BMW R 1200 GS 2013 - Moto.it
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Numero 92<br />
05 Febbraio <strong>2013</strong><br />
65 Pagine<br />
| prova maxi enduro |<br />
<strong>BMW</strong><br />
R <strong>1200</strong> <strong>GS</strong><br />
<strong>2013</strong><br />
da Pag. 2 a Pag. 23<br />
All’Interno<br />
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Mercato<br />
Stefan Pierer<br />
(CEO KTM) compra<br />
Husqvarna da <strong>BMW</strong><br />
Video<br />
Nico Cereghini ci<br />
racconta com’è fatta<br />
<strong>BMW</strong> R<strong>1200</strong><strong>GS</strong> <strong>2013</strong><br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
Cairoli regala<br />
spettacolo agli<br />
Internazionali d’Italia<br />
NEWS: Rokon, una v<strong>it</strong>a a 2WD | N. Cereghini “Perché lasciammo Monza negli anni 70” | MOTOGP: Rossi in Scia a<br />
Pedrosa e Lorenzo | SBK: Come Dorna cambierà la Superbike | SX USA: Storica doppietta KTM con Dungey e Roczen
Prova Maxi eNduro<br />
Le prime<br />
impressioni di guida<br />
di Adam Child | Grazie alla nostra collaborazione con <strong>Moto</strong>rcycle News<br />
vi raccontiamo come si comporta la nuova <strong>GS</strong>: è ancora più potente e<br />
con una tenuta di strada ai vertici<br />
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B<br />
MW r <strong>1200</strong> <strong>GS</strong> <strong>2013</strong>.<br />
Le prime impressioni di guida<br />
Grazie alla nostra collaborazione<br />
con la prestigiosa rivista inglese<br />
MCN, vi raccontiamo come si comporta la nuova<br />
<strong>GS</strong>, provata in Sudafrica. È certamente superfluo<br />
sottolineare l’enorme importanza che<br />
la nuova R<strong>1200</strong><strong>GS</strong> riveste per <strong>BMW</strong>. La sua<br />
gestazione – l’obiettivo era quello di migliorare<br />
un prodotto già di elevato livello - è durata 5<br />
anni ma della nuova <strong>GS</strong> si parla già da un bel po’,<br />
tant’è che l’interesse e l’attesa per il suo arrivo<br />
sono ovviamente cresciute esponenzialmente.<br />
Ed eccomi qui, di r<strong>it</strong>orno dal Sud Africa - dove<br />
già avvenne il lancio del modello uscente, proprio<br />
nel gennaio del 2004 - a raccontarvi le prime<br />
Prove<br />
4 5
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impressioni di guida del nuovo modello col motore<br />
raffreddato a liquido. Una volta sal<strong>it</strong>o in<br />
sella alla moto a me destinata - ovviamente full<br />
optional – mi sento esattamente come se fossi<br />
su una… <strong>GS</strong>, ma con più facil<strong>it</strong>à nel poggiare i<br />
piedi a terra, grazie alla sella leggermente meno<br />
alta: sono alto 1,74, ma riesco a toccar terra con<br />
entrambe le suole quanto basta per spingere la<br />
moto all’indietro senza dover per forza scendere.<br />
La nuova sella, naturalmente, è anche regolabile,<br />
pure in inclinazione. Inoltre è possibile spostare<br />
avanti o indietro il sellino del passeggero, per ottimizzare<br />
la posizione di entrambi. Una prima occhiata<br />
alla strumentazione, anch’essa completamente<br />
rinnovata, da già un’idea di quanto essa<br />
Prove<br />
sia completa e ben leggibile. Un tocco al pulsantino<br />
rosso sulla destra, ed ecco che il nuovo boxer<br />
prende v<strong>it</strong>a. La famosa coppia di rovesciamento,<br />
tipica di questi motori, sembra alleviata dalla dolcezza<br />
dell’acceleratore elettronico, tantè che si<br />
avverte solamente una leggera tendenza a spingere<br />
di lato, ma verso sinistra, anziché a destra<br />
come eravamo ab<strong>it</strong>uati. La nuova frizione multi<br />
disco in bagno d’olio, montata anteriormente, è<br />
agevolmente azionabile con un solo d<strong>it</strong>o, e basta<br />
un leggero tocco del piede sul pedale del cambio<br />
per inserire la prima.<br />
Nuovo feeling<br />
Già muovendo i primi metri per uscire dal parcheggio<br />
ci si rende conto che il feeling con questo<br />
motore è molto differente dal precedente, e<br />
una volta sulla strada si capisce che c’è molta più<br />
sostanza a disposizione, e oltretutto accompagnata<br />
da una tonal<strong>it</strong>à di scarico anch’essa molto<br />
distintiva. Il che, naturalmente, va via via amplificandosi<br />
una volta che si inizia a togliere il guinzaglio<br />
alla nuova <strong>GS</strong>. La “vecchia” è senz’altro divertente<br />
da usare, ma questa ha proprio voglia di<br />
correre: quei 15 cavalli e quella manciata di coppia<br />
in più, insomma, si sentono sub<strong>it</strong>o. Più specificamente,<br />
l’incremento di coppia è chiaramente<br />
avvertibile tra i 4.000 e i 7.000 giri, un’arco di<br />
erogazione dove ci si diverte un sacco a guidare,<br />
rendendoti conto che il boxer raffreddato ad aria<br />
era un po’ l’anello più debole della precedente<br />
<strong>GS</strong>, specialmente da quando la concorrenza ha<br />
messo in produzione modelli dal carattere più<br />
brillante: tipo la Triumph Explorer, per esempio.<br />
Con la nuova <strong>GS</strong>, insomma, <strong>BMW</strong> ha abbondantemente<br />
recuperato, sotto questo aspetto. In accelerazione<br />
piena, la voce dello scarico è davvero<br />
una goduria, ma basta non esagerare col gas, e<br />
tutto diventa più tranquillo e silenzioso. Infatti,<br />
la rumoros<strong>it</strong>à percep<strong>it</strong>a stando in sella è dichiaratamente<br />
inferiore di 5 decibel rispetto a prima,<br />
e questo grazie anche alla nuova carrozzeria ed<br />
al plexiglass ridisegnato. Plexiglass la cui posizione<br />
ora è modificabile usando una sola mano,<br />
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utilizzando l’appos<strong>it</strong>o pomello sulla sua destra:<br />
in condizioni normali, si riesce a guidare tranquillamente<br />
con la visiera del casco sollevata a 120<br />
km/h senza far lacrimare gli occhi. In buona sostanza,<br />
questa è una di quelle moto con la quale<br />
si può viaggiare piacevolmente anche a medie<br />
più elevate per ore e ore, e i consumi migliorati<br />
consentono tappe più lunghe tra un rifornimento<br />
ed il successivo. Quanto ai “riding mode”, beh,<br />
sono un po’ un giochino: ognuno di essi interviene<br />
non solo sull’erogazione della potenza,<br />
ma anche sull’ASC (il controllo di trazione) e<br />
pure sulle sospensioni elettroniche, a loro volta<br />
regolabili indipendentemente a piacimento. Per<br />
esempio, scegliendo la modal<strong>it</strong>à Dynamic,, il gas<br />
risponderà più prontamente, minimizzando la<br />
tendenza a derapare e irrigidendo le sospensioni<br />
(il che verrà segnalato sul display dall’indicazione<br />
“Hard” nella finestrella riservata all’ESA); ma<br />
se le sospensioni le volte ammorbidire senza variare<br />
gli altri due parametri, basta scorrere menù<br />
ESA e scegliere l’opzione desiderata, anche in<br />
Prove<br />
movimento, naturalmente. In modal<strong>it</strong>à Rain l’erogazione<br />
ovviamente diventa molto più ammorbid<strong>it</strong>a,<br />
ma una volta che la lancetta del contagiri<br />
arriva verso gli alti regimi, la potenza massima<br />
sarà comunque la stessa disponibile in Dynamic<br />
ed in Road. Non c’è così tanta necess<strong>it</strong>à di “giocare”<br />
con la taratura delle sospensioni per adattarle<br />
al vostro stile di guida, in ogni caso, perché<br />
trattandosi di elementi semi-attivi si adatteranno<br />
comunque automaticamente alle imperfezioni<br />
del percorso: il che rende la nuova <strong>GS</strong> molto<br />
più stabile e precisa in forte accelerazione come<br />
nelle staccate più aggressive. Il che emerge chiaramente,<br />
per esempio, sui lunghi curvoni veloci<br />
percorsi in gran piega, magari con qualche buchetta<br />
qua e là, o quando c’è da affrontare un<br />
percorso misto abbastanza sconnesso. C’è bisogno<br />
di decelerare con molta decisione? Beh, le<br />
nuove pinze radiali Brembo sono veramente potenti,<br />
e l’ABS parimenti eccellente. Nonostante la<br />
<strong>GS</strong> sia catalogata come Adventure Touring, beh,<br />
è anche relativamente sportiva come carattere,<br />
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pur montando pneumatici abbastanza inusuali<br />
(120/70x19” e 170/60x17”): guidandola senza<br />
saperlo, infatti, si potrebbe facilmente pensare<br />
di avere ruote da 17 pollici, tanto la sua maneggevolezza<br />
è buona. Il Telelever anteriore, com’è<br />
noto, dice che ti devi fidare del grip disponibile<br />
anche senza “sentirlo”, tuttavia la moto è sempre<br />
costantemente piantata a terra. Un paio di<br />
colleghi hanno avvert<strong>it</strong>o problemi di stabil<strong>it</strong>à,<br />
ma io non ne ho mai avuto il minimo sentore: la<br />
guidabil<strong>it</strong>à di questa moto è talmente valida che<br />
mi sentirei di girarci anche in pista senza mettere<br />
in difficoltà ne lei ne me stesso. Voglio essere<br />
onesto: non sono una gran manetta in fuoristrada,<br />
anzi: ci ho provato tante volte, ma non è mai<br />
scattato il classico “interruttore”. Tuttavia, la <strong>GS</strong><br />
è accred<strong>it</strong>ata come adatta al fuoristrada anche<br />
duro, e naturalmente ci è toccato un breve percorso<br />
off-road per provarne le capac<strong>it</strong>à: tutta<br />
roba da prima e seconda, in ver<strong>it</strong>à, molto adatto<br />
ai principianti, per il quale peraltro ci sono state<br />
forn<strong>it</strong>e moto equipaggiate di gomme tassellate e<br />
protezioni varie. In effetti, mi sono sent<strong>it</strong>o sicuro<br />
e a mio agio pur guidando su un percorso di<br />
Prove<br />
La “vecchia” è senz’altro divertente da usare, ma<br />
questa ha proprio voglia di correre: quei 15 cavalli<br />
e quella manciata di coppia in più, insomma, si<br />
sentono sub<strong>it</strong>o<br />
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terra e pietre, con la modal<strong>it</strong>à Enduro selezionata:<br />
in questo caso anche l’Abs è configurato per<br />
il fuoristrada, ma con le gomme stradali, quindi<br />
sono rimasto stup<strong>it</strong>o di come il sistema permetta<br />
comunque di frenare forte anche qui. Si può<br />
anche far sl<strong>it</strong>tare la ruota motrice sulla terra, ma<br />
l’acceleratore è talmente dolce, e le sospensioni<br />
così soffici, da aiutare parecchio i fuori stradisti<br />
occasionali come me. I più esperti invece potranno<br />
scegliere la modal<strong>it</strong>à Enduro Pro, per godere<br />
di maggior controllo e meno interferenze “elettroniche”:<br />
in questo caso le sospensioni si fanno<br />
più toniche, il gas è più rapido a rispondere ed è<br />
possibile bloccare la ruota posteriore frenando.<br />
In qual<strong>it</strong>à di fuoristradista poco esperto, ovviamente<br />
alla fine ho fatto un po’ di fatica a tenere a<br />
bada il bestione, ma i colleghi più navigati erano<br />
chiaramente impressionati dalle capac<strong>it</strong>à enduristiche<br />
della nuova <strong>BMW</strong>. Seguendo uno degli<br />
ottimi corsi tenuti dalla casa tedesca, insomma,<br />
non ci sono davvero più scuse che tengano per<br />
provarla anche in fuoristrada vero. In defin<strong>it</strong>iva,<br />
<strong>BMW</strong> è riusc<strong>it</strong>a nell’arduo comp<strong>it</strong>o di migliorare<br />
una moto che già era leader del suo mercato di<br />
riferimento, realizzando un nuovo “pacchetto”<br />
davvero rimarchevole. Se la vecchia <strong>GS</strong> era<br />
moto di gran livello, insomma, questa è ancora<br />
meglio. Ci sono voluti cinque anni ed un milione<br />
di chilometri di test per perfezionarla, ma il risultato<br />
finale rispecchia esattamente l’obiettivo che<br />
i suoi progettisti si erano prefissi. Per leggere la<br />
descrizione tecnica di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> della nuova <strong>GS</strong>,<br />
conoscere prezzi e dotazione, clicca qui. Special<br />
thanks to Phil West di MCN<br />
Prove<br />
<strong>BMW</strong> R <strong>1200</strong> <strong>GS</strong> (<strong>2013</strong>)<br />
Tempi: 4<br />
Cilindri: 2<br />
Cilindrata: 1170 cc<br />
Disposizione cilindri: Boxer<br />
Raffreddamento: ad aria/liquido<br />
Avviamento: E<br />
Potenza: 125 cv (92 kW) / 7750 giri<br />
Coppia: nM / 6500 giri<br />
Marce: 6<br />
Freni: DD-D<br />
Misure freni: 305-276 mm<br />
Misure cerchi (ant./post.): 19’’ / 17’’<br />
Normativa antinquinamento: Euro 3<br />
Peso: 238 kg<br />
Lunghezza: 2210 mm<br />
Larghezza: 953 mm<br />
Altezza sella: 850 mm<br />
Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 20 l<br />
Segmento: Enduro Stradale<br />
12 13<br />
SCHEDA TECNICA
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<strong>BMW</strong> R<strong>1200</strong><strong>GS</strong> <strong>2013</strong><br />
Il video di<br />
Nico Cereghini<br />
Debutta in Italia la regina delle<br />
maxi enduro, spinta ora dal<br />
nuovo boxer raffreddato a liquido.<br />
Arriva a marzo al prezzo<br />
di 15.650 euro con ABS di serie e<br />
traction control (optional)<br />
adatti anche all’off-road. Ha 125<br />
cavalli e pesa 238 kg<br />
L<br />
a prova su strada<br />
della nuova r<strong>1200</strong><strong>GS</strong><br />
La scorsa settimana, come<br />
molti di voi già sapranno, <strong>BMW</strong><br />
ha – correttamente – annullato<br />
la presentazione stampa internazionale<br />
in Sudafrica della nuova R<strong>1200</strong><strong>GS</strong> a<br />
causa del tragico incidente che ha coinvolto il<br />
giornalista Kevin Ash e un altro tester inglese.<br />
La nostra redazione era già pronta a pubblicare<br />
il test di Andrea Perfetti introdotto dall’autorevole<br />
analisi di Nico Cereghini. Per conoscere nel<br />
dettaglio il comportamento dinamico della moto<br />
vi rimandiamo ai prossimi giorni, quando sarà disponibile<br />
per la nostra prova la nuova <strong>GS</strong>.<br />
<strong>BMW</strong> r<strong>1200</strong><strong>GS</strong> <strong>2013</strong>. il commento di<br />
Nico Cereghini<br />
Centosettantamila moto vendute in nove anni!<br />
La <strong>GS</strong> <strong>1200</strong> è un fenomeno mondiale, il bestseller<br />
di <strong>BMW</strong>, certamente di gran moda e<br />
probabilmente la più invidiata. E benché resti la<br />
prefer<strong>it</strong>a nel suo settore, eccola qua: completamente<br />
rinnovata per il <strong>2013</strong>. Confort, prestazioni,<br />
ciclistica, tutto profondamente riprogettato<br />
per un modello nuovo, più adatto all’impiego<br />
in off-road e ancora più avanti nella sicurezza.<br />
Nuovo motore raffreddato ad aria ed acqua, e<br />
con l’acceleratore ride-by-wire che introduce<br />
cinque diversi riding mode; poi l’optional delle<br />
sospensioni semi-attive Dynamic Esa che, insieme<br />
al controllo di trazione ASC, consente di<br />
gestire in maniera integrata l’insieme motore-<br />
sospensioni-freni-controllo di stabil<strong>it</strong>à; infine ciclistica<br />
ined<strong>it</strong>a, dal telaio alle sospensioni ai freni.<br />
Anche il design cambia, più aggressivo e muscoloso<br />
ma sempre fedele a se stesso. Bella, bellissima,<br />
strana? Inconfondibilmente <strong>GS</strong>!<br />
<strong>Moto</strong>re<br />
Il nuovo sistema di raffreddamento migliora le<br />
prestazioni e rispetta le future norme sulle emissioni.<br />
Per raffreddare le teste, invece dell’olio<br />
motore ora viene utilizzata una più efficiente miscela<br />
di acqua e glicolo, mentre i cilindri restano<br />
News<br />
raffreddati dall’aria così da conservare la tradizionale<br />
immagine del boxer tedesco. I due piccoli<br />
radiatori sono integrati nella moto in modo poco<br />
visibile. Al cambio a sei marce è stata affiancata<br />
una nuova frizione in bagno d’olio (era a secco)<br />
e antisaltellamento, il cardano è stato spostato<br />
sul lato sinistro.Cilindrata 1.170, potenza massima<br />
125 cavalli a 7.700 giri, coppia massima di<br />
125 Nm a 6.500. Nuovo impianto di aspirazione<br />
con farfalla da 52, farfalla elettronica anche nel<br />
collettore di scarico per esaltare le prestazioni e<br />
la rumoros<strong>it</strong>à rabbiosa del boxer. E per la prima<br />
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volta sulla <strong>GS</strong>, il sistema “e-gas”. Gas elettronico,<br />
ride by wire, che migliora dosaggio e risposta<br />
del motore; e poi il pilota può adattare le caratteristiche<br />
del motore alla sua guida, scegliendo tra<br />
cinque modal<strong>it</strong>à di guida.<br />
L’elettronica<br />
In sostanza, sui cinque riding mode (selezionabili<br />
anche in movimento) si dispone di una combinazione<br />
di: tre curve di risposta dell’acceleratore,<br />
tre livelli di intervento dell’ABS, quattro del<br />
controllo di trazione ASC. Con la Rain, risposta<br />
molto dolce del motore, controllo di trazione e<br />
ABS più attivi, taratura più morbida delle eventuali<br />
sospensioni Dynamic ESA. In Road il comportamento<br />
è medio per tutti i controlli, mentre<br />
con Dynamic il motore è più pronto, ABS<br />
ed ASC sono poco invasivi e la taratura delle<br />
sospensioni è più rigida. Ancora due modal<strong>it</strong>à<br />
specifiche per l’off-road: la Enduro offre risposta<br />
dolce del motore, intervento sensibile dell’ASC,<br />
una ripartizione ottimale della forza frenante, e<br />
taratura del Dynamic ESA che favorisce la trazione.<br />
Poi chi ci sa fare davvero e monta pneumatici<br />
tassellati può scegliere (attraverso un’appos<strong>it</strong>a<br />
chiave codificata) la modal<strong>it</strong>à Enduro Pro: il motore<br />
risponde in maniera più diretta, l’ABS non<br />
interviene sulla ruota posteriore, l’ASC lascia<br />
passare una buona dose di pattinamento e le<br />
sospensioni lavorano in maniera più aggressiva.<br />
Ciclistica<br />
Il telaio a doppio trave in tubi d’acciaio ha il telaietto<br />
posteriore scomponibile, un’arch<strong>it</strong>ettura<br />
che, in combinazione con la rivis<strong>it</strong>azione del Telelever<br />
anteriore e dell’EVO Paralever posteriore,<br />
promette incrementi della resistenza torsionale<br />
nonché stabil<strong>it</strong>à e precisione di guida. Alle nuove<br />
doti di agil<strong>it</strong>à contribuiscono anche i parametri<br />
della geometria, e il forcellone più lungo, che<br />
migliora la trazione soprattutto nella guida sullo<br />
sterrato. Nov<strong>it</strong>à mondiale sono le misure dei<br />
pneumatici (120/70- 19 e 170/60-17), e anche<br />
l’impianto frenante è stato potenziato: alla ruota<br />
anteriore ora le pinze sono monoblocco Brembo<br />
ad attacco radiale, e al retrotreno c’è un disco<br />
più grande. Naturalmente anche la nuova <strong>GS</strong> è<br />
equipaggiata di serie con il <strong>BMW</strong> <strong>Moto</strong>rrad ABS<br />
in versione semintegrale. Peso totale in ordine di<br />
marcia 238 chili.<br />
Conclusioni<br />
Migliorata nella potenza dell’anabbagliante (a richiesta<br />
equipaggiabile con luce diurna a led per<br />
News<br />
maggiore sicurezza) e con il nuovo multi-controller<br />
per un utilizzo veloce del <strong>Moto</strong>rrad Navigator<br />
IV. Il parabrezza offre una miglior protezione, riduce<br />
la rumoros<strong>it</strong>à ed è regolabile con una sola<br />
mano. Ancora, sella del pilota regolabile in altezza<br />
ed inclinazione, sella del passeggero spostabile<br />
long<strong>it</strong>udinalmente per ottenere la distanza<br />
ideale tra i due a bordo.<br />
Nuovo manubrio regolabile in altezza e miglior<br />
appoggio per le gambe, per una posizione più efficiente<br />
sullo sterrato. E come è tradizione <strong>BMW</strong>,<br />
tantissimi optional.<br />
Sarà un altro bestseller? Le premesse ci sono<br />
tutte, anche se la concorrenza non è stata ferma.<br />
In Germania sono orgogliosi, la nuova R <strong>1200</strong> <strong>GS</strong><br />
adesso è perfetta. E… Perfetti là cosa ne dice? La<br />
sua prova è qui, buona lettura!<br />
(vedi nota a inizio pagina, ndr)<br />
16 17
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Stefan Pierer (CEO KTM)<br />
compra Husqvarna da <strong>BMW</strong><br />
di Andrea Perfetti | La società di Stefan Pierer (che resta<br />
CEO KTM) compra Husqvarna da <strong>BMW</strong>. KTM smentisce le<br />
voci di acquisizione da Bajaj e rimane nelle mani di Pierer<br />
P<br />
ierer (ceo KTM) compra<br />
Husqvarna da <strong>BMW</strong>. KTM<br />
smentisce le voci di<br />
acquisizione da Bajaj e resta<br />
nelle mani dell’attuale proprietà<br />
Il cambiamento era nell’aria, ma che fosse di tale<br />
portata pochi l’avrebbero immaginato solo pochi<br />
mesi fa. Coinvolge infatti le due Case storiche<br />
europee che da sempre tracciano la rotta da<br />
seguire nel fuoristrada e nei campionati sportivi<br />
di enduro e motocross. Vale a dire Husqvarna<br />
e KTM. Entrambe sono al centro di un riassetto<br />
significativo che vede protagonista la figura di<br />
Stefan Pierer e della sua società, Pierer Industrie<br />
AG, da oggi proprietaria del marchio <strong>it</strong>alosvedese.<br />
i passaggi cruciali<br />
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di<br />
capire come si è arrivati a questa s<strong>it</strong>uazione.<br />
Husqvarna era di proprietà <strong>BMW</strong> dal 2007, anno<br />
in cui i tedeschi la rilevarono dalla MV Agusta di<br />
Claudio Castiglioni (che l’aveva annessa a Cagiva<br />
nel 1987). <strong>BMW</strong>, nonostante gli sforzi economici<br />
e le risorse umane impiegate (molte delle<br />
quali provenienti dalla Casa madre in Germania),<br />
si è decisa a vendere l’azienda <strong>it</strong>aliana anche a<br />
causa della perdurante crisi dei mercati internazionali<br />
(in primis quello <strong>it</strong>aliano, da sempre leader<br />
nelle immatricolazioni di moto Husqvarna) e<br />
delle scarse prospettive di rilancio a breve termine<br />
della Casa. In futuro <strong>BMW</strong> <strong>Moto</strong>rrad si concentrerà<br />
maggiormente nello sviluppo di veicoli<br />
per la mobil<strong>it</strong>à urbana e a basse emissioni. Tutto<br />
18<br />
questo si è verificato - ci preme sottolinearlo - in<br />
un periodo economicamente difficile, ma in cui<br />
proprio il segmento enduro ha sofferto meno in<br />
termini di numeri rispetto a quello stradale. Non<br />
a caso KTM è cresciuta in tutto il mondo e ha<br />
chiuso il 2012 con un bilancio record.<br />
Perché le cose sono andate diversamente allora<br />
a Cassinetta di Biandronno? Le moto stradali di<br />
Husqvarna, la Nuda 900 in particolare, hanno riscosso<br />
un discreto successo in Europa, mentre è<br />
mancato completamente l’apporto della gamma<br />
offroad, su cui il management tedesco ha invest<strong>it</strong>o<br />
forse poco o nella direzione sbagliata. Un caso<br />
emblematico è il mancato rinnovamento della<br />
gamma due tempi, su cui invece stanno investendo<br />
gran parte dei compet<strong>it</strong>or europei (la sol<strong>it</strong>a<br />
KTM, ma anche GAS GAS, Beta, TM, Sherco).<br />
Di fatto <strong>BMW</strong> rinuncia alla sfida, ha già invest<strong>it</strong>o<br />
molto denaro e preferisce cedere la Casa varesina.<br />
I termini economici della cessione non sono<br />
stati resi noti. Nuova proprietaria sarà la Pierer<br />
Industrie AG, società cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da Stefan Pierer<br />
(ceo e presidente attuale di KTM). Un imprend<strong>it</strong>ore<br />
capace di rilanciare negli ultimi anni alla<br />
grande, alla grandissima la fabbrica di Mattighofen,<br />
che nel 2012 è stata in grado di superare, in<br />
numero di immatricolazioni, la rivale <strong>BMW</strong>, producendo<br />
ben 107.000 moto (<strong>BMW</strong> è dietro, ma<br />
per un’inezia: poche centinaia di pezzi). Pierer<br />
ha traghettato la KTM attraverso la difficilissima<br />
crisi che ha colp<strong>it</strong>o l’azienda austriaca nel 2009,<br />
aggravata dal flop dell’auto sportiva X-Bow. Ha<br />
brillantemente risollevato le vend<strong>it</strong>e aprendo a<br />
KTM i mercati asiatici grazie alla partnership con<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
la Bajaj, avviata nel 2007. I cap<strong>it</strong>ali indiani hanno<br />
consent<strong>it</strong>o anche di investire nel rinnovamento<br />
della gamma offroad e di quella stradale, col lancio<br />
di modelli di successo come la piccola Duke,<br />
che è stata ben accolta sia in Europa che in Asia.<br />
Bajaj è arrivata negli anni a detenere oltre il 40%<br />
di KTM e, come ci ha dichiarato KTM stessa, resterà<br />
socia di minoranza della Casa austriaca detenendo<br />
oggi il 47% delle azioni. La maggioranza<br />
appartiene ancora a Pierer che intende restare<br />
a capo anche di KTM. Stefan Pierer è quindi<br />
sempre più attore protagonista dell’industria<br />
della moto. Ora la storica Husqvarna (fondata in<br />
Svezia nel 1903) è sua, e c’è da ben sperare circa<br />
le sorti della fabbrica di Cassinetta, rinnovata nel<br />
2010.<br />
Il manager austriaco ha dimostrato negli anni<br />
grandi capac<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriali e, soprattutto, ha<br />
una visione globale del mercato motociclistico –<br />
specie offroad – essenziale per ridare slancio a<br />
Husqvarna.<br />
Un’Husqvarna che non ha alcuna necess<strong>it</strong>à di<br />
traslocare all’estero, come il caso Ducati (di recente<br />
entrata nell’orb<strong>it</strong>a Audi) insegna.<br />
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Rokon, una v<strong>it</strong>a a 2WD<br />
di Maurizio Tanca | Questo curiosa motocicletta americana a due<br />
ruote motrici è la versione attuale di un mezzo nato “multipurpose” le<br />
cui origini risalgono addir<strong>it</strong>tura a sessant’anni fa. Ecco un video che ve<br />
la mostra in azione<br />
L<br />
e moto a due ruote motrici non<br />
sono certo una nov<strong>it</strong>à, anche se<br />
in effetti l’argomento, peraltro<br />
intrigante, non è quasi mai stato<br />
affrontato di petto in termini<br />
di industrializzazione. Ci provò<br />
Yamaha, che esordì con la versione 2-TRAC System<br />
della sua celebre TT600 nel 1999 per poi<br />
trasferire il progetto sulla WR450F - con la quale<br />
David Fretigné vinse il Rally del Marocco del 2002<br />
davanti al suo “capo”, il compianto Jean Claude<br />
Olivier - e più tardi anche su un prototipo YZ250,<br />
20<br />
nel 1998, realizzato però dalla Öhlins. Tra le varie<br />
realizzazioni più o meno autarchiche relative<br />
all’argomento “trazione integrale” ricordiamo<br />
che anche la nostra SWM realizzò un prototipo<br />
a due ruote motrici della sua gialla Trial, nei primi<br />
anni 80, segu<strong>it</strong>a dalla Fantic nel ’92. Mentre<br />
la stessa Suzuki, nell’83, allestì una speciale<br />
versione della DR250 per l’eserc<strong>it</strong>o australiano,<br />
senza però mai produrla; e nell’85 ed ‘87 presentò<br />
al Tokio <strong>Moto</strong>r Show le futuristiche stradali<br />
Falcorustyco e Nuda, entrambe a trazione integrale<br />
ma rimaste a livello concept. Quanto ad<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
Honda, si occupò dell’argomento con una XR250,<br />
anch’essa rimasta fine a se stessa. Attualmente<br />
la statun<strong>it</strong>ense Christini Technologies di Philadelphia,<br />
che nel 2001 iniziò a realizzare mountain<br />
bike per poi trasferire alle moto la sua tecnologia<br />
AWD (All Wheels Drive) già l’anno successivo,<br />
produce regolarmente delle belle enduro con<br />
motori a 2 e 4 tempi, anche in versione mil<strong>it</strong>are.<br />
Ma risale a molto prima l’avventura della Rokon,<br />
altra azienda yankee sulla breccia da oltre mezzo<br />
secolo. Le Rokon sono moto molto particolari ed<br />
essenziali, create dal californiano Charles Fehn,<br />
che nei primissimi anni 50 decise di creare un<br />
veicolo da lavoro a due ruote che doveva essere<br />
in grado di disimpegnarsi senza problemi su<br />
qualunque tipo di terreno accidentato, superando<br />
ostacoli decisamente impegnativi: nacque<br />
così la <strong>Moto</strong>tractor a due ruote motrici dotate di<br />
pneumatici di generose dimensioni, che nel 1959<br />
venne rinominata Trailmaker. Si trattava del prototipo<br />
di quella che sarebbe diventata la Rokon,<br />
che ancora oggi produce tre modelli denominati<br />
Trail-Breaker, Ranger e Scout. La Trail-Breaker<br />
e la Scout montano un motore Kohler a 4 tempi<br />
da 208 cc, con avviamento elettrico, cambio a 3<br />
marce e 7 cv, mentre la Ranger è spinta da un<br />
Honda 160 4T da poco più di 5 cv con avviamento<br />
a strappo.<br />
Il peso dichiarato e di 99 kg a secco per tutte e<br />
tre i modelli, tutti capaci di affrontare tranquillamente<br />
pendenze del 60% e dotati di corposi<br />
pneumatici tubeless da 12”, che per la Ranger<br />
(prezzo 6.375 dollari, circa 4.750 euro) e la<br />
Scout (6.175 dollari/4.600 euro) fungono anche<br />
da “sospensioni”, mentre la Trail-Breaker (6.975<br />
dollari/5.200 euro) anteriormente monta un<br />
sistema sospensivo denominato Auto-Grab, gest<strong>it</strong>o<br />
da un unico ammortizzatore sulla destra: il<br />
gruppo sospensione anteriore figura anche tra i<br />
numerosi accessori disponibili per questi mezzi<br />
sono disponibili oltre 50 accessori – catene da<br />
neve comprese - che ne ampliano le possibil<strong>it</strong>à di<br />
utilizzo, sia come mezzi da lavoro che da tempo<br />
libero.<br />
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Ciao a tutti!L’argomento<br />
Monza ha<br />
interessato<br />
molti<br />
lettori e però uno di voi mi<br />
ha mosso una cr<strong>it</strong>ica particolare.<br />
Non l’ha fatto sul s<strong>it</strong>o,<br />
mi ha affiancato al semaforo<br />
sulla sua Speed e ha esord<strong>it</strong>o<br />
così: “Sì, Monza era pericolosa,<br />
niente spazi di fuga<br />
e l’avete boicottata dopo il ’73. Ma per andare<br />
dove? Al Mugello, dove Buscherini e Tordi hanno<br />
perso la v<strong>it</strong>a nel ’76. Ne valeva la pena?”. Pareva<br />
ferrato, ma se n’è andato senza aspettare e allora<br />
rispondo qui. Vero, dopo due turni del Nazioni a<br />
Imola, nel 1976 ci fu l’esordio iridato del Mugello,<br />
circu<strong>it</strong>o completato due anni prima dall’ACI Firenze<br />
e che nel ‘75 aveva osp<strong>it</strong>ato una 1000 Km<br />
Nico Cereghini<br />
“Perché lasciammo Monza<br />
negli anni Settanta”<br />
La tragedia del maggio 1973 portò al trasloco<br />
del Nazioni, a Imola e poi sul nuovo Mugello.<br />
Con altre v<strong>it</strong>time, purtroppo, perché la sicurezza<br />
allora non esisteva. Ma fu la nasc<strong>it</strong>a di un nuovo<br />
motociclismo<br />
a luglio (con una v<strong>it</strong>tima di ventidue anni: il mio<br />
amico Carlo Fiorentino) e una gara internazionale<br />
a settembre. Anche lì, allora i pericoli c’erano. E in<br />
particolare, come avevo personalmente denunciato<br />
sul quindicinale “Il Pilota <strong>Moto</strong>”, per ovviare<br />
alla carenza di spazi erano state sistemate delle<br />
reti, come del resto si usava anche al Castellet<br />
per fermare i piloti prima delle barriere. Solo che<br />
le reti francesi erano studiate per cedere, mentre<br />
quelle toscane erano sostenute da pali di legno<br />
praticamente indistruttibili. Fu un fine settimana<br />
particolarmente difficile, con qualcosa come novanta<br />
cadute in tre giorni, quasi tutte provocate<br />
dal grippaggio dei motori. Personalmente, ricordo<br />
che grippai tre pistoni su quattro sia il sabato<br />
sia la domenica, con la mia RG, volando via alla<br />
Bucine e poi alla staccata della San Donato a<br />
200 all’ora. Raccolsi una voce, anni dopo: ci sarebbero<br />
state infiltrazioni d’acqua nella cisterna<br />
del distributore. Solo i piloti ufficiali si portavano<br />
il loro carburante da casa. Io me la cavai con qualche<br />
ammaccatura, ma Otello Buscherini in 250 e<br />
Paolo Tordi in 350 non si rialzarono dopo le loro<br />
cadute. Sfondamento della cassa toracica per<br />
entrambi, purtroppo. Fu aperta un’inchiesta, venni<br />
anche ascoltato da un magistrato a Roma insieme<br />
ad altri piloti, ma poi non si seppe più nulla.<br />
Nessuna pista era completamente sicura, negli<br />
anni Settanta; la nostra fu una battaglia dura, gli<br />
standard migliorarono progressivamente. Ricordo<br />
che a Imola, dove tra le altre cose mancavano<br />
spazi alla Piratella, gli organizzatori un bel giorno<br />
ci chiamarono per verificare i lavori di sbancamento.<br />
Walter Villa ed io trovammo finalmente<br />
un’ampia area esterna all’ingresso della curva.<br />
Era il 1975. Due mesi dopo, per il GP delle Nazioni,<br />
su quell’area avevano tirato su una nuova tribuna<br />
in tubi Innocenti. Per dire che razza di gente<br />
dovevamo affrontare. E la federazione <strong>it</strong>aliana a<br />
quei tempi era sorda. In qualche caso addir<strong>it</strong>tura<br />
complice dei gestori e opposta ai piloti. Insomma,<br />
lasciare Monza non risolse il problema della pericolos<strong>it</strong>à<br />
delle piste, come sottolineava il lettore<br />
con la Speed al semaforo. Però da lì è part<strong>it</strong>o un<br />
movimento che ha trasformato il motociclismo.<br />
Anche se purtroppo le garanzie della sicurezza<br />
assoluta e dell’incolum<strong>it</strong>à non ci sono oggi e non<br />
ci saranno mai.<br />
Grippai tre pistoni su quattro sia il sabato sia la<br />
domenica, con la mia RG, volando via alla Bucine e<br />
poi alla staccata della San Donato a 200 all’ora<br />
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I motociclisti <strong>it</strong>aliani sono bravi,<br />
meno le assicurazioni e le infrastrutture<br />
Lo rivela un’indagine ANCMA. Gli <strong>it</strong>aliani in moto sono più virtuosi<br />
degli altri europei, ma sono danneggiati dagli altri utenti della strada.<br />
E da infrastrutture e assicurazioni<br />
S<br />
ono confortanti i dati relativi all’incidental<strong>it</strong>à<br />
su due ruote, rilevati<br />
dalla consueta indagine statistica<br />
ACI-ISTAT, a differenza di quanto<br />
dichiarato dalla Fondazione ANIA. Nel 2011 i<br />
veicoli a due ruote coinvolti in incidenti (mortali<br />
e non) si fermano a quota 75.193, in linea con i<br />
valori dell’anno precedente (+1,1%). Le v<strong>it</strong>time<br />
su ciclomotore (165 persone) fanno registrare la<br />
contrazione più significativa, calando del 19% rispetto<br />
al 2010 mentre il numero dei fer<strong>it</strong>i diminuisce<br />
del 5,2%. Le v<strong>it</strong>time su motocicli e scooter<br />
targati ammontano a 923 un<strong>it</strong>à e fanno segnare<br />
una riduzione del 2,1%, mentre aumenta del<br />
4,1% il numero dei fer<strong>it</strong>i. Complessivamente si<br />
registra una diminuzione del 4,2% delle v<strong>it</strong>time<br />
di incidenti su veicoli a due ruote (ciclomotori e<br />
moto) rispetto al 2010. Negli ultimi 5 anni il numero<br />
delle v<strong>it</strong>time è diminu<strong>it</strong>o del 22%. «Il dato<br />
apparso in diversi articoli, che enfatizzava come<br />
in Italia gli incidenti stradali che coinvolgono i<br />
mezzi a due ruote causino un morto ogni 8 ore,<br />
è parziale. Tale dichiarazione non tiene conto<br />
del fatto che solo nel 38% dei casi l’incidente è<br />
imputabile ad un errore umano del motociclista,<br />
mentre nel 50% dei casi sono gli altri conducenti<br />
a provocarlo - chiarisce Pier Francesco Caliari,<br />
direttore generale di Confindustria ANCMA (Associazione<br />
nazionale Ciclo <strong>Moto</strong>ciclo e Accessori)<br />
c<strong>it</strong>ando i risultati del MAIDS (<strong>Moto</strong>rcycle<br />
Accidents In Depth Study), la più aggiornata ricerca<br />
sull’incidental<strong>it</strong>à delle due ruote a motore<br />
condotta dall’ACEM, l’ente che rappresenta l’industria<br />
di settore in Europa . «Va considerato anche<br />
che in Italia abbiamo il parco circolante più<br />
numeroso rispetto a tutti gli altri Paesi europei,<br />
pari a 8.600.000 utenti». «Se si confronta la percentuale<br />
di v<strong>it</strong>time ogni 10.000 veicoli la cifra per<br />
l’Italia è pari a 1,3 mentre altri Paesi importanti<br />
presentano risultati più negativi, ad esempio la<br />
Francia arriva a 2,5 e il Regno Un<strong>it</strong>o addir<strong>it</strong>tura<br />
al 3,6».<br />
News<br />
i grossi lim<strong>it</strong>i delle<br />
infrastrutture <strong>it</strong>aliane<br />
Sempre secondo il MAIDS, in Italia le infrastrutture<br />
inadeguate sono concausa di incidenti nel<br />
25% dei casi, circa il doppio rispetto alla media<br />
europea. Nel 2011 la presenza di ostacoli accidentali<br />
o fissi sulla strada ha provocato la morte<br />
di 96 centauri e il ferimento di altri 2033. Questi<br />
numeri riconfermano la grande importanza<br />
che un intervento sulle infrastrutture può avere<br />
nella riduzione degli infortuni per i conducenti di<br />
motocicli e ciclomotori. Un impegno della sfera<br />
pubblica comporterebbe anche un forte contenimento<br />
dei costi sociali provocati dagli incidenti<br />
stradali. La cifra ammonta a 30 miliardi di euro.<br />
I produttori di moto si impegnano costantemente,<br />
in termini di ricerca e sviluppo, sul tema della<br />
sicurezza.<br />
Lo dimostrano i continui progressi sul fronte<br />
delle tecnologie applicate sui veicoli, dai sistemi<br />
avanzati di frenata al controllo di trazione, così<br />
come i miglioramenti di telai, sospensioni e pneumatici.<br />
A questi si aggiungono i risultati raggiunti<br />
dai produttori di caschi e abbigliamento tecnico,<br />
tesi ad aumentare la protezione e lim<strong>it</strong>are i danni<br />
in caso di incidente. Nel nostro Paese la vera<br />
anomalia è rappresentata dal mondo assicurativo<br />
e dalle tariffe insostenibili e ingiustificate, elemento<br />
in aperto contrasto con quanto accade in<br />
Europa: una recente inchiesta del Corriere della<br />
Sera ha dimostrato che, nelle principali c<strong>it</strong>tà <strong>it</strong>aliane,<br />
si pagano tariffe 10 volte più alte della media<br />
delle c<strong>it</strong>tà tedesche. Ciò provoca che il 10%<br />
di utenti circola senza assicurarsi, oppure ricorre<br />
a contrassegni falsi. L’impegno di Confindustria<br />
ANCMA è di rendere sempre più consapevole e<br />
responsabile l’utilizzo e delle due ruote, che rappresentano<br />
la soluzione alla mobil<strong>it</strong>à sostenibile.<br />
In più, la partecipazione attiva dell’Associazione<br />
ai processi decisionali europei, rende l’Italia un<br />
Paese al passo con i mutamenti sociali. Ne sono<br />
esempi recenti sia la direttiva patenti sia l’obbligo<br />
di ABS su tutti i veicoli a partire dal 1° gennaio<br />
2016.<br />
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“Scrivere messaggi mentre si guida…”<br />
risponde l’Assicurazione<br />
In risposta all’ed<strong>it</strong>oriale di Nico Cereghini dell’8 gennaio che<br />
cr<strong>it</strong>icava lo spot televisivo di una nota Assicurazione, abbiamo<br />
ricevuto una lettera dalla stessa compagnia che chiede spazio<br />
per esprimere le buone intenzioni della loro campagna<br />
I<br />
n risposta all’ed<strong>it</strong>oriale di Nico Cereghini<br />
dell’8 gennaio che cr<strong>it</strong>icava lo<br />
spot televisivo di una nota Assicurazione,<br />
abbiamo ricevuto una lettera<br />
dalla stessa compagnia che chiede<br />
spazio per esprimere le buone intenzioni<br />
della loro campagna «Caro Nico, grazie<br />
per aver affrontato un tema così delicato come<br />
quello della sicurezza stradale e quindi averci<br />
dato la possibil<strong>it</strong>à di rappresentarti meglio il concetto<br />
della nostra campagna di comunicazione.<br />
La sicurezza in strada, a maggior ragione per i<br />
centauri, così come la sicurezza di tutti i giorni<br />
è prerogativa fondamentale per ciascuno di noi;<br />
e convinti del fatto che molte volte gli impegni,<br />
la fretta, uno stile di v<strong>it</strong>a sempre più frenetico<br />
possano portare a delle facili distrazioni, abbiamo<br />
voluto, come Assicuratori di professione,<br />
porre l’accento sul tema della protezione e della<br />
prevenzione, ancor prima di qualsiasi aspetto<br />
commerciale: “Noi di Reale Mutua ti assicuriamo<br />
al meglio, ma a proteggerti pensaci anche tu”.<br />
Vogliamo spiegare meglio questo concetto alla<br />
base di tutta la nostra filosofia di protezione: anche<br />
la migliore delle assicurazioni (qualsiasi essa<br />
sia) non può proteggerti dalla tue imprudenze e<br />
distrazioni che possono mettere in pericolo te<br />
stesso e molte volte gli altri. Per questo, i nostri<br />
spot vogliono mettere simpaticamente in scena<br />
alcune s<strong>it</strong>uazioni rischiose che potrebbero<br />
verificarsi sulla strada, in casa o nella v<strong>it</strong>a di tutti<br />
i giorni, sottolineando però con fermezza che la<br />
prudenza, l’attenzione e quindi il rispetto delle regole<br />
sono più importanti di qualsiasi assicurazione.<br />
Per rafforzare il concetto, accanto agli spot<br />
tv abbiamo creato il s<strong>it</strong>o www.realmenteprotetti.<br />
<strong>it</strong>, all’interno del quale stiamo trattando ormai<br />
da qualche tempo il tema della protezione attraverso<br />
una serie di video tutorial e consigli utili sul<br />
come proteggersi in varie s<strong>it</strong>uazioni. Proprio sul<br />
s<strong>it</strong>o abbiamo voluto rimarcare l’importaza di attenersi<br />
e osservare sempre le norme di sicurezza<br />
così come previsto dalla legge. Speriamo di aver<br />
contribu<strong>it</strong>o alla vostra discussione portandovi il<br />
nostro punto di vista e solidali con il pensiero di<br />
Nico… Prudenza sempre!». Il direttore Marketing<br />
e comunicazione di Reale Mutua di Assicurazioni<br />
il commento di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />
Siamo felici di poter dialogare direttamente con<br />
voi. Già conoscevamo il vostro s<strong>it</strong>o dedicato, che<br />
abbiamo di nuovo vis<strong>it</strong>ato, ma vi facciamo cortesemente<br />
notare che soltanto sul s<strong>it</strong>o il vostro<br />
messaggio è completo e chiaro: nello spot in tivù<br />
fate intendere che anche messaggiare mentre si<br />
guida rientri tra le tante “imprudenze e distrazioni”,<br />
mentre della grav<strong>it</strong>à di tale comportamento<br />
e del rispetto delle regole proprio non si fa cenno.<br />
Invece tutti sappiamo che usare il telefonino<br />
mentre si guida è una gravissima violazione che<br />
comporta pericoli altissimi per sé e soprattutto<br />
per gli altri utenti della strada. Insomma, bravi a<br />
creare il s<strong>it</strong>o, dove avete rafforzato il vostro concetto<br />
di sicurezza. Ma per noi lo spot televisivo<br />
resta incompleto e ambiguo, mentre sarebbe<br />
importantissimo non lasciare spazio alla tolleranza<br />
di fronte a quella che è diventata una vera<br />
e propria piaga sociale. L’uso indiscriminato del<br />
cellulare alla guida, infatti, va generalizzandosi;<br />
andrebbe contrastato con la massima sever<strong>it</strong>à.<br />
In conclusione, diamo cred<strong>it</strong>o alla vostre buone<br />
intenzioni e anche alla vostra disponibil<strong>it</strong>à. Ma<br />
per noi sarebbe importante che interveniste sullo<br />
spot per completarlo, forse basterebbe una<br />
sovraimpressione, che sottolinei la grav<strong>it</strong>à della<br />
violazione. Grazie!<br />
News<br />
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I Racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />
“Campione del Mondo”<br />
di Antonio Priv<strong>it</strong>era | “carneade” significa... uno che ha fatto<br />
qualcosa di notevole ma è comunque uno sconosciuto, uno che<br />
non è mai diventato famoso nonostante abbia compiuto delle<br />
azioni memorabili o importanti...<br />
P<br />
apà...<br />
– sì?<br />
– che vuol dire “carneade”?<br />
– Dove l’hai vista questa parola?<br />
– L’ha detta la maestra Clara.<br />
– ...mai una volta che si facessero i fatti loro...<br />
‘ste supplenti.<br />
– che hai detto, papi?<br />
– No, niente amore mio... comunque “carneade”<br />
significa... uno che ha fatto qualcosa di notevole<br />
ma è comunque uno sconosciuto, uno che non è<br />
mai diventato famoso nonostante abbia compiuto<br />
delle azioni memorabili o importanti.<br />
– La maestra Clara dice che tu sei un carneade.<br />
– ...e lei è una str... strana donna... ‘sta impicciona...<br />
– ehh?<br />
– Niente amore, continua a fare i comp<strong>it</strong>i.<br />
– Sì papi.<br />
Passano trenta secondi, Gianni è seduto accanto<br />
alla figlioletta di otto anni che fa i comp<strong>it</strong>i di <strong>it</strong>aliano<br />
mentre tormenta una penna tra le d<strong>it</strong>a. Lo<br />
sa; sa che sta per arrivare, ne sente l’odore, ne<br />
avverte le vibrazioni, eccola:<br />
– Papà...<br />
– Tesoro, dimmi...<br />
– La...<br />
– …maestra Clara...<br />
– sì, giusto, mi ha pure detto che tanti anni fa tu<br />
eri un pilota di motociclette.<br />
– Marianna, la maestra Clara dovrebbe pensare<br />
solo a spiegarvi la differenza tra il condizionale e<br />
il congiuntivo...<br />
– ...se tu fossi...<br />
– Brava, condizionale. Ora dimmi pure il congiuntivo<br />
e non preoccuparti se sbagli, nemmeno<br />
tanti grandi sanno bene come usarlo...<br />
– No, dicevo se tu fossi stato un pilota di motociclette,<br />
a casa avresti le cose che usavi quando<br />
correvi, giusto?<br />
– Sintassi perfetta però, come vedi, a casa non<br />
c’è niente. Niente cose da moto: niente pilota di<br />
motociclette, la maestra Clara è una gran tr... triste<br />
persona.<br />
– Ah, occhei. Ma com’è che la maestra Clara ti<br />
conosce?<br />
– Uff... quando papà era molto giovane e non conosceva<br />
ancora la mamma, la maestra Clara che<br />
all’epoca era già maestra, ma di cose molto diverse<br />
da quelle che ti insegna a scuola, era vicina<br />
di casa di papà. Poi ho conosciuto la mamma, ci<br />
siamo sposati e sei anni dopo sei nata tu, amore<br />
mio.<br />
– E mamma la conosce?<br />
– Temo di sì...<br />
– Allora facciamole incontrare!! Sono amiche!<br />
– Marianna, continua a fare i comp<strong>it</strong>i che anche<br />
se la maestra Clara è solo una supplente, ti garantisco<br />
che non perdonerà il minimo errore: rischi<br />
la bocciatura; fosse per lei ti retrocederebbe<br />
in prima elementare solo per farmi un torto...<br />
Marianna posa la penna e si ferma. I bambini vivono<br />
le emozioni degli adulti e lei percepisce il<br />
disagio del padre nel parlare di questa supplente<br />
di Italiano cap<strong>it</strong>ata per caso nella sua classe in<br />
sost<strong>it</strong>uzione della insegnante t<strong>it</strong>olare in congedo<br />
per matern<strong>it</strong>à. La maestra Clara in effetti è un po’<br />
nervosa, alza spesso la voce e sopratutto le ha<br />
fatto un sacco di domande su suo papà Gianni.<br />
Gianni, dal canto suo, ha archiviato tutto. Gli<br />
sforzi per chiudere con un certo tipo di v<strong>it</strong>a sono<br />
costati la rescissione non solo di contratti ma<br />
anche di amicizie, rapporti personali coltivati per<br />
anni e nutr<strong>it</strong>i per ottenere un mezzo più compet<strong>it</strong>ivo.<br />
Le gare in moto sono così: devi anche essere<br />
un buon manager di te stesso e curare non<br />
solo la preparazione ma pure le relazioni sociali.<br />
Forte di un talento eccezionale, dopo una lunga<br />
gavetta iniziata guidando moto private con le<br />
ruote a raggi, Gianni scalava la vetta che porta<br />
al successo sacrificando ogni altro obbiettivo di<br />
v<strong>it</strong>a. Con lui, il sabato prima della gara a fare le<br />
notti sul furgone per cambiare i pistoni grippati<br />
News<br />
dopo aver sognato un avvenire luminoso costellato<br />
di v<strong>it</strong>torie e denaro (di fronte ad una pizza<br />
in un tavolo vicino alla porta della toilette di una<br />
trattoria lontana dal circu<strong>it</strong>o per non farsi vedere<br />
dagli avversari di pista e non dare loro il vantaggio<br />
psicologico di vederlo a risparmiare pure sul<br />
conto della pizzeria, scoprendolo un miserabile),<br />
con lui c’era sempre e da sempre Clara.<br />
“Io vi odio tutti”, diceva Gianni dentro il casco<br />
appena dopo avere abbassato la visiera sulla linea<br />
di partenza: quella dichiarazione di guerra al<br />
mondo riempiva di cavalli la curva di potenza della<br />
sua motocicletta privata, dove ogni briciola di<br />
spinta in più era un ulteriore passo avanti verso<br />
l’affermazione personale e la fuga da un contesto<br />
sociale popolare dal quale, aveva giurato a Clara<br />
e a se stesso, si sarebbe emancipato grazie alle<br />
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sue v<strong>it</strong>torie.<br />
Clara era più di una fidanzata: era un feticcio,<br />
un’estroflessione della coscienza di Gianni e la<br />
cartina di tornasole dei risultati ottenuti, era la<br />
banca dove Gianni depos<strong>it</strong>ava ogni suo passo<br />
avanti nella carriera in attesa che maturasse una<br />
cedola di stima: perché lei era devota a Gianni,<br />
ma non era gratis. Clara riempiva l’aria attorno<br />
a Gianni di insoddisfazione e pretese, veicolava<br />
ogni genere di dubbi sulle sue qual<strong>it</strong>à di uomo<br />
e di pilota fino a offenderlo e mutilarlo della sua<br />
dign<strong>it</strong>à, giungendo a negargli le proprie grazie<br />
in mancanza di successi, millantando facoltosi<br />
pretendenti alla sua stupefacente bellezza,<br />
inasprendo i sapori delle v<strong>it</strong>torie nei campionati<br />
minori sminuendole perché per lei contava solo<br />
avere accanto il campione del mondo e fino a<br />
quando Gianni non lo fosse diventato sarebbe<br />
rimasto indegno di lei, che centellinava i complimenti<br />
e le gratificazioni ricoprendolo invece di<br />
offensive contumelie se scivolava. Clara non perdeva<br />
occasione per esprimere pubblicamente il<br />
suo essere lì non per caso e certamente non per<br />
sempre: le corse erano belle ma erano solo un<br />
gradino verso la v<strong>it</strong>a agiata cui sentiva di avere<br />
dir<strong>it</strong>to da sempre in nome della sua avvenenza.<br />
Ora aveva superato i trent’anni ed esigeva che<br />
Gianni, pur più giovane di lei di quattro anni, le<br />
desse quello che le spettava; non poteva attendere<br />
oltre perché se Gianni non avesse vinto il<br />
campionato del mondo adesso, superati quegli<br />
esuberanti trent’anni ci sarebbero stati dei decadenti<br />
quaranta, dei tristi cinquanta e degli agonizzanti<br />
sessanta.<br />
“E’ così che ti rovini il karma”, sussurrò a Clara,<br />
di nascosto nei box, un giovane dirigente della<br />
squadra ufficiale giapponese per la quale correva<br />
Gianni.<br />
“Non è possibile”, pensò lei.<br />
“Nessuno ha mai visto niente”. Si disse.<br />
Gianni era un esordiente in quella classe 350,<br />
aveva ottenuto una moto ufficiale per la prima<br />
volta nella carriera e stava andando oltre ogni<br />
aspettativa. Le prime cinque gare gli diedero tre<br />
podi, poi fece quattro v<strong>it</strong>torie e a sei gare alla fine<br />
poteva giocarsi il t<strong>it</strong>olo.<br />
Forse perché mancava quella componente avventurosa<br />
ed epica delle notti passate nel furgone,<br />
forse perché tutti noi a furia di inseguire<br />
qualcosa a volte ci dimentichiamo che abbiamo<br />
bisogno di prendere fiato, oppure a causa di una<br />
sventurata infatuazione, Clara un giorno capì<br />
che il giocattolo non le piaceva più. Tradire Gianni<br />
r<strong>it</strong>ualmente e ripetutamente con uno dei suoi<br />
più accan<strong>it</strong>i avversari in pista e pluricampione<br />
del mondo la soddisfaceva e si rese conto che<br />
dopo anni di attesa lei era già arrivata dove voleva,<br />
stava già con un ricco e famoso campione e<br />
non aveva più bisogno che Gianni conquistasse<br />
l’iride.<br />
Gianni era già da un po’ e suo malgrado bersaglio<br />
di pettegolezzi da parte del “Continental Circus”<br />
nel quale rec<strong>it</strong>ava la parte della cornuta bestia<br />
da serraglio; nonostante questo, la sua concentrazione<br />
totale all’obbiettivo della v<strong>it</strong>toria nel<br />
campionato gli impediva di percepire il minimo<br />
News<br />
accenno dell’atmosfera che lo circondava.<br />
Iniziò a insospettirsi quando Clara non si lamentò<br />
per un secondo posto in griglia, ma lo percepì<br />
come un segno che le cose stavano finalmente<br />
cambiando. Il che poi non era così sbagliato.<br />
Alla conquista del mondiale, sull’ultimo e defin<strong>it</strong>ivo<br />
podio che gli permise di fregiarsi del t<strong>it</strong>olo<br />
di campione, Clara non c’era. Gianni rimase con<br />
la coppa in mano e lo champagne nell’altra ad<br />
aspettare che lei salisse sul palco della premiazione<br />
e la folla sotto di lui iniziò a mugugnare e<br />
chiedersi quando avrebbe aperto lo champagne<br />
spruzzando avversari e pubblico di una presumibile<br />
felic<strong>it</strong>à. Attese ancora lunghi imbarazzanti<br />
istanti ma di Clara quel giorno si persero le tracce.<br />
L’ago del contagiri della rabbia andò fuori scala e<br />
Gianni smise di giustificarla, chiese spiegazioni a<br />
tutti impattando contro sguardi bassi e omertà,<br />
sentendosi avulso da quell’ambiente che non lo<br />
aveva mai realmente amato né accettato anche<br />
a causa del suo inglese terribile e del suo <strong>it</strong>aliano<br />
incerto tra improbabili condizionali e comici<br />
congiuntivi che Clara nonostante fosse abil<strong>it</strong>ata<br />
maestra non si curava di mostrargli come usare<br />
nei modi corretti; si abbatté su di lui un istantaneo<br />
ostracismo universale e ora che anche Clara<br />
non stava più dalla sua parte, si sentì vuoto e<br />
inutile, come vuota e inutile era quella coppa che<br />
scagliò contro il muro del podio fracassandola di<br />
fronte delle massime autor<strong>it</strong>à del motociclismo<br />
mondiale intervenute per incoronarlo Campione<br />
del Mondo.<br />
Scese dal palco e scomparve per sempre dalla<br />
scena delle competizioni motociclistiche. Non<br />
diede interviste né rilasciò dichiarazioni, non<br />
diede mai spiegazioni, non mostrò mai alcun<br />
rancore. Semplicemente, tornò da dove era venuto,<br />
terminò gli studi ed ev<strong>it</strong>ò di riciclarsi come<br />
collaudatore o giornalista. Si sposò e crebbe una<br />
figlia che un giorno ebbe per supplente una maestra<br />
vedova, cui il giovane mar<strong>it</strong>o aveva lasciato<br />
molti deb<strong>it</strong>i e nessun ricordo felice a parte qualche<br />
polveroso trofeo attualmente in depos<strong>it</strong>o al<br />
monte dei pegni.<br />
30 31
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Rossi in Scia a Pedrosa e Lorenzo<br />
Scommettiamo?<br />
di Giovanni Zamagni | Si torna in pista, finalmente, e<br />
c’è grande attesa per i primi test della <strong>Moto</strong>GP a Sepang.<br />
Aspettando il riscontro del cronometro, ecco qualche<br />
previsione. Qual è la vostra?<br />
S arà<br />
per il r<strong>it</strong>orno di Valentino<br />
Rossi in Yamaha, sarà perché<br />
a Valencia, a novembre,<br />
di fatto non si è provato, sarà<br />
perché da troppo tempo non<br />
si parla di tempi sul giro, sarà<br />
per Marc Marquez sulla Honda ufficiale, sarà per<br />
la curios<strong>it</strong>à di vedere cosa farà la Ducati con Dovizioso<br />
e senza Rossi, fatto sta che c’è grande<br />
aspettativa per i test che da domani – e per tre<br />
giorni, fino a giovedì 7 febbraio – a Sepang inaugureranno<br />
la <strong>Moto</strong>GP <strong>2013</strong>. In attesa dei primi riscontri,<br />
la domanda quasi univoca che rivolgono<br />
gli appassionati di moto è: cosa farà Valentino?<br />
Già, cosa farà Valentino? Naturalmente è impossibile<br />
rispondere prima che il nove volte iridato<br />
salga sulla Yamaha e si possono fare solo alcune<br />
considerazioni.<br />
roSSi: GraNdi MoTivaZioNi<br />
La prima che mi viene in mente, la più importante,<br />
è che se uno come lui ha fatto questa scelta,<br />
è perché è stra convinto di essere ancora compet<strong>it</strong>ivo.<br />
I piloti, al di là delle dichiarazioni ufficiali,<br />
sanno benissimo qual è la loro forza e quella degli<br />
avversari, sanno, meglio di chiunque altro, se uno<br />
è più o meno bravo. Non importa che moto guidano:<br />
lo capiscono e basta. Ecco, se Rossi ha deciso<br />
di rimettersi in discussione è perché crede<br />
di potersela giocare alla pari con Jorge Lorenzo, il<br />
suo scomodo compagno di squadra. E’ normale<br />
che ci siano dei dubbi, dopo due anni così negativi<br />
e non ci si può nemmeno dimenticare l’età di<br />
32<br />
Valentino (compirà 34 anni il prossimo 14 febbraio),<br />
ma la mia sensazione è che Rossi sarà ancora<br />
compet<strong>it</strong>ivo, spinto da motivazioni straordinarie,<br />
dopo un inverno passato ad allenarsi con grande<br />
concentrazione: chi ha avuto la possibil<strong>it</strong>à di<br />
vederlo girare al “Ranch”, dice che il campione<br />
della Yamaha guida come sempre. Anzi, sempre<br />
meglio.<br />
PedroSa o LoreNZo iN PoLe?<br />
A giocarsi la virtuale pole pos<strong>it</strong>ion dovrebbero<br />
essere Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, rispettivamente<br />
primo e secondo anche nelle qualifiche<br />
del GP della Malesia del 2012. A ottobre era stato<br />
Lorenzo a battere il rivale per 194 millesimi, ma<br />
se dovessi giocare un euro, lo punterei su Dani,<br />
per me il favor<strong>it</strong>o anche per il t<strong>it</strong>olo. Fuori Stoner,<br />
Pedrosa vorrà sub<strong>it</strong>o dimostrare di essere il caposquadra<br />
e per questo mi aspetto una partenza<br />
a razzo, fin dai test invernali, in sella a una moto<br />
che conosce benissimo e che, probabilmente, è<br />
ancora la più compet<strong>it</strong>iva. Lorenzo, comunque,<br />
non sarà lontano, anche perché pure lui ha una<br />
sfida interna da vincere, per dimostrare di essere<br />
veramente il numero uno di casa Yamaha. Per<br />
quanto riguarda Rossi, 11esimo in qualifica con<br />
la ducati nel 2012 a quasi 1”5, di fatto al debutto<br />
sulla Yamaha M1 dopo due anni difficilissimi, mi<br />
aspetto una prestazione di alto livello, diciamo<br />
al massimo a tre decimi dal compagno di squadra.<br />
Per Valentino, sarà questo il test più delicato,<br />
perché in caso di risultato negativo, inizieranno<br />
sub<strong>it</strong>o i processi, anche se al via del mondiale<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
(Qatar, 7 aprile) mancheranno ancora tre mesi<br />
e, soprattutto, due test (un altro in Malesia a fine<br />
mese e uno a fine marzo a Jerez). Secondo le mie<br />
aspettative, Marquez non sarà troppo lontano da<br />
questi tre piloti: credo che in termini di tempo sul<br />
giro il distacco sarà piuttosto contenuto, mentre<br />
potrebbe avere qualche difficoltà in più nel confronto<br />
sulla distanza.<br />
doviZioSo-duCaTi: eNTro iL Se-<br />
CoNdo<br />
Per quanto riguarda la coppia Dovizioso-Ducati,<br />
bisogna tenere in considerazioni due parametri:<br />
quella di Sepang è una delle piste dove Andrea va<br />
più forte in assoluto – a ottobre era terzo a due<br />
decimi dagli spagnoli e se non fosse piovuto si sarebbe<br />
giocato la v<strong>it</strong>toria -, ma, di fatto, per Dovizioso<br />
sarà il debutto sulla Ducati in condizioni di<br />
asfalto asciutto. Insomma, diciamo che potrebbe<br />
essere considerato un risultato accettabile chiudere<br />
a non più di un secondo dai primi: un discorso<br />
che vale naturalmente anche per gli altri ducatisti,<br />
il confermato Nicky Hayden, il debuttante<br />
in <strong>Moto</strong>GP Andrea Iannone e il neo acquisto Ben<br />
Spies, che salirà per la prima volta a Sepang sulla<br />
Desmosedici essendo stato costretto a saltare i<br />
test di Valencia per infortunio.<br />
CrT Piu’ viCiNe<br />
Vicino ai migliori troveremo probabilmente Cal<br />
Crutchlow, al terzo anno con la Yamaha del team<br />
Tech3 e forse Stefan Bradl, che dopo una discreta<br />
stagione di apprendistato deve dimostrare di<br />
poter essere veramente compet<strong>it</strong>ivo con i più forti<br />
piloti del mondo.<br />
Per quanto riguarda le CRT, che hanno usufru<strong>it</strong>o<br />
di due giorni in più di test (domenica e lunedì), il<br />
divario dovrebbe essere meno netto che in passato,<br />
perché hanno un anno di sviluppo alle spalle<br />
e, soprattutto, perché la Bridgestone fornirà loro<br />
nuovi pneumatici posteriori più morbidi.<br />
Per il momento si tratta solo di una prova del<br />
costruttore giapponese, ma si sa quanto questo<br />
componente sia importante: con la “gommetta”<br />
giusta, si può guadagnare anche un secondo al<br />
giro.<br />
33
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La storia di Ducati Corse<br />
di Edoardo Licciardello | L’avvicinarsi dell’inizio della stagione <strong>2013</strong> è<br />
l’occasione per ripercorrere cinquantasette anni di storia per il reparto<br />
corse della casa di Borgo Panigale<br />
Quando si dice Ducati l’appassionato casuale<br />
pensa alla <strong>Moto</strong>GP, mentre i motociclisti di corso<br />
(un po’) più lungo o di passione più verace<br />
sogna (o mastica amaro) pensando alla lunga<br />
serie di v<strong>it</strong>torie della Casa di Borgo Panigale nel<br />
massimo campionato riservato alle derivate di<br />
serie. Non tutti però sanno che a Bologna hanno<br />
iniziando dalle piccole cilindrate, conquistando<br />
punti e qualche v<strong>it</strong>toria anche agli albori delle<br />
competizioni iridate.<br />
L’esordio nei GP<br />
La storia Ducati nei GP parte naturalmente con<br />
l’ingresso dell’Ingegner Fabio Taglioni in Ducati,<br />
nel 1954. Solo due anni dopo Degli Antoni porta<br />
una “Marianna”, ovvero una 125 Gran Sport, alla<br />
v<strong>it</strong>toria nel GP di Svezia che pur non essendo<br />
gara valida per il Campionato del Mondo fa da<br />
banco di prova per la monocilindrica di Borgo<br />
Panigale. L’appet<strong>it</strong>o vien mangiando, come si<br />
suol dire, e la stessa moto pochi mesi più tardi<br />
conquista i primi punti iridati con un quinto posto<br />
nel Gran Premio delle Nazioni a Monza. La prima<br />
v<strong>it</strong>toria arriva nel 1958, con Gandossi a Spa-<br />
Francorchamps. Il bergamasco torna alla v<strong>it</strong>toria<br />
a Hedemora (Gran Premio di Svezia) precedendo<br />
il compagno di squadra Taveri, poi fa secondo<br />
a Monza e a fine stagione chiude il Mondiale al<br />
secondo posto dietro alla MV di Carletto Ubbiali.<br />
A Monza, Ducati compie tra l’altro un’impresa<br />
che ha dell’incredibile, piazzando cinque Gran<br />
Sport ai primi cinque posti. L’ordine d’arrivo rec<strong>it</strong>a<br />
Bruno Spaggiari, Alberto Gandossi, Francesco<br />
Villa (il fratello del più famoso Walter), Dave<br />
Chadwick e Luigi Taveri.<br />
Le classi superiori<br />
Nel 1960 Hailwood sale sulla 250 desmodromica<br />
(bicilindrica in linea) e regala a Ducati i primi<br />
punti nella quarto di l<strong>it</strong>ro iridata. L’interesse<br />
in azienda però cala, e bisogna aspettare dieci<br />
anni perché la storia abbia un reale segu<strong>it</strong>o, in<br />
questo caso con la 500 bicilindrica con cui Read<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
conquista – sempre a Monza – i primi punti mondiali<br />
nel Mondiale. Sembra l’inizio di una storia di<br />
successi, ma nel frattempo le gare per derivate di<br />
serie prendono sempre più piede, e la storica v<strong>it</strong>toria<br />
di Paul Smart davanti a Bruno Spaggiari alla<br />
200 Miglia di Imola sembra indicare la strada al<br />
reparto corse della Casa di Borgo Panigale, che<br />
per i successivi trent’anni tralascerà completamente<br />
i Gran Premi. Il che non vuol dire che a Bologna<br />
smettano però di vincere. Nel 1973 la 860<br />
derivata dalla (sfortunata) GT vince la 24 Ore di<br />
Barcellona con Grau e Canellas, conquistando<br />
la prima di una lunga serie di v<strong>it</strong>torie nell’Endurance.<br />
Cinque anni dopo arriva anche il primo<br />
successo al TT, con il rientrante Mike Hailwood<br />
in sella ad una 900SS preparata F1 da NCR, vero<br />
e proprio “braccio armato” Ducati nel periodo di<br />
gestione statale. Nello stesso anno, curios<strong>it</strong>à, il<br />
futuro tre volte iridato FreddieSpencer porta lo<br />
stesso modello al terzo posto nella 200 Miglia di<br />
Daytona. La classica californiana sarà in segu<strong>it</strong>o<br />
teatro di tante altre grandi v<strong>it</strong>torie per la casa di<br />
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Borgo Panigale. Nel 1981 arriva anche il primo t<strong>it</strong>olo<br />
Formula 2, con Tony Rutter (padre di quel<br />
Michael che con Ducati ha vinto in BSB e diverse<br />
corse stradali) in sella alla leggendaria Pantah<br />
TT2. La Casa di Borgo Panigale conquisterà altri<br />
tre t<strong>it</strong>oli prima che la categoria venga progressivamente<br />
abbandonata.<br />
L’era del quattro valvole<br />
E’ il 1986 quando Ducati schiera una “strana”<br />
750F1 al Bol d’Or. Sotto le carenature della due<br />
valvole (di grande successo nell’Endurance e<br />
BOTT) pulsa infatti il primo esemplare di Desmoquattro<br />
da 748cc, pensato e realizzato quasi in<br />
segreto da Gianluigi Mengoli e Massimo Bordi.<br />
La gara termina con una rottura (cappellotto di<br />
biella) ma la moto va forte. Portata ad 851cc, nelle<br />
mani di Marco Lucchinelli, la nuova bicilindrica<br />
vince la Battle of the Twins a Daytona. L’anno<br />
successivo, la stessa moto vince a Donington<br />
Park la prima manche mai disputata del Mondiale<br />
Superbike. A fine stagione, Lucchinelli e la<br />
Ducati chiudono il campionato al quinto posto<br />
pur non avendo preso parte alle ultime prove in<br />
Oceania. Dopo un 1989 interlocutorio, in cui la<br />
851 paga ancora un’affidabil<strong>it</strong>à relativa, la moto<br />
diventa 888 (ma per aumentare la confusione ha<br />
una cilindrata effettiva di 926cc…) e vince con<br />
Raymond Roche il primo t<strong>it</strong>olo iridato Superbike<br />
per la Casa di Borgo Panigale. Nel 1991 e ’92 il<br />
testimone passa a Doug Polen che fa letteralmente<br />
piazza pul<strong>it</strong>a, per poi tornare negli Stati<br />
Un<strong>it</strong>i e conquistare il primo t<strong>it</strong>olo AMA Superbike<br />
in sella alla 888 del team Fast By Ferracci. In<br />
quegli anni nasce la stella di Giancarlo Falappa,<br />
pilota dalla generos<strong>it</strong>à e veloc<strong>it</strong>à uniche, fermato<br />
solo quando un terribile incidente in una sessione<br />
di test privati in Spagna ne stronca la carriera.<br />
Nel Mondiale, il neoacquisto Fogarty perde un<br />
controverso mondiale contro la Kawasaki di uno<br />
Scott Russell in stato di grazia. Il binomio anglobolognese<br />
si rifà l’anno dopo schierando la 916<br />
che vince all’esordio e si ripete nel 1995. Nel 1996<br />
tocca a Troy Corser (già campione AMA l’anno<br />
precedente con la 888 spinta però dal 955cc della<br />
916 Racing usata in Europa) vincere il suo primo<br />
t<strong>it</strong>olo iridato Superbike in sella appunto alla<br />
916. Nel 1998 Fogarty, tornato in Ducati dopo la<br />
parentesi Honda, vince il suo terzo t<strong>it</strong>olo iridato<br />
che bissa poi nel 1999. Nello stesso anno viene<br />
fondata Ducati Corse, a cui passa la gestione<br />
di tutta l’attiv<strong>it</strong>à sportiva della casa madre. Nel<br />
2001, dopo che l’anno prima un incidente al GP<br />
del Sud Africa ha chiuso la carriera di Fogarty,<br />
arriva colui che diventerà, dopo “King” Carl, la<br />
seconda bandiera Ducati: Troy Bayliss. L’australiano<br />
vince il t<strong>it</strong>olo, per poi dare v<strong>it</strong>a l’anno successivo<br />
ad un Mondiale entrato nella storia, che<br />
si conclude con la leggendaria gara di Imola in cui<br />
deve cedere lo scettro a Colin Edwards.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
2003: l’ingresso in <strong>Moto</strong>GP<br />
Dopo un anno di prove private, Ducati fa il grande<br />
passo schierando la Desmosedici al via del <strong>Moto</strong>mondiale.<br />
Capirossi domina i test di Barcellona<br />
facendo segnare veloc<strong>it</strong>à massime sbalord<strong>it</strong>ive,<br />
per poi condurre il primo giro della prova d’esordio,<br />
a Suzuka, chiudendo sul terzo gradino<br />
del podio. La stagione prosegue su ottimi livelli<br />
con la prima v<strong>it</strong>toria (sempre per Capirossi) già<br />
al GP di Catalunya. Il 2004 è decisamente più<br />
difficile, e solo l’anno successivo con il passaggio<br />
alle Bridgestone la Desmosedici torna alla<br />
v<strong>it</strong>toria sul finale di stagione. Il gommista giapponese<br />
risponde perfettamente alle richieste del<br />
reparto corse Ducati, e Loris Capirossi conquista<br />
due splendide v<strong>it</strong>torie a Motegi e Sepang. Carlos<br />
Checa, che ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o Bayliss, sale due volte<br />
sul podio. Nel 2006 Ducati punta seriamente al<br />
t<strong>it</strong>olo: Capirossi conquista tre v<strong>it</strong>torie ed otto<br />
podi chiudendo terzo un campionato che, senza<br />
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il terribile incidente di Barcellona, forse avrebbe<br />
potuto vincere. La stagione si chiude sulle note<br />
della splendida v<strong>it</strong>toria a Valencia di Troy Bayliss,<br />
che rientra in <strong>Moto</strong>GP dopo due anni d’assenza e<br />
domina prove e gara con una facil<strong>it</strong>à quasi sconcertante.<br />
2007: il primo t<strong>it</strong>olo e l’era Stoner<br />
Il 2007, primo anno della categoria 800, è una<br />
vera doccia fredda per le Case giapponesi: Stoner<br />
domina la prima gara, la Desmosedici divora<br />
il rettilineo di Losail con una superiod<strong>it</strong>à che fa<br />
sorgere addir<strong>it</strong>tura qualche sospetto di irregolar<strong>it</strong>à,<br />
e il resto del campionato è quasi leggenda.<br />
Dieci v<strong>it</strong>torie, quattro podi e cinque pole pos<strong>it</strong>ion<br />
fruttano a Casey Stoner il suo primo t<strong>it</strong>olo<br />
iridato e porta a Bologna un Mondiale (anzi due,<br />
perché con il contributo di Capirossi e della sua<br />
v<strong>it</strong>toria a Motegi Ducati conquista anche l’iride<br />
nella classifica costruttori) su cui nessuno, fino<br />
al giorno prima, avrebbe mai scommesso. Ducati<br />
diventa la prima Casa non giapponese a vincere<br />
un t<strong>it</strong>olo mondiale dal 1973. L’anno successivo<br />
Stoner continua dove aveva lasciato, vincendo la<br />
prima gara e lottando per tutta la stagione con<br />
Valentino Rossi nonostante la Desmosedici si riveli<br />
meno compet<strong>it</strong>iva per tutta la prima metà del<br />
mondiale. Alla fine i postumi di un infortunio e tre<br />
scivolate (fra cui quella della controversa gara<br />
di Laguna Seca, dove Casey riesce comunque<br />
a chiudere secondo) relegano la coppia Stoner-<br />
Ducati al secondo posto. Il 2009 sembra l’anno<br />
del riscatto: in sella alla nuova Desmosedici Stoner<br />
vince la prima edizione della gara in notturna<br />
della storia della <strong>Moto</strong>GP, in Qatar, prosegue con<br />
un podio a Jerez e regala la v<strong>it</strong>toria al Mugello alla<br />
Ducati per la prima volta. Purtroppo è anche l’anno<br />
del problema fisico – poi attribu<strong>it</strong>o ad un intolleranza<br />
al lattosio – che spinge l’australiano a<br />
prendersi una pausa di riposo che lo vede saltare<br />
tre gare. Il rientro è di quelli clamorosi, con il podio<br />
all’Estoril e due v<strong>it</strong>torie consecutive a Phillip<br />
Island e Sepang. Nel 2010 Ducati torna alla configurazione<br />
Big-bang per il motore, nel tentativo<br />
di rendere più guidabile una Desmosedici che<br />
dall’avvento del monogomma fatica a sfruttare i<br />
suoi punti di forza. Stoner e Hayden faticano per<br />
tutta la stagione fino alla svolta di Assen, dove<br />
l’australiano inizia una serie di podi per poi vincere<br />
ad Aragon e chiudere il mondiale in crescendo,<br />
con tre v<strong>it</strong>torie interrotte solo da due cadute<br />
in Malesia e Portogallo. A fine anno, come del resto<br />
annunciato da inizio stagione, Stoner abbandona<br />
Ducati per passare in Honda e si apre l’era<br />
Rossi con un generoso Nicky Hayden a fare da<br />
tra<strong>it</strong> d’union verso la nuova avventura.<br />
Nel frattempo, in Superbike…<br />
Con l’ingresso in <strong>Moto</strong>GP Ducati non molla certo<br />
la presa in SBK. La debuttante 999 domina il<br />
Mondiale 2003 con Neil Hodgson Campione del<br />
Mondo e Xaus vice; il t<strong>it</strong>olo viene bissato l’anno<br />
successivo con James Toseland e Régis Laconi<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
protagonisti di un duello durato fino all’ultima<br />
gara, a Magny Cours, che vede il br<strong>it</strong>annico diventare<br />
il più giovane iridato di tutti i tempi in<br />
Superbike. Il 2005 non sorride alla Superbike di<br />
Borgo Panigale, che vince qualche battaglia ma<br />
perde la guerra. Nel 2006 però il discorso cambia<br />
radicalmente: il r<strong>it</strong>orno di Troy Bayliss porta<br />
in casa Ducati dodici v<strong>it</strong>torie di manche e un altro<br />
t<strong>it</strong>olo piloti. L’anno successivo però, Bayliss<br />
si infortuna nel tentativo di tenere la scia delle<br />
ormai superiori quadricilindriche e deve rinunciare<br />
al t<strong>it</strong>olo iridato. Risolleva un po’ il bilancio<br />
Niccolò Canepa, che con la debuttante 1098 vince<br />
il t<strong>it</strong>olo Superstock. Nel 2008 la 1098 bissa il<br />
t<strong>it</strong>olo SSTK nelle mani di Brendan Roberts, ma è<br />
Bayliss ad infiammare i cuori dei ducatisti. L’australiano<br />
chiude con il terzo t<strong>it</strong>olo iridato (Ducati<br />
conquista anche quello marche) una carriera che<br />
lo ha visto salire sul podio 94 volte – di cui 52 sul<br />
gradino più alto – con tre generazioni di Ducati<br />
Superbike. Troy, amatissimo dal popolo rosso,<br />
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resterà ancora fra i ranghi della Casa bolognese<br />
in veste di collaudatore ed istruttore della prestigiosa<br />
scuola guida DRE. Il 2009 vede l’arrivo di<br />
Noriyuki Haga nel team ufficiale. Il giapponese,<br />
con otto v<strong>it</strong>torie e diciannove podi complessivi,<br />
lotta per il t<strong>it</strong>olo ma un rocambolesco finale –<br />
complice lo “sgarbo” del compagno di squadra<br />
Michel Fabrizio a Imola – lo vede perdere sul filo<br />
di lana contro Spies. La terza v<strong>it</strong>toria consecutiva<br />
in Superstock, con Xavier Simeon, non riesce<br />
a cancellare l’amaro in bocca di un t<strong>it</strong>olo della categoria<br />
superiore che a metà stagione sembrava<br />
ormai cosa fatta. Il 2010 del team Superbike<br />
è durissimo: Haga e Fabrizio conquistano una<br />
manciata di manche e diversi podi, ma la classifica<br />
finale è impietosa e non all’altezza del blasone<br />
Ducati. La Casa bolognese a fine stagione decide<br />
di r<strong>it</strong>irare la squadra ufficiale dopo ventidue anni<br />
di partecipazione ininterrotta, per concentrare<br />
le risorse sullo sviluppo della nuova generazione<br />
della Superbike – quella Panigale che verrà<br />
svelata l’anno successivo e debutterà in gara nel<br />
2012.<br />
L’era rossi<br />
Quella che nelle intenzioni di molti avrebbe dovuto<br />
essere la consacrazione di un dream team,<br />
di un binomio da sogno, fin dall’inizio si dimostra<br />
avventura più difficile del previsto. Rossi soffre<br />
dei postumi dell’infortunio alla spalla nei test<br />
di Valencia, ridotti a poco più di una passerella<br />
per qualche giro, e l’operazione successiva lo<br />
lascia in forte necess<strong>it</strong>à di recupero. Due podi,<br />
uno per Hayden a Jerez e l’altro per Rossi a Le<br />
Mans, entrambi in condizioni meteo quantomeno<br />
particolari, sono stati il magro bottino per la<br />
squadra bolognese per tutta la stagione. Ducati<br />
ha costantemente evoluto la Desmosedici, vincolata<br />
però dai forti lim<strong>it</strong>i ai test privati, arrivando<br />
ad anticipare sulla 800 diverse soluzioni nate<br />
per la 1000 in arrivo l’anno successivo. Nessuna<br />
delle operazioni ha sort<strong>it</strong>o i risultati sperati: la<br />
Desmosedici è rimasta molto impegnativa da<br />
guidare, e non si è mai rivelata realmente compet<strong>it</strong>iva<br />
essendo penalizzata da scelte tecniche<br />
particolari non più assecondate da uno sviluppo<br />
ad hoc degli pneumatici. Tutt’altra stagione ha<br />
vissuto la Superbike, in cui Checa e la 1198 gest<strong>it</strong>a<br />
dal team Althea di Genesio Bevilacqua sono<br />
tornati alla v<strong>it</strong>toria forti di ben 15 v<strong>it</strong>torie di manche.<br />
Per Ducati è stato il quattordicesimo iride in<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
Superbike, sia pure conquistato con una squadra<br />
privata che integrava, comunque, diverse risorse<br />
precedentemente interne al team ufficiale.<br />
Il 2012 parte sotto auspici ben diversi: nei test<br />
di Sepang pare che la Desmosedici, ancora più<br />
profondamente rivoluzionata rispetto all’anno<br />
precedente, abbia trovato la strada della compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />
In Qatar arriva però la doccia fredda: i<br />
problemi del 2011 continuano ad essere presenti,<br />
e Rossi vive un’altra stagione difficilissima. I due<br />
secondi posti di Le Mans (sul bagnato) e Misano,<br />
dove però mancano Stoner e Pedrosa, e la squadra<br />
bolognese ha potuto provare nelle settimane<br />
precedenti, non bastano a risollevare il bilancio<br />
di una stagione di segno opposto a quello che era<br />
nelle intenzioni di tutti. L’avventura con Rossi si<br />
chiude così nel peggiore dei modi, con nessuna<br />
v<strong>it</strong>toria all’attivo e una separazione piena di<br />
rimpianti. Anche in Superbike non va meglio: la<br />
1198, alla sua ultima stagione prima dell’avvicendamento<br />
con la rivoluzionaria Panigale, viene penalizzata<br />
da una zavorra di 6kg che impedisce a<br />
Carlos Checa di stare costantemente con i primi.<br />
Alla fine dell’anno lo spagnolo è solo quarto.<br />
il futuro?<br />
L’arrivo della nuova proprietà Audi lascia ben<br />
sperare per le stagioni che verranno: in Germania<br />
sembrano avere idee chiare e, fall<strong>it</strong>o il tentativo<br />
di tenersi stretti Valentino Rossi, procedono<br />
immediatamente ad una ristrutturazione del<br />
Reparto Corse Ducati. La Superbike vede una<br />
riorganizzazione dello sforzo, con il team Alstare<br />
di Francesco Batta a gestire le 1199 ufficiali<br />
per Checa e Badovini. In <strong>Moto</strong>GP Hayden viene<br />
affiancato da Andrea Dovizioso, mentre il team<br />
Pramac viene “internalizzato” in veste di squadra<br />
test forte dei neoacquisti Ben Spies e Andrea<br />
Iannone. Non resta che attendere qualche settimana<br />
per l’avvio dei test <strong>Moto</strong>GP e della stagione<br />
Superbike vera e propria, consci che a nessuno,<br />
né a Bologna né ad Ingolstadt, piace perdere.<br />
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Come Dorna cambierà la Superbike<br />
di Carlo Baldi | Come cambierebbe il mondiale Superbike alla<br />
luce delle recenti affermazioni del CEO di Dorna Carmelo<br />
Ezpeleta? Conviene davvero cancellare le classi Stock?<br />
Basterà controllare i prezzi delle moto per diminuire i costi?<br />
C he<br />
la Dorna voglia mantenere<br />
separate la Superbike e la<br />
<strong>Moto</strong>GP è una cosa ormai risaputa,<br />
ma è anche una delle<br />
poche cose giuste e logiche<br />
che Carmelo Ezpeleta abbia<br />
affermato da quando è diventato il gestore dei<br />
mondiali delle derivate dalla serie. Le sue recenti<br />
dichiarazioni di Madonna di Campiglio, osp<strong>it</strong>e al<br />
Wroom della Ducati che presentava i suoi team<br />
<strong>Moto</strong>GP, sono infatti preoccupanti per i contenuti,<br />
ma soprattutto perché ci fanno comprendere<br />
come Dorna voglia modificare e addir<strong>it</strong>tura<br />
stravolgere campionati che ancora non conosce<br />
a fondo e sui quali ha ancora una visione distorta<br />
da pregiudizi derivanti da anni di guerra fredda<br />
con Infront <strong>Moto</strong>rsport. Ezpeleta aveva debuttato<br />
a Motegi nell’ottobre del 2012 affermando che<br />
avrebbe diminu<strong>it</strong>o la quant<strong>it</strong>à di motori utilizzabili<br />
in Superbike. «In <strong>Moto</strong>GP per ridurre i costi<br />
abbiamo lim<strong>it</strong>ato il numero di motori a 6 per stagione<br />
–affermò in Giappone - e quindi faremo<br />
altrettanto in SBK, dove se ne utilizzano anche<br />
39». Successivamente qualcuno deve averlo<br />
informato che chi ne ha usati di più si è fermato<br />
ad una decina ed allora l’attenzione del boss<br />
della Dorna si è spostata sui costi delle moto. In<br />
occasione del Wroom Ducati Ezpeleta ha infatti<br />
dichiarato che le case dovranno fornire ai team<br />
le moto ad un costo non superiore ai 250.000<br />
euro per la Superbike, mentre in Supersport il<br />
tetto scende a 100.000 euro. Nessun riferimento<br />
alle classi Stock perché verranno abol<strong>it</strong>e. Occorre<br />
che qualcuno informi il CEO di Dorna che<br />
attualmente le moto in Superbike costano anche<br />
meno di 250.000 euro e che addir<strong>it</strong>tura alcuni<br />
team le moto le ricevono gratu<strong>it</strong>amente dalla<br />
case. Il costo delle moto non rappresenta certo<br />
la spesa maggiore nel budget dei team. Le voci<br />
di bilancio dove bisogna intervenire sono altre<br />
e riguardano i costi di logistica, del personale,<br />
dell’elettronica e di alcuni componenti. Bisogna<br />
che Ezpeleta comprenda che SBK e GP sono<br />
due mondi completamente diversi. Il problema<br />
del costo delle moto sarà probabilmente molto<br />
sent<strong>it</strong>o in <strong>Moto</strong>GP, dove una moto in leasing può<br />
costare anche 2 milioni di euro, o in CRT dove il<br />
costo sembra si aggiri sul milione, ma in Superbike<br />
i costi sono notevolmente inferiori. Certo non<br />
sarà facile dirglielo perché bisognerà anche spiegargli<br />
come mai moto di serie, con prestazioni<br />
molto vicine a quelle delle GP e superiori a quelle<br />
delle CRT, abbiano un prezzo dieci volte inferiore.<br />
Bisognerà comunicargli che con il crono fatto<br />
segnare nei recenti test di Jerez, Sykes e la sua<br />
Kawasaki Ninja ZX 10-R derivata dalla serie sarebbero<br />
part<strong>it</strong>i in prima fila nella gara della GP del<br />
2012, al fianco dei prototipi Yamaha e Honda, la<br />
massima espressione della tecnologia motociclistica<br />
mondiale. O almeno così le hanno vendute…<br />
e a che prezzi ! Eppure Ezpeleta ha già incontrato<br />
le case ed i team a Ginevra a dicembre,<br />
ma evidentemente non si è fatto spiegare bene<br />
come funziona la Superbike. Occorre che Dorna<br />
inizi a gestire veramente i campionati delle derivate<br />
dalla serie e che quindi, vivendole dal loro<br />
interno, possa comprendere che i costi vanno ridotti,<br />
ma che i campionati non vanno snaturati e<br />
che la Superbike non deve essere ridotta ad una<br />
Stock 1000. Sarebbe un grave errore perché non<br />
diminuirebbe drasticamente i costi delle squadre.<br />
I team dovrebbero continuare a spendere<br />
svariate migliaia di euro per la parte elettronica<br />
e per i conseguenti ingegneri forn<strong>it</strong>i dalle case e<br />
Superbike<br />
lo stesso sarebbe ad esempio per le sofisticate<br />
sospensioni, che costano nella manutenzione<br />
più ancora che nell’acquisto. Tra le attuali Superbike<br />
e le Superstock c’è molta differenza e si<br />
può fare molto per ridurre i costi senza per forza<br />
tramutare in Stock la classe maggiore, che deve<br />
continuare ad essere importante ed interessante<br />
sia per le case motociclistiche che per i media.<br />
Le case devono continuare ad avere la possibil<strong>it</strong>à<br />
di sviluppare i propri prodotti nelle competizioni<br />
e lo spettacolo deve restare quello attuale, per<br />
mantenere viva l’attenzione del pubblico e dei<br />
media, se si vogliono vendere i dir<strong>it</strong>ti televisivi.<br />
Pensate che se la Superbike avesse corso con<br />
moto strettamente di serie piloti come Biaggi,<br />
Checa o Melandri (e per il futuro si parla anche<br />
di Rossi) avrebbero scelto questa categoria?<br />
Occorre che la Dorna torni ad incontrare le case<br />
ma soprattutto i team, che senz’altro potranno<br />
spiegare che cancellare le classi Stock non servirebbe<br />
a nulla se non a spazzare via due classi<br />
che da sempre sono la vera fucina di piloti non<br />
solo per la Superbike, ma anche per la <strong>Moto</strong>GP/<br />
CRT. La Superbike non ne avrebbe nessun beneficio<br />
economico, visto che la maggior parte dei<br />
team della Stock non partecipano alla Superbike<br />
e verrebbe a mancare un importante ricambio<br />
di piloti, visto che proprio dalla Stock 1000 sono<br />
arrivati i vari Giugliano, Petrucci, Staring, Canepa,<br />
Fabrizio, Corti e tanti altri ancora. Speriamo<br />
quindi che prima di mettere mano ai regolamenti,<br />
la Dorna inizi a gestire davvero la Superbike e<br />
ne comprenda il reale funzionamento. Anziché<br />
lanciare proclami sarebbe meglio che si occupino<br />
del calendario perché a meno di un mese dalla<br />
prima gara non ne esiste ancora uno defin<strong>it</strong>ivo<br />
e si rischia di perdere piazze importanti come<br />
Brno e Portimao per un campionato che potrebbe<br />
essere il più breve della storia della Superbike.<br />
Restiamo comunque ottimisti perché siamo certi<br />
che l’azienda spagnola abbia i mezzi e le capac<strong>it</strong>à<br />
per far funzionare al meglio il campionato più<br />
spettacolare del motociclismo. L’importante è<br />
che ne abbia anche l’intenzione.<br />
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Presentato il Team Kawasaki<br />
di Carlo Baldi | Presentato in Spagna il team Kawasaki<br />
ufficiale, che parte con i favori del pronostico nel campionato<br />
mondiale Superbike <strong>2013</strong><br />
E ’<br />
stato presentato ieri al prestigioso<br />
FAD (Fostering Arts and<br />
Design) di Barcellona il KRT che<br />
ha confermato gli stessi piloti<br />
con i quali ha concluso la scorsa<br />
stagione : il vice campione del<br />
mondo 2012, l’inglese Tom Sykes ed il giovane<br />
francese Loris Baz. Entrambi porteranno in pista<br />
una delle moto certamente più compet<strong>it</strong>ive<br />
del mondiale Superbike, la Ninja ZX-10R. Nel<br />
corso della presentazione agli inv<strong>it</strong>ati sono stati<br />
44<br />
mostrati tutti i componenti che consentono alla<br />
Ninja di serie di trasformarsi in una performante<br />
Superbike. Oltre ai due piloti erano presenti al<br />
FAD anche il Team Manager Guim Roda, il Direttore<br />
di Kawasaki <strong>Moto</strong>rs Europe Shigemi Tanaka<br />
ed il Manager di Kawasaki Europa Racing, l’inglese<br />
Steve Gutteridge. Shigemi Tanaka, direttore<br />
di Kawasaki <strong>Moto</strong>rs europe ha dichiarato:<br />
«Sono passati cinque anni da quando abbiamo<br />
iniziato la nostra collaborazione con il team Provec,<br />
al quale avevamo inizialmente affidato la<br />
Superbike<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
nostra squadra Supersport. Lo scorso anno abbiamo<br />
deciso di proseguire la nostra collaborazione<br />
in Superbike ed il team Provec ha potuto<br />
quindi collaborare con i nostri ingegneri che ad<br />
Akashi si occupano delle competizioni. Insieme<br />
hanno reso vincente la nostra Ninja ZX-10R. Siamo<br />
felici di aver puntato sulla squadra giusta alla<br />
quale auguriamo i migliori successi per la stagione<br />
<strong>2013</strong>».<br />
L’aver mancato il t<strong>it</strong>olo mondiale per solo mezzo<br />
punto non ha quindi demoralizzato l’azienda<br />
giapponese ed il team spagnolo che in due soli<br />
anni sono stati capaci di rendere vincente la ZX-<br />
10R. I pos<strong>it</strong>ivi risultati ottenuti nei test invernali<br />
indicano in Sykes e nella verdona i favor<strong>it</strong>i per la<br />
conquista del t<strong>it</strong>olo <strong>2013</strong>, mentre da Loris Baz ci<br />
si attende che si confermarsi tra i top rider della<br />
Superbike.<br />
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Supersport<br />
presentata la MV Agusta F3<br />
del Team ParkinGO<br />
di Alessandro Colombo | L’MV Agusta rientra alle<br />
competizioni con la F3 del Team ParkinGO che da<br />
quest’anno correrà in Supersport. Tante le aspettative<br />
e molta la voglia di fare per affrontare una sfida che<br />
richiederà del tempo<br />
M<br />
otorcycle heart. No, non ci siamo<br />
sbagliati a scrivere. Perché<br />
MV Agusta non è solamente <strong>Moto</strong>rcycle<br />
Art – l’arte della motocicletta<br />
– ma è anche soprattutto una storia di<br />
cuore, di passione, di sentimento e di emozione.<br />
È la storia di un marchio le cui radici sono ben<br />
46<br />
inoltrate nel f<strong>it</strong>to terreno della storia. Una storia<br />
fatta di fasti, di v<strong>it</strong>torie, di personaggi. Una storia<br />
pesante da portare sulle spalle soprattutto quando<br />
si va ad affrontare una sfida come questa, con<br />
tutto il carico di simbolismo che comporta. Sì,<br />
perché oggi, 1 febbraio <strong>2013</strong>, con la presentazione<br />
del rientro del marchio MV Agusta alle corse,<br />
Superbike<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
assistiamo a un momento storico. Siamo a Schiranna,<br />
e il Team ParkinGO è riun<strong>it</strong>o al completo<br />
all’interno di un hangar (qui una volta si facevano<br />
gli aerei) della sede del brand varesino nel quale<br />
normalmente vengono osp<strong>it</strong>ate le moto in pronta<br />
consegna, ma si percepisce da sub<strong>it</strong>o che<br />
qui oggi c’è qualcosa di diverso. L’aria è carica<br />
di un mix di tensione e passione e l’emozione è<br />
palpabile. Intorno alle moto ci sono quei volti di<br />
sempre che hanno reso questo marchio celebre:<br />
Massimo Bordi, Giovanni Castiglioni, gli ingegneri<br />
MV Agusta e gli appassionati che ci si ab<strong>it</strong>ua a<br />
vedere ai raduni. Accanto a loro Giuliano Rovelli,<br />
manager del Team ParkinGO insieme a Roberto<br />
Rolfo e Christian Iddon, i piloti che avranno l’onore<br />
e l’onere di affrontare di riportare il marchio<br />
della Meccanica Verghera tra i cordoli. Il marchio<br />
MV manca dalle piste dal ’74, anno in cui<br />
concluse un’epopea fatta di 75 t<strong>it</strong>oli mondiali,<br />
di cui 38 piloti e 37 costruttori. Filo conduttore<br />
tra il passato ed il presente, ovvero tra Agostini<br />
e il Team ParkinGO, è la MV Agusta F3, che si<br />
fa a sua volta carico di raccogliere una pesante<br />
ered<strong>it</strong>à, quella del motore tre cilindri, che tanto<br />
ha significato per la Casa <strong>it</strong>aliana. Con questo<br />
modello, carico di tecnologia e di innovazione,<br />
la Casa dai colori rosso e argento sarà infatti impegnata<br />
a partire da quest’anno nel campionato<br />
mondiale Supersport. Obiettivo? Lanciare a gran<br />
voce un segnale, un messaggio che dice: “Siamo<br />
qui, siamo tornati, siamo pronti ad essere nuovamente<br />
protagonisti. Sarà dura, sarà tosta, ma ci<br />
saremo”. C’è molta modestia infatti nelle parole<br />
degli uomini di Schiranna e in quelle dei membri<br />
del Team ParkinGO. Non ci si vuole sbilanciare,<br />
ogni parola è calibrata, è pesata. Perché le<br />
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
aspettative sono tante, perché il blasone di un<br />
simile marchio reclama il suo peso. Non è come<br />
correre con una moto qualsiasi, è un’esperienza<br />
diversa, è una freccia diretta al cuore la cui corda<br />
dell’arco venne idealmente tesa e sognata da<br />
Claudio Castiglioni; un uomo che ha amato le<br />
moto, che ha dedicato la sua v<strong>it</strong>a ad esse e che<br />
ha sognato questo momento per lungo tempo<br />
lasciando a suo figlio Giovanni il comp<strong>it</strong>o di trasformare<br />
in realtà questa visione. Ecco perché le<br />
parole sono sussurrate, mormorate, pesate. Perché<br />
il <strong>2013</strong> rappresenterà l’inizio di un’avventura<br />
che si dovrà costruire passo dopo passo, mattone<br />
dopo mattone. Ci sarà bisogno di sopportare<br />
alcune esperienze negative, alcune difficoltà che<br />
il percorso a ostacoli della v<strong>it</strong>a ci chiama tutti ad<br />
48<br />
affrontare, ma si arriverà, e quando succederà<br />
sarà magnifico, sarà emozionante. Sarà un momento<br />
da pelle d’oca, denso di soddisfazioni e di<br />
emozioni. Realisticamente quindi tutti gli alfieri<br />
chiamati a compiere questa impresa si pongono<br />
l’obiettivo di arrivare ad essere tra i primi 5<br />
nel mondiale. La moto (che in versione da gara<br />
monta l’elettronica Magneti Marelli) è nuova, è<br />
da sviluppare e ci sono tanti avversari agguerr<strong>it</strong>i<br />
ed esperti da affrontare. Ci vorrà tempo per<br />
arrivare a fronteggiarli ad armi pari (il pensiero<br />
di tutti qui per le vere soddisfazioni vola infatti al<br />
2014), con la consapevolezza che quel momento<br />
però giungerà. Perché in fondo sono le storie più<br />
appassionanti e belle quelle che iniziano con un:<br />
“Era una notte buia e tempestosa”.<br />
Superbike<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
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Internazionali d’Italia di <strong>Moto</strong>cross<br />
Cairoli regala spettacolo in Sardegna<br />
di Massimo Zanzani | L’apertura degli Internazionali d’Italia si<br />
è corsa davanti a più di 10.000 spettatori all’insegna dell’ufficiale<br />
KTM che vince MX1 ed El<strong>it</strong>e; a Kullas la MX2<br />
A<br />
lla prima usc<strong>it</strong>a stagionale Antonio<br />
Cairoli non ha disatteso le aspettative<br />
e davanti ad un pubblico da<br />
GP sia come numeri che quanto<br />
a calore ha sbancato le classifiche dando dei<br />
metri ai suoi avversari sia nella classe 450 che<br />
nella El<strong>it</strong>e riservata ai migliori classificati della<br />
MX1 e della MX2. Se non fosse stato lo scambio<br />
di colpi col compagno di squadra Ken De Dycker,<br />
con cui sino a metà della MX1 hanno un po’<br />
“giocato” con un coinvolgente scambio di posizioni,<br />
quella del Tonino nazionale sarebbe stata<br />
una sconcertante cavalcata sol<strong>it</strong>aria sulla esigente<br />
sabbia sarda che da cinque anni è diventata<br />
la base di allenamento per Tony & C0. Quello<br />
di Cairoli è stato un ottimo banco di rodaggio che<br />
ha confermato quale sia il livello già raggiunto<br />
dopo pochi mesi di preparazione, e quello della<br />
sua KTM 350 che ha sfoggiato un mono WP ad<br />
aria privo di molla esterna simile a quello che<br />
usa Ryan Dungey negli Stati Un<strong>it</strong>i. In entrambe le<br />
manche il sei volte iridato si è lasciato alle spalle<br />
De Dycker, a suo perfetto agio sulle dune del<br />
circu<strong>it</strong>o sardo. La pista ha fatto vedere di avere<br />
buone credenziali per poter aspirare un giorno<br />
ad avere un gran premio del campionato, considerata<br />
anche l’inaspettata risposta del pubblico.<br />
Nella classe regina la terza piazza è andata<br />
ad un Evgeny Bobryshev che ha fatto i miracoli<br />
visto che è arrivato alla gara già provato dai test<br />
intesivi fatti su ciclistica e motore della sua CRF,<br />
e che si è difeso bene anche nella El<strong>it</strong>e dove ha<br />
chiusa quinto. Buono anche l’esordio del team<br />
Yamaha Monster Energy, il cui miglior risultato<br />
è venuto da Steven Frossard il quale a otto mesi<br />
dalla sua ultima gara si è piazzato prima sesto,<br />
posizione che poteva essere migliore se non gli si<br />
indurivano gli avambracci, e poi terzo nella Eil<strong>it</strong>e<br />
davanti al compagno di squadra Joel Roelants,<br />
anche lui reduce da un infortunio che lo aveva<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
tenuto alcuni mesi lontano dalla moto, e che è<br />
terminato quinto nella MX1 malgrado gli stessi<br />
problemi alle braccia del compagno di scuderia;<br />
convincente anche la gara di Christophe Charlier,<br />
autore di un consistente recupero dalla ventesima<br />
posizione dove era fin<strong>it</strong>o al primo giro per<br />
una caduta mentre era passato al comando, terminato<br />
in seconda posizione, mentre nella El<strong>it</strong>e<br />
ha concluso ottavo assoluto e primo delle 250.<br />
Mx2<br />
La MX2 è andata al finlandese Harry Kullas, appena<br />
rientrato dagli Usa dove è stato per allenarsi.<br />
Ha così festeggiato il suo rientro nel team<br />
Honda Gariboldi Racing affiancando un buon<br />
decimo piazzamento nello scontro conclusivo.<br />
Soddisfacente anche il debutto all’interno della<br />
stessa squadra di David Philippaerts, quarto e<br />
sesto con la 450 nonostante debba ancora perfezionare<br />
la messa a punto della moto.<br />
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In gara con una caviglia dolorante per la caduta<br />
di Mantova, Davide Guarneri è riusc<strong>it</strong>o comunque<br />
a prendere il via mandando in porto una<br />
utile gara che lo ha visto concludere settimo in<br />
entrambe le gare.<br />
125<br />
Al via anche la 125 under 17 che ha registrato il<br />
doppio successo del 15enne canadese del Team<br />
Castellari Walter Kade; alle sue spalle si sono<br />
piazzati il romano Joakin Furbetta e Riccardo Righi.<br />
Prossima tappa il 10 febbraio sul rinnovato<br />
impianto laziale di Malagrotta.<br />
52<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
53
Le foto degli<br />
incidenti allo<br />
Starcross<br />
di Massimo Zanzani | due fotosequenze che mostrano<br />
nei dettagli ogni istante degli incidenti e delle cadute<br />
dello Starcross di Mantova<br />
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56<br />
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Max Nagl<br />
frattura del d<strong>it</strong>o allo Starcross<br />
di Massimo Zanzani | Non si può dire fortunato il debutto<br />
stagionale per Max Nagl; il tedesco della Honda è travolto da<br />
Desalle a Mantova e dovrà stare fermo diversi giorni<br />
N<br />
on si può dire proprio fortunato<br />
il debutto stagionale<br />
per Max Nagl, che dopo aver<br />
vinto la manche di qualificazione<br />
nella terza manche<br />
dello Starcross di Mantova si<br />
è scontrato in salto con Clement Desalle ed è caduto<br />
procurandosi un forte dolore al collo e ad un<br />
polso. I primi accertamenti hanno scongiurato la<br />
presenza di fratture nella zona lombosacrale,<br />
mentre ulteriori analisi hanno rivelato una frattura<br />
ad una mano per fortuna di lieve ent<strong>it</strong>à che<br />
non gli permetterà di r<strong>it</strong>ornare in sella non prima<br />
di una decina di giorni. Per il 25enne dell’Alta Baviera<br />
ora l’obiettivo è di portarsi al via dell’ultima<br />
prova degli Internazionali d’Italia prima dell’apertura<br />
iridata del 2 marzo in Qatar.<br />
Al minuto 5:40 il momento dell’incidente tra<br />
Nagl e Desalle, che anche in questa circostanza<br />
dimostra di essere un avversario “pericoloso”:<br />
in pista il suo comportamento travalica spesso<br />
i lim<strong>it</strong>i della correttezza, creando seri danni agli<br />
altri piloti.<br />
Ora è toccato al povero Nagl...<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
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Dakar<br />
che cos’è il fesh fesh<br />
Il fesh fesh. Una temibile sabbia del deserto finissima,<br />
appiccicosa e molto volatile che mette in difficoltà le auto<br />
e soprattutto le moto impegnate in gare off-road. Produce<br />
spettacolari nuvole di polvere, ma l’aria diventa irrespirabile<br />
Anche quest’anno la Dakar si è<br />
conclusa lasciando sul campo<br />
vinc<strong>it</strong>ori e vinti, regalandoci<br />
al tempo stesso una serie di<br />
immagini memorabili, che riescono<br />
a testimoniare meglio<br />
delle parole le emozioni, i colpi di scena e i grandi<br />
momenti di sportiv<strong>it</strong>à vissuti nel corso del rally<br />
più duro del mondo. Durante una Dakar infatti<br />
mezzi infaticabili, dalle grandissime potenzial<strong>it</strong>à<br />
tecniche e uomini di grande tenacia, capaci di<br />
affrontare r<strong>it</strong>mi di gara massacranti (con tappe<br />
che possono raggiungere gli 800 km di distanza)<br />
si trovano a percorrere sentieri, mulattiere e<br />
dune del deserto immersi in scenari suggestivi di<br />
rara bellezza.<br />
Che cos’è il fesh fesh<br />
A volte però solo un filmato riesce a raccontare<br />
fino in fondo un particolare momento di gara.<br />
Come per esempio quando i mezzi impegnati<br />
nella competizione si trovano a dover affrontare<br />
il m<strong>it</strong>ico fesh fesh. Si tratta di una sabbia<br />
così fine da assomigliare al borotalco, che però<br />
presenta la particolar<strong>it</strong>à di essere appiccicosa<br />
come una colla sintetica. Essendo molto volatile<br />
il fesh fesh, una volta attraversato, si trasforma<br />
in un istante in un’enorme nube che compromette<br />
al massimo la visibil<strong>it</strong>à dei piloti, che in più<br />
iniziano a respirare a fatica. Il fesh fesh è molto<br />
insidioso, specialmente per le moto, che si trovano<br />
in particolare difficoltà ogni volta che devono<br />
affrontarlo.<br />
visibil<strong>it</strong>à azzerata<br />
In certi casi il fesh fesh può essere talmente copioso<br />
che una volta caduta la moto a terra può<br />
risultare difficile se non impossibile r<strong>it</strong>rovarla, dal<br />
momento che rimane totalmente immersa nella<br />
polvere. A volte occorre addir<strong>it</strong>tura percorrere il<br />
fesh fesh a piedi, perché sotto la coltre di polvere<br />
si possono nascondere rocce acuminate che<br />
provocherebbero inev<strong>it</strong>abili e pericolosissime<br />
cadute. A questo punto non resta che gustarsi il<br />
video dove numerosi mezzi impegnati nella Dakar<br />
affrontano impavidi il fesh fesh, producendo<br />
enormi ed affascinanti (almeno per noi che non<br />
siamo lì in mezzo...) nuvole di polvere.<br />
Sport<br />
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Storica doppietta KTM<br />
nel Supercross con Dungey e Roczen<br />
Nel terzo appuntamento ad Anaheim i piloti KTM Dungey e Roczen<br />
conquistano il podio, rispettivamente, nelle classi 450 e 250. Una<br />
festa arancione<br />
R<br />
yan Dungey è tornato sul gradino più<br />
alto del podio nel quinto appuntamento<br />
del campionato Supercross.<br />
Ha vinto la sua prima gara della stagione<br />
di fronte al pubblico dell’Anaheim Angel<br />
Stadium. Dungey non è stato però l’unico pilota<br />
che ha portato sul podio i colori KTM. Poche ore<br />
62<br />
prima il suo compagno di squadra Ken Roczen<br />
ha infatti vinto la gara della 250 per la seconda<br />
settimana di fila. La giornata di Dungey era iniziata<br />
nel modo migliore dopo aver staccato il miglior<br />
tempo nelle qualificazioni del pomeriggio,<br />
ma poi un problema meccanico gli ha imped<strong>it</strong>o<br />
di finire la gara e ha dovuto appellarsi al “Last<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
Change Qualifier”. Il pilota KTM è riusc<strong>it</strong>o a conquistare<br />
l’opportunirtà di correre il Main Event<br />
solo all’ultimo giro. Quando i cancelli del Main<br />
Event si abbassano Dungey scatta benissimo e<br />
alla prima curva davanti a lui c’è solo Mike Alessi.<br />
Nel corso del secondo giro è passato in testa<br />
e non si è più guardato indietro fino a quando è<br />
riusc<strong>it</strong>o a conquistare la sua prima v<strong>it</strong>toria della<br />
stagione <strong>2013</strong> Supercross.<br />
250. roczen amplia il distacco in classifica<br />
Roczen ha raccolto la sua seconda v<strong>it</strong>toria consecutiva<br />
nella classe 250 e amplia il distacco in<br />
classifica dai suoi insegu<strong>it</strong>ori. Roczen è stato velocissimo<br />
per tutto il giorno, segnando tempi sul<br />
giro veloce e alla fine delle qualificazioni al Main<br />
Event ha conquistato il secondo posto. Il pilota<br />
Sport<br />
tedesco dopo lo start del main event ha raggiunto<br />
la prima curva in seconda posizione e alla fine<br />
del primo giro era già alla testa della gara. Roczen<br />
non ha avuto avversari per tutti i 15 giri del<br />
Main Event e nessuno è riusc<strong>it</strong>to a contendergli<br />
la sua seconda v<strong>it</strong>toria consecutiva della stagione.<br />
Ora, dopo cinque giornate di gara, conduce la<br />
classifica con 20 punti di vantaggio sul suo diretto<br />
insegu<strong>it</strong>ore, Eli Tomac.<br />
Ken roczen<br />
«E’ così bello vincere qui e vedere ripagato il mio<br />
duro lavoro - ha commentato Roczen -. La mia<br />
squadra ed io abbiamo lavorato tanto quest’anno<br />
per rendere compet<strong>it</strong>iva la nostra KTM e nella<br />
conquista del campionato siamo in una buona<br />
posizione. Non vedo l’ora che arrivi la prossima<br />
gara».<br />
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roger deCoster<br />
«Questa è stata una grande notte - ha sottolineato<br />
Roger DeCoster, Red Bull KTM Team Manager<br />
-. Siamo molto orgogliosi di entrambi i nostri piloti<br />
e di tutto il lavoro che il nostro team ha fatto<br />
per arrivare a questo punto. Ora abbiamo solo<br />
bisogno di lavorare ancora di più per rimanere a<br />
questo livello».<br />
KTM e DeCoster hanno appena annunciato un<br />
prolungamento al contratto di team manager<br />
fino al 2016.<br />
Sport<br />
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