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Numero 90<br />

22 Gennaio 2013<br />

137 Pagine<br />

SPeciale<br />

Dakar<br />

| prova naked |<br />

Honda<br />

CB1100<br />

da Pag. 2 a Pag. 17<br />

All’Interno<br />

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Dakar 2013<br />

Cyril Despres (KTM)<br />

vince la Dakar per la<br />

quinta volta<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

Speciale Wrooom 2013<br />

Svelata la Ducati<br />

Desmosedici GP13 a<br />

Madonna di Campiglio<br />

<strong>Moto</strong>r Bike expo<br />

Vis<strong>it</strong>a virtuale di tutti<br />

i padiglioni della fiera<br />

veronese<br />

Prova<br />

KTM SX-F<br />

FacTory 2012<br />

NEWS: V. Cicchetti “Stiamo lavorando a una moto da sogno” | N. Cereghini gli ed<strong>it</strong>oriali di Nico | J. Br<strong>it</strong>ten genio e<br />

passione | MOTOGP: Svelata la Yamaha M1 2013 | MX: Steven Frossard | SPORT: Enduro a riscio in Emilia Romagna


Honda CB1100 PreGI Estetica riusc<strong>it</strong>a e fin<strong>it</strong>ure esemplari dIFeTTI Il prezzo è alto, la qual<strong>it</strong>à si paga cara<br />

ProVa naKed<br />

Pura essenza<br />

di Andrea Perfetti | arriva anche in Italia l’erede<br />

della m<strong>it</strong>ica cB 750 Four. Fin<strong>it</strong>ure impeccabili, stile<br />

minimal, aBS di serie e una guida moderna e<br />

armoniosa che fanno innamorare.<br />

L’abbiamo provata a Valencia. costa 10.800 euro<br />

PreZZo 10.800 €<br />

2 3


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H<br />

onda cB1100. L’essenza della<br />

moto<br />

Una volta tanto partiamo dalle conclusioni.<br />

E vi diciamo che la CB1100<br />

è una di quelle moto che vorremo nel box sotto<br />

casa. Per lustrarci gli occhi con il suo ferro<br />

cromato e con la sua linea fuori dal tempo, che<br />

pare fatta apposta per non invecchiare. Sembra<br />

lontana decenni la mania degli anni 90 di aggiornare<br />

i modelli con cadenza quasi annuale.<br />

La crisi economica ha cambiato il nostro stile<br />

di v<strong>it</strong>a e la CB 1100 è figlia di questo tempo: un<br />

prodotto ben fatto, che non costa poco (10.800<br />

euro franco concessionario), progettato però per<br />

accompagnarci negli anni e non per cavalcare la<br />

moda del momento. Brava Honda, è quello che ci<br />

voleva. Tanto più che la nuova quattro cilindri si<br />

lascia guidare - come vedremo tra poco - meravigliosamente.<br />

Il Four in chiave moderna<br />

Ora vi parliamo della CB1100 del 2013, erede<br />

della fantastica concept presentata a Tokyo nel<br />

1999. In Europa è una nov<strong>it</strong>à assoluta, e molto attesa<br />

a giudicare dai commenti che avete lasciato<br />

su <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> In Giappone (dove ha cinque cavalli<br />

in meno a causa delle normative vigenti più restr<strong>it</strong>tive),<br />

è una delle moto più vendute e amate.<br />

Persino il boss supremo della Honda, Ito San, la<br />

usa spesso come mezzo personale in c<strong>it</strong>tà. Della<br />

sua m<strong>it</strong>ica progen<strong>it</strong>rice parleremo sotto, dopo<br />

le impressioni dinamiche della prova. A lei è dedicato<br />

un approfondimento dove non mancano<br />

le curios<strong>it</strong>à sulle CB del passato. Il motore della<br />

1100, raffreddato ad aria e olio, ha una cubatura<br />

effettiva di 1.140 cc (alesaggio e corsa 73,5x67,2<br />

mm), eroga 90 cv (66,2 kW) a 8.500 giri, con una<br />

coppia molto più favorevole rispetto all’antenata<br />

più prossima: siamo infatti a 9,5 kgm a soli 5.000<br />

Prove<br />

4 5


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giri, gest<strong>it</strong>i dall’iniezione elettronica PGM-FI con<br />

corpi farfallati da 36 mm, che sulla carta consentirebbe<br />

un consumo medio di 18 km/l. Rispetto<br />

al vecchio, grintosissimo motorazzo tutto nero<br />

di un tempo, il nuovo pluricilindrico argentato<br />

gode anche di un contralbero di bilanciamento<br />

per contrastare le vibrazioni, mantenendo però<br />

il cambio a 5 marce. Il suo carter frizione appare<br />

più generosamente dimensionato. Il basamento<br />

è infatti comune con quello della nuda CB1300.<br />

Le alette di raffreddamento dei cilindri sono realizzate<br />

con una procedura particolare e sono<br />

spesse solo 2 mm; l’aria attraversa i cilindri per<br />

lambire la zona della candele e tenere quindi<br />

bassa la temperatura del motore. Classicissima<br />

anche la ciclistica, basata su un telaio a doppia<br />

culla in tubi tondi d’acciaio che osp<strong>it</strong>a il motore<br />

con quattro attacchi rigidi e due silentblock.<br />

Prove<br />

La struttura ha il cannotto inclinato di 27° con<br />

avancorsa di 114 mm e un interasse lim<strong>it</strong>ato in<br />

1.490 mm. Davanti troviamo una forcella teleidraulica<br />

con steli da 41 mm di diametro, affiancata<br />

da una coppia di ammortizzatori che lavorano<br />

col forcellone scatolato in acciaio; entrambe le<br />

sospensioni sono regolabili nel precarico. Assolutamente<br />

vintage anche le ruote in lega, non tanto<br />

per il disegno a cinque razze sdoppiate (simile<br />

a quello dei cerchi Comstar), quanto per le misure<br />

inusuali oggi. Infatti sono da 18 pollici, con<br />

gomme da 110/80 e 140/70; i feticisti amanti dei<br />

m<strong>it</strong>ici Dunlop K81 si sfregheranno le mani. I freni<br />

sono Nissin, due dischi anteriori da 296 mm e<br />

uno posteriore da 256. Gli anteriori però hanno<br />

pinze da tre pistoncini, perché la nuova CB1100<br />

ha di serie il sistema di frenata integrale C-ABS<br />

e questa è una bella cosa. La nuova Honda pesa<br />

240 kg col pieno di 14,6 l<strong>it</strong>ri (non molti per una<br />

1100, anche se dichiaratamente parca). Per la<br />

cronaca, la CB1100F dell’83 pesava (sempre sulla<br />

carta) poco più di 256 kg col pieno di 20 l<strong>it</strong>ri.<br />

La nostra prova<br />

Con un interasse contenuto in 1.490 mm e una<br />

sella posta a soli 795 mm da terra, la CB1100 ci<br />

accoglie sulla sua poltrona come pascià. In strada<br />

appare piccola, su tutto svetta il grande motorone<br />

dai cilindri alettati con la sua imperiosa<br />

testata bialbero. Il serbatoio si sviluppa molto<br />

long<strong>it</strong>udinalmente, ma rimane stretto tra le gambe<br />

per non rubare la scena al quattro cilindri. La<br />

strumentazione è leggibile e ha uno stile classico<br />

molto elegante; bello lo sfondo dei due quadranti<br />

circolari verde, proprio come sulla m<strong>it</strong>ica Four<br />

del ‘69. Il manubrio cromato ha un’ottima piega,<br />

comoda ma non al punto di alleggerire troppo l’avantreno,<br />

e termina con le due leve, di frizione e<br />

freno, realizzate molto bene. Il peso non è dei più<br />

contenuti, ma nella guida questo non si avverte<br />

minimante. Solo issarla sul cavalletto centrale<br />

(di serie) richiede uno sforzo sopra la media.<br />

Ma veniamo al lato passionale della CB, quello<br />

che farà innamorare diversi motociclisti (cara<br />

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Il quattro conquista con una progressione piena<br />

e coinvolgente. Ricorda uno strumento musicale<br />

ottimamente accordato<br />

Honda, occhio al risultato degli eventuali demo<br />

ride, noi ti abbiamo avvisata...). Il quattro in linea<br />

è un motore con la M maiuscola, che non fa per<br />

niente rimpiangere i moderni “ad acqua”. A freddo<br />

come a caldo ha una silenzios<strong>it</strong>à meccanica<br />

commovente; non senti il benché minimo trascinamento,<br />

nessuna ruvid<strong>it</strong>à o vibrazione. Fantastico.<br />

Il cambio è invece appena duro, ma in sintonia<br />

col carattere vintage della moto e comunque la<br />

corsa è breve, secca. La coppia del motore fa il resto,<br />

tanto che cinque marce potrebbero persino<br />

sembrare troppe. Il quattro ha carattere - merce<br />

rara oggi a causa delle severe normative - e conquista<br />

con una progressione piena e coinvolgente.<br />

Ricorda uno strumento musicale ottimamente<br />

accordato, a ogni regime produce un suono e<br />

una spinta che ti strappano più d’un sorriso. Ecco<br />

la sua cartella clinica.<br />

Da 0 a 1.000 giri: la CB tace, al suo quattro<br />

Prove<br />

mancano ancora 100 giri all’appello.<br />

Da 1.000 a 2.000: signori si parte. Al minimo la<br />

moto accetta la piena apertura in quinta. Nessuno<br />

strappo, velluto puro.<br />

Da 2.000 a 3.000: e c’è chi li chiama “bassi”. In<br />

questo range la CB va già che è una meraviglia e<br />

in c<strong>it</strong>tà fa ciao ciao ai sol<strong>it</strong>i scooteroni.<br />

Da 4.000 a 5.000: primo cambio di carattere. Il<br />

quattro respira a pieni polmoni e produce musica<br />

dallo scarico (chissà se avesse un 4 in 4 come<br />

la prima CB...). Da 5.000 a 6.000: la vecchia CB<br />

750 Four è stata la prima superbike dell’era moderna?<br />

Ok, gli ingegneri giapponesi hanno detto<br />

alla moto di oggi di non scordarselo. La 1100<br />

spinge forte e non rinnega il passato. Ai regimi<br />

medi ha tanto pepe, diresti che ha anche più dei<br />

90 cavalli dichiarati. Non c’è storia con la concorrenza<br />

vintage odierna (leggi <strong>Moto</strong> Guzzi V7,<br />

Triumph Bonneville e Kawasaki W800). La Honda<br />

8 9


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costa di più, ma va il doppio. Da 6.000 a 7.000: il<br />

regime giusto tra una curva e l’altra, quando non<br />

si ha voglia di usare il cambio e si lasciano lasche<br />

le briglie della CB1100. Lei ringrazia, e accelera<br />

forte. Il sound è fantastico (pur essendo assolutamente<br />

civile). Da 7.000 a 9.400 giri: stiamo<br />

guidando una CB ad aria, non l’ultima CBR-RR.<br />

Questi non sono regimi da signora d’altri tempi,<br />

ma all’occorrenza lei ci va. E l’urlo allo scarico<br />

ti ricorda che la sua famiglia ha scr<strong>it</strong>to la storia<br />

dei moderni quattro cilindri. La CB1100 non è ovviamente<br />

solo motore. Sfodera infatti una guida<br />

sempre facile in c<strong>it</strong>tà come nel misto guidato. La<br />

risposta delle sospensioni non è affatto cedevole<br />

e consente di divertirsi in piena sicurezza anche<br />

dove l’asfalto non è perfetto. La misura degli<br />

pneumatici Bridgestone (solo 140 al posteriore)<br />

non deve trarre in inganno; l’aderenza è sempre<br />

valida e anche le perd<strong>it</strong>e di grip sono tenute sotto<br />

controllo dalla fantastica erogazione del quattro<br />

in linea fuori dalle curve. Ottima la frenata combinata<br />

con ABS di serie: richiede uno sforzo sopra<br />

la media (soprattutto all’anteriore), ma ripaga<br />

con una modulabil<strong>it</strong>à che esclude praticamente<br />

sempre l’intervento dell’ABS. La rapportatura<br />

lunga della quinta consente di viaggiare in autostrada<br />

con un filo di gas, con consumi vicini al<br />

dato dichiarato di 18 km/l. La CB 1100 sarà disponibile<br />

da febbraio nei colori rosso o bianco (il<br />

nero non sarà importato) e ha le carte in regola<br />

per rinverdire lo spettacolare passato della CB<br />

750 Four. A propos<strong>it</strong>o, ecco la sua storia!<br />

La storia del m<strong>it</strong>o<br />

La bella CB che abbiamo provato sulle strade<br />

intorno a Valencia è figlia di quella che a ragione<br />

può essere considerata la prima maxi moto<br />

dell’era moderna, la CB 750 Four del 1969 che ha<br />

prepensionato le moto sportive <strong>it</strong>aliane e inglesi<br />

degli anni 70. Era la fine degli anni 60 quando<br />

Honda decise che era ora di cambiare le carte<br />

in tavola e sconvolgere il mondo con un’astronave<br />

a due ruote. La sofisticatissima maximoto<br />

- oggetto del desiderio di un’intera genera-<br />

zione - comparve nel 1969, si chiamava CB750<br />

Four K0 – tutt’oggi ovviamente la più preziosa<br />

sul mercato del vintage - ed era semplicemente<br />

splendida. Aveva il motore a 4 cilindri trasversale<br />

da 736 cc, raffreddato ad aria, con distribuzione<br />

monoalbero in testa a due valvole per cilindro,<br />

cambio a 5 marce e avviamento sia elettrico che<br />

a pedale. E davanti, ud<strong>it</strong>e, ud<strong>it</strong>e, montava un freno<br />

a disco con comando idraulico, voluto da Soichiro<br />

Honda in persona. Una vera scultura meccanica,<br />

che brillava per le sue rutilanti quattro<br />

marm<strong>it</strong>te stile GP (di quei tempi), con “db killer”<br />

estraibili semplicemente sv<strong>it</strong>ando altrettante v<strong>it</strong>ine.<br />

La CB750 Four, primogen<strong>it</strong>a di una serie di<br />

Prove<br />

10 11


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quadricilindriche che comprese la successiva<br />

500, la 350 e la 400SS, era capace toccare i 190<br />

orari effettivi, ma oggi fa tenerezza leggere che un<br />

simile “mostro”, che nacque già come pietra miliare<br />

della storia del motociclismo, erogava poco<br />

meno di 70 cv a 8.500 giri con 60 Nm di coppia<br />

a 7.000, imbrigliati da un buon telaio in acciaio a<br />

doppia culla ma a malapena gest<strong>it</strong>i da un forcellone,<br />

e soprattutto da ammortizzatori, non certo<br />

all’altezza della s<strong>it</strong>uazione, se non per andare<br />

poco più che a spasso. Anche se, nel 1970, una<br />

versione Senior appos<strong>it</strong>amente allest<strong>it</strong>a dominò<br />

la 200 Miglia di Daytona in mano all’esperto Dick<br />

Mann. Nel ’71 la CB versione K1 fu oggetto di un<br />

leggero restyling e di alcune modifiche tecniche<br />

di dettaglio (comprese le marm<strong>it</strong>te rigorosamente<br />

sigillate), ma anche negli anni successivi non ci<br />

fu alcuna rivoluzione significativa, fino al modello<br />

del 1975, la CB750 Supersport F1, con serbatoio<br />

e codino completamente differenti, forcellone<br />

rinforzato e scarico singolo sulla destra. E venne<br />

anche realizzata una versione con cambio semiautomatico<br />

(Hondamatic), destinata espressamente<br />

al mercato USA. Con la CB750F2 del ’78 le<br />

ruote a raggi vennero sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e dalle compos<strong>it</strong>e<br />

Comstar, con doppio freno a disco anteriore. Ed<br />

ecco che nel 1979 arrivò anche il nuovo motore,<br />

il primo della generazione DOHC, ovvero bialbero<br />

in testa, con 4 valvole per cilindro, che, sempre<br />

in versione 750, equipaggiò anche diversi modelli<br />

custom o di ispirazione simile. E aumentò<br />

anche di cilindrata, con l’avvento delle bellissime<br />

versioni CB750F e 900F Bol D’Or (affiancate<br />

dalle omologhe F2 semicarenate) dedicate<br />

Prove<br />

12 13


ZooM<br />

ZooM<br />

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1 Il motore della 1100, raffreddato ad aria e olio, ha una<br />

cubatura effettiva di 1.140 cc (alesaggio e corsa 73,5x67,2<br />

mm), eroga 90 cv .<br />

2 I freni anteriori hanno pinze da tre pistoncini, perché<br />

la nuova CB1100 ha di serie il sistema di frenata integrale<br />

C-ABS.<br />

3 La strumentazione è leggibile e ha uno stile classico<br />

molto elegante; bello lo sfondo dei due quadranti circolari<br />

verde, proprio come sulla m<strong>it</strong>ica Four del ‘69.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

espressamente al mercato europeo, e presto segu<strong>it</strong>e,<br />

nel 1983, dalla possente CB1100F Bol D’Or,<br />

che in effetti fu la vera progen<strong>it</strong>rice della omonima,<br />

e praticamente omologa, “vintage bike” moderna<br />

che Honda ha finalmente deciso di mettere<br />

in produzione quest’anno. La prima bellissima<br />

CB1100F Bol D’Or aveva un bel passo per quei<br />

tempi: il suo quattro cilindri a 5 marce da 1.062<br />

cc infatti erogava circa 108 cv a 8.500 giri, con<br />

ben 97 Nm di coppia a 7.500, e superava agevolmente<br />

i 220 orari effettivi. L’ultima discendente<br />

della leggendaria CB750Four, in realtà rifà un po’<br />

il verso ad un modello di trent’anni fa, riproposto<br />

con un look elegante ma senz’altro meno aggressivo,<br />

addolc<strong>it</strong>o, come più dolce è il carattere del<br />

suo motore. Insomma, una moto che una volta<br />

era riservata a esperti smanettoni, oggi è diventata<br />

un’elegante nobildonna che si propone non<br />

solo a nostalgici ex-mangiamanubri, ma anche a<br />

giovani amanti del motociclismo d’antan.<br />

HONDA CB 1100 ABS 10.800 €<br />

Tempi: 4<br />

Cilindri: 4<br />

Cilindrata: 1140 cc<br />

Disposizione cilindri: in linea<br />

Raffreddamento: a liquido<br />

Avviamento: E<br />

Potenza: 90 cv (66 kW) / 7500 giri<br />

Coppia: nM / 5000 giri<br />

Marce: 6<br />

Freni: DD-D<br />

Misure freni: 296-256 mm<br />

Misure cerchi (ant./post.): 18’’ / 18’’<br />

Normativa antinquinamento: Euro 3<br />

Peso: 248 kg<br />

Lunghezza: 2195 mm<br />

Larghezza: 835 mm<br />

Altezza sella: 795 mm<br />

Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 14.6 l<br />

Segmento: Naked<br />

Prove<br />

16 17<br />

SCHEDA TECNICA


ProVa MoTocroSS<br />

in pista con<br />

le moto ufficiali<br />

di cairoli,<br />

Herlings<br />

e Nagl!<br />

di Andrea Perfetti | Provare le moto<br />

campioni del mondo è il sogno<br />

di ogni appassionato. Sulla pista di Mantova abbiamo<br />

guidato la splendida SX-F 350 di cairoli,<br />

la leggera SX-F 250 di Herlings e<br />

la brutale SX-F 450 di nagl<br />

18 19


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K<br />

TM SX-F Factory 2012. In<br />

pista con le moto ufficiali di<br />

cairoli, Herlings e nagl<br />

E’ difficile descrivervi l’emozione<br />

che segue la telefonata del nostro direttore. Ci ha<br />

appena comunicato che nell’arco di pochi giorni<br />

scenderemo in pista per provare le due moto<br />

campioni del mondo di motocross, classi MX1 e<br />

MX2. Il ricordo delle gare di questa incredibile<br />

stagione è ancora vivissimo, come limpide sono<br />

le immagini nella nostra mente di Antonio Cairoli<br />

e di Jeffrey Herlings che volano sulla sabbia di<br />

Lommel mortificando i talenti e le intenzioni del<br />

dream team americano durante l’ultimo <strong>Moto</strong>cross<br />

delle Nazioni. Ora toccherà a noi affrontare<br />

la più amichevole sabbia di Mantova in sella alle<br />

moto ufficiali del Team Red Bull KTM: sotto i gazebo<br />

della squadra di Claudio De Carli ci attendono<br />

la splendida SX-F 350 di Cairoli (campione<br />

del mondo MX1), la leggera SX-F 250 di Herlings<br />

(campione del mondo MX2) e la brutale SX-F<br />

450 di Nagl (16esimo nel mondiale MX1 e autore<br />

di un finale di stagione esaltante, culminato<br />

nella v<strong>it</strong>toria al Nazioni in Belgio). Rappresentano<br />

lo stato dell’arte nella tecnica motociclistica<br />

applicata al motocross e coronano gli sforzi della<br />

Casa austriaca nel raggiungere i vertici dell’offroad<br />

che conta. KTM, dopo avere dominato<br />

nell’Enduro (suoi due t<strong>it</strong>oli su tre nell’EWC 2012),<br />

ha stracciato la concorrenza anche nel mondiale<br />

di cross. Mer<strong>it</strong>o di due autentici fuoriclasse<br />

come Antonio e il giovane olandese, ma non si<br />

può che lodare anche il rendimento in pista dei<br />

mezzi meccanici: affidabili e dotati di motori potentissimi<br />

che hanno spesso portato i due portacolori<br />

KTM al primo posto nelle infuocate partenze<br />

dal cancelletto. KTM anche nella stagione<br />

appena conclusa ha segu<strong>it</strong>o la sua strada, che la<br />

vede credere nel telaio in acciaio e in mezzi ufficiali<br />

che non si discostano significativamente da<br />

quelli in produzione. Ci sono una cura maniacale<br />

dei dettagli e l’uso massiccio di parti speciali prese<br />

dal catalogo Power Parts. Come dire: anche<br />

l’appassionato (dotato di un bel portafogli) potrebbe<br />

farsi la sua factory bike nel garage di casa.<br />

cosa cambia rispetto alla serie<br />

Come anticipato, non bisogna aspettarsi chissà<br />

quale cambiamento rispetto alle moto che<br />

possiamo comprare nei concessionari KTM. A<br />

livello di motore c’è una precisa messa a punto.<br />

Cosa cambia esattamente su tutte e tre le cilindrate?<br />

Ce lo spiega il responsabile tecnico Dirk<br />

Gruebel: “abbiamo le valvole in t<strong>it</strong>anio e uno<br />

speciale pistone Pankl. Cambia anche il corpo<br />

dell’iniezione elettronica, mentre gli ingranaggi<br />

del cambio a 5 marce sono realizzati con un acciaio<br />

speciale. Differente è anche la frizione della<br />

Hinson. Più significative sono le modifiche alla<br />

Prove<br />

20 21


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ciclistica. Su tutte spicca l’adozione della poderosa<br />

forcella WP con steli da 52 mm; nuovo è anche<br />

il mono, sempre WP, con pistone in t<strong>it</strong>anio.<br />

Di questa lega sono fatte anche le pedane, i raggi<br />

e l’impianto di scarico completo realizzato per<br />

noi da Akrapovic”. Notiamo dei particolari speciali<br />

anche nei freni: le pinze sono Brembo, che<br />

fornisce anche le pompe (sia dei freni che della<br />

frizione idraulica). La componentistica è <strong>it</strong>aliana<br />

anche a livello di pneumatici, dove troviamo<br />

i leggendari Pirelli MT32 montati sulle mousse<br />

forn<strong>it</strong>e sempre dal costruttore lombardo. Non<br />

mancano i dettagli in fibra di carbonio, a protezione<br />

della culla del telaio e del disco del freno<br />

anteriore.<br />

La nostra prova sul circu<strong>it</strong>o Tazio nuvolari<br />

di Mantova<br />

La sabbia di Mantova, teatro di tante sfide mondiali<br />

e della prima stagionale dello Starcross, una<br />

volta tanto è decisamente favorevole al test in<br />

pista dei giornalisti. È spianata a meraviglia, bagnata<br />

quel tanto che basta a dare una grip eccellente<br />

alle Pirelli dei gioielli che andiamo a guidare.<br />

Riusciamo a scaricare a meraviglia i cavalli della<br />

250, ma il terreno che lega ci permette di saggiare<br />

la potenza anche della belva di Nagl. Andiamo<br />

con ordine, non di cilindrata, ma di ”prestigio”.<br />

La moto che scotta di più è sicuramente quella di<br />

Tony Cairoli, che si è imposto nella classe regina<br />

MX1 e ha vinto due manche su tre al Nazioni. A lei<br />

il primo posto anche nella nostra prova.<br />

KTM SX-F 350 antonio cairoli<br />

(numero 222)<br />

Non ci sono dubbi, è la migliore moto in prova.<br />

Dimostra tutta l’efficacia del Cairoli pilota e di<br />

quello collaudatore. La moto fa scintille tra le<br />

sue mani, ma fa anche godere l’ultimo degli amatori<br />

al via di una gara di regionale in virtù di un<br />

Prove<br />

22 23


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equilibrio pazzesco tra prestazioni motoristiche<br />

ed eccellenza delle sospensioni. Sprigiona l’impressionante<br />

potenza di 58 cavalli che proiettano<br />

i 102 chili a secco da una curva all’altra del circu<strong>it</strong>o<br />

con una facil<strong>it</strong>à e una rapid<strong>it</strong>à disarmanti.<br />

Non c’è la botta del 450, ma nemmeno l’iniziale<br />

pigrizia di un 250: il motore di Antonio risponde<br />

immediatamente al richiamo del gas con dolcezza,<br />

salvo poi distendersi agli alti dove sfodera una<br />

potenza a livello di un buon quattroemezzo. Ti dimentichi<br />

della frizione e sfrutti l’immenso range<br />

di utilizzo di questo motore. Superbo! Il nostro<br />

peso fa lavorare basso il retrotreno (pesiamo 85<br />

kg contro i circa 75 di Cairoli), lasciando un po’<br />

alta la forcella. In usc<strong>it</strong>a di curva emerge così un<br />

leggero sottosterzo, mentre la trazione è sempre<br />

semplicemente fantastica. La WP da 52 mm ha<br />

un funzionamento perfetto e mantiene la moto<br />

in assetto anche quando si sbaglia la sequenza<br />

di whoops o si atterra scomposti proprio dentro<br />

l’avvallamento vigliacco che “avv<strong>it</strong>erebbe” la forcella<br />

di qualunque moto di serie. Anche a livello<br />

ergonomico la moto di Cairoli si rivela meravigliosa<br />

grazie a le leve regolate alla perfezione e<br />

a un manubrio dalla piega abbastanza dr<strong>it</strong>ta, che<br />

ti fa sentire sub<strong>it</strong>o a casa. Anche i freni sono perfetti<br />

e coniugano potenza e modulabil<strong>it</strong>à.<br />

KTM SX-F 250 Jeffrey Herlings (numero<br />

84)<br />

La moto campione del mondo della MX2 è generosa<br />

con noi e sul pistone di Mantova ci regala<br />

badilate di divertimento. Non si può chiedere<br />

di più a una moderna moto da cross, davvero.<br />

Dove il motore della 350 impone di parzializzare<br />

(come nelle esse della pista), i 45 cavalli della<br />

moto di Jeffrey consentono di tenere il gas aperto<br />

e di impennare il piacere di guida sulla sabbia.<br />

Prove<br />

Bisogna chiamare in causa spesso la frizione per<br />

essere ancora più rapidi in usc<strong>it</strong>a di curva, ma la<br />

SX-F Factory è comunque tutt’altro che pigra ai<br />

bassi. Il monocilindrico ha una grande schiena<br />

ai medi e un allungo imperioso che consente di<br />

sfruttare alla grande la terza marcia su gran parte<br />

del tracciato lombardo. La forcella WP conquista<br />

con lo stesso fantastico comportamento<br />

conosciuto sulla 350, mentre il monoammortizzatore<br />

ha più precarico e dà un assetto neutrale<br />

alla moto. Herlings tiene le leve al manubrio<br />

basse, ma ci si fa presto l’ab<strong>it</strong>udine. Fastidiosa è<br />

invece la posizione alta del pedale del freno, che<br />

tra l’altro pecca in modulabil<strong>it</strong>à. Lo sfiori appena<br />

e lui inchioda sub<strong>it</strong>o la ruota. Al giovane campione<br />

MX2 piace così, noi durante il test abbiamo<br />

lim<strong>it</strong>ato al massimo il suo utilizzo troppo on/off<br />

(o tutto o niente).<br />

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KTM SX-F 450 Max nagl (numero 12)<br />

Pesa quasi come la moto di Cairoli (104 kg a secco),<br />

ma di cavalli ne ha 63. Esatto, sessantatre!<br />

Un dato esagerato, che ricorda le vecchie bestie<br />

di 500 cc a due tempi di qualche lustro fa. Per<br />

fortuna la moto del tedesco è trattabile ai bassi,<br />

dove comunque il lavoro di frizione aiuta a<br />

gestire la trazione in usc<strong>it</strong>a di curva, e lineare ai<br />

medi. Oltre questa soglia la SX-F spara al cielo la<br />

sabbia di Mantova, a ogni manata sul gas corrisponde<br />

un colpo di cannone dello scarico e una<br />

botta di adrenalina al cuore. Al cancelletto è una<br />

tempesta, ridicolizza le altre cilindrate che in<br />

confronto sembrano minicross. Ma come diavolo<br />

faceva Cairoli a battere Nagl in partenza? E’<br />

divertente giocare con lei e vedere di cosa è capace<br />

nei rari allunghi della pista, ma i tempi sono<br />

un’altra cosa e vengono fuori – cronometro alla<br />

mano – con le cilindrate più basse.<br />

Per assurdo la 450 sa anche essere una moto bonacciona,<br />

basta decidere di usare le marce alte e<br />

sfruttare la grande coppia ai medi per fare strada<br />

senza che il motore urli agli alti. L’assetto ricorda<br />

la 350 di Antonio, con una forcella rigida ma<br />

molto scorrevole, e un mono che tende a chiudersi<br />

leggermente sotto il nostro peso. E’ maneggevole<br />

e molto stabile anche nei tratti della<br />

pista che via via si bucano; il mer<strong>it</strong>o va in particolare<br />

alla ottima WP che digerisce ogni botta<br />

e attutisce alla grande gli errori di valutazione<br />

nell’atterraggio dai salti (che si arrivi lunghi o<br />

corti, gran parte del carico sulle braccia viene assorb<strong>it</strong>o<br />

in modo spettacolare dagli steli di questa<br />

forcella da 52 mm).<br />

A livello di taratura si nota immediatamente il<br />

lavoro spettacolare fatto dai ragazzi di De Carli<br />

Prove<br />

Al cancelletto la 450 è una tempesta,<br />

ridicolizza le altre cilindrate che in<br />

confronto sembrano minicross. Ma come<br />

diavolo faceva Cairoli a battere Nagl<br />

in partenza?<br />

sulla SX-F di Nagl. La sua moto, provata lo scorso<br />

anno in Francia, ci aveva lasciato a dir poco<br />

perplessi: motore (di 350 cc) appunt<strong>it</strong>o e nervoso<br />

(dove invece quello di Tony era semplicemente<br />

perfetto), forcella di marmo e monoammortizzatore<br />

troppo frenato.<br />

Il team romano ha messo a punto alla grande la<br />

450 di Max, che ora vanta lo stesso, fantastico<br />

equilibrio delle altre due moto factory provate<br />

a Mantova. E i risultati si sono visti, col tedesco<br />

costantemente ai piani alti della classifica della<br />

MX1.<br />

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<strong>Moto</strong>r Bike<br />

expo 2013<br />

verona<br />

di andrea Perfetti | Vi guidiamo nella vis<strong>it</strong>a<br />

virtuale dei padiglioni della fiera veronese.<br />

Partiamo ovviamente dal 1° padiglione con un<br />

segnale incoraggiante: il pubblico c’è<br />

ed è numeroso!<br />

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<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 Verona:<br />

Padiglione 1<br />

Vi guidiamo nella vis<strong>it</strong>a virtuale dei padiglioni<br />

della fiera veronese. Partiamo ovviamente dal<br />

primo padiglione con un segnale incoraggiante: il<br />

pubblico c’è ed è numeroso! Il Padiglione 1 osp<strong>it</strong>a<br />

interessanti stand che vendono abbigliamento e<br />

accessori dedicati al mondo custom. Nell’area<br />

centrale sono esposte le migliori realizzazioni<br />

scelte per il pubblico dalle riviste di settore. Non<br />

mancano espos<strong>it</strong>ori prestigiosi e noti sul panorama<br />

internazionale. Vi segnaliamo in particolare le<br />

realizzazioni di Mr. Martini e Headbanger. Il primo<br />

ha allest<strong>it</strong>o una giostra che osp<strong>it</strong>a fantastiche<br />

moto su base Triumph, ma anche Ducati e<br />

BMW. Headbanger svelerà invece in anteprima la<br />

sua nov<strong>it</strong>à per il <strong>Moto</strong>r Bike Expo alle 18. Restate<br />

sintonizzati! Nel frattempo buona vis<strong>it</strong>a del padiglione<br />

1 su <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong>.<br />

News<br />

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<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 verona<br />

Padiglioni 2 e 3<br />

di Andrea Perfetti | Proseguiamo il tour virtuale della<br />

fiera veronese. A spasso per i padiglioni 2 e 3, tra ragazze,<br />

accessori e splendide special<br />

M<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 Verona:<br />

Padiglioni 2 e 3<br />

Proseguiamo il tour virtuale della fiera veronese.<br />

A spasso per i padiglioni 2 e 3, tra ragazze, accessori<br />

e splendide special. Partiamo dal 2, dove<br />

siamo accolti dallo splendido “bar” Pirelli. Qui<br />

sono presentate le nuove gomme Night Dragon,<br />

realizzate espressamente per il mondo custom,<br />

ed è possibile ammirare all’opera i tatuatori che<br />

incidono e colorano gli pneumatici che corrono<br />

nella Superbike. Harley-Davidson occupa<br />

un’area immensa, dedicata alle recenti nov<strong>it</strong>à<br />

e al ricco catalogo di abbigliamento. Uno stand<br />

richiama l’attenzione sull’anniversario Harley<br />

- 110 anni di storia - che sarà celebrato a Roma<br />

nel 2013. Numerosi sono, come sempre, i preparatori,<br />

tra questi i ragazzi di TPR, che presentano<br />

diversi modelli su base Triumph Bonneville.<br />

Forn<strong>it</strong>o di ogni ben di Dio è lo spazio Zodiac, dedicato<br />

alle customizzazioni più radicali, con sost<strong>it</strong>uzione<br />

di cerchi e telaio.<br />

E una vis<strong>it</strong>a mer<strong>it</strong>a anche lo specialista Matrix,<br />

autore di alcune custom futuristiche curate ed<br />

eleganti. All’ingresso del Padiglione 3 la nostra<br />

attenzione ricade sulla bellissima Thunderbike<br />

PainTTless (sopra in foto), recente vinc<strong>it</strong>rice del<br />

campionato del mondo Custom Bike Building<br />

2012: la sua costruzione ha richiesto 8 mesi di lavoro,<br />

osservarla richiede pochi minuti ed è cosa<br />

buona e giusta! Gli stand sono davvero numerosi<br />

e, dopo aver visto la nostra gallery, vi inv<strong>it</strong>iamo<br />

a vis<strong>it</strong>are i due padiglioni di persona: offrono<br />

migliaia di accessori (tra abbigliamento e pezzi<br />

dedicati alla moto, anche d’epoca) in grado di<br />

accontentare anche l’appassionato più stravagante.<br />

News<br />

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<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 verona<br />

Padiglioni 4, 5 e 6<br />

di Andrea Perfetti | Tante le cose ancora da vedere in fiera<br />

a Verona. Passiamo ora ai padiglioni che osp<strong>it</strong>ano le grandi<br />

Case motociclistiche con tutte le nov<strong>it</strong>à 2013<br />

M<br />

<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 Verona:<br />

Padiglioni 4, 5 e 6<br />

Tante le cose ancora da vedere in fiera a Verona.<br />

Passiamo ora ai padiglioni che osp<strong>it</strong>ano le grandi<br />

Case motociclistiche con tutte le nov<strong>it</strong>à 2013. Gli<br />

appassionati di moto sono accontentati: al <strong>Moto</strong>r<br />

Bike Expo possono ammirare e toccare con<br />

mano gran parte delle nov<strong>it</strong>à esposte a Colonia e<br />

a Milano lo scorso novembre. Iniziamo la nostra<br />

vis<strong>it</strong>a dallo stand Kawasaki. Sue stelle indiscusse<br />

sono la nuova e aggressiva Z800 e la rinnovata<br />

Ninja 636, che catalizzano l’attenzione del<br />

numeroso pubblico. Semplicemente stupendo<br />

il concept Z1000 40esimo anniversario. Tante<br />

persone affollano anche lo spazio espos<strong>it</strong>ivo<br />

della Honda. Le nuove motorizzazioni (500 cc,<br />

ma anche la recente gamma 700 con cambio sequenziale)<br />

incuriosiscono il pubblico e attirano<br />

anche numerose ragazze, segno che c’è spazio<br />

per moto facili ma dall’estetica comunque curata<br />

e accattivante. C’è tanto interesse anche per<br />

la nuova CB1100 che <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> ha di recente provato.<br />

Ducati e Bimota tengono alta la nostra bandiera<br />

con la recente gamma presentata a EICMA.<br />

In particolare la Casa di Borgo Panigale dà risalto<br />

alla sua nuova Hypermotard e alla aggiornata<br />

Multistrada che a tre anni dal lancio riscuote<br />

un importante consenso presso il pubblico di<br />

Verona. Il padiglione 6 osp<strong>it</strong>a Suzuki e Yamaha.<br />

La prima mostra la custom Intruder C1500T, il<br />

rinnovato Burgman 650 e la sportiva GSX-R 1000<br />

Lim<strong>it</strong>ed Ed<strong>it</strong>ion. La Casa di Iwata espone anche a<br />

Verona il nuovissimo motore 3 cilindri che andrà<br />

a equipaggiare una nuova famiglia di moto nude<br />

e sportive. Presente al completo anche la gamma<br />

racing enduro e motocross, segno del tangibile<br />

interesse di Yamaha per questo segmento.<br />

<strong>Moto</strong>r Bike Expo segna la cresc<strong>it</strong>a dell’offerta di<br />

tre ruote in Italia. Oltre a Piaggio (qui assente) i<br />

consumatori possono ora rivolgere le loro attenzioni<br />

all’<strong>it</strong>aliana Quadro, che presenta il modello<br />

2013 del Quadro 350S, e alla francese Peugeot.<br />

Suo è infatti il nuovissimo Metropolis 400i a tre<br />

ruote che vedete nella nostra gallery a destra.<br />

Dalla Case del leone arriva anche la bellissima<br />

auto RCZ realizzata in collaborazione con Arlen<br />

Ness (esposta al Padiglione 4). In questi tre padiglioni<br />

potete anche ammirare una vasta offerta<br />

delle aziende che producono abbiglimento e accessori.<br />

Presentano le ultime nov<strong>it</strong>à 2013 GIVI, il<br />

Gruppo Nolan (coi marchi Grex, Nolan e X-l<strong>it</strong>e),<br />

UFO Plast, Metrak<strong>it</strong>, <strong>Moto</strong>airbag (che presenta<br />

il dispos<strong>it</strong>ivo di protezione che andrà in uso alla<br />

Polizia Stradale) e moltri altri ancora che vi consigliamo<br />

di vis<strong>it</strong>are di persona nei giorni di apertura<br />

al pubblico.<br />

News<br />

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Headbanger Satèn<br />

a <strong>Moto</strong>r Bike expo 2013<br />

di Maurizio Tanca | Sorpresa Headbanger all’Expo veronese:<br />

arriva un modello entry level, motore monocilindrico, prezzo<br />

9.000 euro… Si chiama Satèn, e non è una custom!<br />

C<br />

ertamente è abbastanza risaputo<br />

che a Giorgio Sandi, patròn di Headbanger,<br />

piacciano le sorprese,<br />

per di più enfatizzate a r<strong>it</strong>mo di rock.<br />

La cosa si è ripetuta all’MBE veronese, poco prima<br />

della chiusura della giornata: la nov<strong>it</strong>à che<br />

Sandi si apprestava a svelare è stata annunciata<br />

da un lungo riff di rock duro e graffiante (nella<br />

fattispecie Whole Lotta Love dei Led Zeppelin,<br />

mica paglia….) rec<strong>it</strong>ato da Sebo, il ch<strong>it</strong>arrista<br />

della band ufficiale del Marchio bresciano, utilizzando<br />

Grace, la speciale ch<strong>it</strong>arra realizzata da<br />

Ibanez per Headbanger. Ma veniamo alla nov<strong>it</strong>à:<br />

via il velo, ed ecco apparire una snellissima monocilindrica<br />

tirata all’osso, misto enduro/motard,<br />

con carrozzeria in alluminio grigio satinato.<br />

Infatti si chiama Satèn, ma con la “è”, come un<br />

celebre vino che nasce in terra di Franciacorta,<br />

nel bresciano, dove il giovane marchio <strong>it</strong>aliano<br />

ha la sua casa. La nuova Headbanger “piccola”<br />

è naturalmente ispirata alle enduro anni settanta,<br />

monta un motore Honda 600 di derivazione<br />

XL alimentato a carburatore, tutto nero, per far<br />

contrasto al grigio dell’insieme, e che da voce ad<br />

uno scarico “2 in 1” (il motore ovviamente è a 4<br />

valvole) realizzato in casa da Luciano Andreoli,<br />

ovvero colui che costruisce tutte le Headbanger,<br />

e che ha ideato anche questa Satèn da meno di<br />

140 chili. La parte anteriore del telaio è pure di<br />

derivazione Honda, mentre le sospensioni sono<br />

Paioli, con forcella a steli rovesciati. Davanti spicca<br />

un discone da 330 mm con pinza HB Beringer<br />

a 4 pistoncini, mentre dietro troviamo un disco<br />

da 250, con pinza autoctona. Le ruote sono da<br />

17”,con gomme da 120/70 e 160/60 – si puo’<br />

scegliere tra stradali e tassellate - mentre il serbatoietto<br />

tiene 12 l<strong>it</strong>ri, e la sella è a 90 cm da terra.<br />

Sella realizzata artigianalmente in pelle, come<br />

artigianali sono il codino spazzolato e le pedane,<br />

tutto Made in Headbanger. Prezzo indicativo (da<br />

entry level, considerando il listino delle special di<br />

Rovato): circa 9.000 euro.<br />

News<br />

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le Girls più<br />

belle della Fiera<br />

di verona<br />

<strong>Moto</strong>r Bike expo significa moto, custom e<br />

special. Ma dove ci sono motori non possono<br />

mancare, come dice il detto, le donne. ecco la<br />

gallery con le ragazze più belle della fiera di<br />

Verona<br />

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News<br />

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v<strong>it</strong>o cicchetti<br />

“Stiamo lavorando a una moto da<br />

sogno figlia della <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>”<br />

di Ippol<strong>it</strong>o Fassati | “Abbiamo anticipato problematiche,<br />

legislazioni, regolamenti, lim<strong>it</strong>i e gusti del pubblico,<br />

abbiamo offerto moto e scooter dagli incredibili contenuti<br />

tecnici ma dal prezzo vantaggioso”. Questo è il segreto del<br />

successo di Honda secondo V<strong>it</strong>o Cicchetti. Che non<br />

dimentica la supersportiva in arrivo<br />

R<br />

<strong>it</strong>iene che il mer<strong>it</strong>o<br />

del primo posto<br />

ottenuto in Italia<br />

nelle vend<strong>it</strong>e moto<br />

(e scooter al netto della commessa<br />

delle Poste di Piaggio)<br />

sia parte mer<strong>it</strong>o della capac<strong>it</strong>à<br />

di Honda di interpretare le necess<strong>it</strong>a’<br />

attuali del mercato?<br />

«Honda è complessivamente<br />

leader del mercato <strong>it</strong>aliano da<br />

vent’anni ormai ma fino al 2011<br />

ci è a volte mancato il singolo<br />

primo posto nelle moto e negli<br />

scooter. Nel 2012, nonostante<br />

la contrazione dei volumi in<br />

tutta Europa e in Italia, abbiamo<br />

aumentato drasticamente<br />

lo share superando Bmw nelle<br />

moto e Piaggio negli scooter,<br />

escludendo le 15mila un<strong>it</strong>à<br />

della commessa di Poste<br />

Italiane. Il mer<strong>it</strong>o è di Honda.<br />

Anticipando problematiche,<br />

42<br />

legislazioni, regolamenti, lim<strong>it</strong>i<br />

e gusti del pubblico, abbiamo<br />

offerto moto e scooter dagli<br />

incredibili contenuti tecnici ma<br />

dal prezzo vantaggioso, andando<br />

di fatto a rispondere alla<br />

domanda attuale del pubblico<br />

e mostrando lungimiranza.<br />

Ne sono esempi il nuovo SH<br />

con ABS, start&stop, consumi<br />

bassissimi e vano per il casco<br />

integrale, la NC700 da quasi<br />

30km/l e con vano portacasco,<br />

anche in versione a doppia frizione.<br />

Nel 2016 arriverà l’ABS<br />

obbligatorio e siamo già al 90%<br />

della gamma disponibile con<br />

questo dispos<strong>it</strong>ivo. Inoltre, la<br />

nuova patente A2 entra in vigore<br />

il 19 gennaio e abbiamo<br />

già moto pensate esattamente<br />

per questa potenza, non delle<br />

depotenziate. E’ un segnale<br />

di quello che Honda sa fare:<br />

ingegneria sopraffina ma con<br />

un’attenta analisi del mercato<br />

e degli scenari internazionali,<br />

ovviamente rispettando i gusti<br />

degli appassionati».<br />

come ha potuto reagire così<br />

velocemente Honda nel progettare<br />

e produrre prodotti<br />

attuali con prezzi e consumi<br />

contenuti ma innovativi a livello<br />

di tecnologia?<br />

«Il perdurare della crisi economica<br />

mondiale, soprattutto<br />

nell’area europea, era stata prevista<br />

con anticipo. Già nel 2007<br />

era chiaro che gli anni a venire<br />

avrebbero avuto il segno meno<br />

davanti ai volumi di vend<strong>it</strong>a. In<br />

momenti di cresc<strong>it</strong>a, quando il<br />

potere d’acquisto lo permette,<br />

si possono offrire nuovi modelli<br />

puntando quasi solo sulle prestazioni,<br />

andando a spingere<br />

soprattutto sul fattore emozionale,<br />

perché in quei momenti i<br />

fattori più razionali passano in<br />

secondo piano. Le nostre analisi<br />

di mercato e di scenario, indicano<br />

invece da qualche anno<br />

che i valori cardine di Honda,<br />

come l’affidabil<strong>it</strong>à, la qual<strong>it</strong>à,<br />

le prestazioni, sono rimasti un<br />

punto fermo, ma a questi si<br />

sono affiancati la sicurezza, l’efficienza<br />

dei consumi, il valore<br />

della tecnologia utile, la tenuta<br />

del valore dell’usato. Analizzando<br />

quest’ultimo fattore con<br />

attenzione, si nota che negli<br />

anni l’utenza ha verificato che<br />

anche se l’acquisto finale qualche<br />

volta può costare qualche<br />

punto percentuale in più di alcuni<br />

modelli concorrenti, dopo<br />

2-4 anni il valore di una Honda<br />

usata spesso è sensibilmente<br />

più alto».<br />

SH, uno dei cavalli di battaglia,<br />

ha ricevuto un grande apprezzamento<br />

premiando la scelta<br />

di innovare ma mantenere un<br />

prezzo simile all’anno scorso.<br />

«Abbiamo voluto dare un preciso<br />

segnale ai clienti <strong>it</strong>aliani.<br />

Il nuovo SH ABS ha un prezzo<br />

così compet<strong>it</strong>ivo soprattutto<br />

in Italia, infatti negli altri paesi<br />

europei costa di più, perfino in<br />

versione senza bauletto e parabrezza.<br />

L’SH è un’icona del<br />

mercato <strong>it</strong>aliano, con un tasso<br />

di penetrazione incredibile. E’<br />

amatissimo ed è da sempre<br />

molto desiderato. Era nostra<br />

precisa intenzione ringraziare<br />

e premiare i clienti <strong>it</strong>aliani con<br />

un prezzo particolarmente appetibile.<br />

Tuttavia non abbiamo<br />

certo rinunciato alla qual<strong>it</strong>à del<br />

prodotto, che è e rimane inim<strong>it</strong>abile,<br />

la massima espressione<br />

News<br />

tecnologica del commuting<br />

urbano. L’ABS di serie è stato<br />

accolto benissimo dai clienti<br />

ed è molto apprezzato per la<br />

sensazione di sicurezza che<br />

trasmette. E poi è il punto di<br />

partenza di uno scooter che ha<br />

di serie tantissimi plus, come lo<br />

Start&Stop, consumi bassissimi,<br />

il vano per un casco integrale,<br />

bauletto e parabrezza di serie,<br />

doppio cavalletto, eleganza,<br />

qual<strong>it</strong>à ineguagliabile e ovviamente<br />

prestazioni ottime».<br />

Qual’e’ il grado di soddisfazione<br />

che rilevate sui clienti che<br />

scelgono il cambio automatico<br />

sequenziale sulla serie<br />

700?<br />

«La soddisfazione maggiore la<br />

otteniamo con gli scettici. Molti<br />

motociclisti si avvicinano alle<br />

nostre moto 1200 e 700 con<br />

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Non necessariamente creare emozione vuol dire<br />

progettare una supersport. Comunque sì, stiamo<br />

lavorando a una moto da sogno con tecnologia<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

cambio a doppia frizione con<br />

l’atteggiamento di chi tanto<br />

non si farà mai convincere. Fanno<br />

la prova e quando tornano<br />

hanno il sorriso che gli esce dal<br />

casco. Il cambio sequenziale<br />

a doppia frizione è il futuro del<br />

cambio motociclistico, perché<br />

è efficacissimo, divertente e<br />

non toglie nulla al piacere di<br />

guidare la moto.<br />

Sull’Integra il problema non si è<br />

posto, perché avendo l’aspetto<br />

di un maxiscooter è stato acquistato<br />

con la consapevolezza<br />

di entrare in possesso di un<br />

veicolo con cambio automatico,<br />

seppure a 6 rapporti gest<strong>it</strong>i<br />

elettronicamente. Al momento<br />

la domanda per questo tipo di<br />

cambio, sui modelli offerti anche<br />

con cambio tradizionale,<br />

è del 50% e puntiamo al 70%<br />

entro il 2013. Il livello di soddisfazione<br />

è altissimo. Da una<br />

indagine effettuata sui nostri<br />

clienti abbiamo rilevato che il<br />

70% lo ha comprato dopo averlo<br />

provato e che il 99% di chi lo<br />

possiede lo suggerisce».<br />

come si spiega la presentazione<br />

di alcuni vostri nuovi<br />

modelli derivati dai mercati<br />

asiatici, lontano dalle fiere?<br />

«Alcuni nuovi modelli Honda,<br />

quelli di cilindrata medio/piccola<br />

in particolare, sono prodotti<br />

pensati per il mercato globale.<br />

Creare modelli che possono<br />

essere appetibili per diverse regioni<br />

del mondo ci permette di<br />

incrementare i volumi e massimizzare<br />

le economie di produzione<br />

per essere più efficienti e<br />

quindi più compet<strong>it</strong>ivi. Questo<br />

nuovo indirizzo è cominciato<br />

con il PCX ed è prosegu<strong>it</strong>o con<br />

il Vision, con la CBR250R e oggi<br />

con le nuove CB500. Anche la<br />

nuova divertentissima MSX125<br />

fa parte di questo filone. Sono<br />

modelli dalle qual<strong>it</strong>à eccellenti<br />

e dai prezzi compet<strong>it</strong>ivi perché<br />

anche l’approvvigionamento<br />

dei componenti è su scala globale.<br />

Ovviamente però alcuni<br />

di loro hanno mercati di riferimento<br />

diversi, e quindi viene<br />

data maggiore enfasi al lancio<br />

locale. Se per noi era ovvio presentare<br />

il Forza 300 C-ABS ad<br />

Eicma, per l’MSX125 era ovvio<br />

dare la precedenza alla Thailandia<br />

e per la Gold Wing agli Stati<br />

Un<strong>it</strong>i. Ma l’Italia e l’Europa sono<br />

comunque importantissime,<br />

basti pensare che la nuova F6B,<br />

che ha come mercato di riferimento<br />

sempre gli Stati Un<strong>it</strong>i, è<br />

stata comunque presentata ad<br />

Eicma. Ad ogni modo presentare<br />

le tantissime nov<strong>it</strong>à di Honda<br />

degli ultimi anni tutte ad Eicma<br />

avrebbe significato svalutarne<br />

l’impatto. Meglio distribuirle<br />

durante l’anno».<br />

Honda è storicamente anche<br />

emozione. avete annunciato<br />

di tornare a questo tipo di<br />

moto, cosa ci potete anticipare<br />

del progetto della nuova supersportiva<br />

stradale derivata<br />

dalla <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>?<br />

«Non necessariamente creare<br />

emozione vuol dire progettare<br />

una supersport. Comunque sì,<br />

stiamo lavorando a una moto<br />

da sogno con tecnologia <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>.<br />

Il motore sarà ovviamente<br />

V4 da 1000cc e rappresenterà<br />

il riferimento assoluto in<br />

termini di prestazioni globali,<br />

sia per il motore che per la ciclistica.<br />

Come ha anticipato<br />

il presidente dell’HRC Tetsuo<br />

Suzuki, rappresenterà la base<br />

per partecipare alle competizioni<br />

mondiali, grazie ad un k<strong>it</strong><br />

racing di altissimo livello che la<br />

trasformerà in una vera moto<br />

da competizione.<br />

Il prezzo base della moto sarà<br />

più alto di una supersportiva<br />

come la nostra bellissima Fireblade,<br />

ma non el<strong>it</strong>ario in senso<br />

assoluto. La CBR1000RR resterà<br />

comunque normalmente in<br />

vend<strong>it</strong>a perché rappresenta ancora<br />

oggi in assoluto la migliore<br />

superbike con cui divertirsi<br />

pienamente anche su strada».<br />

dopo aver affrontato alcuni<br />

problemi, quanto conta oggi<br />

atessa nella produzione globale<br />

Honda?<br />

«La Fabbrica di Atessa diventerà<br />

via via il polo europeo per<br />

la produzione commuting,<br />

che non vuol dire solo scooter.<br />

Confluiranno qui in Italia nuovi<br />

modelli perché la Casa Madre<br />

conosce bene il valore della<br />

qual<strong>it</strong>à Honda Italia. E’ una<br />

delle migliori fabbriche Honda<br />

nel mondo, grazie non solo<br />

all’alta tecnologia applicata<br />

alle linee produttive ma anche<br />

alle capac<strong>it</strong>à della forza lavoro.<br />

Il ridimensionamento è stato<br />

purtroppo necessario perché<br />

con volumi di vend<strong>it</strong>a in calo<br />

in tutta Europa non era più sostenibile<br />

un assetto pensato<br />

per costruire 200mila veicoli<br />

l’anno.<br />

Tuttavia resta il fiore all’occhiello<br />

di Honda in Europa per quanto<br />

riguarda la produzione a due<br />

ruote, e continuerà ad esserlo,<br />

perché l’Europa è il riferimento<br />

mondiale per le future tendenze<br />

e per il pubblico particolarmente<br />

esigente. L’Italia poi<br />

rappresenta sempre il 30-40%<br />

dell’immatricolato in Europa e<br />

l’obiettivo è di rafforzare la nostra<br />

presenza».<br />

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C iao<br />

a<br />

tutti!<br />

In<br />

ques<br />

t o<br />

periodo<br />

faccio fatica ad orientarmi:<br />

arrivano brutte notizie<br />

sia dalla Dakar sia dal<br />

Mali, le une di carattere<br />

sportivo e le altre pol<strong>it</strong>ico,<br />

e nella mia testa le cose<br />

si confondono. Perché ai<br />

miei tempi il Mali “era” la Dakar, era forse il posto<br />

più bello e caratteristico del rally; e purtroppo la<br />

morte è la morte. Le terribili immagini di quel povero<br />

ragazzo che si è fracassato sabato scorso<br />

con la sua KTM contro la macchina dei Carabineros<br />

cileni, si sovrappongono a quelle dell’avanzata<br />

francese nel nord Africa –in appoggio al<br />

governo locale minacciato dagli integralisti- per<br />

Nico cereghini<br />

“il Mali era la bellezza<br />

della Dakar”<br />

Mi fa effetto vedere che oggi il Sahel è il teatro<br />

di una guerra, e nella mia testa si confondono le<br />

tragedie africane e quelle del rally, di qua e di là<br />

dall’Atlantico<br />

riprendere Konna, non lontano da Mopti dove si<br />

faceva tappa con Orioli De Petri Picco e Teruzzi.<br />

Come si farà ad ottenere giustizia per il più giovane<br />

motociclista, che era esordiente alla Dakar?<br />

Le autor<strong>it</strong>à dicono che si sia addormentato nel<br />

lungo trasferimento, invadendo la carreggiata<br />

opposta, ma una foto dell’auto coinvolta, di traverso<br />

sulla strada, fa pensare piuttosto ad una<br />

inversione tentata dai carabineros. E di sicuro<br />

Thomas non dormiva: raccontano di una lunga<br />

striscia nera sull’asfalto, a documentare il suo<br />

disperato tentativo di frenare. Mi torna in mente<br />

il povero Gilles Lalay, morto contro un’ambulanza<br />

nel 1992, al quale ero affezionato; ma mi<br />

compaiono davanti anche le espressioni felici di<br />

Giampaolo Marinoni, di Fabrizio Meoni, di tanti<br />

altri che erano pieni di energia e si sono fermati<br />

lì. Consola –diciamo tra noi- la consapevolezza<br />

che Fabrizio e compagni stavano facendo quello<br />

che più amavano; e allora come sempre andiamo<br />

avanti con la convinzione (forse assolutoria)<br />

che si debba e si possa lavorare sulla sicurezza,<br />

e questo basti per segu<strong>it</strong>are ad amare il nostro<br />

sport. Ma le tante morti che i questi giorni funesteranno<br />

il Mali, il nostro Mali sconvolto dalla<br />

guerra, sono forse ancora più difficili da accettare.<br />

Abbiamo conosciuto quella gente, siamo stati<br />

nei giardini di Tessal<strong>it</strong>, sulle piste che portano<br />

a Gao, tra le meraviglie arch<strong>it</strong>ettoniche di Tombouctou.<br />

Abbiamo cenato nei freschi ristoranti<br />

della cap<strong>it</strong>ale Bamako, conosciuto molti maliani<br />

e anche tanti europei che sono là per validi progetti<br />

di cooperazione.<br />

Ora la guerra, leggo che Al Qaeda minaccia Parigi<br />

ma chissà poi se è vero; di certo la Francia mantiene<br />

tuttora rapporti stretti con i governi delle<br />

sue ex-colonie (6.000 francesi solo a Bamako),<br />

e immagino che gli interessi economici in gioco<br />

siano anche superiori a quelli pol<strong>it</strong>ici. Ma il Mali<br />

era ed è considerato uno dei posti più poveri del<br />

mondo, minime risorse; era pacifico, allora, non<br />

come la confinante e integralista Maur<strong>it</strong>ania che<br />

nel ’91, quando scoppiò la guerra del Golfo, osp<strong>it</strong>ò<br />

per qualche tempo i familiari di Saddam Hussein.<br />

Noi per caso eravamo proprio là, e per una<br />

giornata intera la carovana della Dakar fu trattenuta<br />

nei confini con dei pretesti, praticamente<br />

in ostaggio. C’era molta tensione. Ora chissà<br />

quanta gente morirà, la guerra non fa sconti ed è<br />

spesso contagiosa.<br />

A Parigi c’è la paura che Al Qaeda compia attacchi<br />

anche sul suolo francese.<br />

Le autor<strong>it</strong>à dicono che si sia addormentato nel<br />

lungo trasferimento, invadendo la carreggiata<br />

opposta, ma una foto dell’auto coinvolta,<br />

di traverso sulla strada, fa pensare piuttosto<br />

ad una inversione tentata dai Carabineros<br />

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C<br />

iao a tutti!<br />

Gira in<br />

tivù da<br />

qualche<br />

tempo<br />

una serie<br />

di spot di<br />

una nota<br />

compagnia di assicurazioni.<br />

E uno di questi mi pare<br />

parecchio scorretto. Lo<br />

avrete visto anche voi: un<br />

esploratore un po’ sprov-<br />

veduto attraversa la giungla a dorso di elefante<br />

e intanto, imprudentemente, scrive una lettera<br />

alla fidanzata lontana; tutto preso dalla romantica<br />

operazione, si disinteressa della marcia e<br />

lascia che l’elefante segua la guida indigena, fino<br />

a che succede quello che doveva succedere: un<br />

ramo più basso degli altri lo colpisce alla testa e<br />

lo scaraventa, dopo uno spettacolare rimbalzo<br />

Nico cereghini<br />

“Scrivere messaggi<br />

mentre si guida…”<br />

E’ una cosa gravissima nonché pun<strong>it</strong>a dalla legge.<br />

E ormai è una piaga. Eppure c’è una compagnia<br />

di assicurazioni che, con uno spot in tivù, tratta<br />

la questione con superficial<strong>it</strong>à e con le parole<br />

sbagliate<br />

sul deretano del pachiderma, giù tra le frasche.<br />

A questo punto lo slogan suona così: “Scrivere<br />

messaggi mentre si guida può causare incidenti.<br />

Noi ti assicuriamo al meglio, a proteggerti pensaci<br />

anche tu!”. Come sarebbe a dire?! Scrivere<br />

messaggi mentre si guida è pericolosissimo, non<br />

si deve assolutamente fare, è vietato dalla legge!<br />

Altro che “può causare incidenti” e “pensa a<br />

proteggerti”! Non è ammissibile che si confonda<br />

un gesto così grave –pun<strong>it</strong>o con 152 euro di multa,<br />

5 punti in meno sulla patente e anche la sospensione<br />

in caso di recidiva nel biennio- con una<br />

qualsiasi imprudenza domestica. E dico questo<br />

perché in un altro spot della stessa compagnia<br />

c’è un altro tipo che attiva un enorme interruttore<br />

elettrico stando con i piedi a mollo nell’acqua;<br />

lui prende la scossa e lo slogan conclusivo è lo<br />

stesso. A me sembra molto grave che la guida<br />

con il cellulare alla mano sia trattata alla stessa<br />

stregua di una disattenzione. E non lo dico per<br />

moralismo. Intanto si tratta di una pesante infrazione<br />

al codice della strada; e poi c’è gente che<br />

ha perso la v<strong>it</strong>a, per colpa di un guidatore impegnato<br />

col telefonino. Sappiamo di v<strong>it</strong>time tra i pedoni,<br />

tra gli automobilisti, i ciclisti e i motociclisti.<br />

Ed è una piaga che noi conosciamo bene, perché<br />

questi telefonisti al volante li vediamo dappertutto,<br />

in autostrada come in c<strong>it</strong>tà: non si guardano<br />

intorno, rallentano di colpo, non mettono le frecce<br />

quando cambiano direzione. Tanto che siamo<br />

costretti allo strabismo, per studiare dentro<br />

ogni macchina le intenzioni del suo guidatore e<br />

contemporaneamente sorvegliare dove girano<br />

le ruote anteriori. Il fenomeno dilaga, e in una<br />

c<strong>it</strong>tà come Milano un automobilista su tre sta<br />

telefonando, ci si potrebbe scommettere, e noi<br />

rischiamo la pelle ogni giorno. Uno slogan come<br />

quello è troppo tenero. Quasi comprensivo.<br />

Come dire “tu fai pure, sei un birbante e dovresti<br />

stare più attento; ma con noi sei ben assicurato”.<br />

Almeno a me pare così. Le parole hanno una<br />

grande importanza, e di fronte ad un problema<br />

così vasto da diventare una vera e propria piaga<br />

sociale mi pare che sia ancora più importante<br />

dire le parole giuste. Sono un fissato o siete d’accordo<br />

con me? E allora, chiediamo alla compagnia<br />

in questione di cambiare lo slogan finale con<br />

una comunicazione più corretta?<br />

nota della redazione:<br />

Come Nico, anche gli altri della redazione di<br />

<strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> si spostano a Milano con le due ruote<br />

(moto, bici o scooter che sia). E siamo tutti testimoni<br />

del dilagante - e pericolosissimo - malcostume<br />

di molti automobilisti. Per questo vi<br />

mostriamo nuovamente il video realizzato dal<br />

governo inglese. Può urtare la sensibil<strong>it</strong>à dei lettori,<br />

ma vi inv<strong>it</strong>iamo ugualmente a guardarlo e a<br />

riflettere sulla pericolos<strong>it</strong>à della scr<strong>it</strong>tura degli<br />

SMS (ma anche di e-mail e quant’altro) al volante.<br />

Non usiamo il cellulare alla guida e esortiamo<br />

gli altri a fare lo stesso.<br />

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John Br<strong>it</strong>ten<br />

genio e passione<br />

di Maurizio Tanca | L’ingegnere<br />

neozelandese divenne notissimo<br />

negli anni novanta per aver<br />

realizzato una formidabile<br />

bicilindrica da competizione<br />

tecnologicamente paragonabile<br />

ad una <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> attuale<br />

N<br />

ato a Christchurch, in Nuova Zelanda, il 1° di agosto<br />

del 1950, e purtroppo stroncato a soli 45 anni<br />

da un male incurabile, John Kenton Br<strong>it</strong>ten era<br />

un ingegnere meccanico cresciuto avendo come<br />

riferimenti alcuni suoi connazionali diventati celebri<br />

nel mondo dei motori. Ovvero Richard Pearse,<br />

uno dei pionieri dell’aviazione, Bill Hamilton<br />

(inventore delle barche spinte da motori jet), il<br />

m<strong>it</strong>ico Bruce Mclaren, ottimo pilota e fondatore,<br />

nel 1963, dell’omonimo team di Formula 1, e<br />

il famoso Burt Munro, detentore di parecchi record<br />

di veloc<strong>it</strong>à con la sua Indian, celebrato dal<br />

grande Anthony Hopkins nel film “La Indian più<br />

veloce del mondo” (se non l’avete mai visto, ve<br />

lo consigliamo vivamente). Ma anche Br<strong>it</strong>ten divenne<br />

famosissimo nel suo Paese, e nel mondo<br />

del motociclismo, perché a cavallo tra gli anni 80<br />

e 90 creò dal nulla una moto da competizione<br />

davvero straordinaria, che ovviamente portava il<br />

suo nome: la Br<strong>it</strong>ten V1000, una formidabile bicilindrica<br />

della quale John, prima di morire, riuscì<br />

a costruire 10 esemplari, oltre al prototipo originario.<br />

La Br<strong>it</strong>ten era un moto tecnologicamente<br />

News<br />

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all’avanguardia, costru<strong>it</strong>a utilizzando materiali<br />

pregiati e fibre compos<strong>it</strong>e, in particolare la fibra<br />

di carbonio, con la quale Br<strong>it</strong>ten aveva particolare<br />

dimestichezza. John aveva precedentemente<br />

lavorato attorno alla sua Ducati, modificandola<br />

profondamente, ma senza ottenere i risultati<br />

che un perfezionista come lui esigeva. Dunque<br />

decise di farsi una moto tutta sua - motore incluso,<br />

naturalmente – e nel 1992 fondò la Br<strong>it</strong>ten<br />

<strong>Moto</strong>rcycle Company nella sua officina privata,<br />

dando v<strong>it</strong>a ad un vero e proprio capolavoro. Il<br />

“cuore” della Br<strong>it</strong>ten V1000 era un bicilindrico a<br />

V stretta di 60° da 999,7 cc (98,9x65 mm), raffreddato<br />

a liquido con radiatore sotto la sella e<br />

con distribuzione bialbero in testa a 4 valvole in<br />

t<strong>it</strong>anio (da 40 mm in aspirazione e 33 allo scarico)<br />

per cilindro. Il rapporto di compressione era<br />

52<br />

di 11,3:1, con pistoni a testa piatta spinti da bielle<br />

anch’esse in t<strong>it</strong>anio. L’alimentazione era ad iniezione<br />

elettronica sequenziale con due iniettori<br />

per cilindro, abbinata ad un sistema programmabile<br />

di acquisizione dati. La lubrificazione era<br />

a carter umido, e la trasmissione si avvaleva di<br />

un cambio a 5 o 6 marce, con frizione a secco<br />

antisaltellamento. Le prestazioni del V2 australe<br />

erano già notevolissime ai primi vag<strong>it</strong>i: si parlava<br />

infatti di quasi 160 cv a 12.000 con regime massimo<br />

a 12.500, che nelle ultime evoluzioni, poco<br />

dopo la scomparsa di Br<strong>it</strong>ten, pare siano sal<strong>it</strong>i a<br />

oltre 180, per una veloc<strong>it</strong>à massima vicina ai 305<br />

km/h. Di questo motore venne realizzata anche<br />

una versione da 1100 cc per partecipare a gare<br />

open, e vennero realizzate e provate anche testate<br />

a 5 valvole. Così ci ha raccontato Roberto<br />

News<br />

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Crepaldi, cont<strong>it</strong>olare della milanese CR&S – si,<br />

quella che costruisce le Vùn e Dùu – che in quegli<br />

anni faceva correre le Br<strong>it</strong>ten in livrea giallo-nera<br />

CR&S che ovviamente possiede tutt’oggi. Come<br />

sulle Ducati Desmosedici pre-2011 e Panigale, il<br />

motore era totalmente portante, quindi non esisteva<br />

telaio, sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una serie di strutture<br />

di supporto realizzate in fibra di carbonio, al pari<br />

delle alle ruote (da 3,50 e 6,00x17”), al forcellone<br />

e alla stessa forcella. Quest’ultima era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a<br />

da una struttura rigida tipo Hossack, che faceva<br />

lavorare un ammortizzatore centrale Öhlins sistemato<br />

appena dietro ad essa. Poco più in basso,<br />

davanti al motore, troviamo il secondo Öhlins<br />

chiamato a governare la sospensione posteriore<br />

tram<strong>it</strong>e un complesso sistema di progressione.<br />

I freni erano Brembo, da 320 mm davanti e 210<br />

dietro. La ciclistica naturalmente era regolabile,<br />

in particolare per quanto riguarda inclinazione<br />

del cannotto di sterzo ed avancorsa, con interasse<br />

piuttosto “agile”: 1.420 mm. La poderosa<br />

Br<strong>it</strong>ten V1000 aveva un serbatoio da 24 l<strong>it</strong>ri, e<br />

pesava soltanto 138 kg! Sta di fatto che la neonata<br />

V1000 al suo esordio avrebbe probabilmente<br />

battuto la Ducati 888 di Doug Polen alla<br />

200 miglia di Daytona del 1991, se non gli si<br />

fosse rotta la batteria mentre era al comando.<br />

Sicché Br<strong>it</strong>ten si consolò conquistando il secondo<br />

e terzo posto, sempre a Daytona, nella<br />

gara della Battle of the Twins. L’anno seguente<br />

la V1000 vinse la Bott di Assen e arrivò seconda<br />

alla Pro Twins di Laguna Seca, e nel 1993 lasciò<br />

di stucco tutti spiccando la più elevata veloc<strong>it</strong>à di<br />

punta al TT, oltre ad aggiudicarsi vari record di<br />

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accelerazione da fermo nella categoria fino a<br />

1000 di cilindrata: 134,617 km/h in usc<strong>it</strong>a dai<br />

400 metri con partenza da fermo, 186,245 km/h<br />

all’usc<strong>it</strong>a del chilometro e 213,512 km/h all’usc<strong>it</strong>a<br />

del miglio (1.609 metri). Nel 1994 arrivò<br />

la v<strong>it</strong>toria alla Bott di Daytona, cui seguirono il<br />

primo e secondo posto assoluti nel Campionato<br />

SBK neozelandese. Era un vero animale da gara,<br />

la creature del geniaccio di Christchurch, che<br />

personalmente ho avuto il piacere di conoscere<br />

a Monza un bel po’ di anni fa. E naturalmente<br />

conservo con orgoglio anche la m<strong>it</strong>ica t-shirt ufficiale<br />

che acquistai dallo stesso Br<strong>it</strong>ten (la stessa<br />

che aveva regalato a Joey Dunlop quando provò<br />

la sua moto al TT). Ed ero davvero emozionato<br />

quando John avviò la sua creatura dal rombo di<br />

tuono sistemata su due rulli mossi dalle ruote del<br />

suo furgone. Era un vero spettacolo osservare,<br />

e ascoltare, il pilota Andrew Stroud che fiondava<br />

la V1000 fuori dalla seconda curva di Lesmo<br />

e dall’Ascari con un’accelerazione fulminante,<br />

lasciando di stucco parecchie altre conclamate<br />

superbike. Ed è triste ricordare, come ci ha<br />

raccontato lo stesso Crepaldi, che la Br<strong>it</strong>ten nel<br />

1995 si aggiudicò autorevolmente il campionato<br />

australiano BEARS (Br<strong>it</strong>ish, European, American<br />

Racing and Supporters) pochi giorni prima che il<br />

suo creatore se ne andasse.<br />

News<br />

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rok Bagoros (stunt kTM)<br />

un fenomeno in cresc<strong>it</strong>a<br />

La popolar<strong>it</strong>à del giovane stunt di casa KTM, Rok Bagoros, è cresciuta<br />

molto negli ultimi mesi e grazie al “Rok on tour”, che lo ha visto esibirsi<br />

in ben nove paesi e tre continenti, i suoi spettacolari trick hanno fatto il<br />

giro del mondo<br />

I<br />

l 2012 è stato un anno davvero straordinaria<br />

per Rok Bagoros, stuntrider ufficiale di<br />

KTM con le nuove Duke 125/200 e 690.<br />

La sua fama, come stunt, è cresciuta molto<br />

negli ultimi mesi grazie anche al “Rok on tour”,<br />

che lo ha visto esibirsi in Messico, Ecuador, Cile,<br />

Guatemala, Perù, Slovenia, Germania e infine<br />

in Italia. Dieci settimane, nove paesi e tre continenti.<br />

Durate il tour, Bagoros, ha avuto modo di<br />

incontrare i suoi fan in tutto il mondo rendendosi<br />

conto personalmente di come la sua popolar<strong>it</strong>à<br />

sia aumentata in breve tempo. “Vedere tutta la<br />

gente che urla il mio nome - ha dichiarato Rok<br />

Bagoros - che mi chiede autografi e che vuole<br />

farsi fotografare insieme a me, mi ha dato una<br />

spinta incredibile e una grande motivazione in<br />

56<br />

più a continuare ad allenarmi e cercare di migliorarmi<br />

sempre. A volte mi alleno anche fino a tarda<br />

notte per cercare di affinare le mie tecniche di<br />

stunt-riding, con qualsiasi condizioni climatiche,<br />

caldo, freddo o neve.Il mio obiettivo è quello di<br />

riuscire a diventare il miglior pilota di stunt-riding<br />

al mondo. A volte mi sembra di vivere in un sogno,<br />

ma mi rendo sub<strong>it</strong>o conto che tutto questo<br />

è vero. Voglio riuscire a trasmettere al pubblico<br />

che mi segue le stesse sensazioni che si possono<br />

provare ad un concerto rock, facendoli assistere<br />

ad uno spettacolo acrobatico pieno di adrenalina<br />

e di emozioni uniche”. Nel video possiamo ammirare<br />

alcuni dei suoi trick, a bordo della KTM Duke<br />

200, per le strade del South America durante il<br />

“Rok on tour”.<br />

News<br />

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i racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />

“a volte r<strong>it</strong>ornano”<br />

di Antonio Priv<strong>it</strong>era | Buongiorno Giacomo, sarò breve<br />

perché questi obsoleti telefoni non permettono di scrivere<br />

più di 10000 caratteri, quindi cerca di capirmi al volo...<br />

B<br />

uongiorno Giacomo,<br />

sarò breve perché questi obsoleti<br />

telefoni non permettono di scrivere<br />

più di 10000 caratteri, quindi cerca<br />

di capirmi al volo.<br />

Oggi ho fatto una rapida incursione in incogn<strong>it</strong>o<br />

in quella che era la nostra casa; mescolando la<br />

polvere tra le vecchie fotografie ho trovato quella<br />

dove sono seduto sopra il serbatoio della motocicletta<br />

di mio nonno in un mattino di primavera:<br />

lui mi tiene per il fianco col mio zaino di scuola<br />

appeso ad un braccio e sorride. Mi si è gelato il<br />

sangue. Dovevo aspettarmelo, qualcuno sta salendo<br />

le scale che portano fino a qui gridando il<br />

mio nome.<br />

Da quando le fotografie non vengono più stampate<br />

ma “condivise” attraverso software installati<br />

sui Central Processing Spot che oramai tutti<br />

si fanno facilmente innestare dietro l’orecchio<br />

destro, io non ci capisco più niente.<br />

Condividere è diventata per molti un’esigenza<br />

irrinunciabile, chissà poi perché: insulse opinioni,<br />

immagini insignificanti, stati d’animo privati e<br />

intimi, vengono condivisi sulla Body Communication<br />

Web o semplicemente pubblicati sul Public<br />

Dashboard e qualsiasi utente della rete può<br />

visualizzarli sul proprio cristallino.<br />

Connessi 24 ore su 24, alimentando una gigantesca<br />

discarica di emozioni, commenti, ricordi<br />

che vengono trasfer<strong>it</strong>i in un nanosecondo da un<br />

utente all’altro di questa rete composta da umani<br />

sempre più affamati di informazioni, di vetrina<br />

di sé e degli altri. Non per entrare in particolari<br />

truci, però mi sono chiesto che fine fanno tutte le<br />

informazioni caricate sulla rete quando un utente<br />

muore, chi le custodisce, chi se ne appropria.<br />

Di chi diventano le fotografie delle vacanze su<br />

Marte o del primo viaggio al centro della Terra,<br />

chi custodirà l’emozione della prima connessione<br />

al Body Communication Web dell’utente tecnicamente<br />

“disconnesso causa decesso”?<br />

Alcuni amici mi hanno parlato di un losco giro<br />

di CPS asportati da cadaveri con la complic<strong>it</strong>à<br />

di medici compiacenti ma anche di persone che<br />

vendono il proprio CPS dopo aver rubato ad altri<br />

emozioni, memorie, dati. Installarsi un CPS altrui<br />

appropriandosi di un pezzo consistente di v<strong>it</strong>a di<br />

qualcun altro però, stranamente, non è reato. Io<br />

non ci capisco più niente.<br />

Non ho mai ceduto alle lusinghe della rete, r<strong>it</strong>engo<br />

inaccettabile rinunciare alla sovran<strong>it</strong>à esclusiva<br />

sui miei ricordi e sulle mie emozioni; mi tengo<br />

stretta l’opportun<strong>it</strong>à di celare una rilevante<br />

quota di me alla molt<strong>it</strong>udine di persone pronte a<br />

nutrirsi avidamente della v<strong>it</strong>a e della storia degli<br />

altri e così sono rimasto fedele a questo telefono<br />

cellulare 9G dal quale ti scrivo: spero che manchi<br />

ancora tanto al momento in cui anche l’ultima<br />

comunicazione verbale tra due individui lontani<br />

diventerà un ricordo. Fatico ad accettare che ormai<br />

le persone non parlino più se non a portata<br />

di voce e che il pensiero diventi elettronicamente<br />

comunicazione trasmessa tra due o più individui:<br />

non mi fido, temo che il mio pensiero possa<br />

News<br />

essere modificato o intercettato nel passaggio<br />

tra la mia mente e quella del mio interlocutore.<br />

Come sai, per tutte queste mie riflessioni e a causa<br />

della mia riluttanza a subire il controllo delle<br />

compagnie di telecomunicazioni, da quarant’anni<br />

sono etichettato come un pericoloso dissidente<br />

e costretto alla macchia. Hanno pesato non<br />

poco pure i dubbi che mi sono venuti dai racconti<br />

di quei brevi attimi in cui se chiudi gli occhi senti<br />

come se dal CPS giungano voci che ti spingono<br />

ad azioni illogiche come comprare un’automobile<br />

anche se ne hai già due o ti fanno sentire l’esigenza<br />

di uno shampoo nonostante la calvizie.<br />

E’ un mondo avido quello in cui viviamo, troppe<br />

informazioni. Troppa gente che non si fa i fatti<br />

propri con la scusa del “condividere”: share.<br />

Devo confessarti alcune cose, Giacomo:anche<br />

io sono caduto in questa trappola. Non sono migliore<br />

di altri, né peggiore. Poche ore fa, prima<br />

di venire qui in questa vecchia casa a frugare<br />

tra le fotografie, ero appostato dietro una siepe<br />

elettronica, una di quelle finte usate come speed<br />

check: gli automobilisti vi trans<strong>it</strong>ano di fronte e<br />

a seconda di come e quanto il vento causato dal<br />

loro passaggio muove le fronde della finta siepe,<br />

il Sistema Unico capisce se sono oltre il lim<strong>it</strong>e<br />

di veloc<strong>it</strong>à, provvede ad identificare l’utente e a<br />

prelevare dal suo conto corrente l’importo della<br />

eventuale multa: sempre meglio dei vecchi Laserstop<br />

che ti freddavano sciogliendoti la macchina,<br />

o la moto, sotto il sedere.<br />

Comunque, ero lì. Attendevo che un amico, non<br />

faccio nomi ma è il mio contatto con il mondo cosiddetto<br />

civile, mi portasse del cibo e dei vest<strong>it</strong>i<br />

pesanti in vista dell’inverno, poi sarei tornato a<br />

nascondermi e a organizzare la resistenza al Sistema<br />

Unico.<br />

Dell’amico manco l’ombra, in compenso arriva<br />

un motociclista bardato come un guerriero greco,<br />

impavido, fiero. La sorpresa mi coglie impreparato<br />

quando il centauro mi vede da dietro la<br />

visiera scura senza fare una<br />

piega.<br />

Dammi una mano, da quanto tempo è che sono<br />

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state vietate le moto? Da almeno mezzo secolo<br />

dichiarate “incontrollabili ordigni guidati da irresponsabili”<br />

e messe fuorilegge, vero? Però che<br />

meraviglia vederne una in movimento.<br />

Il motociclista ferma la moto avvicinandosi a piedi<br />

con un arnese in mano, una specie di roncola,<br />

ma non appena i sensori della siepe avvertono<br />

l’imminente probabile manomissione, parte la<br />

violentissima scarica elettrica del dispos<strong>it</strong>ivo<br />

anti effrazione che stende lo sventurato. Istintivamente<br />

mi avvicino a quel corpo fumante per<br />

soccorrerlo: solo svenuto, il polso è debole ma<br />

c’è. Forse fa parte pure lui della resistenza, forse<br />

stiamo dalla stessa parte e sarebbe mio preciso<br />

dovere morale aiutarlo.<br />

Alla mia sinistra, la motocicletta.<br />

Vengo colto da un raptus di lucida follia, voglio<br />

le sue emozioni: senza slacciarlo, scosto la parte<br />

posteriore del casco allo svenuto fuorilegge,<br />

strappo via il suo CPS e me lo colloco sanguinante<br />

proprio dietro l’orecchio destro: spingo, innesto,<br />

non senza soffrire connetto il mio corpo, ma<br />

devo sbrigarmi, collegato alla rete lascerò in giro<br />

dati che potrebbero essere tracciati.<br />

Eccole. Le emozioni del motociclista mi invadono,<br />

frugo nella sua memoria alla ricerca dei ricordi<br />

più forti e trovo scariche di adrenalina, lente<br />

passeggiate al suono di un ciof-ciof, ascese a vette<br />

lontane che io non ho mai visto, notti accanto<br />

la motocicletta a imprecare per farla ripartire,<br />

sorrisi di amici. Sento anche tanto spazio nella<br />

sua mente, più pronta ad accettare il mondo di<br />

quanto non sia la mia che non ha mai assaporato<br />

il piacere di muoversi in disequilibrio stabile.<br />

Continuo: senza il minimo senso di colpa, finalmente<br />

trovo il senso di estrema ecc<strong>it</strong>azione<br />

nell’avere di fronte la prima motocicletta: emozioni<br />

di contrabbando ma fortissime come violento<br />

è il piacere fisico alla prima manata di gas<br />

pieno e alla prima impennata di potenza. Avverto<br />

prima lo stupore nello scoprire di poter fare strada<br />

così velocemente e in totale indipendenza,<br />

poi il senso di controllo che riduce tutto il resto<br />

ad un corollario della legge dell’attr<strong>it</strong>o volvente.<br />

Esplode come un orgasmo la scoperta della obliqua<br />

veloc<strong>it</strong>à in curva senza la quale, capisco solo<br />

adesso, non esisterebbero i pensieri d’amore<br />

sincero verso i propri simili.<br />

So di avere commesso un gesto immorale ma<br />

ne è valsa la pena. Nella memoria di questo motociclista<br />

trovo un non so che di deja vu: la sua<br />

moto mi sembra proprio quella del nonno, assolutamente<br />

identica anche nei graffi! Forse un invisibile<br />

destino a due ruote ha un<strong>it</strong>o i miei ricordi<br />

con i suoi, ha fuso le emozioni (roba tipicamente<br />

mentale) con le sensazioni (elementi puramente<br />

fisici) e le esperienze del motociclista esanime<br />

sono passate al filtro del mio desiderio di rivivere<br />

l’esperienza di stare a cavallo della moto del<br />

nonno.<br />

Ho una felice inquietudine. Penso che solo con<br />

una moto avrei potuto dare un corpo così reale<br />

ai miei desideri. Forse è proprio per questo che<br />

le hanno vietate, perché probabilmente stare in<br />

moto rende facile fare pensieri pos<strong>it</strong>ivi e spinge<br />

oltre, nutrendo il senso cr<strong>it</strong>ico e rendendoti incontrollabile.<br />

Del resto non si diventa motociclisti<br />

per ed<strong>it</strong>to, si sceglie di esserlo: tutto il contrario<br />

dell’automobile il cui acquisto viene praticamente<br />

imposto dal Sistema Unico.<br />

Ad ogni modo, il dubbio sulla ident<strong>it</strong>à delle due<br />

moto mi ha travolto e, dopo avere reinstallato il<br />

CPS dietro l’orecchio del leg<strong>it</strong>timo proprietario<br />

ancora incosciente, sono venuto qui in soff<strong>it</strong>ta<br />

per cercare le fotografie del nonno custod<strong>it</strong>e accanto<br />

alle sue ceneri: in effetti la moto è proprio<br />

quella! Ho simpaticamente creduto che fosse<br />

tornata! Quando quarant’anni fa sono stato costretto<br />

a nascondermi quella motocicletta era rimasta<br />

a tua madre, che ti aveva appena partor<strong>it</strong>o.<br />

Ne avevo perso le tracce molto a malincuore,<br />

poiché era l’ultima reliquia della mia giovinezza<br />

ered<strong>it</strong>ata a fatica prima da mio padre, poi da me.<br />

Nulla accade per caso: il motociclista folgorato<br />

mi ha raggiunto e sta salendo le scale che portano<br />

qui in soff<strong>it</strong>ta, credo abbastanza imbufal<strong>it</strong>o<br />

e non perché io gli abbia rubato i ricordi connettendomi<br />

al suo CPS, no. E’ che non mi ha ancora<br />

perdonato il tradimento di quarant’anni fa che<br />

ha causato la rottura del nostro matrimonio: da<br />

allora ero riusc<strong>it</strong>o a non farmi mai trovare e non<br />

avevo più rivisto tua madre. So che si è rifatta<br />

una v<strong>it</strong>a giurando però di farmela pagare comunque:<br />

è fatta così.<br />

Qualcosa non torna, Giacomo: come ha fatto tua<br />

mamma a rimettere in circolazione una moto<br />

illegale, vecchia e imparare ad andarci mentre<br />

quando stavamo insieme lei trovava enormi difficoltà<br />

pure nel premere il tasto “on” del suo CPS?<br />

Come ha fatto a scovarmi dietro una siepe elettronica?<br />

Mannaggia alla condivisione.<br />

Sento a pochi passi da me la roncola fendere<br />

l’aria assieme al respiro di tua madre che nonostante<br />

la vecchiaia manifesta un’incredibile caparbia<br />

v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à.<br />

E ora che si avvicina la resa dei conti sento il bisogno<br />

di dirti una cosa, Giacomo: prima di tradire<br />

tua moglie ricorda che le donne, tutte le donne,<br />

sono piuttosto permalose. Pensaci.<br />

News<br />

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Ducati<br />

Desmosedici<br />

GP13 svelata<br />

al Wrooom<br />

e’ stata presentata al Wrooom 2013 di<br />

Madonna di campiglio la ducati su cui<br />

Hayden e dovizioso correranno il prossimo<br />

campionato <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>, la GP13<br />

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E<br />

’ stata presentata al Wrooom 2013 di<br />

Madonna di Campiglio la Ducati Desmosedici<br />

GP13 su cui Hayden e Dovizioso<br />

correranno il prossimo campionato<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>.<br />

ducati desmosedici GP13 dati Tecnici<br />

<strong>Moto</strong>re: 4 tempi, V4 a 90°, raffreddato a liquido,<br />

distribuzione desmodromica con doppio albero<br />

a camme in testa, 4 valvole per cilindro<br />

cilindrata: 1.000cc<br />

Potenza massima: Oltre 235 cv<br />

Veloc<strong>it</strong>à massima: Oltre 330km/h<br />

Trasmissione: Ducati Seamless Transmission<br />

(DST). Trasmissione finale a catena.<br />

alimentazione: Iniezione elettronica indiretta<br />

Magneti Marelli, 4 corpi farfallati con iniettori<br />

sopra farfalla. Farfalle controllate dal nuovo sistema<br />

EVO 2 TCF (Throttle Control & Feedback).<br />

carburante: Shell Racing V-Power<br />

Lubrificante: Shell Advance Ultra 4<br />

accensione: Magneti Marelli<br />

Scarico: Termignoni<br />

Trasmissione finale: Catena D.I.D<br />

Telaio: Alluminio<br />

Sospensioni: Forcella Öhlins 48mm upsidedown<br />

ed ammortizzatore posteriore Öhlins, con<br />

regolazione di precarico, e nuovo sistema freno<br />

idraulico in compressione ed estensione.<br />

Pneumatici: Bridgestone, anteriore e posteriore<br />

16.5”<br />

Impianto frenante: Brembo, doppio disco anteriore<br />

in carbonio da 320mm con pinze a 4 pistoncini.<br />

Disco posteriore singolo in acciaio con pinza<br />

a due pistoncini.<br />

Peso a secco: 160kg<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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2013 ducati Team<br />

Bernhard Gobmeier Direttore Generale Ducati<br />

Corse<br />

Paolo Ciabatti Direttore Progetto <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

V<strong>it</strong>toriano Guareschi Team Manager<br />

Fabiano Sterlacchini Coordinatore Tecnico Pista<br />

Francesco Rapisarda Direttore Comunicazione<br />

Ducati <strong>Moto</strong>r Holding<br />

Julian Thomas Responsabile Ufficio Stampa <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

Chris Jonnum Ufficio Stampa <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

Paola Braiato Responsabile Amministrazione,<br />

Logistica & Hosp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>y<br />

Mauro Grassilli Gestione Sponsor<br />

Amadeo Costa Team Coordinator<br />

66<br />

Silvio Sangalli Crew Coordinator<br />

Davide Baraldini Magazziniere e Ricambi<br />

Alfredo Dente Fisioterapista Team<br />

nicky Hayden Team<br />

Juan Martínez Capo Tecnico<br />

Roberto Bonazzi Ingegnere di pista<br />

José Manuel Cazeaux Ingegnere elettronico<br />

Davide Manfredi Capo Meccanico<br />

andrea dovizioso Team<br />

Christian Pupulin Capo Tecnico<br />

Alberto Giribuola Ingegnere di pista<br />

Gabriele Conti Ingegnere elettronico<br />

Michele Perugini Capo Meccanico<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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Wrooom 2013. Dovizioso<br />

“ci vuole pazienza, ma arriveremo”<br />

di Giovanni Zamagni | La Ducati mi ha conquistato con i<br />

suoi programmi. Bisognerà produrre meno materiale, ma di<br />

migliore qual<strong>it</strong>à. Ci vorrà metodo e tranquill<strong>it</strong>à<br />

G<br />

abriele Del Torchio,amministratore<br />

delegato di<br />

Ducati Holding, ad<br />

aprire ufficialmente l’edizione<br />

2013 di Wroom, il tradizionale<br />

appuntamento che riunisce<br />

sulle nevi di Madonna di Campiglio<br />

gli uomini della Ducati<br />

e della Ferrari. Del Torchio, (a<br />

breve la conferenza stampa integrale),<br />

conferma che il 2012 è<br />

stato un anno da primato per le<br />

vend<strong>it</strong>e, il migliore della storia<br />

della Casa di Borgo Panigale,<br />

ma defic<strong>it</strong>ario dal punto di vista<br />

sportivo. Per questo, spiega il<br />

manager <strong>it</strong>aliano, si è arrivati<br />

a grandi cambiamenti, con<br />

la sost<strong>it</strong>uzione dell’ingegnere<br />

Filippo Preziosi con Bernhard<br />

Gobmeier, nuovo direttore generale<br />

di Ducati Corse (Gobmeier<br />

parlerà domani). Ma la principale<br />

attesa, naturalmente, è<br />

per Andrea Dovizioso, scelto<br />

per il dopo Valentino Rossi: il<br />

Dovi, purtroppo, ha potuto provare<br />

pochissimo la Desmosedici,<br />

ma nella conferenza stampa<br />

ha confermato di essere un<br />

pilota intelligente, metodico,<br />

riflessivo, ambizioso, ma anche<br />

realista. Insomma, la prima impressione<br />

è certamente pos<strong>it</strong>iva.<br />

Ecco la trascrizione integrale<br />

della conferenza stampa.<br />

Sei stato costretto a saltare i<br />

test di Jerez, ma hai effettuato<br />

quelli a Valencia; la ducati<br />

è una moto così difficile come<br />

si dice?<br />

«Purtroppo anche a Valencia<br />

ho potuto fare pochi giri in un’ora<br />

e mezza in condizioni non<br />

ideali. Posso quindi dire poco,<br />

se non che il primo feeling è<br />

stato più pos<strong>it</strong>ivo delle aspettative:<br />

per quanto si diceva della<br />

Ducati, mi aspettavo una moto<br />

totalmente ingestibile. Il primo<br />

approccio non è stato così negativo,<br />

ma per emettere in giudizio<br />

bisogna aspettare quando<br />

si girerà più forte e i primi andranno<br />

più veloce. Purtroppo<br />

non ho potuto provare a Jerez,<br />

ma sono in programma 6 giorni<br />

(5-6-7 e 26-27-28 febbraio,<br />

NDA) in Malesia: c’è il tempo<br />

per capire questa Ducati».<br />

Quali sono gli obiettivi per<br />

questa stagione?<br />

«Molto semplici. Tutti conosciamo<br />

qual è la s<strong>it</strong>uazione attuale,<br />

sono molto determinato<br />

a lavorare: sappiamo benissimo<br />

che dobbiamo ridurre la<br />

differenza che c’è con Honda e<br />

Yamaha.<br />

E’ una sfida difficile, ma ci sono<br />

le potenzial<strong>it</strong>à per fare bene,<br />

tenendo ben in mente che si<br />

tratta di un progetto a lungo<br />

termine di due anni: per questo<br />

non bisogna pensare alla prima<br />

gara o di ottenere già risultati<br />

alla terza o alla quarta… In Malesia,<br />

naturalmente, inizieremo<br />

a lavorare duro, ma è solo in<br />

gara, quando ti confronti direttamente<br />

con gli altri, che<br />

capisci meglio quello che stai<br />

facendo.<br />

Sono molto determinato, ma<br />

anche tranquillo e conscio di<br />

dover rimanere con i piedi ben<br />

piantati per terra».<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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Il tuo sogno era diventare pilota<br />

ufficiale yamaha; come e<br />

quando la ducati è riusc<strong>it</strong>a a<br />

conquistarti?<br />

«La Ducati mi ha conquistato<br />

nei primi incontri con Filippo<br />

Preziosi, che mi ha messo al<br />

corrente dei progetti futuri.<br />

Con l’arrivo dell’Audi c’è<br />

alle spalle un budget e una<br />

tecnologia importante per poter<br />

fare bene: sia Preziosi sia<br />

Del Torchio mi hanno spiegato<br />

i programmi, che mi sono sembrati<br />

interessanti. E, per certi<br />

versi, si può dire che ci trovavamo<br />

nella stessa s<strong>it</strong>uazione.<br />

Tutti sanno che per vincere<br />

un mondiale ci vuole un team<br />

ufficiale: se lavoreremo bene,<br />

si potrà anche lottare. Ma nessuno,<br />

né i tecnici né i piloti, ha<br />

la bacchetta magica: ci vuole<br />

tempo e metodo».<br />

Ma quanto tempo ti dai?<br />

«Il mio contratto è di due<br />

anni: spero possa bastare.<br />

La prima stagione sarà particolare,<br />

non dobbiamo avere<br />

particolari obiettivi, anche perché<br />

ci sono pochi test e devi<br />

fare la maggior parte dello sviluppo<br />

durante le gare, quando<br />

capisci più cose, ma hai meno<br />

tempo. Insomma, il primo anno<br />

servirà soprattutto per capire<br />

la direzione del lavoro da seguire,<br />

poi vedremo a che livello<br />

saremo».<br />

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Quali sono le prime impressioni<br />

che hai trasmesso ai tecnici<br />

dopo aver provato la GP12?<br />

Quando eri in Honda e yamaha<br />

ti sei concentrato soprattutto<br />

sul posteriore, mentre il<br />

grosso problema della ducati<br />

sembra essere sull’anteriore:<br />

dovrai cambiare metodo?<br />

«La prima cosa che ho detto ai<br />

tecnici è stato sul rumore del<br />

motore: davvero impressionante,<br />

addir<strong>it</strong>tura destabilizzante,<br />

anche se poi quello che viene<br />

trasmesso alla ruota posteriore<br />

non è altrettanto devastante.<br />

Purtroppo, avendo provato<br />

solo 90 minuti a Valencia non<br />

si può dire molto di più, quindi<br />

bisogna aspettare i prossimi<br />

test. Per quanto riguarda il mio<br />

lavoro fatto in passato, non era<br />

dovuto al mio stile di guida, ma<br />

al comportamento delle nuove<br />

Bridgestone, che richiedevano<br />

un differente lavoro sul bilanciamento<br />

della moto».<br />

In passato ti sei lamentato<br />

di essere poco considerato<br />

in generale perché poco personaggio;<br />

adesso sost<strong>it</strong>uisci<br />

sulla ducati Valentino rossi,<br />

il personaggio per eccellenza<br />

della <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>: credi cambierà<br />

qualcosa?<br />

«Mi sono lamentato per la considerazione<br />

mediatica, non<br />

certo con chi ha lavorato con<br />

me, con i quali mi sono sempre<br />

trovato bene. Prendere<br />

il posto di Valentino è molto<br />

particolare, ma Ducati e Rossi<br />

non hanno fatto benissimo, i<br />

risultati sono stati inferiori alle<br />

aspettative: sost<strong>it</strong>uirlo oggi non<br />

è come in passato, quando lui<br />

era il re e vinceva tutto».<br />

Sulla carta, come si fa a rendere<br />

compet<strong>it</strong>iva la ducati?<br />

Bisogna renderla più simile a<br />

una moto giapponese o bisogna<br />

continuare per la propria<br />

strada?<br />

«La mia esperienza è che<br />

non bisogna copiare un altro,<br />

Ducati e Rossi non hanno fatto benissimo,<br />

i risultati sono stati inferiori alle aspettative:<br />

sost<strong>it</strong>uirlo oggi non è come in passato,<br />

quando lui era il re e vinceva tutto<br />

perché se lo fai sarai comunque<br />

sempre indietro. Ogni moto ha<br />

la sua filosofia, anche se, naturalmente,<br />

bisogna sempre<br />

studiare gli aspetti pos<strong>it</strong>ivi delle<br />

altre Marche, ma non bisogna<br />

assolutamente copiare. Adesso<br />

la s<strong>it</strong>uazione non è ancora<br />

chiara e solo in Malesia capiremo<br />

meglio cosa bisognerà<br />

cambiare».<br />

Hai detto di essere stato convinto<br />

da Preziosi, ma adesso<br />

lui non c’è più; hai già parlato<br />

con Gobmeier?<br />

«Filippo non è più il responsabile<br />

delle corse, ma rimane in<br />

Ducati e la sua mental<strong>it</strong>à era ed<br />

è quella dell’azienda. Il primo<br />

approccio con Gobmeier è stato<br />

pos<strong>it</strong>ivo: mi è parso determinato<br />

e tranquillo nel trovare<br />

insieme un metodo di lavoro da<br />

seguire. E’ un aspetto fondamentale».<br />

Gobmaier è arrivato a inizio<br />

gennaio, quindi non c’è sicuramente<br />

stato tempo per fare<br />

grandi cambiamenti; si può<br />

dire che inizierete la stagione<br />

con lo stesso materiale con il<br />

quale è stato fin<strong>it</strong>o il 2012?<br />

«Sì. E’ inev<strong>it</strong>abile, quando fai<br />

un cambiamento importante<br />

ci vuole un po’ di tempo. Questo<br />

è il lato negativo, non era<br />

possibile fare diversamente,<br />

ma Ducati ha già iniziato a lavorare<br />

su certi aspetti. Ci vuole<br />

pazienza».<br />

ab<strong>it</strong>i vicinissimo al reparto<br />

corse: conoscendoti, vorrai<br />

andare là tutti i giorni a “rompere<br />

le scatole”…<br />

«Credo sia una s<strong>it</strong>uazione mai<br />

accaduta in passato ed è solo<br />

pos<strong>it</strong>iva. Nella nostra s<strong>it</strong>uazione,<br />

il lavoro più importante<br />

si farà ai GP, ma è fondamentale<br />

avere la possibil<strong>it</strong>à di<br />

riprendere certi concetti con gli<br />

ingegneri che stanno a casa e<br />

che, sol<strong>it</strong>amente, non vedi mai:<br />

è una grande possibil<strong>it</strong>à».<br />

cosa pensi di nicky Hayden?<br />

collaborerete?<br />

«Nicky è un pilota molto corretto<br />

e tranquillo: sono molto<br />

contento di averlo come compagno<br />

di squadra. Sono il primo<br />

a voler collaborare e mi ha già<br />

detto le sue idee. Naturalmente<br />

dobbiamo ancora conoscerci<br />

meglio, ma posso già dire che<br />

è una bravissima persona: non<br />

ce ne sono tante nel paddock».<br />

nel 2013 non ci sarà più Stoner:<br />

cosa cambia per la <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>?<br />

«Cambia tanto. Per me che<br />

sono appassionato di moto,<br />

vedere guidare Casey era uno<br />

spettacolo assoluto: personalmente,<br />

mi mancherà quello<br />

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che faceva e come lo faceva.<br />

Sicuramente è meglio per tutti<br />

che lui abbia smesso di correre,<br />

perché era un avversario difficilissimo<br />

da battere. Per certi<br />

versi, Stoner ha cambiato la<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>, l’approccio alle prove,<br />

le linee in pista. E’ sempre stato<br />

un punto di riferimento, gli bastava<br />

un giro per andare forte.<br />

Mi ricordo che quando io facevo<br />

la 250, Rossi dominava la<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong> e ci si stupiva che nei<br />

test dopo gara, dopo solo quattro<br />

giri, Valentino arrivasse già<br />

al primato della pista. Stoner lo<br />

faceva in un solo giro: impressionante!<br />

Ha fatto capire che<br />

si possono fare certe cose e, a<br />

modo suo, è sempre stato molto<br />

incisivo in tutto quello che faceva:<br />

mancherà alla <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>».<br />

Uno dei grandi lim<strong>it</strong>i dell’accoppiata<br />

rossi-ducati è stata<br />

quella di sviluppare la moto in<br />

corsa; non è un errore pensare<br />

di fare lo stesso? credi che<br />

ducati farà per te tutto quello<br />

che ha fatto per Valentino?<br />

«E’ inev<strong>it</strong>abile lavorare durante<br />

i GP, perché, per regolamento,<br />

non ci sono tante possibil<strong>it</strong>à di<br />

farlo durante la stagione: non<br />

so se è il metodo migliore, ma<br />

bisogna fare così. Per quanto<br />

riguarda il materiale che Ducati<br />

produrrà, spero in una minore<br />

quant<strong>it</strong>à, ma in una qual<strong>it</strong>à<br />

migliore… Provare troppo materiale<br />

potrebbe essere controproducente,<br />

perché non c’è<br />

tempo per valutare tutto con<br />

attenzione. Per me è diverso,<br />

perché con Rossi c’erano tante<br />

aspettative, che, sicuramente,<br />

non ci sono per la coppia Ducati/Dovizioso».<br />

Secondo te bisogna andare<br />

avanti con il telaio perimetrale<br />

in alluminio o si può tornare<br />

al motore portante?<br />

«Non so cosa dire. In ogni caso,<br />

non ho nessuna preclusione».<br />

Perché a Jerez non hai provato?<br />

«Solo dopo quei test ho scoperto<br />

di avere una micro ernia, ma<br />

già durante il Rally di Monza,<br />

avevo avuto qualche problema<br />

al collo, ma non avendo esperienza<br />

automobilistica, pensavo<br />

fosse determinato dalle<br />

sollec<strong>it</strong>azioni della macchina.<br />

A Jerez mi sentivo bene, ma<br />

alla prima staccata in fondo al<br />

rettilineo mi sono bloccato e<br />

non c’è stato nulla da fare, nonostante<br />

abbiamo provato ogni<br />

tipo di intervento e di medicinale.<br />

Poi, quando sono tornato in<br />

Italia, sono andato a correre a<br />

Latina, perché era importante<br />

farlo per Simoncelli e, sopratuttto,<br />

perché la posizione in<br />

sella a una SM e molto differente<br />

a quella di una <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. Durante<br />

questo periodo ho fatto<br />

tutti i trattamenti del caso, con<br />

anche punture di ossigeno: la<br />

s<strong>it</strong>uazione è migliorata, ma non<br />

è ancora perfettamente a posto.<br />

Ci vuole tempo, ma riesco<br />

a fare motocross e non dovrei<br />

avere nessun problema per la<br />

Malesia».<br />

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Wrooom 2013. Hayden<br />

“Sto benissimo in Ducati”<br />

di Giovanni Zamagni | “Ero sempre d’accordo con Rossi,<br />

la sua presenza ha accelerato lo sviluppo. Adesso che lui è in<br />

Yamaha ascolteranno di più me. E la Ducati vuole batterlo...”<br />

E<br />

’ al suo quinto anno<br />

con la Ducati e dopo<br />

essere stato compagno<br />

di squadra di<br />

Casey Stoner, poi di Valentino<br />

Rossi, adesso, Nicky Hayden si<br />

r<strong>it</strong>rova al fianco di Andrea Dovizioso.<br />

Come sempre, anche<br />

se non ufficialmente, sarà la<br />

seconda guida, ma, come sempre,<br />

Nicky non se ne preoccupa<br />

più di tanto. E, come sempre, le<br />

sue risposte sono sempre sincere<br />

e interessanti.<br />

cosa ci puoi dire della moto<br />

nuova?<br />

«Per la ver<strong>it</strong>à, non è corretto<br />

parlare di moto nuova… Ci saranno<br />

degli aggiornamenti, ma<br />

abbiamo le idee chiare su cosa<br />

lavorare. Ci vorrà tempo e, purtroppo,<br />

il tempo non è nostro<br />

alleato, specie con la regola che<br />

congela i motori. Ma siamo tutti<br />

molto motivati e i nuovi arrivati<br />

hanno portato stimoli ined<strong>it</strong>i».<br />

come sono andati i test a Valencia<br />

e Jerez?<br />

«A Valencia abbiamo fatto<br />

pochi giri, mentre a Jerez abbiamo<br />

potuto lavorare meglio,<br />

anche se faceva freddo. Abbiamo<br />

fatto delle verifiche sul telaio,<br />

per capire quale direzione<br />

seguire, facendo un passo in<br />

avanti. Quest’anno la Ducati<br />

ha un pilota collaudatore in<br />

più (Michele Pirro che affianca<br />

Franco Battaini, NDA): è sicuramente<br />

importante. Dobbiamo<br />

concentrarci sul motore, ancora<br />

troppo brusco nell’erogazione,<br />

e sulla ciclistica, perché<br />

abbiamo ancora tanti problemi<br />

di consumo delle gomme, ben<br />

sapendo, però, che in <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

è difficile fare grandi cambiamenti:<br />

bisogna fare continui e<br />

piccoli aggiornamenti».<br />

dall’esterno, negli ultimi<br />

due ani, è sembrato che la<br />

ducati lavorasse solo per<br />

accontentare rossi; tu condividevi<br />

le sue richieste?<br />

«E’ chiaro che, visti i risultati,<br />

forse si poteva fare qualcosa<br />

di diverso, ma posso assicurare<br />

che la Ducati ha sempre segu<strong>it</strong>o<br />

sia me sia Rossi. In questi<br />

due anni, la Ducati ha ricevuto<br />

molto cr<strong>it</strong>iche, ma la ver<strong>it</strong>à è<br />

andata anche oltre le sue possibil<strong>it</strong>à,<br />

portando addir<strong>it</strong>tura perfino<br />

troppo materiale. Valentino<br />

ha voluto il telaio in alluminio<br />

e io ero d’accordo con le sue<br />

richieste: con il monogomma, è<br />

una strada praticamente obbligata<br />

da seguire. Insomma, io e<br />

Valentino eravamo in sintonia,<br />

chiedevamo le stesse cose».<br />

conosci la ducati meglio di<br />

tutti; il tuo consiglio è cancellare<br />

quanto stato fatto in passato<br />

o proseguire per quella<br />

strada?<br />

«Non dobbiamo assolutamente<br />

cancellare quanto abbiamo<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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acquis<strong>it</strong>o negli ultimi anni. Naturalmente,<br />

con l’arrivo di nuove<br />

persone ci sono anche nuove<br />

idee, ma dobbiamo basarci su<br />

quanto fatto in passato. Sicuramente,<br />

con il telaio in alluminio,<br />

il pilota riceve informazioni più<br />

sincere, ma, purtroppo, i problemi<br />

sono rimasti: sappiamo<br />

che dobbiamo lavorare».<br />

rossi non è più al tuo fianco: è<br />

un bene o un male?<br />

«Entrambe le cose. Personalmente<br />

non ho mai avuto nessun<br />

problema con Valentino, né<br />

quando ero alla Honda né negli<br />

ultimi due anni in Ducati, durante<br />

i quali sono anche stato<br />

compet<strong>it</strong>ivo nei suoi confronti.<br />

Adesso che lui ha cambiato<br />

squadra, la Ducati probabilmente<br />

si concentrerà più su di<br />

me, ma, d’altra parte, con lui in<br />

squadra c’erano grandi motivazioni<br />

e quando lui parlava tutti<br />

lo ascoltavano: senza di lui il<br />

telaio in alluminio non sarebbe<br />

arrivato così velocemente.<br />

Purtroppo, i risultati sono stati<br />

inferiori alle aspettative, ma<br />

così sono le corse. Adesso<br />

Rossi è tornato in <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> ed<br />

è sicuramente un bene per la<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. E Ducati lo vuole battere».<br />

cosa pensi di Lorenzo, Pedrosa<br />

e, in particolare, di Marquez?<br />

«Negli ultimi anni gli spagnoli<br />

sono stati grandi protagonisti:<br />

Lorenzo e Pedrosa si “spingono”<br />

a vicenda, alzando continuamente<br />

l’asticella della compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />

Per quanto riguarda<br />

Marquez, credo che ci voglia<br />

solo un po’ di tempo perché<br />

lui diventi compet<strong>it</strong>ivo: ha un<br />

grande talento, è molto coraggioso<br />

e guida un’ottima moto.<br />

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A Valencia scherzavo con lui,<br />

gli ho detto che per me sarebbe<br />

stato molto meglio se fosse<br />

rimasto qualche altro anno in<br />

<strong>Moto</strong>2…».<br />

dovizioso ha detto che il primo<br />

anno servirà per capire la<br />

moto, ma tu hai il contratto<br />

solo per il 2013…<br />

«Sì, io non posso aspettare<br />

troppo tempo.<br />

Del resto, è il mio quinto anno<br />

con la Ducati, conosco sicuramente<br />

meglio la moto, non<br />

posso aspettare: bisogna sub<strong>it</strong>o<br />

spingere forte».<br />

Io e Valentino eravamo<br />

in sintonia, chiedevamo<br />

le stesse cose<br />

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andrea iannone presenta<br />

la sua Ducati <strong>Moto</strong>Gp 2013<br />

“Dovrò fare apprendistato, ma la mia squadra mi aiuterà”.<br />

Così Andrea annuncia il debutto in sella alla Ducati dello Junior<br />

Team che avrà a disposizione tutti gli aggiornamenti della Casa<br />

madre. Insieme a lui anche il pilota americano Ben Spies<br />

«<br />

Sono onorato di far parte della grande<br />

famiglia Ducati, affronto questa<br />

nuova sfida in <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> con tutto<br />

quello che serve per far bene. E’ chiaro<br />

che mi aspetta un periodo di apprendistato<br />

come tutti i rookies di questa categoria, ma so<br />

che la mia squadra mi aiuterà molto. Ringrazio<br />

tutti i partner di questa avventura a partire dal<br />

t<strong>it</strong>le sponsor Energy T.I. a Pramac Racing». Ben<br />

Spies: “Sono emozionato di far parte della famiglia<br />

Ducati. E’ qualcosa che ho voluto fin dall’inizio<br />

della mia carriera. Il mio team ed io avremo il<br />

nostro bel da fare, e nuovi obiettivi da raggiungere,<br />

ma beneficeremo del supporto dell’azienda e<br />

del nuovo arrivo di Audi. Ducati ha quattro piloti<br />

molto forti con stili di guida diversi che potranno<br />

migliorare la Desmosedici e portarla al top.” Da<br />

Ducati sono giunte garanzie che la squadra ufficiale<br />

e il Team Pramac avranno a disposizione gli<br />

stessi materiali, ovviamente con tempistiche diverse<br />

e la Casa di Borgo Panigale si è detta molto<br />

felice della collaborazione con il team satell<strong>it</strong>e. Il<br />

primo appuntamento è per il Gran Premio del Qatar,<br />

il 7 aprile, prima tappa del <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. Iannone<br />

ha concluso la scorsa stagione in <strong>Moto</strong>2 al terzo<br />

posto, alle spalle di Espargaro e Marquez, collezionando<br />

due primi posti e tre podi conil team<br />

Speedup.<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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Wrooom 2013. Gobmeier<br />

“evoluzione, non rivoluzione”<br />

di Giovanni Zamagni | Il nuovo direttore di Ducati Corse<br />

spiega le strategie per il 2013: rimarranno la V90°,<br />

la distribuzione desmo e il telaio perimetrale in alluminio.<br />

Più collaudi per il test team e meno per i piloti<br />

C<br />

’ è attesa per il<br />

debutto in rosso<br />

di Bernhard<br />

Gobmeier, il nuovo<br />

direttore del reparto corse<br />

Ducati, l’uomo che sost<strong>it</strong>uisce<br />

un m<strong>it</strong>o come Filippo Preziosi.<br />

Gobmeier, proveniente dalla<br />

BMW SBK, ha la faccia simpatica,<br />

parla chiaro anche se, per<br />

la ver<strong>it</strong>à, non dice granché. Ma<br />

ha idee, sa già dove bisogna intervenire<br />

per provare a ridurre<br />

la differenza – purtroppo grande,<br />

al momento – con Honda<br />

e Yamaha. «Ho assunto questo<br />

incarico da pochi giorni, anche<br />

se già a fine dicembre ero stato<br />

in Ducati. E’ quindi troppo presto<br />

per dire qualcosa su come<br />

cambierà la moto e il reparto<br />

corse. Abbiamo fatto un’analisi<br />

tecnica e organizzativa: al momento<br />

posso dire che useremo<br />

tutti gli ingegneri esistenti nel<br />

reparto corse e affronteremo la<br />

s<strong>it</strong>uazione pensando a una evoluzione,<br />

non a una rivoluzione».<br />

Quali sono le tue prime impressioni<br />

sulla ducati? e’<br />

come te l’aspettavi?<br />

«La prima impressione è stata<br />

molto pos<strong>it</strong>iva: la Ducati appare<br />

e sembra una grande famiglia<br />

amichevole, con persone molto<br />

motivate. L’atmosfera aziendale/familiare<br />

che si respira è<br />

quella di una grande dedizione<br />

al marchio e ai progetti futuri».<br />

Hai parlato di evoluzione e<br />

non di rivoluzione: perché, visti<br />

i risultati passati?<br />

«Cercheremo di mantenere<br />

tutti gli aspetti pos<strong>it</strong>ivi, analizzando<br />

quelli negativi dal punto<br />

di vista tecnico. Odio usare il<br />

termine rivoluzione, perché la<br />

storia insegna che una rivoluzione<br />

distrugge tutto, anche le<br />

cose pos<strong>it</strong>ive».<br />

Sost<strong>it</strong>uisci un m<strong>it</strong>o per ducati<br />

come Filippo Preziosi; non era<br />

possibile utilizzare in qualche<br />

modo la sua esperienza? collaborerà<br />

ancora nelle corse?<br />

«Io personalmente trarrò vantaggio<br />

dell’esperienza di Preziosi:<br />

abbiamo un rapporto<br />

aperto e lui è ancora direttamente<br />

dedicato al successo<br />

dell’azienda e con la sua nuova<br />

posizione garantirà una comunicazione<br />

costante tra prodotto<br />

e sport. Per quanto mi riguarda,<br />

dovrò capire perché sono state<br />

fatte certe scelte, perché certe<br />

cose sono state fatte in quel<br />

modo. Non dimentichiamo che<br />

in azienda ci sono altri ingegneri<br />

di talento che hanno ottime<br />

idee per migliorare la moto e il<br />

modo di stare insieme. Spero<br />

che questo possa velocizzare<br />

il processo di sviluppo e compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />

Per quanto riguarda<br />

le mie idee, non le svelo, ma le<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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devo esplorare con i miei ingegneri».<br />

Qual è il tuo concetto di moto?<br />

«In realtà, come ha detto ieri<br />

anche Hayden, non esiste un<br />

singolo pezzo che possa essere<br />

cambiato per rivoluzionare una<br />

moto, ma ci sono tanti elementi.<br />

A cominciare dalle gomme, che<br />

influiscono pesantemente sul<br />

comportamento. Poi c’è il team<br />

, la squadra, il morale, la motivazione.<br />

Naturalmente contano<br />

i piloti e io sono molto contento<br />

dei nostri 5 piloti, compreso il<br />

collaudatore Michele Pirro che<br />

farà tre gare come wild card<br />

(Spagna, Italia e Rep.Ceca,<br />

NDA). Incide la componente<br />

tecnica e per ultimo la… fortuna,<br />

che naturalmente non<br />

si può controllare. Dall’analisi<br />

che abbiamo fatto è chiaro che<br />

dobbiamo lavorare su tutti gli<br />

elementi: motore, elettronica,<br />

telaio, aerodinamica. La moto<br />

sicuramente non è perfetta, ma<br />

il potenziale c’è e abbiamo delle<br />

idee per i prossimi mesi».<br />

Ti aspetta un lavoro difficile:<br />

avrai il tempo per farlo? Ieri<br />

dovizioso ha detto che il progetto<br />

è biennale, che nel primo<br />

anno non si aspetta grandi<br />

risultati: sei d’accordo?<br />

«Non completamente. Condivido<br />

l’approccio generale di<br />

Andrea, sicuramente il nostro è<br />

un progetto a lungo termine sia<br />

da parte di Ducati sia di Audi e<br />

le corse sono nel DNA di questa<br />

azienda. Sicuramente, come ha<br />

detto Dovizioso, il 2013 servirà<br />

soprattutto per lo sviluppo<br />

per raggiungere certi risultati e<br />

sono consapevole che per avvicinare<br />

chi è davanti a noi ci vuole<br />

tempo e lavoro. Io sono un ingegnere,<br />

ho lavorato in passato<br />

Dobbiamo<br />

lavorare su tutti<br />

gli elementi:<br />

motore,<br />

elettronica, telaio,<br />

aerodinamica.<br />

La moto<br />

sicuramente non<br />

è perfetta, ma<br />

il potenziale c’è e<br />

abbiamo delle<br />

idee per i<br />

prossimi mesi<br />

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su tanti motori da corsa, anche<br />

sulla parte elettronica».<br />

Vieni dalla BMW SBK: all’inizio<br />

la moto era lontanissima<br />

dalle avversarie, poi, nel 2012,<br />

è diventata molto compet<strong>it</strong>iva;<br />

vedi una s<strong>it</strong>uazione simile<br />

in ducati?<br />

«E’ incredibile come parlando<br />

con gli ingegneri Ducati, vengano<br />

utilizzati gli stessi termini<br />

di quando in BMW abbiamo iniziato<br />

l’avventura in SBK: manca<br />

grip, bisogna migliorare l’erogazione,<br />

ecc. ecc. Quindi sì, è<br />

corretto dire che la s<strong>it</strong>uazione è<br />

per certi versi simile. Ma questa<br />

è una sfida ancora più difficile».<br />

che cosa è mancato con Valentino<br />

rossi?<br />

«Per quello che ho letto, stando<br />

anche alle dichiarazioni di<br />

Valentino, è mancata soprattutto<br />

la comunicazione tra<br />

cosa accade in pista, tra il pilota,<br />

il team e la fabbrica. E’ un<br />

aspetto fondamentale, va migliorato,<br />

dobbiamo lavorare<br />

su questa carenza. Ma tutti in<br />

azienda hanno un approccio<br />

pos<strong>it</strong>ivo, con buone idee per lavorare<br />

meglio insieme».<br />

Vista l’esperienza che hai avuto<br />

con la BMW, credi che audi<br />

possa essere utile alla ducati?<br />

«Audi non ha nessuna esperienza<br />

nelle moto, mentre Ducati ce<br />

l’ha: sotto questo aspetto, quindi,<br />

saremo noi a dover gestire le<br />

sfide sportive. Ma Audi ci aiuterà<br />

dove non abbiamo risorse a<br />

sufficienza, con i laboratori, nella<br />

ricerca scientifica, con il suo<br />

personale: ci sarà sicuramente<br />

uno scambio tecnologico».<br />

Si può dire che inizierete il<br />

2013 con una GP12.1 e non<br />

con una GP13? Quando arriveranno<br />

le prime evoluzioni?<br />

«Sì, partiremo con la base della<br />

GP12: pensiamo che lo sviluppo<br />

di questa moto non abbia<br />

raggiunto il suo reale potenziale,<br />

che dobbiamo ancora esplorare<br />

nella sua completezza. Abbiamo<br />

già delle evoluzioni per<br />

motore, elettronica e telaio, tutte<br />

da verificare: prima vogliamo<br />

provare tutto con il nostro test<br />

team. Poi, se sarà compet<strong>it</strong>ivo,<br />

verrà passato ai piloti ufficiali,<br />

ma non bisogna ripetere gli errori<br />

fatti in passato, quando c’è<br />

stata un po’ di confusione tra<br />

collaudi e gare: l’approccio sarà<br />

diverso».<br />

Si dice che la ducati sia una<br />

moto un po’ selvaggia, che richieda<br />

piloti un po’ “pazzi”, ma<br />

alla fine l’unico che è riusc<strong>it</strong>o<br />

a guidarla è stato Stoner; secondo<br />

il tuo punto di vista la<br />

desmosedici deve diventare<br />

una moto facile o deve mantenere<br />

queste caratteristiche?<br />

«Non sono d’accordo con la<br />

tesi che la moto debba essere<br />

“selvaggia”: nella mia idea deve<br />

essere adatta a tutti e 5 i piloti,<br />

non solo a Stoner. D’altra parte,<br />

però, non faremo certo una<br />

moto super facile, una replica<br />

delle giapponesi, perché la Ducati<br />

deve sempre avere delle<br />

sue caratteristiche, bisogna<br />

rispettare la filosofia. Ma deve<br />

diventare più guidabile, senza<br />

perdere il suo carattere».<br />

oggi, con audi, avete risorse<br />

superiori rispetto al passato;<br />

c’è la possibil<strong>it</strong>à di allestire<br />

un terzo team per sviluppare<br />

una moto rivoluzionaria, magari<br />

senza telaio, come era la<br />

ducati prima e come è oggi la<br />

Panigale?<br />

«In realtà, non abbiamo tutte<br />

queste risorse in più rispetto al<br />

passato e ci sono state ragioni<br />

valide per passare al telaio perimetrale<br />

in alluminio: il contingentamento<br />

dei motori è una di<br />

quelle».<br />

e’ vero che la ducati farà fare<br />

il telaio a Suter?<br />

«C’è un accordo tra Suter e<br />

Ducati: Suter è un forn<strong>it</strong>ore<br />

tecnico, come lo è stato negli<br />

anni scorsi, e continuerà a esserlo<br />

in futuro. Noi, però, non<br />

dobbiamo certo rivelare quali<br />

sono i pezzi realizzati dalla Suter:<br />

è un forn<strong>it</strong>ore esterno così<br />

come lo è, per esempio, per la<br />

Casa (BMW, NDA) con la quale<br />

ho lavorato in passato. Direi che<br />

dietro a questa notizia è stato<br />

creato molto fumo, ma senza<br />

arrosto…».<br />

Qual è la tua visione dei due<br />

campionati <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> e SBK?<br />

«Sono d’accordo con Ezpeleta<br />

quando dice che i due campionati<br />

sono importanti e devono<br />

esistere entrambi. La <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

deve essere l’apice della tecnologia,<br />

dove si sfidano veramente<br />

i vari costruttori, mentre la<br />

SBK deve essere più vicina alle<br />

moto da strada».<br />

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Bernhard Gobmeier<br />

“2014 ad armi pari con i giapponesi!”<br />

di Giovanni Zamagni | Il neoacquisto della casa di Borgo<br />

Panigale racconta il suo passato, fa il punto sul presente in<br />

Ducati e si sbilancia sulle prospettive future<br />

I<br />

n un’interessante intervista<br />

realizzata per<br />

Griglia di Partenza, il<br />

nostro Giovanni Zamagni<br />

presenta il nuovo Direttore<br />

Generale di Ducati Corse. Che<br />

in una chiacchierata a ruota<br />

libera parla del proprio passato,<br />

valuta con grande realismo<br />

l’attuale s<strong>it</strong>uazione del reparto<br />

corse bolognese ma soprattutto<br />

parla dei piani per le prossime<br />

due stagioni.<br />

Qual è la tua storia?<br />

«Ho studiato ingegneria meccanica<br />

a Monaco di Baviera<br />

poi, fin<strong>it</strong>a l’univers<strong>it</strong>à, ho sub<strong>it</strong>o<br />

cominciato a lavorare da<br />

ingegnere come motorista alla<br />

BMW facendo diversi tipi di test<br />

sia sulle auto di produzione che<br />

quelle da corsa. Poi per quattro<br />

anni ho lavorato per Posche<br />

prima di r<strong>it</strong>ornare nuovamente<br />

alla BMW dove ho ricoperto incarichi<br />

differenti nello sviluppo<br />

delle auto. Nel 2009 sono passato<br />

a BMW <strong>Moto</strong>rrad. Le due<br />

ruote sono sempre state il mio<br />

sogno e la mia passione, tanto<br />

che quando posso mi piace guidare<br />

una moto. Ho fatto parte<br />

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del gruppo di ingegneri che<br />

hanno sviluppato la ciclistica<br />

della S1000RR e nel 2010 ho<br />

iniziato a occuparmi del progetto<br />

SBK dove sono stato fino<br />

alla fine del 2012, quando sono<br />

stato chiamato dalla Ducati.<br />

Adesso sono veramente orgoglioso<br />

di far parte di questa<br />

famiglia».<br />

cosa pensa un tedesco della<br />

ducati? Per noi <strong>it</strong>aliani è un<br />

m<strong>it</strong>o...<br />

«Per me le Ducati sono sempre<br />

state tra le moto più belle ecc<strong>it</strong>anti<br />

ed emozionanti. Era così<br />

anche quando ho lavorato nelle<br />

competizioni. Ducati è sempre<br />

stato un marchio altamente<br />

tecnologico, con un fascino<br />

incredibile e tanti tifosi legati<br />

al marchio. Bisogna essere<br />

orgogliosi di lavorare per una<br />

fabbrica così. Le corse fanno<br />

parte del DNA di Ducati e c’è un<br />

grande legame tra pista e moto<br />

da strada».<br />

Quella con ducati corse sarà<br />

una grande sfida professionale.<br />

«Probabilmente è la mia sfida<br />

più difficile, ma a me le sfide<br />

piacciono. L’aspetto pos<strong>it</strong>ivo è<br />

che non sono solo. In azienda ci<br />

sono tante persone valide, tanti<br />

ingegneri di valore e un grande<br />

supporto dall’intera Ducati e<br />

naturalmente dai tifosi».<br />

Pensi veramente che sia possibile<br />

battere Honda e Yamaha?<br />

«Naturalmente! Dobbiamo riuscire<br />

a battere Honda e Yamaha.<br />

Questo è il nostro obiettivo<br />

anche se onestamente sarà<br />

molto, molto difficile. Loro hanno<br />

una grande esperienza, piloti<br />

bravi, un pacchetto vincente<br />

e noi dobbiamo rincorrere. Non<br />

si può nascondere che ci sia<br />

una differenza tecnica importante,<br />

ma credo anche che sia<br />

possibile ridurre il gap. I giapponesi<br />

hanno ingegneri validi<br />

ma li abbiamo anche noi, e tutti<br />

siamo molto motivati».<br />

di quanto tempo hai bisogno<br />

per battere i giapponesi?<br />

«Quest’anno il primo obiettivo<br />

è ridurre il gap mentre per<br />

il 2014 l’obiettivo è quello di<br />

combattere ad armi pari con<br />

loro».<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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La differenza tecnica è importante, ma è<br />

possibile ridurre il gap. I giapponesi hanno ingegneri<br />

validi ma li abbiamo anche noi, e tutti siamo<br />

molto motivati<br />

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Wrooom 2013. Del Torchio<br />

“Non molliamo mai”<br />

di Giovanni Zamagni | “Il 2012 è stato un anno eccezionale per le<br />

vend<strong>it</strong>e, ma deludenti per le corse. Per questo abbiamo deciso di cambiare<br />

organizzazione: guardiamo con fiducia al futuro” ha dichiarato Del<br />

Torchio<br />

90<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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S<br />

oddisfatto per le vend<strong>it</strong>e, deluso dai<br />

risultati sportivi: Gabriele Del Torchio,<br />

amministratore delegato di<br />

Ducati Holding, fa gli onori di casa<br />

a Madonna di Campiglio e racconta, in sintesi, il<br />

2012 della Casa di Borgo Panigale, adesso di proprietà<br />

del gruppo Audi. «Il 2012 è stato per Ducati<br />

– sono le parole del manager – un anno molto<br />

importante, con grandi cambiamenti. E’ iniziata<br />

una nuova era, con l’entrata nel gruppo Audi e, di<br />

conseguenza, nel gruppo Volkswagen: è una tappa<br />

che dà solid<strong>it</strong>à all’azienda e possibil<strong>it</strong>à di guardare<br />

con fiducia al futuro. In ogni caso, la Ducati<br />

rimarrà <strong>it</strong>aliana e continuerà a produrre le moto a<br />

Borgo Panigale. Il 2012 è stato un anno da primato,<br />

con maggiori vend<strong>it</strong>e rispetto al 2011: è stato<br />

un risultato storico, il migliore di sempre per l’Azienda,<br />

con l’ingresso in nuovi mercati. La Ducati<br />

è sempre più internazionale: 9 moto su 10 vanno<br />

all’estero. Insomma, il 2012 è stato un anno eccellente<br />

per Ducati, ma non si può dire lo stesso<br />

per le corse. Abbiamo sofferto, ma il nostro<br />

motto è “Non mollare mai” e guardiamo con fiducia<br />

al futuro. Abbiamo deciso però di riorganizzare<br />

il reparto corse e do ufficialmente il benvenuto<br />

a Bernhard Gobmeier, nuovo direttore generale<br />

di Ducati Corse, che sost<strong>it</strong>uisce Filippo Preziosi,<br />

al quale va il mio ringraziamento per quello che<br />

ha fatto in questi 12 anni: Filippo avrà un importante<br />

ruolo nello sviluppo tecnologico delle moto<br />

da produzione e gli mando un grande abbraccio.<br />

Ma Gobmaier non è l’unica nov<strong>it</strong>à: c’è anche il<br />

r<strong>it</strong>orno in Ducati di Paolo Ciabatti, nuovo responsabile<br />

del progetto <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. Rimane invece V<strong>it</strong>to<br />

Guareschi, con la sua esperienza e competenza<br />

come team manager. Per quanto riguarda i<br />

piloti, è stato riconfermato Nicky Hayden, che<br />

ringrazio per correre ancora con Ducati, anche<br />

se, speriamo, con migliori risultati, mentre arriva<br />

Andrea Dovizioso, romagnolo puro sangue: di<br />

lui, per scaramanzia, non dico nulla. Altra nov<strong>it</strong>à<br />

per il 2013 è una collaborazione ancora più forte<br />

con il team Pramac, i cui piloti – Andrea Iannone<br />

e Ben Spies – sono sotto contratto Ducati».<br />

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Wrooom 2013. ezpeleta<br />

“Un milione di euro per la <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>,<br />

250.000 euro per la SBk”<br />

di Giovanni Zamagni | Il numero uno del motociclismo<br />

mondiale fissa i costi del futuro: “E’ questo il primo obiettivo<br />

per il 2014, quando cambieranno i regolamenti del<br />

campionato per moto derivate dalle serie”<br />

C<br />

ome è sempre accaduto negli ultimi<br />

anni, a Madonna di Campiglio è<br />

arrivato anche Carmelo Ezpeleta,<br />

numero uno della Dorna che, da<br />

quest’anno, gestisce anche la SBK, oltre che la<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. In attesa della conferenza stampa prevista<br />

per domani, ecco alcune anticipazioni interessanti<br />

del massimo responsabile del motociclismo<br />

mondiale.<br />

MoToGP<br />

«I regolamenti per il 2014, 2015 e 2016 sono defin<strong>it</strong>i,<br />

nero su bianco, e si sta già lavorando per il<br />

2017. Stiamo ancora discutendo alcuni dettagli,<br />

tipo il costo delle moto. La nostra proposta alla<br />

HRC è di 800.000 euro per i motori e di 1 milione<br />

di euro per l’intera moto. Per quanto riguarda il<br />

calendario, quest’anno la <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> debutterà in<br />

Texas, nel 2014 sicuramente in Argentina e, forse,<br />

in Brasile. Ma, naturalmente, è troppo presto per<br />

parlare del calendario della prossima stagione.<br />

Per il futuro l’obiettivo principale non è tanto avere<br />

più Case, quanto un campionato equilibrato e<br />

spettacolare, con le Case ufficiali e le CRT, con<br />

92<br />

22 moto, a mio modo di vedere il numero ideale<br />

(quest’anno saranno 24 i piloti in pista, NDA)».<br />

SBK<br />

«Le ultime notizie dicono che ci saranno 21 piloti<br />

in pista. Stiamo discutendo con le Case e i team<br />

il regolamento del 2014: ci siamo incontrati a dicembre<br />

a Ginevra e le prospettive sono interessanti.<br />

La nostra proposta si basa su tre punti:<br />

1) Una stagione dovrà costare al massimo<br />

250.000 euro, cadute escluse;<br />

2) Ogni costruttore iscr<strong>it</strong>to al mondiale SBK deve<br />

garantire la forn<strong>it</strong>ura ad almeno sei piloti (naturalmente<br />

se viene richiesta);<br />

3) Tutti i costruttori devono essere d’accordo sul<br />

regolamento».<br />

SUPerSTocK e SUPerSPorT<br />

«Dal 2014, la Superstock sparirà, mentre per la<br />

Supersport l’obiettivo è ridurre i costi per un massimo<br />

di 100.000 euro a stagione per una moto. Si<br />

sta anche parlando di una gara di “contorno”, che<br />

potrebbe essere con le 500 4T, categoria che in<br />

questo momento interessa alle Case».<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

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bbbbbbbbbbbbbbb<br />

93


Yamaha:<br />

un video per la<br />

M1 2013<br />

a poche settimane dall’inizio dei test<br />

di Sepang la casa di Iwata svela la M1 2013<br />

“coccolata” da rossi e Lorenzo.<br />

Un video emozionale per presentare<br />

la squadra più t<strong>it</strong>olata del 2013<br />

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La ripresa delle ostil<strong>it</strong>à è prevista per il 5<br />

febbraio a Sepang. Non fatevi ingannare<br />

dalle immagini del video, che presenta<br />

la nuova M1 in tutta la sua bellezza con<br />

toni soffusi e musica relegata al ruolo di presenza<br />

sullo sfondo, facendo sembrare i due piloti<br />

due “normali” compagni di squadra. Tredici t<strong>it</strong>oli<br />

mondiali in due, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo<br />

partono entrambi per battere, primo fra gli altri,<br />

il compagno di squadra. In attesa che i motori si<br />

riaccendano - e che si possa vedere la Yamaha<br />

nella nuova livrea Monster Energy - vi proponiamo<br />

il video corporate, in cui la M1 si presenta nei<br />

colori racing della casa di Iwata. Coraggio, manca<br />

poco...<br />

<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />

96 97


Steven<br />

Frossard<br />

di Massimo Zanzani | dopo cinque<br />

mesi di convalescenza il francese<br />

della yamaha Monster energy ha<br />

ripreso gli allenamenti con un unico<br />

obbiettivo: il t<strong>it</strong>olo MX1<br />

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S<br />

ono bastati pochi secondi<br />

ed un solo errore<br />

per fargli perdere<br />

un intero anno di lavoro. Ma<br />

non a caso Steven Frossard si<br />

è guadagnato l’appellativo di<br />

Gladiatore, e l’incidente al ginocchio<br />

destro battuto nelle<br />

qualifiche del GP della Bulgaria<br />

non gli ha lasciato strascichi<br />

psicologici. Dopo tante settimane<br />

lontano dalla moto, da<br />

poco è r<strong>it</strong>ornato alla guida della<br />

sua Yamaha YZ 450 FM. «In<br />

questi mesi di sosta ho lavorato<br />

molto fisicamente – spiega il<br />

pupillo di Michele Rinaldi - perché<br />

dopo l’operazione per un<br />

mese non mi sono mosso e ho<br />

perso tonic<strong>it</strong>à alla muscolatura<br />

della gamba. E’ stato difficile<br />

recuperarla, ma adesso ho fin<strong>it</strong>o<br />

e i primi test sulla moto sono<br />

stati pos<strong>it</strong>ivi. Ho già fatto cinque<br />

allenamenti e non ho avuto<br />

problemi all’articolazione, così<br />

sono riusc<strong>it</strong>o già a raggiungere<br />

una buona veloc<strong>it</strong>à».<br />

Hai cambiato la preparazione<br />

rispetto all’anno scorso?<br />

«Per ora ho fatto più bicicletta<br />

e meno corsa a piedi per non<br />

stressare troppo il ginocchio,<br />

ma era un allenamento di recupero<br />

e non per la prossima<br />

stagione di GP».<br />

La tua lunga assenza dalle<br />

gare ti ha dato più tempo da<br />

dedicare ai tuoi hobbies.<br />

«Sì, sono stato di più con la mia<br />

ragazza, sono andato a trovare<br />

i miei amici nel sud della Francia<br />

e mi sono dedicato un po’ al<br />

jet ski».<br />

Hai mai ripensato all’incidente<br />

della Bulgaria, a come è<br />

successo e perché?<br />

«Si, ho cap<strong>it</strong>o di aver fatto un<br />

errore ma se non fossi stato<br />

sfortunato avrei potuto recuperare<br />

in fretta. Invece mi sono<br />

dovuto fermare e non ho potuto<br />

fare altro che vedere correre<br />

gli altri piloti, vorrà dire che mi<br />

servirà il prossimo anno».<br />

Hai segu<strong>it</strong>o quindi i GP in TV?<br />

«I primi tempi no perché non<br />

ce la facevo, ero troppo arrabbiato<br />

e deluso. Poi ho iniziato<br />

a vederli, e sono anche stato a<br />

Lierop, ma sinceramente vedere<br />

Cairoli sempre in testa da<br />

solo per me è stata dura».<br />

Hai fatto il tifo per qualche<br />

pilota?<br />

«Per Tony, è un bravissimo ragazzo,<br />

saluta sempre, e quando<br />

mi vede chiede sempre<br />

come sto».<br />

Pensi che abbia mer<strong>it</strong>ato il t<strong>it</strong>olo?<br />

«Certo, è il più forte».<br />

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e se ci fossi stato tu?<br />

«Non saprei, ha avuto una stagione<br />

perfetta, ha vinto non so<br />

quanti GP ed è stato fortissimo<br />

tutto l’anno. Io l’avrei potuto<br />

battere in certi GP, ma non so<br />

come sarebbe andata nell’arco<br />

della stagione, è difficile da<br />

dire».<br />

Hai già preparato la moto per<br />

il 2013?<br />

«Stiamo lavorando in questo<br />

periodo, prima del Nazioni Joshua<br />

Coppins aveva provato<br />

alcune modifiche ed ora stiamo<br />

continuando a provare pezzi<br />

speciali. Ero già molto contento<br />

della mia moto, ma l’obiettivo<br />

è quella di rendere sempre più<br />

facile e maneggevole la ciclistica<br />

e ancora più fluido il motore<br />

senza perderne la personal<strong>it</strong>à».<br />

Il prossimo anno i GP saranno<br />

più sparsi in giro per il mondo.<br />

cosa ne pensi?<br />

« L’unica cosa che mi lascia<br />

un po’ perplesso è che si inizia<br />

un po’ troppo presto, ma a me<br />

piace viaggiare e quindi sono<br />

favorevole ad andare anche i<br />

Paesi lontani. Spero solo che i<br />

team riescano a coprire il budget<br />

per affrontare la stagione».<br />

Si correrà in nuove piste come<br />

Germania, Qatar e Tailandia,<br />

ti piace cambiare o preferisci<br />

correre sui sol<strong>it</strong>i circu<strong>it</strong>i?<br />

«Decisamente andare in nuovi<br />

tracciati, diventa noioso correre<br />

ogni anno sulle stesse piste<br />

e scoprire nuovi impianti mi diverte<br />

e da uno stimolo in più».<br />

Qual è il tuo obiettivo per il<br />

2013?<br />

«Lo stesso di quest’anno, salire<br />

sul podio e cercare di vincere il<br />

campionato, ma devo battere<br />

Antonio e non sarà facile».<br />

Hai pensato a qualche strategia?<br />

«L’unica è puntare alla continu<strong>it</strong>à,<br />

è pazzesco pensare come<br />

lui ogni gara finisca sempre sul<br />

podio».<br />

cosa pensi degli altri piloti?<br />

«R<strong>it</strong>engo che nella MX1 ci sia<br />

un livello buonissimo perché<br />

molti piloti, come Paulin, Nagl,<br />

Bobryshev, Desalle, possono<br />

vincere un GP. Il problema è<br />

che uno solo è costante durante<br />

tutta la stagione, ed è Cairoli,<br />

quindi se rientro e finisco tra i<br />

primi tre è un buon risultato».<br />

Quest’anno non sei stato l’unico<br />

a mancare l’obiettivo, tra<br />

i quali desalle e Paulin, pensi<br />

sia stato un campionato un<br />

po’ anomalo?<br />

«Non so cosa dire, se è stato<br />

perché gli altri piloti a fine stagione<br />

erano stanchi o se è stato<br />

Tony ad essere più veloce sul<br />

finire del campionato. Fatto sta<br />

che il più forte è stato lui».<br />

nel 2013 avrai un nuovo compagno<br />

di squadra, Joel roelants.<br />

«E’ giovane, simpatico, e penso<br />

che sarà un buon compagno<br />

di squadra. Quest’anno con<br />

Philippaerts non ho avuto problemi,<br />

ma penso che per David<br />

sia stato difficile quando sono<br />

arrivato io perché ero più giovane<br />

e ho avuto sub<strong>it</strong>o dei buoni<br />

risultati, i rapporti quindi non<br />

erano così stretti ma è normale<br />

e comunque ci siamo sempre<br />

rispettati che è la cosa più importante».<br />

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Supercross di anaheim<br />

villopoto finalmente conquista l’oro<br />

di Massimo Zanzani | Dopo il deludente debutto stagionale<br />

l’ufficiale Kawasaki r<strong>it</strong>rova il bandolo della matassa e vince la<br />

terza prova; Tomac ancora imprendibile nella 250<br />

B<br />

uona la terza per Ryan Villopoto, che<br />

ormai era ossessionato da media<br />

e fans per i suoi mancati risultati di<br />

inizio stagione. Nella seconda tappa<br />

corsa all’interno dell’Angel Stadium adiacente a<br />

Disneyland il campione in carica della Kawasaki<br />

ha approf<strong>it</strong>tato di un circu<strong>it</strong>o finalmente tecnico<br />

e più selettivo delle puntate precedenti per rimettere<br />

le cose a posto e chiarire di fare ancora<br />

parte della part<strong>it</strong>a. Non che ce ne fosse bisogno,<br />

ma così come per altri favor<strong>it</strong>i per il t<strong>it</strong>olo lo sconcertante<br />

inizio di stagione lo aveva tenuto un po’<br />

in disparte in favore dei nuovi arrivati o piloti<br />

come Davi Millsaps che tutto potevano essere<br />

fuorché papabili per il t<strong>it</strong>olo 2013. Ryan Villopoto<br />

«Le continue domande che mi si facevano sul<br />

motivo di questo mio inizio stagionale al rallentatore<br />

oggi sono terminate – ha commentato il<br />

velocissimo rosso del Washington – questa settimana<br />

abbiamo lavorato bene, io con me stesso e<br />

nel team migliorando ulteriormente la mia KX-F,<br />

e il risultato è arrivato nonostante sia stata una<br />

gara dura anche per via del caldo sensibilmente<br />

più elevato rispetto alle due gare precedenti.<br />

Il fondo era molto compatto e impegnativo perché<br />

scivoloso, ma le scelte tecniche che abbiamo<br />

fatto nelle prove sono risultate azzeccate.<br />

Purtroppo sono usc<strong>it</strong>o molto bene al cancello ma<br />

in staccata sono stato tamponato ed ho perso un<br />

po’ di posizioni, ho mantenuto calma e concentrazione<br />

anche quando per un paio di volte mi<br />

sono toccato con un avversario in un triplo prendendo<br />

però una bella paura».<br />

Dalla sesta piazza Villopoto ha rimontato sino<br />

alla prima, ed una volta giunto al comando si è<br />

focalizzato sul tempo sul giro e a non fare errori<br />

<strong>Moto</strong>cross<br />

tagliando così il traguardo con un discreto margine<br />

su Trey Canard. Quello del pilota Honda<br />

Muscle Milk ha del miracoloso, se si pensa all’infortunio<br />

alla schiena che neppure troppi mesi fa<br />

pareva avesse troncato la sua carriera e messo a<br />

rischio la sua mobil<strong>it</strong>à.<br />

La sua forte tempra psicologica gli ha invece permesso<br />

di rimpossessarsi delle sue doti tecniche<br />

ed eccolo che alla sua prima stagione full time su<br />

tre gare è andato a podio tre volte tanto da mer<strong>it</strong>arsi<br />

il secondo posto in campionato a soli tre<br />

punti dal leader Davi Millsaps.<br />

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Trey canard<br />

«Anche se non ho passato una buona settimana<br />

sono arrivato alla gara caricato dai risultati<br />

di quest’anno – ha spiegato Trey – ed è stata<br />

una grande serata. Quando ero in testa sapevo<br />

che Villopoto sarebbe arrivato perché oggi andava<br />

molto forte, avrei voluto lottare un po’ ma<br />

effettivamente aveva una marcia in più e più di<br />

tanto non ho spinto anche perché sono molto<br />

felice anche del secondo posto. Anche perché la<br />

consistenza dei risultati è molto importante, ed è<br />

un aspetto col quale in passato ho sempre avuto<br />

problemi. Devo ringraziare Dio di aver trovato<br />

oggi la forza per battermi ai massimi livelli, visto<br />

che per tutta la settimana non so perché ma mi<br />

sono sent<strong>it</strong>o fisicamente debil<strong>it</strong>ato».<br />

106<br />

chad reed<br />

Terza piazza per Chad Reed al termine di un lungo<br />

testa a testa con Millsaps, che nonostante il<br />

buon risultato sul podio aveva un muso lungo dovuto<br />

alla sua poca soddisfazione. «Non è un piazzamento<br />

eclatante ma sempre meglio di quelli<br />

precedenti – ha detto l’australiano proprietario<br />

del team TwoTwo <strong>Moto</strong>rsports – purtroppo mi<br />

manca ancora il feeling con la moto, lavoriamo<br />

continuamente e dopo Phoenix abbiamo fatto<br />

un meeting nel team per comprendere le cause.<br />

Sono contento che ci siamo avvicinati, ma non<br />

sono ancora pienamente soddisfatto, vorrei arrivare<br />

al risultato con più rilassatezza, invece i<br />

problemi che ho incidono sul divertimento nella<br />

guida ed è piuttosto frustrante». Solo 6° Ryan<br />

<strong>Moto</strong>cross<br />

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Dungey, mattatore della sua manche selettiva<br />

ma penalizzato da una brutta partenza nella<br />

finale, e 12° James Stewart che a causa del ginocchio<br />

infortunato ad inizio stagione è l’ombra<br />

di se stesso. Sfortunato invece il protagonista<br />

di Phoenix Justin Barcia, che nelle prime fasi di<br />

gara è atterrato corto in un triplo ed ha battuto<br />

il viso sul manubrio procurandosi alcuni tagli e la<br />

sospetta frattura del setto nasale.<br />

Kevin Windham si r<strong>it</strong>ira<br />

Prima del via della gara un annuncio a sorpresa,<br />

che ha rimbombato in tutto lo stadio: Kevin<br />

Windham si è presentato per il giro d’onore che<br />

si tiene ab<strong>it</strong>ualmente in apertura di serata, ma<br />

ha fatto solo quello perché ha sub<strong>it</strong>o dopo comunicato<br />

ai presenti che dopo 19 anni di onorata<br />

carriera appende il casco al chiodo in quanto<br />

dopo la pesante caduta di Houston dello scorso<br />

anno non se la sente più di prendere rischi.<br />

250<br />

Terza prova per la 250 Costa Ovest e terza prova<br />

di forza di Eli (che in inglese è Ilai….) Tomac<br />

che dopo aver fatta sua la qualifica ha imposto<br />

la sua superior<strong>it</strong>à anche nella finale scavalcando<br />

prima Ken Roczen e poi a metà gara il battistrada<br />

Cole Seely dando poi ancora spettacolo con la<br />

sua guida tecnica, pul<strong>it</strong>a ma soprattutto precisa<br />

e velocissima. Buon secondo per Roczen, che ha<br />

superato la cauta in prova dove aveva battuto<br />

polso e caviglia ma che si è dovuto ancora una<br />

volta inchinare davanti alla superior<strong>it</strong>à del leader<br />

2013.<br />

107


le foto più belle<br />

del Supercross<br />

di Phoenix<br />

di Massimo Zanzani | Le foto più belle del<br />

Supercross a Phoenix, dove il pilota Honda<br />

Justin “Bam Bam” Barcia si è aggiudicato la<br />

sua prima v<strong>it</strong>toria nel campionato 450,<br />

vincendo con grande lucid<strong>it</strong>à sugli agguerr<strong>it</strong>i<br />

pretendenti al t<strong>it</strong>olo<br />

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<strong>Moto</strong>cross<br />

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D<br />

a San Miguel de Tucuman a Cordoba.<br />

Dopo la giornata di riposo la<br />

Dakar riparte con la tappa più lunga<br />

della 34ma edizione, e con la più<br />

lunga Prova Speciale. In totale 852 chilometri,<br />

di cui 593 cronometrati per auto e moto. A sua<br />

volta la Speciale è suddivisa in tre parti, la prima<br />

e l’ultima, rispettivamente di 226 e 245 chilometri,<br />

determinante per il responso cronometrico,<br />

ed una neutralizzazione centrale di 120KM con i<br />

due rifornimenti previsti in entrata e in usc<strong>it</strong>a del<br />

tratto raccordo. Dai contrafforti della Cordillera<br />

la corsa scende vertiginosamente fino ai 200<br />

metri slm delle Salinas Grandes, per risalire e<br />

concludersi, infine, nella Cap<strong>it</strong>ale della provincia<br />

di Cordoba, seconda c<strong>it</strong>tà per estensione e popolazione<br />

dell’Argentina. La tappa dei Camion è<br />

diversa e tracciata più a Est, con una sola prova<br />

speciale non-stop più corta rispetto a moto,<br />

quad e auto, di 293 chilometri. Tappa lunga, molto<br />

varia e tortuosa.<br />

countdown<br />

La clessidra della Dakar è stata girata, e la sabbia<br />

scorre riempiendo la semisfera della seconda<br />

parte del Rally. Faticaccia per gli apripista, Barreda,<br />

Campbell e Jakes, che hanno davanti una<br />

lunghissima giornata di incogn<strong>it</strong>e, e subiscono<br />

l’enorme pressione degli insegu<strong>it</strong>ori lanciati nella<br />

forse unica possibil<strong>it</strong>à di recupero. David Casteu<br />

Tappa 9<br />

a Despres (kTM). 3° Botturi<br />

di Piero Batini | Dopo la giornata di riposo la tappa<br />

con la Speciale più lunga. Grande prova d’attacco di<br />

Despres, che vince e si rimette in gioco. Ruben Faria,<br />

nuovo leader. Stupendo Botturi, 3° oggi e proiettato<br />

al 5° posto della generale<br />

si estranea quasi sub<strong>it</strong>o dalla mischia e fa quello<br />

che la posizione leader sembra consentirgli, cioè<br />

controllare riducendo al minimo i rischi. La lezione<br />

della ottava tappa è ancora vivida nella mente<br />

di tutti, e il must è non commettere di nuovo errori<br />

del genere. Le strategie si affinano, ma per<br />

taluni diminuiscono le opzioni. Per Cyril Despres<br />

non c’è nessuna alternativa, non oggi, è in r<strong>it</strong>ardo<br />

nella generale. Il francese schiaccia il pulsante e<br />

attiva la modal<strong>it</strong>à attacco. Davanti vanno forte,<br />

ma il “franco-andorrano” di più. Non ricordo di<br />

averlo mai visto all’assalto così. Ha sempre corso<br />

in curva di sicurezza, di misura sugli avversari,<br />

per questo non è quasi mai caduto o ha avuto incidenti<br />

di rilievo, ma non è mai stato uno showman.<br />

Oggi, volando, Cyril ha fatto un’eccezione.<br />

Part<strong>it</strong>o indietro, dalla 11ma posizione, Despres<br />

ha guadagnato un minuto ogni 50 KM a Barreda,<br />

che si è dovuto inchinare.<br />

La dakar non perdona nemmeno i motori<br />

più affidabili<br />

Casteu e Pain non hanno cambiato il motore,<br />

hanno deciso di andare avanti contando sull’affidabil<strong>it</strong>à<br />

della loro Yamaha, e di risparmiare i<br />

15 minuti di penal<strong>it</strong>à. Un errore. L’affidabil<strong>it</strong>à è<br />

una cosa, l’affidabil<strong>it</strong>à alla Dakar un’altra. Difatti<br />

Pain si ferma due volte nella prima parte della<br />

Speciale, quanto basta per lasciare sulla pista le<br />

ultime speranze di essere compet<strong>it</strong>ivo alla lunga<br />

Sport<br />

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distanza. Si ferma anche Casteu, ma per un’altra<br />

ragione, lo scontro con una vacca. Despres è<br />

largamente primo davanti a Barreda, Casteu ha<br />

perso tutto il suo vantaggio. Vanno forte l’americano<br />

Campbell con la nuova Honda, poi in r<strong>it</strong>ardo,<br />

lo slovacco Jakes e il cileno Jeremias Israel, e<br />

va forte soprattutto Alessandro Botturi che torna<br />

nel “pack” dei leader. Diversa la posizione di<br />

Francisco Lopez, pure indietro di una diecina di<br />

minuti, sulla cui strategia pesa il r<strong>it</strong>orno dell’Asso<br />

cileno sulle piste di casa sua, sempre più imminente.<br />

Leader provvisorio<br />

L’es<strong>it</strong>o della nona Speciale è amplificato dalla<br />

lunghezza della tappa, e travolge con una nuova<br />

ondata la classifica generale. Vince Despres<br />

davanti a Barreda. Alessandro Botturi riscatta la<br />

sfortunata ottava tappa con un risultato eccezionale<br />

e conclude il terzo posto. Francisco Lopez è<br />

più indietro, ma ha sfruttato l’ordine di partenza<br />

114<br />

per garantirsi una tappa tranquilla e redd<strong>it</strong>izia.<br />

La generale provvisoria cambia ancora e propone<br />

un nuovo leader.<br />

È Ruben Faria, portatore d’acqua di Despres che<br />

è ora al secondo posto. Terzo è Lopez a dieci<br />

minuti. Classifica virtuale, che non tiene ancora<br />

conto del cambio di motore di Faria e di Lopez e<br />

proietta di fatto Cyril Despres sul tetto della corsa.<br />

Una bella giornata per le Husqvarna, due Piloti<br />

sul podio di giornata e tre nei primi sette posti,<br />

magnifica per KTM prima in Speciale e in testa<br />

alla Corsa, e disastrosa per le Yamaha di David<br />

Casteu e Olivier Pain, letteralmente dall’altare<br />

alla polvere. Giornata sfortunata per le ragazze<br />

in gara. La cilena Josefina Gardulski, v<strong>it</strong>tima di<br />

un problema meccanico, è costretta al r<strong>it</strong>iro per<br />

l’incendio della moto, e Laia Sanz 30° assoluta<br />

alla vigilia, si ferma nel tratto neutralizzato. Per<br />

contro Camelia Liparoti prosegue, molto provata<br />

dalla durezza della tappa ma apparentemente<br />

inossidabile.<br />

Sport<br />

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Tappa 10<br />

Despres nuovo leader<br />

Barreda vince la tappa<br />

di Piero Batini | Dakar 2013. Decima tappa.<br />

Stupenda performance del duo protagonista delle<br />

ultime due tappe. Joan Barreda vince per la quarta<br />

volta, Cyril Despres conquista il primato<br />

0<br />

116 117<br />

U<br />

n’altra tappa tutta argentina della<br />

Dakar, un altro “classico” della sua<br />

Storia. Come abbiamo accennato<br />

all’inizio, molto tempo fa… i primi<br />

di gennaio, la Dakar di quest’anno ha una configurazione<br />

antologica, basata su alcuni hilights<br />

degli anni scorsi. Anche La Rioja è una mèta non<br />

sconosciuta ai fedelissimi della Dakar sudamericana,<br />

ma anche la piccola c<strong>it</strong>tà dell’Ovest argentino<br />

è raggiunta da una tappa “niente male”.<br />

Ancora due percorsi diversi per auto e moto.<br />

350 chilometri di Prova Speciale, su due tracciati<br />

distinti per auto/camion e moto/quad, e un<br />

trasferimento finale in comune di poco meno di<br />

300 chilometri. Piste ancora molto guidate, ma<br />

ridotto carosello di “trappole”. Via lisci e che vinca<br />

il migliore.<br />

Una tappa delicata<br />

E così è. La tappa si annuncia sub<strong>it</strong>o delicata,<br />

perché lo spauracchio dell’errore, del guasto,<br />

della caduta o solo dell’imprevisto condiziona le<br />

performance più ancora dell’evoluzione agonistica<br />

della Speciale. Ne sa qualcosa David Casteu,<br />

che aveva fatto una gara perfetta fino a Salta,<br />

scalando con successo e raggiungendo la vetta<br />

della classifica generale, e che il giorno dopo il riposo<br />

ha vanificato tutto per un colpo di pura sfortuna,<br />

e fer<strong>it</strong>o ad una spalla esce di scena dopo lo<br />

scontro con una… mucca. Per fortuna la decima<br />

tappa non è così micidiale come le precedenti, e<br />

risulta anche più scorrevole, seppure sufficientemente<br />

guidata da tenere tutti, noi compresi, con<br />

il fiato leggermente sospeso. Come se fosse l’ideale<br />

prosecuzione della tappa di ieri, Cyril Despres<br />

affronta aggressivamente anche la decima tappa.<br />

Con una grande differenza a suo favore, però,<br />

quella di poter adesso gestire anche l’aspetto tattico<br />

facendolo collimare con il gioco di Squadra.<br />

La sua. Il suo portatore d’acqua, Ruben Faria, è da<br />

ieri il leader della corsa. Forum e social network si<br />

sono scatenati romanzando sulla possibil<strong>it</strong>à che<br />

Despres lasci libero Faria, a questo punto o a partire<br />

da questa s<strong>it</strong>uazione, di fare la sua gara. Potete<br />

scordarvelo. Faria tutt’al più può rivelarsi un<br />

affare ancora migliore, ma è e resta un “funzionario”<br />

della Squadra con un comp<strong>it</strong>o preciso, quello<br />

di favorire il successo finale di Despres. Questo<br />

è l’accordo iniziale, e questa è la logica per cui,<br />

quando arriverà il momento opportuno, Faria si<br />

farà da parte e lascerà passare il suo “padrone”.<br />

Il problema comunque non si pone, almeno per<br />

il momento, perché Despres è part<strong>it</strong>o “a fuoco”<br />

e continua, sull’onda del successo ottenuto il<br />

giorno precedente, a imprimere alla corsa il suo<br />

r<strong>it</strong>mo, questa volta “infernale”. Fotocopia della<br />

nona Speciale i più veloci sono Despres e Barreda,<br />

quest’oggi a ruoli invert<strong>it</strong>i cosicché a due<br />

Sport


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terzi del percorso è Barreda che, potendo contare<br />

sulla sicurezza dell’apripista di lusso, passa in<br />

testa. Outsider del giorno diventa Paulo Gonçalves,<br />

che raddoppia così la marcatura Husqvarna<br />

alle KTM, e Alessandro Botturi paga inev<strong>it</strong>abilmente<br />

il terzo posto del giorno precedente con<br />

una posizione più “ragionata”.<br />

Una dakar davvero bella<br />

Immutata anche la strategia attendista di Francisco<br />

Lopez, che consente al cileno di occupare<br />

una posizione discreta sul proscenio e di aprire<br />

un’altra finestrella nel suo calendario dell’avvento,<br />

ovvero del r<strong>it</strong>orno in Cile. Una bella freddezza,<br />

bisogna riconoscere. Per ora il cileno è impegnato<br />

nella lotta per il terzo gradino del podio, che<br />

mantiene anche oggi, con Ivan Jakes, lo slovacco<br />

rivelazione di questa edizione, più vanti si vedrà.<br />

E più avanti contiamo di seguire in questi amb<strong>it</strong>i<br />

anche Botturi. Bella gara, bella Dakar. Un altro<br />

quarto di speciale e Despres e Barreda sono<br />

118<br />

perfettamente affiancati, rinforzando la trincea<br />

che li separa dai concorrenti alle loro spalle, un<br />

altro quarto e non basta più un solo cronometro.<br />

Barreda accelera e Despres, fatti i suoi conti, inizia<br />

a togliere motore. E i conti sono facili, perché<br />

Faria si allontana progressivamente dalla testa<br />

del plotone e apre la porta al suo Caposquadra.<br />

La fine della Speciale è un’equa suddivisione dei<br />

pani. Joan Barreda, che sfortunatamente non ha<br />

niente da perdere e poco da guadagnare, sprigiona<br />

tutto il potenziale del Pilota e della “Maquina”,<br />

l’Husqvarna del Team SpeedBrain, e firma il<br />

quarto capolavoro personale vincendo la Speciale<br />

con quasi due minuti di distacco.<br />

despres è in testa alla classifica, piccolo<br />

brivido per Botturi<br />

Cyril Despres, dal canto suo, porta a conclusione<br />

le due tappe probabilmente chiave della<br />

sua corsa. Un primo ed un secondo posto in<br />

rapida successione, una doppia, straordinaria<br />

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performance tatticamente ineccepibile, la giornata<br />

di oggi sovracaricata di responsabil<strong>it</strong>à e del<br />

dovere di aprire la pista e, finalmente, la conquista<br />

del primo posto. In testa alla generale, per<br />

Despres, si apre un altro cap<strong>it</strong>olo, che si chiuderà<br />

forse solo a Santiago.<br />

Ma chi ha già vinto quattro volte l’Everest dei Rally-Raid<br />

ne sa abbastanza per immaginare quello<br />

che deve fare nei prossimi giorni. Intanto, “Rumpiendo<br />

el orizonte”, Despres arriva a La Rioja da<br />

leader.<br />

Piccolo brivido per Alessandro Botturi, che cade<br />

al KM 140 della Speciale. Si rialza, appena dolorante.<br />

La moto è a posto e porta solo piccoli segni<br />

dell’errore, ma il Gigante di Lumezzane raccoglie<br />

il segnale e abbassa alza una tacca al metronomo<br />

e rallenta un poco il r<strong>it</strong>mo. Chiude al settimo<br />

posto, e davanti a lui fa la sua comparsa anche<br />

l’americano Caselli.<br />

A Botturi, il quinto posto sembra proprio cominciare<br />

a stare stretto!<br />

Sport<br />

119


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1Tappa 11<br />

a caselli (kTM), Botturi 7°<br />

di Piero Batini | Dakar 2013. Undicesima tappa.<br />

“Niente di fatto” nella temuta tappa dell’Inferno di<br />

Fiambalà. Le condizioni meteo eliminano le difficoltà<br />

e favoriscono l’americano Caselli<br />

È<br />

la volta della La Rioja-Fiambala, undicesima<br />

delle quattordici tappe della Dakar<br />

1013. Il teatro della prova speciale è un<br />

anello che si addentra tra le dune bianche<br />

del deserto argentino ai piedi della Cordillera.<br />

Non è una via naturale, bensì un tracciato<br />

“inventato”, che quindi gli organizzatori possono<br />

modificare di anno in anno, spingendosi più o<br />

meno tra i cordoni di dune in modo da renderlo<br />

più o meno difficile. La sabbia bianca diventa<br />

inconsistente sotto l’azione implacabile del sole<br />

e le temperature possono raggiungere lim<strong>it</strong>i insopportabili.<br />

Allora è l’”Inferno di Fiambala”! Al<br />

contrario, se il meteo si deteriora, le condizioni<br />

del passaggio migliorano.<br />

condizioni difficili<br />

Barometro in discesa, la pioggia bagna il deserto<br />

e spegne le fiamme dell’’Inferno di Fiambalà”.<br />

250 chilomtri di tasferimento da La Rioja per<br />

raggiungere il punto di partenza della Speciale,<br />

che gli organizzatori spostano più avanti, in corrispondenza<br />

con il primo way point del tracciato<br />

di origine tagliando circa trenta chilometri. L’Inferno<br />

diventa un parco giochi delle dune, 180 chilometri<br />

di montagne russe sulla sabbia con rapidi<br />

toboga tra le dune, navigazione non difficile per<br />

gli apripista e tracce ben visibili per quelli che seguono.<br />

Tutto il contrario di quello che ci si poteva<br />

aspettare e che, sulla carta, doveva essere una<br />

delle tappe chiave della 34ma edizione della Dakar.<br />

Ad aprire la pista sono Joan Barreda e, ben<br />

presto, Cyril Despres, che aggancia lo spagnolo<br />

e trova nell’”ex” avversario un valido alleato per<br />

sbrigare la pratica della tappa. Procedendo praticamente<br />

affiancati, i due Piloti si rassicurano a<br />

vicenda, controllando alternativamente le note<br />

del road book ed ev<strong>it</strong>ano di sbagliare. Per la ver<strong>it</strong>à<br />

in pochi commettono errori di un certo peso.<br />

Sbagliano pista gli slovacchi Jakes e Sv<strong>it</strong>ko, ma<br />

entrambi rientrano presto sulla pista giusta e<br />

proseguono, senza troppi brividi. Il gruppo di testa<br />

si infoltisce, e arrivano anche Paulo Gonçalves,<br />

Joan Pedrero e, soprattutto, Kurt Caselli.<br />

L’americano, debuttante al posto dell’assente<br />

Marc Coma, part<strong>it</strong>o dalla quinta posizione, ottiene<br />

il miglior responso cronometro e si installa al<br />

comando della Speciale. Il gruppo di testa cost<strong>it</strong>uisce<br />

quello che nel gergo dei Rally è chiamato il<br />

“trenino”, un piccolo “convoglio” di Piloti che, navigando<br />

praticamente a vista, inibisce alla classifica<br />

di muoversi, portando tutti i “vagoni” al traguardo<br />

con tempi molto ravvicinati. Una tappa,<br />

insomma, che diventa interlocutoria, e rimanda a<br />

quella successiva tutti le eventuali strategie studiate<br />

per oggi.<br />

V<strong>it</strong>toria di tappa a caselli<br />

Vince dunque Kurt Caselli, trentenne californiano<br />

di origini <strong>it</strong>aliane, che aveva già rotto il<br />

Sport<br />

120 121


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ghiaccio vincendo l’altra tappa veloce di questa<br />

Dakar, la settima che si concludeva a Salta. Alle<br />

spalle di Caselli il portoghese Paulo Gonçalves,<br />

e terzo è Cyril Despres che consolida ancora un<br />

poco la propria posizione in testa alla classifica<br />

generale. Sono in leggero r<strong>it</strong>ardo, infatti, Francisco<br />

“Chaleco” Lopez, l’unico che può a ragione<br />

rammaricarsi della “semplificazione” della<br />

tappa, e Ruben Faria, il portatore d’acqua di<br />

Despres e ex leader della corsa fino a due giorni<br />

fa. In leggero r<strong>it</strong>ardo Lopez, quinto, e Barreda,<br />

sesto, che ha rallentato nel finale. Faria, Lopez<br />

e Jakes si allontanano dalla testa della Dakar, e<br />

per Despres il vantaggio inizia ad essere importante,<br />

soprattutto perché concede al francese<br />

un margine, pur sempre delicato, di errore nelle<br />

due prossime tappe. La Dakar tornerà infatti<br />

in Cile con due tappe lunghe e complicate, dove<br />

Francisco Lopez è atteso con impazienza e con<br />

122<br />

una “Missione” che diventa peraltro più difficile<br />

di giorno in giorno. Nel “gruppo B” della tappa di<br />

Fiambala, Alessandro Botturi si è preoccupato<br />

soltanto di mantenere la posizione. Comp<strong>it</strong>o non<br />

difficile viste le condizioni delle piste. Il bresciano<br />

chiude al settimo posto, che continua a valere al<br />

Gigante di Lumezzane la quinta posizione della<br />

generale, con la prospettiva sempre più realistica<br />

di essere migliorata dal gioco dei cambi di<br />

motore, che i suoi avversari adesso sul podio<br />

non hanno ancora effettuato. Nella Speciale di<br />

Fiambalà trova un’altra giornata insoddisfacente<br />

l’ex Campione del Mondo Helder Rodrigues, alla<br />

guida di una delle nuove Honda. Il portoghese,<br />

che aveva condotto in testa la prima parte della<br />

PS, resta fermo al chilometro 195 e perde altri tre<br />

quarti d’ora, scendendo dal sesto posto faticosamente<br />

conquistato fino al nono. Anche per Lopez<br />

non è una bella giornata, e nel momento in cui<br />

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appare un po’ più chiaro quello che doveva essere<br />

il suo piano di attacco, arriva invece il ridimensionamento<br />

delle sue ambizioni. Il cileno voleva<br />

attaccare e vincere una Speciale che tutti r<strong>it</strong>enevano<br />

importante, controllare la tappa del r<strong>it</strong>orno<br />

in Cile, e “scatenarsi” sulle dune di Copiapò. Invece,<br />

Fiambalà ha perso tutto il suo “coefficiente”<br />

e “Chaleco”, innervos<strong>it</strong>o e frustrato, ha commesso<br />

due errori di navigazione nel fuoripista. È<br />

verosimile, che il fortissimo Pilota cileno decida<br />

di accontentarsi di uno dei due gradini più bassi,<br />

pur onorevolissimi, del podio. Beh, è andata peggio<br />

allo slovacco Stefan Sv<strong>it</strong>ko, in panne per oltre<br />

due ore in Speciale e passato dal 7° al 22° posto,<br />

e potrebbe andare ancora peggio a Barreda, che<br />

all’arrivo accusa un forte dolore alla spalla per<br />

la caduta che è stata all’origine del suo rallentamento,<br />

se è vero che lo spagnolo potrebbe anche<br />

essere costretto a dare forfa<strong>it</strong>.<br />

Sport<br />

123


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Tappa 12<br />

explo<strong>it</strong> di verhoeven (Yamaha)<br />

di Piero Batini | Frans Verhoeven sorprende tutti<br />

e vince a Copiapò. Errore di Botturi. L’Urlo di Robby<br />

Gordon non disturba Stephane Peterhansel. Biasion è<br />

in testa per buona parte della tappa, poi cede il passo<br />

a Karginov<br />

2<br />

124 125<br />

T<br />

re tappe alla fine. Tre tappe chiave,<br />

questo è chiaro. Ecco la prima.<br />

Da Fiambalà a Copiapò. La Dakar<br />

valica ancora le Ande e torna in<br />

Cile attraverso il Paso San Francisco. Lo scorso<br />

anno l’esodo fu difficile, e l’intera sesta tappa<br />

fu annullata a causa della neve che bloccava<br />

il passo. La carovana attraversò la Cordillera in<br />

convoglio, spazzaneve e mil<strong>it</strong>ari in testa, e raggiunse<br />

Copiapò a tarda sera. Quest’anno non c’è<br />

emergenza meteo, ma alzarsi alle tre affrontare<br />

un trasferimento di 400 chilometri che porta fino<br />

a 4.800 metri slm, e quindi scendere nel deserto<br />

più arido del Mondo, non è una passeggiata. Tre<br />

le consolazioni: fa molto meno freddo rispetto<br />

allo scorso anno, lo spettacolo dal passo è da<br />

capogiro (e non solo per la rarefazione dell’aria),<br />

e oltre le Ande inizia la terz’ultima Speciale della<br />

Dakar 2013. Il lungo settore cronometrato, 319<br />

chilometri, è vario e difficile, con tutte le difficoltà<br />

di una tappa “dakariana”. Nel menù piste dure e<br />

disseminate di sassi in quota, un primo “assaggio”<br />

delle ormai famose dune di Copiapò e lunghi,<br />

velocissimi strappi nelle depressioni livellate ma<br />

insidiose. Indispensabile avere riflessi fulminei e<br />

colpo d’occhio, e prestare la massima attenzione<br />

alla navigazione. Il totale dell’impegno sale a più<br />

di 700 chilometri… ma sono 700 di meno.<br />

apripista americano<br />

Kurt Caselli ha vinto l’undicesima Speciale. A lui,<br />

dunque, l’onore e l’onere di partire per primo,<br />

navigare per tutti e rischiare di più. È la regola.<br />

L’americano non si sottrae all’impegno, anzi, nella<br />

parte iniziale lancia il suo personale attacco e<br />

mantiene a gli insegu<strong>it</strong>ori. Propos<strong>it</strong>o apprezzabile,<br />

ma con scarse possibil<strong>it</strong>à di successo. Caselli<br />

continua da solo per circa un terzo di prova, poi<br />

viene “riassorb<strong>it</strong>o” da Barreda, Despres, Gonçalves,<br />

Pedrero e Lopez, tutti in gruppo a pochi<br />

secondi l’uno dall’altro. E l’americano si accoda.<br />

Miglior tempo per Barreda e Lopez, e il cileno<br />

Daniel Gouet tra le star, ma Faria e Despres<br />

sono di poco indietro, e la classifica generale<br />

non si muove troppo. Prova a perdersi Botturi,<br />

che nel tentativo di congiungersi con il plotone<br />

di testa sbaglia pista e perde il contatto, lasciando<br />

sulla pista almeno una decina di minuti. Poi<br />

tocca anche a Barreda, poco più avanti, dopo il<br />

rifornimento. Lo spagnolo perde il controllo della<br />

testa della corsa, che passa nelle mani prima di<br />

Lopez, poi di Faria. Ma il r<strong>it</strong>mo è calato notevolmente,<br />

per due motivi. Il primo è che tutti i “top”<br />

rider sono compatti, uno controlla l’altro e nessuno<br />

ha la benché minima possibil<strong>it</strong>à di tentare<br />

una fuga. L’altro motivo è che la tappa è lunga,<br />

ma non difficile come ci si aspettava. Le dune si<br />

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passano abbastanza agevolmente, la sabbia<br />

“tiene”. In queste condizioni solo un colpo di<br />

scena può cambiare lo stato delle cose, e l’unico<br />

modo per lim<strong>it</strong>are il rischio di innescarne uno è…<br />

calmarsi.<br />

La tensione dei piloti in testa<br />

Succede in quasi tutte le Dakar. Davanti cominciano<br />

ad essere un po’ tesi, il traguardo si avvicina<br />

e sbagliare mentre a Santiago già si preparano<br />

a battere le mani sarebbe troppo frustrante.<br />

Dietro c’è gente che scalp<strong>it</strong>a perché vorrebbe<br />

tornare a casa con qualcosa di bello da raccontare,<br />

e rompe gli indugi. È il caso del franco-maliano<br />

Alain Duclos, che provenendo dalle retrovie<br />

si installa momentaneamente al comando al penultimo<br />

way point della speciale, e soprattutto<br />

di Frans Verhoeven, un hab<strong>it</strong>ué dei rush finali.<br />

Con la consueta dose di spettacolo che ne contraddistingue<br />

la guida, l’olandese spinge forte,<br />

e taglia per primo il traguardo “surfando” tra le<br />

onde di spettatori urlanti del mare di folla riun<strong>it</strong>a<br />

a Copiapò, la c<strong>it</strong>tà che è diventata una delle cap<strong>it</strong>ali<br />

della Dakar Sudamericana. Ovazioni, quindi,<br />

anche per Ruben Faria e Joan Barreda, che ha<br />

recuperato nel finale il piccolo errore di metà<br />

126<br />

gara. Quinto alle spalle di Duclos, Helder Rodrigues<br />

ottiene un risultato “decente”. Troppo lenti<br />

nel finale, Lopez e Despres non vanno oltre il<br />

settimo e, addir<strong>it</strong>tura il 14° posto, quest’ultimo<br />

a nove minuti dal vinc<strong>it</strong>ore di giornata ma molto<br />

utile, si invertono le parti, alla rimonta di Faria.<br />

La classifica generale è immutata per quanto<br />

riguarda le posizioni interessate al podio, e si<br />

compattano appena gli intervalli tra i “papabili”.<br />

Faria si avvicina un poco a Despres, e Lopez<br />

a Faria, tutti in un range di 13 minuti. Arriva, invece,<br />

la mazzata alla gara di Alessandro Botturi,<br />

cui il cronometro aveva assegnato la ventesima<br />

posizione, ancora coerente con l’errore di navigazione<br />

e che gli consentiva di “salvare” il quinto<br />

posto, con Ivan Jakes è un po’ più lontano davanti<br />

e Joan Pedrero un po’ più vicino alle sue spalle.<br />

Purtroppo, però, innervos<strong>it</strong>o per aver momentaneamente<br />

perso la bussola, Botturi ha “saltato”<br />

un way point.<br />

La giuria è stata in questo caso inflessibile e il<br />

“Bottu”, vistasi assegnare la penal<strong>it</strong>à di un’ora,<br />

scende al 74° posto della speciale e, ancora<br />

più sconcertante, al 12° assoluto nella generale<br />

provvisoria. Una vera disdetta, che il Gigante di<br />

Lumezzane certamente non mer<strong>it</strong>ava.<br />

Sport<br />

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Tappa 13<br />

vince lopez (kTM), Despres è<br />

più vicino. Botturi costretto al<br />

r<strong>it</strong>iro<br />

di Piero Batini | Nuovo colpo di scena al KM 140,<br />

Botturi è fermo nel deserto. Un Lopez “furioso” e<br />

spettacolare vince la tappa e scavalca Ruben Faria<br />

nella generale. Ma Despres è ancora a 8 minuti<br />

4<br />

128 129<br />

L<br />

a tappa si conclude a La Serena, ma<br />

prima di raggiungere il Pacifico, i concorrenti<br />

hanno davanti a loro oltre<br />

700 chilometri, e di questi 441 sono<br />

di Prova Speciale. Poco conta che la prima parte<br />

sia molto veloce e che un tratto centrale di una<br />

cinquantina di chilometri sia su asfalto e neutralizzato,<br />

l’impegno è comunque gravoso. Per un<br />

motivo sufficientemente “inquietante”. Al centro<br />

della penultima sfida dell’edizione 2013 è previsto<br />

quello che i locali chiamano il Gran Premio di<br />

Copiapò, un inferno di 120 KM di sabbia e di navigazione<br />

fuoripista sulle famigerate dune che portano<br />

il nome della c<strong>it</strong>tà. Da Vellemar a La Serena,<br />

poi, è tutta strada fino all’Oceano più grande<br />

del Pianeta. Penultima tappa, ultima occasione<br />

“concreta”. Forse soltanto per Francisco Lopez,<br />

atteso dai tifosi nella tappa che è senz’altro la più<br />

importante del passaggio finale della Dakar in<br />

Cile. L’inizio, però, è “standard”. Verhoeven apre<br />

la pista, è ben presto affiancato da Ruben Faria, e<br />

Joan Barreda prende il comando delle operazioni<br />

nel tratto più veloce di inizio Speciale. I primi tre<br />

vanno forte. Cyril Despres parte indietro, sfrutta<br />

la scia di tracce che gli “ouvreurs” hanno lasciato<br />

davanti alle sue ruote, e ottiene il miglior intertempo<br />

prima che i concorrenti entrino nel tratto<br />

di dune e di navigazione. Faria rallenta vistosamente,<br />

evidentemente affronta una s<strong>it</strong>uazione<br />

difficile.<br />

Lo show del “Piloto nacional”<br />

Ha deciso di aspettare Despres, è il suo comp<strong>it</strong>o,<br />

dimenticandosi del secondo posto in classifica?<br />

Un problema alla moto? Niente di tutto questo,<br />

“solo” un errore di navigazione, così è Lopez che<br />

rompe gli indugi e si lancia all’inseguimento dei<br />

battistrada, Barreda e ora anche Rodrigues. Lopez<br />

aveva lasciato intendere all’arrivo a Copiapò<br />

che era meglio accontentarsi e garantire il secondo<br />

posto, ma ci deve aver ripensato. Il suo nuovo<br />

obiettivo, non più “conservativo”, è l’assalto alla<br />

seconda posizione. Al termine della prima parte<br />

della PS sbuca Caselli, ancora lui, con il miglior<br />

tempo. Dopo la neutralizzazione la tappa sale di<br />

tono, trascinata da Lopez che manda in delirio gli<br />

appassionati del suo Paese. A loro volta i tifosi<br />

sospingono “Chaleco” inc<strong>it</strong>andolo al “sueno”,<br />

e il sogno è il trionfo a Santiago, naturalmente.<br />

Caselli si ferma con un problema di motore a<br />

cinquanta chilometri dall’arrivo, ma a quel punto<br />

Lopez è già avanti e, minuto dopo minuto ha<br />

annullato, e poi convert<strong>it</strong>o a suo favore, il distacco<br />

che lo sperava da Ruben Faria nella generale.<br />

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Lopez vince la sua quarta tappa di questa Dakar e<br />

scavalca Faria. Despres è secondo e lim<strong>it</strong>a i danni,<br />

poco più di cinque minuti, e Paulo Gonçalves è<br />

terzo, giusto alle spalle del francese. Due episodi<br />

curiosi. Al traguardo Despres se la prende con<br />

Joan Pedrero, accusandolo di averlo tenuto nella<br />

polvere e ricordandogli che è lui il Pilota di punta<br />

della Squadra. Una radio locale, non vedendo<br />

arrivare il leader al traguardo e ipotizzando una<br />

panne, chiede al suo inviato di andare da Lopez<br />

per dargli la “noticia maravillosa”. Naturalmente<br />

non è così. Lopez si è sbarazzato di Faria, ma<br />

Despres è ancora davanti. “Chaleco” spiega che<br />

oggi è riusc<strong>it</strong>o a dare dieci minuti all’avversario<br />

diretto, domani dovrebbe darne otto, e almeno<br />

sedici secondi, al numero 1. Il giornalista urla:<br />

“Allora il nome della tappa di domani è: El Ataque<br />

Final”. Sì, perché adesso manca una sola tappa<br />

al traguardo finale di Santiago, con l’ultima prova<br />

speciale di 350 chilometri anch’essa, però, con<br />

un lungo intermezzo neutralizzato.<br />

130<br />

Botturi. Piove sul bagnato<br />

Dalle retrovie, nel deserto di dune, arriva la frustrazione<br />

di Alessandro Botturi. È fermo, con il<br />

motore rotto, al KM 140. Ironia della sorte, è un<br />

motore nuovo, cambiato alla vigilia per sost<strong>it</strong>uire<br />

il “vecchio”, un po’ fiacco, e consentire ad<br />

Alessandro di completare al meglio le ultime due<br />

tappe. 8° assoluto lo scorso anno, miglior Rookie<br />

al debutto con il Team Bordone-Ferrari, Botturi<br />

cominciava ad accarezzare il sogno concreto di<br />

un risultato eccezionale.<br />

Il sogno è diventato evanescente prima di Copiapò,<br />

a causa della penal<strong>it</strong>à di un’ora per il salto<br />

di un way point, e si infrange defin<strong>it</strong>ivamente<br />

ancora lontano da La Serena. Ad oggi, Botturi è<br />

l’ultimo grande attore di questa Dakar costretto<br />

al r<strong>it</strong>iro.<br />

Il penultimo era stato lo Slovacco Stefan Sv<strong>it</strong>ko.<br />

Anche lui una magnifica Dakar 2012, anche lui<br />

nei primi dieci. Ma non era l’anno, per nessuno<br />

dei due.<br />

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cyril Despres (kTM) vince<br />

la Dakar per la quinta volta.<br />

Faria e lopez ai posti d’onore<br />

di Piero Batini | L’ultima speciale a Francisco<br />

“Chaleco” Lopez, che ha fatto sognare i cileni, ma<br />

ha dovuto cambiare motore alla vigilia. Successo<br />

completo del Team Despres, con il “portatore<br />

d’acqua” Ruben Faria al secondo posto<br />

4<br />

132 133<br />

L<br />

’epilogo. Gli ultimi sofferti 600 chilometri.<br />

La prova speciale lunga, 350<br />

chilometri, “mascherata”, perché<br />

include un interminabile intermezzo<br />

neutralizzato di quasi 200 km. 110 km cronometrati<br />

fino a Canela Baja, e solo 15 a Limache,<br />

nell’epilogo-spettacolo all’interno di una “fazenda”<br />

che si contrappone al prologo di Pisco di due<br />

settimane fa. Non è la durezza della tappa, niente<br />

di trascendentale, che caratterizza l’impegno.<br />

È l’ultimo giorno, l’ultimo sforzo, ed è “v<strong>it</strong>ale”<br />

portarlo a compimento, e lo stress psicologico,<br />

dopo 13 giorni di fatica, di incertezza e di logorio<br />

diventa un peso quasi insopportabile. Ma<br />

alla fine c’è Santiago, Piazza della Cost<strong>it</strong>uzione<br />

davanti al Palazzo de la Moneda, il podio di arrivo,<br />

il simbolo della riusc<strong>it</strong>a dell’impresa. Niente<br />

“ataque final”, l’idolo locale Francisco Lopez non<br />

può mandare in visibilio i sui tifosi perché ha dovuto<br />

cambiare il motore alla sua KTM. Il “Piloto<br />

Nacional” aveva vinto la penultima tappa e scavalcato<br />

Ruben Faria nella generale, portandosi<br />

a otto minuti dal Leader. Ma la sost<strong>it</strong>uzione del<br />

propulsore, per un problema al cambio, costa a<br />

“Chaleco” 15 minuti e la seconda posizione, e ora<br />

il cileno deve difendere il podio dall’attacco dello<br />

slovacco Ivan Jakes, quarto a tre minuti dal cileno.<br />

“Salta” il thriller finale, ma Lopez batte Faria<br />

e Rodrigues all’intertempo, e Despres è in r<strong>it</strong>ardo<br />

di 8 minuti e 14 secondi! Non ci fosse stato<br />

il cambio di motore, i due primattori dell’ultima<br />

giornata di gara sarebbero separati da un secondo<br />

soltanto. L’entusiasmo popolare esplode<br />

nuovamente, il campanilismo di scorda in fretta<br />

della “legge”. E infine arriva l’ora dell’ultima super-speciale,<br />

ricavata all’interno della tenuta privata,<br />

riservata, come lamentano i cileni, a pochi<br />

privilegiati. L’arrivo della Dakar dei cileni privilegio<br />

di un piccola él<strong>it</strong>e!<br />

despres vince la sua quinta dakar<br />

Ed ecco l’ultimo traguardo. Vince Lopez, Faria<br />

è secondo, Barreda terzo. Despres finisce al 17°<br />

posto, ma non importa. Un solo Pilota può alzare<br />

le braccia al cielo, dopo due incredibili settimane<br />

a quell’inferno agonistico che è il più desiderato<br />

della storia dello sport motoristico, ed è lui: Cyril<br />

Despres. Il successo del francese è completo.<br />

Al secondo posto si classifica il suo “portatore<br />

d’acqua”, il portoghese Ruben Faria. E il terzo è<br />

“Chaleco” Lopez, che ha vinto cinque Speciali e<br />

che ha “rischiato” di chiudere al secondo posto<br />

assoluto. Cyril Despres, 39enne di Fontainebleau<br />

vince la sua quinta Dakar, uguagliando il record<br />

del primo m<strong>it</strong>o della corsa, Cyril Neveu. Neveu<br />

ha vinto nel ’79, ’80, 82, ’86 e 1987. Despres nel<br />

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2005, 2007, 2010 e l’anno scorso. Cyril Neveu è<br />

stato il pioniere, il primo Campione del Rally di<br />

Thierry Sabine, il primo di una serie cortissima<br />

di fuoriclasse speciali. Despres è il Campione<br />

moderno, Pilota ufficiale di una Marca, KTM, che<br />

vince ininterrottamente dal 2001, anno del primo<br />

successo di Fabrizio Meoni.<br />

despres vince la dakar 2013 con una<br />

sola v<strong>it</strong>toria<br />

Despres ha vinto la 34ma Dakar ottenendo una<br />

sola v<strong>it</strong>toria di tappa, la 9a, all’indomani della<br />

sua giornata più difficile quando, con il motore in<br />

panne, è diventato meccanico di se stesso e lo<br />

ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con quello del polacco Dabrowski.<br />

Questo succedeva a metà della tappa marathon.<br />

Il giorno dopo il Campione rompeva gli indugi e<br />

saliva in cattedra, dando grande dimostrazione<br />

134<br />

di forza con un’aggressiv<strong>it</strong>à che non è tra tra i<br />

“numeri” ab<strong>it</strong>uali del suo repertorio. Despres è<br />

stato al comando per un giorno alla fine della terza<br />

tappa, poi è sceso fino alla quinta posizione.<br />

Risal<strong>it</strong>o in testa al termine della decima giornata<br />

della corsa, ha conservato e difeso il primato<br />

fino all’ultimo giorno, fino a Santiago. Despres<br />

ha respinto l’attacco di numerosi pretendenti<br />

al T<strong>it</strong>olo che già deteneva. Joan Barreda, David<br />

Casteu, Olivier Pain, Helder Rodrigues, il nostro<br />

Alessandro Botturi, che non pretendeva niente<br />

ma ha dimostrato di essere uno dei grandi, Francisco<br />

Lopez, certo, che ci ha provato più di tutti<br />

fino alla fine. Alcuni degli avversari si sono messi<br />

fuori gara da soli, altri sono stati battuti. Non c’era<br />

Marc Coma alla verifica dei fuoriclasse, ma già<br />

siamo fuori dal reale, e solo chi vince sa come si<br />

fa. Ha vinto Despres, lui sa come.<br />

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enduro emilia romagna<br />

una proposta di legge<br />

lo mette a rischio<br />

di Andrea Perfetti | Dagli amici dell’Emilia Romagna<br />

ci arriva un grido di allarme: il progetto di legge REER<br />

impedirà di fatto la pratica di enduro, trial e 4x4 sul<br />

terr<strong>it</strong>orio con grande danno all’economia locale.<br />

Anche i sindaci si ribellano e noi siamo con loro!<br />

E nduro<br />

emilia romagna: una proposta<br />

di legge lo mette a rischio<br />

Dagli amici dell’Emilia Romagna arriva<br />

un grido di allarme: il progetto di legge REER impedirà<br />

di fatto la pratica di enduro, trial e 4x4 sul<br />

terr<strong>it</strong>orio con grande danno all’economia locale.<br />

Anche i sindaci si ribellano e noi siamo con loro.<br />

I sindaci di Bedonia e di Bardi hanno già scr<strong>it</strong>to al<br />

consiglio regionale dell’Emilia Romagna per inv<strong>it</strong>are<br />

il legislatore a r<strong>it</strong>irare il decreto. Le Associazioni<br />

di fuoristrada a due e quattro ruote intrattengono<br />

infatti ottimi rapporti di collaborazione<br />

con le locali caserme della Guardia Forestale e<br />

organizzano eventi di importanza nazionale di<br />

tipo sportivo ed escursionistico che portano in<br />

valle ogni anno centinaia di persone che mangiano,<br />

dormono e spendono nel terr<strong>it</strong>orio. Il divieto<br />

di circolazione e ancor di più le sanzioni amministrative<br />

proposte sono assurde, lontane dalla<br />

realtà dei fatti e prive di rispetto per il lavoro<br />

svolto dalle comun<strong>it</strong>à locali, che mantengono<br />

vivi i piccoli borghi dell’Appennino centrale. Il<br />

progetto di legge “Rete Escursionistica dell’Emilia<br />

Romagna e valorizzazione delle attiv<strong>it</strong>à escursionistiche”<br />

in breve REER, impedirà qualsiasi<br />

tipo di attiv<strong>it</strong>à fuoristrada a mezzi motorizzati,<br />

su tutti i percorsi che saranno inser<strong>it</strong>i in tale rete.<br />

Di fatto, se approvata, questa legge bandirà defin<strong>it</strong>ivamente<br />

Enduro, Trial, Quad e 4x4 da tutta la<br />

regione. Inoltre, visto che saranno vietati tutti gli<br />

sport considerati pericolosi, anche mountan bike<br />

e downhill saranno a forte rischio. La discussione<br />

in commissione avverrà il 4/2/2013 e la legge<br />

sarà approvata entro l’aprile di quest’anno. Occorre<br />

fare un censimento raccogliendo i nominativi<br />

di tutti gli amatori che praticano fuoristrada.<br />

Quest’elenco servirà ai delegati che cercheranno<br />

di far valere i nostri dir<strong>it</strong>ti nella commissione del<br />

4/2 per dimostrare che gli enduristi non sono<br />

quattro gatti, ma molto più numerosi dei turisti<br />

pedonali che con questa legge si vogliono tutelare<br />

ed agevolare. <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> appoggia l’iniziativa promossa<br />

dai ragazzi di Enduroterapia.com e inv<strong>it</strong>a<br />

i lettori a mandare una mail a info@enduroterapia.com<br />

con:<br />

Nome e Cognome<br />

Comune di residenza<br />

Fuoristrada praticato (es. enduro, trial, quad,<br />

4X4, ...)<br />

email (facoltativo)<br />

cellulare (facoltativo)<br />

Chi utilizza facebook mandi a tutti i suoi contatti/amici<br />

il link a questo indirizzo: http://<br />

www.facebook.com/pages/Enduroterapia/573026619378100<br />

Sport<br />

ed<strong>it</strong>ore:<br />

CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano<br />

P. Iva 11921100159<br />

responsabile ed<strong>it</strong>oriale<br />

Ippol<strong>it</strong>o Fassati<br />

capo redattore<br />

Andrea Perfetti<br />

redazione<br />

Maurizio Tanca<br />

Cristina Bacchetti<br />

Marco Berti<br />

Francesco Paolillo<br />

Aimone dal Pozzo<br />

Edoardo Licciardello<br />

Grafica<br />

Thomas Bressani<br />

collaboratori<br />

Nico Cereghini<br />

Giovanni Zamagni<br />

Carlo Baldi<br />

Massimo Zanzani<br />

Lorenzo Boldrini<br />

Enrico De V<strong>it</strong>a<br />

Ottorino Piccinato<br />

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Tutto il materiale contenuto in <strong>Moto</strong>.<br />

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