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Numero 85<br />
27 Novembre 2012<br />
105 Pagine<br />
All’Interno<br />
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Special<br />
Bylot Six Days 175,<br />
nostalgia tassellata<br />
Periodico elettronico di informazione motociclistica<br />
PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
Gobmeier nuovo<br />
Direttore Generale<br />
Ducati Corse.<br />
Preziosi all’R&D<br />
Dakar<br />
Franco Picco: “Parto<br />
per la Dakar n. 20”<br />
Botturi e Husqvarna<br />
insieme alla Dakar<br />
27 Novembre<br />
2012<br />
| prova cruiser |<br />
<strong>Moto</strong> Guzzi<br />
California<br />
1400 Touring<br />
da Pag. 2 a Pag. 19<br />
NEWS: Da Bosch il controllo di stabil<strong>it</strong>à per le moto | ABS ed Euro 4 obbligatori in Europa dal 2016<br />
Massimo Clarke: sospensioni, quarta parte | SPORT: Juha Salminen il Valentino Rossi dell’Enduro Mondiale<br />
Anno<br />
02<br />
Numero<br />
85
MoTo GuZZi CAlIFORNIA 1400 TOURING prEGi Stile e carattere motore DiFETTi Cambio perfettibile in scalata<br />
<strong>Moto</strong> Guzzi California<br />
1400 Touring<br />
Colpo grosso di <strong>Moto</strong> Guzzi, che finalmente ci ha<br />
fatto provare la mirabile reinterpretazione di<br />
un’icona del motociclismo, che nel frattempo si<br />
pavoneggiava anche all’Eicma milanese. La nuova<br />
California Touring è già in vend<strong>it</strong>a, e costa<br />
19.300 euro, tutto compreso<br />
di Maurizio Tanca<br />
prova CruisEr<br />
prEZZo 19.300€<br />
2 3
M oto<br />
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Guzzi California<br />
Touring 1400<br />
Finalmente è arrivata, l’agognata<br />
California 1400, che all’Eicma milanese appena<br />
conclusosi campeggiava da vera regina allo<br />
stand <strong>Moto</strong> Guzzi, naturalmente affollatissimo<br />
per l’occasione. C’erano tutte e due le versioni:<br />
la bellissima Custom, che arriverà tra febbraio<br />
e marzo 2013 (prezzo 17.300 euro), e l’opulenta<br />
Touring (a 19.300 euro), che abbiamo appena<br />
provato in Costa Azzurra, con partenza da<br />
Cannes. Per il nostro test era disponibile solo la<br />
Ambassador, nera con filetti bianchi, mentre il<br />
vernissage milanese mostrava anche la candida<br />
Eldorado: due nomi, come molti sapranno, che<br />
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appartengono ad altrettante versioni degli anni<br />
settanta. Una svolta epocale, l’imponente California<br />
1400, rispetto alla quale l’illustre progen<strong>it</strong>rice,<br />
sulla breccia da una quarantina di annetti,<br />
fa perfino tenerezza, per motivi dimensionali, intendo.<br />
Roberto Colaninno, gran capo dell’impero<br />
Piaggio, ha ragione ad essere fiero della nuova<br />
arrivata, sulla quale è stato invest<strong>it</strong>o parecchio, e<br />
la cui gestazione è durata quattro anni: il risultato<br />
finale, infatti, è davvero notevole. Hanno fatto<br />
davvero un gran lavoro i progettisti, che hanno<br />
realizzato una moto completamente nuova e fine<br />
a sè stessa, non allest<strong>it</strong>a su una base già esistente,<br />
come la vecchia evoluzione. Una nuova “piattaforma”,<br />
utilizzata per ora per due modelli, poi<br />
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Anno<br />
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si vedrà. Anche se qualche piccolo particolare<br />
della nuova arrivata – parere personale – non mi<br />
esalta. Come i fondelli dei silenziatori, per esempio,<br />
che sembrano incompleti, un po’ come un<br />
portalampade senza lampadina. Un po’ banale<br />
anche l’aspetto del tappo del serbatoio, che preferirei<br />
fosse incernierato, quindi più pratico. Ma<br />
anche la stessa stampella laterale ha un aspetto<br />
un po’ dimesso, per una moto di questa caratura.<br />
Ma si tratta di piccole cose, non certo di pecche<br />
irrimediabili.<br />
Bicilindrico da record<br />
Con i suoi 1.380 cc, la California è la bicilindrica<br />
<strong>it</strong>aliana di maggior cilindrata; potenza e coppia<br />
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si attestano su valori notevoli per il segmento<br />
con 96cv a 6.500 giri ma soprattutto 120Nm a<br />
soli 2.500. Il muscoloso V-twin in alluminio, curatissimo<br />
anche nell’estatica, è alimentato da<br />
un singolo corpo farfallato da 52mm e gest<strong>it</strong>o in<br />
ogni aspetto – prima assoluta su un Custom – da<br />
un sistema elettronico con acceleratore ride-bywire<br />
a tre mappature (Turismo, Veloce, Pioggia)<br />
che regola di conseguenza erogazione del propulsore<br />
e freno motore. Ad aumentare ulteriormente<br />
la raffinatezza del motore arriva il controllo<br />
di trazione MGCT impostabile su tre livelli. la<br />
testata ora osp<strong>it</strong>a una distribuzione monoalbero<br />
a quattro valvole per cilindro, doppia accensione<br />
e due sonde lambda. Altre ottimizzazioni<br />
(radiatore olio maggiorato con elettroventola<br />
termostatizzata, nuova cassa filtro, nuova alettatura<br />
di maggiori dimensioni sui cilindri) fanno<br />
si che i consumi scendano del 15/20% rispetto<br />
al “Quattrovalvole” in versione 1200. la trasmissione<br />
conta su una frizione monodisco a secco<br />
ed un cambio a sei rapporti; la finale, ovviamente<br />
a cardano, è stata completamente riprogettata.<br />
la linea sembra riassumere in un solo modello il<br />
meglio di quanto espresso dalle precedenti generazioni:<br />
si possono riconoscere diversi dettagli<br />
(specie nella vista laterale) della T3, nonché<br />
proporzioni generali – con grande contributo del<br />
serbatoio da 21 l<strong>it</strong>ri – che ricordano molto le V7<br />
e V850. Bassa e lunga (l’interasse passa da 1580<br />
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a 1685mm), la California 1400 rispolvera i cerchi<br />
in lega leggera già prerogativa del modello T4,<br />
su cui campeggiano orgogliosi i due pneumatici<br />
oversize (130/70-18 e 200/60-16 rispettivamente<br />
all’anteriore e al posteriore). Molto curati<br />
i gruppi ottici. Al retrotreno troviamo un’un<strong>it</strong>à a<br />
lED che integra gli indicatori di direzione, mentre<br />
all’avantreno troneggia un proiettore a superficie<br />
complessa con faro polielissoidale dotato<br />
d’illuminazione diurna con led DRl, altra prima<br />
mondiale per un mezzo del segmento cruiser/<br />
custom. Il raffinatissimo cruscotto è racchiuso<br />
in un singolo strumento circolare di ampio diametro<br />
con contagiri analogico sul bordo esterno<br />
e display multifunzione al centro. Tutti nuovi
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anche i comandi a manubrio che integrano – per<br />
la prima volta su una <strong>Moto</strong> Guzzi – il comando<br />
del cruise control.<br />
<strong>Moto</strong>re elastico<br />
Fu Giuseppe Guzzi ad inventare il “Telaio Elastico”<br />
a fine anni 20; la California di oggi propone<br />
invece il concetto di “<strong>Moto</strong>re Elastico” per identificarne<br />
il fissaggio al telaio tram<strong>it</strong>e un complesso<br />
sistema di supporti elasto-cinematici composti<br />
da una biella frontale, due biellette laterali e una<br />
serie di tamponi di gomma che lasciano oscillare<br />
il motore filtrando tutte le vibrazioni. Il che<br />
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consente di avere un telaio molto rigido, con cannotto<br />
di sterzo e forcellone sovradimensionati (la<br />
forcella con steli da 46mm contribuisce…), particolarmente<br />
adatto alla guida dinamica. Il doppia<br />
culla chiusa vanta misure caratteristiche tipicamente<br />
custom: già c<strong>it</strong>ato l’interasse monstre da<br />
1685mm, vale la pena di segnalare un cannotto<br />
aperto di 32° con un’avancorsa da 155mm. la<br />
seduta è bassa 740mm per garantire manovrabil<strong>it</strong>à<br />
e maneggevolezza. Niente compromessi<br />
nell’impianto frenante, affidato a Brembo: il doppio<br />
disco flottante da 320mm all’avantreno è lavorato<br />
da pinze radiali. Al retrotreno si trova un<br />
disco da 282mm. Naturalmente presente l’ABS,<br />
incredibilmente assente la frenata integrale, una<br />
prerogativa delle <strong>Moto</strong> Guzzi che per prime l’adottarono<br />
a metà degli anni Settanta.<br />
Touring o Custom<br />
Come anticipato, la California 1400 viene proposta<br />
in due versioni. la Touring è ovviamente<br />
dedicata ai turisti: parabrezza “Patrol”, fari supplementari,<br />
valige laterali (35 l<strong>it</strong>ri), protezioni<br />
motore e valige, antifurto. le grafiche disponibili<br />
sono Eldorado (bianca con filetti ornamentali<br />
scuri sul serbatoio), ispirata alle versioni della<br />
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polizia USA, oppure la più classica nera con filetti<br />
bianchi. la Custom è invece più fedele al minimalismo<br />
cruiser: sella biposto con stampa a caldo<br />
dell’aquila Guzzi, manubrio Drag Bar, ammortizzatori<br />
posteriori con serbatoietti piggy-back,<br />
livrea cupa con profusione di grigio mercurio e<br />
nero basalto. Sconfinato, ovviamente, il catalogo<br />
accessori, ricco di selle, manubri, valigeria, ma<br />
anche parti “performance” quali scarichi allegger<strong>it</strong>i<br />
e, ovviamente, l’abbigliamento dedicato.<br />
su strada<br />
Prima di partire per un bel giretto di oltre 200
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“La moto è una cru<br />
iser<br />
di quelle “toniche”,<br />
nel senso che col pieno<br />
di benzina dovremmo<br />
sfiorare i tre quintali<br />
e mezzo. Ma anche di<br />
quelle col baricentro<br />
molto basso e con una<br />
guidabil<strong>it</strong>à che molti<br />
non si<br />
aspetterebbero mai<br />
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chilometri, nell’entroterra di Cannes con rientro<br />
lungo la bella strada dell’Esterel, prendiamo confidenza<br />
con i comandi di bordo. Facile. Il grosso<br />
strumento circolare piazzato al centro del<br />
manubrio ha cifre molto ben leggibili, sia che si<br />
tratti del contagiri analogico perimetrale, che del<br />
chiaro ed ordinato display lcd, anch’esso circolare,<br />
interno ad esso. Dal blocchetto sinistro sul<br />
manubrio, tram<strong>it</strong>e il deviatore già presente su<br />
molti modelli del gruppo Piaggio, si selezionano<br />
le varie voci del menu a disposizione, compresi<br />
i tre livelli di intervento del controllo di trazione.<br />
Utilizzando il pulsante di avviamento mentre si<br />
guida, invece, a gas chiuso si seleziona la mappatura<br />
di erogazione del motore tra le tre disponibili<br />
(Pioggia, Turismo, Veloce). le manopole<br />
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termiche, nel caso, si attivano con l’indice sinistro<br />
premendo un pulsante sottostante quello<br />
del lampeggio; con l’indice destro, invece, si aziona<br />
un devioluci che comanda i faretti supplementari.<br />
Ma scendiamo in sella alla nostra affascinante<br />
California Touring, dove si poggiano le terga a<br />
soli 74 centimetri da terra, su un’imbott<strong>it</strong>ura non<br />
cedevolissima, ma certamente non scomoda. la<br />
postura è da cruiser “customeggiante”, quindi<br />
manubrio ampio, braccia rilassate – ma il manubrio<br />
è comunque regolabile a volontà - piedi non<br />
smodatamente avanzati e ginocchia poggiate sui<br />
condotti di aspirazione, senza andare ad urtare<br />
(perlomeno per quanto mi riguarda, ma non ho<br />
sent<strong>it</strong>o commenti contrari) i poderosi cilindroni<br />
magistralmente incastonati nel serbatoio.
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Si siede comodi, insomma, nessuna costrizione,<br />
comandi a mano e a pedale molto più comodi da<br />
usare, rispetto alla vecchia California. E chi non<br />
si r<strong>it</strong>rova con il pedale del cambio a bilanciere -<br />
comunque molto utile per non rovinare la scarpa<br />
– potrà comunque smontarne la leva posteriore.<br />
Peccato che il bordo superiore del parabrezza,<br />
nel mio caso (altezza 1,76), sia giusto appena<br />
sotto il livello dello sguardo: in questo caso, o<br />
si riesce a guidare sempre perfettamente eretti,<br />
oppure ci si trovo presto a sedere un po’ ingobb<strong>it</strong>i,<br />
guardando attraverso il plexiglass. In<br />
defin<strong>it</strong>iva, avrei pagato per un parabrezza più<br />
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basso di almeno 5 centimetri. Molto comode le<br />
moto valigie con apertura superiore, avv<strong>it</strong>ate al<br />
telaio e protette da un elegante paracolpi cromato.<br />
la frizione è accettabilmente morbida,<br />
ed è dolce e molto precisa nel suo lavoro. l’acceleratore<br />
elettronico, naturalmente, è un burro.<br />
Ma quel che più colpirà non solo i Guzzisti doc,<br />
ma anche chi su una Guzzi non sia mai sal<strong>it</strong>o in<br />
sella, è la pressoché assoluta mancanza di vibrazioni.<br />
Al minimo rimane ovviamente la classica<br />
oscillazione al manubrio trasmessa dall’albero<br />
motore long<strong>it</strong>udinale, ma non appena si ruota la<br />
manopola, puff!, vibrazioni azzerate, mentre la<br />
famosa – per alcuni famigerata – coppia di rovesciamento<br />
naturalmente è sempre li, a ricordarci<br />
che li sotto pulsa un grosso V2 trasversale. Il più<br />
grosso mai montato su una <strong>Moto</strong> Guzzi di serie.<br />
Che la California 1400 sia nata bene ci si rende<br />
conto già dopo i primi metri percorsi. la moto è<br />
una cruiser di quelle “toniche”, nel senso che col<br />
pieno di benzina dovremmo sfiorare i tre quintali<br />
e mezzo. Ma anche di quelle col baricentro<br />
molto basso e con una guidabil<strong>it</strong>à che molti non<br />
si aspetterebbero mai. Frizione dolce, dicevo, e<br />
cambio marcia morbidissimo quanto silenzioso,<br />
tanto da non avvertirlo nemmeno, ad eccezione<br />
della prima, quasi sempre rumorosetta: questo
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grazie all’accurata calibrazione della sinergia<br />
tra gas elettronico e della farfalla dell’iniezione,<br />
che aiuta molto la cambiata, che avviene sfiorando<br />
il pedale. In scalata invece l’ingaggio tra<br />
gli ingranaggi del soffre del carico dovuto alla<br />
decelerazione, e l’inserimento dei rapporti può<br />
essere meno rapido e preciso, a seconda dei giri<br />
del motore, naturalmente. Usc<strong>it</strong>i dal traffico c<strong>it</strong>tadino<br />
di Cannes, dove peraltro ci siamo mossi<br />
con buona disinvoltura, inizia il divertimento. Il<br />
nuovo motore mostra da sub<strong>it</strong>o il suo gran carattere:<br />
è capace di viaggiare in sesta a 1.500<br />
giri, e riprendere senza fare tante storie. Ma la<br />
spinta ai bassi e ai medi è davvero forte, divertente,<br />
sia viaggiando in modal<strong>it</strong>à “Turismo” che<br />
“Veloce”: la differenza tra queste due è decisamente<br />
più sottile da percepire rispetto alla dolcissima<br />
modal<strong>it</strong>à “Pioggia”, con circa 73 cavalli a<br />
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
disposizione, e tanta dolcezza fina da 1.200 giri:<br />
un vero piacere, per andarsene tranquillamente a<br />
spasso. Non è prevista autostrada, durante il nostro<br />
test, ma è innegabile che questo motore sia<br />
nato bene, anche se al rumore di trascinamento<br />
della trasmissione primaria bisogna ab<strong>it</strong>uarsi un<br />
po’. Sulla l<strong>it</strong>oranea, verso St.Tropez, la Guzzona<br />
sfodera orgogliosamente le sue doti ciclistiche<br />
danzando tra le curve che è un piacere e senza<br />
doversi impegnare, e una volta preso un buon<br />
r<strong>it</strong>mo diventa fin troppo facile iniziare a vessare<br />
gli appos<strong>it</strong>i slider in plastica avv<strong>it</strong>ati sotto alle<br />
pedanone pieghevoli; insistendo nell’appoggio,<br />
tocca al tamponcino metallico supplementare<br />
farci capire di piantarla li e non andare oltre. la<br />
nuova California è lunga e “sostanziosa”, ma piacevolmente<br />
obbediente al suo pilota, che con un<br />
minimo di malizia saprà affrontare agevolmente<br />
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ZooM<br />
ZooM<br />
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1 Muscoloso V-twin in alluminio curatissimo anche<br />
nell’estatica.<br />
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2 Niente compromessi nell’impianto frenante, affidato a<br />
Brembo: il doppio disco flottante da 320mm all’avantreno<br />
è lavorato da pinze radiali.<br />
3 Il grosso strumento circolare piazzato al centro del<br />
manubrio ha cifre molto ben leggibili, sia che si tratti del<br />
contagiri analogico perimetrale, che del chiaro ed ordinato<br />
display lcd.<br />
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anche i tornanti stretti, così come le inversioni<br />
ad U in spazi tutto sommato accettabili. Molto<br />
rassicurante la solid<strong>it</strong>à della ciclistica: il nuovo<br />
telaio è robusto e ben calibrato, e infonde fiducia<br />
anche quando ci si lascia prendere un po’ la<br />
mano guidando una grossa Cruiser quasi come<br />
una più permissiva naked di media cilindrata.<br />
Niente da dire, in questo caso, sulle Dunlop D251<br />
in dotazione alla nostra cavalcatura. Altra bella<br />
sorpresa arriva dalle sospensioni, e in particolare<br />
dalla coppia di ammortizzatori posteriori Sachs,<br />
che lavorano a meraviglia digerendo mirabilmente<br />
avallamenti e sconnessioni dell’asfalto.<br />
Va ricordato che qui non abbiamo il cardano<br />
reattivo Ca.R.C. con sospensione progressiva,<br />
ma un’un<strong>it</strong>à tradizionale, scelta per mantenere<br />
quell’aspetto vintage tanto caro ai guzzisti, e<br />
abbinata appunto ai due ammortizzatori e ad un<br />
gommone posteriore da 16 pollici, che a sua volta<br />
aiuta nella fase ammortizzante. È chiaro che,<br />
viaggiando in coppia, gli ammortizzatori andranno<br />
regolati di conseguenza, e qui probabilmente<br />
si sentirà l’esigenza di una manopola esterna per<br />
regolarne il precarico, visto che si trovano dietro<br />
alle borse. Pos<strong>it</strong>ivo anche il giudizio sui freni, che<br />
consentono di decelerare molto soddisfacentemente<br />
senza doversi aggrappare a leva e pedale,<br />
e senza arrivare a stimolare precocemente l’ABS<br />
anteriore, mentre il posteriore, per forza di cose,<br />
si fa sempre sentire abbastanza presto. Tornati<br />
alla base verso sera, mancava solo la verifica del<br />
consumo medio: i tecnici di <strong>Moto</strong> Guzzi dichiarano<br />
consumi migliori rispetto alla concorrenza<br />
diretta (leggi Harley-Davidson), dichiarando una<br />
percorrenza media, nell’utilizzo comune, di circa<br />
15 km per l<strong>it</strong>ro. Il computer della moto da me<br />
utilizzata, al r<strong>it</strong>orno in albergo, segnava 7,3 l<strong>it</strong>ri<br />
per 100 km, equivalenti dunque a 13,7 km/l<strong>it</strong>ro.<br />
Insomma, potremmo tranquillamente affermare<br />
che è (ri)nata una stella. Quanti di voi, Guzzisti e<br />
non, ora correranno con la mente ai m<strong>it</strong>ici anni<br />
settanta, quelli dei Mamas&Papas e i Dik Dik?<br />
Si, proprio quelli di “California dreaming”, o “Sognando<br />
la California”.<br />
18 19<br />
SCHEDA TECNICA<br />
MOTO GUzzI California 1400 Touring € 19.300<br />
Tempi: 4<br />
Cilindri: 2<br />
Cilindrata: 1380 cc<br />
Disposizione cilindri: a V di 90°<br />
Raffreddamento: ad aria/olio<br />
Avviamento: E<br />
Potenza: 96 cv (71 kW) / 6500 giri<br />
Coppia: 12.3 kgm (120 Nm) / 2750 giri<br />
Marce: 6<br />
Freni: DD-D<br />
Misure freni: 320-282 mm<br />
Misure cerchi (ant./post.): 18’’ / 16’’<br />
Normativa antinquinamento: Euro 3<br />
Peso: 322 kg<br />
Lunghezza: 2445 mm<br />
Larghezza: 1030 mm<br />
Altezza: 740 mm<br />
Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 20.5 l<br />
Segmento: Turismo<br />
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<strong>Moto</strong> Guzzi California 1400<br />
intervista a Galluzzi e Albesiano<br />
Miguel Galluzzi e Romano Albesiano ci parlano della genesi<br />
dell’attesissima nuova Ammiraglia di <strong>Moto</strong> Guzzi, che<br />
sembra già riscuotere unanimi consensi in tutto il mondo,<br />
e che abbiamo recentemente provato in Francia<br />
M<br />
iguel Galluzzi<br />
Miguel Galluzzi, già<br />
responsabile del<br />
centro stile moto del Gruppo<br />
Piaggio, ora dirige l’Advanced<br />
Design Center del Gruppo Piaggio<br />
a Pasadena, in…California<br />
Le due California 1400, Touring<br />
e Custom, rappresentano<br />
meglio la tradizione o il futuro<br />
di <strong>Moto</strong> Guzzi?<br />
«la California 1400 è il punto<br />
di equilibrio fra tradizione<br />
e futuro. Il design doveva e<br />
voleva ricordare quello da sempre<br />
caratteristico di questo<br />
modello, con le forme sinuose<br />
del serbatoio, il manubrio ricurvo,<br />
il maniglione d’appiglio<br />
cromato per il passeggero della<br />
Touring e i parafanghi lunghi.<br />
Allo stesso tempo la nuova<br />
1400 doveva essere più moderna,<br />
confortevole, osp<strong>it</strong>ale, ricca<br />
e sontuosa della precedente.<br />
Così è nato uno stile che, credo<br />
in modo equilibrato, tende una<br />
mano da una parte alla tradizione,<br />
che non vogliamo dimenticare,<br />
e dall’altra allo spir<strong>it</strong>o innovativo<br />
ed evoluto che<br />
una <strong>Moto</strong> Guzzi attuale<br />
deve avere se vuole<br />
puntare al top. Il centro<br />
della moto è un richiamo<br />
forte alla tradizione:<br />
in esso confluiscono le<br />
linee del serbatoio e della<br />
sella, formando quella<br />
“croce” immaginaria<br />
tipica anche dei modelli<br />
precedenti. Non manca<br />
d’altra parte un certo<br />
stile innovativo regalato<br />
dal pneumatico posteriore<br />
largo e dall’esclusivo<br />
gruppo ottico anteriore.<br />
le caratteristiche<br />
dei proiettori sono infatti<br />
modernissime, e l’anteriore<br />
dispone di un’illuminazione<br />
“full lED”,<br />
come nelle moderne<br />
auto di alta e altissima<br />
gamma».<br />
Quale è stato l’obiettivo<br />
primario nel disegnare la<br />
California 1400?<br />
«Valorizzare le forme del suo<br />
motore: un motore unico al<br />
mondo mer<strong>it</strong>ava di essere lasciato<br />
il più possibile in vista.<br />
Il nostro inconfondibile V2 è<br />
diventato un vero aspetto di<br />
design, proprio grazie alle sue<br />
forme ined<strong>it</strong>e che ne rappresentano<br />
bene il carattere e<br />
la forza che esso è capace di<br />
esprimere. Ed ecco spiegata la<br />
scelta di r<strong>it</strong>agliare i fianchetti<br />
del serbatoio, che così non vanno<br />
a coprire le teste. la vista più<br />
bella è da dietro: si vedono i due<br />
Un motore<br />
unico al mondo<br />
mer<strong>it</strong>ava di<br />
essere lasciato<br />
il più possibile<br />
in vista<br />
27 Novembre<br />
2012<br />
»»<br />
Anno<br />
02<br />
»<br />
Numero<br />
85<br />
» <strong>Prove</strong> News<br />
cilindri che emergono, anzi che<br />
esplodono fuori dal serbatoio.<br />
Una chiara rappresentazione<br />
del carattere di questa moto,<br />
una cruiser modernissima,<br />
splendida da guidare a bassa<br />
veloc<strong>it</strong>à, ma sempre pronta<br />
anche alla guida disinvolta, e<br />
quindi al divertimento».<br />
Cosa la distingue dalla<br />
concorrenza?<br />
«Innanz<strong>it</strong>utto il marchio<br />
sul serbatoio: è<br />
una <strong>Moto</strong> Guzzi al cento<br />
per cento, tutta costru<strong>it</strong>a<br />
a mano nello stabilimento<br />
di Mandello del<br />
lario. Dinamicamente<br />
si distingue per le sue<br />
doti di maneggevolezza<br />
e di appagamento nella<br />
guida, uniche nel suo<br />
genere. A livello di design<br />
spicca per la possenza<br />
del motore che<br />
straripa dal serbatoio,<br />
per la raffinatezza dei<br />
dettagli, per lo stile di<br />
alcune soluzioni come<br />
i gruppi ottici e la strumentazione<br />
stessa.<br />
la California 1400 è<br />
una delle poche moto<br />
che riescono a trasmettere<br />
l’impressione di una<br />
qual<strong>it</strong>à costruttiva e una cura<br />
del particolare davvero eccezionali».<br />
Qual è l’aspetto che una <strong>Moto</strong><br />
Guzzi avrà sempre?<br />
«la personal<strong>it</strong>à, lo stile e il carattere<br />
delle moto Made in Italy.<br />
21
la nuova California 1400 è l’unica<br />
custom che si guida come<br />
una moto normale, con elevata<br />
possibil<strong>it</strong>à di divertimento in<br />
curva pur godendo di comfort e<br />
protezione dall’aria ai massimi<br />
livelli. È un esempio di ottimo<br />
connubio tra design e funzional<strong>it</strong>à».<br />
romano albesiano<br />
Romano Albesiano è responsabile<br />
del Centro Tecnico <strong>Moto</strong><br />
del Gruppo Piaggio<br />
ricreare un m<strong>it</strong>o è sempre<br />
un lavoro difficilissimo. Quali<br />
sono le principali caratteristiche<br />
del progetto California<br />
1400?<br />
«Storicamente la California è<br />
sempre stato un modello apprezzato<br />
per il comfort abbinato<br />
ad una guidabil<strong>it</strong>à eccellente.<br />
l’ottimo connubio tra guidabil<strong>it</strong>à<br />
e comfort ne ha decretato il<br />
successo fin dalla prima versione<br />
degli anni ‘70. Abbiamo ricevuto<br />
questa importante ered<strong>it</strong>à,<br />
trasmettendo lo spir<strong>it</strong>o unico<br />
22<br />
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del modello California sulla<br />
nuova, naturalmente in chiave<br />
moderna, visto che la 1400<br />
tecnicamente non ha nulla in<br />
comune con le precedenti. Abbiamo<br />
sfruttato le esperienze<br />
acquis<strong>it</strong>e e le capac<strong>it</strong>à tecnologiche<br />
dei marchi del Gruppo<br />
Piaggio per realizzare una<br />
moto completamente nuova,<br />
raffinata, tecnologica, al top per<br />
piacere di guida e per comfort.<br />
È la California del nuovo millennio,<br />
una maxi-cruiser all’<strong>it</strong>aliana,<br />
moderna e divertente, una<br />
moto che obiettivamente si<br />
pone sub<strong>it</strong>o come riferimento<br />
nella sua categoria».<br />
È la <strong>Moto</strong> Guzzi più tecnologica<br />
mai costru<strong>it</strong>a?<br />
«Sicuramente sì, ma non solo:<br />
è una delle motociclette più<br />
tecnologiche mai realizzate in<br />
assoluto. la tecnologia applicata<br />
su California 1400 però<br />
non è fine a se stessa, ma ha<br />
una funzione ben precisa: aumentare<br />
il piacere di guida, la<br />
sicurezza e il comfort. Per la<br />
prima volta su una Guzzi compare<br />
l’acceleratore elettronico<br />
Ride by Wire, tecnologia che<br />
esordì sulle moto di produzione<br />
di Aprilia più di cinque anni fa e<br />
che, proprio grazie allo scambio<br />
di competenze tra i marchi<br />
del Gruppo Piaggio, è arrivata<br />
anche a <strong>Moto</strong> Guzzi, nel pieno<br />
della sua matur<strong>it</strong>à, della sua<br />
affidabil<strong>it</strong>à. Il RbW è fondamentale<br />
per gestire e sfruttare al<br />
meglio i motori moderni. Dunque<br />
anche sulla California 1400<br />
arrivano le diverse mappature<br />
del motore, in grado di assecondare<br />
al meglio il pilota nel<br />
turismo, così come nella guida<br />
più brillante e nelle s<strong>it</strong>uazioni<br />
di asfalto scivoloso. Di serie ci<br />
sono anche un evoluto ABS a<br />
due canali, il traction control<br />
prestazionale, settabile su tre<br />
livelli, e debutta il cruise control:<br />
la nostra è l’unica cruiser<br />
al mondo a prevedere tutte<br />
queste tecnologie. Che però<br />
non si fermano ai soli sistemi di<br />
controllo: l’intera moto è figlia<br />
di un progetto assolutamente<br />
moderno, ed anche in questo<br />
caso il know-how trasmesso<br />
dal Reparto R&D moto del<br />
Gruppo ha contribu<strong>it</strong>o a creare<br />
una mezzo funzionale e affidabile.<br />
Tra gli aspetti tecnologici<br />
aggiungo anche i gravosi cicli<br />
di prove al banco di motore e<br />
ciclistica, e le centinaia di migliaia<br />
di chilometri percorsi su<br />
strada e in pista, alla ricerca del<br />
perfetto connubio tra guidabil<strong>it</strong>à,<br />
comfort ed affidabil<strong>it</strong>à».<br />
oltre alla tecnologia, che cosa<br />
la distingue dalla concorrenza?<br />
«l’assoluto piacere di guida.<br />
Nessuna cruiser del segmento<br />
è così divertente da condurre<br />
anche in curva. Per la prima<br />
volta chi ama questa tipologia<br />
di moto non deve più rinunciare<br />
al divertimento su qualsiasi<br />
tipo di percorso, e neppure ad<br />
una buona maneggevolezza. In<br />
una moto, la guidabil<strong>it</strong>à dipende<br />
da molti fattori, che vanno<br />
tutti calcolati e inser<strong>it</strong>i nel progetto<br />
iniziale. Quote del telaio,<br />
distribuzione dei pesi, taratura<br />
delle sospensioni e molto altro:<br />
tutto questo logicamente ha<br />
influenze nella guida. Un altro<br />
aspetto unico è la completezza.<br />
la California 1400 Touring<br />
ha un allestimento di serie molto<br />
ricco: non manca veramente<br />
nulla, anche se il catalogo degli<br />
accessori dedicati – come è<br />
giusto per questo tipo di moto<br />
e di cliente – è molto vasto, e<br />
consente una personalizzazione<br />
unica della propria California».<br />
Come vengono contenute<br />
le vibrazioni di un motore di<br />
questa cilindrata?<br />
«Utilizzando un tipo di fissaggio<br />
elastico del motore al telaio<br />
esclusivo e brevettato da<br />
27 Novembre<br />
2012<br />
»»<br />
Anno<br />
02<br />
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Numero<br />
85<br />
» <strong>Prove</strong> News<br />
<strong>Moto</strong> Guzzi. Il motore a V di<br />
90° è infatti caratterizzato da<br />
vibrazioni di primo e secondo<br />
ordine, che portano il motore<br />
ad oscillare e ruotare contemporaneamente.<br />
Per questo è<br />
stato studiato un sistema elastocinematico,<br />
calcolato attraverso<br />
sistemi di simulazione<br />
modale, composto da tre bielle<br />
e due silentbloc, che consentono<br />
di annullare il trasferimento<br />
delle vibrazioni fastidiose per<br />
il comfort, senza impatti negativi<br />
sulla dinamica di guida.<br />
Non è stato banale studiarlo<br />
e metterlo a punto, basti pensare<br />
alle possibili implicazioni<br />
che le oscillazioni di un motore<br />
23
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Il motore è completamente nuovo, ed ha<br />
richiesto uno sviluppo di più di tre anni<br />
possono provocare all’interno<br />
di un telaio: tra queste il fatto<br />
che il motore non contribuisce<br />
più, come nelle recenti <strong>Moto</strong><br />
Guzzi, alla rigidezza del telaio<br />
stesso (ovvero non funge da<br />
elemento stressato, ndr). Per<br />
sopperire a questo importante<br />
contributo è stato necessario<br />
chiudere il telaio con una doppia<br />
culla, e irrigidire opportunamente<br />
la struttura impiegando<br />
geometrie e materiali calcolati<br />
con sistemi FEM (Fin<strong>it</strong>e Elemente<br />
Method, ndr). Anche se<br />
il principio è il medesimo, il sistema<br />
che abbiamo realizzato<br />
è diverso da quello proposto<br />
dalla concorrenza. È la prima<br />
volta che un sistema del genere<br />
viene utilizzato su una <strong>Moto</strong><br />
Guzzi. E ha sub<strong>it</strong>o funzionato<br />
molto bene».<br />
Qual è l’aspetto che più la<br />
soddisfa, di questa <strong>Moto</strong> Guzzi?<br />
«la sensazione di qual<strong>it</strong>à<br />
elevata che si ha fin dal primo<br />
contatto, di raffinatezza<br />
costruttiva, di pregio dei singoli<br />
componenti. I materiali, gli accoppiamenti,<br />
le tecnologie impiegate<br />
non lasciano dubbi sul<br />
fatto che ci troviamo di fronte<br />
ad un oggetto testimone di eccellenza.<br />
E le sensazioni che si<br />
ricevono, prima accendendo<br />
il motore, e poi cominciando a<br />
guidare la moto e godere delle<br />
emozioni che sa trasmettere,<br />
riescono a coinvolgere ancor di<br />
più il pilota di questa California:<br />
una moto che soddisfa straordinariamente<br />
la cura costruttiva<br />
che tutti gli amanti di <strong>Moto</strong><br />
Guzzi nel mondo si aspettano<br />
da Mandello».<br />
pneumatico da 200, interasse<br />
di 1.685 mm, motore da<br />
1400 cc, forcella con steli da<br />
46 mm, peso di oltre 300 kg.<br />
su questa <strong>Moto</strong> Guzzi regna<br />
l’oversize…<br />
«È la nostra interpretazione<br />
della cruiser moderna: sontuosa,<br />
ricca, esclusiva, ricercata,<br />
ma anche comoda nelle lunghe<br />
trasferte e divertente in curva.<br />
In realtà però è meno pesante<br />
delle maxi cruiser concorrenti,<br />
più facile da gestire anche da<br />
fermo, più appagante su strada.<br />
Insomma, è la cruiser di<br />
<strong>Moto</strong> Guzzi».<br />
se la “vera” California della<br />
tradizione <strong>Moto</strong> Guzzi è la<br />
1400 Touring, la Custom cosa<br />
rappresenta?<br />
«la Custom è l’interpretazione<br />
più sportiva, aggressiva, muscolare<br />
della California. È nata<br />
quasi spontaneamente: dato<br />
che la base tecnica permetteva<br />
un divertimento così elevato,<br />
abbiamo pensato di farne una<br />
versione più leggera e sportiva.<br />
Ne è scatur<strong>it</strong>a una bellissima<br />
muscle bike, per un pilota giovane,<br />
che la usa soprattutto da<br />
solo. Ed è solamente una delle<br />
possibili interpretazioni di questo<br />
modello».<br />
una cilindrata da record, trattandosi<br />
di un v-Twin trasversale.<br />
Cosa c’è di nuovo in questa<br />
un<strong>it</strong>à da 1.380 cc?<br />
«Il motore è completamente<br />
nuovo, ed ha richiesto uno sviluppo<br />
di più di tre anni per la<br />
definizione prima della cilindrata<br />
ideale, e poi per lo sviluppo e<br />
per la delibera affidabilistica. È<br />
il motore più grosso mai realizzato<br />
da <strong>Moto</strong> Guzzi, e impiega<br />
lo stato dell’arte della gestione<br />
elettronica, frutto di tutte delle<br />
esperienze che il Gruppo Piaggio<br />
può vantare».<br />
Quali sono le sue caratteristiche<br />
salienti?<br />
«Il motore, per <strong>Moto</strong> Guzzi, è il<br />
cuore di tutta la moto. È quindi<br />
protagonista in primis del<br />
design, incastonandosi nelle<br />
linee del serbatoio. Entrando<br />
nel dettaglio tecnico, abbiamo<br />
poderosi pistoni da 104 mm,<br />
doppia accensione, distribuzione<br />
a quattro valvole per cilindro<br />
con punterie a rullini, raffreddamento<br />
misto aria/olio, e,<br />
nov<strong>it</strong>à per i motori <strong>Moto</strong> Guzzi,<br />
alimentazione ad iniezione con<br />
monocorpo farfallato (da 52<br />
mm) e full Ride by Wire».<br />
Quali sono gli obiettivi che vi<br />
eravate posti?<br />
« Assolutamente la coppia<br />
abbondante fin dai regimi più<br />
bassi, una risposta del gas<br />
pronta ma dolce e un allungo<br />
poderoso: in sostanza, puro<br />
piacere di guida. Oltre ovviamente<br />
a qual<strong>it</strong>à e affidabil<strong>it</strong>à<br />
eccellenti. In termini numerici,<br />
gli obiettivi erano di avere una<br />
coppia massima maggiore di<br />
12 kgm a meno di 3000 giri,<br />
e contemporaneamente una<br />
potenza massima prossima ai<br />
100 cavalli. Entrambi sono stati<br />
ampiamente raggiunti».<br />
Dopo quello della “piccola”<br />
v7, questo 1400 è il primo di<br />
una nuova serie: cosa c’è nel<br />
futuro di <strong>Moto</strong> Guzzi?<br />
«Anche se nella sua storia <strong>Moto</strong><br />
Guzzi ha sviluppato quasi tutte<br />
le configurazioni di motore esistenti,<br />
e basta vis<strong>it</strong>are il Museo<br />
di Mandello del lario per rendersene<br />
conto, il presente e<br />
l’immediato futuro sono legati<br />
imprescindibilmente al V di<br />
90°, che diventa protagonista<br />
del design, del sound, e delle<br />
caratteristiche di guida uniche<br />
delle migliori <strong>Moto</strong> Guzzi. lo<br />
sviluppo di questo ed altri motori<br />
a V di 90° continua, introducendo<br />
le migliori tecnologie<br />
a disposizione, con l’obiettivo<br />
di incrementare sempre il piacere<br />
di guida».<br />
Come si combina l’esigenza<br />
di consumi ridotti con quella<br />
di avere tanta coppia e 96 cavalli?<br />
«Per avere tanta coppia e una<br />
risposta dell’acceleratore<br />
pronta fin dai regimi più bassi,<br />
è necessario avere un’elevata<br />
efficienza termo e fluidodinamica<br />
in tutti i punti di funzionamento,<br />
oltre che attr<strong>it</strong>i interni<br />
contenuti. Questo si traduce<br />
in consumi specifici estremamente<br />
ridotti. In particolare<br />
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2012<br />
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Anno<br />
02<br />
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Numero<br />
85<br />
» <strong>Prove</strong> News<br />
l’impiego di un corpo farfallato<br />
singolo, con lunghi condotti<br />
di aspirazione, insieme a una<br />
elettronica di gestione motore<br />
avanzata, garantiscono l’ottenimento<br />
di risultati eccellenti<br />
fin ai regimi più bassi, che sono<br />
quelli più usati su strada, senza<br />
compromettere le prestazioni<br />
a quelli più alti, e quindi la potenza<br />
massima».<br />
Quali difficoltà avete superato<br />
nella realizzazione del nuovo<br />
propulsore?<br />
«Una cilindrata così elevata è<br />
stata r<strong>it</strong>enuta necessaria per<br />
entrare a testa alta nel segmento<br />
delle grosse cruiser.<br />
la scelta dei 1400 cc e del rapporto<br />
corsa/alesaggio è stata<br />
ponderata per ottenere il miglior<br />
bilancio tra prestazioni ed<br />
efficienza. l’alesaggio defin<strong>it</strong>o<br />
di 104 mm ha richiesto l’introduzione<br />
della doppia accensione,<br />
che insieme alla gestione<br />
indipendente di iniezione attraverso<br />
la doppia sonda lambda,<br />
garantisce combustioni<br />
ottimali in tutte le condizioni<br />
di funzionamento. Inoltre la cilindrata<br />
un<strong>it</strong>aria elevata, insieme<br />
allo schema a V di 90° per<br />
noi imprescindibile, implica<br />
un livello di vibrazioni elevato,<br />
che ha spinto i progettisti a<br />
sviluppare il appunto gli ined<strong>it</strong>i<br />
supporti elastici, capaci di annullarne<br />
completamente il trasferimento<br />
al veicolo ed ai suoi<br />
occupanti».<br />
25
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L<br />
’attesa per la nuova <strong>Moto</strong> Guzzi California<br />
1400, dopo le prime foto apparse<br />
mesi fa alla convention dei concessionari<br />
a Miami - oppure “rubate”<br />
in giro per la strada, immortalando più o meno<br />
al volo un collaudatore di passaggio o la classica<br />
moto parcheggiata piuttosto che durante un<br />
rifornimento di carburante - ha indubbiamente<br />
generato parecchia curios<strong>it</strong>à verso l’erede di<br />
questo storico modello. Una California completamente<br />
rifatta e addir<strong>it</strong>tura col motore 1400<br />
– e oltretutto la <strong>Moto</strong> Guzzi più tecnologica mai<br />
costru<strong>it</strong>a - mer<strong>it</strong>a senz’altro fiumi di discussioni<br />
ancor prima di andare in pasto alle folle, come è<br />
accaduto allo scorso Eicma milanese. Dopo la<br />
nostra prima presa di contatto in Francia, poi,<br />
si è letto un po’ di tutto, sulla bella bestiona di<br />
Mandello, nei commenti dei nostri lettori, come<br />
sempre numerosissimi quando si parla del Marchio<br />
motociclistico <strong>it</strong>aliano più amato al mondo.<br />
Tralasciamo i numerosi appunti , e contrappunti,<br />
relativi al fatto che guidando una qualsiasi <strong>Moto</strong><br />
Guzzi ci si ustionino le ginocchia, o si arrivi addir<strong>it</strong>tura<br />
a bruciarsi i pantaloni sui cilindri. Devo<br />
dire che non mi era mai cap<strong>it</strong>ato di leggerne così<br />
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Botta e Risposta<br />
“<strong>Moto</strong> Guzzi California 1400<br />
bella e ammiratissima”<br />
di Maurizio Tanca | la nuova <strong>Moto</strong> Guzzi ha catalizzato<br />
l’attenzione degli appassionati, anche di quelli che guzzisti<br />
non sono mai stati. I commenti al nostro test e all’intervista ai<br />
progettisti sono dunque stati parecchi. A volte con qualche<br />
inesattezza<br />
tanti su questo argomento, che personalmente<br />
mi fa bonariamente sorridere. Piuttosto, in redazione<br />
abbiamo scelto un paio di commenti all’intervista<br />
di Miguel Galluzzi e Romano Albesiano,<br />
relativi alla genesi del nuovo motore Guzzi V2 - il<br />
più grosso mai costru<strong>it</strong>o in serie - e dell’intera<br />
moto.<br />
Commenti evidentemente generati, come spessissimo<br />
accade, da informazioni quantomeno<br />
“approssimative”.<br />
Eccoli:<br />
1) “Ok Ok, il risultato finale è una bella motorona,<br />
pesantuccia, ma... il motore è stato sviluppato<br />
da Millepercento, uno studio di design spostato<br />
in California per motivi... fiscali? Ma come, la vista<br />
del lago deprimeva i progettisti? Per favore<br />
non fate fare la fine di FIAT al m<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano delle<br />
2 ruote…”.<br />
2) “Il motore 1400 è stato pensato e prodotto<br />
prima dalla Millepercento di Varano, con la BB1<br />
(Big Bore 1), che è un Griso con 140 CV e coppia<br />
da paura. Ma soprattutto il singolo corpo farfallato<br />
l’ hanno introdotto prima in Millepercento che<br />
in Guzzi ...”.<br />
A questi aggiungiamo il seguente, che ci ha dato<br />
ulteriore stimolo a realizzare questo articolo:<br />
“ no, ma...scriviamone un altro di articolo sulla<br />
nuova <strong>Moto</strong> Guzzi California 1400cc che tra<br />
l’altro tutti si potrebbero permettere!” Dunque,<br />
innanz<strong>it</strong>utto prendiamo quel “Varano” come il<br />
classico errore dovuto a batt<strong>it</strong>ura veloce, tipico<br />
di chi commenta, precisando che la concessionaria<br />
Millepercento si trova a Verano Brianza.<br />
Comunque sia, il motore BB1 dei suoi bravissimi<br />
26 27<br />
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t<strong>it</strong>olari, Ghezzi e Perego – che probabilmente è il<br />
più potente V2 su base Guzzi che si conosca – ha<br />
in comune con il nuovo Guzzi solamente la cilindrata<br />
nominale e l’alimentazione tram<strong>it</strong>e un singolo<br />
corpo farfallato. la sua cubatura effettiva<br />
però è di 1.420 cc, grazie agli enormi pistoni da<br />
106,3 mm con corsa di 80: il nuovo motore della<br />
California, invece, monta pistoni da 104 mm con<br />
corsa di 81,2 mm… Inoltre le testate del BB1 sono<br />
a 2 valvole con distribuzione ad aste e bilancieri,
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anziché a 4 valvole con distribuzione monoalbero<br />
e doppia accensione; ed il raffreddamento è<br />
liquido, anziché che ad aria+olio. Detto ciò, ecco<br />
di segu<strong>it</strong>o la risposta di <strong>Moto</strong> Guzzi ai commenti<br />
di cui sopra. Risposta relativa anche all’accenno<br />
sul nuovo centro stile di Pasadena, inaugurato lo<br />
scorso marzo, quando la nuova California era già<br />
fatta e fin<strong>it</strong>a da un pezzo…<br />
La risposta di <strong>Moto</strong> Guzzi<br />
“<strong>Moto</strong> Guzzi California è costru<strong>it</strong>a in tutte le sue<br />
parti, motore incluso, a Mandello del lario. lo<br />
storico stabilimento dove le <strong>Moto</strong> Guzzi nascono<br />
dal 1921 è particolarmente “verticalizzato”<br />
rispetto ai normali asset industriali del Gruppo<br />
Piaggio. Non a caso, <strong>Moto</strong> Guzzi è l’unico stabilimento<br />
che costruisca nella propria sede anche<br />
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i motori; mentre come è noto tutti gli altri propulsori<br />
per motociclette e scooter del Gruppo, di<br />
qualsiasi brand, vengono assemblati nel grande<br />
Stabilimento <strong>Moto</strong>ri di Pontedera. Questa “anomalia”<br />
contribuisce a dare a ogni <strong>Moto</strong> Guzzi,<br />
dalla piccola V7 sino alla nuova California 1400,<br />
tutto il fascino di un prodotto orgogliosamente<br />
<strong>it</strong>aliano, interamente costru<strong>it</strong>o a mano in uno<br />
stabilimento-museo tra i più amati e vis<strong>it</strong>ati di<br />
tutto il mondo. Per quanto riguarda lo sviluppo,<br />
quello della nuova California 1400 nelle versioni<br />
Touring e Custom, è un progetto che, nell’arco<br />
di tre anni, ha coinvolto le migliori competenze<br />
di tutto il Gruppo Piaggio dal punto di vista dello<br />
stile, del motore, della ciclistica, dell’elettronica<br />
di bordo e della sicurezza. Cuore della progettazione<br />
della California 1400 è stata la sede di<br />
Noale, dove opera il Centro Tecnico <strong>Moto</strong> diretto<br />
da Romano Albesiano, con un team che ha già<br />
creato prodotti di qual<strong>it</strong>à e prestazioni assolute,<br />
compresa la stessa Aprilia RSV4 plurivinc<strong>it</strong>rice<br />
del mondiale SBK. Il Gruppo Piaggio, infatti,<br />
come noto ha concentrato a Noale - sede di un<br />
Reparto Corse che ha vinto 51 t<strong>it</strong>oli mondiali ed<br />
è il più vincente in assoluto tra i Costruttori europei<br />
in attiv<strong>it</strong>à nelle corse - tutta la progettazione<br />
delle moto per l’intero Gruppo. Mentre tutti gli<br />
scooter del Gruppo Piaggio nascono nel Centro<br />
Tecnico di Pontedera. Anche il motore è stato<br />
interamente progettato, partendo da un “foglio<br />
bianco”, dai tecnici del Gruppo Piaggio che operano<br />
a Noale per il marchio <strong>Moto</strong> Guzzi. Si tratta<br />
di un motore completamente nuovo, non solo<br />
per il fatto di essere un V-Twin da record. Questo<br />
straordinario propulsore ha richiesto uno<br />
sviluppo di oltre tre anni per la definizione prima<br />
della cilindrata ideale, e poi per lo sviluppo e per<br />
la delibera affidabilistica. È il motore di maggior<br />
cilindrata mai realizzato da <strong>Moto</strong> Guzzi, e anche<br />
il bicilindrico a V più grande d’Europa (oltre che<br />
essere l’unico V2 trasversale al mondo prodotto<br />
in serie) e impiega lo stato dell’arte della gestione<br />
elettronica, frutto di tutte delle esperienze che il<br />
Gruppo Piaggio può vantare. Dal punto di vista<br />
dello stile, infine, le California 1400 nascono,<br />
sempre a Noale, nel Centro Stile <strong>Moto</strong> che sino<br />
a tutto il 2011 è stato diretto da Miguel Galluzzi,<br />
che da metà 2012 è impegnato nell’avviamento<br />
dell’Advanced Design Center di Pasadena,<br />
in California. Oggi il responsabile dello Stile del<br />
Gruppo è Marco lambri. Per ovvie ragioni di tempistica<br />
del progetto, anche la definizione stilistica<br />
delle nuove California è quindi integralmente<br />
<strong>it</strong>aliana. l’Advanced Design Center californiano,<br />
peraltro, sarà una finestra sui cambiamenti che<br />
le formule della mobil<strong>it</strong>à urbana e metropol<strong>it</strong>ana<br />
svilupperanno nei prossimi anni. la struttura<br />
di Pasadena lavorerà non solo nell’amb<strong>it</strong>o delle<br />
tendenze stilistiche più all’avanguardia, ma collaborerà<br />
anche con le Univers<strong>it</strong>à e i centri di ricerca<br />
più avanzati a livello mondiale”.<br />
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L<br />
a z “piccola” pareggia i conti con la Yamaha<br />
Fz8 portando la cilindrata a 800:<br />
per la precisione, attraverso l’aumento<br />
dell’alesaggio da 68,4 a 71mm la zetina passa<br />
da 748 a 806cc, migliorando la coppia ai bassi<br />
e medi regimi e guadagnando qualche cavallo<br />
anche in alto.<br />
In attesa di leggere la prova completa che pubblicheremo<br />
nei prossimi giorni lasciamo la parola ai<br />
concessinari.<br />
Lasciamo la parola ai concessionari,<br />
ecco le domande che abbiamo posto<br />
loro:<br />
1. La Z750, considerando anche la r, resta una<br />
best seller di mercato: i clienti vi hanno chiesto<br />
maggiori prestazioni?<br />
2. Chi è il cliente tipo della Z? E’ già possessore<br />
di una Kawasaki o attira di più possessori di<br />
altri marchi?<br />
3. avete già ordini o comunque clienti interessati<br />
alla nuova 800?<br />
4. La cresc<strong>it</strong>a di cilindrata per la 800 avvicina<br />
la piccola Z alla 1000, non temete che le mangi<br />
quote di mercato?<br />
5. Quali sono i modelli Kawasaki recenti che<br />
hanno richiamato più appassionati in concessionario?<br />
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Kawasaki Z800<br />
La parola ai concessionari<br />
Stiamo provando la “piccola” z di casa Kawasaki. Prima di<br />
leggere la nostra prova completa che pubblicheremo nei<br />
prossimi giorni, ecco cosa si aspettano i concessionari,<br />
a loro la parola<br />
Cendi <strong>Moto</strong>r, Prato. Risponde Marco Cendi.<br />
1. No.<br />
2. Tante vend<strong>it</strong>e vengono fatte ai ragazzi giovani<br />
di non più di 30 anni.<br />
3. Sono interessati, ma per ora nessun contratto.<br />
4. Come prestazioni dovrebbe essere simile alla<br />
750, mentre la z1000 si distanzia e rimane per un<br />
altro pubblico.<br />
5. Anche quest’anno è stata la z750 e a seguire<br />
la z1000.<br />
linea moto, Frosinone. Risponde Fabio Archilletti<br />
1. No, il cliente è abbastanza soddisfatto, la z750<br />
come doti prestazionali primeggia nella sua classe.<br />
2. Diciamo che il cliente tipo è diversificato. la<br />
z750 ha attirato anche neof<strong>it</strong>i grazie all’appeal<br />
del prodotto. Questo però non è sempre un bene.<br />
Negli ultimi anni il mercato a causa della crisi si<br />
è ristretto e sono rimasti solo gli appassionati, i<br />
motociclisti con esperienza e quindi le vend<strong>it</strong>e di<br />
una “prima” moto come la z750 ne hanno risent<strong>it</strong>o.<br />
3. Ancora no.<br />
4. Probabilmente un effetto del genere lo avremo.<br />
5. la W800 ci ha dato un discreto riscontro,<br />
soprattutto con i motociclisti di rientro, poi la<br />
Versys 650 che essendo un modello trasversale<br />
è piaciuto a molti.<br />
Fridemoto, Trecate (Novara). Massimo Schiavo<br />
1. Prestazioni no, ma magari migliorie a livello di<br />
elettronica e sospensioni…<br />
2. la maggior parte di quelli che la scelgono hanno<br />
tra i 25 e i 35 anni, e spesso è la prima moto.<br />
Scelgono un marchio blasonato e vanno sul sicuro.<br />
3. Interessati sì, ordini no!<br />
4. No.<br />
5. Il Ninja.<br />
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Drag Center, Pradamano (Udine). Risponde Moreno<br />
Tantin<br />
1. No, diciamo che il modello nuovo affianca quello<br />
in essere perché le prestazioni sono già elevate.<br />
2. Sicuramente la nuova generazione dei motociclisti,<br />
molto attenti al design e alle tendenze.<br />
3. Sì, molto interesse, ma ancora nessun ordine.<br />
4. Sono due prodotti diversi con caratteristiche<br />
diverse, non c’è sovrapposizione. Anche l’utilizzatore<br />
finale è diverso: per la 1000 è decisamente<br />
più esperto.<br />
5. Sicuramente la serie Ninja e ovviamente la<br />
z750.
Bylot Six Days 175<br />
nostalgia<br />
tassellata<br />
di Maurizio Tanca | L’appassionato collega Enrico<br />
Farina ha realizzato, ed esposto all’Eicma, questa<br />
bella special ispirata alle m<strong>it</strong>iche moto da regolar<strong>it</strong>à<br />
di quarant’anni fa. verrà costru<strong>it</strong>a su ordinazione<br />
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D<br />
al “Breve dizionario del dialetto monzese<br />
e brianzolo” (autore Felice Camescasca,<br />
V<strong>it</strong>tone Ed<strong>it</strong>ore), i meno ferrati<br />
sui dialetti lombardi potranno eventualmente<br />
apprendere che il vocabolo “bilòtt” è un termine<br />
prevalentemente monzese, che sta ad indicare<br />
una persona un po’ stupidotta. Un aggettivo<br />
presumibilmente derivato dal nome del generale<br />
Billot, comandante la piazza di Monza durante<br />
la dominazione francese, famigerato per i suoi<br />
proclami che i c<strong>it</strong>tadini “mùnzés” etichettarono<br />
prontamente come “bilottàte”. Questa piccola<br />
parentesi pseudo-culturale ci serve per introdurre<br />
una bella motina da Regolar<strong>it</strong>à (come allora si<br />
chiamava l’attuale Enduro) stile anni sessanta/<br />
settanta, che i più maturi affamati di gomme tassellate,<br />
fango, polvere e fettucciati non faticheranno<br />
certo ad assimilare alle varie, bellissime<br />
Puch, Müller zundapp, Mazzilli, e via dicendo,<br />
che in quegli anni spiccavano spesso anche nei<br />
parcheggi delle scuole più esclusive, perlomeno<br />
a Milano. la moto in questione è stata battezzata<br />
Bylot, nome di pura invenzione che altro non è<br />
che una forzatura del succ<strong>it</strong>ato “bilòtt”, creata,<br />
non a caso, da un monzese doc: il collega Enrico<br />
Farina, appassionatissimo “regolarista” e collezionista<br />
di numerosi gioiellini da fuoristrada<br />
vintage, che naturalmente usa anche nelle gare<br />
per moto d’epoca. Enrico ha deciso di costruirsi<br />
per sé questa bella special, che gli amici del<br />
m<strong>it</strong>ico <strong>Moto</strong>club Monza – storico sodalizio tra i<br />
più attivi d’Italia, fondato nel 1919, dove è stata<br />
ovviamente presentata in anteprima – gli hanno<br />
caldamente sugger<strong>it</strong>o di produrre anche in<br />
piccola serie. Tant’è che la Bylot Six Days 175<br />
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è stata esposta anche allo scorso Eicma, allo<br />
stand di <strong>Moto</strong> Factory Italia, che ha contribu<strong>it</strong>o<br />
a realizzarla. Ed è stata anche molto apprezzata,<br />
visto che qualche ordinazione c’è già. la Bylot<br />
Six Days 175 è costru<strong>it</strong>a artigianalmente attorno<br />
ad un telaio in tubi di acciaio al CrMo dalla<br />
curiosa conformazione: il motore infatti sembra<br />
appeso ad una doppia culla superiore, ma in effetti<br />
è fissato inferiormente ad un’altra struttura<br />
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portante, collegata alla superiore tram<strong>it</strong>e due<br />
“bretelle” imbullonate. Quanto a sospensioni, la<br />
forcella è una Marzocchi, mentre dietro vediamo<br />
una coppia di pregiati Öhlins con serbatoi<br />
separati: si tratta chiaramente della scelta più<br />
costosa, ma la moto può essere consegnata anche<br />
con ammortizzatori Ikon (modificati per farli<br />
somigliare ai famosi Bilstein dei tempi d’oro),<br />
piuttosto che con dei Corte&Cosso; oppure con<br />
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repliche artigianali di quelli che venivano usati<br />
sulle Jawa e Cz. I freni a tamburo conici sono<br />
una chicca alla quale un appassionato come Farina<br />
non ha voluto logicamente rinunciare, come<br />
del resto ai cerchi tubeless in alluminio forn<strong>it</strong>i<br />
dall’Alpina. Il motore della Bylot base è il giapponese<br />
Daytona Anima 190 cc (187,2 effettivi),<br />
monocilindrico monoalbero da 26 cavalli con<br />
carburatore Mikuni, cambio a 4 marce (tutte in<br />
su), scarico realizzato da leovince ed avviamento<br />
a pedale. Ma è destinato ad essere modificato<br />
con l’adozione dei un carburatore Dell’Orto, e a<br />
ricevere anche la quinta marcia, con sequenza<br />
tradizionale.<br />
lo step intermedio prevede poi l’incremento<br />
della cilindrata a 202 cc e testata elaborata. Ma<br />
per chi non bada a spese, è possibile montare un<br />
sofisticato Takegawa da gara, che pesa 8 kg in<br />
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meno ed è dotabile anche di avviamento elettrico,<br />
ma costa anche almeno il quadruplo. Quanto<br />
alle sovrastrutture, i parafanghi sono in alluminio,<br />
con l’anteriore regolabile in altezza di circa<br />
5 cm tram<strong>it</strong>e braccialetti in lega leggera: l’espediente,<br />
ripreso dalle m<strong>it</strong>iche Gilera e Puch speciali<br />
realizzate dai fratelli Frigerio, logicamente<br />
torna utile nel caso ci si trovi alle prese con tratti<br />
fangosi, dove la ruota potrebbe arrivare a bloccarsi<br />
con il parafango troppo aderente ad essa.<br />
Particolari di stile sono il manubrio, con traversino<br />
imbullonato, tipo Magura, le manopole in<br />
para e il comando del gas chiaramente Domino-<br />
Tommaselli.<br />
lasciamo per ultimo il serbatoio, che si estende<br />
verso il basso ed ha una capac<strong>it</strong>à di quasi 9 l<strong>it</strong>ri, e<br />
che attualmente è in vetroresina, mentre il defin<strong>it</strong>ivo<br />
sarà in alluminio. Vale la pena di soffermarsi<br />
sui particolari che lo completano, ovvero la bella<br />
borsettina in cuoio, sistemata dietro al classico<br />
tappo Monza (guarda un po’….) con pulsante<br />
per l’apertura a molla. Ma il vero tocco di classe<br />
è l’orologio, piazzato a sinistra del tappo: si<br />
tratta infatti di una fedele replica, realizzata dalla<br />
Sm<strong>it</strong>h, del VDO a riserva di carica utilizzato dalla<br />
nazionale <strong>it</strong>aliana sulle Gilera Giubileo 98 alla Sei<br />
Giorni, negli anni sessanta. Un accessorio chiaramente<br />
prezioso nelle gare di regolar<strong>it</strong>à, perché<br />
la carica durava otto giorni, ev<strong>it</strong>ando al pilota di<br />
doversi ricordare di ricaricarlo spesso nel corso<br />
della lunga competizione.<br />
Dulcis in fundo: la Bylot, in configurazione base,<br />
pesa poco più di una moto da trial, ovvero sugli<br />
87 chili, che col Takegawa scenderebbero ad<br />
80. E il prezzo dovrebbe partire da poco meno<br />
di 6.000 euro, per oltrepassare comodamente i<br />
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10.000, a seconda delle esigenze di chi vuol far<br />
sua una special tassellata veramente deliziosa.<br />
Ma non è tutto: Enrico Farina sta preparando<br />
anche una stradale, che si chiamerà…. indovinate….<br />
esatto, Monza! (prima o poi lo eleggeranno<br />
sindaco…).<br />
Sarà una piccola sportiva ispirata ai fantastici<br />
cinquantini sportivi degli anni ruggenti, denominati<br />
“spilli” (vedi Guazzoni Matta, Italjet Vampiro,<br />
Itom Astor SS, Mondial Record, Malanca Testarossa,<br />
Demm Corsa, giusto per rispolverare i<br />
bei tempi). Il telaio è in allestimento, e il motore<br />
basilarmente sarà lo stesso Daytona Anima, ma<br />
in versione Spercharged, cioè con compressore<br />
volumetrico (!), attualmente in fase di sperimentazione.<br />
Detto ciò vale sen’altro la pena di dare<br />
un’occhiata a questo bel video, realizzato da<br />
Thomas Maccabelli.
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EICMA 2012: oltre 500.000<br />
persone hanno vis<strong>it</strong>ato la fiera<br />
Successo di pubblico e di espos<strong>it</strong>ori al salone di Milano. la 70°<br />
Esposizione Internazionale del <strong>Moto</strong>ciclo chiude avendo<br />
superato le aspettative con 510.560 vis<strong>it</strong>atori<br />
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L<br />
a 70° Esposizione<br />
Internazionale del<br />
<strong>Moto</strong>ciclo, che si è<br />
conclusa domenica<br />
18 novembre in Fiera Milano<br />
Rho, chiude avendo superato<br />
le aspettative. 510.560 vis<strong>it</strong>atori<br />
hanno avuto a disposizione<br />
i 6 padiglioni e l’area esterna,<br />
distribu<strong>it</strong>i su una superficie<br />
di 130.000 metri quadrati. I<br />
1053 espos<strong>it</strong>ori, provenienti<br />
da 35 paesi, hanno incontrato<br />
anche gli operatori del settore.<br />
Dal punto di vista geografico,<br />
questa la mappatura dei<br />
39.245 trade vis<strong>it</strong>ors: il 78%<br />
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è arrivato dall’Europa; il 6%<br />
dall’America; il 13% dall’Asia;<br />
il 2% dall’Africa; l’1% dall’Oceania.<br />
A rimarcare che EICMA è<br />
l’evento dedicato alle due ruote<br />
più importante del mondo,<br />
anche la copertura mediatica<br />
garant<strong>it</strong>a da 5.720 tra giornalisti,<br />
fotografi e cameramen,<br />
giunti da tutti e cinque i continenti,<br />
dal 13 al 18 novembre<br />
2012: il 77% dall’Europa; il 10%<br />
dall’America; l’11% dall’Asia;<br />
lo 0,30% dall’Africa; lo 0,70%<br />
dall’Oceania. Nonostante la crisi<br />
finanziaria generale, il settore<br />
ha dimostrato una profonda<br />
volontà, non solo di resistere,<br />
ma di ripartire. Un segnale di<br />
rottura con il passato è stato il<br />
grande successo di quella che<br />
è stata defin<strong>it</strong>a la “fashion bike<br />
week” milanese. Dopo la moda<br />
e il mobile, anche le due ruote<br />
hanno contaminato la c<strong>it</strong>tà e,<br />
sul piccolo esperimento dell’edizione<br />
precedente, quest’anno<br />
ha preso piede una vera e<br />
propria rivoluzione. Tutte le<br />
sere diversi appuntamenti hanno<br />
richiamato l’attenzione di<br />
un pubblico che altrimenti non<br />
si sarebbe avvicinato a moto e<br />
scooter.<br />
i commenti di<br />
EiCMa e aNCMa<br />
«Sono molto orgoglioso di poter<br />
affermare che il settore<br />
che rappresento è una realtà<br />
coraggiosa, premiata da operatori<br />
e pubblico - ha dichiarato<br />
Corrado Capelli, presidente<br />
di Confindustria ANCMA ed<br />
EICMA -. Durante l’Esposizione,<br />
è stato anche firmato un<br />
importante accordo per l’internazionalizzazione.<br />
Stiamo<br />
realizzando il possibile, occorre<br />
il sostegno da parte del Governo.<br />
Sono necessari interventi in<br />
favore della ripresa economica<br />
e atti a favorire strategie industriali<br />
di cresc<strong>it</strong>a e di sviluppo.<br />
EICMA ha dimostrato di essere<br />
un conten<strong>it</strong>ore completo e<br />
l’unico al mondo ad offrire determinate<br />
possibil<strong>it</strong>à. C’è stato<br />
grande interesse da parte degli<br />
operatori stranieri e del pubblico<br />
sia per le attiv<strong>it</strong>à commerciali<br />
sia per l’intrattenimento. Il<br />
nostro sforzo va proprio in questa<br />
direzione: offrire al settore<br />
tutte le opportun<strong>it</strong>à per una<br />
promozione consistente», ha<br />
affermato Pier Francesco Caliari,<br />
direttore di Confindustria<br />
ANCMA ed EICMA.<br />
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KTM e <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> insieme ai giovani<br />
divertimento e sicurezza a EICMA 2012<br />
Tanti ragazzi e ragazze hanno provato le Duke 125 e 200 nell’area<br />
esterna di EICMA. Abbiamo raccolto le loro impressioni a caldo.<br />
Risultato? I giovani amano ancora le moto!<br />
K TM<br />
e <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> insieme ai giovani:<br />
divertimento e sicurezza a<br />
EiCMa 2012<br />
KTM e <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> a EICMA 2012 hanno lanciato un<br />
inv<strong>it</strong>o a tutti i giovanissimi e ai loro gen<strong>it</strong>ori. I ragazzi<br />
sono sempre più distanti dalle due ruote<br />
come ha in parte dimostrato la nostra indagine.<br />
Per questo abbiamo accolto l’inv<strong>it</strong>o fatto dal nostro<br />
Nico Cereghini e, insieme agli amici di KTM<br />
Italia, abbiamo aiutato tanti ragazzi e ragazze a<br />
salire in sella alla moto (le bellissime Duke 125 e<br />
42<br />
200) nella massima sicurezza, assist<strong>it</strong>i dai bravi<br />
istruttori della scuola di luca Pedersoli. le prove<br />
si sono svolte nell’area esterna <strong>Moto</strong>live, di fronte<br />
al padiglione 14.<br />
Eleonora ha raccolto i primi commenti a caldo<br />
dei ragazzi (solo alcuni, ma eravate tantissimi!),<br />
felici di aver guidato la KTM. Per tanti di loro era il<br />
debutto in sella a una moto!<br />
Vi ringraziamo per l’entusiasmo contagioso<br />
che avete dimostrato e vi diamo appuntamento<br />
all’anno prossimo.<br />
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Massimo Clarke<br />
introduzione<br />
alle sospensioni.<br />
Quarta parte<br />
Quarta puntata dell’introduzione alle sospensioni a<br />
cura di Massimo Clarke: a cosa servono e come<br />
sono fatti ammortizzatori<br />
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La funzione smorzante è fondamentale,<br />
come quella elastica,<br />
ma occorre che agisca in<br />
maniera diversa nei due sensi<br />
e che sia regolabile. le molle<br />
della sospensione provvedono<br />
alla funzione molleggiante,<br />
deformandosi elasticamente;<br />
in questo modo assorbono energia comprimendosi<br />
e la rest<strong>it</strong>uiscono successivamente estendendosi.<br />
la cosa però non finisce qui, perché se<br />
non intervengono forze esterne a frenare questo<br />
movimento, esso continua come una serie di<br />
oscillazioni che si susseguono con ampiezza via<br />
via decrescente. È possibile fare un’analogia con<br />
un asse da trampolino, il quale continua a oscillare<br />
anche dopo che è repentinamente cessata<br />
la forza che ne ha determinato la deformazione<br />
elastica, ovvero dopo che il tuffatore lo ha abbandonato<br />
in maniera improvvisa. Anche una<br />
molla elicoidale, come quelle impiegate nelle<br />
sospensioni, si comporta in questo modo. Sotto<br />
l’azione di una forza perturbante (ad esempio,<br />
causata da una asper<strong>it</strong>à che la ruota incontra<br />
nel suo percorso) si comprime, per estendersi<br />
quindi non appena essa cessa di agire, ovvero<br />
sub<strong>it</strong>o dopo che l’ostacolo è stato superato. la<br />
rest<strong>it</strong>uzione di energia avviene con grande rapid<strong>it</strong>à<br />
e dà origine a oscillazioni, deleterie per la<br />
tenuta di strada, e quindi per la guidabil<strong>it</strong>à della<br />
moto, e per il confort di marcia. Per ev<strong>it</strong>are che<br />
questo possa accadere è necessario impiegare<br />
un dispos<strong>it</strong>ivo in grado di frenare tale movimento,<br />
ovvero di eserc<strong>it</strong>are una vigorosa azione<br />
smorzante. In altre parole, occorre abbinare alla<br />
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molla un ammortizzatore, il cui intervento deve<br />
avvenire con modal<strong>it</strong>à appropriate. Come noto la<br />
funzione delle sospensioni è quella di mantenere<br />
le ruote sempre a contatto col suolo, in modo<br />
da poter trasmettere le forze long<strong>it</strong>udinali e trasversali,<br />
di stabilizzare i movimenti della parte<br />
sospesa del veicolo (cioè quella che poggia su<br />
di esse) e di assicurare una adeguata confortevolezza.<br />
Gli elementi elastici, ossia le molle,<br />
determinano l’ent<strong>it</strong>à dell’affondamento dovuto<br />
alle forze che agiscono verticalmente, tanto<br />
durante la marcia quanto a moto ferma. Sono<br />
loro dunque che, anche in condizioni statiche,<br />
sostengono il carico. Gli ammortizzatori invece<br />
lavorano solo in condizioni dinamiche, ossia in<br />
presenza di movimento, e hanno la funzione di<br />
generare una forza che si oppone al moto della<br />
sospensione, rallentandolo come opportuno.<br />
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Al loro interno l’energia meccanica viene convert<strong>it</strong>a<br />
in calore. la loro azione impedisce alle molle<br />
di comprimersi e di estendersi troppo velocemente;<br />
la funzione smorzante viene infatti eserc<strong>it</strong>ata<br />
nei due sensi (come vedremo, è opportuno<br />
che questo avvenga con intens<strong>it</strong>à notevolmente<br />
diverse). Da molti anni a questa parte gli ammortizzatori<br />
impiegati in campo motociclistico sono<br />
idraulici; il loro funzionamento, cioè, si basa sul<br />
fatto che un liquido costretto a passare attraverso<br />
un foro di modesto diametro oppone una resistenza,<br />
che aumenta se si cerca di farlo passare<br />
più velocemente. Come ovvio, anche al diminuire<br />
del diametro dei fori cresce la resistenza opposta<br />
dall’olio, cioè aumenta la frenatura idraulica.<br />
Schematicamente la struttura di un ammortizzatore<br />
prevede un corpo cilindrico contenente<br />
olio, all’interno del quale è alloggiato un<br />
pistone mun<strong>it</strong>o di uno o più fori calibrati, fissato<br />
alla estrem<strong>it</strong>à di uno stelo, ovvero un’asta<br />
di acciaio. Uno di questi due elementi (il corpo<br />
dell’ammortizzatore o il gruppo stelo-pistone) è<br />
vincolato al telaio della moto mentre l’altro è vincolato<br />
al forcellone o è collegato ad esso tram<strong>it</strong>e<br />
un leveraggio. Dunque, ci sono una parte fissa e<br />
una parte mobile; durante l’escursione molleggiante<br />
il pistone si sposta, ma nel far questo è<br />
frenato dalla azione del liquido, che viene forzato<br />
attraverso i passaggi calibrati. le lim<strong>it</strong>azioni di<br />
un dispos<strong>it</strong>ivo così realizzato, ossia di un ammortizzatore<br />
“elementare”, sono fondamentalmente<br />
due. Tanto per cominciare, mano a mano che la<br />
sospensione viene compressa lo stelo entra in<br />
misura maggiore nel corpo cilindrico, facendone<br />
diminuire il volume utile interno; di conseguenza<br />
dentro l’ammortizzatore non può esserci solo<br />
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olio (i fluidi sono praticamente incomprimibili)<br />
ma deve esserci anche aria, o comunque gas,<br />
che può essere agevolmente compresso e quindi<br />
diminuire di volume. C’è allora il problema di<br />
come ev<strong>it</strong>are che il gas possa mescolarsi con<br />
l’olio e formare delle bolle (se questo si verifica,<br />
il funzionamento dell’ammortizzatore peggiora<br />
enormemente, diventando erratico e imprevedibile).<br />
le condizioni di lavoro sono assai gravose,<br />
con un continuo e rapido susseguirsi di movimenti<br />
del pistone e pertanto è pressoché impossibile<br />
ev<strong>it</strong>are la formazione di bolle e di schiuma,<br />
se nel vano di lavoro il gas è a contatto col liquido.<br />
Negli ammortizzatori moderni, come vedremo,<br />
questo problema è largamente superato. Se<br />
lo stelo fosse passante, come accade di norma<br />
negli ammortizzatori di sterzo, lo spostamento<br />
del pistone non darebbe luogo a variazioni del
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volume interno. Nel caso delle sospensioni però<br />
sorgerebbero dei problemi di ingombro. Inoltre<br />
raddoppierebbe il numero degli elementi di tenuta,<br />
in quanto sarebbe necessario un paraolio<br />
a ogni estrem<strong>it</strong>à del corpo cilindrico. Ammortizzatori<br />
di questo tipo sono stati provati sporadicamente,<br />
anche di recente, ma non si sono<br />
diffusi. Un’altra lim<strong>it</strong>azione dell’ammortizzatore<br />
elementare è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dal fatto che dotando il<br />
pistone di uno o più fori si hanno degli orifizi fissi<br />
che, se sono in grado di fornire una frenatura<br />
adeguata alle basse veloc<strong>it</strong>à di movimento, non<br />
lo sono alle alte, in corrispondenza delle quali lo<br />
smorzamento diviene eccessivo; nei casi lim<strong>it</strong>e<br />
si potrebbe addir<strong>it</strong>tura arrivare al bloccaggio<br />
della sospensione. A questo si è posto rimedio<br />
realizzando orifizi a sezione variabile, controllati<br />
da valvole che si aprono in maggiore o minore<br />
misura in funzione della veloc<strong>it</strong>à di spostamento<br />
del pistone. Come ovvio, se si adottano valvole<br />
unidirezionali e passaggi di differenti dimensioni<br />
è possibile ottenere frenature idrauliche diverse<br />
in estensione e in compressione. la resistenza<br />
che il pistone oppone al moto è determinata,<br />
oltre che dalle dimensioni dei fori di passaggio,<br />
dalla viscos<strong>it</strong>à dell’olio e dalla veloc<strong>it</strong>à del movimento.<br />
Gli ammortizzatori idraulici sono dunque<br />
dei dispos<strong>it</strong>ivi “speed sens<strong>it</strong>ive”. Nello sviluppo e<br />
nella messa a punto degli ammortizzatori l’obiettivo<br />
è quello di ottenere una elevata sensibil<strong>it</strong>à in<br />
presenza di piccoli spostamenti e/o di modeste<br />
veloc<strong>it</strong>à di movimento del pistone, abbinata a un<br />
vigoroso smorzamento alle alte veloc<strong>it</strong>à. la frenatura<br />
in compressione controlla la rapid<strong>it</strong>à con<br />
la quale ha luogo l’affondamento della sospensione<br />
(ovvero la prontezza con la quale essa reagisce<br />
a una forza perturbante che tende a farla<br />
comprimere) mentre quello in estensione regola<br />
la veloc<strong>it</strong>à con la quale la sospensione stessa torna<br />
alla posizione originale. In linea di massima,<br />
se la frenatura è eccessiva, in compressione le<br />
irregolar<strong>it</strong>à del fondo stradale si sentono di più<br />
mentre in estensione si ha un r<strong>it</strong>orno troppo<br />
lento. Se invece la frenatura è insufficiente, in<br />
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compressione si ha un affondamento troppo<br />
rapido e in estensione si può addir<strong>it</strong>tura avere<br />
una sorta di rimbalzo, con perd<strong>it</strong>a di contatto tra<br />
pneumatico e suolo.<br />
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Bosch MSC: il controllo<br />
di stabil<strong>it</strong>à arriva sulle moto<br />
Bosch ha sviluppato un sistema di controllo della<br />
stabil<strong>it</strong>à per le due ruote che verrà prodotto in serie<br />
nel 2013. Insieme all’ABS fornisce un valido a<br />
usilio alla guida<br />
52<br />
BBosch MsC:<br />
il controllo di stabil<strong>it</strong>à<br />
arriva sulle moto<br />
Bosch ha sviluppato un sistema<br />
di controllo della stabil<strong>it</strong>à<br />
per le due ruote che verrà prodotto<br />
in serie nel 2013. Il sistema<br />
MSC (<strong>Moto</strong>rcycle Stabil<strong>it</strong>y<br />
Control) cost<strong>it</strong>uisce un grande<br />
passo avanti per la sicurezza<br />
delle due ruote e funziona fornendo<br />
supporto al guidatore in<br />
frenata e in accelerazione, su<br />
rettilineo e in curva.<br />
Il sistema migliora la sicurezza<br />
del guidatore, senza compromettere<br />
in alcun modo il piacere<br />
di guida. “Il 24% di tutti<br />
gli incidenti in moto avviene in<br />
curva”, ha affermato Gerhard<br />
Steiger, Presidente della divisione<br />
Chassis Systems Control<br />
di Bosch.<br />
Studi dimostrano che il sistema<br />
ABS è in grado da solo di prevenire<br />
circa un quarto di tutti<br />
gli incidenti motociclistici che<br />
causano lesioni o fer<strong>it</strong>e anche<br />
fatali. Il controllo di stabil<strong>it</strong>à,<br />
sviluppato da Bosch, consentirà<br />
di ridurre ulteriormente il<br />
numero di sinistri.<br />
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sicurezza migliorata in curva<br />
Il sistema MSC è frutto delle innovazioni apportate dagli ingegneri<br />
Bosch del Centro di Competenza per la sicurezza sulle due ruote,<br />
con sede in Giappone, che hanno integrato nel sistema ABS<br />
numerosi sensori e un software sofisticato. Questo sistema consente<br />
di offrire alle case di motocicli e ai loro clienti un’ampia serie<br />
d’importanti funzioni per la sicurezza:<br />
• il controllo del sistema ABS basato sull’angolo d’inclinazione e di<br />
rollio migliora la stabil<strong>it</strong>à di guida in tutte le s<strong>it</strong>uazioni e l’efficacia<br />
della frenata;<br />
• il controllo della trazione regola la coppia massima del motore,<br />
in modo che anche in caso di superfici stradali variabili o scivolose<br />
la forza propulsiva si trasferisca efficacemente dalla ruota motrice<br />
alla strada, senza perd<strong>it</strong>a di aderenza;<br />
• in caso di frenata brusca in curva, il controllo di stabil<strong>it</strong>à (MSC)<br />
riduce la tendenza della moto a raddrizzarsi. Questo raddrizzamento<br />
involontario del veicolo fa aumentare il raggio di curvatura,<br />
provocando spesso l’usc<strong>it</strong>a di traiettoria della moto. In queste<br />
s<strong>it</strong>uazioni, il sistema eCBS (Electronic Combined Brake System)<br />
crea la migliore distribuzione possibile della forza di frenata tra le<br />
ruote, stabilizzando la moto nelle curve;<br />
• il controllo di stabil<strong>it</strong>à (MSC) riduce, inoltre, il rischio di “lowsider”,<br />
quando la moto rischia il ribaltamento durante una curva,<br />
o quando le ruote scivolano verso l’esterno della curva. Tali incidenti<br />
si verificano quando si applica troppa forza frenante durante<br />
la curva e le ruote non riescono a trasferire alla strada sufficiente<br />
spinta laterale. Il sistema MSC agisce rilevando il rischio di lowsider<br />
e lim<strong>it</strong>ando la forza massima di frenata. la funzione eCBS<br />
distribuisce tra le ruote la forza massima di frenata disponibile,<br />
assicurando le migliori prestazioni di frenata in curva;<br />
• la funzione eCBS assicura in ogni momento la distribuzione ottimale<br />
della forza frenante – persino quando il guidatore utilizza per<br />
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errore solo uno dei due freni, o frena con troppa<br />
energia;<br />
• il sistema di riduzione del rischio di impennata<br />
controlla la coppia del motore, impedendo alla<br />
ruota anteriore di sollevarsi in maniera incontrollata<br />
e assicurando allo stesso tempo la massima<br />
accelerazione possibile;<br />
• la funzione di riduzione del sollevamento della<br />
ruota posteriore mantiene la ruota posteriore incollata<br />
alla strada riducendo la forza massima di<br />
frenata sulla ruota anteriore nella guida su superfici<br />
con elevati coefficienti di attr<strong>it</strong>o. Viene così<br />
garant<strong>it</strong>a la stabil<strong>it</strong>à di guida, valutando l’angolo<br />
di inclinazione e l’accelerazione long<strong>it</strong>udinale.<br />
Il sistema MSC utilizza numerosi sensori per registrare<br />
le dinamiche di guida del mezzo. I sensori<br />
posti sulle ruote misurano la veloc<strong>it</strong>à di rotazione<br />
delle ruote anteriori e posteriori, mentre un modulo<br />
con sensore di inerzia calcola l’angolo d’inclinazione<br />
e di rollio più di 100 volte al secondo.<br />
Analizzando i dati forn<strong>it</strong>i dai sensori, la differenza<br />
di veloc<strong>it</strong>à tra la ruota anteriore e posteriore, e<br />
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altri parametri specifici della motocicletta come<br />
dimensioni dei pneumatici, forma dei pneumatici,<br />
e posizione del sensore, la centralina di controllo<br />
del sistema ABS calcola la forza frenante<br />
in funzione dell’angolo di inclinazione. Se il controllo<br />
di stabil<strong>it</strong>à riconosce che una ruota si sta<br />
per bloccare, la centralina del sistema ABS attiva<br />
il modulatore di pressione nel circu<strong>it</strong>o idraulico<br />
del freno. Quest’ultimo riduce la pressione frenante<br />
e la rimodula in modo che venga applicata<br />
la quant<strong>it</strong>à di pressione frenante esattamente<br />
necessaria per impedire alle ruote di bloccarsi.<br />
Il sistema MSC di Bosch tuttavia, come il sistema<br />
ABS, non può andare oltre le leggi della fisica<br />
e, in particolare, non consente di rimediare a<br />
gravi errori di valutazione della s<strong>it</strong>uazione e ad<br />
altri errori altrettanto grossolani del guidatore,<br />
pertanto non elimina completamente il rischio di<br />
incidente. Il sistema consente però di supportare<br />
il guidatore in s<strong>it</strong>uazioni di pericolo, aiutandolo<br />
a sfruttare al meglio le potenzial<strong>it</strong>à della moto e<br />
incrementando quindi la sicurezza.<br />
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C<br />
ome vi avevamo anticipato l’anno<br />
scorso, la normativa in discussione a<br />
Strasburgo è stata trasformata in regolamento<br />
europeo - con 643 sì, solo 16 no e 18<br />
astensioni è stato approvato l’accordo nella sua<br />
versione stilata lo scorso settembre.<br />
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2016: ABS ed Euro 4<br />
obbligatori in tutta Europa<br />
la plenaria del Parlamento europeo ha stabil<strong>it</strong>o le date per<br />
le nuove normative relative alla sicurezza e alle emissioni<br />
inquinanti per i motocicli di nuova immatricolazione<br />
Euro-4<br />
Dal 2016 tutti i motocicli di nuova immatricolazione<br />
dovranno rispettare la normativa Euro 4,<br />
già in vigore sulle auto da diversi anni; i ciclomotori<br />
avranno un ulteriore anno di bonus, dovendo<br />
rientrare nei lim<strong>it</strong>i previsti dalla Euro-4 solo a partire<br />
dal 2017.<br />
aBs o CBs<br />
Entro lo stesso termine tutti i veicoli sopra i 125cc<br />
(di nuova immatricolazione) dovranno altresì essere<br />
dotati di ABS, eventualmente disinseribile<br />
per mezzi con utilizzi specialistici quali le entrofuoristrada<br />
o le supersportive.<br />
Per quanto riguarda le cilindrate inferiori i costruttori<br />
che non vorranno implementare il sistema<br />
antibloccaggio potranno “lim<strong>it</strong>arsi” alla frenata<br />
combinata.<br />
Entro il 2019, comunque, la commissione europea<br />
presenterà uno studio volto a stabilire l’opportun<strong>it</strong>à<br />
di universalizzare l’adozione dell’ABS<br />
su tutto il parco.<br />
Euro 5 all’orizzonte<br />
Dopo qualche anno di tregua - l’adozione dell’Euro-3<br />
sulle moto risale al 2006 - si prevede un<br />
periodo più difficile per i tecnici delle case motociclistiche:<br />
dopo il traguardo del 2016 ci saranno<br />
solo quattro anni per adeguare alla normativa<br />
Euro-5 tutti i veicoli a due o tre ruote, per cui il<br />
rispetto è previsto nel 2020.<br />
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P<br />
ure stavolta il tradizionale appuntamento<br />
milanese di novembre, importante<br />
punto di incontro per gli appassionati,<br />
con larga partecipazione straniera, ha avuto un<br />
ottimo successo di pubblico. le tendenze che<br />
hanno cominciato a manifestarsi già da qualche<br />
anno continuano la loro evoluzione. I pezzi di<br />
grande pregio, come i purosangue da competizione<br />
e le classiche moto inglesi, sono sempre<br />
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Le moto storiche a Novegro<br />
di Massimo Clarke | l’ultima edizione della popolare mostra-scambio<br />
riservata alle moto storiche e ai ricambi è stata vivace come sempre.<br />
Ecco alcune osservazioni sull’evento e qualche “chicca” sapor<strong>it</strong>a<br />
più rari, anche se alcuni specialisti sono in grado<br />
di procurarli e qualcosa di interessante si riesce<br />
talvolta a trovare pure sul web. Questo d’altronde<br />
è logico: i collezionisti si sono accaparrati da<br />
tempo i pezzi migliori, e quelli rimanenti sono<br />
quindi sempre meno; le quotazioni però pare<br />
che abbiano smesso di salire. Anzi, negli ultimi<br />
tempi sembrano essersi abbassate in misura<br />
sensibile. Con la crisi economica in atto, questo<br />
appare peraltro logico. Una larga fetta degli appassionati<br />
va ai mercatini non tanto per cercare<br />
di acquistare delle moto, delle quali vi è ampia<br />
scelta, specialmente se non si esce dal campo<br />
delle stradali e delle enduro degli anni Sessanta<br />
e Settanta, quanto per trovare dei ricambi o<br />
le parti occorrenti per l’effettuazione di un restauro.<br />
E qui c’è davvero di che sbizzarrirsi, dai<br />
carburatori di ogni tipo e misura ai pistoni e agli<br />
organi di carrozzeria. E in aggiunta agli specialisti<br />
dei settori specifici, ci sono anche quelli delle diverse<br />
case. Questo è tradizionalmente un grande<br />
punto di forza di Novegro, un<strong>it</strong>amente alla<br />
grande disponibil<strong>it</strong>à di attrezzi di ottimo livello,<br />
di strumenti di misura e via dicendo (sotto questo<br />
aspetto nessun altro mercatino <strong>it</strong>aliano offre<br />
tanto). E poi ci sono i libretti di uso e manuten-<br />
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zione, i manuali di officina, i libri e le riviste. Insomma<br />
l’offerta e le possibil<strong>it</strong>à di scelta sono tali<br />
che anche chi va semplicemente a curiosare ben<br />
difficilmente torna a casa a mani vuote. Si tratta<br />
sempre di un appuntamento da non perdere!<br />
Tornando alle moto, molto interessante la piccola<br />
mostra a tema allest<strong>it</strong>a nel padiglione centrale.<br />
Quest’anno è toccato alle moto costru<strong>it</strong>e in<br />
lombardia, con particolare attenzione a quelle<br />
delle case meno note. E così, ecco una serie di<br />
pezzi che non si incontrano di frequente, neanche<br />
in occasione dei raduni con maggior numero<br />
di partecipanti. la Aldbert era una casa milanese<br />
di modeste dimensioni, ma che produceva moto<br />
di ottima fattura e dalla estetica molto lineare e<br />
moderna in relazione ai tempi. In genere avevano<br />
una tipica colorazione verde chiaro. Il modello
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più famoso di questa azienda, che è stata attiva<br />
all’incirca dal 1951 al 1958, è stato il 175 ad aste<br />
e bilancieri, ma il 160 SS a due tempi esposto a<br />
Novegro è forse ancora più raro. Il motore, dotato<br />
di cilindro in ghisa, aveva un alesaggio di 56<br />
mm e una corsa di 62 mm; la trasmissione primaria<br />
era a catena e il cambio a quattro marce.<br />
le moto Devil erano fabbricate dalla OCMA (Officine<br />
Costruzioni Martinelli) di Fiorano al Serio,<br />
alle porte di Bergamo. Il grosso della produzione,<br />
che è andata avanti dal 1953 al 1958, era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
da modelli a due tempi di 125 e di 160 cm3. Si<br />
trattava di monocilindrici ben realizzati, ai quali<br />
la casa tentò anche di aggiungere una 175 a quattro<br />
tempi, caratterizzata da una curiosa distribuzione<br />
ad aste incrociate, progettata da William<br />
Soncini e rimasta allo stadio di prototipo. Alla<br />
manifestazione milanese era presente un esemplare<br />
impeccabile della 160 del 1953, dotata di<br />
una ciclistica molto evoluta per i tempi. Il motore<br />
aveva un alesaggio di 58 mm e una corsa di 60<br />
mm ed erogava circa 8 cavalli a 5400 giri/min. Di<br />
questo modello esisteva anche una versione preparata<br />
per impiego agonistico che disponeva di<br />
12 CV a 7000 giri/min. la Mondial era una casa<br />
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molto particolare in quanto aveva a Milano gli uffici<br />
e il magazzino, più un capannone di stoccaggio<br />
e assemblaggio (solo in certi casi), mentre<br />
il reparto corse si trovava a Bologna, c<strong>it</strong>tà nella<br />
quale le officine Rocca e Michelini provvedevano<br />
anche a costruire i motori di serie, a anche a montare<br />
moto complete, per quanto riguarda alcuni<br />
modelli. Per completare il quadro, i ciclomotori<br />
venivano in genere assemblati a Guardamiglio,<br />
vicino a Piacenza. A Novegro c’era una 175 TV<br />
monoalbero. Questa moto era stata progettata<br />
a Milano da Piero Prampolini ma veniva costru<strong>it</strong>a<br />
a Bologna. Insomma, era in mezzo alle moto<br />
di lombardia, ma avrebbe anche potuto essere<br />
piazzata in mezzo alle bolognesi… l’esemplare<br />
esposto era a “cartella stretta”, ossia apparteneva<br />
alla prima versione. la 175 monoalbero a<br />
cilindro inclinato (da non confondere con quella<br />
destinata alle gare stradali, specialmente sulle<br />
lunghe distanze, e ai piloti di seconda categoria,<br />
che era a cilindro verticale, con comando della<br />
distribuzione dal lato opposto) è stata presentata<br />
alla fine del 1954. Il motore aveva un alesaggio<br />
di 65 mm e una corsa di 52,5 mm ed erogava<br />
10 CV a 6500 giri/min. Passando all’esterno dei<br />
padiglioni coperti, impossibile non segnalare<br />
almeno una bella e rara Perugina 175 ad aste e<br />
bilancieri. l’azienda che produceva le moto con<br />
questo marchio era la FOM (Fonderie Officine<br />
Menicucci) di Castiglion del lago, vicino a Perugia.<br />
la produzione non è mai stata cospicua, ma<br />
i modelli erano di sicuro pregio e oggi sono molto<br />
amb<strong>it</strong>i dai collezionisti. la 175 è stata pure impiegata<br />
nelle gare per piloti juniores e nelle sal<strong>it</strong>e,<br />
ottenendo anche buoni risultati. l’esemplare in<br />
vend<strong>it</strong>a a Novegro era della seconda metà degli<br />
anni Cinquanta. Il motore monocilindrico, con distribuzione<br />
ad aste e bilancieri, aveva un alesaggio<br />
di 59 mm e una corsa di 63 mm. la potenza<br />
andava dai nove cavalli della prima versione turistica<br />
del 1954 ai 12 (a 7000 giri/min) della TV<br />
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e della Super Sport del 1956-58. Tra i numerosi<br />
modelli degli anni Settanta, era particolarmente<br />
significativa la presenza di quelle da regolar<strong>it</strong>à.<br />
Pure il cross e il trial erano assai ben rappresentati.<br />
l’era delle grosse monocilindriche da enduro<br />
stradali è iniziata con la Yamaha XT 500, una<br />
moto che ha davvero fatto la storia. Oggi è assai<br />
ricercata e trovarne una non è facile. Forse la<br />
versione più bella è quella apparsa nel 1981, con<br />
serbatoio di colore metallico e non più verniciato<br />
in bianco più nero e rosso (la forcella con perno<br />
ruota avanzato era già comparsa l’anno precedente).<br />
Il motore aveva un alesaggio di 87 mm e<br />
una corsa di 84 mm ed erogava 32 cavalli a 6500<br />
giri/min. A Novegro ce ne era un ottimo esemplare<br />
in vend<strong>it</strong>a, a un prezzo interessante.
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L<br />
e vent<strong>it</strong>re e dieci.<br />
Gianluigi sonnecchia di fronte la televisione<br />
con le gambe di Francesco sulle proprie<br />
e la testa di Maria sulla spalla destra. Narcolettici<br />
davanti alla televisione, lui e i suoi gemelli<br />
di otto anni; accade sempre più spesso. Gianluigi<br />
crolla ogni sera, come i suoi buoni propos<strong>it</strong>i di<br />
mettere a letto i bambini prima delle ventidue. In<br />
ver<strong>it</strong>à, i bimbi sono contenti di addormentarsi a<br />
fianco del padre che lavora tutto il giorno e dopo<br />
la scuola a tempo pieno lo aspettano frementi<br />
con lo zio che bada loro. Gianluigi è un padre<br />
solo. Apre gli occhi, realizza che è tardi, domani<br />
c’è scuola; però stava facendo un sogno, un bel<br />
sogno.<br />
- bimbi, a letto!<br />
- ...papà...<br />
- i denti e a letto, piccoli farabutti in pigiama! E’<br />
tardissimo, giù dal divano e spegnete la tivvù!<br />
- E tu? - chiese il maschietto con la voce impastata<br />
dal sonno.<br />
- vi rimbocco le coperte e vado a dormire pure io.<br />
- Ce la racconti una favola? - chiede la piccola<br />
Maria con l’aria di chi spera nell’ultimo regalo<br />
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I Racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />
“A trecento all’ora si gelano gli occhi”<br />
di Antonio Priv<strong>it</strong>era | le vent<strong>it</strong>re e dieci. Gianluigi sonnecchia<br />
di fronte la televisione con le gambe di Francesco sulle proprie<br />
e la testa di Maria sulla spalla destra. Narcolettici davanti alla<br />
televisione...<br />
prima di dormire.<br />
- ma... a otto anni avete ancora bisogno delle mie<br />
favole per dormire? Mi avete preso per un libro di<br />
racconti? Ogni sera una favola nuova... va bene,<br />
però tutti sotto le coperte.<br />
Gianluigi spegne le luci della cameretta dove i<br />
suoi figli erano già coricati a faccia in su nel letto<br />
a castello, solo una piccola lama di luce entra<br />
dalla finestra. É stanco e spera di non addormentarsi<br />
pure lui, rischiando di dire frasi scoordinate<br />
e senza senso mentre racconta la favola della<br />
buonanotte.<br />
- Allora... c’era una volta, in un paese lontano<br />
lontano... - Gianluigi fa una pausa inusuale, una<br />
parentesi, lasciando tutto in una sospensione<br />
troppo lunga per essere solo un momento di riflessione<br />
e decide per la prima volta di abbandonare<br />
elfi, animali parlanti, prodigi e foreste incantate.<br />
Si cambia.<br />
- allora papà... ?<br />
- ...c’era una volta un cavaliere coraggioso. Questo<br />
cavaliere si chiamava... Camillo.<br />
- Che nome buffo, papà. - fece Francesco.<br />
- Camillo non aveva un cavallo ma una<br />
velocissima motocicletta da corsa. Dovete sapere<br />
che Camillo partecipava nientemeno che al<br />
campionato del mondo di motociclismo e la sua<br />
moto arrivava anche a trecento all’ora...<br />
- ...ma quant’è trecento all’ora, papà?<br />
- Trecento all’ora... è quando, se non fai attenzione<br />
e lasci la visiera del casco aperta, gli occhi si<br />
gelano per il gran vento e restano aperti tutta la<br />
v<strong>it</strong>a senza poterli chiudere per dormire.<br />
- ...è per questo che i piloti mettono il casco,<br />
papà? - chiese Maria.<br />
- Esatto, per dormire.<br />
- ...ma è un casco come quello? - si incuriosì<br />
Francesco indicando col naso una mensola sulla<br />
parete opposta al letto.<br />
- ...proprio così. Bravo, ma adesso niente più domande<br />
che dovete addormentarvi.<br />
- Ok, racconta. -<br />
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» <strong>Prove</strong> News<br />
- Camillo aveva pure una sorella bellissima di<br />
nome Cornelia che amava molto andare alle gare<br />
del fratello. Un giorno Cornelia decise di gareggiare<br />
anche lei, perché le moto le piacevano tantissimo<br />
e ogni volta che vedeva le gare del fratello<br />
aveva sempre voglia di salire su una motocicletta<br />
e correre pure lei, sfidare gli altri cavalieri e fare<br />
vedere che anche le femminucce come lei potevano<br />
andare veloci come i maschietti, ma non era<br />
semplice! Cornelia comprò una moto da corsa e<br />
assunse un meccanico che si chiamava Baldassarre<br />
per trasportare la motocicletta e aggiustarla<br />
tutte le volte che ce n’era bisogno, e le volte<br />
erano tante! lei era un bravo pilota, ma spesso<br />
la moto si rompeva e allora il meccanico lavorava<br />
tutta la notte per ripararla. Giorno dopo giorno,<br />
Baldassarre imparò a conoscere Cornelia e la<br />
dolcezza che sapeva mettere anche in un’attiv<strong>it</strong>à
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così pericolosa e difficile come guidare una motocicletta<br />
da corsa. Finalmente, una mattina di<br />
luglio venne il momento della prima gara importante<br />
e sia Cornelia che il meccanico erano emozionatissimi.<br />
Alla partenza tutti i piloti la prendevano<br />
in giro in silenzio, non degnandola manco di<br />
uno sguardo, certi che non avrebbe mai potuto<br />
competere con loro, eppure Cornelia sorprese<br />
tutti: al via partì velocissima e in pochi giri della<br />
pista aveva già un vantaggio fenomenale e alla<br />
fine vinse la sua prima gara! Sul podio festeggiò<br />
assieme a Baldassarre e nell’euforia della v<strong>it</strong>toria<br />
si diedero un bacio. Fu il primo di una lunga serie,<br />
i due si innamorarono l’uno dell’altra e diventarono<br />
famosi come la coppia di innamorati che vinceva<br />
le gare di motociclette.<br />
- ...e poi?<br />
- Maria, chiudi gli occhi... riesci a immaginare una<br />
donna bellissima con i capelli dello stesso colore<br />
ambra dei tuoi, con le stesse mani affusolate<br />
di Francesco e che ride sempre di felic<strong>it</strong>à? Ecco,<br />
Cornelia era così; Baldassarre, una sera di r<strong>it</strong>orno<br />
da una gara, mentre fuori il loro furgone si<br />
scatenava un temporale estivo, le chiese di sposarlo.<br />
Cornelia non rispose, ma gli baciò la mano<br />
ancora sporca di grasso e disegnò sul vetro del<br />
parabrezza appannato dal loro calore due figure,<br />
una di donna e una di uomo che si tenevano<br />
per mano dentro una casa con una motocicletta<br />
come tetto. Approf<strong>it</strong>tarono della pausa invernale<br />
per comprare una moto più veloce e sposarsi, e<br />
dopo pochi mesi Cornelia aveva già il pancione:<br />
non molto tempo dopo avrebbe partor<strong>it</strong>o. Vi ricordate<br />
del fratello di Cornelia, Camillo? Ecco,<br />
purtroppo era diventato molto invidioso perché<br />
tutti i giornali non facevano che parlare di Cornelia<br />
e non più di lui e delle sue v<strong>it</strong>torie: insomma,<br />
Camillo non era affatto contento di avere una sorella<br />
così brava e famosa e il giorno che Cornelia<br />
partorì non si fece nemmeno vedere.<br />
- Ma era un signore cattivo, papà? - chiese Francesco.<br />
- No, era solo un po’ invidioso e sol<strong>it</strong>ario. Dopo<br />
il parto Cornelia era assolutamente decisa a<br />
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ricominciare a correre con le moto, la nuova stagione<br />
di gare stava per iniziare e lei era tra le favor<strong>it</strong>e<br />
per la v<strong>it</strong>toria del campionato! Baldassarre<br />
desiderava che la moglie per un po’ si riposasse,<br />
Camillo invece sperava che la sorella chiudesse<br />
per sempre con le corse: solo così avrebbe<br />
riconquistato la fama e l’attenzione delle televisioni.<br />
Non fu così: Cornelia decise di ricominciare<br />
sub<strong>it</strong>o a gareggiare anche per battere il fratello<br />
antipatico e dargli una sonora lezione. la nuova<br />
motocicletta era pronta e Cornelia e Baldassare<br />
partirono per andare a disputare la prima gara un<br />
giorno di marzo, ma arrivati in circu<strong>it</strong>o pioveva a<br />
dirotto.<br />
- Come quando il meccanico le chiese di sposarlo?<br />
- No, Maria, molto più forte. Pioveva talmente<br />
tanto che la pista era un lago; alcuni piloti si<br />
spaventarono e decisero di non prendere il via.<br />
Ma Cornelia e Camillo accettarono di correre,<br />
sfidandosi ad andare sempre più forte. Alla partenza<br />
della corsa, Cornelia prese sub<strong>it</strong>o un grande<br />
vantaggio e Camillo seguiva a distanza con la<br />
moto che scivolava da tutte le parti. Al quinto giro<br />
Cornelia aveva dieci secondi di vantaggio, al decimo<br />
quindici secondi e aveva doppiato quasi tutti<br />
i concorrenti in gara, al ventesimo giro aveva accumulato<br />
trenta secondi di vantaggio sul fratello<br />
che la inseguiva senza arrendersi a soli quattro<br />
giri alla fine della gara. Tutti temevano che succedesse<br />
qualcosa di brutto sotto quella pioggia,<br />
il cielo era scuro e un vento rabbioso sferzava il<br />
circu<strong>it</strong>o alzando nuvole di acqua che rendevano<br />
difficilissimo vedere persino i numeri di gara sulle<br />
moto; Baldassarre ad ogni passaggio di Cornelia<br />
davanti ai box esponeva un cartello con l’ordine di<br />
rallentare ma lei sembrava non vedere il cartello<br />
continuando ad andare velocissima, rischiando<br />
ad ogni curva di cadere a causa del vento. Il mar<strong>it</strong>o<br />
incominciò a spaventarsi e chiese al direttore<br />
di gara di sospendere la corsa ma la risposta fu<br />
che oramai mancavano solo due giri e tanto valeva<br />
arrivare fino in fondo. Il vento però era sempre<br />
più forte e piegava i cartelloni pubblic<strong>it</strong>ari alzando<br />
delle enormi nuvole d’acqua che oscuravano la<br />
pista. All’inizio dell’ultimo giro, nel lungo rettilineo<br />
dei box, Cornelia passò con un vantaggio di quasi<br />
cinquanta secondi su Camillo ma proprio lì... - la<br />
narrazione si ferma, solo un attimo- Baldassarre<br />
vide la moto di Cornelia che, mentre sorpassava<br />
un doppiato, veniva scaraventata a terra da una<br />
fortissima raffica di vento e il pilota ruzzolare a<br />
terra, immobile. A quel punto Baldassarre, atterr<strong>it</strong>o,<br />
scavalcò il muro dei box e corse nella pista<br />
per raggiungere il luogo dell’incidente prima di<br />
tutti, prima dei medici, prima dei commissari di<br />
pista, prima di qualsiasi soccorso, in preda ad un<br />
terrore inconcepibile. Erano passati cinque secondi<br />
dall’incidente, la pioggia si mischiava alle<br />
lacrime nel vedere la moglie immobile in mezzo<br />
al rettilineo dei box, e mentre correva gridava<br />
la sua disperata paura: “alzati Cornelia, alzati!!<br />
alzati! Ti prego!!”. Quel corpo steso sull’asfalto<br />
bagnato non si alzava ma Baldassarre ormai era<br />
abbastanza vicino da riconoscere il numero di<br />
gara sulla moto accanto al corpo: il 21, mentre<br />
quello di Cornelia era il 27. Erano trascorsi quindici<br />
secondi, quel corpo non era di Cornelia ma del<br />
pilota che lei stava doppiando e fortunatamente<br />
era solo stord<strong>it</strong>o e iniziava a muoversi. Cornelia<br />
era ancora in pista, tra poco meno di un minuto<br />
avrebbe tagliato il traguardo da vinc<strong>it</strong>rice: Baldassarre<br />
passò dalla disperazione alla gioia; quaranta<br />
secondi dall’incidente, i soccorsi tardavano<br />
ad arrivare ma nonostante il nubifragio e il tifone<br />
tropicale, per Baldassarre la v<strong>it</strong>a è stupenda e il<br />
mondo bellissimo. Cinquantuno secondi dopo<br />
l’incidente una motocicletta arriva velocissima e<br />
a causa della pioggia e del vento non vede in tempo<br />
né il pilota a terra nè Baldassarre, entrambi in<br />
mezzo alla pista nel suo punto più veloce: il pilota<br />
tenta una frenata disperata, ma la moto scivola e<br />
carambolando investe in pieno Baldassarre.<br />
Gianluigi aspetta che la curios<strong>it</strong>à dei bambini<br />
scodelli la prossima domanda. Invece niente,<br />
solo silenzio. Francesco e Maria dormono contenti<br />
dell’ennesima favola della quale non conosceranno<br />
il finale.<br />
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» <strong>Prove</strong> News<br />
- bimbi... dorm<strong>it</strong>e?<br />
Niente da fare, i due pargoli si risveglieranno l’indomani<br />
col sorriso di sempre.<br />
- Beh... la moto che investì Baldassarre era quella<br />
di Camillo, Cornelia vinse la gara e a seguire tutte<br />
le altre, sarà la prima donna a conquistare un<br />
campionato del mondo di motociclismo contro<br />
avversari uomini. Baldassarre, invece, perse l’uso<br />
delle gambe e rimase molto male del fatto che<br />
Cornelia nonostante l’incidente avesse continuato<br />
a correre quell’anno dando la precedenza alla<br />
sua ambizione e lasciandolo a combattere con la<br />
sua menomazione, sost<strong>it</strong>uendolo con altri meccanici<br />
e chiedendo comprensione, lei. Baldassarre<br />
comprese, ma fino ad un certo punto. Ottenne<br />
la separazione e l’affido della prole di appena un<br />
anno, mentre Camillo, forse perché pervaso dai<br />
sensi di colpa, forse perché intimamente responsabile<br />
o forse perché era una buona occasione<br />
per non rimanere solo per tutta la v<strong>it</strong>a, si offrì di<br />
aiutarlo con le sue ingenti risorse di campione di<br />
motociclismo.<br />
Gianluigi pensò che era un bel sogno quello che<br />
stava facendo prima sul divano, proprio un bel sogno:<br />
correre a piedi nella pista bagnata e sferzata<br />
dal vento, raggiungere il pilota a terra e di trovare<br />
sia la tuta che il casco sull’asfalto vuoti, senza<br />
nessuno dentro, mentre il sole bucava le nuvole e<br />
la sua amata Cornelia vinceva la gara, portandolo<br />
con sé sul podio a spumeggiare champagne.<br />
- e tutti vissero felici e contenti... e adesso, dormiamo.<br />
Gianluigi va a prendere il casco sulla mensola e<br />
cerca per l’ennesima volta l’odore di sua moglie<br />
tra l’imbott<strong>it</strong>ura e la visiera opaca. Gli viene da<br />
ridere nel pensare che da sette anni non riesce a<br />
dire la ver<strong>it</strong>à a Francesco e Maria sui motivi della<br />
separazione dei loro gen<strong>it</strong>ori; gli scappa da ridere<br />
perché loro due forse sanno già tutto ed è lui a<br />
farsi mille timori.<br />
Mise le mani sulle ruote e senza cigolii molesti si<br />
portò fuori dalla stanza a colori.<br />
- sarà per un’altra volta. - sussurrò chiudendo la<br />
porta.
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Bernhard Gobmeier nuovo<br />
Direttore Generale Ducati Corse<br />
Filippo Preziosi all’R&D<br />
Ducati nomina Gobmeier nuovo Direttore Generale<br />
Ducati Corse. Preziosi, già Direttore Generale Ducati Corse,<br />
è nominato Direttore Ricerca & Sviluppo Ducati <strong>Moto</strong>r<br />
Holding. Ciabatti diventa Direttore del Progetto <strong>Moto</strong>GP<br />
D66<br />
ucati rivoluziona i vertici<br />
Ducati annuncia la nomina di Bernhard Gobmeier quale nuovo<br />
Direttore Generale Ducati Corse. Gobmeier vanta una significativa<br />
conoscenza nel mondo del motorsport, confermata anche<br />
dalla recente esperienza di Responsabile del progetto Superbike<br />
in BMW. le capac<strong>it</strong>à tecniche e organizzative di questo cinquantatreenne<br />
manager tedesco pongono le basi per una nuova fase di<br />
sviluppo, in vista dei traguardi a cui Ducati punta dopo la recente<br />
acquisizione da parte del Gruppo Audi. Bernhard Gobmeier riporterà<br />
direttamente a Gabriele Del Torchio, Amministratore Delegato<br />
Ducati <strong>Moto</strong>r Holding e, al proprio arrivo, potrà contare sull’esperienza<br />
e professional<strong>it</strong>à di Filippo Preziosi.<br />
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Filippo preziosi lascia le Corse<br />
e passa alla ricerca e sviluppo<br />
l’Ingegner Filippo Preziosi, già Direttore Generale Ducati Corse,<br />
è stato nominato Direttore Ricerca & Sviluppo Ducati <strong>Moto</strong>r<br />
Holding, con riporto al Direttore Generale Ducati <strong>Moto</strong>r Holding,<br />
Claudio Domenicali. Un ruolo prestigioso e strategico per il quarantaquattrenne<br />
<strong>it</strong>aliano, che gli permetterà di mettere a frutto la<br />
grande esperienza maturata in diciotto anni in Ducati, di cui dodici<br />
in Ducati Corse, destinando il suo talento allo sviluppo delle moto<br />
di serie. Paolo Ciabatti è stato nominato Direttore del Progetto<br />
<strong>Moto</strong>GP. Forte di una lunga e pos<strong>it</strong>iva esperienza nel mondo delle<br />
competizioni motociclistiche, il cinquantacinquenne manager<br />
<strong>it</strong>aliano rientra a Borgo Panigale, dopo un’esperienza di coordinamento<br />
del Campionato Mondiale Superbike dove ha rivest<strong>it</strong>o la carica<br />
di Direttore Generale. Direttore del Progetto Superbike Ducati<br />
è stato confermato Ernesto Marinelli (trentanove anni, Ingegnere),<br />
che ricopre questo ruolo in azienda già da due stagioni. Sia Ciabatti<br />
che Marinelli saranno coordinati da Bernhard Gobmeier. le<br />
nuove nomine saranno operative a partire da gennaio 2013.<br />
«Con queste nomine, che seguono la definizione dei piloti 2013<br />
sia in <strong>Moto</strong>GP che in SBK,” – ha commentato Gabriele Del Torchio,<br />
Amministratore Delegato Ducati <strong>Moto</strong>r Holding – “possiamo<br />
affrontare con ottimismo la nuova stagione sportiva. Siamo fiduciosi<br />
che la rinnovata organizzazione ed un’ancora più focalizzata<br />
strategia, contribuiranno a raggiungere gli obiettivi che ci siamo<br />
prefissi, continuando a r<strong>it</strong>enere fondamentale il trasferimento di<br />
know-how dalle competizioni al prodotto, da sempre caratteristica<br />
distintiva e peculiare per ogni moto Ducati».<br />
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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong><br />
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<strong>Moto</strong>GP: salta l’Argentina<br />
cambia il calendario<br />
Il governo spagnolo non scioglie le riserve in tempo per consentire la<br />
disputa del GP di Argentina, il cui esordio sl<strong>it</strong>ta al 2014. R<strong>it</strong>arda il GP<br />
del Qatar<br />
E<br />
cco il calendario defin<strong>it</strong>ivo per la stagione<br />
2013 della <strong>Moto</strong>GP, con una variazione<br />
che non possiamo dire certo inattesa.<br />
Come vi avevamo infatti anticipato qualche<br />
tempo fa in occasione della conferma del GP del<br />
Texas, il forte contrasto fra Spagna ed Argentina<br />
in mer<strong>it</strong>o all’esproprio da parte del governo di<br />
Buenos Aires di Repsol YPF (filiale argentina del<br />
colosso petrolifero spagnolo) aveva dato v<strong>it</strong>a ad<br />
un vero caso diplomatico. Il governo iberico aveva<br />
ufficialmente sconsigliato a tutto il personale<br />
dei team sponsorizzati Repsol di recarsi in Argentina,<br />
azzoppando di fatto un campionato del<br />
mondo in cui la presenza della compagnia iberica<br />
è a dir poco pervasiva in tutte le categorie. A<br />
malincuore Dorna ha dovuto così escludere dal<br />
calendario 2013 la tappa di Termas de Rio Hondo<br />
solo per ricevere il 20 novembre una comunicazi0ne<br />
dal governo di Madrid che, a segu<strong>it</strong>o di<br />
mutate condizioni diplomatiche, revocava il precedente<br />
provvedimento. Troppo tardi perché l’organizzazione<br />
potesse dare il via ai preparativi per<br />
una gara da corrersi il 14 aprile 2013. Dorna ha<br />
già comunicato come il Gran Premio d’Argentina<br />
si correrà regolarmente nel 2014, confermando<br />
dunque l’appoggio alla nuova struttura sudamericana.<br />
A segu<strong>it</strong>o della cancellazione dell’edizione<br />
2013, presumibilmente per lim<strong>it</strong>are la durata<br />
della trasferta extraeuropea, il Gran Premio del<br />
Qatar sl<strong>it</strong>ta quindi dal 31 marzo al 7 aprile (con<br />
buona pace di chi pregustava di chiudere in bellezza<br />
la serata di Pasqua davanti alla TV) per poi<br />
lasciare al circus tre settimane per spostarsi, il<br />
successivo 21/4, sul tracciato di Austin.<br />
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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong><br />
CALENDARIO MOTOGP<br />
5-7 febbraio - Sepang - <strong>Moto</strong>GP<br />
12-14 febbraio - Valencia - <strong>Moto</strong>2 e <strong>Moto</strong>3<br />
18-19 febbraio - Jerez - <strong>Moto</strong>2 e <strong>Moto</strong>3<br />
26-28 febbraio - Sepang - <strong>Moto</strong>GP<br />
11-13 marzo - Jerez - <strong>Moto</strong>2 e <strong>Moto</strong>3<br />
15-17 marzo - Jerez - <strong>Moto</strong>GP<br />
7 aprile - GP Qatar - losail (notturna)<br />
21 aprile - GP Texas - Austin<br />
5 maggio - GP Spagna - Jerez<br />
19 maggio - GP Francia - le Mans<br />
2 giugno - GP Italia - Mugello<br />
16 giugno - GP Catalunya - Barcellona<br />
29 giugno - GP Olanda - Assen (sabato)<br />
14 luglio - GP Germania - Sachsenring<br />
21 luglio - GP USA - laguna Seca (solo <strong>Moto</strong>GP)<br />
18 agosto - GP Indianapolis - Indianapolis<br />
25 agosto - GP Rep. Ceca - Brno<br />
1 settembre - GP Gran Bretagna - Silverstone<br />
15 settembre - GP S.Marino - Misano<br />
29 settembre - GP Aragon - Aragon<br />
13 ottobre - GP Malesia - Sepang<br />
20 ottobre - GP Australia - Phillip Island<br />
27 ottobre - GP Giappone - Motegi<br />
10 novembre - GP Valencia - Valencia
el corso dell’edizione 2012 di<br />
EICMA abbiamo avuto l’opportun<strong>it</strong>à,<br />
come osp<strong>it</strong>i dello stand<br />
Nolan, di porgere alcune domande<br />
al sempre gentile e disponibile<br />
Marco Melandri, che<br />
ci ha anticipato alcune nov<strong>it</strong>à<br />
sulla stagione SBK 2013 e che<br />
ci ha inoltre parlato anche di<br />
<strong>Moto</strong>GP svelandoci differenze<br />
e peculiar<strong>it</strong>à di entrambe le discipline.<br />
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Marco Melandri a EICMA<br />
“Sykes è il favor<strong>it</strong>o SBK 2013”<br />
di Alessandro Colombo | Abbiamo avuto l’opportun<strong>it</strong>à<br />
di intervistare allo stand Nolan nel corso di EICMA 2012<br />
Marco Melandri, pilota ufficiale BMW in SBK, che ci ha<br />
svelato le sue aspettative sia sulla moto 2013 che sul<br />
campionato del prossimo anno<br />
N<br />
L’anno prossimo in sBK ci saranno<br />
molte nov<strong>it</strong>à: alstare<br />
con Ducati, althea forse con<br />
aprilia e una griglia di partenza<br />
senza Max Biaggi. Che<br />
campionato prevedi?<br />
«Di sicuro molto combattuto.<br />
Credo che il regolamento attuale<br />
sia molto equilibrato, si<br />
pensi solo al fatto che i “primi”<br />
cinque piloti del campionato<br />
avranno cinque moto diverse,<br />
il che è sicuramente sinonimo<br />
di spettacolo. Io, al momento,<br />
vedo la Kawasaki con Sykes<br />
come favor<strong>it</strong>a, nel senso che<br />
è quella già più a posto con le<br />
gomme nuove da 17”, anche se<br />
immagino che la Honda, con<br />
l’aiuto dell’HRC, sia destinata<br />
a fare un bel salto in avanti,<br />
così come anche la Ducati con<br />
la Panigale, che senza i famosi<br />
sei kg (quelli imposti come<br />
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Superbike »» » <strong>Prove</strong> News
zavorra alle bicilindriche nel<br />
corso di quest’anno, Ndr.) sarà<br />
sicuramente compet<strong>it</strong>iva».<br />
Hai provato a Jerez la BMW<br />
2013, anche se per poco<br />
dato che pioveva. Quali sono<br />
state le tue prime impressioni?<br />
Cosa ti aspetti da quella<br />
moto?<br />
«Al momento, onestamente,<br />
non ho molte risposte perché<br />
abbiamo fatto pochi giri<br />
e sul bagnato. Passando dalle<br />
gomme da 16” a quelle da<br />
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17” cambiano completamente<br />
le caratteristiche della moto.<br />
Dobbiamo quindi ripartire con<br />
una moto del 2012 e prima<br />
adattare le moto alle coperture<br />
e poi cercare di capire dove la<br />
moto nuova va meglio e dove<br />
invece peggio. Speriamo di trovare<br />
il bel tempo a Jerez a fine<br />
novembre per i prossimi test».<br />
Ci sono state nov<strong>it</strong>à importanti<br />
sulla moto 2013?<br />
«No. Anche perché non vogliamo<br />
stravolgere il progetto,<br />
abbiamo solo bisogno di migliorare<br />
in quelle aree in cui<br />
siamo un pochino in difficoltà».<br />
Dal punto di vista elettronico<br />
invece ci sono state nov<strong>it</strong>à?<br />
«Per quanto riguarda l’elettronica<br />
lavoriamo gara dopo gara.<br />
Non abbiamo mai smesso di<br />
svilupparla nel corso di tutto<br />
l’anno. Stiamo lavorando su un<br />
componente importante per<br />
effettuare uno step abbastanza<br />
intenso e, se tutto va bene,<br />
speriamo di averlo per gennaio,<br />
ma non sono così ottimista di<br />
riuscire ad avere aggiornamenti<br />
importanti per la prima gara,<br />
anche se stiamo lavorando a<br />
360° sulla moto».<br />
Non ci puoi anticipare di che<br />
step evolutivo si tratta?<br />
«E’ qualcosa di molto tecnico<br />
e a dire la ver<strong>it</strong>à non so bene<br />
nemmeno io di cosa si tratti,<br />
anche se stiamo lavorando<br />
molto per migliorare il controllo<br />
di trazione che al momento<br />
è un po’ invasivo e ci lim<strong>it</strong>a un<br />
pochettino. Non riusciamo ad<br />
usarlo come vorremmo».<br />
prime impressioni sul tuo<br />
nuovo compagno di squadra<br />
Chaz Davies?<br />
«Molto buone. E’ un ragazzo<br />
molo equilibrato e anche molto<br />
tecnico e metodico. Per noi<br />
rappresenta un valore aggiunto,<br />
anche perché ci permette<br />
di poter comparare il motore<br />
dell’Aprilia con quello BMW,<br />
che secondo me era la quattro<br />
cilindri migliore a livello di<br />
propulsore. lui ha rafforzato e<br />
confermato i miei commenti,<br />
quindi questo è importante, anche<br />
perché ci permette di avere<br />
una strada comune da seguire<br />
per lo sviluppo».<br />
infront cede il passo a Dorna.<br />
Tu conosci entrambi. secondo<br />
te cosa cambierà e cosa<br />
speri che cambi?<br />
«Onestamente non lo so. Non<br />
lo so perché non so in che termini<br />
venga affrontato questo<br />
cambio, se in modo drastico o<br />
“sfumato”. Di sicuro io spero<br />
che il livello tecnico della SBK<br />
non si abbassi da quello attuale,<br />
perché vorrebbe dire tagliare<br />
fuori dalla v<strong>it</strong>toria tante moto<br />
che non partono da una base<br />
stradale compet<strong>it</strong>iva.<br />
Adesso tante moto diverse<br />
vincono le gare e molti piloti<br />
con moto diverse se la giocano,<br />
quindi secondo me la formula<br />
attuale è quella giusta.<br />
In <strong>Moto</strong>Gp invece è un momento<br />
difficile e la proposta di<br />
27 Novembre<br />
2012<br />
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Superbike »» » <strong>Prove</strong> News<br />
regolamento formulata per il<br />
2014 mi sembra che comporti<br />
solo un aumento di costi, in<br />
quanto la centralina unica con<br />
software libero comporta l’avere<br />
comunque una centralina<br />
libera, e in questo caso si deve<br />
riuscire a consumare un l<strong>it</strong>ro in<br />
meno di benzina rispetto ai 21<br />
attuali, il che significa investire<br />
soldi per far andare le moto<br />
ugualmente forte ma consumando<br />
meno. Si andrebbe così<br />
dalla parte opposta rispetto a<br />
dove si dovrebbe andare».<br />
per te, che hai corso in entrambi<br />
i campionati, cosa<br />
dovrebbe fare la <strong>Moto</strong>Gp per<br />
tornare al livello di spettacolar<strong>it</strong>à<br />
che c’era fino al 2006?<br />
«Secondo me bisognerebbe<br />
sicuramente realizzare delle<br />
gomme più facili, magari meno<br />
performanti ma più intu<strong>it</strong>ive,<br />
in modo da permettere di “coprire”<br />
un po’ dei problemi della<br />
moto.<br />
In aggiunta a ciò si dovrebbe un<br />
pochettino abbassare il livello<br />
dei primi, perché il livello tecnico<br />
è talmente elevato da imporre<br />
agli insegu<strong>it</strong>ori di spendere<br />
troppi soldi per cercare di stare<br />
lì davanti, senza permettere<br />
però la certezza di riuscire ad<br />
arrivarci, cosa che in SBK non<br />
esiste.<br />
Il livello in Superbike è comunque<br />
alto, ma non c’è “quell’ultimo<br />
gradino di esasperazione”<br />
che c’è invece in <strong>Moto</strong>Gp, permettendo<br />
quindi di equilibrare i<br />
valori in campo».<br />
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S<br />
i può dire che per il Max tedesco questo<br />
sia un po’ come un r<strong>it</strong>orno a casa, visto<br />
che dopo aver iniziato nell’Europeo 250<br />
ed aver corso in Supersport nel 2004, i suoi migliori<br />
anni Neukirchner li ha trascorsi nel mondiale<br />
Superbike dove ha debuttato con la Honda del<br />
team Klaffi per poi terminare nel 2010 con un’altra<br />
Honda, quella del team Ten Kate. Il suo anno<br />
migliore è stato il 2008 qua ndo con la Suzuki<br />
del team Alstare ha conquistato il primo posto<br />
a Monza e Misano, il peggiore quello successivo,<br />
con il grave incidente nella prima variante a Monza<br />
che lo ha costretto lontano dalle piste fino alla<br />
gara di Imola dove si è nuovamente infortunato.<br />
Con la Honda Ten Kate Max non riesce a trovare<br />
lo stesso feeling che aveva con la Suzuki e allora<br />
emigra in <strong>Moto</strong>2 dove però non riesce mai ad<br />
emergere dall’anonimato. Da qui la decisione di<br />
tornare in Superbike grazie al suo ex manager<br />
ed ex pilota Mario Rubatto. l’<strong>it</strong>alo tedesco ha<br />
allest<strong>it</strong>o per lui un nuovo team e scelto la nuova<br />
Ducati Panigale per rilanciare Neukirchner<br />
nel campionato dove ha già disputato 125 gare<br />
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Max Neukirchner<br />
“Il mondiale Superbike è<br />
il mio campionato”<br />
di Carlo Baldi | Per un Max che se ne va ce n’è un<br />
altro che r<strong>it</strong>orna. Dopo due anni trascorsi in <strong>Moto</strong>2,<br />
Max Neukirchner torna ai campionati derivati dalla<br />
serie e sceglie la nuova Ducati 1199 Panigale per<br />
tornare ai vertici della categoria<br />
ed è sal<strong>it</strong>o 10 volte sul podio. Dopo aver provato<br />
la sua Panigale al Mugello, ad Aragon e quindi a<br />
Jerez Max ci è sembrato entusiasta ed ansioso di<br />
cimentarsi nuovamente in Superbike.<br />
Max com’è nato il tuo nuovo team?<br />
«Ha fatto tutto Mario Rubatto che dopo aver<br />
preparato attentamente questo nuovo progetto<br />
mi ha telefonato per dirmi se volevo correre nel<br />
mondiale Superbike con la nuova 1199. Gli ho<br />
detto immediatamente di sì e ora sono il pilota<br />
del MR Racing Team».<br />
sei contento di tornare a correre nel mondiale<br />
superbike?<br />
«Sì molto. Ho corso per molti anni in Superbike<br />
ho conquistato 10 podi e due v<strong>it</strong>torie e ora il mio<br />
obiettivo è quello di tornare a far bene e di bissare<br />
i miei successi cercando magari di fare ancora<br />
meglio.<br />
Il mondiale Superbike è il mio campionato quello<br />
dove mi sento maggiormente a mio agio e questo<br />
mi aiuterà a far bene».<br />
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Anno<br />
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Superbike » <strong>Prove</strong>
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Cosa ci puoi dire della <strong>Moto</strong>2 ?<br />
«E’ un campionato molto difficile. le moto sono<br />
molto simili tra loro e quindi la compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à è<br />
altissima. Se non hai tutto perfettamente in ordine<br />
non puoi emergere, anche se ti impegni al<br />
massimo».<br />
Hai già provato la panigale. Che impressione<br />
ti ha fatto?<br />
«Mi è piaciuta molto sin dal primo giro. Naturalmente<br />
dobbiamo ancora lavorare molto per<br />
metterla a punto, ma lo faremo con l’aiuto della<br />
Ducati e questo mi rende ottimista per il futuro. Il<br />
team poi mi ha fatto sub<strong>it</strong>o sentire il suo appoggio<br />
e ho lavorato sub<strong>it</strong>o molto bene assieme ai<br />
miei nuovi tecnici.<br />
Certo la Superbike è difficile, ma noi siamo pronti<br />
e determinati».<br />
i tuoi obiettivi per la prossima stagione?<br />
«Non mi pongo particolari obiettivi se non quello<br />
di dare il massimo e cercare di mettermi in luce.<br />
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Superbike » <strong>Prove</strong><br />
Non ho ancora visto in azione i miei avversari, ma<br />
so che sono molti e tutti molto bravi. Con l’aiuto<br />
della Ducati e della mia squadra sono certo che<br />
sarà una buona stagione».<br />
Dorna gestirà anche la superbike. Cosa ne<br />
pensi?<br />
«Non ho mai avuto problemi con Dorna in questi<br />
due anni nei quali ho corso in <strong>Moto</strong>2. Sono certo<br />
che faranno bene anche in Superbike e che lavoreranno<br />
con professional<strong>it</strong>à per mantenerla a un<br />
altissimo livello».<br />
Hai molti tifosi in <strong>it</strong>alia. Hai un messaggio per<br />
loro?<br />
«Sia per noi che per la Ducati la prossima stagione<br />
rappresenterà una nuova e affascinante sfida.<br />
Spero che i miei tifosi <strong>it</strong>aliani possano aumentare<br />
visto che corro con una moto <strong>it</strong>aliana. Cercherò<br />
di dare il massimo per dare delle soddisfazioni ai<br />
miei supporters e di conseguenza anche a quelli<br />
della casa di Borgo Panigale».<br />
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La storia di Erica Lago<br />
una giovanissima nel Mondiale Cross<br />
di Andrea Perfetti | Chiara Fontanesi ha vinto il Mondiale<br />
MX 2012, ma non è stata la sola protagonista <strong>it</strong>aliana.<br />
Vi raccontiamo l’immensa passione per il Cross di Erica,<br />
arrivata alle moto quasi per caso e oggi promessa dello sport<br />
La storia di<br />
Erica Lago.<br />
una giovanissima<br />
<strong>it</strong>aliana al<br />
Mondiale<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
Femminile<br />
Chiara Fontanesi ha vinto il<br />
Mondiale MX 2012, ma non è<br />
stata la sola protagonista. Vi<br />
raccontiamo l’immensa passione<br />
per il Cross di Erica, arrivata<br />
alle moto quasi per caso e oggi<br />
promessa dello sport. In sella<br />
alla sua Suzuki RMz 250 è uno<br />
dei talenti più promettenti del<br />
panorama <strong>it</strong>aliano <strong>Moto</strong>cross.<br />
Come hai iniziato? Chi ti ha<br />
trasmesso la passione per il<br />
<strong>Moto</strong>cross?<br />
«Stranamente ho iniziato tardi<br />
anche se la passione mio papà<br />
me l’ha trasmessa fin da piccola.<br />
Ho iniziato a correre a 18<br />
anni. A 8 anni avevo una lem<br />
monomarcia che ho tenuto<br />
fino a 10 anni. Ma non fa testo<br />
direi, perché la mia prima gara<br />
l’ho fatta nel 2008, una gara di<br />
Campionato Italiano femminile<br />
che all’epoca si chiamava Coppa<br />
Italia. Solo dopo 3 mesi che<br />
ero in sella ad una moto, fu una<br />
tragedia! Caddi tantissime volte,<br />
non vidi nemmeno il cartello<br />
dei due giri alla fine. Ma ricordo<br />
benissimo l’orgoglio della<br />
mia famiglia che mi ha sempre<br />
sostenuta quando nel 2010 mi<br />
contattarono per partecipare<br />
al Mondiale Femminile e ricordo<br />
quando mio padre mi disse:<br />
“Erica hai iniziato per sbaglio<br />
si può dire, eppure hai già fatto<br />
tanta strada e molti ti conoscono<br />
già”. E’ vero ho iniziato per<br />
sbaglio ma mio papà ha sempre<br />
avuto un Team, nel dicembre<br />
2007 si r<strong>it</strong>rovò con una moto a<br />
casa, lì, ferma e senza andare in<br />
pista alla domenica, resistette<br />
3 o 4 domeniche di fila, poi mi<br />
disse: “Erica vuoi provare tu?”.<br />
Io non aspettavo altro. la domenica<br />
dopo eravamo in pista<br />
a provare nella sabbia, pensai:<br />
“E’ difficilissimo!”, ma il sabato<br />
dopo era già tutto pronto per<br />
riprovarci e da lì non ho più<br />
smesso».<br />
Quanto ti alleni?<br />
«Ogni domenica sono in pista<br />
ad allenarmi, se riesco ci vado<br />
80 81<br />
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2012<br />
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pure durante la settimana una<br />
o due volte, o comunque nel periodo<br />
invernale mi alleno in bici<br />
e in palestra».<br />
Che sacrifici comporta essere<br />
una pilota di <strong>Moto</strong>cross?<br />
«Questa passione ti obbliga a<br />
fare sacrifici enormi, perché<br />
per me uscire alla sera è improponibile,<br />
non riuscirei mai ad<br />
allenarmi il giorno dopo! Ma se<br />
è una cosa che ti senti davvero<br />
dentro, non ti pesa per nulla<br />
passare giorni interi al freddo<br />
o sotto alla pioggia per allenarti<br />
82<br />
anche perché sai che comunque<br />
dopo le soddisfazioni arrivano<br />
e i miglioramenti li notano<br />
tutti».<br />
Quali sono i tuoi sportivi di riferimento?<br />
«Reputo Tony Cairoli un alieno.<br />
E’ semplicemente unico,<br />
un campione in pista e fuori. E’<br />
bravissimo in ogni terreno ed è<br />
umile con tutti anche se il mio<br />
pilota di riferimento è sempre<br />
stato mio papà, lui ha gareggiato<br />
per vent’anni in campionati<br />
regionali e nazionali e io<br />
ho assorb<strong>it</strong>o questa passione<br />
seguendolo nelle gare da piccolissima».<br />
Quali sono i tuoi obiettivi?<br />
«I prossimi obiettivi sono il podio<br />
nel Campionato Italiano<br />
Femminile 2013 ed entrare nelle<br />
top 15 del Campionato Mondiale<br />
Femminile 2013.<br />
Purtroppo quest’anno sono<br />
stata sfortunata, perché mi<br />
sono infortunata, ma penso di<br />
avere le carte le regola per poter<br />
ottenere questi risultati».<br />
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G<br />
razie Pino, grazie Bruno. Grazie per<br />
averci fatto passare un fantastico pomeriggio<br />
assieme a moltissimi dei<br />
m<strong>it</strong>ici personaggi che hanno fatto la storia del<br />
motocross, grazie per aver permesso a tanti<br />
appassionati e spettatori occasionali di partecipare<br />
gratu<strong>it</strong>amente alla manifestazione<br />
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Bartolini e gli Yankee<br />
danno spettacolo alla Transborgaro<br />
di Massimo Zanzani | Il campione del mondo 500 1999 si è<br />
aggiudicato la classe ’90 e la contesa Superfinale; applausi<br />
anche per Santi, Gaspardone e per gli statun<strong>it</strong>ensi lechien,<br />
lackey, laporte e Sm<strong>it</strong>h<br />
(quanto costa un abbigliamento di motocross,<br />
hanno chiesto un paio di ragazzi ad un pilota),<br />
grazie per avere dato un esempio di passione<br />
pura che è ancora il collante che fa del motocross<br />
uno sport vero perché ancora genuino come una<br />
volta. Calarsi in un’atmosfera che ripercorre<br />
quelli che probabilmente sono stati i trent’anni<br />
più belli del motocross <strong>it</strong>aliano e mondiale è stata<br />
un’esperienza esaltante. E istruttiva, considerato<br />
che l’impegno messo dai bei nomi presenti<br />
ha sottolineato come quando uno ce l’ha nel<br />
DNA, la stoffa del campione e l’indom<strong>it</strong>a voglia di<br />
primeggiare anche a distanza di anni non svaniscono.<br />
E che cambiano i tempi sul giro ma non la<br />
classe e lo stile. Nella cena del sabato sera tutti<br />
amici, i ricordi di una volta tra un bicchiere e l’altro,<br />
le reciproche rassicurazioni “io è tanto che<br />
non mi alleno….”, ma il giorno dopo col coltello<br />
tra i denti di nuovo antagonisti come quando le<br />
cronache li vedevano protagonisti. l’edizione<br />
di quest’anno della Transborgaro, che a parte<br />
un breve periodo di pausa si corre dal 1976, ha<br />
segnato l’esordio di Andrea Bartolini che dopo<br />
essere stato protagonista una settimana prima a<br />
RideForlife ha dato lustro una volta di più al suo<br />
pedigree imponendo la sua classe in ogni gara a<br />
84 85<br />
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cui ha preso parte. Ha iniziato vincendo la manche<br />
riservata ai padri della Coppa Famiglia, poi si<br />
è aggiudicato le due batterie della categoria Anni<br />
’90 per poi chiudere in bellezza facendo sua anche<br />
la Superfinale con al via i migliori di tutte e tre<br />
le classi in programma. Nella stessa categoria la<br />
seconda piazza è andata a Mauro Moretto che ha<br />
preceduto Cristian Ravaglia, Giuseppe Gallino,<br />
Massimo Beltrami e il coriaceo Giovanni Bussei;<br />
sfortunato invece Michele Fanton, che dopo il 5°<br />
posto della prima manche in quella successiva si<br />
è r<strong>it</strong>irato dopo una caduta causata da un sasso.<br />
anni ‘70<br />
Il toscano ex pilota Ancillotti Mauro Santi si è<br />
invece aggiudicato entrambe le batterie della<br />
classe Anni ’70, spuntandola su Eraldo Callegari<br />
e il romano ex portacolori delle Fiamme Oro Pietro<br />
Miccheli che ha segnato il giro più veloce in
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entrambe le manche. Una lussazione al ginocchio<br />
sinistro nelle ultime battute della prima<br />
manche non ha imped<strong>it</strong>o a Franco Perfini di tagliare<br />
il traguardo terzo, ma lo ha tagliato fuori<br />
dalla prova successiva: peccato, perché ancora<br />
oggi fa sfoggio della sua guida pul<strong>it</strong>a che sarebbe<br />
bello rivedere sulla sua Gilera ufficiale bicilindrica.<br />
In evidenza anche il bergamasco mattatore<br />
nel cross e nell’enduro Alessandro Gr<strong>it</strong>ti, il Patron<br />
N<strong>it</strong>al Italia ex ufficiale TGM nonché dakariano<br />
Aldo Winkler che nonostante abbia compromesso<br />
il risultato per essere rimasto sotto<br />
al cancello di partenza della seconda manche<br />
si è piazzato 9° alle spalle di Enrico Bertone.<br />
Una caduta all’ultimo giro della prima frazione<br />
ha invece costretto Marty Sm<strong>it</strong>h a prendere<br />
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defin<strong>it</strong>ivamente la via dei box, ma non prima di<br />
averci fatto gustare la sua bella e fluida guida.<br />
anni ‘80<br />
Doppietta anche nella contesa Anni ’80, con Giuseppe<br />
Gaspardone che ha fatto vedere come il<br />
tempo sia passato senza scalfire la sua determinazione<br />
imponendosi sul sempreverde Paolo Caramellino<br />
e su Palmiro Falcioni autore del miglior<br />
tempo sul giro in Gara 2. Nella prima manche ha<br />
avuto un grintoso scambio di posizioni nientemeno<br />
che con Ron lechien, il quale si è dovuto<br />
accontentare del posto d’onore per poi chiudere<br />
quella successiva 9° in recupero dall’ultima posizione<br />
dopo essere caduto alla partenza. Hanno<br />
movimentato la gara anche Stefano Cardellini,<br />
Fabio “Barabba” Turci, il vice campione 125 1986<br />
Massimo Contini, Alberto Dotti, Alois Niedermayr<br />
e Danny laporte che però a causa di una<br />
caduta ha portato a termine solo la prima manche.<br />
18° Michele Magarotto, caduto nella prima<br />
manche e rimasto attardato nello scontro finale<br />
per lo spegnimento della moto, mentre non si è<br />
schierato al via l’altoatesino Arno Drechsel, ufficiale<br />
Honda Germania ai primi anni ’80 assieme<br />
al tedesco Rolf Dieffenbach, infortunatosi mentre<br />
si allenava per la Transborgaro.<br />
Coppa Famiglia<br />
la Coppa Famiglia, gara a coppie con i due partecipanti<br />
legati da uno stretto vincolo di parentela,<br />
ha registrato il successo di Franck Philippaerts e<br />
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del figlio più piccolo Deny, che l’ha spuntata grazie<br />
al miglior piazzamento riportato nella seconda<br />
frazione dopo aver chiuso a pari punti con Andrea<br />
e Fabrizio Bartolini; terzo gradino del podio<br />
per la famiglia Costa. la giornata, intramezzata<br />
da un paddock ricco di chicche d’epoca e dal giro<br />
d’onore dei campioni del mondo Brad lackey,<br />
Danny laPorte, Andrea Bartolini e David Philippaerts<br />
sal<strong>it</strong>o per l’ultima volta in sella alla Yamaha,<br />
si è conclusa con una agguerr<strong>it</strong>a Superfinale<br />
che ha visto il tentativo di fuga di Ravaglia acciuffato<br />
poco dopo metà gara da Andrea Bartolini<br />
rimasto poi al comando sino al traguardo dove<br />
ha preceduto Deny Philippaerts e il bolognese.<br />
Guarda le classifiche: Anni ‘70, Anni ‘80, Anni ‘90,<br />
Superfinale, Coppa Famiglia
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Franco Picco<br />
“Parto per la Dakar n. 20”<br />
di Nico Cereghini | Franco Picco, intervistato all’EICMA<br />
da Nico Cereghini, racconta come stanno procedendo i<br />
preparativi per la prossima Dakar che lo vedrà impegnato<br />
a condurre un piccolo gruppo di <strong>it</strong>aliani. <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> lo seguirà<br />
passo dopo passo nella sua avventura<br />
F<br />
ranco Picco, intervistato all’EICMA da<br />
Nico Cereghini, racconta come stanno<br />
procedendo i preparativi per la prossima<br />
Dakar che lo vedrà impegnato a condurre un piccolo<br />
gruppo di <strong>it</strong>aliani. <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> lo seguirà passo<br />
dopo passo nella sua avventura in Sudamerica.<br />
<strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> alla Dakar con Franco picco<br />
Il nostro “viaggio” insieme a Franco Picco inizierà<br />
ben prima di partire per la Dakar. Cominceremo<br />
infatti con il raccontare la storia dei quattro<br />
<strong>it</strong>aliani che partiranno al segu<strong>it</strong>o di Franco.<br />
Quattro persone normalissime con una passione<br />
indescrivibile per i rally e un sogno nel cassetto:<br />
prendere parte alla m<strong>it</strong>ica Dakar. Quest’anno è il<br />
loro anno, sono iscr<strong>it</strong>ti alla Dakar (magari rinunciando<br />
a qualche vacanza) e quel sogno ora ce<br />
l’hanno stretto in pugno.<br />
Proseguiremo con il raccontarvi la fase di<br />
88<br />
allestimento delle Yamaha WR450F.<br />
Ogni particolare deve essere perfetto e a prova<br />
di deserto, ma soprattutto sarà interessante<br />
vedere come, con meno accorgimenti di quanti<br />
ci si possa aspettare, si trasforma una moto<br />
“normale” in un’inarrestabile macchina capace<br />
di macinare chilometri in ogni condizione: dagli<br />
acqu<strong>it</strong>rini dell’Argentina ai deserti del Cile. Come<br />
ogni anno seguiremo quotidianamente la diretta<br />
della Dakar e in più riporteremo live le emozioni<br />
e le avventure di Franco Picco e degli <strong>it</strong>aliani del<br />
suo gruppo.<br />
Getteremo uno sguardo oltre le classifiche e i risultati,<br />
dr<strong>it</strong>to allo spir<strong>it</strong>o più vero dei grandi rally.<br />
Concluderemo poi con il racconto delle esperienze<br />
di ciascun membro del gruppo e con lo smontaggio<br />
del motore di Franco: vedremo come la<br />
meccanica Yamaha ha retto alle sollec<strong>it</strong>azioni di<br />
una gara impegnativa come la Dakar.<br />
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Sport<br />
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Intervista a Juha Salminen<br />
il Valentino Rossi dell’Enduro Mondiale<br />
di Andrea Perfetti | Per presentarvelo basti dire che è il più t<strong>it</strong>olato<br />
pilota del Mondiale Enduro. le sue v<strong>it</strong>torie: otto t<strong>it</strong>oli mondiali, sette<br />
Sei Giorni, due campionati USA. E il leggendario finlandese a 36 anni<br />
ha ancora fame. Proprio come Valentino<br />
Intervista a<br />
Juha salminen, il<br />
valentino rossi<br />
dell’Enduro<br />
Mondiale<br />
Pochi piloti nel Mondiale di<br />
Enduro vantano il palmares di<br />
Juha Salminen. Il trentaseienne<br />
pilota finlandese ha concluso<br />
la stagione 2012 al terzo posto<br />
nella Classe E2 in sella alla<br />
Husqvarna TE 310. Nel 2011<br />
si era laureato campione del<br />
mondo nella E1 con la TE 250. E<br />
nel 2013 sarà di nuovo al via del<br />
Mondiale, sempre con la Casa<br />
<strong>it</strong>aliana Husqvarna.<br />
l’elenco delle sue v<strong>it</strong>torie ha<br />
dell’incredibile: Juha ha vinto<br />
8 t<strong>it</strong>oli mondiali, 5 t<strong>it</strong>oli assoluti<br />
(quando ancora c’era la relativa<br />
categoria), 7 Sei Giorni, 2<br />
GNCC USA (il campionato di<br />
cross country americano).<br />
Abbiamo incontrato Salminen<br />
a EICMA 2012. Il pilota<br />
Husqvarna ci ha accolti con la<br />
consueta gentilezza e disponibil<strong>it</strong>à<br />
che hanno fatto di lui uno<br />
dei professionisti più apprezzati<br />
del Mondiale Enduro.<br />
È vero, è un campione stra-t<strong>it</strong>olato,<br />
ma mantiene sempre un<br />
approccio timido e gentile. Dovrebbe<br />
dare lezioni di condotta<br />
a tanti piloti in erba: ne abbiamo<br />
visti parecchi montarsi la<br />
testa per la v<strong>it</strong>toria di un semplice<br />
campionato provinciale.<br />
lui no, dopo 15 anni sulla cima<br />
del mondo è ancora un maestro<br />
di umiltà.<br />
Juha, com’è andata la stagione<br />
con Husqvarna?<br />
«E’ andata benino. Diciamo che<br />
abbiamo avuto un bel po’ di<br />
sfortuna.<br />
la moto è andata sempre bene,<br />
non ha avuto problemi. Sono<br />
stato sfortunato, come in Argentina<br />
(quando si r<strong>it</strong>irò nella<br />
prima giornata a causa della<br />
corona danneggiata contro un<br />
sasso. Il secondo giorno vinse.<br />
Ndr).<br />
Sarebbe bastato poco per ottenere<br />
risultati migliori».<br />
Guidi una moto <strong>it</strong>aliana, assist<strong>it</strong>o<br />
da un team <strong>it</strong>aliano.<br />
Come ti trovi a varese?<br />
«Ho lavorato diversi anni con<br />
gli <strong>it</strong>aliani, ora con Azzalin in<br />
Husqvarna, in passato con Farioli<br />
in KTM. la mental<strong>it</strong>à vostra<br />
è diversa da quella dei finlandesi,<br />
ma ciò non mi crea alcun<br />
problema. Sapete lavorare<br />
bene e la cosa importante, per<br />
tutti, è impegnarsi al massimo.<br />
Non ci sono problemi, anzi mi<br />
trovo benissimo!».<br />
Hai vinto 8 t<strong>it</strong>oli mondiali, hai<br />
36 anni. sei soddisfatto o hai<br />
ancora fame di v<strong>it</strong>torie?<br />
«Ho vinto fino a oggi tutto quello<br />
che potevo. Non c’è altro<br />
che possa vincere. All’inizio<br />
c’era più passione, oggi questa<br />
è cambiata, si esprime in una<br />
forma diversa. Prima volevo<br />
diventare campione del mondo.<br />
Oggi ho coronato questo<br />
sogno e il mio è diventato un<br />
vero lavoro, è cambiata la prospettiva».<br />
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Sport
Hai ancora le motivazioni<br />
giuste?<br />
«Certo. Sono consapevole di<br />
fare un lavoro fantastico e cerco<br />
di farlo al meglio per dare le<br />
giuste soddisfazioni anche ai<br />
miei datori di lavoro. Credono<br />
in me e devo ripagarli con le<br />
v<strong>it</strong>torie. Oggi le moto sono per<br />
me un lavoro e cerco semplicemente<br />
di dare il massimo».<br />
Dopo due anni di v<strong>it</strong>torie in<br />
usa, sei tornato in Finlandia.<br />
Eppure là vincevi e pagavano<br />
molto bene.<br />
«I due anni in America sono<br />
stati una parentesi, era stabil<strong>it</strong>o<br />
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così da prima che partissi. Io<br />
amo vivere in Europa, in Finlandia<br />
che è la mia terra. Il mio piano<br />
era proprio di andare là per<br />
due anni e tornare poi in Europa,<br />
possibilmente v<strong>it</strong>torioso. Ed<br />
è andata proprio così».<br />
il tuo team è in <strong>it</strong>alia. Hai una<br />
base anche qui come diversi<br />
altri piloti?<br />
«No, vengo in Italia solo per i<br />
meeting col mio team. Poi passo<br />
molto tempo in viaggio ai<br />
GP.<br />
Quando posso, torno sempre a<br />
casa, in Finlandia, da mia moglie<br />
e dai miei due bambini».<br />
Che programmi hai<br />
per il futuro?<br />
«Non lo so davvero, ho ancora<br />
un anno di contratto con<br />
Husqvarna, poi davvero non so<br />
che farò. È difficile dire basta<br />
con le corse in moto finché sei<br />
compet<strong>it</strong>ivo».<br />
sei un po’ il valentino rossi<br />
dell’enduro, vuoi sfidare<br />
i giovani e non ti tiri indietro<br />
di fronte alla sfide. i tuoi due<br />
anni in BMW ricordano un po’<br />
l’esperienza di rossi alla Ducati.<br />
«Sì, è vero. Mi piace ancora<br />
correre in moto e oggi ho<br />
anche l’esperienza che mi mancava<br />
anni fa. Come Valentino,<br />
ogni anni ho bisogno di nuove<br />
sfide da affrontare per mettermi<br />
alla prova. Ho passato due<br />
anni con BMW (due anni senza<br />
t<strong>it</strong>olo mondiale, ma vissuti con<br />
grande rispetto nei confronti<br />
del team tedesco. Differente<br />
fu il comportamento di David<br />
Knight che si lasciò molto male<br />
con BMW. Ndr). Tanti hanno<br />
cr<strong>it</strong>icato la mia scelta. Invece<br />
non cambierei nulla in passato,<br />
perché ho imparato molto<br />
dal lavoro con gli ingegneri tedeschi,<br />
è stata un’esperienza<br />
costruttiva. Non sapevo che si<br />
potessero modificare così tante<br />
parti nella moto».<br />
Quali sono i tuoi hobby?<br />
«Più che veri e propri hobby,<br />
pratico una serie di sport che<br />
mi permettono di allenarmi<br />
per la moto. Vado in bici soprattutto<br />
e amo guidare la mia<br />
macchina da rally (vi mostriamo<br />
sotto il video di Juha in gara<br />
con la sua BMW M3 E36: va da<br />
paura anche in auto! Nda). Ma<br />
la maggior parte del mio tempo<br />
è trascorsa con i miei bambini<br />
a casa».<br />
Guidi la moto in Finlandia?<br />
«Ho una Nuda 900, ma poco<br />
tempo per usarla. Preferisco<br />
dedicarlo ai miei bambini».<br />
Cosa ne pensi dei giovani piloti<br />
<strong>it</strong>aliani? Non ci sono campioni<br />
all’orizzionte.<br />
«Non è un problema di giovani<br />
in Italia. È una semplice<br />
questione di generazioni: in<br />
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passato avete avuto Farioli,<br />
Sala, Rinaldi, Nicoli. Poi è stato<br />
il periodo dei finlandesi, oggi<br />
dei francesi.<br />
l’Italia ha pochi piloti forti in<br />
questo momento, va a periodi,<br />
è una storia ciclica. Sono convinto<br />
che presto arriveranno<br />
sulla scena nuovi campioncini<br />
<strong>it</strong>aliani».<br />
Chi vedi capace oggi di vincere<br />
otto t<strong>it</strong>oli?<br />
«Non lo so. Piloti forti ce ne<br />
sono, come Antoine Meo, e<br />
hanno vinto diversi mondiali.<br />
Ma è difficile indicarne uno che<br />
possa vincerne addir<strong>it</strong>tura otto,<br />
ci vogliono tanti anni ai massimi<br />
livelli. In futuro magari arriverà<br />
un pilota in grado di vincere<br />
otto o dieci t<strong>it</strong>oli, ma oggi<br />
non lo vedo ancora».<br />
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Honda pronta a vincere la Dakar<br />
di Maurizio Tanca | All’EICMA abbiamo scambiato due<br />
chiacchiere con Helder Rodrigues, 32enne portoghese,<br />
e Sam Sunderland, 23enne br<strong>it</strong>annico che vive a Dubai.<br />
I due hanno tenuto a battesimo la nuova CRF450 Rally HRC<br />
94<br />
All’EICMA abbiamo<br />
scambiato due chiacchiere<br />
con Helder Rodrigues,<br />
32enne portoghese, e<br />
Sam Sunderland, 23enne br<strong>it</strong>annico<br />
che vive a Dubai. Ovvero<br />
i due dei cinque piloti (gli altri<br />
sono: zanol, Campbell e Pizzol<strong>it</strong>o)<br />
che hanno avuto l’onore – e<br />
l’onere – di far debuttare in gara<br />
la nuova CRF450 Rally HRC,<br />
che segna il rientro ufficiale della<br />
Honda nel mondo dei Rally<br />
dopo una ventina d’anni di assenza.<br />
Il debutto è avvenuto lo<br />
scorso ottobre al Rally del Marocco,<br />
con risultati secondo noi<br />
molto pos<strong>it</strong>ivi, sia per l’esperto<br />
caposquadra che per il giovane<br />
inglese, che hanno svezzato le<br />
loro nuove moto in vista della<br />
Dakar 2013. Che la Honda ha<br />
dichiarato senza mezzi termini,<br />
e con notevole anticipo di voler<br />
vincere (leggi l’articolo).<br />
Helder rodrigues<br />
Helder, tu ha partecipato alla<br />
Dakar 2012 con una Yamaha,<br />
vincendo due tappe e conquistando<br />
la terza posizione<br />
assoluta in classifica finale.<br />
Lo scorso ottobre hai partecipato<br />
al rally del Marocco con<br />
la nuova CrF450 HrC, che<br />
segna il r<strong>it</strong>orno ufficiale della<br />
Honda ai rally dopo vent’anni.<br />
Come ti sei trovato con la tua<br />
nuova moto?<br />
«Con la Honda mi sono trovato<br />
molto bene, tant’è che ho fatto<br />
una bella gara vincendo due<br />
volte, e l’unico problema che<br />
ho accusato è stato causato<br />
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Sport<br />
dalla benzina, che mi ha compromesso<br />
la quarta tappa, altrimenti<br />
sarei rimasto tranquillamente<br />
davanti. Mi sono trovato<br />
bene con la moto, ma anche col<br />
team, e sono molto contento».<br />
Che problemi hai avuto con la<br />
benzina?<br />
«In quei giorni anche altri, vedi<br />
Husqvarna, hanno avuto gli<br />
stessi problemi, perché la benzina<br />
era annacquata, sporca, e<br />
ha compromesso il funzionamento<br />
dell’iniezione. Solo che<br />
gli altri i problemi li hanno avuti<br />
prima della gara, io invece li ho<br />
avuti durante».<br />
Quindi r<strong>it</strong>ieni che senza il r<strong>it</strong>iro<br />
nella quarta tappa avresti<br />
potuto lottare per la v<strong>it</strong>toria?<br />
«Si, ero primo con 11 minuti<br />
di vantaggio sul secondo e mi<br />
sentivo a posto: credo proprio<br />
che avrei potuto vincere la tappa,<br />
e magari anche la gara».<br />
Cosa ti è piaciuto di più della<br />
nuova Honda?<br />
«Mi è piaciuta la moto in generale,<br />
ha un telaio molto valido,<br />
idem per freni e<br />
sospensioni…».<br />
Quindi, considerando che<br />
stiamo parlando di una moto<br />
al debutto, la giudichi pos<strong>it</strong>ivamente…<br />
«Si, molto pos<strong>it</strong>ivamente, i risultati<br />
sono stati molto buoni,<br />
visto che ho vinto due tappe su<br />
sei, e sono arrivato due volte<br />
secondo ed una volta terzo…».<br />
95
Manca pochissimo alla partenza<br />
della Dakar 2013 (dal 4<br />
al 20 gennaio, ndr).<br />
immagino che stiate lavorando<br />
parecchio per migliorare<br />
ulteriormente la vostra Honda..<br />
«Sì, stiamo effettuando degli<br />
affinamenti generali, su motore,<br />
ciclistica, freni…».<br />
Quali r<strong>it</strong>ieni che siano i tuoi<br />
avversari più temibili?<br />
«Beh, naturalmente saranno<br />
Cyril (Despres), Marc (Coma),<br />
ma sono molto forti anche Paulo<br />
Gocalves e Joan Barreda, con<br />
l’Husqvarna che è molto compet<strong>it</strong>iva,<br />
e poi lopez, Verhoeven…».<br />
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E cosa ne pensi di sam, il tuo<br />
compagno di team, che mi<br />
sembra un tipo forte?<br />
«Si, lui è molto forte, è giovane,<br />
ha 23 anni, è esuberante, corre<br />
in un team ufficiale, e ha tutto<br />
ciò che serve per far bene. Ora<br />
deve solo cercare di fare tutto<br />
con calma, per fare una bella<br />
gara».<br />
sam sunderland<br />
sam, che differenze hai trovato<br />
tra la Honda che ti ha<br />
lasciato a piedi (statore fuori<br />
uso, ndr) alla seconda tappa<br />
della Dakar 2012, dove hai debuttato<br />
con un ottimo settimo<br />
posto, e la nuova HrC?<br />
«la nostra moto è fantastica, è<br />
una grossa soddisfazione guidare<br />
una moto factory, ed ogni<br />
volta che l’ho provata è sempre<br />
migliorata.Ora stiamo effettuando<br />
qualche aggiustamento<br />
in vista della prossima Dakar,<br />
ma la moto è già molto, molto<br />
buona».<br />
sei stato un debuttante molto<br />
veloce, alla Dakar: ti ha favor<strong>it</strong>o<br />
vivere a Dubai, dove il<br />
deserto non manca certo, e ti<br />
sarai allenato parecchio?<br />
«Si, in effetti sulla sabbia mi<br />
sento molto a mio agio, e le<br />
tappe sabbiose sono le parti<br />
più facili per me, perché mi<br />
sono fatto tanta esperienza in<br />
mer<strong>it</strong>o. la cosa più difficile, per<br />
me come del resto per tutti - è<br />
ovviamente la navigazione: del<br />
resto il Rally del Marocco è stato<br />
solo il quinto per me, ma sto<br />
migliorando costantemente anche<br />
sotto questo aspetto, vado<br />
sempre meglio, grazie anche ai<br />
suggerimenti dei miei tecnici,<br />
che sono molto esperti».<br />
Cosa ti è piaciuto di più della<br />
tua nuova moto?<br />
«Ovviamente stiamo parlando<br />
di una moto pesante, come<br />
tutte le moto da Rally, perché<br />
devi portanti in giro tanta benzina<br />
(24 l<strong>it</strong>ri, ndr). Ma i pesi<br />
e la posizione di guida sono<br />
eccellentemente bilanciati, la<br />
maneggevolezza è davvero<br />
notevolissima, quindi la moto è<br />
facile da manovrare».<br />
Ti senti competivo per puntare<br />
alla v<strong>it</strong>toria alla Dakar<br />
2013?<br />
«Io sono agli inizi qui, e mi sono<br />
già reso conto dell’enorme lavoro<br />
necessario per arrivare a vincere,<br />
specie alla Dakar, e quanti<br />
siano i fattori in gioco per farlo.<br />
E’ il mio sogno vincerla, ma credo<br />
che ci vorrà qualche anno di<br />
ulteriore esperienza e di duro<br />
lavoro per arrivarci. Io lavoro<br />
davvero molto sulla preparazione<br />
fisica, e sono fiducioso di me<br />
stesso, ma mi rendo conto che<br />
mi trovo assieme ai migliori piloti<br />
del mondo…».<br />
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Alessandro Botturi<br />
e Husqvarna insieme alla Dakar<br />
l’ Husqvarna Rally Team By Speedbrain ha defin<strong>it</strong>o in<br />
queste ore un accordo con Alessandro Botturi per la sua<br />
partecipazione alla prossima Dakar ’13 in sella<br />
all’Husqvarna TE449 RR<br />
I<br />
n attesa che il nostro inviato raccolga le<br />
prime dichiarazioni di Botturi - ora in Tunisia<br />
- con la nuova casacca addosso, riportiamo<br />
la notizia comunicata da Husqvarna che<br />
con il Rally Team By Speedbrain ha defin<strong>it</strong>o in<br />
queste ore un accordo con Alessandro per la<br />
sua partecipazione alla prossima Dakar 2013 in<br />
sella all’Husqvarna TE449 RR . Il 37enne pilota<br />
di lumezzane (BS), è alla sua seconda partecipazione<br />
alla Dakar, dopo il sorprendente ottavo<br />
posto della passata stagione che gli ha valso il<br />
t<strong>it</strong>olo di miglior pilota emergente nelle competizioni<br />
rally del 2012. Botturi ha una grande esperienza<br />
in gare di enduro dove ha ottenuto importanti<br />
v<strong>it</strong>torie nel campionato del mondo e nella<br />
International Six Days, oltre ad avere vinto nove<br />
t<strong>it</strong>oli <strong>it</strong>aliani della special<strong>it</strong>à. Da un anno Botturi si<br />
è concentrato sui Rally internazionali ottenendo<br />
ottimi risultati nelle gare della FIM Cross Country<br />
Rally, culminate con il secondo posto finale nel<br />
rally di Sardegna.<br />
alessandro Botturi<br />
«Sono veramente onorato di far parte di una<br />
squadra così forte e quotata alla Dakar 2013<br />
come l’Husqvarna Rallye Team By Speedbrain<br />
– ha commentato Alessandro Botturi. - la<br />
TE449RR è una moto molto compet<strong>it</strong>iva che ha<br />
dimostrato grande potenziale soprattutto nelle<br />
ultime gare, vincendo il rally dei Faraoni e disputando<br />
un Rally del Marocco da protagonista. Io<br />
come sempre darò il massimo , per contribuire<br />
al successo di squadra in questo importante appuntamento».<br />
Wolfgang Fischer<br />
«l’inserimento di Alessandro Botturi completa<br />
la formazione dell’Husqvarna Rallye Team By<br />
Speedbrain alla prossima Dakar. – ha commentato<br />
Wolfgang Fischer – Con Barreda, Goncalves,<br />
Fish e Botturi abbiamo una team molto compet<strong>it</strong>ivo<br />
e ben amalgamato con cui possiamo puntare<br />
a disputare una gara da protagonisti. Colgo<br />
l’occasione per augurare i migliori auguri per una<br />
pronta guarigione a Cody Quinn che infortunatosi<br />
al femore sinistro alla Baja 1000 della scorsa<br />
settimana , non potrà far parte della squadra ,<br />
ma che sarà schierato in sella alla Husqvarna<br />
TE449RR by Speedbrain non appena si sarà<br />
completamente riabil<strong>it</strong>ato dall’infortunio».<br />
98 99<br />
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Alessandro Botturi e Husqvarna<br />
La vera storia<br />
di Piero Batini | Ecco i passi che hanno portato Botturi in Husqvarna,<br />
i fatti per come si sono svolti realmente raccontati proprio dal pilota di<br />
lumezzane. le molte traversie che lo hanno portato da Bordone-Ferrari<br />
a Husqvarna<br />
A<br />
lessandro Botturi è l’ultima notizia,<br />
davvero clamorosa e strep<strong>it</strong>osa, praticamente<br />
coincidente con la presentazione<br />
ufficiale della Dakar 2013, tenutasi a Parigi<br />
il 21 novembre scorso. Certe volte, per rispetto<br />
delle persone e delle cose cha fanno, e per un<br />
semplice cr<strong>it</strong>erio di discrezione, non si può indulgere<br />
alla tentazione dello scoop, e questo ve<br />
lo abbiamo già detto. Due giorni fa una testata<br />
100<br />
spagnola è usc<strong>it</strong>a con la notizia della firma di<br />
Botturi con Husqvarna SpeedBrain per correre<br />
la Dakar. lasciate che ve lo dica: era una news<br />
falsa, perchè dava una forma certa a fatti ancora<br />
non concretizzati. la storia vera di Alessandro<br />
Botturi e dell’ultimo colpo di scena, in ordine di<br />
tempo, nella sua marcia di avvicinamento alla<br />
Dakar 2013, è questa. Perchè siamo così sicuri?<br />
Semplice, perché Alessandro è qui con noi, in<br />
Tunisia per partecipare a Desert logic, l’evento<br />
di Fasola, e per allenarsi. E la storia che abbiamo<br />
vissuto insieme, ora per ora nella sua evoluzione,<br />
è questa. Alessandro era nel programma<br />
Dakar del Bordone-Ferrari Racing Team, di cui<br />
ha segu<strong>it</strong>o le scelte, a cui ha ader<strong>it</strong>o fino in fondo<br />
e per le quali resta un esempio di professional<strong>it</strong>à<br />
ed uman<strong>it</strong>à, fino al momento in cui queste<br />
avrebbero potuto inibire la sua partecipazione<br />
alla Maratona sudamericana. Come in un conto<br />
alla rovescia nella sua fase più rovente e drammatica,<br />
quella degli ultimi numeri prima della<br />
deadline, Botturi si è trovato ad una settimana<br />
dall’imbarco dei mezzi a le Havre in una s<strong>it</strong>uazione<br />
grottesca. l’iscrizione con un Team che stava<br />
scegliendo coraggiosamente, e tristemente, di<br />
rinunciare, e con i preparativi dell’organizzazione<br />
logistica, anche quella di base come la moto,<br />
a un punto vicinissimo allo zero. È importante, a<br />
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Sport<br />
questo punto e prima di tutto, capire cosa significa<br />
quella parola, Dakar, per un Pilota, professionista<br />
o no, che punta verso quell’evento. Che<br />
sia un privato o un ufficiale la Dakar rappresenta<br />
il lavoro di una stagione, l’obiettivo dell’anno e il<br />
centro di un sistema solare senza satell<strong>it</strong>i, se non<br />
minori come il Campionato del Mondo o i Rally<br />
fuori dal contesto del Torneo iridato. Per quell’unica<br />
gara privati e professionisti si mettono in<br />
gioco per tutto l’anno, investendo in allenamenti,<br />
gare, ricerca sponsor e quant’altro serva per<br />
essere lì, il primo o il 5 gennaio, nel 1979 come<br />
nel 2013, alla partenza dell’avventura per definizione<br />
da oltre trent’anni. Alessandro Botturi, ad<br />
una settimana dalla deadline, aveva un’iscrizione<br />
e quasi nulla più. No, anzi, aveva il supporto di<br />
un’intera c<strong>it</strong>tà, lumezzane, e del suo <strong>Moto</strong> Club<br />
int<strong>it</strong>olato a quella C<strong>it</strong>tà, che gli stava lanciando<br />
un salvagente. Poi, al salone di Milano, Botturi<br />
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ha incontrato per caso Franco Mayr, che gli ha<br />
prospettato la possibil<strong>it</strong>à di prendere il posto,<br />
nel suo Team, di un pilota che aveva dovuto rinunciare.<br />
Si delinea un possibile rapporto con il<br />
Team Honda HM Jolly Racing. <strong>Moto</strong>, assistenza,<br />
logistica. Alessandro deve accollarsi buona parte<br />
delle spese, iscrizione, meccanico, biglietti aerei,<br />
alberghi, ma è una possibil<strong>it</strong>à concreta. Poi<br />
domenica, tre giorni prima del ventuno, lo chiama<br />
Wolfgang Fischer, Team Manager Husqvarna<br />
Speedbrain, per proporre ad Alessandro il<br />
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posto di Cody Quinn, infortunatosi seriamente<br />
alla Baja 1000 in Messico. l’incertezza dura un<br />
giorno, due per la definizione, facile, dei parametri<br />
del rapporto, poi finalmente la partecipazione<br />
di Botturi alla prossima Dakar prende la sua forma<br />
defin<strong>it</strong>iva.<br />
Alessandro continua ad andare in moto nel deserto<br />
tunisino, star ammiratissima di Desert<br />
logic, e ad ogni sosta o rifornimento perfeziona<br />
mentalmente i dettagli della partecipazione alla<br />
sua Dakar.<br />
L’intervista a alessandro Botturi<br />
Eccolo, intervistato a Bir soltane, in un virgolettato<br />
finalmente reale e leg<strong>it</strong>timo.<br />
«Ma sì, questa storia dell’intervista spagnola è<br />
stata una balla. Sono in Tunisia, partiamo la mattina<br />
presto, torniamo la sera e siamo tutto il giorno<br />
nel deserto. Pochissime persone sapevano<br />
quello cha stava succedendo, e non c’era stata<br />
nessuna intervista. A qualcuno sarà scappata la<br />
voce, ma da fastidio quando vedi le virgolette e<br />
non hai detto nulla. Il comunicato di Husqvarna,<br />
naturalmente, è autentico, e questa è la prima<br />
intervista».<br />
una settimana davvero conc<strong>it</strong>ata. È successo<br />
di tutto e di più. Jolly racing, poi il materializzarsi<br />
della possibil<strong>it</strong>à Husqvarna speedBrain.<br />
si poteva scegliere?<br />
«Penso di no. In questo momento difficile non<br />
c’erano dubbi sull’importanza dell’opportun<strong>it</strong>à<br />
che mi è stata offerta. Ho guardato al Team, attrezzatissimo,<br />
alla moto, che ha dimostrato nelle<br />
ultime gare di essere la più veloce per vincere,<br />
e la risposta era già lì. Penso che l’obiettivo del<br />
Team sia quello di portare la sua punta di diamante,<br />
Joan Barreda, ad un grosso risultato, e<br />
da parte mia parto per contribuire al successo<br />
del Team e certamente per migliorare la posizione<br />
ottenuta l’anno scorso nella mia prima Dakar,<br />
l’ottavo posto. Penso di avere tutte le condizioni<br />
per dimostrare il mio valore».<br />
Franco Mayr è stato gentile.<br />
«Sì, e colgo l’occasione per ringraziarlo. Si è movimentato<br />
tantissimo per trovare una soluzione<br />
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Sport<br />
per farmi fare la Dakar. Ringrazio veramente<br />
tanto lui, il Jolly Racing, Alessandro Tramelli, Boano<br />
per il supporto. Certo, le spese erano tutte<br />
a carico mio, ma organizzare tutto in tre giorni<br />
non era facile e loro non potevano fare di più. Poi<br />
è arrivata questa grande occasione, che è una<br />
svolta nella mia carriera».<br />
Con Bordone-Ferrari si chiude qui?<br />
«Il Team Bordone-Ferrari purtroppo sta passando<br />
un brutto momento, e non è facile. Spero che<br />
risolva tutti i suoi problemi, che sistemi tutte le<br />
cose che ha in sospeso e che possa ripartire più<br />
agguerr<strong>it</strong>o di prima. Ringrazio di cuore Renato<br />
Ferrari e Nicoletta Altieri Bordone, perché se in<br />
questo momento ho avuto un’occasione come<br />
questa devo ringraziare loro che mi hanno portato<br />
nel Mondo dei Rally. E’ un mondo molto<br />
difficile, non è facile arrivarci perché ha dei costi<br />
veramente importanti. loro mi hanno dato la<br />
possibil<strong>it</strong>à di fare quasi tutte le gare più importanti<br />
e, soprattutto, la scorsa Dakar».<br />
Bello appartenere ad un <strong>Moto</strong> Club come il tuo.<br />
«In questo mese ho vissuto un’avventura travagliata<br />
e travolgente.<br />
Ho riscoperto le persone che mi avevano dato<br />
fiducia all’inizio della mia carriera e che nel momento<br />
del bisogno si sono rimesse… in moto per<br />
aiutarmi a fare questa Dakar. Devo ringraziare<br />
tutto il <strong>Moto</strong> Club lumezzane, il presidente<br />
Damiano Bugatti, ed il vicepresidente Domenico<br />
Dall’Era, il mio tifoso numero 1. Domenico<br />
ha comprato la mia prima moto da Junior, e<br />
quest’anno mi ha dato una bella mano!».<br />
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L<br />
’ idea era nata per non favorire quel numero<br />
lim<strong>it</strong>ato di team e piloti che potevano<br />
disporre di gomme ufficiali, capaci<br />
con la mescola speciale studiata per la sessione<br />
di prove cronometrate di fare una notevole differenza<br />
rispetto a quelle di serie. E che si potevano<br />
permettere di utilizzare la bellezza di trenta<br />
ma anche quaranta gomme a gara. Alla luce<br />
dell’esperienza fatta sul campo, l’applicazione<br />
del monogomma non ha però dato i risultati sperati,<br />
sia per il livello tecnico dei pneumatici non<br />
adatto a tutte le moto del paddock sia perché le<br />
squadre principali si sono r<strong>it</strong>rovate private delle<br />
sponsorizzazioni di cui godevano dalle Case di<br />
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La Supermoto abolisce il monogomma<br />
di Massimo Zanzani | Dopo sei anni di pneumatici Goldentyre il<br />
Mondiale supermotard cambia il regolamento e r<strong>it</strong>orna alle origini<br />
pneumatici. Inoltre, in tanti Paesi ad iniziare dalla<br />
Francia i campionati nazionali si sono continuati<br />
a correre con gomme libere, così da lim<strong>it</strong>are<br />
il numero di iscr<strong>it</strong>ti al Mondiale che dovendo<br />
schierarsi ai GP con gomme totalmente diverse<br />
da quelle ab<strong>it</strong>ualmente utilizzate hanno prefer<strong>it</strong>o<br />
dedicarsi esclusivamente all’attiv<strong>it</strong>à nazionale.<br />
Per risolvere il problema la Commissione<br />
GP della Supermoto ha deciso che per la stagione<br />
iridata 2013 l’utilizzo delle gomme sarà di<br />
nuovo libera, senza alcun vincolo anche per<br />
quanto riguarda il quant<strong>it</strong>ativo di treni utilizzabili<br />
in ogni gara. «E’ una decisione pos<strong>it</strong>iva<br />
– ha confermato il team manager Bevilacqua –<br />
quest’anno abbiamo avuto parecchie riunioni<br />
anche con team che partecipano al Mondiale<br />
saltuariamente e tutti siamo stati favorevoli ad<br />
abolire il monogomma. Con questa decisione<br />
ci auguriamo che ci sia una maggior affluenza<br />
di iscr<strong>it</strong>ti, perché è interesse di tutti che non si<br />
corrano gare con una quindicina di piloti. l’unica<br />
cosa è che avevamo chiesto che per ogni<br />
gara ci fosse un quant<strong>it</strong>ativo contingentato per<br />
non avvantaggiare le squadre più ricche e contenere<br />
i costi in generale, mentre invece nella<br />
stesura finale del regolamento di questo non<br />
se ne è tenuto conto». «la scelta di togliere il<br />
monogomma è stata fatta dalla FIM in sintonia<br />
con Youthstream – è il commento di Danilo<br />
Boccadolce, promoter del Mondiale Supermoto<br />
- dopo aver preso in considerazione le richieste<br />
della maggior parte dei team schierati<br />
al Mondiale e da alcune squadre che avendo<br />
contratti con altre Case di pneumatici non potevano<br />
partecipare. Per noi si è trattato di un<br />
grosso sforzo, in quanto abbiamo dovuto rinunciare<br />
all’importante contributo di Goldentyre in<br />
qual<strong>it</strong>à di mono forn<strong>it</strong>ore, ma siamo convinti di<br />
avere fatto bene per la disciplina e i consensi pos<strong>it</strong>ivi<br />
che ci arrivano sono di buon auspicio. Per<br />
quanto riguarda la mancata lim<strong>it</strong>azione dei pneumatici<br />
da usare in gara, la FIM ha deciso di eliminare<br />
l’uso degli stickers da applicare al numero di<br />
gomme prestabil<strong>it</strong>o in quanto sono stati spesso<br />
causa di disguidi tecnici oltre ad una elaborata e<br />
costosa gestione degli stessi. Diminuendo a due<br />
le manche per ogni GP diminuiranno ovviamente<br />
anche il numero dei pneumatici da usare, e questo<br />
sarà già un ulteriore risparmio per team e piloti<br />
in un momento particolare dove la voce “contenere<br />
i costi” è di fondamentale importanza».<br />
la prossima stagione agonistica i gran premi si<br />
correranno quindi su due batterie e non più su<br />
tre, con lo schieramento basato sul piazzamento<br />
ottenuto nella sessione di tempi cronometrati,<br />
ed è stata abol<strong>it</strong>a la SuperPole della domenica<br />
mattina che determinava l’ordine di schieramento<br />
dei migliori quattro tempi cronometrati.<br />
104 105<br />
27 Novembre<br />
2012<br />
»» »<br />
Anno<br />
02<br />
Numero<br />
85<br />
Sport<br />
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