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Numero 67<br />

26 Giugno 2012<br />

101 Pagine<br />

PROVE<br />

Vespa LX e<br />

Vespa s 3V,<br />

125 e 150<br />

All’Interno<br />

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Anteprima<br />

Ducati<br />

Hypermotard 848<br />

Triumph<br />

Trophy 1200<br />

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PROVE NEWS MOTOGP MOTOCROSS SPORT<br />

Mercato<br />

Aprilia SRV 850<br />

ABS e ATC<br />

Husqvarna Gamma<br />

2013 Cross/Enduro<br />

WDW 2012<br />

Bayliss trionfa nella<br />

Diavel Drag Race<br />

Record di presenze<br />

65.000 spettatori<br />

26 Giugno<br />

2012<br />

| Prova Custom |<br />

Headbanger<br />

2012<br />

da Pag. 2 a Pag. 19<br />

NEWS: Confindustria/ANCMA guardare al futuro | G. Castiglioni “La nuova MV Agusta si chiamerà Rivale”<br />

Triumph Tridays 2012 | Scooter BMW: in vend<strong>it</strong>a dal 5 luglio | SPORT: Trofeo Yamaha in gara con la YZ 450 SM<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

67


Headbanger 2012 pregI Stile e fascino vintage dIFettI Prezzi impegnativi<br />

proVa Custom<br />

Le americane d’Italia<br />

di Maurizio Tanca | Le abbiamo provate a casa loro, sulle colline<br />

bresciane della Franciacorta. Fascino, vibrazioni vere, carburatori scoppiettanti,<br />

chiappe provate, sono la linfa v<strong>it</strong>ale di queste belle e costose custom costru<strong>it</strong>e a mano<br />

2 3


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Le Headbanger sono “moto semplici e ignoranti, senza software,<br />

senza elettronica, senza iniezione, street legal al<br />

100% e omologate Euro 3”. Giusto per far capire a chi ancora<br />

non la conosca la filosofia “<strong>it</strong>alyankee” di questo giovane marchio<br />

nato soltanto un paio d’anni fa, e oggi ormai noto un po’ ovunque<br />

nel mondo, quantomeno da chi mastica ab<strong>it</strong>ualmente pane,<br />

custom e special. Le Headbanger nascono in Franciacorta, nella<br />

fattispecie a Rovato (Brescia), nell’ordinatissima mini-factory del<br />

noto specialista Luciano Andreoli (“The Master, o meglio “El Maìster”,<br />

in slang locale), che assieme al suo gruppo di collaboratori<br />

realizza a mano uno per uno i sei modelli base e le varie edizioni<br />

cuc<strong>it</strong>e su misura dei clienti. Vere special “à la carte”, insomma, assemblate<br />

giocando con tutta la componentistica disponibile: serbatoi,<br />

manubri, selle, ruote di varie dimensioni, comandi a pedale,<br />

4<br />

ovviamente colorazioni e fin<strong>it</strong>ure varie. Non solo: con un supplemento<br />

di 850 euro è possibile avere anche telai più o meno lunghi -<br />

versione “S” (slim) oppure “L” (Long) - per accontentare utenti di<br />

tutte le taglie. E tutte sono rigorosamente omologate Euro 3, o se<br />

volete “100% street legal”, proprio come il t<strong>it</strong>olo del celeberrimo<br />

album del ’78 di Bob Dylan, sempre per non farci mai mancare uno<br />

spunto di “musicultura” doc. Ah, già: si possono scegliere anche i<br />

motori, chiaramente tutti V2 Made in U.S.A.: ce ne sono ben 7 a disposizione,<br />

tra S&S, Rev-Tech e T.P., con cilindrate che spaziano<br />

da 93 a 121 pollici cubi, ovvero da 1.522 a 2.000 cc. Ma se Andreoli<br />

è la mente tecnica della giovane casa bresciana, Giorgio “The<br />

Soul” Sandi è colui che ha avuto l’idea ed il coraggio di dar v<strong>it</strong>a a un<br />

progetto profondamente passionale come questo. Brillante senior<br />

manager sessantenne pat<strong>it</strong>o di moto e di musica, Sandi ha una<br />

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Numero<br />

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» <strong>Prove</strong><br />

vera venerazione per i magici sound degli anni 60 e 70, epopea dei<br />

figli dei fiori e delle proteste giovanili, ma anche di eventi musicali<br />

epocali, a partire dal leggendario happening di Woodstock. Non<br />

è dunque casuale che i modelli Headbanger portino nomi che si<br />

riferiscono a quei tempi, magari t<strong>it</strong>oli di celebri “pezzi” che oltre<br />

mezzo milione di ragazzi accalcati nella campagna di Bethel (New<br />

York) nell’agosto del 1969 cantarono assieme ai loro idoli durante<br />

lo storico mega-concerto durato tre giorni. Quanto alle due nuove<br />

Headbanger di quest’anno, la psichedelica Summertime evoca<br />

chiaramente l’immortale brano di Gerge Gerschwin che l’incredibilmente<br />

graffiante ugola blues di Janis Joplin (alla quale peraltro<br />

Sandi ha già dedicato la speciale Hollister denominata “Pearl<br />

w<strong>it</strong>h love”) interpretava in modo tale da far venire i brividi. Mentre<br />

“Woodstock Boogie” è un incalzante blues rock dei Canned Heat.<br />

5


“<br />

Queste<br />

Headbanger sono<br />

moto senz’altro<br />

emozionali per<br />

chi sia in grado<br />

di valutarne<br />

l’essenza e le<br />

peculiar<strong>it</strong>à: delle<br />

vere special di<br />

serie dedicate ad<br />

appassionati<br />

altrettanto<br />

speciali<br />

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“<br />

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Va però detto che, oltre ad ampliarsi con l’arrivo di questi due<br />

nuovi modelli, tutta la gamma Headbanger di quest’anno è stata<br />

rivis<strong>it</strong>ata con numerosi nuovi particolari, tecnici ed estetici: vedi<br />

ammortizzatori e molle forcella (disponibili anche più morbide o<br />

più dure), selle, comandi a pedale – compresa la pompa freno posteriore<br />

di nuova concezione, con O-ring antiscivolo -, piastre forcella,<br />

retrovisori, rubinetto benzina, ruote (nuovi cerchi con cuscinetti<br />

stagni), parafanghi irrobust<strong>it</strong>i, impianto elettrico, cavalletto<br />

(con attacco centrale), tappo del serbatoio, le stesse manopole, e<br />

che altro. Tutti i modelli sono disponibili con pedane posteriori di<br />

serie, mentre il sellino per il passeggero, applicabile al parafango<br />

tram<strong>it</strong>e ventose, è optional. Essendo il s<strong>it</strong>o di Woodstock un pochino<br />

fuori mano, è proprio sui bellissimi colli della Franciacorta<br />

che abbiamo fatto un giretto con le nuove Headbanger. Che iniziamo<br />

a presentare rompendo il ghiaccio con le dolenti note, ovvero<br />

i prezzi, leggerissimamente impegnativi: una Summertime<br />

Frisco Style infatti “vien via” a 32.900 euro franco fabbrica, mentre<br />

la Green&Orange del nostro test ne costa mille in più! Con la<br />

Woodstock Boogie standard color “Silk&Black Matt”– siamo invece<br />

a 30.900 euro, che si elevano a 31.300 scegliendo la livrea<br />

“Embossed & Raw Metal”, col serbatoio ed il parafango anteriore<br />

parzialmente “spazzolati”, sfoggiata dalla versione Bobber.<br />

I motori...<br />

Sia la Summertime che la Woodstock Boogie montano bicilindrici<br />

S&S a V di 45°da 93 pollici cubi, equivalenti a 1.522 cc (alesaggio<br />

e corsa misurano 92 x114,3 mm), naturalmente con distribuzione<br />

ad aste e bilancieri e 2 valvole per cilindro, lubrificazione a carter<br />

secco, basamenti pressofusi in alluminio ed alimentazione affidata<br />

ad un singolo carburatore S&S Super E da 48 mm. La trasmissione<br />

primaria è a carico di una suggestiva cinghia dentata esterna,<br />

larga da 1 pollice e tre quarti a 3 pollici (ovvero da 45 a 77 mm),<br />

a scelta del cliente, mentre il cambio è a 5 marce, naturalmente<br />

separato come tradizione vintage impone. E, altrettanto rigorosamente,<br />

la finale è a catena. Stiamo parlando di motori della serie<br />

Vintage, ispirati a celebri “antenati” degli anni 50’ e ‘60’, e che<br />

differiscono tra loro soprattutto per l’estetica dei cilindri e delle<br />

testate. La Summertime monta infatti un KN93 Flathead Power,<br />

ispirato ai m<strong>it</strong>ici Kuncklehead di Harley-Davidson prodotti tra il<br />

1958 ed il ‘65, mentre sulla Woodstock Boogie troviamo il P93, in<br />

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listino dal 2007 come replica<br />

degli altrettanto noti Panhead,<br />

trattato con piacevolissime rifin<strong>it</strong>ure<br />

satinate, anziché cromate,<br />

sulla WB standard. Entrambi<br />

hanno frizione multi disco a<br />

secco e cambio a 5 marce. Se<br />

in Harley sol<strong>it</strong>amente dichiarano<br />

solo la coppia dei loro motori,<br />

delle Headbanger non viene<br />

dichiarato ufficialmente nulla.<br />

Tuttavia, esaminando i grafici<br />

rilevati al banco prova dalla<br />

stessa S&S, leggiamo che il<br />

KN93 – con carburatore Super<br />

E e silenziatori propri - eroga<br />

quasi 58 cv, più o meno attorno<br />

ai 4.500 giri, mentre il picco<br />

massimo di coppia è di circa<br />

10,7 kgm più o meno a 3.000<br />

7


giri. Quanto al P93, le cui curve<br />

di erogazione sono evidentemente<br />

piuttosto differenti, il<br />

costruttore americano dichiara<br />

poco più di 76 cv a circa 5.200<br />

giri, e 11,4 kgm a 4.300. Teniamo<br />

però presente che questi<br />

dati non si riferiscono ai motori<br />

omologati Euro 3 che abbiamo<br />

provato, e che utilizzano impianti<br />

di scarico Headbanger.<br />

...e tutto il resto<br />

Tutte le Headbanger montano<br />

telai softail dell’austriaca<br />

Penz, realizzati in tubi d’acciaio<br />

e col classico forcellone a<br />

“bracci” triangolari che aziona<br />

una coppia di ammortizzatori<br />

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a gas piazzati sotto al motore. Il cannotto è inclinato di 34°, ma<br />

l’avancorsa non viene dichiarata, mentre i valori di interasse sono<br />

rispettivamente di 1.640 mm per la Woodstock Boogie e 1.600<br />

per la Summertime, che davanti monta una forcella tele idraulica<br />

con steli da 41 mm e piastre di sterzo “small glide” (strette).<br />

Stessa forcella per la Woodstock Boogie, ma con piastre “mid glide”,<br />

di media larghezza; ma in alternativa è disponibile anche la<br />

magnifica forcellona Springer, con ammortizzatore centrale che<br />

gestisce l’idraulica e fanalino montato a sbalzo, presente sulla<br />

WB Bobber del nostro test: un pezzo pregiato, che fa sempre la<br />

sua porca figura. Comuni anche le caratteristiche dei freni, quindi<br />

dischi anteriori e posteriori da 292 mm con pinze a 4 pistoncini<br />

(Wildwood, sulla Summertime). Quanto alle ruote, la Summertime<br />

monta un’anteriore da19” ed una posteriore 16”, con strette gomme<br />

stile vintage, ma di marca differente: davanti infatti c’è un’Avon<br />

Speedmaster MKII da 3,50, ma poiché la casa inglese non dispone<br />

di una posteriore abbinabile, è stata scelta un’americana Coker da<br />

130, molto usata dagli specialisti del settore, e anche abbastanza<br />

costosa. La WB standard invece è dotata di Avon Cobra da<br />

120/x21” e da 180 x16”, mentre sulla Bobber troviamo una coppia<br />

di Continental K112, da 3.00 e 5.00x16”. Altri dati: la Summertime<br />

monta un serbatoietto “high-neck” da soli 9 l<strong>it</strong>ri, ha il piano sella<br />

a 660 mm da terra, e pesa 235 kg a secco. Stesso serbatoio piccolo<br />

per la Woodstock Boogie standard, mentre quello Bobber è<br />

da 18 l<strong>it</strong>ri; in entrambi i casi la sella è a 660 mm da terra e il peso<br />

dichiarato sarebbe di 233 kg, anche se qualche dubbio lo abbiamo,<br />

visto che forcelle, serbatoi e ruote anteriori sono parecchio<br />

differenti tra le due WB. Quanto ai particolari, le foto ci sembrano<br />

piuttosto esplicative della massima essenzial<strong>it</strong>à di queste moto,<br />

la cui “strumentazione” è concentrata in un mini-tachimetro analogico<br />

<strong>Moto</strong>gadget, che sulla Summertime è fissato a fianco del<br />

serbatoio, a sinistra, e sulle WB è al centro dei magnifici raiser dei<br />

rispettivi manubri: un ninnolo veramente carinissimo, anche perché<br />

la parte scura del fondo bianco alloggia dei microscopici led<br />

rossi, che consentono di leggere i chilometraggi totale e parziale,<br />

il voltaggio della batteria, la veloc<strong>it</strong>à massima raggiunta e, naturalmente,<br />

l’ora, ma solo a chi a chi sia dotato del classico occhio<br />

di falco. Da notare i comandi elettrici - cromati come la pompa<br />

del freno anteriore - tecnicamente identici a quelli delle Harley,<br />

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quindi rigorosamente privi dei pulsanti di lampeggio, le microfrecce<br />

oblunghe, i comandi a pedale lavorati a macchina dal pieno<br />

(sulla Summertime). Molto belle e suggestive anche le piccole selle<br />

in cuoio lavorate a mano, con doppia molla posteriore.<br />

Carisma e vibrazioni<br />

Le strade che solcano la verde area bresciana ed i suoi infin<strong>it</strong>i vigneti<br />

sono un naturale un inv<strong>it</strong>o all’uso della motocicletta. Con le<br />

Headbanger però, come del resto sulla maggior parte delle custom<br />

più o meno estreme, bisogna logicamente rassegnarsi ad<br />

andarci tranquillamente a spasso. Vuoi perché di piegare come<br />

si vorrebbe non se ne parla, vuoi per la natura stessa di questo<br />

genere di moto. E vuoi anche perché i freni frenano sì, ma solo<br />

dign<strong>it</strong>osamente: pur non essendo i pesi in gioco elevatissimi per<br />

moto del genere, il disco anteriore singolo, per quanto dign<strong>it</strong>oso,<br />

va pur sempre aiutato col posteriore giocando col cambio ed il<br />

freno-motore, quando ci si lascia un po’ andare col gas.. Sia chiaro:<br />

le HB hanno dei motori decisamente carismatici in termini di<br />

“voce” allo scarico e di “castagna”, visto che rombano e spingono<br />

forte, fin da sub<strong>it</strong>o, con sottofondo di qualche sputacchiamento<br />

in rilascio, particolar<strong>it</strong>à assai libidinosa per i biker più navigati e<br />

legati al caro, vecchio carburatore. Le frizioni sono state addolc<strong>it</strong>e,<br />

e anche i cambi sembrano migliorati in scorrevolezza, pur rimanendo<br />

ruvidotti quando si marcia piano, e raramente consenzienti<br />

quando si cerchi di ev<strong>it</strong>are il classico clonk inserendo la prima da<br />

fermi. Ma è altrettanto chiaro che queste moto invogliano poco<br />

alle classiche sparate, anche perché ben prima dei 100 orari le vibrazioni<br />

sulle manopole, iniziano a diventare, diciamo… impegnative.<br />

Mettiamoci i sellini minimali - comodi per il tempo che passa<br />

tra un rifornimento e l’altro, con i serbatoi piccoli - ed assetti di<br />

guida non sempre “amichevoli”, ed ecco che l’eventuale utente<br />

poco esperto, folgorato dallo stile e dalla semplice bellezza di<br />

queste moto, provandone una molto probabilmente “potrebbe rimanere<br />

offeso”, giusto per parafrasare Aldo, Giovanni e Giacomo<br />

nelle loro irresistibili gag degli svizzeri. Ma torniamo comunque a<br />

sottolineare che chi si compra una Headbanger se la può far confezionare<br />

su misura come dai celebri sarti londinesi di Savile Row,<br />

quindi scegliendosi la sella e l’assetto che più gli piace. La solare<br />

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Summertime, per esempio,<br />

monta un alto manubrio T-bar<br />

, vero killer per i polsi in quanto<br />

anche stretto e scomodamente<br />

spiovente, e quindi perfettamente<br />

in sintonia col serbatoio<br />

piccolo (leggi: autonomia ridotta,<br />

meno stress per le braccia).<br />

Al di là di questo, la Summertime<br />

si guida con facil<strong>it</strong>à, anche<br />

grazie alla gomma posteriore<br />

stretta; come già detto, ha un<br />

motore piacevolmente pieno<br />

e pronto, le sospensioni tutto<br />

sommato sono superiori alle<br />

aspettative per capac<strong>it</strong>à d’assorbimento<br />

(e anche il sellino<br />

molleggiato un pochino aiuta),<br />

e alla fine basterebbe quindi<br />

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SCHEDA TECNICA<br />

HEADBANGER<br />

Summertime<br />

Tempi:<br />

€ 29.700<br />

Cilindrata: 1530 cc<br />

Avviamento: E<br />

Marce: 5<br />

Freni: D-D<br />

Misure freni: 292-292 mm<br />

Misure cerchi (ant./post.): 19’’ / 16’’<br />

Normativa antinquinamento: Euro 3<br />

Peso: 235 kg<br />

Lunghezza: 2260 mm<br />

Altezza: 660 mm<br />

Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 9 l<br />

Segmento: Custom<br />

18<br />

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cambiare il manubrio per godersela molto meglio. Molto meno<br />

maneggevole la Woodstock Boogie standard. In effetti, l’ergonomia<br />

forn<strong>it</strong>a dal manubrione ape-hanger e dai classici comandi a<br />

pedale avanzati con ampi poggiapiedi è molto meno stressante<br />

rispetto a quella della Summertime, però la maggiore inerzia della<br />

ruota anteriore da 21” abbinata al gommone dietro da 180 rendono<br />

ostico l’inserimento in curva, e con le braccia così in alto alla fine<br />

non è che ci si diverta così tanto a guidarla. Inutile sottolineare che<br />

stiamo parlando di utilizzo stile passeggiata tranquilla, perché se<br />

si vuol viaggiare veloci tutto diventa molto più impegnativo. Invece<br />

ho apprezzato di più la Bobber – anche da vedere, davvero molto<br />

bella – ben più rotonda e pacioccona da portare in giro, anche se il<br />

largo manubrio beach-bar è bello, ma tutto sommato meno rilassante<br />

dell’ape-hanger, perché si guida col busto leggermente in<br />

avanti: diciamo che un mini-ape hanger probabilmente potrebbe<br />

essere la scelta ideale, a livello<br />

di postura. Dal canto suo, la<br />

forcella Springer è senz’altro<br />

più secca delle tradizionali, ma<br />

la gommona anteriore l’aiuta<br />

discretamente nell’assorbire<br />

lo sconnesso. Insomma, queste<br />

Headbanger sono moto<br />

senz’altro emozionali per chi<br />

sia in grado di valutarne l’essenza<br />

e le peculiar<strong>it</strong>à: delle vere<br />

special di serie dedicate ad appassionati<br />

altrettanto speciali<br />

(ehm, anche a livello di portafoglio…),<br />

se vogliamo.<br />

26 Giugno<br />

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Bellissime<br />

Bellissime, splendide...<br />

la summertime è qualcosa di<br />

incredibile...motore knuckle style<br />

e verniciatura psichedelica...<br />

troppo bella..<br />

Dave90DM - 22/06/2012<br />

Bella...<br />

...la Woodstock Boogie, se<br />

avessi i soldi la comprerei sub<strong>it</strong>o.<br />

DEVNULL - 20/06/2012<br />

SCHEDA TECNICA<br />

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HEADBANGER<br />

Woodstock<br />

Tempi:<br />

Boogie<br />

Cilindrata: 1530 cc € 27.900<br />

Avviamento: E<br />

Marce: 5<br />

Freni: D-D<br />

Misure freni: 292-292 mm<br />

Misure cerchi (ant./post.): 16’’ / 16’’<br />

Normativa antinquinamento: Euro 3<br />

Peso: 233 kg<br />

Lunghezza: 2300 mm<br />

Altezza: 660 mm<br />

Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 9 l<br />

Segmento: Custom<br />

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Vespa LX E VESPA S 3V, 125 E 150 pregI Maneggevolezza e Estetica dIFettI Ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à<br />

preZZo da € 3.620<br />

proVa sCooter<br />

65 anni<br />

e non sentirli!<br />

di Cristina Bacchetti | un nuovo motore a 3 valvole,<br />

un look leggermente rivisto e il fascino di sempre.<br />

Questi i punti di forza delle nuove Vespa 3V, disponibili<br />

in due motorizzazioni: 125 e 150 cc, con prezzi a partire da 3.620 euro<br />

20 21


Vespa LX e Vespa s 3V,<br />

125 e 150<br />

Eccola qui, 65 anni<br />

dopo il debutto, come se per<br />

lei il tempo non fosse mai passato.<br />

Quantomeno in termini di<br />

stile, perché nel cuore e nella<br />

tecnologia è cambiata eccome,<br />

da brava icona fashion: sempre<br />

al passo coi tempi. Nel 1946,<br />

anno della sua nasc<strong>it</strong>a, Vespa<br />

ha introdotto un nuovo modo<br />

di spostarsi, puntando su pratic<strong>it</strong>à<br />

e facil<strong>it</strong>à d’utilizzo, il tutto<br />

racchiuso in un innovativo concetto<br />

di carrozzeria portante,<br />

completamente in acciaio. Ma è<br />

inutile soffermarsi a decantarne<br />

le doti di simbolo di mobil<strong>it</strong>à<br />

22<br />

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e del miglior design <strong>it</strong>aliano: i diciassette milioni di esemplari che<br />

da 65 anni scorrazzano per il mondo parlano de sé: Vespa è lo scooter<br />

più venduto e amato in Europa e, al tempo stesso, il veicolo<br />

europeo più venduto negli Stati Un<strong>it</strong>i. «Vespa è ciò che di più prezioso<br />

ha il Gruppo Piaggio. Dal 1946 ne sono stati venduti 17 milioni<br />

di esemplari, ma non vogliamo definirla “un monumento” perché è<br />

uno scooter sempre in evoluzione, a livello di tecnica e innovazioni.<br />

Crediamo molto in Vespa: è un prodotto unico e tecnologicamente<br />

avanzato, per questo abbiamo significativi programmi di espansione,<br />

anche in India e Vietnam, di produzione per il mercato locale.»<br />

Ci spiega Tommaso Giocoladelli, Senior Vice President Marketing.<br />

«La produzione per l’Europa, invece, rimarrà ovviamente a Pontedera».<br />

I nuovi motori a 3 valvole<br />

Su Vespa LX e Vespa S 2012 debutta il nuovo motore Piaggio,<br />

declinato nelle cilindrate da 125 e 150 cc a iniezione elettronica;<br />

studiato e costru<strong>it</strong>o negli stabilimenti di Pontedera. Si<br />

tratta di un monocilindrico a 4 tempi raffreddato ad aria, con<br />

distribuzione monoalbero a camme in testa che vede l’introduzione<br />

delle 3 valvole (2 di aspirazione e 1 di scarico). Nella versione da<br />

125 cc la potenza è di 8,5 kW (11,6 cv) a 8.250 giri; la coppia massima<br />

di 10,7 Nm a 6.500 giro. Il fratello maggiore, da 150 cc, eroga<br />

una potenza di 9,5 kW (12,9 cv) a 7.750 giri. Per il raggiungimento di<br />

un miglior rapporto tra prestazioni e consumi, i tecnici toscani hanno<br />

optato per la soluzione a 3 valvole poiché favorisce l’aspirazione,<br />

aumentando l’efficienza del motore rispetto al convenzionale 2<br />

valvole. La nuova distribuzione permette quindi di migliorare i moti<br />

di carica della miscela nel cilindro e il processo di combustione è<br />

affinato dalla nuova posizione della candela, che garantisce al contempo<br />

un migliore raffreddamento degli organi interni alla testa,<br />

oltre ad una più semplice manutenzione, in quanto posizionata ora<br />

in maniera più accessibile.<br />

Nuovi sono anche i valori di alesaggio e corsa (rispettivamente<br />

ridotti e incrementati), a favore della coppia e della prontezza al<br />

comando dell’acceleratore. Anche il sistema di raffreddamento è<br />

stato oggetto di studio, mediante simulazioni termofluidodinamiche,<br />

al fine di migliorarne il rendimento, ottenendo una riduzione<br />

della rumoros<strong>it</strong>à meccanica e della potenza assorb<strong>it</strong>a. Altre nov<strong>it</strong>à<br />

sono l’avviamento elettrico a ruota libera, quindi più silenzioso, e la<br />

trasmissione automatica centrifuga a secco, anch’essa tarata con<br />

l’obiettivo di massimizzare le prestazioni e minimizzare i consumi<br />

26 Giugno<br />

2012<br />

alle basse veloc<strong>it</strong>à.<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

67<br />

»» » <strong>Prove</strong><br />

diamo i numeri<br />

Le nov<strong>it</strong>à e le modifiche apportate<br />

ai nuovi propulsori<br />

Piaggio le abbiamo viste nero<br />

su bianco, ma come si traduce<br />

tutto questo su strada? Il 125<br />

cc migliora la sua potenza del<br />

7,1% e la coppia massima del<br />

10,3%; il tempo per coprire<br />

l’accelerazione da 0 a 60 metri<br />

diminuisce del 2%, mentre la<br />

veloc<strong>it</strong>à massima aumenta del<br />

2,2%. Per il motore da 150 cc<br />

potenza e coppia massima crescono<br />

rispettivamente del 6,3 e<br />

7,8%, con una diminuzione nel<br />

coprire l’accelerazione da 0 a<br />

60 metri del 5% e un aumento<br />

della veloc<strong>it</strong>à massima del<br />

3%. Il tutto, contrariamente a<br />

quanto si potrebbe pensare,<br />

Nel cuore e nella tecnologia è cambiata<br />

eccome, da brava icona fashion: sempre al passo<br />

coi tempi<br />

““<br />

23


24<br />

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con un importante calo dei consumi:<br />

secondo i dati dichiarati<br />

dalla Casa, alla veloc<strong>it</strong>à di 50<br />

km/h si percorrono 55 km con<br />

un l<strong>it</strong>ro di carburante, quindi<br />

circa il 30% in più rispetto al<br />

motore 2V della precedente<br />

generazione. E buone notizie<br />

arrivano anche sul fronte della<br />

manutenzione: gli intervalli tra<br />

un tagliando e l’altro, sui precedenti<br />

modelli previsti ogni<br />

6.000 chilometri, salgono ora<br />

a 10.000.<br />

Una sicurezza che viene dal<br />

milione di chilometri, tra prove<br />

al banco e su strada, macinati<br />

dai nuovi propulsori in fase di<br />

sviluppo.<br />

tondo o quadrato? Classica o sport?<br />

E’ sempre lei. E il suo punto di forza in tutti questi anni è probabilmente<br />

proprio questo: la linear<strong>it</strong>à, la fedeltà alle forme di successo,<br />

la non ricerca spasmodica del nuovo a tutti i costi. Vespa è così,<br />

ed è così da sempre. E per non tradire le aspettative si propone<br />

in due versioni che vanno a rispondere alle esigenze del cliente<br />

più classico, con la LX dal faro tondo, o a quelle dell’utente più<br />

sportivo: il faro quadrato di Vespa S raccoglie l’ered<strong>it</strong>à più sportiva<br />

dei modelli degli anni ’70 come la 50 Special e o la Primavera,<br />

le “small body” pensate per il pubblico più giovane. Il Centro Stile<br />

Piaggio, per entrambi gli allestimenti, si è concentrato in particolar<br />

modo sulla “cravatta”, cioè quella copertura centrale in rilievo<br />

che corre dal manubrio fino al parafango, uno dei punti di distinzione<br />

di Vespa. Il frontale abbandona leggermente le rotond<strong>it</strong>à della<br />

precedente versione, a favore di un tocco più moderno. Alcuni<br />

particolari cromati della LX, quali la mascherina che cela l’avvisatore<br />

acustico o la cresta fissata sul parafango, riportano alla memoria<br />

le Vespe storiche. Su Vespa S, invece, le cromature hanno<br />

lasciato il posto a fin<strong>it</strong>ure nero opaco, proprio per sottolinearne il<br />

26 Giugno<br />

2012<br />

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Numero<br />

67<br />

»»<br />

» <strong>Prove</strong><br />

carattere più dinamico. Rivista<br />

su entrambi i modelli anche la<br />

strumentazione, ora più leggibile<br />

e che include tachimetro<br />

e contachilometri, indicatore<br />

del livello carburante, orologio<br />

dig<strong>it</strong>ale e tutte le spie luminose<br />

di servizio quali indicatori di direzione,<br />

fari anabbaglianti e abbaglianti,<br />

riserva del carburante<br />

e livello olio motore e lubrificante.<br />

Su Vespa LX 125 e 150 3V,<br />

dotata di serie dell’antifurto<br />

immobilizer, è presente anche<br />

il LED luminoso. Anche per la<br />

strumentazione, sulla versione<br />

S, il tutto cromato della LX è<br />

stato rimpiazzato da una cornice<br />

nero opaco. Nel retroscudo<br />

troviamo un vano portaoggetti<br />

utile a riporre piccoli oggetti di<br />

uso quotidiano, il sottosella può<br />

osp<strong>it</strong>are un casco jet, e il gancio<br />

portaborse “aiuta” nello sfruttare<br />

una pedana non proprio<br />

ampia e pratica, ma che sfoggia<br />

una nuova copertura in plastica<br />

sulla quale fa bella mostra di sé<br />

un importante logo Vespa.<br />

tradizione e innovazione<br />

Alla ciclistica, secondo la più<br />

classica delle tradizioni Vespa<br />

troviamo, per la sospensione<br />

anteriore, il monobraccio laterale<br />

con ammortizzatore a doppio<br />

effetto. Monobraccio introdotto<br />

“un tempo” per rendere<br />

immediata la sost<strong>it</strong>uzione del<br />

pneumatico anteriore in caso di<br />

foratura. Al posteriore, invece,<br />

un ammortizzatore con molla<br />

a doppio effetto permette la<br />

regolazione del precarico su 4<br />

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posizioni. Immancabile anche su Vespa LX e S 3V la storica struttura<br />

portante in acciaio che funge da telaio. I cerchi sono in alluminio<br />

a cinque razze: l’anteriore da 11” calza pneumatici da 110/70, mentre<br />

il posteriore da 10” da 120/70, entrambi tubeless. L’impianto<br />

frenante adotta un disco anteriore da 200 mm e al posteriore un<br />

tamburo da 110 mm.<br />

La prova<br />

«A me Roma piace moltissimo: una specie di giungla tiepida, tranquilla,<br />

dove ci si può nascondere bene». Così la definiva Marcello<br />

Mastroianni ne “La Dolce V<strong>it</strong>a”. Non è così che l’abbiamo trovata.<br />

Una giungla sì, ma dal caldo soffocante e trafficata come non mai.<br />

Perfetto: terreno di battaglia ideale per la nostra prova. Se da ferma<br />

sul cavalletto sembra piccina sì, ma cicciotta quanto basta, in<br />

sella la sensazione è quella di esser poggiati su una libellula: fattore<br />

indubbiamente a favore della maneggevolezza, ma che va a<br />

discap<strong>it</strong>o dell’ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à per chi proprio minuto non è. Il manubrio<br />

è stretto, basso e un po’ troppo vicino al guidatore. Problema<br />

risolvibile spostandosi indietro sulla lunga sella, ma che si ripropone<br />

nel momento in cui ci si r<strong>it</strong>rova a viaggiare in due. Lo scudo è<br />

vicino alle ginocchia e la pedana non è particolarmente spaziosa: il<br />

tutto si traduce, coadiuvato da una sella decisamente bassa (785<br />

mm da terra), in una scarsa dose di comfort per chi supera il metro<br />

e settanta. Ma, come premesso, una delle peculiar<strong>it</strong>à di Vespa è<br />

proprio quella di essere piccola, compatta e di divincolarsi quindi<br />

nel traffico con l’agil<strong>it</strong>à di un insetto! In una Roma particolarmente<br />

congestionata è stato un piacere zigzagare tra le auto incolonnate<br />

e poter godere, al contempo, delle meraviglie che la C<strong>it</strong>tà Eterna<br />

riserva a ogni angolo e che per tutta la durata del test ci hanno<br />

sfilato accanto. Del resto il connubio Vespa e Roma pare non voler<br />

accennare a perdere nemmeno un minimo del suo storico fascino.<br />

Come va?<br />

Le due nuove motorizzazioni risultano, come da promessa, più<br />

scattanti rispetto alle precedenti soluzioni a 2 valvole, soprattutto<br />

il 125 per quanto riguarda lo spunto, il 150 invece per l’allungo.<br />

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1 Il faro quadrato di Vespa S<br />

raccoglie l’ered<strong>it</strong>à più sportiva dei<br />

modelli degli anni ’70.<br />

2 Rivista su entrambi i modelli anche<br />

la strumentazione, ora più leggibile.<br />

3<br />

Il Centro Stile Piaggio si è<br />

concentrato sulla “cravatta”, quella<br />

copertura centrale in rilievo che corre<br />

dal manubrio fino al parafango.<br />

32<br />

1<br />

2<br />

3<br />

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L’impianto frenante pecca leggermente di fruibil<strong>it</strong>à: nonostante il<br />

peso da fermare sia esiguo, gli spazi d’arresto sono lunghi, a meno<br />

che non si vada ad agire in maniera decisa su entrambe le leve. Il<br />

rischio di bloccaggio però è nullo e, a ben guardare, le caratteristiche<br />

di frenata vanno a favore dei neof<strong>it</strong>i, ev<strong>it</strong>ando spiacevoli s<strong>it</strong>uazioni<br />

di panico. A quando un bel sistema ABS di tutto punto anche<br />

per la Vespa, che fino ad ora è andato ad equipaggiare solo la GTS<br />

250? L’abbiamo chiesto ai tecnici di Pontedera, che ne giustificano<br />

l’assenza con la scarsa richiesta da parte del pubblico <strong>it</strong>aliano.<br />

La prova del sampietrino<br />

Proprio per il vincolo che da sempre la lega a Roma, la nostra Vespa<br />

non poteva esimersi dalla temuta prova del sampietrino. La scocca<br />

in acciaio e le sospensioni (soprattutto quella posteriore) svolgono<br />

un buon lavoro nell’incassare le asper<strong>it</strong>à del terreno, ma le piccole<br />

ruote, nelle buche più dure, soffrono un po’. A veloc<strong>it</strong>à più sostenute<br />

l’anteriore non trasmette la sicurezza che si vorrebbe ma,<br />

del resto, Vespa rimane un mezzo dall’uso prettamente c<strong>it</strong>tadino<br />

e quindi forse, potremmo chiudere un occhio riguardo alla ormai<br />

obsoleta forcella monobraccio… Qualche piccolo difetto lo si può<br />

perdonare, alla più bella del Reame.<br />

La gamma<br />

La nuova gamma Vespa LX è formata da 4 modelli: il 125 3V, il 150<br />

3V e due motorizzazioni di 50 cc, una a 2 tempi, l’altra a 4 tempi<br />

e 4 valvole, entrambe raffreddate ad aria. La gamma colori prevede<br />

(per tutti i modelli) cinque tonal<strong>it</strong>à differenti: Nero Vulcano,<br />

Montebianco, Rosso Dragon, Blu Midnight, Verde Portovenere. Le<br />

stesse caratteristiche tecniche di Vespa LX si trovano immutate<br />

sulla serie speciale più protettiva e adatta agli spostamenti fuori<br />

dalla metropoli, denominata Touring, disponibile nella variante<br />

cromatica Marrone Terra di Toscana. Vespa S è disponibile nelle<br />

cilindrate di 50 cc (con motore a 2 tempi o a 4 tempi e 4 valvole),<br />

125 e 150 cc, queste ultime due dotate dell’innovativo motore a 3<br />

valvole alimentato a iniezione elettronica. Quattro le varianti cromatiche<br />

a disposizione: Nero Lucido, Montebianco, Rosso Dragon,<br />

Azzurro Med<strong>it</strong>erraneo. La versione speciale Sport è disponibile in<br />

Nero Abisso.<br />

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Torna la triumph trophy<br />

1200<br />

Dopo quasi una decade<br />

di assenza, ecco dunque<br />

ricomparire una Trophy nella<br />

gamma della Casa br<strong>it</strong>annica.<br />

Per inciso, si tratta del terzo<br />

modello completamente nuovo<br />

presentato nell’arco di 18 mesi,<br />

quindi non si può certo dire che<br />

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TORnA LA TRIuMPh TROPhy 1200<br />

di Maurizio Tanca | La Casa br<strong>it</strong>annica torna nel segmento<br />

Touring rispolverando il leggendario nome Trophy, inutilizzato<br />

da quasi dieci anni. La nuova arrivata, che monta il motore<br />

tricilindrico della Tigerona Explorer, arriverà in autunno.<br />

Prezzi da definire<br />

anche ad Hinckley, crisi o non crisi, se ne stiano con le mani in<br />

mano. Anzi, considerano il 2012 un anno di cresc<strong>it</strong>a… Ma introduciamo<br />

la nuova arrivata raccontando una breve storia delle omonime<br />

Triumph che l’hanno preceduta dall’anteguerra (la seconda<br />

mondiale, naturalmente) ad oggi. Il nome Trophy, infatti, è stato<br />

molto significativo per la storia del leggendario marchio inglese,<br />

che chiamò così la sua prima bicilindrica realizzata per correre<br />

in fuoristrada, trial e regolar<strong>it</strong>à (oggi enduro) in particolare, con<br />

predilezione per la famosa Sei Giorni Internazionale di regolar<strong>it</strong>à,<br />

alla quale nel 1964 partecipò ufficialmente anche il grande Steve<br />

McQueen, naturalmente con una Trophy, la TR6. Ma la prima Trophy<br />

nacque nel 1949, basandosi naturalmente sulla m<strong>it</strong>ica Speed<br />

Twin creata da Edward. Turner nel 1937 attorno al neonato motore<br />

motore a due cilindri verticali paralleli da 500 cc. Una moto<br />

che ebbe una v<strong>it</strong>a longeva, durata fino al 1973, passando ovviamente<br />

attraverso svariate evoluzioni con motori da 500 e 650<br />

cc, compreso un’interessante – perlomeno sulla carta - modello<br />

prettamente scrambler, il TR5T 500 denominato Trail e successivamente<br />

Adventurer, con il quale Triumph partecipò con 8 piloti<br />

dei team GB (che chiuse al secondo posto) e USA (al quinto) alla<br />

Sei Giorni statun<strong>it</strong>ense del ‘73. Quel modello riapparve poi nell’81<br />

con motore da 750 cc, ma col nome Tiger Trail. L’ultima Trophy<br />

usc<strong>it</strong>a dal celebre stabilimento Triumph di Meriden fu dunque la<br />

TR6VC, una bella scrambler stradale (antesignana dell’attuale<br />

Scrambler 860), con cambio a 5 marce. Il nome Trophy rimase<br />

nel cassetto fino al 1990. Cassetto che venne aperto da Sir John<br />

Bloor, che rilanciò fortunatamente il m<strong>it</strong>ico marchio nel 1990,<br />

dopo averlo rilevato nel 1983 dal fallimento della cooperativa di<br />

lavoratori di Meriden che l’aveva gest<strong>it</strong>o fino all’ultimo. La prima<br />

Trophy del nuovo corso Triumph – classificata come granturismo,<br />

ma in realtà più vicina all’idea di sport-tourer - esordì all’Ifma di<br />

Colonia del settembre 1990 assieme ad altri cinque nuovi modelli,<br />

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declinata in due versioni esteticamente<br />

gemelle, ovvero una<br />

900 a tre cilindri, e una 1200<br />

quadricilindrica da 125 cv: la<br />

prima della storia Triumph, se<br />

si esclude il famoso prototipo<br />

Quadrant realizzato nel ’74 su<br />

base Trident, esposto al museo<br />

di Birmingham. Solo quattro<br />

anni dopo, il nome Trophy andava<br />

a contraddistinguere una<br />

bella e confortevole granturistica<br />

equipaggiata di tutto punto,<br />

che rimase in catalogo fino al<br />

2003, sempre con doppia motorizzazione:<br />

900 (885 cc effettivi)<br />

e 1200 (1.180 cc) rispettivamente<br />

da 100 e 110 cv circa.<br />

La trophy, oggi<br />

La nuova Trophy stavolta mantiene<br />

l’ident<strong>it</strong>à di quella che l’ha<br />

35


preceduta, oltre alla cilindrata,<br />

inglobando però in un solo<br />

modello le peculiar<strong>it</strong>à motoristiche<br />

delle due versioni precedenti:<br />

ovvero un motore da<br />

1200, ma tricilindrico. Inutile<br />

dire che stiamo parlando della<br />

poderosa un<strong>it</strong>à da 1.215 cc,<br />

con contralbero antivibrazioni,<br />

che ha esord<strong>it</strong>o pochi mesi fa<br />

con la Tiger Explorer: le sue<br />

general<strong>it</strong>à parlano di 134 cavalli<br />

(98,5 kW) a 8.900 giri e di<br />

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un valore di coppia massima di 12,2 kgm (120 Nm) a 6.450 giri,<br />

valori dunque praticamente sovrapponibili con quelli dichiarati<br />

per la “endurona”. È dunque più che naturale, a maggior ragione,<br />

dato il segmento di appartenenza, che la trasmissione finale sia<br />

rimasta ad albero cardanico, dotato di sistema di smorzamento<br />

torsionale affidato ad un ingranaggio ammortizzato; in aggiunta<br />

a quest’ultimo, all’interno del cardano è collocato il meccanismo<br />

“metalastic”, che previene strappi indesiderati: il tutto, chiaramente,<br />

al fine di rendere l’erogazione la più dolce possibile, e di<br />

conseguenza altrettanto fluida la guida. Logico pure che l’elettronica<br />

sia anche qui gest<strong>it</strong>a dall’acceleratore Ride by Wire, stavolta<br />

però abbinato al controllo di trazione e al cruise control, sempre<br />

grad<strong>it</strong>issimo dai divoratori di chilomentri. La nuova Trophy sfoggia<br />

anche il parabrezza regolabile elettricamente, e pure le sospensioni<br />

a controllo elettronico. Immancabile l’Abs, comunicante tra<br />

ruota anteriore e posteriore, e pure il sistema di controllo automatico<br />

della pressione degli pneumatici. La Trophy dei giorni nostri<br />

è stata naturalmente sottoposta ad un intenso programma di<br />

sviluppo e di test, per ottenere il massimo possibile in termini di<br />

comfort e prestazioni globali, ed è dotata di serbatoio da 26 l<strong>it</strong>ri.<br />

Un grande lavoro è stato svolto sulla protezione aerodinamica e<br />

dagli agenti atmosferici. Il parabrezza, regolabile elettronicamente,<br />

può alzarsi di 164 mm, ed è dotato di memoria che lo riporta<br />

nella posizione desiderata ogni volta che si riavvia la motocicletta.<br />

Il comfort di pilota e passeggero viene garant<strong>it</strong>o da una gamma<br />

di selle che includono l’opzione riscaldamento. La sella del pilota<br />

può essere regolata tra gli 800 e gli 820 mm. La nuova Trophy<br />

sarà disponibile e in versione standard ed SE, entrambe nei colori<br />

Pacific Blue o Lunar Silver. Completano l’equipaggiamento di<br />

serie il cavalletto centrale, fari regolabili e sella del pilota regolabili<br />

in altezza, il vano con presa ausiliaria a 12 Volt, e l’esclusivo<br />

sistema Triumph Dynamic Luggage System (TDLS) con motovaligie<br />

basculanti. Sistema già usato sulla Sprint 1050 e sulle Tiger,<br />

che aiuta a mantenere bilanciata la motocicletta anche quando le<br />

borse sono cariche grazie ad un meccanismo che permette loro<br />

di seguire al traiettoria della moto oscillando da una parte all’altra<br />

sino a cinque gradi. La capac<strong>it</strong>à di carico delle borse laterali è di 31<br />

l<strong>it</strong>ri ciascuna. È inoltre possibile montare il bauletto posteriore denominato<br />

“Top and Play”, facile da installare e da rimuovere senza<br />

ricorrere all’utilizzo di fili elettrici, e a sua volta corredato da presa<br />

ausiliaria a 12 Volt che consente di ricaricare qualunque apparecchio<br />

anche quando si è in movimento. La Trophy SE ha un potente<br />

impianto audio con tecnologia Bluetooth, presa USB e compatibil<strong>it</strong>à<br />

per iPod e MP3. Di serie sospensioni regolabili elettronicamente.<br />

Il conducente, grazie ad un solo pulsante, può selezionare tre<br />

opzioni, Sport, Normal e Comfort a seconda di come sta viaggiando<br />

(solo, solo più bagagli, con passeggero e via dicendo …), tutto<br />

tranquillamente controllabile sul display Lcd della strumentazione<br />

di bordo. La SE beneficia anche del controllo di pressione degli<br />

pneumatici (TPMS); inoltre il passeggero stesso può usufruire di<br />

un’ulteriore presa di corrente in caso di necess<strong>it</strong>à. Gli intervalli di<br />

manutenzione della Trophy 1200 scadono ogni 16.000 chilometri,<br />

con il tagliando principale fissato a 32.000 chilometri. La nuova<br />

Trophy sarà presentata per la prima volta al pubblico ai Tridays<br />

in Neukirchen, Austria, dal 22 al 24 giugno. Sarà poi esposta al<br />

Triumph Live event al Mallory Park, Leicestershire, in calendario<br />

dal 31 agosto al 2 settembre 2012.<br />

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Husqvarna te 250 r<br />

e te 310 r<br />

Per il model-year 2013<br />

Husqvarna <strong>Moto</strong>rcycles ha<br />

sottoposto le due enduro da<br />

competizione a una profonda<br />

revisione che ha interessato<br />

soprattutto il motore<br />

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husqVARnA: LA nuOVA gAMMA<br />

cROss E EnDuRO 2013<br />

Husqvarna presenta la gamma offroad 2013. Arrivano le nuove<br />

enduro TE 250 R e TE 310 R e la cross TC 250 R. Nov<strong>it</strong>à anche<br />

per gli altri modelli 2013<br />

monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad acqua. Gli interventi<br />

di ottimizzazione hanno incluso il disegno della testata cilindri<br />

con valvole in acciaio che eroga così una potenza e una coppia<br />

maggiorate. In più, un nuovo sistema elettronico d’iniezione di<br />

carburante della Keihin migliora la risposta del gas e la guidabil<strong>it</strong>à.<br />

nIl monocilindrico a quattro tempi dal peso di 23 chilogrammi,<br />

abbinato a un cambio a sei rapporti, resta uno dei propulsori più<br />

leggeri del segmento di appartenenza. Uno sguardo alle curve di<br />

coppia e di potenza illustra il progresso compiuto dalle due nuove<br />

enduro da competizione a livello di performance del motore. Questo<br />

milgioramento viene segnalato dalla “R” che è stata aggiunta<br />

al nome del modello. Rispetto alle moto precedenti, la coppia e la<br />

potenza sia della TE 250 R che della TE 310 R sono state incrementate<br />

sull’intero arco di regime importante per la guida. Mentre<br />

la nuova TE 310 R offre una cresc<strong>it</strong>a della potenza di picco di circa<br />

il 5% e della coppia massima di approssimativamente l’8 percento,<br />

la nuova TE 250 R trae prof<strong>it</strong>to da una coppia e una potenza<br />

massima incrementate di rispettivamente l’8 percento circa. Oltre<br />

alla nuova testata cilindri e al nuovo sistema d’iniezione di carburante,<br />

le ottimizzazioni risultano dal collettore di scarico ridisegnato.<br />

Come in tutti i modelli fuoristrada Husqvarna, anche nella<br />

nuova TE 250 R e nella nuova TE 310 R viene utilizzato un telaio<br />

in acciaio ad elevata resistenza ant<strong>it</strong>orsionale composto da tubi<br />

circolari, ovali e rettangolari. Al fine di migliorare la rigid<strong>it</strong>à strutturale,<br />

nella zona del cannotto sterzo il telaio è stato rinforzato con<br />

delle piastre di 25CrMo4 cromo-molibdeno-acciaio. La sospensione<br />

della ruota anteriore è affidata alla forcella teleidraulica a steli<br />

26 Giugno<br />

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rovesciati Kayaba dal diametro<br />

di 48 millimetri regolabile<br />

nella fase di compressione ed<br />

espansione. La sospensione<br />

della ruota posteriore viene<br />

svolta da un ammortizzatore<br />

centrale Kayaba con deviazione<br />

a leva. Oltre alla regolazione<br />

del precarico molla, l’un<strong>it</strong>à ammortizzante<br />

permette anche di<br />

regolare la fase di compressione<br />

ed espansione in campi di<br />

veloc<strong>it</strong>à differenti, assicurando<br />

così l’impostazione di una taratura<br />

ottimale in base alle condizioni<br />

del terreno. La nuova TE<br />

250 R e la nuova TE 310 R verranno<br />

consegnate di serie con<br />

mapping del motore conforme<br />

39


all’omologazione stradale.<br />

Per l’utilizzo nelle corse sono<br />

disponibili altre due tarature<br />

del motore che offrono un’erogazione<br />

di potenza particolarmente<br />

morbida oppure<br />

veloce ed aggressiva (accessori<br />

originali). Il pilota imposta<br />

la selezione desiderata dei<br />

due mapping in modo rapido<br />

e confortevole premendo un<br />

pulsante (accessorio originale)<br />

all’estrem<strong>it</strong>à del manubrio<br />

sinistro. Grazie all’utilizzo di<br />

un nuovo sistema d’iniezione<br />

di carburante, è stato possibile<br />

sopprimere il dispos<strong>it</strong>ivo di hotstart<br />

del passato; il basamento<br />

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del motore è stato completato da un tappo magnetico di scarico<br />

dell’olio che lega l’usura metallica. La strumentazione viene completata<br />

dalla spia dell’iniezione di carburante e da un contaore di<br />

esercizio del motore. All’estrem<strong>it</strong>à destra del manubrio vi è solo<br />

il tasto di comando del motorino elettrico di avviamento, mentre<br />

i comandi all’estrem<strong>it</strong>à sinistra del manubrio sono più piccoli e<br />

compatti. Tutti i pulsanti e connettori sono protetti contro l’infiltrazione<br />

d’acqua. Ulteriori equipaggiamenti nuovi sono le imbott<strong>it</strong>ure<br />

del manubrio per una protezione più efficiente del pilota in<br />

caso d’urto e le manopole nere incollate al manubrio, sicure contro<br />

una rotazione indesiderata. Dei nuovi specchietti retrovisori<br />

offrono una vista migliore indietro. In più, tutti i modelli nuovi sono<br />

dotati di adesivi sulla coda più resistenti e di una grafica nuova sui<br />

fianchetti realizzati nella tecnica In-Mould. Nei due modelli nuovi è<br />

stato soppresso il blocchetto di avviamento ed è stato rinforzato<br />

il radiatore che è più robusto ed adatto alla guida sullo sterrato a<br />

condizioni estreme. Un condensatore permette l’esercizio del motore<br />

anche quando la batteria è difettosa.<br />

Husqvarna tC 250 r<br />

Presentando la TC 250 R model-year 2013 Husqvarna <strong>Moto</strong>rcycles<br />

offre una moto compet<strong>it</strong>iva anche per il motocross nella classe<br />

MX2. Sulla base del lavoro di sviluppo degli ingegneri di Husqvarna<br />

<strong>Moto</strong>rcycles e delle esperienze raccolte nel Campionato mondiale<br />

MX2, anche nella produzione di serie sono state introdotte numerose<br />

ottimizzazioni tecniche che rendono la TC 250 R ancora<br />

più efficiente.Analogamente ai modelli enduro e cross-country, il<br />

progresso nello sviluppo del motore si esprime attraverso la “R”<br />

nella denominazione del tipo. Il motore a quattro tempi è stato ottimizzato<br />

a livello di guidabil<strong>it</strong>à e resistenza già nel 2012. Grazie a<br />

due alberi a camme in testa e comando valvole resistente ai regimi<br />

elevati, con leve oscillanti e quattro valvole in leggerissimo t<strong>it</strong>anio,<br />

il propulsore offre le premesse ottimali per raggiungere un’elevata<br />

potenza di picco e un andamento di coppia ottimale. Oltre a questi<br />

componenti costruttivi, l’aumento della potenza è stato realizzato<br />

ricorrendo a un sistema elettronico d’iniezione di carburante della<br />

Keihin con un diametro delle farfalle di 42 millimetri, combinato<br />

26 Giugno<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

»<br />

Numero<br />

67<br />

» <strong>Prove</strong> News<br />

con un generatore della Kokusan<br />

che provvede a una preparazione<br />

della miscela ed a processi<br />

di combustione ottimali,<br />

cosi da assicurare la massima<br />

resa di potenza. Per garantire<br />

la migliore performance del<br />

motore, l’impianto di scarico è<br />

dotato di un collettore ridisegnato.<br />

Questo netto aumento<br />

della performance del motore<br />

si riflette anche nella “R” che è<br />

stata aggiunta al nome del modello.<br />

La nuova TC 250 R si affida<br />

a un telaio in acciaio nero,<br />

trattato con vernice in polvere,<br />

composto da tubi di sezioni differenti.<br />

Per garantire la massima<br />

resistenza torsionale, nella<br />

zona del canotto sterzo il telaio<br />

è stato rinforzato con piastre in<br />

cromo-molibdeno-25CrMO4acciaio.<br />

Il comp<strong>it</strong>o di molla/<br />

ammortizzatore è esegu<strong>it</strong>o<br />

dalla forcella teleidraulica a<br />

steli rovesciati della Kayaba<br />

con fodero dal diametro di 48<br />

millimetri e ammortizzazione<br />

a cartuccia chiusa. Il sistema<br />

si distingue per offrire una risposta<br />

particolarmente sensibile<br />

e la possibil<strong>it</strong>à di regolare<br />

il precarico molla nella fase di<br />

compressione ed espansione.<br />

La sospensione posteriore<br />

Kayaba con deviazione a leva<br />

provvede all’ammortizzazione<br />

posteriore della TC 250 R.<br />

Anche questo ammortizzatore<br />

permette di aggiustare la fase<br />

di compressione ed espansione<br />

in diversi campi di veloc<strong>it</strong>à,<br />

così da trovare la taratura e<br />

trazione ottimale su fondi sia a<br />

41


onde corte che lunghe. Anche<br />

qui r<strong>it</strong>roviamo i due mapping<br />

del motore (accessorio originale)<br />

selezionabili dal manubrio.<br />

Husqvarna tXC 250 r e tXC<br />

310 r<br />

Per il mercato nordamericano<br />

Husqvarna <strong>Moto</strong>rcycles offre i<br />

modelli TXC 250 R e TXC 310<br />

R adatti alla guida nelle gare<br />

cross-country. A differenza<br />

dei modelli da competizione<br />

enduro, queste moto non<br />

sono omologate per la circolazione<br />

su strade pubbliche e<br />

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rinunciano così alle un<strong>it</strong>à d’illuminazione e alla strumentazione,<br />

permettendo di realizzare un risparmio di peso di circa 4 chilogrammi<br />

rispetto ai modelli enduro da competizione. Per la stagione<br />

2013 Husqvarna <strong>Moto</strong>rcycles ha sottoposto anche le due<br />

enduro cross-country ad un’ampia rivis<strong>it</strong>azione, soprattutto il motore<br />

monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad acqua. Analogamente<br />

alle due nuove enduro da competizione, anche nella TXC<br />

250 R e TXC 310 R il design della testata cilindri è stato ottimizzato,<br />

così da realizzare una maggiore coppia e potenza. La risposta<br />

del gas e la guidabil<strong>it</strong>à sono state ulteriormente migliorate, ricorrendo<br />

anche qui a un sistema d’iniezione elettronica di carburante<br />

della Keihin. Il potente monocilindrico a quattro tempi dal peso di<br />

22 chilogrammi, dotato di un cambio a sei rapporti, si posiziona<br />

nuovamente come uno dei propulsori più leggeri del segmento di<br />

appartenenza. Le curve di coppia e di potenza dimostrano l’evoluzione<br />

delle due nuove enduro da competizione nel campo della<br />

performance del motore. Rispetto ai modelli precedenti, la coppia<br />

e la potenza sia della TXC 250 R che della TXC 310 R sono state<br />

incrementate notevolmente in tutto l’arco di regime importante<br />

per la guida. Anche qui l’aumento sensibile delle prestazioni si riflette<br />

anche nella lettera “R” che completa il nome del modello.<br />

Oltre alla nuova testata cilindri e al nuovo sistema d’iniezione di<br />

carburante, le ottimizzazioni sono il risultato di un nuovo andamento<br />

del collettore di scarico. Anche nella nuova TXC 250 R e<br />

nella nuova TXC 310 R il nucleo è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un telaio in acciaio<br />

ad elevata resistenza ant<strong>it</strong>orsionale, composto da tubi circolari,<br />

ovali e rettangolari. Per ottimizzare nuovamente la rigid<strong>it</strong>à strutturale,<br />

la zona del cannotto sterzo è stata rinforzata con delle piastre<br />

di 25CrMo4 cromo-molibdeno-acciaio. La forcella teleidraulica a<br />

steli rovesciati della Kayaba dal diametro del fodero di 48 millimetri,<br />

a differenza della TE 250 R/ TE 310 R (cartuccia aperta), ha un<br />

sistema di ammortizzazione a cartuccia chiusa come la TC 250.<br />

Dietro troviamo un ammortizzatore centrale Kayaba con deviazione<br />

a leva. Per assicurare una taratura ottimale su ogni terreno,<br />

oltre alla regolazione del precarico molla, l’un<strong>it</strong>à ammortizzante<br />

permette anche di regolare la fase di compressione ed espansione<br />

in campi di veloc<strong>it</strong>à differenti. Rispetto ai modelli da competizione<br />

enduro TE 250 R e TE 310 R, la TXC 250 R e la TXC 310 R offrono<br />

una taratura molle/ammortizzatori speciale per le gare di crosscountry.<br />

Per assicurare il grip e la trazione ottimali, i due modelli<br />

vengono equipaggiati ex fabbrica con pneumatici di competizione<br />

dalla misura 80/100-21“ davanti e 110/100-18“ dietro. Per tenere<br />

conto delle condizioni particolari durante le corse sono disponibili<br />

due mapping del motore (accessorio originale) che offrono un’erogazione<br />

di potenza particolarmente morbida oppure veloce ed<br />

aggressiva. Il pilota può selezionare il mapping attraverso un pulsante<br />

(accessorio originale) all’estrem<strong>it</strong>à del manubrio sinistro.<br />

Per rendere i due modelli ancora più compet<strong>it</strong>ivi è stato introdotto<br />

un nuovo sistema d’iniezione di carburante ed è stato soppresso il<br />

dispos<strong>it</strong>ivo di hot-start.<br />

Il basamento del motore è dotato di un nuovo tappo magnetico<br />

di scarico dell’olio che lega l’usura metallica. Nel trapezio superiore,<br />

dunque nel campo visivo diretto del pilota, è stata inser<strong>it</strong>a<br />

una spia supplementare dell’iniezione di carburante. Inoltre, sono<br />

state ottimizzate le un<strong>it</strong>à di comando alle estrem<strong>it</strong>à del manubrio,<br />

così da renderle ancora più pratiche. Un nuovo equipaggiamento<br />

sono le imbott<strong>it</strong>ure del manubrio per una protezione più efficiente<br />

del pilota in caso di urto. Delle manopole nere incollate al manubrio<br />

proteggono contro una rotazione indesiderata. Ulteriori nov<strong>it</strong>à<br />

funzionali del nuovo model-year 2013 sono gli adesivi resistenti<br />

26 Giugno<br />

2012<br />

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alla guida fuoristrada estrema.<br />

Un radiatore rinforzato e così<br />

più robusto tiene conto dell’utilizzo<br />

cross-country.<br />

gli altri modelli 2013<br />

Numerose modifiche che contraddistinguono<br />

le enduro da<br />

competizione Husqvarna TE<br />

250 R/ TE 310 R, le enduro<br />

cross-country TXC 250 R/<br />

TXC 310 R e le moto da competizione<br />

motocross TC 250<br />

R vengono introdotte anche<br />

negli altri modelli fuoristrada.<br />

Per esempio, tutti i modelli saranno<br />

disponibili nelle nuove<br />

composizioni cromatiche del<br />

model-year 2013, una qual<strong>it</strong>à<br />

ottimizzata degli adesivi terrà<br />

conto in modo più adeguato<br />

delle sollec<strong>it</strong>azioni estreme nella<br />

guida offroad.<br />

Oltre alle nuove manopole<br />

nere, incollate in modo fisso al<br />

manubrio, così da non potere<br />

scivolare, tutti i modelli sono<br />

equipaggiati di un’imbott<strong>it</strong>ura<br />

del manubrio per proteggere<br />

in modo efficiente il pilota nella<br />

zona del torace e della testa<br />

in caso d’urto. Per il mercato<br />

nordamericano la TE 449 e la<br />

TE 511 sono state dotate di un<br />

nuovo sistema di filtri a carbone<br />

attivo, prescr<strong>it</strong>to per l’omologazione,<br />

che è stato spostato<br />

adesso al lato sinistro del<br />

motore ed è protetto contro<br />

le conseguenze di una caduta.<br />

In Nordamerica, la TE 449 e la<br />

TE 511 verranno consegnate di<br />

serie con pneumatici da competizione.<br />

43


Non è un caso che sia<br />

stata scelta la sede del<br />

Reparto Corse di Aprilia<br />

per la presentazione alla<br />

stampa del nuovo SRV 850<br />

ABS/ATC: il maxi scooter <strong>it</strong>aliano<br />

infatti rappresenta quanto<br />

di meglio si possa trovare<br />

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APRILIA sRV 850<br />

ORA EquIPAggIATO cOn ABs E ATc<br />

Al Reparto Corse di Aprilia a Noale è stato presentato il nuovo<br />

maxi scooter SRV 850 ABS/ATC, equipaggiato ora con sistemi<br />

elettronici di controllo derivati dal mondo delle corse. A breve su<br />

<strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> potrete leggere la prova completa<br />

attualmente sul mercato per alta tecnologia e sportiv<strong>it</strong>à. Se SRV<br />

850 è stato capace di ridefinire i confini della categoria, SRV 850<br />

ABS/ATC va oltre, grazie all’introduzione dei più raffinati sistemi<br />

elettronici di controllo nella guida al servizio della sicurezza.<br />

abs e atC<br />

Nascono dall’esperienza maturata nelle competizioni, dove Aprilia<br />

in pochi anni ha conquistato 49 t<strong>it</strong>oli, tra cui l’alloro del mondiale<br />

Superbike nel 2010 con la magnifica RSV4 guidata dal fuoriclasse<br />

Max Biaggi, attualmente in testa al WSBK 2012. Il pacchetto elettronico<br />

di SRV 850 discende dall’evolutissima elettronica APRC<br />

che equipaggia RSV4, la punta di diamante nella produzione mondiale<br />

delle supersportive, capace quest’anno di vincere tutte le più<br />

importanti comparative tra le sportive di 1.000 cc del segmento<br />

organizzate dalle più autorevoli riviste europee. Il sistema ABS<br />

scongiura il bloccaggio delle ruote nelle frenate intense o in condizioni<br />

di asfalto bagnato; l’ATC garantisce la massima aderenza del<br />

pneumatico posteriore, anche nelle accelerazioni più decise permesse<br />

dall’esuberante potenza di cui dispone il bicilindrico a V di<br />

90° installato sull’SRV 850. Il sistema di controllo della trazione, è<br />

escludibile e regolabile su due livelli, standard e Sport. Quest’ultima<br />

logica di funzionamento prevede un intervento meno invasivo,<br />

offrendo un’esperienza di guida sportiva pura. Tanta sofisticazione<br />

elettronica esalta il carattere sportivo di Aprilia SRV 850 ABS/<br />

ATC e permette di sfruttare al massimo, e in tutta sicurezza, le<br />

grandi prestazioni del bicilindrico a V di 90° - l’unico installato su<br />

un maxi scooter - capace di erogare una potenza massima di 55,9<br />

kW (76,0 CV) a 7.750 giri/min e una coppia massima di 76,4 Nm<br />

(7,8 kgm) a 6.000 giri/min, dati che collocano SRV 850 ABS/ATC<br />

al vertice della categoria. Un motore a iniezione elettronica dalle<br />

caratteristiche uniche tra cui spicca l’albero motore e il gruppo<br />

trasmissione progettati con un moto di rotazione opposto a<br />

26 Giugno<br />

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quello delle ruote, per ottenere<br />

una riduzione delle inerzie rotanti<br />

e dell’effetto giroscopico,<br />

a vantaggio della maneggevolezza.<br />

Ciclistica<br />

La ciclistica è stata progettata<br />

per rendere SRV 850 ABS/<br />

ATC stabile e sicuro in ogni<br />

condizione, grazie al telaio a<br />

doppia culla in tubi d’acciaio<br />

associato a un forcellone in alluminio<br />

pressofuso. Gli elevati<br />

coefficienti di rigidezza si traducono<br />

in un comportamento<br />

su strada di stampo motociclistico,<br />

soprattutto in curva,<br />

dove è possibile raggiungere<br />

angoli di piega di 45° in tutta sicurezza.<br />

Generose le dimensioni<br />

dei pneumatici (120/70-16<br />

anteriore e 160/60-15 posteriore)<br />

e surdimensionato l’impianto<br />

frenante, con due dischi<br />

da 300 mm e pinze a doppio<br />

pistoncino Brembo Serie Oro<br />

all’avantreno e un singolo disco<br />

da 280 mm al retrotreno. Nessun<br />

dettaglio di SRV 850 ABS/<br />

ATC è stato trascurato: dal design,<br />

che richiama le superbike<br />

di Aprilia, per via di linee decise<br />

e del triplice gruppo ottico anteriore,<br />

alla ricercata strumentazione<br />

completa di computer<br />

di bordo, senza tralasciare la<br />

pratic<strong>it</strong>à del vano sottosella<br />

dall’apertura elettrica, in grado<br />

di osp<strong>it</strong>are un casco integrale.<br />

Ricca la gamma di accessori<br />

dedicati. Aprilia SVR 850 ABS/<br />

ATC è già disponibile sul mercato<br />

a 10.290 euro.<br />

45


Ducati<br />

Hypermotard 848<br />

Estate, tempo di nov<strong>it</strong>à<br />

per Ducati - da primavera ad<br />

autunno, storicamente, le nov<strong>it</strong>à<br />

della casa di Borgo Panigale<br />

circolano per strada, camuffate<br />

a piacere, e non è affatto infrequente<br />

che vengano “catturate”<br />

da qualche appassionato<br />

attento e prontissimo con la<br />

macchina fotografica. Stavolta<br />

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DucATI hyPERMOTARD 848<br />

Estate, tempo di nov<strong>it</strong>à per Ducati - da primavera ad autunno,<br />

storicamente, le nov<strong>it</strong>à della casa di Borgo Panigale circolano<br />

per strada, camuffate a piacere, e non è affatto infrequente che<br />

vengano “catturate” da qualche appassionato<br />

tocca alla nuova motardona con propulsore a quattro valvole già<br />

sorpresa da altri scatti “rubati”. Il camuffamento rende difficile, se<br />

non impossibile, immaginare in quale delle famiglie il prototipo andrà<br />

a collocarsi (il frontale è evidentemente quello della Hypermotard,<br />

il posteriore è più vicino alla Multistrada 1200), pur lasciando<br />

intuire - o vedere - più di un dettaglio significativo. Partiamo dal<br />

telaio, che non sembra proprio il tradizionale traliccio. La sospensione<br />

posteriore ricorda molto di più lo schema della Panigale, sia<br />

pure con un monoammortizzatore più inclinato, con ogni probabil<strong>it</strong>à<br />

a causa della maggior corsa utile della sospensione stessa. Lo<br />

scarico, a passaggio basso come su tutte le più recenti proposte<br />

Ducati, gira sul lato destro e appare ben più defin<strong>it</strong>ivo del prototipo<br />

colto in manovra all’interno della fabbrica. Escludendo costose soluzioni<br />

monoscocca in stile Panigale (che si coniugherebbero con<br />

difficoltà con la fascia di prezzo di una proposta del genere, anche<br />

se si attende la sorellina minore con cilindrata attorno agli 850 cc,<br />

probabilmente non ripresa dalla sigla identificativa del modello),<br />

l’impressione è che possa trattarsi di una soluzione mista tubi/<br />

piastre in alluminio come quella impiegata dalle più recenti versioni<br />

di Monster. Di che si tratta? Il dibatt<strong>it</strong>o è aperto. Inserire una<br />

proposta del genere all’interno della famiglia Hypermotard cannibalizzerebbe<br />

le vend<strong>it</strong>e della 1100, a meno che non si tratti del<br />

primo di una serie di modelli che svecchi completamente quella<br />

gamma, lasciando a questo punto il propulsore due valvole sulla<br />

solo Monster. Qualcuno ha pensato a una nuova Multistrada, ma<br />

i dati di vend<strong>it</strong>a del segmento non sembrano premiare proposte<br />

di cilindrata media, incapaci di garantire risparmi significativi a<br />

fronte di allestimenti comunque più poveri e un minor prestigio.<br />

26 Giugno<br />

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I tempi per la presentazione e la<br />

successiva messa in commercio<br />

di questo nuovo modello<br />

potrebbero non essere così vicini.<br />

Questo anche a causa dei<br />

tragici avvenimenti occorsi nella<br />

“motor valley” <strong>it</strong>aliana che,<br />

se non a Ducati direttamente,<br />

ma alla rete terr<strong>it</strong>oriale e ai<br />

forn<strong>it</strong>ori, hanno causato danni<br />

ingenti. Problemi questi che riguardano<br />

anche altri costruttori<br />

della zona e che potrebbero<br />

comprensibilmente rallentare<br />

parte dei programmi di queste<br />

aziende.<br />

47


Suzuki gladius<br />

scrambler gpdesign<br />

Chi l’ha detto che per<br />

creare una Scrambler è necessario<br />

partire da un modello con<br />

almeno vent’anni sulle spalle,<br />

che assieme all’innegabile fascino<br />

si porta dietro tutte le<br />

idiosincrasie e le scomod<strong>it</strong>à del<br />

periodo? GP Design no di sicuro:<br />

la proposta che vedete, nata<br />

nell’atelier torinese, è nata sulla<br />

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suzukI gLADIus scRAMBLER<br />

gPDEsIgn<br />

Base Suzuki Gladius per una scrambler versatile per l’uso di tutti<br />

i giorni. Stile retrò e pratic<strong>it</strong>à moderna per la nuda giapponese<br />

rivista dai designer torinesi<br />

base di una Suzuki Gladius, trasformandone l’estetica secondo i<br />

canoni del genere pur mantenendo versatil<strong>it</strong>à e affidabil<strong>it</strong>à della<br />

naked di Hamamatsu. Via tutti gli elementi plastici, eliminati o<br />

sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dove necessario da componenti metalliche abbondantemente<br />

cromate come vuole lo stile Scrambler, senza ricercare<br />

incoerenti perfezioni estetiche e visive ma “accontentandosi”,<br />

passateci il termine, di una linea pul<strong>it</strong>a e minimalista per raccordare<br />

tutti i componenti della moto e mantenere l’effetto artigianale<br />

imprescindibile sia per il genere che per il modus operandi di GP<br />

Design.<br />

Partendo dalla Gladius originale, il progetto vede l’arrivo di un parafango<br />

posteriore in lamiera, di un roll-bar sulla sella (vintage, con<br />

profilo rosso) in metallo verniciata<br />

nera a polvere con raccordo<br />

sui portanumeri alterali.<br />

I cerchi Kineo sono ovviamente<br />

a raggi; il faro anteriore è imprezios<strong>it</strong>o<br />

da una griglia che fa<br />

tanto off-road anni 70, mentre<br />

manubrio e componenti relative<br />

(specchi, lampeggiatori,<br />

manopole) provengono dal<br />

catalogo Rizoma. Il comparto<br />

sospensioni è Matris, dove al<br />

mono posteriore fa da contraltare<br />

una forcella “tonificata” da<br />

k<strong>it</strong> idraulica/molle e valorizzata<br />

da copristeli in Ergal (realizzato<br />

in casa da GPdesign) e soffietti<br />

per gli steli forcella. Immancabile,<br />

ovviamente, lo scarico artigianale<br />

coerentemente bendato<br />

in zona collettori come si<br />

conviene ad una Scrambler.<br />

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Gli scooter bmW<br />

C600sport e C650gt<br />

dal 5 luglio nei<br />

concessionari <strong>it</strong>aliani<br />

La Casa tedesca è pronta per<br />

la commercializzazione dei<br />

suoi maxi scooter. La data è<br />

il 5 luglio, una serata speciale<br />

per il lancio dei nuovi BMW<br />

C600Sport e BMW C650GT<br />

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gLI scOOTER BMW<br />

c600sPORT E c650gT<br />

dal 5 luglio nei concessionari <strong>it</strong>aliani<br />

La Casa tedesca è pronta per la commercializzazione dei suoi<br />

maxi scooter. La data è il 5 luglio, una serata speciale per il lancio<br />

dei nuovi BMW C600Sport e BMW C650GT presso tutti i dealer di<br />

BMW <strong>Moto</strong>rrad Italia<br />

presso tutti i dealer di BMW <strong>Moto</strong>rrad Italia. Per l’occasione le<br />

concessionarie BMW <strong>Moto</strong>rrad rimarranno aperte fino alle 22.<br />

I due maxi scooter sono prodotti nello stabilimento di Berlino e<br />

sono equipaggiati - di serie - con il BMW <strong>Moto</strong>rrad ABS.<br />

La posizione in sella del C 600 Sport è il risultato di uno studio<br />

ergonomico sulla triangolazione pedane, sella e manubrio finalizzato<br />

a favorire la guida sportiva, con maggiore carico sull’avantreno.<br />

Il C650GT invece risponde alle aspettative funzionali e alle doti<br />

turistiche di chi vuole un veicolo adatto anche alle percorrenze<br />

medio lunghe.<br />

motore bicilindrico parallelo con CVt<br />

Il nuovo motore bicilindrico parallelo di 647 cc è stato completamente<br />

sviluppato da BMW <strong>Moto</strong>rrad, vanta una potenza di 44 kW<br />

(60cv) a 7.500 giri e una coppia massima di 66Nm a 6.000 giri. Il<br />

motore rispetta già la futura normativa EURO 4. La trasmissione è<br />

a variazione continua (CVT).<br />

Listino<br />

BMW C 600 Sport: EUR 11,100.- C.i.M.<br />

BMW C 650 GT: EUR 11,450.- C.i.M. Il prezzo dello scooter è comprensivo<br />

di messa in strada e del 1° tagliando. Entrambi gli scooter<br />

sono equipaggiati di serie con il sistema ABS.<br />

Commercializzazione negli altri paesi<br />

Il lancio in Spagna e Francia sarà il 14 luglio, una settimana più<br />

tardi, il 21 luglio, inizierà la commercializzazione in Germania. Dal<br />

28 luglio nel resto d’Europa, nei mercati overseas il lancio sarà<br />

nell’autunno 2012.<br />

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confindustria/ AncMA<br />

guardare al futuro<br />

di Ippol<strong>it</strong>o Fassati | Reagire alle difficoltà del mercato è possibile, con<br />

idee chiare ed iniziative coerenti. Le iniziative di Confindustria/ANCMA,<br />

le proposte legislative e il Forum Mondiale WMF<br />

Sarebbe facile farsi prendere<br />

dallo sconforto<br />

guardando i dati delle<br />

vend<strong>it</strong>e di quest’ultimo periodo,<br />

ancora una volta in significativo<br />

calo rispetto al corrispondente<br />

2011 di un 26,9%.<br />

Ancora più facile disperarsi nel<br />

52<br />

veder calare anche il mercato dell’usato, che finora aveva lavorato<br />

in controtendenza facendo registrare un segno pos<strong>it</strong>ivo fino all’anno<br />

scorso, e un calo generalizzato anche nel settore caschi. Ma<br />

piangersi addosso non è fra i comp<strong>it</strong>i ist<strong>it</strong>uzionali di Confindustria/<br />

ANCMA, che ha aperto la sua Assemblea Generale con un bellicoso<br />

intervento di Corrado Capelli, presidente dell’associazione, che<br />

ha annunciato azioni di lobbying presso le ist<strong>it</strong>uzioni, un impegno<br />

nella riforma del codice della strada e nell’affrontare le cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à del<br />

settore, ma anche con ined<strong>it</strong>e iniziative a livello internazionale.<br />

Lo scenario internazionale<br />

Iniziamo proprio da queste, perché piaccia o meno, le normative<br />

nazionali – e i conseguenti investimenti necessari da parte delle<br />

case – dipendono sempre più dalle decisioni prese a Strasburgo,<br />

in sede di Comun<strong>it</strong>à Europea. A t<strong>it</strong>olo indicativo, fra il 2014<br />

e il 2020 è prevista una graduale introduzione di normative che<br />

modificano profondamente la regolamentazione europea relativa<br />

all’omologazione dei veicoli a motore, con implicazioni relative a<br />

sicurezza dei veicoli e impatto ambientale che dovrebbero costare<br />

alle Case cifre stimate in diversi miliardi di euro. Investimenti, ovviamente,<br />

sostenibili solo in cambio di un r<strong>it</strong>orno economico che,<br />

nello scenario attuale, è sempre più difficile da ipotizzare. Inev<strong>it</strong>abile<br />

che le Case debbano unirsi, ancora più di quanto non abbiano<br />

fatto finora attraverso l’ACEM (organo professionale europeo che<br />

rappresenta gli interessi e le capac<strong>it</strong>à di 12 costruttori per un totale<br />

di oltre 30 marchi, 15 associazioni nazionali e 150.000 posti di<br />

lavoro, per un fatturato totale, indotto incluso, di circa 34 miliardi<br />

di Euro, tanto per darvi qualche dato), per proteggere i propri interessi<br />

e il mercato, ev<strong>it</strong>ando di riversare sul cliente finale tutti i costi<br />

derivanti da tempistiche troppo stringenti per le variazioni dei processi<br />

omologativi, o in generale sull’equipaggiamento standard di<br />

motocicli e ciclomotori – ricordiamo come l’ondata di provvedimenti<br />

prevista per il 2017, per dirne una, comprenda l’adozione<br />

obbligatoria dell’impianto ABS per tutti i mezzi dai 125cc in su. E<br />

come gli standard relativi alle emissioni prevedano una roadmap<br />

che obbliga al rispetto delle normative Euro-4 nel 2014, Euro-5 nel<br />

2017, Euro-6 (i cui livelli massimi di monossido di carbonio, idrocarburi<br />

e monossido d’azoto non sono addir<strong>it</strong>tura ancora stati stabil<strong>it</strong>i)<br />

nel 2020.<br />

World motorcycle Forum: ad eICma dal 2014<br />

Ecco perché EICMA, a partire dal 2014 - in occasione del centesimo<br />

compleanno dell’esposizione - sarà il teatro del primo WMF,<br />

ovvero World <strong>Moto</strong>rcycle Forum. Un ined<strong>it</strong>o summ<strong>it</strong> mondiale<br />

che vuole diventare occasione per riunire tutti i costruttori sotto<br />

26 Giugno<br />

2012<br />

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Anno<br />

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67<br />

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un unico tetto ed intavolare<br />

discussioni interne e con le<br />

controparti ist<strong>it</strong>uzionali (tanto<br />

<strong>it</strong>aliane che internazionali) per<br />

migliorare lo scambio di informazioni,<br />

di proposte e di ipotesi<br />

tra mercati che stanno soffrendo<br />

di più ed altri che crescono<br />

velocemente.<br />

sbK-eICma<br />

EICMA ha stretto contatti ancora<br />

maggiori con il Mondiale<br />

Superbike: dopo l’iniziativa<br />

2011 del Paddock Show, la nuova<br />

idea anticipata dal Direttore<br />

Generale Pier Francesco Caliari<br />

è lo sviluppo di SBK-EICMA<br />

Live, una sorta di fiera lunga<br />

da marzo a novembre, all’interno<br />

del Superbike Village.<br />

Con lo scopo di portare ad una<br />

maggior attiv<strong>it</strong>à promozionale<br />

e commerciale delle aziende<br />

verso gli appassionati durante<br />

tutte le tappe del Mondiale delle<br />

derivate di serie.<br />

ma c’è anche casa nostra…<br />

«In questo momento storico<br />

di incertezza economica e lat<strong>it</strong>anza<br />

di soluzioni immediate,<br />

vogliamo porre le basi per una<br />

corretta riflessione e fare sistema<br />

con forza. Abbiamo azioni e<br />

interventi mirati e progetti attualmente<br />

in essere, che sono<br />

53


veri e propri pilastri per un dialogo<br />

costante con le ist<strong>it</strong>uzioni<br />

e iniziative in embrione che<br />

hanno lo scopo di rilanciare il<br />

mercato» sono le parole con<br />

cui Capelli ha introdotto la strategia<br />

che si intende applicare,<br />

facendo seguire attraverso<br />

Claudio De V<strong>it</strong>i, Direttore del<br />

Settore <strong>Moto</strong> di Confindustria<br />

ANCMA, una panoramica delle<br />

azioni con cui si intende affrontare<br />

di petto, ma in maniera<br />

ragionata, le difficoltà che il<br />

mercato vive attualmente. Fondamentale,<br />

in questo campo, la<br />

comunicazione. E’ necessario<br />

far pervenire al pubblico e alle<br />

ist<strong>it</strong>uzioni come le due ruote<br />

siano fondamentali nella lotta<br />

contro congestionamenti del<br />

traffico e problemi di posteggio,<br />

come ha dimostrato l’esperienza<br />

Area C a Milano (a propos<strong>it</strong>o<br />

della quale ci piace ricordare<br />

come sia stato proprio <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong>,<br />

insieme ad Ancma, a segnalare<br />

l’incoerenza che inizialmente<br />

vietava l’accesso alle due ruote<br />

Euro 0). Ed è importante anche<br />

far passare il messaggio verso<br />

le famiglie – attualmente poco<br />

propense allo svecchiamento<br />

dei propri mezzi a motore – di<br />

come un buon 50% del parco a<br />

due ruote circolante sia obsoleto,<br />

e dunque soggetto a pesanti<br />

compromessi in termini di sicurezza.<br />

Passando alle proposte<br />

attive, grazie all’intervento di<br />

Confindustria/ANCMA sono<br />

stati inser<strong>it</strong>i i mezzi a due ruote<br />

con emissioni fino a 95g/km<br />

di CO2 nel provvedimento di<br />

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agevolazione attualmente in discussione, del costo di soli 70 milioni<br />

di euro a fronte di un bacino potenzialmente molto più elevato:<br />

parliamo di quel 50% sopra c<strong>it</strong>ato, che pesa per 4,5 milioni di veicoli<br />

(!). E si tratta soltanto del primo passo, perché sempre in nome<br />

delle considerazione di cui sopra relativa alla sicurezza, ANCMA<br />

si sta battendo per estendere tali facil<strong>it</strong>azioni (finanziamenti, per<br />

parlare più chiaro) anche ai veicoli dotati di sistemi di frenatura<br />

avanzata (leggasi ABS nonché ad azione combinata) e controllo di<br />

trazione. Ed è attualmente in fase di valutazione un’altra proposta<br />

fortemente voluta da ANCMA: l’ist<strong>it</strong>uzione di un fondo dedicato<br />

alle generazioni più giovani, che dia modo ai rivend<strong>it</strong>ori di praticare<br />

condizioni di acquisto particolarmente favorevoli anche verso chi<br />

è caratterizzato da una s<strong>it</strong>uazione di lavoro atipica.<br />

La riforma del Codice e le prospettive future: attenzione per le<br />

due ruote<br />

ANCMA è anche attualmente impegnata nel processo di riforma<br />

del Codice della Strada, attualmente al vaglio della Commissione<br />

Trasporti della Camera dei Deputati. In particolare, attraverso una<br />

mozione parlamentare promossa dall’ex Ministro degli Esteri, On.<br />

Frattini, si sta cercando di definire i motociclisti come utenti deboli<br />

della strada alla stregua dei pedoni (in quanto parimenti esposti<br />

in caso di collisioni con veicoli a quattro ruote), alla definizione di<br />

standard per le infrastrutture stradali e per la segnaletica adeguata<br />

per gli utenti delle due ruote, e soprattutto di rendere universale<br />

la possibil<strong>it</strong>à, da parte di ciclomotori e motocicli, delle corsie preferenziali<br />

riservate ai mezzi pubblici.<br />

E non finisce qui: a dimostrazione che chi di dovere ha fatto bene i<br />

suoi comp<strong>it</strong>i a casa, ANCMA ha affrontato uno dei problemi da cui<br />

deriva la barriera forse più alta rispetto alla decisione d’acquisto: il<br />

prezzo delle polizze assicurative, derivante da costi di risarcimento<br />

in continuo aumento ma soprattutto dal fenomeno delle truffe,<br />

particolarmente diffuso nel nostro paese più che nelle altre realtà<br />

europee.<br />

Una soluzione identificata da ANCMA potrebbero essere le tecnologie<br />

legate ai ricev<strong>it</strong>ori GPS ed Emergency Call, già inser<strong>it</strong>a come<br />

obbligatoria per le auto a partire dal 2015, che renderebbe difficilissimo<br />

inscenare truffe e falsi sinistri. Il problema, al momento,<br />

sta nel costo (stimato al di sotto del centinaio di Euro) che non<br />

è realistico auspicare assorb<strong>it</strong>o completamente dalle compagnie<br />

assicurative. Che ANCMA, comunque, ha inv<strong>it</strong>ato ad un confronto<br />

costruttivo che dia modo di identificare i problemi. E, cosa ancora<br />

più importante, le opportun<strong>it</strong>à…<br />

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giovanni castiglioni<br />

“La nuova MV Agusta si chiamerà Rivale”<br />

di Alessandro Colombo | Abbiamo colto l’occasione della<br />

presentazione del 19° Revival MV Agusta per intervistare<br />

Giovanni Castiglioni, che ci ha rivelato in anteprima alcune<br />

nov<strong>it</strong>à del prossimo futuro, a partire dalla Rivale<br />

56<br />

Si è tenuta nella giornata di ieri 19 giugno 2012 presso Villa<br />

Recalcati, ove ha sede la Provincia di Varese, la conferenza<br />

stampa di presentazione del 19° Revival MV Agusta<br />

previsto per l’imminente fine settimana di sabato 23 e domenica<br />

24 Maggio a Cascina Costa. Tra i presenti all’evento vi era un<br />

osp<strong>it</strong>e d’eccezione, ovvero Giovanni Castiglioni, Presidente della<br />

Casa <strong>it</strong>aliana e Presidente Onorario del <strong>Moto</strong>club Internazionale.<br />

Abbiamo colto l’occasione per porgergli qualche domanda in mer<strong>it</strong>o<br />

al prossimo futuro di MV Agusta, a partire dal prossimo Salone<br />

Internazionale del Ciclo e del <strong>Moto</strong>ciclo (l’EICMA 2012), ove<br />

la Casa di Schiranna presenterà una nuova concept bike - che ci<br />

è stato confermato chiamarsi Rivale – al momento equipaggiata<br />

con un propulsore da 800 cc, cilindrata però ancora non defin<strong>it</strong>iva,<br />

ma in fase di valutazione.<br />

presidente, ci può anticipare qualcosa in mer<strong>it</strong>o alla rivale?<br />

sarà una motard?<br />

«Tipo. Non è proprio una motard, sarà una via di mezzo tra una<br />

Supermotard ed una moto da Enduro. E’ un concetto nuovo di<br />

moto.»<br />

Quanto è importante l’annuale revival per mV agusta?<br />

«E’ molto importante, anche per via della tradizione. Noi (come<br />

marchio MV Agusta, Ndr.) viviamo molto sul successo del passato,<br />

nonostante ormai il nostro cliente sia molto diverso, però<br />

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è molto bello vedere la parte<br />

storica legata a quella moderna<br />

nello stesso contesto. E poi, c’è<br />

un gap di 30 anni dovuto al momento<br />

in cui l’azienda è stata<br />

chiusa, quindi è notevole la differenza<br />

tra le MV del passato e<br />

quelle moderne. E’ molto bello<br />

da vedere, a me piace parecchio.»<br />

avete qualcosa in programma<br />

in mer<strong>it</strong>o alla possibil<strong>it</strong>à di<br />

correre?<br />

«Forse. Dipende, sta cambiando<br />

molto il panorama delle corse<br />

motociclistiche. Adesso la<br />

<strong>Moto</strong>GP ha raggiunto costi così<br />

inaccessibili da dover inventare<br />

una sottocategoria, la CRT,<br />

perché altrimenti non si riusciva<br />

ad avere neanche 10 moto<br />

sullo schieramento. La Superbike<br />

invece sta prendendo<br />

molto più piede. E’ più vicina al<br />

cliente finale, in quanto vi corrono<br />

moto derivate dalla serie,<br />

ed è forse, secondo me, anche<br />

più interessante da vedere.»<br />

non pensa che mediaset possa<br />

avvicinare anche mV agusta<br />

alla sbK, oltre ad alcuni<br />

sponsor?<br />

«Assolutamente. Perché la<br />

SBK costa molto meno della<br />

<strong>Moto</strong>GP. Tanto meno: una SBK<br />

importante costa 10 milioni,<br />

l’altra (la <strong>Moto</strong>GP, Ndr.) 30.<br />

Trovare sponsor per così tanti<br />

soldi senza un r<strong>it</strong>orno mediatico<br />

importante è molto più difficile.<br />

Invece entrando in gioco<br />

Mediaset la s<strong>it</strong>uazione cambia<br />

57


parecchio. Vedremo. Abbiamo<br />

avuto un po’ di proposte, ma al<br />

momento siamo molto concentrati<br />

sul prodotto.»<br />

Valutate la possibil<strong>it</strong>à di introdurre<br />

un pacchetto eas<br />

anche per la F4?<br />

«Questo fa parte di tutto un<br />

altro discorso (ride, Ndr.), lo<br />

vedrete al Salone (l’EICMA,<br />

Ndr.)»<br />

avete mai pensato di valutare<br />

una rete vend<strong>it</strong>a concentrata<br />

solo sul prodotto mV agusta<br />

come fanno ad esempio bmW<br />

o la apple?<br />

58<br />

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«Fino all’anno scorso era impossibile farlo, perché un concessionario<br />

già fa fatica a sopravvivere per via del crollo del mercato<br />

mondiale. Sopravvivere con un solo marchio è molto più difficile,<br />

ma l’ingresso del tre cilindri nella nostra gamma amplierà le nostre<br />

prospettive di vend<strong>it</strong>a. Abbiamo già sei store monomarca in Brasile,<br />

tra l’altro bellissimi. E’ paradossale pensare che non ci siano in<br />

Italia ed in Brasile si (fa probabilmente riferimento alla s<strong>it</strong>uazione<br />

economica globale in termini di mercati di punta, Ndr.). Abbiamo<br />

inoltre uno Store a Seoul ed un altro a Hong Kong. Quindi in realtà<br />

di punti di vend<strong>it</strong>a monomarca ne abbiamo già.»<br />

Le reti monomarca sono però molto utili ai clienti per le operazioni<br />

di manutenzione…<br />

«Quella è molto importante, è vero. La grande forza della BMW è<br />

di avere una rete monomarca che riesce a seguire molto di più il<br />

cliente. A volte può essere che un nostro cliente abbia un problema<br />

e si trova in un concessionario che magari è anche all’altezza,<br />

ma non si sta comportando come dovrebbe e quindi questo si ripercuote<br />

sulla nostra immagine, il che non è giusto.»<br />

Con la F3 avete esplorato le potenzial<strong>it</strong>à dell’elettronica. Cosa<br />

dobbiamo aspettarci dalla prossima F4?<br />

«Esattamente quanto visto con la F3 ma meglio! E non manca<br />

molto.»<br />

dobbiamo aspettarci qualche rivoluzione o rimarrà fondamentalmente<br />

se stessa?<br />

«A livello stilistico rimarrà se stessa, anche perché il progetto è<br />

nuovo, è del 2010. Comunque noi cerchiamo di mantenere continu<strong>it</strong>à.<br />

Anche tra vent’anni l’F4 sarà molto simile. Ci ispiriamo alla<br />

filosofia Porsche. La moto si rinnoverà all’insegna della tradizione.<br />

Abbiamo fatto delle indagini per sondare i pareri degli appassionati.<br />

Ci era passato per la mente di spostare gli scarichi dal sottosella,<br />

che sono storici, ma questa idea non è stata accettata da<br />

nessuno. Alla gente piace il concetto di continu<strong>it</strong>à, che non fanno<br />

tante Case e per questo invecchiano prima.»<br />

26 Giugno<br />

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WDW 2012. Record di presenze: 65.000<br />

appassionati hanno festeggiato la Ducati<br />

Si è conclusa la settima edizione del WDW, il raduno internazionale<br />

della comun<strong>it</strong>à Ducati, caratterizzato da un’affluenza record.<br />

Un successo sotto ogni punto di vista, che ha coinvolto decine<br />

di migliaia di motociclisti<br />

WdW 2012. record di<br />

presenze: 65.000<br />

appassionati hanno<br />

festeggiato la ducati<br />

Si è conclusa la settima edizione<br />

del WDW, il raduno internazionale<br />

della comun<strong>it</strong>à Ducati,<br />

caratterizzato da un’affluenza<br />

record. Un successo sotto ogni<br />

punto di vista, che ha coinvolto<br />

ed emozionato le decine di<br />

60<br />

migliaia di motociclisti che si sono dati appuntamento al “Misano<br />

WorldCircu<strong>it</strong>”, da giovedì 21 a domenica 24 giugno, per celebrare,<br />

sul “Pianeta dei Campioni”, la fede, lapassione, l’amore per Ducati<br />

e per le “Rosse di BorgoPanigale”. Una passione che trascina e<br />

fa dare i numeri: sono state oltre65.000 le presenze stimate nei<br />

quattro giorni. I partecipanti sono arrivati da cinque continenti,<br />

provenendo da 52 nazioni del mondo. Volendo fare una statistica,<br />

il 70% delle presenze al WDW2012 è sicuramente <strong>it</strong>aliano, ma è il<br />

restante 30% a confermare il potere el’appeal del marchio Ducati.<br />

I “ducatisti” arrivano dagli USA, Europa, Australia, Russia, India,<br />

ma anche da Brasile, Cina, Malesia, o addir<strong>it</strong>tura Gabon, Islanda o<br />

Nepal. Tutti appassionati e un<strong>it</strong>i dal“rosso” comune denominatore<br />

di passione desmo che, in un evento come questo, trova la sua<br />

massima espressione.<br />

diavel drag race by tudor<br />

Quattro giorni intensi, con il culmine toccato nella giornata di sabato<br />

23 giugno, che ha visto la massima affluenza di ducatisti. A<br />

caratterizzare la giornata, oltre alle tantissime attiv<strong>it</strong>à previste dal<br />

programma dell’evento, la gara di accelerazione che ha chiuso la<br />

serata e che ha visto sfidarsi, in sella a delle potentissime Ducati<br />

DIAVEL Carbon, in pista i piloti Ducati (<strong>Moto</strong>GP e SBK) coinvolti<br />

nella“Diavel Drag Race by Tudor”.<br />

Naturalmente, come era facile aspettarsi, la sfida si è animata sin<br />

dall’usc<strong>it</strong>a dal box e gli otto piloti (Valentino Rossi, Nicky Hayden,<br />

Troy Bayliss, Carlos Checa, Niccolò Canepa, Kuba Smrz, Sylvain<br />

Guintoli e Lorenzo Zanetti) non si sono risparmiati e hanno voluto<br />

dare il massimo per divertire il pubblico che affollava il paddock e<br />

le tribune diMisano.<br />

Dopo una serie di batterie di qualificazione, Troy Bayliss ha vinto la<br />

sfida, staccando al photo-finish un ValentinoRossi che ha comunque<br />

mandato in delirio il pubblico presente ,segu<strong>it</strong>o a sua volta da<br />

Hayden e Checa.<br />

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ducati all stars<br />

Sub<strong>it</strong>o dopo la gara, davanti<br />

ad un pubblico stimato di oltre<br />

10.000 persone, tutti i piloti e<br />

il management (il Presidente<br />

Gabriele Del Torchio, accompagnato<br />

dal Direttore Generale<br />

Claudio Domenicali, insieme<br />

a Filippo Preziosi – Direttore<br />

Ducati Corse, Ernesto Marinelli<br />

- Responsabile Progetto SBK<br />

– Alessandro Cicognani– Responsabile<br />

progetto <strong>Moto</strong>GP<br />

e V<strong>it</strong>toriano Guareschi –Team<br />

Manager Ducati <strong>Moto</strong>GP)<br />

sono sal<strong>it</strong>i sul palco in Piazzale<br />

Roma a Riccione. Un saluto e<br />

un altro bagno di folla e poi la<br />

ribalta è stata lasciata ad altri<br />

famosi “ducatisti”, la“Ducati<br />

All Stars” band. Un vero e propriogruppo<br />

rock, formato da<br />

61


ockstar di fama internazionale,<br />

accomunate dalla passione<br />

Ducati. Nomi del calibro<br />

di Steve Jones (SexPistols)<br />

Duff Mckagan (Guns N’ Roses)<br />

FrankyPerez (Pusher Jones)<br />

Steve Stevens (Billy Idolband),<br />

Billy Morrison (The Cult) Isaac<br />

Carpenter(Loaded) che hanno<br />

animato Piazzale Roma con<br />

un concerto, unico, esclusivo,<br />

e assolutamente coinvolgente,<br />

che il WDW ha offerto a tutti gli<br />

appassionati presenti alla settima<br />

edizione di questo grande<br />

happening. Questo successo<br />

in Piazza a Riccione ha confermato<br />

la valid<strong>it</strong>à delle serate<br />

“fuori-circu<strong>it</strong>o” che, proprio<br />

con questa settima edizione,<br />

ha permesso di organizzare<br />

tre serate in tre differenti e significative<br />

local<strong>it</strong>à della Riviera.<br />

Giovedì sera a Cattolica si<br />

è tenuta la“rustida” e il beach<br />

62<br />

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party,con circa 4.000 persone presenti, quindi lo“Speed Show”,<br />

nell’ovale, appos<strong>it</strong>amente realizzato, a due passi dal lungomare di<br />

Misano Adriatico, dove circa 2.500 persone hanno fatto da cornice<br />

alle spettacolari esibizioni e derapate, per poi concludere, sabato<br />

sera, con la”Notte dei Campioni” in Piazzale Roma aRiccione,<br />

con oltre 10.000 presenze.<br />

In pista con ducati<br />

Veramente tante le attiv<strong>it</strong>à, gli eventi, le opportun<strong>it</strong>à che hanno<br />

coinvolto i partecipanti: dalla pista, ai corsi di guida DRE (compresa<br />

la Ducati Accademy con Troy Bayliss a fare da “professore”<br />

in sella alla 1199 Panigale) e di meccanica, (con vere e proprie<br />

“Ducati Univers<strong>it</strong>y”tenute da ingegneri, piloti e manager della<br />

casa di Borgo Panigale), moto storiche e la celebrazione dei 40<br />

anni dalla v<strong>it</strong>toria di Paul Smart alle 200 Miglia di Imola, evoluzioni<br />

acrobatichedi stuntmen, dragster, esibizioni in pista dei piloti Ducati<br />

(SBK e <strong>Moto</strong>GP) spettacolo di motocross freestyler, oltre alle<br />

potenti Audi e Lamborghini che hanno fatto mostra di se stesse<br />

nel paddock e auto da sogno quali le Audi R8 LMS e R8 V10, affidateall’esperienza<br />

e al talento di piloti professionisti Audi, hanno<br />

emozionato il pubblico con spettacolari giri in pista. Grande successo<br />

anche per il WDW 2012 Tour, Patrocinato dalla Segreteria<br />

di Stato per il Turismo e lo Sport della Repubblica di San Marino.<br />

Quattro <strong>it</strong>inerari motociclistici pensati appos<strong>it</strong>amente per scoprire<br />

le strade più belle della Romagna, che ogni giorno hanno visto<br />

centinaia di partecipanti , guidati da esperti apripista che partivano<br />

e rientravano in circu<strong>it</strong>o, offrendo una divertente e interessante<br />

alternativa alle attiv<strong>it</strong>à del paddock WDW2012.<br />

Questi i “numeri” del WdW<br />

· Oltre 65.000 le presenze in circu<strong>it</strong>o nell’arco delle quattro giornate<br />

· 11.520 i giri in pista effettuati in totale da auto e moto durante le<br />

quattro giornate<br />

· 66.000 foto scattate dai fotografi dello staff<br />

· 52 nazioni di provenienza degli oltre 65.000 partecipanti al<br />

WDW2012<br />

· 300 metri lineari di BBQ durante la “rustida” sulla spiaggia di-<br />

Cattolica<br />

· 61differenti attiv<strong>it</strong>à svoltesi in pista nelle quattro giornate<br />

· 32 ore di diretta sulla WDW TV<br />

· 8 pneumatici Pirelli messi completamente sulla tela per i burnout<br />

al termine della “Diavel Drag Race by Tudor”<br />

· + 1100 % di incremento sulle vis<strong>it</strong>e sulla pagina Facebook del<br />

WDW2012.<br />

· 40 tweet al minuto<br />

· 4 terabyt edi filmati prodotti durante l’evento<br />

· 15 concerti nel paddock + 2 all’esterno (Cattolica e Riccione)<br />

· 8 team Ducati + 16 piloti presenti al WDW2012<br />

Al successo del World Ducati Week 2012 hanno contribu<strong>it</strong>o<br />

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prestigiosi Main partners come<br />

Effenbert, Pirelli e Tudor; Audi<br />

in qual<strong>it</strong>à di Official Car Partner<br />

e altrettanto rilevanti Official<br />

Partners, tra iquali Arai; Arrex<br />

Curva Rossa ; Bellenda; Cartorama;<br />

Cantine Ceci; Dainese;<br />

Ducati Caffè; Figth for me<br />

Ducati; Nilox; Shell Advance;<br />

Tim; Wurth. Mer<strong>it</strong>ano un grazie<br />

anche altri amici e supporterdell’evento,<br />

come Aci Global;<br />

Adecco; Artsofbrands Fiam e<br />

SDA.<br />

L’appuntamento è quindi fra<br />

due anni, dove il popolo ducatista<br />

sarà nuovamente chiamato<br />

a raccolta per la ottava edizione<br />

del WDW, pronto a superare<br />

altri record e destinato ad<br />

emozionare,divertire, unire<br />

motociclisti provenienti da ogni<br />

parte del mondo, legati dalla<br />

grande passione per le m<strong>it</strong>iche<br />

“rosse di BorgoPanigale”.<br />

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WDW 2012. Bayliss trionfa<br />

nella Diavel Drag Race<br />

I piloti Ducati esaltano il pubblico con la gara di accelerazione al<br />

WDW2012. Domani la giornata finale e i “numeri” che decreteranno il<br />

grande successo della settima edizione del raduno Ducati<br />

Ancora un giorno di<br />

grande pubblico, grande<br />

spettacolo e grandissime<br />

emozioni per le migliaia<br />

di “ducatisti” che, da giovedì<br />

21 giugno, hanno pacificamente<br />

invaso la riviera romagnola<br />

e il “Misano World Circu<strong>it</strong>” di<br />

Misano Adriatico per animare<br />

il WDW2012, la fantastica<br />

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kermesse che, ogni due anni, chiama a raccolta il “popolo ducati”<br />

proveniente da ogni parte del mondo.<br />

Le rosse di borgo panigale invadono il paddock<br />

Il paddock di Misano è completamente pieno di moto e “ducatisti”<br />

giunti in Riviera da ogni parte del mondo, accomunati dalla grande<br />

passione per le “rosse di Borgo Panigale”. L’evento si appresta<br />

a vivere l’ultimo dei quattro giorni previsti. Il bilancio sarà estremamente<br />

pos<strong>it</strong>ivo con un grande successo di pubblico che, molto<br />

probabilmente, supererà le 60.000 presenze della precedente<br />

edizione, a conferma dell’appeal di questo marchio, della fedeltà e<br />

della passione dei suoi tifosi.<br />

diavel drag race: Valentino rossi e troy bayliss a confronto<br />

A caratterizzare la giornata la gara di accelerazione che ha chiuso<br />

la serata in circu<strong>it</strong>o e che ha visto sfidarsi in pista, in sella a delle<br />

potentissime Ducati DIAVEL Carbon, i piloti Ducati (<strong>Moto</strong>GP e<br />

SBK). Un momento di agonismo e divertimento senza precedenti,<br />

fatto di ingredienti semplici quanto emozionanti per soddisfare<br />

la pura voglia di spettacolo dei molti tifosi presenti all’evento.<br />

Naturalmente, come era facile aspettarsi, la sfida si è animata sin<br />

dall’usc<strong>it</strong>a dal box degli otto piloti coinvolti nella “Diavel Drag Race<br />

by Tudor”. Valentino Rossi, Nicky Hayden, Troy Bayliss, Carlos Checa,<br />

Nicolò Canepa, Kuba Smrz, Sylvain Guintoli e Lorenzo Zanetti<br />

non si sono risparmiati e hanno voluto dare il massimo per divertire<br />

il pubblico che affollava il paddock e le tribune di Misano. Dopo<br />

una serie di batterie di qualificazione, si arrivati alla manche finale<br />

dove Valentino Rossi e Troy Bayliss hanno animato un confronto<br />

esaltante che ha visto l’australiano Troy Bayliss a vincere il duello<br />

contro Vale, facendo fermare il cronometro sul tempo di 6”.306<br />

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staccando al photo-finish il pilota<br />

di Tavullia che ha concluso<br />

in 6”329, segu<strong>it</strong>o a sua volta da<br />

Nicky Hayden e Carlos Checa,<br />

rispettivamente terzo e quarto.<br />

La serata continua a riccione<br />

Dopo l’intensa giornata in circu<strong>it</strong>o,<br />

il popolo ducatista sì è spostato<br />

tutto su Riccione dove,<br />

sul palco di Piazzale Roma, ha<br />

assist<strong>it</strong>o ad una serata di spettacolo<br />

presentata dal “ducatista”<br />

e grande appassionato di<br />

moto, Valerio Staffelli, supportato<br />

dal fascino e dalla professional<strong>it</strong>à<br />

di Anne Laure Bonnet.<br />

I due presentatori hanno condotto<br />

un vero e proprio show<br />

con la presenza di tutti i piloti<br />

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Ducati sul palco e sub<strong>it</strong>o dopo di altri famosi “ducatisti”, la “Ducati<br />

All Stars” band. Un vero e proprio gruppo rock, formato da<br />

rockstar di fama internazionale, accomunate dalla passione Ducati.<br />

Nomi del calibro di Steve Jones (Sex Pistols) Duff Mckagan<br />

(Guns N’ Roses) Franky Perez (Pusher Jones) Steve Stevens (Billy<br />

Idol band), Billy Morrison(The Cult) Isaac Carpenter (Loaded) che<br />

hanno animato il palco di Riccione, trascinando ed emozionando il<br />

pubblico presente con un concerto, unico, esclusivo e di altissimo<br />

livello, che il WDW2012 ha offerto a tutti gli appassionati presenti<br />

alla settima edizione di questo grande happening .<br />

La giornata finale<br />

Domenica 24 giugno il gran finale, dove si prevedono altre migliaia<br />

di moto provenienti da ogni parte del mondo, tante attiv<strong>it</strong>à in pista,<br />

tanto spettacolo, festa, divertimento e, soprattutto, tifo e passione<br />

“rossa”, quella che solamente i “ducatisti” sanno dimostrare e condividere<br />

in momenti come questi.<br />

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WDW, Del Torchio:<br />

preoccupati ma ottimisti<br />

di Maurizio Tanca | Il Presidente e AD di Ducati lancia segnali<br />

di ottimismo, nel corso della consueta conferenza stampa che<br />

inaugura l’ormai m<strong>it</strong>ico happening Ducati, quest’anno giunto alla<br />

settima edizione e più grem<strong>it</strong>o che mai<br />

Un Gabriele Del Torchio<br />

cautamente pos<strong>it</strong>ivo<br />

ha salutato la stampa<br />

inaugurando ufficialmente la<br />

settima 7a edizione – sicuramente<br />

la più grem<strong>it</strong>a di sempre<br />

– dell’ormai celeberrimo WDW.<br />

Una manifestazione davvero<br />

irrinunciabile, e non solo per i<br />

Ducatisti, per l’atmosfera incredibilmente<br />

suggestiva che<br />

vi si respira a pieni polmoni.<br />

Riportiamo di segu<strong>it</strong>o un sunto<br />

del discorso del Presidente ed<br />

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Amministratore Delegato di Ducati <strong>Moto</strong>r Holding. «Venendo qui,<br />

questa mattina, ho visto tutte le strade piene di Ducati, e ho pensato<br />

che se il mercato riflettesse quello che stavo vedendo noi saremmo<br />

forse la Casa motociclistica più grande del mondo! Chiaramente<br />

non è così, ma ieri abbiamo incontrato i presidenti dei nostri<br />

Ducati Club (sono ben 210, ndr) e siamo andati a cercare immagini<br />

dei precedenti WDW, in particolare dell’edizione 2007, quando ero<br />

appena arrivato in Ducati e mi presentai in pantaloni gialli!» «Beh,<br />

sono passati già sei anni da allora, anni esaltanti ed importanti. E<br />

oggi ci troviamo qui, alla fine di un’era e all’inizio di un’altra. Sì, perché<br />

stiamo vivendo il passaggio da un’azionista di maggioranza ad<br />

un altro, con una s<strong>it</strong>uazione di mercato globale davvero terribile:<br />

-46%! Ma in questo scenario così negativo Ducati ha ottenuto un<br />

risultato incredibile: infatti abbiamo praticamente raddoppiato la<br />

nostra quota di mercato, passando dal 5,2% al 10,6%, mentre il<br />

fatturato è cresciuto ben del 23% fino al 2011. Non solo: parlando<br />

di livello occupazionale, da meno di 1000 persone la nostra azienda<br />

è sal<strong>it</strong>a a 1250. Notoriamente abbiamo anche invest<strong>it</strong>o parecchio<br />

sullo sviluppo del prodotto, aspetto importantissimo per noi,<br />

sfornando praticamente un modello nuovo ogni anno, e percorrendo<br />

strade nuove: mi riferisco in particolare alla Multistrada, che<br />

ci sta dando grande soddisfazione – e guardando nel paddock, qui<br />

sotto, ce ne si può rendere conto – idem per la Diavel, naturalmente,<br />

per non parlare della nostra nuova superbike, la Panigale, che è<br />

diventata immediatamente un nuovo riferimento in un segmento<br />

improntato alla massima tecnologia.» «Entro la fine di luglio verrà<br />

ufficializzato il passaggio al Volkswagen Group, e specificamente<br />

all’Audi, con grande soddisfazione da ambo le parti: chi ci segue sa<br />

che ciclicamente abbiamo cambiato più volta azionista di maggioranza,<br />

e sempre a causa di difficoltà aziendali. Ora invece entriamo<br />

in Audi con una forza che non abbiamo mai avuto, smussando la<br />

polemica tr<strong>it</strong>a e r<strong>it</strong>r<strong>it</strong>a sul fatto che gli stranieri non investano in<br />

Italia. Oggi siamo vivendo un grande investimento, da parte, finalmente,<br />

di un azionista industriale, che ci darà più solid<strong>it</strong>à e continu<strong>it</strong>à<br />

per il futuro: vi ricordo che stiamo parlando del più grande<br />

gruppo industriale europeo, e secondo a livello mondiale. Questa<br />

operazione è stata fortemente voluta dal professor Piech (il Presidente<br />

del Gruppo Volkswagen, ndr), che da tempo aveva una<br />

gran voglia di acquisire la Ducati: lui è da sempre un nostro grande<br />

tifoso, ha una 1098 R. Ma il nostro passaggio ad Audi è stato sanc<strong>it</strong>o<br />

con la rigorosa premessa che Ducati resterà a Borgo Panigale<br />

, e ci resterà mantenendo la propria individual<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana (e a<br />

questo punto, l’ex pilota Giancarlo Falappa, vera icona ducatista,<br />

applaude di cuore, ndr). Ne approf<strong>it</strong>to per fare auguri a Falappa,<br />

che mi applaude sempre, e che presto compirà gli anni.» «Tutto<br />

bene sotto questo aspetto, quindi. Per quanto riguarda le corse,<br />

naturalmente non neghiamo le nostre difficoltà nella <strong>Moto</strong>GP, ma<br />

vedrete che i risultati arriveranno, perché il lavoro paga sempre. In<br />

SBK, invece, stiamo lottando bene.» «Torno a parlare del mercato<br />

con un breve flash sull’andamento dello scorso mese di maggio:<br />

quando abbiamo preparato il piano industriale per quest’anno,<br />

speravamo che il 2012 segnasse la fine della crisi, ma non sta andando<br />

così, e siamo molto preoccupati. Nonostante ciò, a maggio<br />

siamo al 20,1% di cresc<strong>it</strong>a, e forse a fine anno supereremo il risultato<br />

ottenuto nel 2011. Dove siamo cresciuti? Principalmente<br />

negli USA, che oggi rappresenta il nostro primo mercato di riferimento<br />

con un plus del 48%, mentre in Asia abbiamo un +238%<br />

(!). Ma stiamo crescendo anche in Germania e Francia, e un po’<br />

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ovunque.» «Ma non dimentichiamo<br />

certamente l’influenza<br />

negativa di eventi che sono al di<br />

fuori dal nostro controllo, e mi<br />

riferisco ovviamente al terremoto:<br />

noi siamo nella valle dei<br />

motori, sono tante le aziende<br />

che operano nel nostro settore,<br />

qui in Emilia, compresa un’ampia<br />

rete di forn<strong>it</strong>ori: molte v<strong>it</strong>e<br />

sono state perse, e molte fabbriche<br />

sono state seriamente<br />

danneggiate, e noi di riflesso,<br />

chiaramente, con ovvie ripercussioni<br />

sul mese di giugno.<br />

Siamo stupefatti dalla reattiv<strong>it</strong>à<br />

della nostra regione, segno<br />

innegabile di fiducia e di grande<br />

carattere. Non abbiamo un migliaio<br />

di moto da consegnare,<br />

in fabbrica, e recupereremo<br />

certamente a luglio. Preghiamo<br />

quindi di i nostri clienti in attesa<br />

di restare fiduciosi. E abbiamo<br />

anche riscontrato la grande<br />

sensibil<strong>it</strong>à dei nostri Club, che<br />

hanno avviato raccolta fondi a<br />

favore dei terremotati, tant’è<br />

che stasera consegneremo le<br />

chiavi di alcuni pulmini agli enti<br />

cui sono destinati. Tornando<br />

al WDW, crediamo che questa<br />

nostra presenza qui si dimostrazione<br />

di potenza e della forza<br />

del Made in Italy, del quale<br />

siamo orgogliosamente ambasciatori»<br />

A questo punto, il nostro<br />

Giò Zamagni chiede a Del<br />

Torchio una dichiarazione su<br />

futuro di Ducati nelle competizioni.<br />

«Le corse sono nel nostro<br />

DNA, e di grande supporto al<br />

nostro sviluppo tecnologico,<br />

quindi continueremo a farle”.<br />

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“Vado a indagare al WDW di Misano”<br />

di Nico Cereghini | Voglio capire cosa pensano davvero i ducatisti: su<br />

Rossi, Preziosi, la Desmosedici, e poi Checa, Giugliano e l’Audi. Perché<br />

c’è un gran bel fermento, nell’ambiente<br />

Ciao a tutti! Giovedì<br />

sera parto per il Ducati<br />

Week, l’ormai famoso<br />

WDW, con lo scopo primario<br />

di rilanciare il mio libro “Casco<br />

ben allacciato” dopo il successo<br />

della scorsa stagione. Mi<br />

dicevano che i motociclisti in<br />

libreria non ci vanno, ma non<br />

è poi così vero e dico grazie<br />

di cuore agli oltre ventimila<br />

di voi che in libreria l’hanno<br />

acquistato. Molti mi hanno scr<strong>it</strong>to per confermare che è piaciuto<br />

molto. A Misano, nel circu<strong>it</strong>o appena int<strong>it</strong>olato al Sic, avrò un piccolo<br />

spazio mio, dove incontrare tutti quelli che ne hanno piacere:<br />

nelle giornate di venerdì, sabato e anche domenica in mezzo ai<br />

fumi di scarico nel paddock. Questo l’obiettivo ufficiale. Ma c’è uno<br />

scopo a cui tengo altrettanto. Voglio capire cosa prova e cosa pensa<br />

il popolo dei ducatisti. Perché mi sa che il pentolone degli umori<br />

bolle a manetta. Valentino che va soltanto sul bagnato, Barbera che<br />

sta davanti agli ufficiali in prova, la Desmosedici che più la cambiano<br />

e meno reagisce, il sottosterzo cronico, le scelte tecniche in<br />

discussione e lo stesso pilota numero 46 in discussione. E l’Audi<br />

che arriva se l’Ant<strong>it</strong>rust dice sì. Chissà poi perché l’Ant<strong>it</strong>rust non<br />

si occupa di Marchionne che smonta l’industria <strong>it</strong>aliana dell’auto,<br />

invece di guardare la Ducati; ma questa è un’altra storia. E poi la<br />

Superbike, con Checa che perde la trebisonda e Giugliano che<br />

spinge, con la 7 che lascia, Mediaset che invece prende e potrebbe<br />

essere un bel rilancio. Così almeno penso io, ma chissà davvero<br />

cosa rimugina il ducatista nell’ombra del suo box, mentre dà una<br />

lucidatina alla Monster o alla Multistrada per correre al WDW. Gli<br />

avrà fatto piacere vedere su Italia 1 lo spot Ducati dove Valentino<br />

dice “vieni a Misano se sei dei nostri”, oppure gli ha dato fastidio?<br />

Perché l’anno scorso il WDW non c’è stato e nessuno sa veramente<br />

quale sia l’indice di gradimento di Rossi tra i ducatisti. Che poi è<br />

gente curiosa, ammettiamolo. Gente che giustamente si esalta davanti<br />

alle corse della Superbike con le spallate e le carenate e i voli<br />

provocati e subìti, che afferma che lì c’è gente che corre col cuore<br />

e con le palle; però poi sul famoso sorpasso di Rossi contro Stoner<br />

a Laguna Seca, che è uno dei più grandi esempi di carattere nella<br />

storia del motociclismo, fa un’inversione a 180 gradi solo perché<br />

Stoner era sulla rossa e Valentino no. Affezionati al marchio, certo,<br />

ed è una gran bella cosa. Ma chissà cosa pensano davvero adesso?<br />

Vado, vedo e poi vi racconto.<br />

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Voglio capire cosa prova e cosa pensa il popolo<br />

dei ducatisti. Perché mi sa che il pentolone degli umori<br />

bolle a manetta<br />

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Triumph Tridays 2012<br />

Il raduno di neukirchen<br />

di Andrea Perfetti | Siamo stati a Neukirchen, al raduno annuale<br />

che raccoglie gli appassionati del marchio inglese provenienti da tutta<br />

l’Europa. Vi raccontiamo un universo variegato, dove le classiche vanno<br />

a braccetto con le supersportive<br />

Triumph tridays 2012<br />

Siamo stati a Neukirchen,<br />

al raduno annuale<br />

che raccoglie gli appassionati<br />

del marchio inglese provenienti<br />

da tutta l’Europa. Vi raccontiamo<br />

un universo variegato, dove<br />

le classiche vanno a braccetto<br />

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con le supersportive. Migliaia di bikers (si parla di circa 20.000<br />

presenze) hanno affollato la bella c<strong>it</strong>tadina del salisburghese, in<br />

Austria, per una tre giorni di festa all’insegna della passione per le<br />

Triumph. Siamo part<strong>it</strong>i anche noi dall’Italia, dalla sede dell’importatore<br />

ad Arese, alla volta di Neukirchen per vivere un evento che è<br />

ormai diventato un classico degli appuntamenti estivi. In sella alla<br />

nuova Tiger Explorer 1200 ci siamo gustati le strade alpine che ci<br />

hanno portato a destinazione. Giunto all’ottava edizione, l’evento<br />

austriaco ha riservato diversi momenti di interesse e di svago. A<br />

partire dallo stuntman Kevin Carmichael, che si è esib<strong>it</strong>o nei suoi<br />

“sol<strong>it</strong>i” numeri da fuori di testa. Non solo in sella alla agile Speed<br />

Triple (per l’occasione priva dello scarico! Guardate il video di segu<strong>it</strong>o),<br />

ma anche con la poderosa Explorer.<br />

Il ballo delle debuttanti<br />

Venerdì pomeriggio è stata svelata alla stampa e al pubblico la<br />

nuova maxi tourer Trophy 1200, che rispolvera i fasti della Casa<br />

inglese nel settore delle moto stradali da viaggio. Equipaggiamento<br />

e prestazioni sono ai massimi livelli, al pari delle fin<strong>it</strong>ure, mentre<br />

sul piano dell’original<strong>it</strong>à si poteva forse fare di più. Le simil<strong>it</strong>udini<br />

con la BMW R 1200 RT sono qua e là evidenti, ma non resta<br />

che provarla su strada, dove le doti del tre cilindri da 134 cavalli<br />

sicuramente sapranno conquistare chi cerca comfort e prestazioni<br />

di rilievo. Passeggiando sulla via principale del paese ci siamo<br />

persi nelle tante attrattive che Neukirchen ha in serbo. Espos<strong>it</strong>ori<br />

di moto special (una più bella dell’altra, come la Bonneville realizzata<br />

dal Centro <strong>Moto</strong> Lodi a cui presto dedicheremo un servizio),<br />

vend<strong>it</strong>ori di ogni genere di prodotto legato alla Casa di Hinckley<br />

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e, per finire, il Rumble 2012,<br />

una gara su sterrato dedicata<br />

ai possessori delle Scrambler<br />

e delle Tiger. Il raduno annuale<br />

Triumph vanta inoltra una peculiar<strong>it</strong>à<br />

unica al mondo. Solo<br />

qui le moto classiche, come<br />

Bonneville, Scrambler, Rocket<br />

e Truxton, vanno a braccetto<br />

con le sportivissime Daytona,<br />

Speed e Street Triple creando<br />

un mix di colori (e di rumori,<br />

dato che gli scarichi di serie<br />

sono una rar<strong>it</strong>à!) che rapisce lo<br />

sguardo.<br />

L<strong>it</strong>tle Italy<br />

Siamo stati in Austria a celebrare<br />

una Casa inglese. Ma, credeteci,<br />

anche qui l’Italia è stata<br />

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una grande protagonista. Mer<strong>it</strong>o del villaggio L<strong>it</strong>tle Italy allest<strong>it</strong>o<br />

dagli uomini di Triumph Italia, guidati dal direttore generale Mario<br />

Lupano. Fausto, Stefano, Corrado e gli altri ragazzi dello staff<br />

hanno creato un punto di incontro irrinunciabile per i partecipanti<br />

ai Tridays. Spr<strong>it</strong>z e salame sono stati offerti in quant<strong>it</strong>à industriali<br />

a tutti i vis<strong>it</strong>atori, che hanno apprezzato l’iniziativa affollando la<br />

L<strong>it</strong>tle Italy a tutte le ore. Chiusa l’ottava edizione, l’appuntamento<br />

è per il prossimo anno per festeggiare ancora le moto inglesi al<br />

fresco delle Alpi, su queste fantastiche strade austriache.<br />

In viaggio con la triumph explorer 1200<br />

La nuova maxi enduro ci ha accompagnati nel corso di quattro<br />

giorni per oltre 1000 chilometri. Comfort e prestazioni di assoluto<br />

rilievo sono i must della Tigerona, che forte di 137 cavalli a<br />

9.300 giri vanta una capac<strong>it</strong>à di ripresa unica tra le moto di questo<br />

segmento. È infatti possibile riprendere in sesta da 40 km/h, e in<br />

modo molto rapido. La spinta dai 3 ai 7.000 giri è possente, mentre<br />

oltre emergono un buon allungo ma anche qualche vibrazione<br />

di troppo al manubrio e sulle pedane. Abbiamo c<strong>it</strong>ato il comfort,<br />

che è di ottimo livello grazie alla protezione offerta dall’aria e al<br />

comodo sellone, che osp<strong>it</strong>a alla grande anche il passeggero. Nel<br />

corso del nostro viaggio abbiamo incontrato le più diverse condizioni<br />

meteo, dagli 11 gradi delle Alpi austriache ai 35 di Bolzano.<br />

Va detto che sino ai 27/28 gradi il motore non si fa sentire troppo,<br />

mentre all’approssimarsi dei 30 gradi il calore nella zona del<br />

serbatoio inizia a dare fastidio. Il comportamento della ciclistica è<br />

ottimo, grazie in particolare alle sospensioni che assorbono molto<br />

bene le asper<strong>it</strong>à senza per questo essere cedevoli. La trasmissione<br />

ad albero cardanico ha un funzionamento molto dolce, privo di<br />

giochi. Un cenno infine ai consumi, che ci hanno stup<strong>it</strong>o in pos<strong>it</strong>ivo.<br />

Nell’extraurbano abbiamo registrato un media di 19,6 km/l,<br />

mentre in autostrada il dato è stato di 17,5 km/l. Non male viste le<br />

prestazioni di cui è capace la Explorer.<br />

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Maserati: anche le moto<br />

nel passato del Tridente<br />

di Massimo Clarke | Tutti conoscono la Maserati per via delle sue<br />

vetture, ma la Casa del Tridente si cimentò anche nella costruzione<br />

delle moto<br />

Il primo Luglio a Pian del Voglio,<br />

sull’Appennino bolognese,<br />

avrà luogo un raduno<br />

motociclistico organizzato<br />

dalla associazione Epoca Pianese,<br />

abbinato a mostra statica<br />

delle moto Maserati, un nome<br />

famoso in campo auto ma non<br />

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altrettanto nel settore delle due ruote. Vale la pena di spendere<br />

qualche parola per ricordare brevemente la storia di questa casa<br />

motociclistica. All’inizio degli anni Cinquanta, in piena ricostruzione<br />

postbellica, le moto stavano vivendo un momento d’oro, con<br />

continua nasc<strong>it</strong>a di nuove aziende e con un mercato in fortissima<br />

espansione. Non era ancora cominciata l’era delle vetture util<strong>it</strong>arie<br />

e le due ruote erano in grado di assicurare una eccellente mobil<strong>it</strong>à<br />

a costi contenuti.<br />

dalle auto alle moto<br />

A Modena la famiglia Orsi possedeva tra l’altro la Maserati automobili<br />

e una azienda che, con lo stesso marchio, produceva<br />

candele e batterie. Nel 1953 venne deciso di allargare l’attiv<strong>it</strong>à al<br />

settore motociclistico, acquisendo la Italmoto, una piccola Casa<br />

bolognese che aveva da poco iniziato la sua attiv<strong>it</strong>à producendo<br />

una 125 a due tempi, il cui disegno tradiva una forte influenza della<br />

DKW RT, e una 160 a quattro tempi. Su queste moto aveva lavorato<br />

principalmente il tecnico Dante Tomba, che si trasferì a Modena<br />

(dove sarebbe rimasto per circa tre anni, prima di passare<br />

alla Mondial) assieme alle attrezzature, agli stampi e ai modelli per<br />

fonderia.<br />

La 125, che in segu<strong>it</strong>o sarebbe stata profondamente rivis<strong>it</strong>ata,<br />

erogava 4,8 CV a 5000 giri/min, aveva la trasmissione primaria<br />

a catena ed era dotata di un cambio a tre marce. La 160 aveva la<br />

distribuzione ad aste e bilancieri e un cambio a quattro marce; il<br />

motore a corsa corta (le misure caratteristiche erano 60 x 56 mm)<br />

forniva 6,5 cavalli a 6000 giri/min.<br />

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La gamma si espanse<br />

Dati i buoni risultati commerciali<br />

ottenuti con questi due<br />

modelli, la Casa modenese<br />

pensò bene di allargare la propria<br />

gamma. Al Salone di Milano<br />

del 1955 presentò così una<br />

175 monoalbero di elevate prestazioni,<br />

che non entrò però in<br />

produzione di serie, e una 250<br />

ad aste e bilancieri caratterizzata<br />

dalla adozione della doppia<br />

accensione, che erogava 12,5<br />

CV a 6000 giri/min. Entrambe<br />

queste moto erano state<br />

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progettate da Luciano Fochi, un validissimo tecnico che aveva già<br />

lavorato all’Alfa Romeo e alla Ferrari, col grande Gioachino Colombo,<br />

e che in segu<strong>it</strong>o, dopo una breve parentesi in Francia, avrebbe<br />

per lungo tempo legato il suo nome alla Abarth. La 250 è stata<br />

prodotta (pare) in una ventina di esemplari soltanto, e pertanto<br />

cost<strong>it</strong>uisce un pezzo raro e ricercato. Quelli che sono stati costru<strong>it</strong>i<br />

in numeri considerevoli sono stati i ciclomotori (a due tempi, con<br />

cambio a tre marce), tra i quali spiccava il modello più sportivo,<br />

soprannominato “rospino” degli appassionati, e la rinnovata 125.<br />

In listino c’era pure una 75, ma ha avuto una diffusione decisamente<br />

modesta. Sul finire degli anni Cinquanta il mercato è entrato<br />

in una forte crisi, in conseguenza della quale la <strong>Moto</strong> Maserati<br />

è stata costretta a chiudere i battenti. Per informazioni in mer<strong>it</strong>o<br />

al raduno, si possono contattare gli organizzatori all’indirizzo mail<br />

epocapianese@gmail.com o al 339.8737721.<br />

Ad un anno esatto dalla sua partenza dall’Italia, dopo oltre<br />

90.000 km percorsi sempre in sella alla sua Yamaha<br />

XT1200Z Super Ténéré, con temperature che passavano<br />

dai -5 ai 50 gradi, sabato 19 maggio il globe trotter piemontese Davide<br />

Biga ha concluso il suo Giro del Mondo in sol<strong>it</strong>aria. Un viaggio<br />

in moto. Non una vacanza ma una vera e propria avventura nata<br />

dalla voglia di scoprire il mondo in sella. Davide non è il genere di<br />

motociclista che per capriccio e noia si mette in viaggio. Non è un<br />

facoltoso amante delle due ruote, ma un normalissimo lavoratore<br />

(piastrellista), che per rispondere al richiamo della strada ha abbandonato<br />

tutto, svuotato il conto in banca e si è messo in viaggio.<br />

Con l’aiuto di Yamaha per acquistare la sua nuova Super<br />

Ténéré, senza un vero supporto ufficiale e senza grossi sponsor.<br />

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» <strong>Prove</strong> News<br />

Davide Biga, passione e determinazione<br />

Lascereste il vostro lavoro, per affrontare con poche certezze un viaggio<br />

lungo un anno? 90.000 Km intorno al mondo. Il racconto unico di<br />

Davide Biga: sacrifici, guai e momenti indimenticabili<br />

Solo qualche amico che gli<br />

ha dato una mano. Questo è<br />

il suo racconto, la sua storia.<br />

In un momento in cui pochi di<br />

noi fanno scelte per passione,<br />

ci sembrava bello raccontare<br />

la storia di Davide. A noi ci ha<br />

colp<strong>it</strong>o, anche per la semplic<strong>it</strong>à<br />

con cui la raccontava. Per la<br />

filosofia con cui affrontava gli<br />

imprevisti, per essere riusc<strong>it</strong>o a<br />

far sì che niente e nessuno arrestasse<br />

il suo sogno.


Le foto più spettacolari<br />

del gP del Regno un<strong>it</strong>o<br />

Una circu<strong>it</strong>o vecchio stampo che ha messo in difficoltà i piloti e ha fatto<br />

emergere “nuovi” talenti. Ecco il week-end di Silversone raccontato<br />

dagli scatti più belli dentro e fuori la pista<br />

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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong>


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gP del Regno un<strong>it</strong>o. Lo sapevate che...?<br />

di Giovanni Zamagni | Che c’è la proposta di far correre ogni pilota<br />

su diverse moto? Che Honda potrebbe costruire un prototipo di serie<br />

per la <strong>Moto</strong>GP? Che a Silverstone, dalla carenatura delle Ducati<br />

e spar<strong>it</strong>o AMG?<br />

Una beLLa Idea: rea-<br />

LIZZabILe?<br />

Nel paddock del motomondiale<br />

si continua naturalmente<br />

a discutere sul<br />

futuro, a come riv<strong>it</strong>alizzare<br />

un campionato in grande difficoltà.<br />

Lo fanno pure all’interno<br />

della MSMA, l’associazione<br />

84<br />

delle case costruttrici, anche con qualche idea interessante. Come<br />

quella di Livio Suppo: la proposta del responsabile HRC è quella<br />

di far correre ogni pilota con ciascuna moto ufficiale per un certo<br />

numero di gare, a seconda delle Case iscr<strong>it</strong>te al campionato. Facciamo<br />

un esempio: se le Case fossero sei, con gli attuali 18 GP, ogni<br />

pilota dovrebbe fare 3 gare con ciascuna Casa, non consecutive,<br />

ma ad estrazione durante l’arco del campionato. In questo modo,<br />

secondo Suppo, si eliminerebbe una variabile importante, quella<br />

che un pilota e una moto facciano troppa differenza, “uccidendo”<br />

lo spettacolo, mentre una nuova Casa, per esempio la BMW, sarebbe<br />

invogliata a entrare in <strong>Moto</strong>GP, consapevole comunque che per<br />

un certo numero di gare avrebbe a disposizione i migliori piloti del<br />

mondo. Così, anche il mondiale Marche diventerebbe importante,<br />

oltre a quello piloti, che vincerebbero perché più forti e non perché<br />

in sella al mezzo migliore.<br />

Naturalmente ci sarebbero dei problemi da risolvere, tipo: chi decide,<br />

per esempio che Lorenzo vale 10 (milioni di euro) e Bautista<br />

1; le Case non potrebbero sfruttare l’immagine di un pilota a fine<br />

pubblic<strong>it</strong>ari; le moto non potrebbero essere adattate perfettamente<br />

alle esigenze di un singolo pilota, ma dovrebbero avere un assetto<br />

di compromesso. Tutte controindicazioni, però, risolvibili: vedere<br />

Rossi, Lorenzo, Pedrosa, Dovizioso e gli altri scambiarsi moto a<br />

ogni GP sarebbe veramente un sogno.<br />

CentraLIna LImItata<br />

Nel prossimo GP in Olanda, comunque, verranno prese le decisioni<br />

defin<strong>it</strong>ive per la prossima stagione, con alcune nov<strong>it</strong>à importanti:<br />

la centralina sarà unica o – in alternativa – lim<strong>it</strong>ata in parecchie<br />

funzioni, tra cui il numero di giri; le moto per i team satell<strong>it</strong>i non<br />

dovranno costare più di un milione di euro; rimarranno (evviva!) le<br />

due moto; rimarranno i freni in carbonio, ma con una lim<strong>it</strong>azione<br />

nel prezzo; ci saranno delle lim<strong>it</strong>azioni per la ciclistica (telaio e forcellone)<br />

per la moto che vince.<br />

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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong><br />

1958 Km In Vespa per IL sIC<br />

Una settimana di viaggio per<br />

un totale di 1958 km in Vespa:<br />

14 ragazzi del Vespa Club Morciano<br />

sono arrivati giovedì pomeriggio<br />

a Silverstone e hanno<br />

messa all’asta, nel tradizionale<br />

appuntamento br<strong>it</strong>annico, un<br />

casco replica di Marco Simoncelli,<br />

ricevuto direttamente da<br />

papà Paolo. Il casco è stato acquistato<br />

a 2000 sterline (circa<br />

2500 euro) ai quali vanno aggiunti<br />

650 sterline (800 euro)<br />

per un r<strong>it</strong>ratto di Sic e altri 650<br />

per una felpa disegnata appos<strong>it</strong>amente<br />

da Aldo Drudi. Il<br />

ricavato sarà devoluto in parti<br />

uguali alla Fondazione Simoncelli<br />

e a “Riders for Health”,<br />

l’ente legato al motomondiale<br />

che da anni sostiene da anni i<br />

bambini delle zone più povere<br />

della terra.<br />

85


un prototIpo dI serIe<br />

La HRC, per bocca del suo vicepresidente<br />

esecutivo Shuhei<br />

Nakamoto, ha confermato di<br />

stare pensando di costruire un<br />

prototipo di serie per partecipare<br />

alla <strong>Moto</strong>GP, per provare<br />

a riempire lo schieramento con<br />

moto più compet<strong>it</strong>ive delle CRT.<br />

Ancora non esiste un progetto<br />

vero e proprio, ma già il fatto<br />

che si stia valutando questa<br />

ipotesi è un primo segnale pos<strong>it</strong>ivo.<br />

bautIsta, maI In prIma<br />

FILa<br />

Prima di domenica, Alvaro<br />

Bautista non era mai riusc<strong>it</strong>o a<br />

conquistare la prima fila, ottenendo<br />

come miglior risultato<br />

in prova il quarto posto a Phillip<br />

Island nel 2011, anche se poi<br />

era scattato dalla terza posizione<br />

per l’infortunio nel warm<br />

86<br />

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up di Jorge Lorenzo. Ecco quindi che la sua prima pole pos<strong>it</strong>ion in<br />

<strong>Moto</strong>GP dopo 38 GP è davvero speciale.<br />

duCatI togLIe amg<br />

L’acquisto della Ducati da parte dell’Audi non è ancora stato deliberato<br />

dagli enti preposti (ci vorrà ancora un mese circa), ma<br />

comincia a “muoversi” qualcosa: a Silverstone, dalla carenatura<br />

della GP12 di Rossi e Hayden è spar<strong>it</strong>o il marchio AMG, rimasto<br />

invece sull’abbigliamento degli uomini della squadra. Ma solo per<br />

una questione “tecnica”: ci vuole tempo per rifare felpe, maglie e<br />

quant’altro, perché il marchio è cuc<strong>it</strong>o.<br />

sponsor segreto per YamaHa<br />

Lin Jarvis, responsabile di Yamaha corse, ha annunciato attraverso<br />

un video che in occasione del GP d’Italia al Mugello verrà<br />

presentato un nuovo sponsor e durante la stagione le M1 ufficiali<br />

cambieranno livrea un paio di volte. Di chi si tratta? Si accettano<br />

scommesse…<br />

rossI: Futuro In motogp<br />

Valentino Rossi continua a ripetere che il suo futuro sarà ancora<br />

per qualche anno in <strong>Moto</strong>GP e giovedì, durante l’incontro con i<br />

giornalisti ha fatto una battuta significativa sull’argomento: “Nel<br />

2011 su questo tracciato ho fatto tanta fatica, ma devo impararlo<br />

bene, perché a Silverstone la <strong>Moto</strong>GP correrà per tanti anni…”.<br />

pedrosa aVVeLenato<br />

Da qualche settimana, Dani Pedrosa, sol<strong>it</strong>amente molto pacato nei<br />

commenti, sputa veleno contro la Bridgestone e l’imposizione della<br />

nuova gomma anteriore. A Barcellona, durante i test del dopo GP,<br />

aveva detto: “Ha ragione Stoner a dire che è uno schifo” e a Silverstone<br />

ha continuato su questa linea, specificando che: “la nuova<br />

anteriore è poco rigida, si schiaccia troppo e va gonfiata di più: in<br />

questo modo il pilota perde sensibil<strong>it</strong>à nella guida e, in defin<strong>it</strong>iva, è<br />

più pericolosa”.<br />

Per poi rincarare la dose sabato pomeriggio dopo le qualifiche:<br />

“Avete visto quante cadute ci sono state? Tutta colpa della nuova<br />

anteriore!”. Una tesi, però, sment<strong>it</strong>a da tutti gli altri piloti, anche dal<br />

compagno di squadra Casey Stoner, da sempre molto cr<strong>it</strong>ico nei<br />

confronti di questo pneumatico.<br />

musICa per IL sIC<br />

Martin Finnigan, cantante e ch<strong>it</strong>arrista del gruppo Rainband, ha<br />

inciso un CD dedicato a Marco Simoncelli. “Ho scr<strong>it</strong>to Rise Again<br />

(sorgi ancora, NDA): l’intero incasso del CD sarà devoluto alla Fondazione<br />

Simoncelli” ha spiegato il cantante, che insieme al gruppo<br />

ha girato il video (visibile su Youtube) proprio a Coriano, il paese di<br />

SuperSic.<br />

Anche la ch<strong>it</strong>arra du Finnigan è personalizzato con i loghi di Marco<br />

e sarà messa all’asta a Misano, dopo il concerto del gruppo br<strong>it</strong>annico.<br />

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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong><br />

reCord negatIVo per<br />

pasInI<br />

Pasini 7, De Puniet 6, Spies 5,<br />

Abraham Bautista Crutchlow<br />

Hernandez 4, Bradl Ellison<br />

Espargaro Petrucci Silva 3, Dovizioso<br />

Edwards Pedrosa Pirro<br />

2, Hayden Rossi Stoner 1.<br />

Io L’aVeVo detto<br />

Carmelo Ezpeleta, durante il<br />

GP del Portogallo: “La regola<br />

dei rookie (quella che obbligava<br />

un debuttante in <strong>Moto</strong>GP a<br />

correre almeno il primo anno<br />

in un team satell<strong>it</strong>e, NDA) verrà<br />

certamente mantenuta anche<br />

nel 2013”.<br />

Carmelo Ezpeleta, alla televisione<br />

spagnola durante il GP<br />

della Gran Bretagna: “La regola<br />

verrà certamente abol<strong>it</strong>a: sono<br />

le Case a chiederlo”. Marc Marquez,<br />

quindi, nel 2013 sarà certamente<br />

in HRC.<br />

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gP del Regno un<strong>it</strong>o<br />

L’analisi tecnica di Davide Brivio<br />

di Giovanni Zamagni | Davide Brivio commenta per <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> il GP di<br />

Gran Bretagna. “E’ stato un altro GP dominato da Lorenzo, la Yamaha<br />

ha il miglior pacchetto”<br />

«E’ stato un altro GP<br />

dominato da Lorenzo,<br />

mentre da 2-3 gare Stoner<br />

non lotta per la v<strong>it</strong>toria, perché,<br />

per vari motivi, non riesce<br />

a mettere a punto in modo soddisfacente<br />

la moto. In generale,<br />

credo che la Yamaha abbia il<br />

migliore pacchetto: Lorenzo<br />

è bravissimo a guidare la M1,<br />

ma fa un po’ quello che vuole,<br />

con una moto molto ben bilanciata,<br />

un pacchetto vincente<br />

88<br />

nell’elettronica e nella ciclistica e così riescono a compensare a<br />

una piccola inferior<strong>it</strong>à del motore. Gli altri non riescono ad approf<strong>it</strong>tare<br />

delle momentanee difficoltà di Stoner: a Silverstone, Pedrosa,<br />

dopo che lo aveva raggiunto, avrebbe dovuto attaccarlo, ma<br />

non lo ha fatto. Le gare sono poco spettacolari, anche per colpa<br />

dei piloti, che osano troppo poco, sono tutti piuttosto arrendevoli.<br />

Ricap<strong>it</strong>olando, il tema attuale è questo: Lorenzo domina, Stoner<br />

non riesce a lottare, Pedrosa poco incisivo».<br />

I piloti Honda si lamentano dall’inizio dell’anno per il chattering<br />

e con la nuova bridgestone anteriore la s<strong>it</strong>uazione sembra addir<strong>it</strong>tura<br />

peggiorata; con tre gp consecutivi, come fanno a recuperare<br />

lo svantaggio dalla Yamaha?<br />

«Si dice che all’interno del box HRC ci sia sempre qualche piccola<br />

nov<strong>it</strong>à. Per risolvere il chattering devi lavorare sulla messa a punto,<br />

ma, soprattutto, su componenti differenti, come forcellone e<br />

telaio. Certo, tre gare consecutive non aiutano, ma non credo neanche<br />

che la gomma sia la causa dei problemi: forse sono stati<br />

accentuati, che vanno risolti al di là di questo pneumatico. Questa<br />

s<strong>it</strong>uazione tecnica della Honda va sicuramente a vantaggio di Lorenzo,<br />

che è assolutamente il favor<strong>it</strong>o per il t<strong>it</strong>olo.<br />

Siamo arrivati a una parte della stagione importante: Stoner deve<br />

invertire la tendenza in queste tre gare, altrimenti sarà troppo tardi».<br />

Veniamo alla ducati: Hayden settimo, rossi nono, ma staccato<br />

di oltre 20 secondi dal compagno di squadra, mentre tutti si<br />

aspettano che Valentino stia davanti a nicky.<br />

«Ci sono stati un mix di fattori: una pista ancora indigesta a Valentino<br />

e una messa a punto non centrata. Per questo Rossi è stato<br />

più lento di Hayden, migliore di Valentino sia in prova sia in gara.<br />

Negli ultimi tre GP Rossi era in progressione, ma in GBR Hayden<br />

ha lavorato meglio: speriamo nelle prossime tre gare di riprendere<br />

il cammino e di andare in progressione secondo le attuali possibil<strong>it</strong>à».<br />

Come si recupero lo svantaggio – ancora grande – da Yamaha<br />

e Honda?<br />

«E’ da tutto l’anno che siamo tra gli ‘”8 e 1”2: a volte in prova è un<br />

po’ più di 1”, poi in gara si riduce un po’. Credo che a livello di messa<br />

a punto sono state percorse molte strade: non so se tutte, ma<br />

sicuramente abbiamo spremuto molto il materiale a disposizione.<br />

Probabilmente adesso serve qualcosa di diverso, qualche pezzo<br />

nuovo per migliorare. I problemi non sono tanti: c’è un avantreno<br />

che sembra non avere abbastanza grip, che poi genera un sottosterzo<br />

fastidioso, con Valentino che sente la moto allargare le curve<br />

invece di chiuderle.<br />

Di conseguenza, c’è un r<strong>it</strong>ardo ad andare ad aprire il gas e si perdono<br />

decimi importanti a ogni curva. Probabilmente, però, la causa<br />

è una sola e il problema è abbastanza circoscr<strong>it</strong>to: speriamo che<br />

presto si riesca a portare in pista una soluzione che permetta di<br />

ridurre, di dimezzare il distacco. Non dimentichiamo che la Ducati<br />

sta utilizzando una tecnologia costruttiva completamente nuova<br />

per lei: ha fatto un grande lavoro alla fine del 2011 per costruire<br />

questo telaio, che ha comunque dei pregi. Adesso si tratta di fare<br />

il secondo passo, avendo però meno conoscenza delle Case giapponesi».<br />

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Rookie Rule, la norma che non serve più<br />

di Edoardo Licciardello | La proposta di abolizione della Rookie Rule<br />

ha sollevato qualche mugugno ma anche tanti consensi. Perché, per<br />

una volta, gli interessi di case e team privati potrebbero coincidere<br />

Non c’è pace per i regolamenti<br />

della <strong>Moto</strong>GP.<br />

Non bastasse il tumulto<br />

tecnico dovuto ai tentativi<br />

da parte di Dorna di rinfoltire<br />

una griglia ai minimi storici,<br />

lo scorso weekend è toccato<br />

alla normativa sportiva, con la<br />

messa al patibolo della Rookie<br />

Rule. La lama della ghigliottina<br />

non è ancora ufficialmente<br />

90<br />

caduta, essendo la proposta ancora al vaglio della Grand Prix<br />

Commission, ma l’abolizione della norma incriminata è praticamente<br />

certa. Con qualche inev<strong>it</strong>abile mugugno di chi ha dovuto<br />

sottostarle, facendo gavetta per una stagione in un team privato<br />

– stiamo parlando di Ben Spies, che attraverso Tw<strong>it</strong>ter ha insinuato<br />

come basti un passaporto della nazional<strong>it</strong>à giusta per aprire<br />

vie preferenziali. Una volta chiar<strong>it</strong>o che le corse le pagano case<br />

e sponsor, obiettivo dei quali è la promozione dei propri prodotti<br />

sui mercati per loro rilevanti, e che quindi nazional<strong>it</strong>à e popolar<strong>it</strong>à<br />

del pilota contano – per chi deve mettergli una sella sotto al sedere<br />

– almeno dagli anni 70, vediamo esattamente i termini della<br />

questione. A fine 2008, a crisi economica mondiale appena esplosa<br />

in tutta la sua virulenza, Dorna ha escog<strong>it</strong>ato la Rookie Rule per<br />

aiutare i team privati, vietando ad un esordiente della categoria<br />

<strong>Moto</strong>GP di avere accesso ai team ufficiali (attenzione, ad un team,<br />

non ad una moto ufficiale) a partire dalla stagione 2010. Il razionale<br />

sottostante era di dare modo alle squadre private di ingaggiare<br />

piloti giovani ma molto quotati, sia sportivamente che promozionalmente,<br />

e di avere così una maggior leva nella negoziazione con<br />

gli sponsor. Avere nel proprio team un Cal Crutchlow, veloce ed<br />

importantissimo promozionalmente sui mercati anglosassoni, è<br />

sicuramente qualcosa che convince Monster a sborsare più soldi<br />

che non un Aleix Espargaro.<br />

Chi ha sub<strong>it</strong>o la rookie rule?<br />

“V<strong>it</strong>time” di questa logica sono stati Ben Spies, il compianto Marco<br />

Simoncelli e, appunto, Cal Crutchlow. Alvaro Bautista ha fatto<br />

eccezione, salendo direttamente sulla sella della Suzuki ufficiale:<br />

non disponendo di un team privato, e a volerla dire tutta neanche<br />

di una moto realmente compet<strong>it</strong>iva, la casa di Hamamatsu è stata<br />

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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong><br />

dispensata da questo vincolo<br />

(ed alcuni altri, vedasi il contingentamento<br />

dei motori) nel<br />

tentativo di convincerla a restare<br />

in <strong>Moto</strong>GP. Spies, Crutchlow<br />

e Simoncelli, dicevamo – tre<br />

piloti approdati in <strong>Moto</strong>GP, ma<br />

con una sostanziale differenza.<br />

Marco entrò in una squadra<br />

privata, il Team Gresini, ma con<br />

una RC212V denominata “Factory-spec”,<br />

ovvero, parlando<br />

come si mangia, molto simile<br />

se non uguale a quella ufficiale<br />

con cui correvano Pedrosa,<br />

Dovizioso e successivamente<br />

Stoner. E con diversi tecnici<br />

della casa madre ad integrare<br />

quelli della squadra faentina.<br />

91


Insomma, un’operazione che<br />

aggirava bellamente la norma,<br />

mettendo Simoncelli nelle<br />

condizioni di pilota ufficiale sia<br />

pure, formalmente, in forze ad<br />

una squadra privata. Esattamente<br />

come, prima di lui, piloti<br />

come Lawson, Rossi, Kato o<br />

Gibernau.<br />

a chi servirebbe oggi la rookie<br />

rule<br />

Ma se allora è possibile aggirare<br />

la norma a piacimento (o<br />

quasi, perché Yamaha e Ducati<br />

non hanno certamente i<br />

mezzi, di cui dispone Honda,<br />

per schierare di fatto tre moto<br />

92<br />

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ufficiali) perché chiederne a gran voce l’abrogazione? Perché non<br />

piace, e non fa comodo, più a nessuno. Una regola del genere è<br />

stata ovviamente creata a misura di piloti come Pol Espargaro,<br />

Marquez o Andrea Iannone, ovvero top riders che offrono relativa<br />

garanzia prestazionale, nonché molto quotati ed appetibili per gli<br />

sponsor nel momento in cui il passaggio in <strong>Moto</strong>GP ne fa schizzare<br />

alle stelle l’esposizione mediatica.<br />

Il problema è che piloti del genere arrivano a quel punto già dotati<br />

di influentissimi sponsor personali, per non parlare di un apparato<br />

umano di contorno (o corte dei miracoli, chiamatela come volete…)<br />

degno di una rockstar. Marquez, per dirne una, si porta dietro<br />

preparatore atletico, manager (Emilio Alzamora), responsabile<br />

comunicazione (Hector Martin, ex Jorge Lorenzo) ma soprattutto<br />

uno sponsor ingombrante come Repsol, che non ha la minima intenzione<br />

di lasciarsi scappare la gallina dalle uova d’oro – giusto<br />

per darvi un ulteriore elemento di giudizio, gli ultimi sondaggi danno<br />

Marc Marquez in netto vantaggio, a livello di popolar<strong>it</strong>à in terra<br />

spagnola, su Dani Pedrosa.<br />

team privati: la rookie è un aiuto o un danno?<br />

Mettetevi nei panni di un Fausto Gresini (o Lucio Cecchinello, o<br />

Hervé Poncharal, se prefer<strong>it</strong>e), che per ingaggiare Marquez dovrebbe<br />

convincere il proprio sponsor a lim<strong>it</strong>arsi ad un angolino di<br />

carenatura, se non addir<strong>it</strong>tura a prendersi un anno sabbatico in<br />

caso si trattasse di marchi contrastanti. E poi, quando al termine<br />

del contratto il Marquez di turno se ne andrebbe inev<strong>it</strong>abilmente<br />

nel team ufficiale, ricominciare da capo la ricerca di uno sponsor<br />

capace di coprire le spese di una stagione in <strong>Moto</strong>GP. Per non parlare<br />

di licenziare in tronco addetti stampa e/o tutte quelle figure in<br />

sovrapposizione con quelle del campioncino, o pagarle per stare<br />

a girarsi i pollici per un anno. Improvvisamente, la prospettiva di<br />

prendere in squadra Marquez diventa incredibilmente meno appetibile.<br />

Certo, la soluzione è fare una squadra separata con lo sponsor<br />

personale del pilota, ma allora… in cosa ne beneficerebbero i team<br />

privati? Insomma, a cosa servirebbe? Al netto di dietrologie e<br />

complottismi, dunque, è il caso di accettare la realtà. La Rookie<br />

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<strong>Moto</strong>GP » <strong>Prove</strong><br />

Rule viene abol<strong>it</strong>a perché non<br />

piace, e non serve, più a nessuno.<br />

Ci dispiace per Spies, che<br />

l’ha dovuta subire (ma Ben è<br />

sicuro che Yamaha a fine 2009<br />

avrebbe lasciato a casa Rossi o<br />

Lorenzo per fargli posto? Noi ci<br />

permettiamo di avere qualche<br />

dubbio…) ma i fatti sono questi.<br />

Sarebbe come se un pilota<br />

di ieri si lamentasse perché le<br />

statistiche attuali che contano<br />

i punti conquistati per stagione<br />

si basano su punteggi diversi.<br />

E’ vero, ma… ognuno corre nella<br />

sua epoca, con regole e avversari<br />

diversi. Meglio farsene<br />

una ragione…<br />

93


Le foto più belle del gP del Belgio<br />

di Massimo Zanzani | Un Cairoli strep<strong>it</strong>oso ha vinto tutto in casa dei<br />

campioni belgi. Un week-end spettacolare raccontato attrverso gli<br />

scatti più belli dentro e fuori la pista<br />

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Trofeo yamaha sM<br />

siamo scesi in pista con la yz 450 sM<br />

di Michele Occhini | Siamo scesi in pista a Borgo Ticino<br />

nel Trofeo Dunlop Yamaha con la YZ 450 SM. Vi raccontiamo<br />

le emozioni della nostra gara tutta in rimonta e il comportamento<br />

della supermoto di Iwata<br />

Trofeo Yamaha sm. siamo<br />

scesi in pista con la<br />

YZ-F 450 sm<br />

Giovedì suona il telefono: è<br />

<strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> che nella persona di<br />

Andrea Perfetti mi propone un<br />

test un po’ particolare: a Borgo<br />

98<br />

Ticino è in programma, per la domenica successiva, il trofeo Dunlop/Yamaha<br />

e noi dobbiamo provare la nuova Yamaha YZ 450 SM<br />

allest<strong>it</strong>a da motard. Quale occasione migliore per scoprire come<br />

si comporta la moto “col cilindro girato”? Bella sfida, mi piace!<br />

Accetto, ma purtroppo i tempi sono stretti e gli impegni lavorativi<br />

non mi consentono un primo approccio con la moto il sabato. Pazienza,<br />

si farà tutto nella giornata di domenica.<br />

dieci minuti di prove libere e poi via, si corre!<br />

Giornata calda e senza neanche una nuvola che solchi il cielo: in<br />

pista si inizia presto, con le iscrizioni e le verifiche tecniche che si<br />

svolgono, grazie all’ ottima organizzazione, senza nessun intoppo<br />

e nei tempi stabil<strong>it</strong>i. Fin<strong>it</strong>a la doverosa burocrazia, si parte a manetta,<br />

vista la numerosa partecipazione e date le dimensioni non<br />

certo gigantesche dell’impianto (che può contenere non più di 25<br />

piloti nello stesso momento). I partecipanti vengono divisi in cinque<br />

gruppi che senza sosta si alternano in pista per le prove libere<br />

e le crono previste nella mattinata. Dopo solo 10 minuti di prove libere,<br />

mi presento carico a molla per le ufficiali: con la moto non c’è<br />

ancora il feeling che servirebbe, ma si può fare bene. Per l’occasione<br />

monto una telecamera sulla moto; questa però non si dimostra<br />

una scelta vincente perché nel secondo giro tirato la telecamera<br />

si muove e sono costretto a fermarmi per toglierla dalla moto,<br />

perdo molto tempo e concentrazione: quando rientro in pista ho<br />

solo un altro tentativo, non riesco a fare il giro “perfetto” quindi mi<br />

devo accontentare del 18° tempo della classifica B. Accidenti che<br />

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2012<br />

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livello! Faccio passare la classifica<br />

e ho la conferma che tra gli<br />

oltre 90 piloti ci sono davvero<br />

tante manette che di sol<strong>it</strong>o si<br />

fanno notare in campionati più<br />

qualificati, come quello <strong>it</strong>aliano<br />

e addir<strong>it</strong>tura il mondiale! La<br />

mattinata è andata e adesso,<br />

nella pausa pranzo, con un po’<br />

di tempo a disposizione posso<br />

dedicarmi alla moto: la Yamaha<br />

YZ 450 è davvero bella, con il<br />

suo cilindro montato al contrario<br />

e il collettore di scarico che<br />

guarda dr<strong>it</strong>to il mono ammortizzatore.<br />

Il modello che Yamaha<br />

Italia ci ha messo a disposizione<br />

è nella livrea blu/bianca<br />

99


(quella che a me piace di più),<br />

lo scarico è completamente<br />

originale, l’impianto freno anteriore<br />

è un Brembo radiale a<br />

quattro pistoncini con disco<br />

flottante da 320mm.<br />

Vi racconto come si comporta<br />

la moto<br />

Ma veniamo ai fatti: la moto va<br />

davvero forte per essere originale,<br />

il motore spinge tanto<br />

fino dai bassi regimi, la ciclistica<br />

consente dei rapidi cambi di<br />

direzione e in frenata è stabile e<br />

trasmette bene la sensazione di<br />

quanto grip si ha sull’anteriore:<br />

quest’ultimo punto è quello che<br />

più mi ha convinto della moto,<br />

anche se sicuramente per piloti<br />

esperti di alto livello la forcella<br />

standard deve cedere il passo a<br />

un materiale più performante.<br />

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Come già dicevo, il motore è potente e spinge dal basso creando<br />

un effetto on-off che però viene smorzato bene dalla ciclistica.<br />

Quando sali in sella, ti senti sub<strong>it</strong>o a tuo agio: i comandi che ti servono<br />

sono proprio lì, dove li vorresti. In ogni caso, controllo il sag<br />

(o negativo) del mono e lo porto sui 150mm e do qualche click per<br />

rendere la moto un po’ più morbida, dato che nel tratto off-road,<br />

molto bucato, sentivo la moto troppo rigida. La pausa è fin<strong>it</strong>a ed è<br />

ora di rimettersi in moto: il programma pomeridiano comprende<br />

ben 10 manche. Io non sono certo soddisfatto della mia qualifica,<br />

ma decido che devo “solo” partire bene, fare il maggior numero di<br />

sorpassi possibile, abbassare i miei tempi e soprattutto non fare<br />

errori…facile no!?<br />

La gara<br />

Mi schiero nel 18° posto, sono tutto interno, mi preoccupo ancora<br />

della telecamera, ma mi sembra che stavolta sia fissata bene: la<br />

bandiera rossa si alza ed esce dalla pista, il semaforo si accende<br />

e dopo pochi secondi si spegne e...Via! La prima “esse” è molto<br />

insidiosa; io decido di stare interno ed esco indenne da un piccolo<br />

groviglio che si crea nei primi metri; non so bene in che posizione<br />

sono, ma mi sembra di averne guadagnate, si entra nella terra e mi<br />

ricordo di aver provato, nel giro di ricognizione, una traiettoria più<br />

stretta: decido di buttarmi e passo in undicesima posizione, vedo<br />

davanti a me il decimo, quindi tiro a tutta e quando lo raggiungo<br />

tento la fotocopia del primo sorpasso, mi riesce e la prima manche<br />

chiudo in decima posizione, non male direi, otto posizioni guadagnate,<br />

tempi più bassi e nessun errore… missione compiuta! Ma la<br />

giornata non è fin<strong>it</strong>a, siamo a metà dell’opera; c’è ancora la seconda<br />

manche e sono fermamente convinto che il feeling crescente<br />

con la moto mi darà modo di far bene anche nell’ultima fatica di<br />

giornata. Fatica appunto, il caldo si fa sentire e non poco, la tuta<br />

di pelle non aiuta… ma le scuse non esistono, c’è da dare solo del<br />

gran gas! Il semaforo rosso si spegne e parte la seconda gara, allo<br />

scatto mi muovo bene e decido sub<strong>it</strong>o di spostarmi verso l’esterno,<br />

ma davanti a me il gruppo si chiude per un contatto, io sono<br />

costretto ad alzare la moto e non esco dalla prima curva davanti<br />

come potevo essere.<br />

La gara è comunque lunga e sub<strong>it</strong>o mi metto all’attacco dei piloti<br />

che mi precedono; con qualche contatto e con un po’ di fortuna,<br />

che non guasta mai, riesco a chiudere in ottava piazza. I tempi si<br />

sono abbassati ancora e la moto mi piace sempre più. La giornata<br />

è stata pos<strong>it</strong>iva. Sicuramente avrei potuto fare di più in gara, ma<br />

va bene così anche perché la cosa più importante era conoscere<br />

e capire meglio la Yamaha YZF450 che per me è promossa a pieni<br />

voti: per chi vuole un mezzo con cui smanettare la domenica, l’unica<br />

cosa da fare è il pieno!<br />

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redazione<br />

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Cristina Bacchetti<br />

Marco Berti<br />

Francesco Paolillo<br />

Aimone dal Pozzo<br />

grafica<br />

Thomas Bressani<br />

Collaboratori<br />

Nico Cereghini<br />

Giovanni Zamagni<br />

Carlo Baldi<br />

Massimo Zanzani<br />

Lorenzo Boldrini<br />

Enrico De V<strong>it</strong>a<br />

Ottorino Piccinato<br />

Antonio Priv<strong>it</strong>era<br />

Antonio Gola<br />

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