivale<br />
di Tomac per il t<strong>it</strong>olo, ha conquistato la seconda<br />
posizione con un sorpasso su Davalos al penultimo<br />
giro regalando a <strong>KTM</strong> il primo t<strong>it</strong>olo nel Supercross<br />
250SX.<br />
East/West Shootout<br />
Il neocampione Roczen si è aggiudicato l’holeshot<br />
segu<strong>it</strong>o da Musquin, che lo ha infilato alla<br />
fine del primo giro. I due si sono esib<strong>it</strong>i in un gran<br />
bel duello, vinto poi da Roczen che si è involato a<br />
conquistare il primo Shootout della sua carriera.<br />
Kyle Cunningham ha poi recuperato, passando<br />
Musquin e conquistando il miglior piazzamento<br />
della sua carriera. Guarda tutte le classifiche<br />
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Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003<br />
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