MotoGP - Moto.it
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Numero 90<br />
22 Gennaio 2013<br />
137 Pagine<br />
SPeciale<br />
Dakar<br />
| prova naked |<br />
Honda<br />
CB1100<br />
da Pag. 2 a Pag. 17<br />
All’Interno<br />
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Dakar 2013<br />
Cyril Despres (KTM)<br />
vince la Dakar per la<br />
quinta volta<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
Speciale Wrooom 2013<br />
Svelata la Ducati<br />
Desmosedici GP13 a<br />
Madonna di Campiglio<br />
<strong>Moto</strong>r Bike expo<br />
Vis<strong>it</strong>a virtuale di tutti<br />
i padiglioni della fiera<br />
veronese<br />
Prova<br />
KTM SX-F<br />
FacTory 2012<br />
NEWS: V. Cicchetti “Stiamo lavorando a una moto da sogno” | N. Cereghini gli ed<strong>it</strong>oriali di Nico | J. Br<strong>it</strong>ten genio e<br />
passione | MOTOGP: Svelata la Yamaha M1 2013 | MX: Steven Frossard | SPORT: Enduro a riscio in Emilia Romagna
Honda CB1100 PreGI Estetica riusc<strong>it</strong>a e fin<strong>it</strong>ure esemplari dIFeTTI Il prezzo è alto, la qual<strong>it</strong>à si paga cara<br />
ProVa naKed<br />
Pura essenza<br />
di Andrea Perfetti | arriva anche in Italia l’erede<br />
della m<strong>it</strong>ica cB 750 Four. Fin<strong>it</strong>ure impeccabili, stile<br />
minimal, aBS di serie e una guida moderna e<br />
armoniosa che fanno innamorare.<br />
L’abbiamo provata a Valencia. costa 10.800 euro<br />
PreZZo 10.800 €<br />
2 3
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H<br />
onda cB1100. L’essenza della<br />
moto<br />
Una volta tanto partiamo dalle conclusioni.<br />
E vi diciamo che la CB1100<br />
è una di quelle moto che vorremo nel box sotto<br />
casa. Per lustrarci gli occhi con il suo ferro<br />
cromato e con la sua linea fuori dal tempo, che<br />
pare fatta apposta per non invecchiare. Sembra<br />
lontana decenni la mania degli anni 90 di aggiornare<br />
i modelli con cadenza quasi annuale.<br />
La crisi economica ha cambiato il nostro stile<br />
di v<strong>it</strong>a e la CB 1100 è figlia di questo tempo: un<br />
prodotto ben fatto, che non costa poco (10.800<br />
euro franco concessionario), progettato però per<br />
accompagnarci negli anni e non per cavalcare la<br />
moda del momento. Brava Honda, è quello che ci<br />
voleva. Tanto più che la nuova quattro cilindri si<br />
lascia guidare - come vedremo tra poco - meravigliosamente.<br />
Il Four in chiave moderna<br />
Ora vi parliamo della CB1100 del 2013, erede<br />
della fantastica concept presentata a Tokyo nel<br />
1999. In Europa è una nov<strong>it</strong>à assoluta, e molto attesa<br />
a giudicare dai commenti che avete lasciato<br />
su <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> In Giappone (dove ha cinque cavalli<br />
in meno a causa delle normative vigenti più restr<strong>it</strong>tive),<br />
è una delle moto più vendute e amate.<br />
Persino il boss supremo della Honda, Ito San, la<br />
usa spesso come mezzo personale in c<strong>it</strong>tà. Della<br />
sua m<strong>it</strong>ica progen<strong>it</strong>rice parleremo sotto, dopo<br />
le impressioni dinamiche della prova. A lei è dedicato<br />
un approfondimento dove non mancano<br />
le curios<strong>it</strong>à sulle CB del passato. Il motore della<br />
1100, raffreddato ad aria e olio, ha una cubatura<br />
effettiva di 1.140 cc (alesaggio e corsa 73,5x67,2<br />
mm), eroga 90 cv (66,2 kW) a 8.500 giri, con una<br />
coppia molto più favorevole rispetto all’antenata<br />
più prossima: siamo infatti a 9,5 kgm a soli 5.000<br />
Prove<br />
4 5
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giri, gest<strong>it</strong>i dall’iniezione elettronica PGM-FI con<br />
corpi farfallati da 36 mm, che sulla carta consentirebbe<br />
un consumo medio di 18 km/l. Rispetto<br />
al vecchio, grintosissimo motorazzo tutto nero<br />
di un tempo, il nuovo pluricilindrico argentato<br />
gode anche di un contralbero di bilanciamento<br />
per contrastare le vibrazioni, mantenendo però<br />
il cambio a 5 marce. Il suo carter frizione appare<br />
più generosamente dimensionato. Il basamento<br />
è infatti comune con quello della nuda CB1300.<br />
Le alette di raffreddamento dei cilindri sono realizzate<br />
con una procedura particolare e sono<br />
spesse solo 2 mm; l’aria attraversa i cilindri per<br />
lambire la zona della candele e tenere quindi<br />
bassa la temperatura del motore. Classicissima<br />
anche la ciclistica, basata su un telaio a doppia<br />
culla in tubi tondi d’acciaio che osp<strong>it</strong>a il motore<br />
con quattro attacchi rigidi e due silentblock.<br />
Prove<br />
La struttura ha il cannotto inclinato di 27° con<br />
avancorsa di 114 mm e un interasse lim<strong>it</strong>ato in<br />
1.490 mm. Davanti troviamo una forcella teleidraulica<br />
con steli da 41 mm di diametro, affiancata<br />
da una coppia di ammortizzatori che lavorano<br />
col forcellone scatolato in acciaio; entrambe le<br />
sospensioni sono regolabili nel precarico. Assolutamente<br />
vintage anche le ruote in lega, non tanto<br />
per il disegno a cinque razze sdoppiate (simile<br />
a quello dei cerchi Comstar), quanto per le misure<br />
inusuali oggi. Infatti sono da 18 pollici, con<br />
gomme da 110/80 e 140/70; i feticisti amanti dei<br />
m<strong>it</strong>ici Dunlop K81 si sfregheranno le mani. I freni<br />
sono Nissin, due dischi anteriori da 296 mm e<br />
uno posteriore da 256. Gli anteriori però hanno<br />
pinze da tre pistoncini, perché la nuova CB1100<br />
ha di serie il sistema di frenata integrale C-ABS<br />
e questa è una bella cosa. La nuova Honda pesa<br />
240 kg col pieno di 14,6 l<strong>it</strong>ri (non molti per una<br />
1100, anche se dichiaratamente parca). Per la<br />
cronaca, la CB1100F dell’83 pesava (sempre sulla<br />
carta) poco più di 256 kg col pieno di 20 l<strong>it</strong>ri.<br />
La nostra prova<br />
Con un interasse contenuto in 1.490 mm e una<br />
sella posta a soli 795 mm da terra, la CB1100 ci<br />
accoglie sulla sua poltrona come pascià. In strada<br />
appare piccola, su tutto svetta il grande motorone<br />
dai cilindri alettati con la sua imperiosa<br />
testata bialbero. Il serbatoio si sviluppa molto<br />
long<strong>it</strong>udinalmente, ma rimane stretto tra le gambe<br />
per non rubare la scena al quattro cilindri. La<br />
strumentazione è leggibile e ha uno stile classico<br />
molto elegante; bello lo sfondo dei due quadranti<br />
circolari verde, proprio come sulla m<strong>it</strong>ica Four<br />
del ‘69. Il manubrio cromato ha un’ottima piega,<br />
comoda ma non al punto di alleggerire troppo l’avantreno,<br />
e termina con le due leve, di frizione e<br />
freno, realizzate molto bene. Il peso non è dei più<br />
contenuti, ma nella guida questo non si avverte<br />
minimante. Solo issarla sul cavalletto centrale<br />
(di serie) richiede uno sforzo sopra la media.<br />
Ma veniamo al lato passionale della CB, quello<br />
che farà innamorare diversi motociclisti (cara<br />
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Il quattro conquista con una progressione piena<br />
e coinvolgente. Ricorda uno strumento musicale<br />
ottimamente accordato<br />
Honda, occhio al risultato degli eventuali demo<br />
ride, noi ti abbiamo avvisata...). Il quattro in linea<br />
è un motore con la M maiuscola, che non fa per<br />
niente rimpiangere i moderni “ad acqua”. A freddo<br />
come a caldo ha una silenzios<strong>it</strong>à meccanica<br />
commovente; non senti il benché minimo trascinamento,<br />
nessuna ruvid<strong>it</strong>à o vibrazione. Fantastico.<br />
Il cambio è invece appena duro, ma in sintonia<br />
col carattere vintage della moto e comunque la<br />
corsa è breve, secca. La coppia del motore fa il resto,<br />
tanto che cinque marce potrebbero persino<br />
sembrare troppe. Il quattro ha carattere - merce<br />
rara oggi a causa delle severe normative - e conquista<br />
con una progressione piena e coinvolgente.<br />
Ricorda uno strumento musicale ottimamente<br />
accordato, a ogni regime produce un suono e<br />
una spinta che ti strappano più d’un sorriso. Ecco<br />
la sua cartella clinica.<br />
Da 0 a 1.000 giri: la CB tace, al suo quattro<br />
Prove<br />
mancano ancora 100 giri all’appello.<br />
Da 1.000 a 2.000: signori si parte. Al minimo la<br />
moto accetta la piena apertura in quinta. Nessuno<br />
strappo, velluto puro.<br />
Da 2.000 a 3.000: e c’è chi li chiama “bassi”. In<br />
questo range la CB va già che è una meraviglia e<br />
in c<strong>it</strong>tà fa ciao ciao ai sol<strong>it</strong>i scooteroni.<br />
Da 4.000 a 5.000: primo cambio di carattere. Il<br />
quattro respira a pieni polmoni e produce musica<br />
dallo scarico (chissà se avesse un 4 in 4 come<br />
la prima CB...). Da 5.000 a 6.000: la vecchia CB<br />
750 Four è stata la prima superbike dell’era moderna?<br />
Ok, gli ingegneri giapponesi hanno detto<br />
alla moto di oggi di non scordarselo. La 1100<br />
spinge forte e non rinnega il passato. Ai regimi<br />
medi ha tanto pepe, diresti che ha anche più dei<br />
90 cavalli dichiarati. Non c’è storia con la concorrenza<br />
vintage odierna (leggi <strong>Moto</strong> Guzzi V7,<br />
Triumph Bonneville e Kawasaki W800). La Honda<br />
8 9
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costa di più, ma va il doppio. Da 6.000 a 7.000: il<br />
regime giusto tra una curva e l’altra, quando non<br />
si ha voglia di usare il cambio e si lasciano lasche<br />
le briglie della CB1100. Lei ringrazia, e accelera<br />
forte. Il sound è fantastico (pur essendo assolutamente<br />
civile). Da 7.000 a 9.400 giri: stiamo<br />
guidando una CB ad aria, non l’ultima CBR-RR.<br />
Questi non sono regimi da signora d’altri tempi,<br />
ma all’occorrenza lei ci va. E l’urlo allo scarico<br />
ti ricorda che la sua famiglia ha scr<strong>it</strong>to la storia<br />
dei moderni quattro cilindri. La CB1100 non è ovviamente<br />
solo motore. Sfodera infatti una guida<br />
sempre facile in c<strong>it</strong>tà come nel misto guidato. La<br />
risposta delle sospensioni non è affatto cedevole<br />
e consente di divertirsi in piena sicurezza anche<br />
dove l’asfalto non è perfetto. La misura degli<br />
pneumatici Bridgestone (solo 140 al posteriore)<br />
non deve trarre in inganno; l’aderenza è sempre<br />
valida e anche le perd<strong>it</strong>e di grip sono tenute sotto<br />
controllo dalla fantastica erogazione del quattro<br />
in linea fuori dalle curve. Ottima la frenata combinata<br />
con ABS di serie: richiede uno sforzo sopra<br />
la media (soprattutto all’anteriore), ma ripaga<br />
con una modulabil<strong>it</strong>à che esclude praticamente<br />
sempre l’intervento dell’ABS. La rapportatura<br />
lunga della quinta consente di viaggiare in autostrada<br />
con un filo di gas, con consumi vicini al<br />
dato dichiarato di 18 km/l. La CB 1100 sarà disponibile<br />
da febbraio nei colori rosso o bianco (il<br />
nero non sarà importato) e ha le carte in regola<br />
per rinverdire lo spettacolare passato della CB<br />
750 Four. A propos<strong>it</strong>o, ecco la sua storia!<br />
La storia del m<strong>it</strong>o<br />
La bella CB che abbiamo provato sulle strade<br />
intorno a Valencia è figlia di quella che a ragione<br />
può essere considerata la prima maxi moto<br />
dell’era moderna, la CB 750 Four del 1969 che ha<br />
prepensionato le moto sportive <strong>it</strong>aliane e inglesi<br />
degli anni 70. Era la fine degli anni 60 quando<br />
Honda decise che era ora di cambiare le carte<br />
in tavola e sconvolgere il mondo con un’astronave<br />
a due ruote. La sofisticatissima maximoto<br />
- oggetto del desiderio di un’intera genera-<br />
zione - comparve nel 1969, si chiamava CB750<br />
Four K0 – tutt’oggi ovviamente la più preziosa<br />
sul mercato del vintage - ed era semplicemente<br />
splendida. Aveva il motore a 4 cilindri trasversale<br />
da 736 cc, raffreddato ad aria, con distribuzione<br />
monoalbero in testa a due valvole per cilindro,<br />
cambio a 5 marce e avviamento sia elettrico che<br />
a pedale. E davanti, ud<strong>it</strong>e, ud<strong>it</strong>e, montava un freno<br />
a disco con comando idraulico, voluto da Soichiro<br />
Honda in persona. Una vera scultura meccanica,<br />
che brillava per le sue rutilanti quattro<br />
marm<strong>it</strong>te stile GP (di quei tempi), con “db killer”<br />
estraibili semplicemente sv<strong>it</strong>ando altrettante v<strong>it</strong>ine.<br />
La CB750 Four, primogen<strong>it</strong>a di una serie di<br />
Prove<br />
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quadricilindriche che comprese la successiva<br />
500, la 350 e la 400SS, era capace toccare i 190<br />
orari effettivi, ma oggi fa tenerezza leggere che un<br />
simile “mostro”, che nacque già come pietra miliare<br />
della storia del motociclismo, erogava poco<br />
meno di 70 cv a 8.500 giri con 60 Nm di coppia<br />
a 7.000, imbrigliati da un buon telaio in acciaio a<br />
doppia culla ma a malapena gest<strong>it</strong>i da un forcellone,<br />
e soprattutto da ammortizzatori, non certo<br />
all’altezza della s<strong>it</strong>uazione, se non per andare<br />
poco più che a spasso. Anche se, nel 1970, una<br />
versione Senior appos<strong>it</strong>amente allest<strong>it</strong>a dominò<br />
la 200 Miglia di Daytona in mano all’esperto Dick<br />
Mann. Nel ’71 la CB versione K1 fu oggetto di un<br />
leggero restyling e di alcune modifiche tecniche<br />
di dettaglio (comprese le marm<strong>it</strong>te rigorosamente<br />
sigillate), ma anche negli anni successivi non ci<br />
fu alcuna rivoluzione significativa, fino al modello<br />
del 1975, la CB750 Supersport F1, con serbatoio<br />
e codino completamente differenti, forcellone<br />
rinforzato e scarico singolo sulla destra. E venne<br />
anche realizzata una versione con cambio semiautomatico<br />
(Hondamatic), destinata espressamente<br />
al mercato USA. Con la CB750F2 del ’78 le<br />
ruote a raggi vennero sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e dalle compos<strong>it</strong>e<br />
Comstar, con doppio freno a disco anteriore. Ed<br />
ecco che nel 1979 arrivò anche il nuovo motore,<br />
il primo della generazione DOHC, ovvero bialbero<br />
in testa, con 4 valvole per cilindro, che, sempre<br />
in versione 750, equipaggiò anche diversi modelli<br />
custom o di ispirazione simile. E aumentò<br />
anche di cilindrata, con l’avvento delle bellissime<br />
versioni CB750F e 900F Bol D’Or (affiancate<br />
dalle omologhe F2 semicarenate) dedicate<br />
Prove<br />
12 13
ZooM<br />
ZooM<br />
14 15
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1 Il motore della 1100, raffreddato ad aria e olio, ha una<br />
cubatura effettiva di 1.140 cc (alesaggio e corsa 73,5x67,2<br />
mm), eroga 90 cv .<br />
2 I freni anteriori hanno pinze da tre pistoncini, perché<br />
la nuova CB1100 ha di serie il sistema di frenata integrale<br />
C-ABS.<br />
3 La strumentazione è leggibile e ha uno stile classico<br />
molto elegante; bello lo sfondo dei due quadranti circolari<br />
verde, proprio come sulla m<strong>it</strong>ica Four del ‘69.<br />
1<br />
2<br />
3<br />
espressamente al mercato europeo, e presto segu<strong>it</strong>e,<br />
nel 1983, dalla possente CB1100F Bol D’Or,<br />
che in effetti fu la vera progen<strong>it</strong>rice della omonima,<br />
e praticamente omologa, “vintage bike” moderna<br />
che Honda ha finalmente deciso di mettere<br />
in produzione quest’anno. La prima bellissima<br />
CB1100F Bol D’Or aveva un bel passo per quei<br />
tempi: il suo quattro cilindri a 5 marce da 1.062<br />
cc infatti erogava circa 108 cv a 8.500 giri, con<br />
ben 97 Nm di coppia a 7.500, e superava agevolmente<br />
i 220 orari effettivi. L’ultima discendente<br />
della leggendaria CB750Four, in realtà rifà un po’<br />
il verso ad un modello di trent’anni fa, riproposto<br />
con un look elegante ma senz’altro meno aggressivo,<br />
addolc<strong>it</strong>o, come più dolce è il carattere del<br />
suo motore. Insomma, una moto che una volta<br />
era riservata a esperti smanettoni, oggi è diventata<br />
un’elegante nobildonna che si propone non<br />
solo a nostalgici ex-mangiamanubri, ma anche a<br />
giovani amanti del motociclismo d’antan.<br />
HONDA CB 1100 ABS 10.800 €<br />
Tempi: 4<br />
Cilindri: 4<br />
Cilindrata: 1140 cc<br />
Disposizione cilindri: in linea<br />
Raffreddamento: a liquido<br />
Avviamento: E<br />
Potenza: 90 cv (66 kW) / 7500 giri<br />
Coppia: nM / 5000 giri<br />
Marce: 6<br />
Freni: DD-D<br />
Misure freni: 296-256 mm<br />
Misure cerchi (ant./post.): 18’’ / 18’’<br />
Normativa antinquinamento: Euro 3<br />
Peso: 248 kg<br />
Lunghezza: 2195 mm<br />
Larghezza: 835 mm<br />
Altezza sella: 795 mm<br />
Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 14.6 l<br />
Segmento: Naked<br />
Prove<br />
16 17<br />
SCHEDA TECNICA
ProVa MoTocroSS<br />
in pista con<br />
le moto ufficiali<br />
di cairoli,<br />
Herlings<br />
e Nagl!<br />
di Andrea Perfetti | Provare le moto<br />
campioni del mondo è il sogno<br />
di ogni appassionato. Sulla pista di Mantova abbiamo<br />
guidato la splendida SX-F 350 di cairoli,<br />
la leggera SX-F 250 di Herlings e<br />
la brutale SX-F 450 di nagl<br />
18 19
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K<br />
TM SX-F Factory 2012. In<br />
pista con le moto ufficiali di<br />
cairoli, Herlings e nagl<br />
E’ difficile descrivervi l’emozione<br />
che segue la telefonata del nostro direttore. Ci ha<br />
appena comunicato che nell’arco di pochi giorni<br />
scenderemo in pista per provare le due moto<br />
campioni del mondo di motocross, classi MX1 e<br />
MX2. Il ricordo delle gare di questa incredibile<br />
stagione è ancora vivissimo, come limpide sono<br />
le immagini nella nostra mente di Antonio Cairoli<br />
e di Jeffrey Herlings che volano sulla sabbia di<br />
Lommel mortificando i talenti e le intenzioni del<br />
dream team americano durante l’ultimo <strong>Moto</strong>cross<br />
delle Nazioni. Ora toccherà a noi affrontare<br />
la più amichevole sabbia di Mantova in sella alle<br />
moto ufficiali del Team Red Bull KTM: sotto i gazebo<br />
della squadra di Claudio De Carli ci attendono<br />
la splendida SX-F 350 di Cairoli (campione<br />
del mondo MX1), la leggera SX-F 250 di Herlings<br />
(campione del mondo MX2) e la brutale SX-F<br />
450 di Nagl (16esimo nel mondiale MX1 e autore<br />
di un finale di stagione esaltante, culminato<br />
nella v<strong>it</strong>toria al Nazioni in Belgio). Rappresentano<br />
lo stato dell’arte nella tecnica motociclistica<br />
applicata al motocross e coronano gli sforzi della<br />
Casa austriaca nel raggiungere i vertici dell’offroad<br />
che conta. KTM, dopo avere dominato<br />
nell’Enduro (suoi due t<strong>it</strong>oli su tre nell’EWC 2012),<br />
ha stracciato la concorrenza anche nel mondiale<br />
di cross. Mer<strong>it</strong>o di due autentici fuoriclasse<br />
come Antonio e il giovane olandese, ma non si<br />
può che lodare anche il rendimento in pista dei<br />
mezzi meccanici: affidabili e dotati di motori potentissimi<br />
che hanno spesso portato i due portacolori<br />
KTM al primo posto nelle infuocate partenze<br />
dal cancelletto. KTM anche nella stagione<br />
appena conclusa ha segu<strong>it</strong>o la sua strada, che la<br />
vede credere nel telaio in acciaio e in mezzi ufficiali<br />
che non si discostano significativamente da<br />
quelli in produzione. Ci sono una cura maniacale<br />
dei dettagli e l’uso massiccio di parti speciali prese<br />
dal catalogo Power Parts. Come dire: anche<br />
l’appassionato (dotato di un bel portafogli) potrebbe<br />
farsi la sua factory bike nel garage di casa.<br />
cosa cambia rispetto alla serie<br />
Come anticipato, non bisogna aspettarsi chissà<br />
quale cambiamento rispetto alle moto che<br />
possiamo comprare nei concessionari KTM. A<br />
livello di motore c’è una precisa messa a punto.<br />
Cosa cambia esattamente su tutte e tre le cilindrate?<br />
Ce lo spiega il responsabile tecnico Dirk<br />
Gruebel: “abbiamo le valvole in t<strong>it</strong>anio e uno<br />
speciale pistone Pankl. Cambia anche il corpo<br />
dell’iniezione elettronica, mentre gli ingranaggi<br />
del cambio a 5 marce sono realizzati con un acciaio<br />
speciale. Differente è anche la frizione della<br />
Hinson. Più significative sono le modifiche alla<br />
Prove<br />
20 21
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ciclistica. Su tutte spicca l’adozione della poderosa<br />
forcella WP con steli da 52 mm; nuovo è anche<br />
il mono, sempre WP, con pistone in t<strong>it</strong>anio.<br />
Di questa lega sono fatte anche le pedane, i raggi<br />
e l’impianto di scarico completo realizzato per<br />
noi da Akrapovic”. Notiamo dei particolari speciali<br />
anche nei freni: le pinze sono Brembo, che<br />
fornisce anche le pompe (sia dei freni che della<br />
frizione idraulica). La componentistica è <strong>it</strong>aliana<br />
anche a livello di pneumatici, dove troviamo<br />
i leggendari Pirelli MT32 montati sulle mousse<br />
forn<strong>it</strong>e sempre dal costruttore lombardo. Non<br />
mancano i dettagli in fibra di carbonio, a protezione<br />
della culla del telaio e del disco del freno<br />
anteriore.<br />
La nostra prova sul circu<strong>it</strong>o Tazio nuvolari<br />
di Mantova<br />
La sabbia di Mantova, teatro di tante sfide mondiali<br />
e della prima stagionale dello Starcross, una<br />
volta tanto è decisamente favorevole al test in<br />
pista dei giornalisti. È spianata a meraviglia, bagnata<br />
quel tanto che basta a dare una grip eccellente<br />
alle Pirelli dei gioielli che andiamo a guidare.<br />
Riusciamo a scaricare a meraviglia i cavalli della<br />
250, ma il terreno che lega ci permette di saggiare<br />
la potenza anche della belva di Nagl. Andiamo<br />
con ordine, non di cilindrata, ma di ”prestigio”.<br />
La moto che scotta di più è sicuramente quella di<br />
Tony Cairoli, che si è imposto nella classe regina<br />
MX1 e ha vinto due manche su tre al Nazioni. A lei<br />
il primo posto anche nella nostra prova.<br />
KTM SX-F 350 antonio cairoli<br />
(numero 222)<br />
Non ci sono dubbi, è la migliore moto in prova.<br />
Dimostra tutta l’efficacia del Cairoli pilota e di<br />
quello collaudatore. La moto fa scintille tra le<br />
sue mani, ma fa anche godere l’ultimo degli amatori<br />
al via di una gara di regionale in virtù di un<br />
Prove<br />
22 23
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equilibrio pazzesco tra prestazioni motoristiche<br />
ed eccellenza delle sospensioni. Sprigiona l’impressionante<br />
potenza di 58 cavalli che proiettano<br />
i 102 chili a secco da una curva all’altra del circu<strong>it</strong>o<br />
con una facil<strong>it</strong>à e una rapid<strong>it</strong>à disarmanti.<br />
Non c’è la botta del 450, ma nemmeno l’iniziale<br />
pigrizia di un 250: il motore di Antonio risponde<br />
immediatamente al richiamo del gas con dolcezza,<br />
salvo poi distendersi agli alti dove sfodera una<br />
potenza a livello di un buon quattroemezzo. Ti dimentichi<br />
della frizione e sfrutti l’immenso range<br />
di utilizzo di questo motore. Superbo! Il nostro<br />
peso fa lavorare basso il retrotreno (pesiamo 85<br />
kg contro i circa 75 di Cairoli), lasciando un po’<br />
alta la forcella. In usc<strong>it</strong>a di curva emerge così un<br />
leggero sottosterzo, mentre la trazione è sempre<br />
semplicemente fantastica. La WP da 52 mm ha<br />
un funzionamento perfetto e mantiene la moto<br />
in assetto anche quando si sbaglia la sequenza<br />
di whoops o si atterra scomposti proprio dentro<br />
l’avvallamento vigliacco che “avv<strong>it</strong>erebbe” la forcella<br />
di qualunque moto di serie. Anche a livello<br />
ergonomico la moto di Cairoli si rivela meravigliosa<br />
grazie a le leve regolate alla perfezione e<br />
a un manubrio dalla piega abbastanza dr<strong>it</strong>ta, che<br />
ti fa sentire sub<strong>it</strong>o a casa. Anche i freni sono perfetti<br />
e coniugano potenza e modulabil<strong>it</strong>à.<br />
KTM SX-F 250 Jeffrey Herlings (numero<br />
84)<br />
La moto campione del mondo della MX2 è generosa<br />
con noi e sul pistone di Mantova ci regala<br />
badilate di divertimento. Non si può chiedere<br />
di più a una moderna moto da cross, davvero.<br />
Dove il motore della 350 impone di parzializzare<br />
(come nelle esse della pista), i 45 cavalli della<br />
moto di Jeffrey consentono di tenere il gas aperto<br />
e di impennare il piacere di guida sulla sabbia.<br />
Prove<br />
Bisogna chiamare in causa spesso la frizione per<br />
essere ancora più rapidi in usc<strong>it</strong>a di curva, ma la<br />
SX-F Factory è comunque tutt’altro che pigra ai<br />
bassi. Il monocilindrico ha una grande schiena<br />
ai medi e un allungo imperioso che consente di<br />
sfruttare alla grande la terza marcia su gran parte<br />
del tracciato lombardo. La forcella WP conquista<br />
con lo stesso fantastico comportamento<br />
conosciuto sulla 350, mentre il monoammortizzatore<br />
ha più precarico e dà un assetto neutrale<br />
alla moto. Herlings tiene le leve al manubrio<br />
basse, ma ci si fa presto l’ab<strong>it</strong>udine. Fastidiosa è<br />
invece la posizione alta del pedale del freno, che<br />
tra l’altro pecca in modulabil<strong>it</strong>à. Lo sfiori appena<br />
e lui inchioda sub<strong>it</strong>o la ruota. Al giovane campione<br />
MX2 piace così, noi durante il test abbiamo<br />
lim<strong>it</strong>ato al massimo il suo utilizzo troppo on/off<br />
(o tutto o niente).<br />
24 25
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KTM SX-F 450 Max nagl (numero 12)<br />
Pesa quasi come la moto di Cairoli (104 kg a secco),<br />
ma di cavalli ne ha 63. Esatto, sessantatre!<br />
Un dato esagerato, che ricorda le vecchie bestie<br />
di 500 cc a due tempi di qualche lustro fa. Per<br />
fortuna la moto del tedesco è trattabile ai bassi,<br />
dove comunque il lavoro di frizione aiuta a<br />
gestire la trazione in usc<strong>it</strong>a di curva, e lineare ai<br />
medi. Oltre questa soglia la SX-F spara al cielo la<br />
sabbia di Mantova, a ogni manata sul gas corrisponde<br />
un colpo di cannone dello scarico e una<br />
botta di adrenalina al cuore. Al cancelletto è una<br />
tempesta, ridicolizza le altre cilindrate che in<br />
confronto sembrano minicross. Ma come diavolo<br />
faceva Cairoli a battere Nagl in partenza? E’<br />
divertente giocare con lei e vedere di cosa è capace<br />
nei rari allunghi della pista, ma i tempi sono<br />
un’altra cosa e vengono fuori – cronometro alla<br />
mano – con le cilindrate più basse.<br />
Per assurdo la 450 sa anche essere una moto bonacciona,<br />
basta decidere di usare le marce alte e<br />
sfruttare la grande coppia ai medi per fare strada<br />
senza che il motore urli agli alti. L’assetto ricorda<br />
la 350 di Antonio, con una forcella rigida ma<br />
molto scorrevole, e un mono che tende a chiudersi<br />
leggermente sotto il nostro peso. E’ maneggevole<br />
e molto stabile anche nei tratti della<br />
pista che via via si bucano; il mer<strong>it</strong>o va in particolare<br />
alla ottima WP che digerisce ogni botta<br />
e attutisce alla grande gli errori di valutazione<br />
nell’atterraggio dai salti (che si arrivi lunghi o<br />
corti, gran parte del carico sulle braccia viene assorb<strong>it</strong>o<br />
in modo spettacolare dagli steli di questa<br />
forcella da 52 mm).<br />
A livello di taratura si nota immediatamente il<br />
lavoro spettacolare fatto dai ragazzi di De Carli<br />
Prove<br />
Al cancelletto la 450 è una tempesta,<br />
ridicolizza le altre cilindrate che in<br />
confronto sembrano minicross. Ma come<br />
diavolo faceva Cairoli a battere Nagl<br />
in partenza?<br />
sulla SX-F di Nagl. La sua moto, provata lo scorso<br />
anno in Francia, ci aveva lasciato a dir poco<br />
perplessi: motore (di 350 cc) appunt<strong>it</strong>o e nervoso<br />
(dove invece quello di Tony era semplicemente<br />
perfetto), forcella di marmo e monoammortizzatore<br />
troppo frenato.<br />
Il team romano ha messo a punto alla grande la<br />
450 di Max, che ora vanta lo stesso, fantastico<br />
equilibrio delle altre due moto factory provate<br />
a Mantova. E i risultati si sono visti, col tedesco<br />
costantemente ai piani alti della classifica della<br />
MX1.<br />
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<strong>Moto</strong>r Bike<br />
expo 2013<br />
verona<br />
di andrea Perfetti | Vi guidiamo nella vis<strong>it</strong>a<br />
virtuale dei padiglioni della fiera veronese.<br />
Partiamo ovviamente dal 1° padiglione con un<br />
segnale incoraggiante: il pubblico c’è<br />
ed è numeroso!<br />
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<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 Verona:<br />
Padiglione 1<br />
Vi guidiamo nella vis<strong>it</strong>a virtuale dei padiglioni<br />
della fiera veronese. Partiamo ovviamente dal<br />
primo padiglione con un segnale incoraggiante: il<br />
pubblico c’è ed è numeroso! Il Padiglione 1 osp<strong>it</strong>a<br />
interessanti stand che vendono abbigliamento e<br />
accessori dedicati al mondo custom. Nell’area<br />
centrale sono esposte le migliori realizzazioni<br />
scelte per il pubblico dalle riviste di settore. Non<br />
mancano espos<strong>it</strong>ori prestigiosi e noti sul panorama<br />
internazionale. Vi segnaliamo in particolare le<br />
realizzazioni di Mr. Martini e Headbanger. Il primo<br />
ha allest<strong>it</strong>o una giostra che osp<strong>it</strong>a fantastiche<br />
moto su base Triumph, ma anche Ducati e<br />
BMW. Headbanger svelerà invece in anteprima la<br />
sua nov<strong>it</strong>à per il <strong>Moto</strong>r Bike Expo alle 18. Restate<br />
sintonizzati! Nel frattempo buona vis<strong>it</strong>a del padiglione<br />
1 su <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong>.<br />
News<br />
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<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 verona<br />
Padiglioni 2 e 3<br />
di Andrea Perfetti | Proseguiamo il tour virtuale della<br />
fiera veronese. A spasso per i padiglioni 2 e 3, tra ragazze,<br />
accessori e splendide special<br />
M<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 Verona:<br />
Padiglioni 2 e 3<br />
Proseguiamo il tour virtuale della fiera veronese.<br />
A spasso per i padiglioni 2 e 3, tra ragazze, accessori<br />
e splendide special. Partiamo dal 2, dove<br />
siamo accolti dallo splendido “bar” Pirelli. Qui<br />
sono presentate le nuove gomme Night Dragon,<br />
realizzate espressamente per il mondo custom,<br />
ed è possibile ammirare all’opera i tatuatori che<br />
incidono e colorano gli pneumatici che corrono<br />
nella Superbike. Harley-Davidson occupa<br />
un’area immensa, dedicata alle recenti nov<strong>it</strong>à<br />
e al ricco catalogo di abbigliamento. Uno stand<br />
richiama l’attenzione sull’anniversario Harley<br />
- 110 anni di storia - che sarà celebrato a Roma<br />
nel 2013. Numerosi sono, come sempre, i preparatori,<br />
tra questi i ragazzi di TPR, che presentano<br />
diversi modelli su base Triumph Bonneville.<br />
Forn<strong>it</strong>o di ogni ben di Dio è lo spazio Zodiac, dedicato<br />
alle customizzazioni più radicali, con sost<strong>it</strong>uzione<br />
di cerchi e telaio.<br />
E una vis<strong>it</strong>a mer<strong>it</strong>a anche lo specialista Matrix,<br />
autore di alcune custom futuristiche curate ed<br />
eleganti. All’ingresso del Padiglione 3 la nostra<br />
attenzione ricade sulla bellissima Thunderbike<br />
PainTTless (sopra in foto), recente vinc<strong>it</strong>rice del<br />
campionato del mondo Custom Bike Building<br />
2012: la sua costruzione ha richiesto 8 mesi di lavoro,<br />
osservarla richiede pochi minuti ed è cosa<br />
buona e giusta! Gli stand sono davvero numerosi<br />
e, dopo aver visto la nostra gallery, vi inv<strong>it</strong>iamo<br />
a vis<strong>it</strong>are i due padiglioni di persona: offrono<br />
migliaia di accessori (tra abbigliamento e pezzi<br />
dedicati alla moto, anche d’epoca) in grado di<br />
accontentare anche l’appassionato più stravagante.<br />
News<br />
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<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 verona<br />
Padiglioni 4, 5 e 6<br />
di Andrea Perfetti | Tante le cose ancora da vedere in fiera<br />
a Verona. Passiamo ora ai padiglioni che osp<strong>it</strong>ano le grandi<br />
Case motociclistiche con tutte le nov<strong>it</strong>à 2013<br />
M<br />
<strong>Moto</strong>r Bike expo 2013 Verona:<br />
Padiglioni 4, 5 e 6<br />
Tante le cose ancora da vedere in fiera a Verona.<br />
Passiamo ora ai padiglioni che osp<strong>it</strong>ano le grandi<br />
Case motociclistiche con tutte le nov<strong>it</strong>à 2013. Gli<br />
appassionati di moto sono accontentati: al <strong>Moto</strong>r<br />
Bike Expo possono ammirare e toccare con<br />
mano gran parte delle nov<strong>it</strong>à esposte a Colonia e<br />
a Milano lo scorso novembre. Iniziamo la nostra<br />
vis<strong>it</strong>a dallo stand Kawasaki. Sue stelle indiscusse<br />
sono la nuova e aggressiva Z800 e la rinnovata<br />
Ninja 636, che catalizzano l’attenzione del<br />
numeroso pubblico. Semplicemente stupendo<br />
il concept Z1000 40esimo anniversario. Tante<br />
persone affollano anche lo spazio espos<strong>it</strong>ivo<br />
della Honda. Le nuove motorizzazioni (500 cc,<br />
ma anche la recente gamma 700 con cambio sequenziale)<br />
incuriosiscono il pubblico e attirano<br />
anche numerose ragazze, segno che c’è spazio<br />
per moto facili ma dall’estetica comunque curata<br />
e accattivante. C’è tanto interesse anche per<br />
la nuova CB1100 che <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> ha di recente provato.<br />
Ducati e Bimota tengono alta la nostra bandiera<br />
con la recente gamma presentata a EICMA.<br />
In particolare la Casa di Borgo Panigale dà risalto<br />
alla sua nuova Hypermotard e alla aggiornata<br />
Multistrada che a tre anni dal lancio riscuote<br />
un importante consenso presso il pubblico di<br />
Verona. Il padiglione 6 osp<strong>it</strong>a Suzuki e Yamaha.<br />
La prima mostra la custom Intruder C1500T, il<br />
rinnovato Burgman 650 e la sportiva GSX-R 1000<br />
Lim<strong>it</strong>ed Ed<strong>it</strong>ion. La Casa di Iwata espone anche a<br />
Verona il nuovissimo motore 3 cilindri che andrà<br />
a equipaggiare una nuova famiglia di moto nude<br />
e sportive. Presente al completo anche la gamma<br />
racing enduro e motocross, segno del tangibile<br />
interesse di Yamaha per questo segmento.<br />
<strong>Moto</strong>r Bike Expo segna la cresc<strong>it</strong>a dell’offerta di<br />
tre ruote in Italia. Oltre a Piaggio (qui assente) i<br />
consumatori possono ora rivolgere le loro attenzioni<br />
all’<strong>it</strong>aliana Quadro, che presenta il modello<br />
2013 del Quadro 350S, e alla francese Peugeot.<br />
Suo è infatti il nuovissimo Metropolis 400i a tre<br />
ruote che vedete nella nostra gallery a destra.<br />
Dalla Case del leone arriva anche la bellissima<br />
auto RCZ realizzata in collaborazione con Arlen<br />
Ness (esposta al Padiglione 4). In questi tre padiglioni<br />
potete anche ammirare una vasta offerta<br />
delle aziende che producono abbiglimento e accessori.<br />
Presentano le ultime nov<strong>it</strong>à 2013 GIVI, il<br />
Gruppo Nolan (coi marchi Grex, Nolan e X-l<strong>it</strong>e),<br />
UFO Plast, Metrak<strong>it</strong>, <strong>Moto</strong>airbag (che presenta<br />
il dispos<strong>it</strong>ivo di protezione che andrà in uso alla<br />
Polizia Stradale) e moltri altri ancora che vi consigliamo<br />
di vis<strong>it</strong>are di persona nei giorni di apertura<br />
al pubblico.<br />
News<br />
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Headbanger Satèn<br />
a <strong>Moto</strong>r Bike expo 2013<br />
di Maurizio Tanca | Sorpresa Headbanger all’Expo veronese:<br />
arriva un modello entry level, motore monocilindrico, prezzo<br />
9.000 euro… Si chiama Satèn, e non è una custom!<br />
C<br />
ertamente è abbastanza risaputo<br />
che a Giorgio Sandi, patròn di Headbanger,<br />
piacciano le sorprese,<br />
per di più enfatizzate a r<strong>it</strong>mo di rock.<br />
La cosa si è ripetuta all’MBE veronese, poco prima<br />
della chiusura della giornata: la nov<strong>it</strong>à che<br />
Sandi si apprestava a svelare è stata annunciata<br />
da un lungo riff di rock duro e graffiante (nella<br />
fattispecie Whole Lotta Love dei Led Zeppelin,<br />
mica paglia….) rec<strong>it</strong>ato da Sebo, il ch<strong>it</strong>arrista<br />
della band ufficiale del Marchio bresciano, utilizzando<br />
Grace, la speciale ch<strong>it</strong>arra realizzata da<br />
Ibanez per Headbanger. Ma veniamo alla nov<strong>it</strong>à:<br />
via il velo, ed ecco apparire una snellissima monocilindrica<br />
tirata all’osso, misto enduro/motard,<br />
con carrozzeria in alluminio grigio satinato.<br />
Infatti si chiama Satèn, ma con la “è”, come un<br />
celebre vino che nasce in terra di Franciacorta,<br />
nel bresciano, dove il giovane marchio <strong>it</strong>aliano<br />
ha la sua casa. La nuova Headbanger “piccola”<br />
è naturalmente ispirata alle enduro anni settanta,<br />
monta un motore Honda 600 di derivazione<br />
XL alimentato a carburatore, tutto nero, per far<br />
contrasto al grigio dell’insieme, e che da voce ad<br />
uno scarico “2 in 1” (il motore ovviamente è a 4<br />
valvole) realizzato in casa da Luciano Andreoli,<br />
ovvero colui che costruisce tutte le Headbanger,<br />
e che ha ideato anche questa Satèn da meno di<br />
140 chili. La parte anteriore del telaio è pure di<br />
derivazione Honda, mentre le sospensioni sono<br />
Paioli, con forcella a steli rovesciati. Davanti spicca<br />
un discone da 330 mm con pinza HB Beringer<br />
a 4 pistoncini, mentre dietro troviamo un disco<br />
da 250, con pinza autoctona. Le ruote sono da<br />
17”,con gomme da 120/70 e 160/60 – si puo’<br />
scegliere tra stradali e tassellate - mentre il serbatoietto<br />
tiene 12 l<strong>it</strong>ri, e la sella è a 90 cm da terra.<br />
Sella realizzata artigianalmente in pelle, come<br />
artigianali sono il codino spazzolato e le pedane,<br />
tutto Made in Headbanger. Prezzo indicativo (da<br />
entry level, considerando il listino delle special di<br />
Rovato): circa 9.000 euro.<br />
News<br />
36 37
le Girls più<br />
belle della Fiera<br />
di verona<br />
<strong>Moto</strong>r Bike expo significa moto, custom e<br />
special. Ma dove ci sono motori non possono<br />
mancare, come dice il detto, le donne. ecco la<br />
gallery con le ragazze più belle della fiera di<br />
Verona<br />
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News<br />
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v<strong>it</strong>o cicchetti<br />
“Stiamo lavorando a una moto da<br />
sogno figlia della <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>”<br />
di Ippol<strong>it</strong>o Fassati | “Abbiamo anticipato problematiche,<br />
legislazioni, regolamenti, lim<strong>it</strong>i e gusti del pubblico,<br />
abbiamo offerto moto e scooter dagli incredibili contenuti<br />
tecnici ma dal prezzo vantaggioso”. Questo è il segreto del<br />
successo di Honda secondo V<strong>it</strong>o Cicchetti. Che non<br />
dimentica la supersportiva in arrivo<br />
R<br />
<strong>it</strong>iene che il mer<strong>it</strong>o<br />
del primo posto<br />
ottenuto in Italia<br />
nelle vend<strong>it</strong>e moto<br />
(e scooter al netto della commessa<br />
delle Poste di Piaggio)<br />
sia parte mer<strong>it</strong>o della capac<strong>it</strong>à<br />
di Honda di interpretare le necess<strong>it</strong>a’<br />
attuali del mercato?<br />
«Honda è complessivamente<br />
leader del mercato <strong>it</strong>aliano da<br />
vent’anni ormai ma fino al 2011<br />
ci è a volte mancato il singolo<br />
primo posto nelle moto e negli<br />
scooter. Nel 2012, nonostante<br />
la contrazione dei volumi in<br />
tutta Europa e in Italia, abbiamo<br />
aumentato drasticamente<br />
lo share superando Bmw nelle<br />
moto e Piaggio negli scooter,<br />
escludendo le 15mila un<strong>it</strong>à<br />
della commessa di Poste<br />
Italiane. Il mer<strong>it</strong>o è di Honda.<br />
Anticipando problematiche,<br />
42<br />
legislazioni, regolamenti, lim<strong>it</strong>i<br />
e gusti del pubblico, abbiamo<br />
offerto moto e scooter dagli<br />
incredibili contenuti tecnici ma<br />
dal prezzo vantaggioso, andando<br />
di fatto a rispondere alla<br />
domanda attuale del pubblico<br />
e mostrando lungimiranza.<br />
Ne sono esempi il nuovo SH<br />
con ABS, start&stop, consumi<br />
bassissimi e vano per il casco<br />
integrale, la NC700 da quasi<br />
30km/l e con vano portacasco,<br />
anche in versione a doppia frizione.<br />
Nel 2016 arriverà l’ABS<br />
obbligatorio e siamo già al 90%<br />
della gamma disponibile con<br />
questo dispos<strong>it</strong>ivo. Inoltre, la<br />
nuova patente A2 entra in vigore<br />
il 19 gennaio e abbiamo<br />
già moto pensate esattamente<br />
per questa potenza, non delle<br />
depotenziate. E’ un segnale<br />
di quello che Honda sa fare:<br />
ingegneria sopraffina ma con<br />
un’attenta analisi del mercato<br />
e degli scenari internazionali,<br />
ovviamente rispettando i gusti<br />
degli appassionati».<br />
come ha potuto reagire così<br />
velocemente Honda nel progettare<br />
e produrre prodotti<br />
attuali con prezzi e consumi<br />
contenuti ma innovativi a livello<br />
di tecnologia?<br />
«Il perdurare della crisi economica<br />
mondiale, soprattutto<br />
nell’area europea, era stata prevista<br />
con anticipo. Già nel 2007<br />
era chiaro che gli anni a venire<br />
avrebbero avuto il segno meno<br />
davanti ai volumi di vend<strong>it</strong>a. In<br />
momenti di cresc<strong>it</strong>a, quando il<br />
potere d’acquisto lo permette,<br />
si possono offrire nuovi modelli<br />
puntando quasi solo sulle prestazioni,<br />
andando a spingere<br />
soprattutto sul fattore emozionale,<br />
perché in quei momenti i<br />
fattori più razionali passano in<br />
secondo piano. Le nostre analisi<br />
di mercato e di scenario, indicano<br />
invece da qualche anno<br />
che i valori cardine di Honda,<br />
come l’affidabil<strong>it</strong>à, la qual<strong>it</strong>à,<br />
le prestazioni, sono rimasti un<br />
punto fermo, ma a questi si<br />
sono affiancati la sicurezza, l’efficienza<br />
dei consumi, il valore<br />
della tecnologia utile, la tenuta<br />
del valore dell’usato. Analizzando<br />
quest’ultimo fattore con<br />
attenzione, si nota che negli<br />
anni l’utenza ha verificato che<br />
anche se l’acquisto finale qualche<br />
volta può costare qualche<br />
punto percentuale in più di alcuni<br />
modelli concorrenti, dopo<br />
2-4 anni il valore di una Honda<br />
usata spesso è sensibilmente<br />
più alto».<br />
SH, uno dei cavalli di battaglia,<br />
ha ricevuto un grande apprezzamento<br />
premiando la scelta<br />
di innovare ma mantenere un<br />
prezzo simile all’anno scorso.<br />
«Abbiamo voluto dare un preciso<br />
segnale ai clienti <strong>it</strong>aliani.<br />
Il nuovo SH ABS ha un prezzo<br />
così compet<strong>it</strong>ivo soprattutto<br />
in Italia, infatti negli altri paesi<br />
europei costa di più, perfino in<br />
versione senza bauletto e parabrezza.<br />
L’SH è un’icona del<br />
mercato <strong>it</strong>aliano, con un tasso<br />
di penetrazione incredibile. E’<br />
amatissimo ed è da sempre<br />
molto desiderato. Era nostra<br />
precisa intenzione ringraziare<br />
e premiare i clienti <strong>it</strong>aliani con<br />
un prezzo particolarmente appetibile.<br />
Tuttavia non abbiamo<br />
certo rinunciato alla qual<strong>it</strong>à del<br />
prodotto, che è e rimane inim<strong>it</strong>abile,<br />
la massima espressione<br />
News<br />
tecnologica del commuting<br />
urbano. L’ABS di serie è stato<br />
accolto benissimo dai clienti<br />
ed è molto apprezzato per la<br />
sensazione di sicurezza che<br />
trasmette. E poi è il punto di<br />
partenza di uno scooter che ha<br />
di serie tantissimi plus, come lo<br />
Start&Stop, consumi bassissimi,<br />
il vano per un casco integrale,<br />
bauletto e parabrezza di serie,<br />
doppio cavalletto, eleganza,<br />
qual<strong>it</strong>à ineguagliabile e ovviamente<br />
prestazioni ottime».<br />
Qual’e’ il grado di soddisfazione<br />
che rilevate sui clienti che<br />
scelgono il cambio automatico<br />
sequenziale sulla serie<br />
700?<br />
«La soddisfazione maggiore la<br />
otteniamo con gli scettici. Molti<br />
motociclisti si avvicinano alle<br />
nostre moto 1200 e 700 con<br />
43
44<br />
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Non necessariamente creare emozione vuol dire<br />
progettare una supersport. Comunque sì, stiamo<br />
lavorando a una moto da sogno con tecnologia<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
cambio a doppia frizione con<br />
l’atteggiamento di chi tanto<br />
non si farà mai convincere. Fanno<br />
la prova e quando tornano<br />
hanno il sorriso che gli esce dal<br />
casco. Il cambio sequenziale<br />
a doppia frizione è il futuro del<br />
cambio motociclistico, perché<br />
è efficacissimo, divertente e<br />
non toglie nulla al piacere di<br />
guidare la moto.<br />
Sull’Integra il problema non si è<br />
posto, perché avendo l’aspetto<br />
di un maxiscooter è stato acquistato<br />
con la consapevolezza<br />
di entrare in possesso di un<br />
veicolo con cambio automatico,<br />
seppure a 6 rapporti gest<strong>it</strong>i<br />
elettronicamente. Al momento<br />
la domanda per questo tipo di<br />
cambio, sui modelli offerti anche<br />
con cambio tradizionale,<br />
è del 50% e puntiamo al 70%<br />
entro il 2013. Il livello di soddisfazione<br />
è altissimo. Da una<br />
indagine effettuata sui nostri<br />
clienti abbiamo rilevato che il<br />
70% lo ha comprato dopo averlo<br />
provato e che il 99% di chi lo<br />
possiede lo suggerisce».<br />
come si spiega la presentazione<br />
di alcuni vostri nuovi<br />
modelli derivati dai mercati<br />
asiatici, lontano dalle fiere?<br />
«Alcuni nuovi modelli Honda,<br />
quelli di cilindrata medio/piccola<br />
in particolare, sono prodotti<br />
pensati per il mercato globale.<br />
Creare modelli che possono<br />
essere appetibili per diverse regioni<br />
del mondo ci permette di<br />
incrementare i volumi e massimizzare<br />
le economie di produzione<br />
per essere più efficienti e<br />
quindi più compet<strong>it</strong>ivi. Questo<br />
nuovo indirizzo è cominciato<br />
con il PCX ed è prosegu<strong>it</strong>o con<br />
il Vision, con la CBR250R e oggi<br />
con le nuove CB500. Anche la<br />
nuova divertentissima MSX125<br />
fa parte di questo filone. Sono<br />
modelli dalle qual<strong>it</strong>à eccellenti<br />
e dai prezzi compet<strong>it</strong>ivi perché<br />
anche l’approvvigionamento<br />
dei componenti è su scala globale.<br />
Ovviamente però alcuni<br />
di loro hanno mercati di riferimento<br />
diversi, e quindi viene<br />
data maggiore enfasi al lancio<br />
locale. Se per noi era ovvio presentare<br />
il Forza 300 C-ABS ad<br />
Eicma, per l’MSX125 era ovvio<br />
dare la precedenza alla Thailandia<br />
e per la Gold Wing agli Stati<br />
Un<strong>it</strong>i. Ma l’Italia e l’Europa sono<br />
comunque importantissime,<br />
basti pensare che la nuova F6B,<br />
che ha come mercato di riferimento<br />
sempre gli Stati Un<strong>it</strong>i, è<br />
stata comunque presentata ad<br />
Eicma. Ad ogni modo presentare<br />
le tantissime nov<strong>it</strong>à di Honda<br />
degli ultimi anni tutte ad Eicma<br />
avrebbe significato svalutarne<br />
l’impatto. Meglio distribuirle<br />
durante l’anno».<br />
Honda è storicamente anche<br />
emozione. avete annunciato<br />
di tornare a questo tipo di<br />
moto, cosa ci potete anticipare<br />
del progetto della nuova supersportiva<br />
stradale derivata<br />
dalla <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>?<br />
«Non necessariamente creare<br />
emozione vuol dire progettare<br />
una supersport. Comunque sì,<br />
stiamo lavorando a una moto<br />
da sogno con tecnologia <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>.<br />
Il motore sarà ovviamente<br />
V4 da 1000cc e rappresenterà<br />
il riferimento assoluto in<br />
termini di prestazioni globali,<br />
sia per il motore che per la ciclistica.<br />
Come ha anticipato<br />
il presidente dell’HRC Tetsuo<br />
Suzuki, rappresenterà la base<br />
per partecipare alle competizioni<br />
mondiali, grazie ad un k<strong>it</strong><br />
racing di altissimo livello che la<br />
trasformerà in una vera moto<br />
da competizione.<br />
Il prezzo base della moto sarà<br />
più alto di una supersportiva<br />
come la nostra bellissima Fireblade,<br />
ma non el<strong>it</strong>ario in senso<br />
assoluto. La CBR1000RR resterà<br />
comunque normalmente in<br />
vend<strong>it</strong>a perché rappresenta ancora<br />
oggi in assoluto la migliore<br />
superbike con cui divertirsi<br />
pienamente anche su strada».<br />
dopo aver affrontato alcuni<br />
problemi, quanto conta oggi<br />
atessa nella produzione globale<br />
Honda?<br />
«La Fabbrica di Atessa diventerà<br />
via via il polo europeo per<br />
la produzione commuting,<br />
che non vuol dire solo scooter.<br />
Confluiranno qui in Italia nuovi<br />
modelli perché la Casa Madre<br />
conosce bene il valore della<br />
qual<strong>it</strong>à Honda Italia. E’ una<br />
delle migliori fabbriche Honda<br />
nel mondo, grazie non solo<br />
all’alta tecnologia applicata<br />
alle linee produttive ma anche<br />
alle capac<strong>it</strong>à della forza lavoro.<br />
Il ridimensionamento è stato<br />
purtroppo necessario perché<br />
con volumi di vend<strong>it</strong>a in calo<br />
in tutta Europa non era più sostenibile<br />
un assetto pensato<br />
per costruire 200mila veicoli<br />
l’anno.<br />
Tuttavia resta il fiore all’occhiello<br />
di Honda in Europa per quanto<br />
riguarda la produzione a due<br />
ruote, e continuerà ad esserlo,<br />
perché l’Europa è il riferimento<br />
mondiale per le future tendenze<br />
e per il pubblico particolarmente<br />
esigente. L’Italia poi<br />
rappresenta sempre il 30-40%<br />
dell’immatricolato in Europa e<br />
l’obiettivo è di rafforzare la nostra<br />
presenza».<br />
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C iao<br />
a<br />
tutti!<br />
In<br />
ques<br />
t o<br />
periodo<br />
faccio fatica ad orientarmi:<br />
arrivano brutte notizie<br />
sia dalla Dakar sia dal<br />
Mali, le une di carattere<br />
sportivo e le altre pol<strong>it</strong>ico,<br />
e nella mia testa le cose<br />
si confondono. Perché ai<br />
miei tempi il Mali “era” la Dakar, era forse il posto<br />
più bello e caratteristico del rally; e purtroppo la<br />
morte è la morte. Le terribili immagini di quel povero<br />
ragazzo che si è fracassato sabato scorso<br />
con la sua KTM contro la macchina dei Carabineros<br />
cileni, si sovrappongono a quelle dell’avanzata<br />
francese nel nord Africa –in appoggio al<br />
governo locale minacciato dagli integralisti- per<br />
Nico cereghini<br />
“il Mali era la bellezza<br />
della Dakar”<br />
Mi fa effetto vedere che oggi il Sahel è il teatro<br />
di una guerra, e nella mia testa si confondono le<br />
tragedie africane e quelle del rally, di qua e di là<br />
dall’Atlantico<br />
riprendere Konna, non lontano da Mopti dove si<br />
faceva tappa con Orioli De Petri Picco e Teruzzi.<br />
Come si farà ad ottenere giustizia per il più giovane<br />
motociclista, che era esordiente alla Dakar?<br />
Le autor<strong>it</strong>à dicono che si sia addormentato nel<br />
lungo trasferimento, invadendo la carreggiata<br />
opposta, ma una foto dell’auto coinvolta, di traverso<br />
sulla strada, fa pensare piuttosto ad una<br />
inversione tentata dai carabineros. E di sicuro<br />
Thomas non dormiva: raccontano di una lunga<br />
striscia nera sull’asfalto, a documentare il suo<br />
disperato tentativo di frenare. Mi torna in mente<br />
il povero Gilles Lalay, morto contro un’ambulanza<br />
nel 1992, al quale ero affezionato; ma mi<br />
compaiono davanti anche le espressioni felici di<br />
Giampaolo Marinoni, di Fabrizio Meoni, di tanti<br />
altri che erano pieni di energia e si sono fermati<br />
lì. Consola –diciamo tra noi- la consapevolezza<br />
che Fabrizio e compagni stavano facendo quello<br />
che più amavano; e allora come sempre andiamo<br />
avanti con la convinzione (forse assolutoria)<br />
che si debba e si possa lavorare sulla sicurezza,<br />
e questo basti per segu<strong>it</strong>are ad amare il nostro<br />
sport. Ma le tante morti che i questi giorni funesteranno<br />
il Mali, il nostro Mali sconvolto dalla<br />
guerra, sono forse ancora più difficili da accettare.<br />
Abbiamo conosciuto quella gente, siamo stati<br />
nei giardini di Tessal<strong>it</strong>, sulle piste che portano<br />
a Gao, tra le meraviglie arch<strong>it</strong>ettoniche di Tombouctou.<br />
Abbiamo cenato nei freschi ristoranti<br />
della cap<strong>it</strong>ale Bamako, conosciuto molti maliani<br />
e anche tanti europei che sono là per validi progetti<br />
di cooperazione.<br />
Ora la guerra, leggo che Al Qaeda minaccia Parigi<br />
ma chissà poi se è vero; di certo la Francia mantiene<br />
tuttora rapporti stretti con i governi delle<br />
sue ex-colonie (6.000 francesi solo a Bamako),<br />
e immagino che gli interessi economici in gioco<br />
siano anche superiori a quelli pol<strong>it</strong>ici. Ma il Mali<br />
era ed è considerato uno dei posti più poveri del<br />
mondo, minime risorse; era pacifico, allora, non<br />
come la confinante e integralista Maur<strong>it</strong>ania che<br />
nel ’91, quando scoppiò la guerra del Golfo, osp<strong>it</strong>ò<br />
per qualche tempo i familiari di Saddam Hussein.<br />
Noi per caso eravamo proprio là, e per una<br />
giornata intera la carovana della Dakar fu trattenuta<br />
nei confini con dei pretesti, praticamente<br />
in ostaggio. C’era molta tensione. Ora chissà<br />
quanta gente morirà, la guerra non fa sconti ed è<br />
spesso contagiosa.<br />
A Parigi c’è la paura che Al Qaeda compia attacchi<br />
anche sul suolo francese.<br />
Le autor<strong>it</strong>à dicono che si sia addormentato nel<br />
lungo trasferimento, invadendo la carreggiata<br />
opposta, ma una foto dell’auto coinvolta,<br />
di traverso sulla strada, fa pensare piuttosto<br />
ad una inversione tentata dai Carabineros<br />
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C<br />
iao a tutti!<br />
Gira in<br />
tivù da<br />
qualche<br />
tempo<br />
una serie<br />
di spot di<br />
una nota<br />
compagnia di assicurazioni.<br />
E uno di questi mi pare<br />
parecchio scorretto. Lo<br />
avrete visto anche voi: un<br />
esploratore un po’ sprov-<br />
veduto attraversa la giungla a dorso di elefante<br />
e intanto, imprudentemente, scrive una lettera<br />
alla fidanzata lontana; tutto preso dalla romantica<br />
operazione, si disinteressa della marcia e<br />
lascia che l’elefante segua la guida indigena, fino<br />
a che succede quello che doveva succedere: un<br />
ramo più basso degli altri lo colpisce alla testa e<br />
lo scaraventa, dopo uno spettacolare rimbalzo<br />
Nico cereghini<br />
“Scrivere messaggi<br />
mentre si guida…”<br />
E’ una cosa gravissima nonché pun<strong>it</strong>a dalla legge.<br />
E ormai è una piaga. Eppure c’è una compagnia<br />
di assicurazioni che, con uno spot in tivù, tratta<br />
la questione con superficial<strong>it</strong>à e con le parole<br />
sbagliate<br />
sul deretano del pachiderma, giù tra le frasche.<br />
A questo punto lo slogan suona così: “Scrivere<br />
messaggi mentre si guida può causare incidenti.<br />
Noi ti assicuriamo al meglio, a proteggerti pensaci<br />
anche tu!”. Come sarebbe a dire?! Scrivere<br />
messaggi mentre si guida è pericolosissimo, non<br />
si deve assolutamente fare, è vietato dalla legge!<br />
Altro che “può causare incidenti” e “pensa a<br />
proteggerti”! Non è ammissibile che si confonda<br />
un gesto così grave –pun<strong>it</strong>o con 152 euro di multa,<br />
5 punti in meno sulla patente e anche la sospensione<br />
in caso di recidiva nel biennio- con una<br />
qualsiasi imprudenza domestica. E dico questo<br />
perché in un altro spot della stessa compagnia<br />
c’è un altro tipo che attiva un enorme interruttore<br />
elettrico stando con i piedi a mollo nell’acqua;<br />
lui prende la scossa e lo slogan conclusivo è lo<br />
stesso. A me sembra molto grave che la guida<br />
con il cellulare alla mano sia trattata alla stessa<br />
stregua di una disattenzione. E non lo dico per<br />
moralismo. Intanto si tratta di una pesante infrazione<br />
al codice della strada; e poi c’è gente che<br />
ha perso la v<strong>it</strong>a, per colpa di un guidatore impegnato<br />
col telefonino. Sappiamo di v<strong>it</strong>time tra i pedoni,<br />
tra gli automobilisti, i ciclisti e i motociclisti.<br />
Ed è una piaga che noi conosciamo bene, perché<br />
questi telefonisti al volante li vediamo dappertutto,<br />
in autostrada come in c<strong>it</strong>tà: non si guardano<br />
intorno, rallentano di colpo, non mettono le frecce<br />
quando cambiano direzione. Tanto che siamo<br />
costretti allo strabismo, per studiare dentro<br />
ogni macchina le intenzioni del suo guidatore e<br />
contemporaneamente sorvegliare dove girano<br />
le ruote anteriori. Il fenomeno dilaga, e in una<br />
c<strong>it</strong>tà come Milano un automobilista su tre sta<br />
telefonando, ci si potrebbe scommettere, e noi<br />
rischiamo la pelle ogni giorno. Uno slogan come<br />
quello è troppo tenero. Quasi comprensivo.<br />
Come dire “tu fai pure, sei un birbante e dovresti<br />
stare più attento; ma con noi sei ben assicurato”.<br />
Almeno a me pare così. Le parole hanno una<br />
grande importanza, e di fronte ad un problema<br />
così vasto da diventare una vera e propria piaga<br />
sociale mi pare che sia ancora più importante<br />
dire le parole giuste. Sono un fissato o siete d’accordo<br />
con me? E allora, chiediamo alla compagnia<br />
in questione di cambiare lo slogan finale con<br />
una comunicazione più corretta?<br />
nota della redazione:<br />
Come Nico, anche gli altri della redazione di<br />
<strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> si spostano a Milano con le due ruote<br />
(moto, bici o scooter che sia). E siamo tutti testimoni<br />
del dilagante - e pericolosissimo - malcostume<br />
di molti automobilisti. Per questo vi<br />
mostriamo nuovamente il video realizzato dal<br />
governo inglese. Può urtare la sensibil<strong>it</strong>à dei lettori,<br />
ma vi inv<strong>it</strong>iamo ugualmente a guardarlo e a<br />
riflettere sulla pericolos<strong>it</strong>à della scr<strong>it</strong>tura degli<br />
SMS (ma anche di e-mail e quant’altro) al volante.<br />
Non usiamo il cellulare alla guida e esortiamo<br />
gli altri a fare lo stesso.<br />
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John Br<strong>it</strong>ten<br />
genio e passione<br />
di Maurizio Tanca | L’ingegnere<br />
neozelandese divenne notissimo<br />
negli anni novanta per aver<br />
realizzato una formidabile<br />
bicilindrica da competizione<br />
tecnologicamente paragonabile<br />
ad una <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> attuale<br />
N<br />
ato a Christchurch, in Nuova Zelanda, il 1° di agosto<br />
del 1950, e purtroppo stroncato a soli 45 anni<br />
da un male incurabile, John Kenton Br<strong>it</strong>ten era<br />
un ingegnere meccanico cresciuto avendo come<br />
riferimenti alcuni suoi connazionali diventati celebri<br />
nel mondo dei motori. Ovvero Richard Pearse,<br />
uno dei pionieri dell’aviazione, Bill Hamilton<br />
(inventore delle barche spinte da motori jet), il<br />
m<strong>it</strong>ico Bruce Mclaren, ottimo pilota e fondatore,<br />
nel 1963, dell’omonimo team di Formula 1, e<br />
il famoso Burt Munro, detentore di parecchi record<br />
di veloc<strong>it</strong>à con la sua Indian, celebrato dal<br />
grande Anthony Hopkins nel film “La Indian più<br />
veloce del mondo” (se non l’avete mai visto, ve<br />
lo consigliamo vivamente). Ma anche Br<strong>it</strong>ten divenne<br />
famosissimo nel suo Paese, e nel mondo<br />
del motociclismo, perché a cavallo tra gli anni 80<br />
e 90 creò dal nulla una moto da competizione<br />
davvero straordinaria, che ovviamente portava il<br />
suo nome: la Br<strong>it</strong>ten V1000, una formidabile bicilindrica<br />
della quale John, prima di morire, riuscì<br />
a costruire 10 esemplari, oltre al prototipo originario.<br />
La Br<strong>it</strong>ten era un moto tecnologicamente<br />
News<br />
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all’avanguardia, costru<strong>it</strong>a utilizzando materiali<br />
pregiati e fibre compos<strong>it</strong>e, in particolare la fibra<br />
di carbonio, con la quale Br<strong>it</strong>ten aveva particolare<br />
dimestichezza. John aveva precedentemente<br />
lavorato attorno alla sua Ducati, modificandola<br />
profondamente, ma senza ottenere i risultati<br />
che un perfezionista come lui esigeva. Dunque<br />
decise di farsi una moto tutta sua - motore incluso,<br />
naturalmente – e nel 1992 fondò la Br<strong>it</strong>ten<br />
<strong>Moto</strong>rcycle Company nella sua officina privata,<br />
dando v<strong>it</strong>a ad un vero e proprio capolavoro. Il<br />
“cuore” della Br<strong>it</strong>ten V1000 era un bicilindrico a<br />
V stretta di 60° da 999,7 cc (98,9x65 mm), raffreddato<br />
a liquido con radiatore sotto la sella e<br />
con distribuzione bialbero in testa a 4 valvole in<br />
t<strong>it</strong>anio (da 40 mm in aspirazione e 33 allo scarico)<br />
per cilindro. Il rapporto di compressione era<br />
52<br />
di 11,3:1, con pistoni a testa piatta spinti da bielle<br />
anch’esse in t<strong>it</strong>anio. L’alimentazione era ad iniezione<br />
elettronica sequenziale con due iniettori<br />
per cilindro, abbinata ad un sistema programmabile<br />
di acquisizione dati. La lubrificazione era<br />
a carter umido, e la trasmissione si avvaleva di<br />
un cambio a 5 o 6 marce, con frizione a secco<br />
antisaltellamento. Le prestazioni del V2 australe<br />
erano già notevolissime ai primi vag<strong>it</strong>i: si parlava<br />
infatti di quasi 160 cv a 12.000 con regime massimo<br />
a 12.500, che nelle ultime evoluzioni, poco<br />
dopo la scomparsa di Br<strong>it</strong>ten, pare siano sal<strong>it</strong>i a<br />
oltre 180, per una veloc<strong>it</strong>à massima vicina ai 305<br />
km/h. Di questo motore venne realizzata anche<br />
una versione da 1100 cc per partecipare a gare<br />
open, e vennero realizzate e provate anche testate<br />
a 5 valvole. Così ci ha raccontato Roberto<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
Crepaldi, cont<strong>it</strong>olare della milanese CR&S – si,<br />
quella che costruisce le Vùn e Dùu – che in quegli<br />
anni faceva correre le Br<strong>it</strong>ten in livrea giallo-nera<br />
CR&S che ovviamente possiede tutt’oggi. Come<br />
sulle Ducati Desmosedici pre-2011 e Panigale, il<br />
motore era totalmente portante, quindi non esisteva<br />
telaio, sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una serie di strutture<br />
di supporto realizzate in fibra di carbonio, al pari<br />
delle alle ruote (da 3,50 e 6,00x17”), al forcellone<br />
e alla stessa forcella. Quest’ultima era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a<br />
da una struttura rigida tipo Hossack, che faceva<br />
lavorare un ammortizzatore centrale Öhlins sistemato<br />
appena dietro ad essa. Poco più in basso,<br />
davanti al motore, troviamo il secondo Öhlins<br />
chiamato a governare la sospensione posteriore<br />
tram<strong>it</strong>e un complesso sistema di progressione.<br />
I freni erano Brembo, da 320 mm davanti e 210<br />
dietro. La ciclistica naturalmente era regolabile,<br />
in particolare per quanto riguarda inclinazione<br />
del cannotto di sterzo ed avancorsa, con interasse<br />
piuttosto “agile”: 1.420 mm. La poderosa<br />
Br<strong>it</strong>ten V1000 aveva un serbatoio da 24 l<strong>it</strong>ri, e<br />
pesava soltanto 138 kg! Sta di fatto che la neonata<br />
V1000 al suo esordio avrebbe probabilmente<br />
battuto la Ducati 888 di Doug Polen alla<br />
200 miglia di Daytona del 1991, se non gli si<br />
fosse rotta la batteria mentre era al comando.<br />
Sicché Br<strong>it</strong>ten si consolò conquistando il secondo<br />
e terzo posto, sempre a Daytona, nella<br />
gara della Battle of the Twins. L’anno seguente<br />
la V1000 vinse la Bott di Assen e arrivò seconda<br />
alla Pro Twins di Laguna Seca, e nel 1993 lasciò<br />
di stucco tutti spiccando la più elevata veloc<strong>it</strong>à di<br />
punta al TT, oltre ad aggiudicarsi vari record di<br />
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
accelerazione da fermo nella categoria fino a<br />
1000 di cilindrata: 134,617 km/h in usc<strong>it</strong>a dai<br />
400 metri con partenza da fermo, 186,245 km/h<br />
all’usc<strong>it</strong>a del chilometro e 213,512 km/h all’usc<strong>it</strong>a<br />
del miglio (1.609 metri). Nel 1994 arrivò<br />
la v<strong>it</strong>toria alla Bott di Daytona, cui seguirono il<br />
primo e secondo posto assoluti nel Campionato<br />
SBK neozelandese. Era un vero animale da gara,<br />
la creature del geniaccio di Christchurch, che<br />
personalmente ho avuto il piacere di conoscere<br />
a Monza un bel po’ di anni fa. E naturalmente<br />
conservo con orgoglio anche la m<strong>it</strong>ica t-shirt ufficiale<br />
che acquistai dallo stesso Br<strong>it</strong>ten (la stessa<br />
che aveva regalato a Joey Dunlop quando provò<br />
la sua moto al TT). Ed ero davvero emozionato<br />
quando John avviò la sua creatura dal rombo di<br />
tuono sistemata su due rulli mossi dalle ruote del<br />
suo furgone. Era un vero spettacolo osservare,<br />
e ascoltare, il pilota Andrew Stroud che fiondava<br />
la V1000 fuori dalla seconda curva di Lesmo<br />
e dall’Ascari con un’accelerazione fulminante,<br />
lasciando di stucco parecchie altre conclamate<br />
superbike. Ed è triste ricordare, come ci ha<br />
raccontato lo stesso Crepaldi, che la Br<strong>it</strong>ten nel<br />
1995 si aggiudicò autorevolmente il campionato<br />
australiano BEARS (Br<strong>it</strong>ish, European, American<br />
Racing and Supporters) pochi giorni prima che il<br />
suo creatore se ne andasse.<br />
News<br />
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rok Bagoros (stunt kTM)<br />
un fenomeno in cresc<strong>it</strong>a<br />
La popolar<strong>it</strong>à del giovane stunt di casa KTM, Rok Bagoros, è cresciuta<br />
molto negli ultimi mesi e grazie al “Rok on tour”, che lo ha visto esibirsi<br />
in ben nove paesi e tre continenti, i suoi spettacolari trick hanno fatto il<br />
giro del mondo<br />
I<br />
l 2012 è stato un anno davvero straordinaria<br />
per Rok Bagoros, stuntrider ufficiale di<br />
KTM con le nuove Duke 125/200 e 690.<br />
La sua fama, come stunt, è cresciuta molto<br />
negli ultimi mesi grazie anche al “Rok on tour”,<br />
che lo ha visto esibirsi in Messico, Ecuador, Cile,<br />
Guatemala, Perù, Slovenia, Germania e infine<br />
in Italia. Dieci settimane, nove paesi e tre continenti.<br />
Durate il tour, Bagoros, ha avuto modo di<br />
incontrare i suoi fan in tutto il mondo rendendosi<br />
conto personalmente di come la sua popolar<strong>it</strong>à<br />
sia aumentata in breve tempo. “Vedere tutta la<br />
gente che urla il mio nome - ha dichiarato Rok<br />
Bagoros - che mi chiede autografi e che vuole<br />
farsi fotografare insieme a me, mi ha dato una<br />
spinta incredibile e una grande motivazione in<br />
56<br />
più a continuare ad allenarmi e cercare di migliorarmi<br />
sempre. A volte mi alleno anche fino a tarda<br />
notte per cercare di affinare le mie tecniche di<br />
stunt-riding, con qualsiasi condizioni climatiche,<br />
caldo, freddo o neve.Il mio obiettivo è quello di<br />
riuscire a diventare il miglior pilota di stunt-riding<br />
al mondo. A volte mi sembra di vivere in un sogno,<br />
ma mi rendo sub<strong>it</strong>o conto che tutto questo<br />
è vero. Voglio riuscire a trasmettere al pubblico<br />
che mi segue le stesse sensazioni che si possono<br />
provare ad un concerto rock, facendoli assistere<br />
ad uno spettacolo acrobatico pieno di adrenalina<br />
e di emozioni uniche”. Nel video possiamo ammirare<br />
alcuni dei suoi trick, a bordo della KTM Duke<br />
200, per le strade del South America durante il<br />
“Rok on tour”.<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
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i racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />
“a volte r<strong>it</strong>ornano”<br />
di Antonio Priv<strong>it</strong>era | Buongiorno Giacomo, sarò breve<br />
perché questi obsoleti telefoni non permettono di scrivere<br />
più di 10000 caratteri, quindi cerca di capirmi al volo...<br />
B<br />
uongiorno Giacomo,<br />
sarò breve perché questi obsoleti<br />
telefoni non permettono di scrivere<br />
più di 10000 caratteri, quindi cerca<br />
di capirmi al volo.<br />
Oggi ho fatto una rapida incursione in incogn<strong>it</strong>o<br />
in quella che era la nostra casa; mescolando la<br />
polvere tra le vecchie fotografie ho trovato quella<br />
dove sono seduto sopra il serbatoio della motocicletta<br />
di mio nonno in un mattino di primavera:<br />
lui mi tiene per il fianco col mio zaino di scuola<br />
appeso ad un braccio e sorride. Mi si è gelato il<br />
sangue. Dovevo aspettarmelo, qualcuno sta salendo<br />
le scale che portano fino a qui gridando il<br />
mio nome.<br />
Da quando le fotografie non vengono più stampate<br />
ma “condivise” attraverso software installati<br />
sui Central Processing Spot che oramai tutti<br />
si fanno facilmente innestare dietro l’orecchio<br />
destro, io non ci capisco più niente.<br />
Condividere è diventata per molti un’esigenza<br />
irrinunciabile, chissà poi perché: insulse opinioni,<br />
immagini insignificanti, stati d’animo privati e<br />
intimi, vengono condivisi sulla Body Communication<br />
Web o semplicemente pubblicati sul Public<br />
Dashboard e qualsiasi utente della rete può<br />
visualizzarli sul proprio cristallino.<br />
Connessi 24 ore su 24, alimentando una gigantesca<br />
discarica di emozioni, commenti, ricordi<br />
che vengono trasfer<strong>it</strong>i in un nanosecondo da un<br />
utente all’altro di questa rete composta da umani<br />
sempre più affamati di informazioni, di vetrina<br />
di sé e degli altri. Non per entrare in particolari<br />
truci, però mi sono chiesto che fine fanno tutte le<br />
informazioni caricate sulla rete quando un utente<br />
muore, chi le custodisce, chi se ne appropria.<br />
Di chi diventano le fotografie delle vacanze su<br />
Marte o del primo viaggio al centro della Terra,<br />
chi custodirà l’emozione della prima connessione<br />
al Body Communication Web dell’utente tecnicamente<br />
“disconnesso causa decesso”?<br />
Alcuni amici mi hanno parlato di un losco giro<br />
di CPS asportati da cadaveri con la complic<strong>it</strong>à<br />
di medici compiacenti ma anche di persone che<br />
vendono il proprio CPS dopo aver rubato ad altri<br />
emozioni, memorie, dati. Installarsi un CPS altrui<br />
appropriandosi di un pezzo consistente di v<strong>it</strong>a di<br />
qualcun altro però, stranamente, non è reato. Io<br />
non ci capisco più niente.<br />
Non ho mai ceduto alle lusinghe della rete, r<strong>it</strong>engo<br />
inaccettabile rinunciare alla sovran<strong>it</strong>à esclusiva<br />
sui miei ricordi e sulle mie emozioni; mi tengo<br />
stretta l’opportun<strong>it</strong>à di celare una rilevante<br />
quota di me alla molt<strong>it</strong>udine di persone pronte a<br />
nutrirsi avidamente della v<strong>it</strong>a e della storia degli<br />
altri e così sono rimasto fedele a questo telefono<br />
cellulare 9G dal quale ti scrivo: spero che manchi<br />
ancora tanto al momento in cui anche l’ultima<br />
comunicazione verbale tra due individui lontani<br />
diventerà un ricordo. Fatico ad accettare che ormai<br />
le persone non parlino più se non a portata<br />
di voce e che il pensiero diventi elettronicamente<br />
comunicazione trasmessa tra due o più individui:<br />
non mi fido, temo che il mio pensiero possa<br />
News<br />
essere modificato o intercettato nel passaggio<br />
tra la mia mente e quella del mio interlocutore.<br />
Come sai, per tutte queste mie riflessioni e a causa<br />
della mia riluttanza a subire il controllo delle<br />
compagnie di telecomunicazioni, da quarant’anni<br />
sono etichettato come un pericoloso dissidente<br />
e costretto alla macchia. Hanno pesato non<br />
poco pure i dubbi che mi sono venuti dai racconti<br />
di quei brevi attimi in cui se chiudi gli occhi senti<br />
come se dal CPS giungano voci che ti spingono<br />
ad azioni illogiche come comprare un’automobile<br />
anche se ne hai già due o ti fanno sentire l’esigenza<br />
di uno shampoo nonostante la calvizie.<br />
E’ un mondo avido quello in cui viviamo, troppe<br />
informazioni. Troppa gente che non si fa i fatti<br />
propri con la scusa del “condividere”: share.<br />
Devo confessarti alcune cose, Giacomo:anche<br />
io sono caduto in questa trappola. Non sono migliore<br />
di altri, né peggiore. Poche ore fa, prima<br />
di venire qui in questa vecchia casa a frugare<br />
tra le fotografie, ero appostato dietro una siepe<br />
elettronica, una di quelle finte usate come speed<br />
check: gli automobilisti vi trans<strong>it</strong>ano di fronte e<br />
a seconda di come e quanto il vento causato dal<br />
loro passaggio muove le fronde della finta siepe,<br />
il Sistema Unico capisce se sono oltre il lim<strong>it</strong>e<br />
di veloc<strong>it</strong>à, provvede ad identificare l’utente e a<br />
prelevare dal suo conto corrente l’importo della<br />
eventuale multa: sempre meglio dei vecchi Laserstop<br />
che ti freddavano sciogliendoti la macchina,<br />
o la moto, sotto il sedere.<br />
Comunque, ero lì. Attendevo che un amico, non<br />
faccio nomi ma è il mio contatto con il mondo cosiddetto<br />
civile, mi portasse del cibo e dei vest<strong>it</strong>i<br />
pesanti in vista dell’inverno, poi sarei tornato a<br />
nascondermi e a organizzare la resistenza al Sistema<br />
Unico.<br />
Dell’amico manco l’ombra, in compenso arriva<br />
un motociclista bardato come un guerriero greco,<br />
impavido, fiero. La sorpresa mi coglie impreparato<br />
quando il centauro mi vede da dietro la<br />
visiera scura senza fare una<br />
piega.<br />
Dammi una mano, da quanto tempo è che sono<br />
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state vietate le moto? Da almeno mezzo secolo<br />
dichiarate “incontrollabili ordigni guidati da irresponsabili”<br />
e messe fuorilegge, vero? Però che<br />
meraviglia vederne una in movimento.<br />
Il motociclista ferma la moto avvicinandosi a piedi<br />
con un arnese in mano, una specie di roncola,<br />
ma non appena i sensori della siepe avvertono<br />
l’imminente probabile manomissione, parte la<br />
violentissima scarica elettrica del dispos<strong>it</strong>ivo<br />
anti effrazione che stende lo sventurato. Istintivamente<br />
mi avvicino a quel corpo fumante per<br />
soccorrerlo: solo svenuto, il polso è debole ma<br />
c’è. Forse fa parte pure lui della resistenza, forse<br />
stiamo dalla stessa parte e sarebbe mio preciso<br />
dovere morale aiutarlo.<br />
Alla mia sinistra, la motocicletta.<br />
Vengo colto da un raptus di lucida follia, voglio<br />
le sue emozioni: senza slacciarlo, scosto la parte<br />
posteriore del casco allo svenuto fuorilegge,<br />
strappo via il suo CPS e me lo colloco sanguinante<br />
proprio dietro l’orecchio destro: spingo, innesto,<br />
non senza soffrire connetto il mio corpo, ma<br />
devo sbrigarmi, collegato alla rete lascerò in giro<br />
dati che potrebbero essere tracciati.<br />
Eccole. Le emozioni del motociclista mi invadono,<br />
frugo nella sua memoria alla ricerca dei ricordi<br />
più forti e trovo scariche di adrenalina, lente<br />
passeggiate al suono di un ciof-ciof, ascese a vette<br />
lontane che io non ho mai visto, notti accanto<br />
la motocicletta a imprecare per farla ripartire,<br />
sorrisi di amici. Sento anche tanto spazio nella<br />
sua mente, più pronta ad accettare il mondo di<br />
quanto non sia la mia che non ha mai assaporato<br />
il piacere di muoversi in disequilibrio stabile.<br />
Continuo: senza il minimo senso di colpa, finalmente<br />
trovo il senso di estrema ecc<strong>it</strong>azione<br />
nell’avere di fronte la prima motocicletta: emozioni<br />
di contrabbando ma fortissime come violento<br />
è il piacere fisico alla prima manata di gas<br />
pieno e alla prima impennata di potenza. Avverto<br />
prima lo stupore nello scoprire di poter fare strada<br />
così velocemente e in totale indipendenza,<br />
poi il senso di controllo che riduce tutto il resto<br />
ad un corollario della legge dell’attr<strong>it</strong>o volvente.<br />
Esplode come un orgasmo la scoperta della obliqua<br />
veloc<strong>it</strong>à in curva senza la quale, capisco solo<br />
adesso, non esisterebbero i pensieri d’amore<br />
sincero verso i propri simili.<br />
So di avere commesso un gesto immorale ma<br />
ne è valsa la pena. Nella memoria di questo motociclista<br />
trovo un non so che di deja vu: la sua<br />
moto mi sembra proprio quella del nonno, assolutamente<br />
identica anche nei graffi! Forse un invisibile<br />
destino a due ruote ha un<strong>it</strong>o i miei ricordi<br />
con i suoi, ha fuso le emozioni (roba tipicamente<br />
mentale) con le sensazioni (elementi puramente<br />
fisici) e le esperienze del motociclista esanime<br />
sono passate al filtro del mio desiderio di rivivere<br />
l’esperienza di stare a cavallo della moto del<br />
nonno.<br />
Ho una felice inquietudine. Penso che solo con<br />
una moto avrei potuto dare un corpo così reale<br />
ai miei desideri. Forse è proprio per questo che<br />
le hanno vietate, perché probabilmente stare in<br />
moto rende facile fare pensieri pos<strong>it</strong>ivi e spinge<br />
oltre, nutrendo il senso cr<strong>it</strong>ico e rendendoti incontrollabile.<br />
Del resto non si diventa motociclisti<br />
per ed<strong>it</strong>to, si sceglie di esserlo: tutto il contrario<br />
dell’automobile il cui acquisto viene praticamente<br />
imposto dal Sistema Unico.<br />
Ad ogni modo, il dubbio sulla ident<strong>it</strong>à delle due<br />
moto mi ha travolto e, dopo avere reinstallato il<br />
CPS dietro l’orecchio del leg<strong>it</strong>timo proprietario<br />
ancora incosciente, sono venuto qui in soff<strong>it</strong>ta<br />
per cercare le fotografie del nonno custod<strong>it</strong>e accanto<br />
alle sue ceneri: in effetti la moto è proprio<br />
quella! Ho simpaticamente creduto che fosse<br />
tornata! Quando quarant’anni fa sono stato costretto<br />
a nascondermi quella motocicletta era rimasta<br />
a tua madre, che ti aveva appena partor<strong>it</strong>o.<br />
Ne avevo perso le tracce molto a malincuore,<br />
poiché era l’ultima reliquia della mia giovinezza<br />
ered<strong>it</strong>ata a fatica prima da mio padre, poi da me.<br />
Nulla accade per caso: il motociclista folgorato<br />
mi ha raggiunto e sta salendo le scale che portano<br />
qui in soff<strong>it</strong>ta, credo abbastanza imbufal<strong>it</strong>o<br />
e non perché io gli abbia rubato i ricordi connettendomi<br />
al suo CPS, no. E’ che non mi ha ancora<br />
perdonato il tradimento di quarant’anni fa che<br />
ha causato la rottura del nostro matrimonio: da<br />
allora ero riusc<strong>it</strong>o a non farmi mai trovare e non<br />
avevo più rivisto tua madre. So che si è rifatta<br />
una v<strong>it</strong>a giurando però di farmela pagare comunque:<br />
è fatta così.<br />
Qualcosa non torna, Giacomo: come ha fatto tua<br />
mamma a rimettere in circolazione una moto<br />
illegale, vecchia e imparare ad andarci mentre<br />
quando stavamo insieme lei trovava enormi difficoltà<br />
pure nel premere il tasto “on” del suo CPS?<br />
Come ha fatto a scovarmi dietro una siepe elettronica?<br />
Mannaggia alla condivisione.<br />
Sento a pochi passi da me la roncola fendere<br />
l’aria assieme al respiro di tua madre che nonostante<br />
la vecchiaia manifesta un’incredibile caparbia<br />
v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à.<br />
E ora che si avvicina la resa dei conti sento il bisogno<br />
di dirti una cosa, Giacomo: prima di tradire<br />
tua moglie ricorda che le donne, tutte le donne,<br />
sono piuttosto permalose. Pensaci.<br />
News<br />
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Ducati<br />
Desmosedici<br />
GP13 svelata<br />
al Wrooom<br />
e’ stata presentata al Wrooom 2013 di<br />
Madonna di campiglio la ducati su cui<br />
Hayden e dovizioso correranno il prossimo<br />
campionato <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>, la GP13<br />
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E<br />
’ stata presentata al Wrooom 2013 di<br />
Madonna di Campiglio la Ducati Desmosedici<br />
GP13 su cui Hayden e Dovizioso<br />
correranno il prossimo campionato<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>.<br />
ducati desmosedici GP13 dati Tecnici<br />
<strong>Moto</strong>re: 4 tempi, V4 a 90°, raffreddato a liquido,<br />
distribuzione desmodromica con doppio albero<br />
a camme in testa, 4 valvole per cilindro<br />
cilindrata: 1.000cc<br />
Potenza massima: Oltre 235 cv<br />
Veloc<strong>it</strong>à massima: Oltre 330km/h<br />
Trasmissione: Ducati Seamless Transmission<br />
(DST). Trasmissione finale a catena.<br />
alimentazione: Iniezione elettronica indiretta<br />
Magneti Marelli, 4 corpi farfallati con iniettori<br />
sopra farfalla. Farfalle controllate dal nuovo sistema<br />
EVO 2 TCF (Throttle Control & Feedback).<br />
carburante: Shell Racing V-Power<br />
Lubrificante: Shell Advance Ultra 4<br />
accensione: Magneti Marelli<br />
Scarico: Termignoni<br />
Trasmissione finale: Catena D.I.D<br />
Telaio: Alluminio<br />
Sospensioni: Forcella Öhlins 48mm upsidedown<br />
ed ammortizzatore posteriore Öhlins, con<br />
regolazione di precarico, e nuovo sistema freno<br />
idraulico in compressione ed estensione.<br />
Pneumatici: Bridgestone, anteriore e posteriore<br />
16.5”<br />
Impianto frenante: Brembo, doppio disco anteriore<br />
in carbonio da 320mm con pinze a 4 pistoncini.<br />
Disco posteriore singolo in acciaio con pinza<br />
a due pistoncini.<br />
Peso a secco: 160kg<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
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2013 ducati Team<br />
Bernhard Gobmeier Direttore Generale Ducati<br />
Corse<br />
Paolo Ciabatti Direttore Progetto <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
V<strong>it</strong>toriano Guareschi Team Manager<br />
Fabiano Sterlacchini Coordinatore Tecnico Pista<br />
Francesco Rapisarda Direttore Comunicazione<br />
Ducati <strong>Moto</strong>r Holding<br />
Julian Thomas Responsabile Ufficio Stampa <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
Chris Jonnum Ufficio Stampa <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
Paola Braiato Responsabile Amministrazione,<br />
Logistica & Hosp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>y<br />
Mauro Grassilli Gestione Sponsor<br />
Amadeo Costa Team Coordinator<br />
66<br />
Silvio Sangalli Crew Coordinator<br />
Davide Baraldini Magazziniere e Ricambi<br />
Alfredo Dente Fisioterapista Team<br />
nicky Hayden Team<br />
Juan Martínez Capo Tecnico<br />
Roberto Bonazzi Ingegnere di pista<br />
José Manuel Cazeaux Ingegnere elettronico<br />
Davide Manfredi Capo Meccanico<br />
andrea dovizioso Team<br />
Christian Pupulin Capo Tecnico<br />
Alberto Giribuola Ingegnere di pista<br />
Gabriele Conti Ingegnere elettronico<br />
Michele Perugini Capo Meccanico<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
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Wrooom 2013. Dovizioso<br />
“ci vuole pazienza, ma arriveremo”<br />
di Giovanni Zamagni | La Ducati mi ha conquistato con i<br />
suoi programmi. Bisognerà produrre meno materiale, ma di<br />
migliore qual<strong>it</strong>à. Ci vorrà metodo e tranquill<strong>it</strong>à<br />
G<br />
abriele Del Torchio,amministratore<br />
delegato di<br />
Ducati Holding, ad<br />
aprire ufficialmente l’edizione<br />
2013 di Wroom, il tradizionale<br />
appuntamento che riunisce<br />
sulle nevi di Madonna di Campiglio<br />
gli uomini della Ducati<br />
e della Ferrari. Del Torchio, (a<br />
breve la conferenza stampa integrale),<br />
conferma che il 2012 è<br />
stato un anno da primato per le<br />
vend<strong>it</strong>e, il migliore della storia<br />
della Casa di Borgo Panigale,<br />
ma defic<strong>it</strong>ario dal punto di vista<br />
sportivo. Per questo, spiega il<br />
manager <strong>it</strong>aliano, si è arrivati<br />
a grandi cambiamenti, con<br />
la sost<strong>it</strong>uzione dell’ingegnere<br />
Filippo Preziosi con Bernhard<br />
Gobmeier, nuovo direttore generale<br />
di Ducati Corse (Gobmeier<br />
parlerà domani). Ma la principale<br />
attesa, naturalmente, è<br />
per Andrea Dovizioso, scelto<br />
per il dopo Valentino Rossi: il<br />
Dovi, purtroppo, ha potuto provare<br />
pochissimo la Desmosedici,<br />
ma nella conferenza stampa<br />
ha confermato di essere un<br />
pilota intelligente, metodico,<br />
riflessivo, ambizioso, ma anche<br />
realista. Insomma, la prima impressione<br />
è certamente pos<strong>it</strong>iva.<br />
Ecco la trascrizione integrale<br />
della conferenza stampa.<br />
Sei stato costretto a saltare i<br />
test di Jerez, ma hai effettuato<br />
quelli a Valencia; la ducati<br />
è una moto così difficile come<br />
si dice?<br />
«Purtroppo anche a Valencia<br />
ho potuto fare pochi giri in un’ora<br />
e mezza in condizioni non<br />
ideali. Posso quindi dire poco,<br />
se non che il primo feeling è<br />
stato più pos<strong>it</strong>ivo delle aspettative:<br />
per quanto si diceva della<br />
Ducati, mi aspettavo una moto<br />
totalmente ingestibile. Il primo<br />
approccio non è stato così negativo,<br />
ma per emettere in giudizio<br />
bisogna aspettare quando<br />
si girerà più forte e i primi andranno<br />
più veloce. Purtroppo<br />
non ho potuto provare a Jerez,<br />
ma sono in programma 6 giorni<br />
(5-6-7 e 26-27-28 febbraio,<br />
NDA) in Malesia: c’è il tempo<br />
per capire questa Ducati».<br />
Quali sono gli obiettivi per<br />
questa stagione?<br />
«Molto semplici. Tutti conosciamo<br />
qual è la s<strong>it</strong>uazione attuale,<br />
sono molto determinato<br />
a lavorare: sappiamo benissimo<br />
che dobbiamo ridurre la<br />
differenza che c’è con Honda e<br />
Yamaha.<br />
E’ una sfida difficile, ma ci sono<br />
le potenzial<strong>it</strong>à per fare bene,<br />
tenendo ben in mente che si<br />
tratta di un progetto a lungo<br />
termine di due anni: per questo<br />
non bisogna pensare alla prima<br />
gara o di ottenere già risultati<br />
alla terza o alla quarta… In Malesia,<br />
naturalmente, inizieremo<br />
a lavorare duro, ma è solo in<br />
gara, quando ti confronti direttamente<br />
con gli altri, che<br />
capisci meglio quello che stai<br />
facendo.<br />
Sono molto determinato, ma<br />
anche tranquillo e conscio di<br />
dover rimanere con i piedi ben<br />
piantati per terra».<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
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Il tuo sogno era diventare pilota<br />
ufficiale yamaha; come e<br />
quando la ducati è riusc<strong>it</strong>a a<br />
conquistarti?<br />
«La Ducati mi ha conquistato<br />
nei primi incontri con Filippo<br />
Preziosi, che mi ha messo al<br />
corrente dei progetti futuri.<br />
Con l’arrivo dell’Audi c’è<br />
alle spalle un budget e una<br />
tecnologia importante per poter<br />
fare bene: sia Preziosi sia<br />
Del Torchio mi hanno spiegato<br />
i programmi, che mi sono sembrati<br />
interessanti. E, per certi<br />
versi, si può dire che ci trovavamo<br />
nella stessa s<strong>it</strong>uazione.<br />
Tutti sanno che per vincere<br />
un mondiale ci vuole un team<br />
ufficiale: se lavoreremo bene,<br />
si potrà anche lottare. Ma nessuno,<br />
né i tecnici né i piloti, ha<br />
la bacchetta magica: ci vuole<br />
tempo e metodo».<br />
Ma quanto tempo ti dai?<br />
«Il mio contratto è di due<br />
anni: spero possa bastare.<br />
La prima stagione sarà particolare,<br />
non dobbiamo avere<br />
particolari obiettivi, anche perché<br />
ci sono pochi test e devi<br />
fare la maggior parte dello sviluppo<br />
durante le gare, quando<br />
capisci più cose, ma hai meno<br />
tempo. Insomma, il primo anno<br />
servirà soprattutto per capire<br />
la direzione del lavoro da seguire,<br />
poi vedremo a che livello<br />
saremo».<br />
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Quali sono le prime impressioni<br />
che hai trasmesso ai tecnici<br />
dopo aver provato la GP12?<br />
Quando eri in Honda e yamaha<br />
ti sei concentrato soprattutto<br />
sul posteriore, mentre il<br />
grosso problema della ducati<br />
sembra essere sull’anteriore:<br />
dovrai cambiare metodo?<br />
«La prima cosa che ho detto ai<br />
tecnici è stato sul rumore del<br />
motore: davvero impressionante,<br />
addir<strong>it</strong>tura destabilizzante,<br />
anche se poi quello che viene<br />
trasmesso alla ruota posteriore<br />
non è altrettanto devastante.<br />
Purtroppo, avendo provato<br />
solo 90 minuti a Valencia non<br />
si può dire molto di più, quindi<br />
bisogna aspettare i prossimi<br />
test. Per quanto riguarda il mio<br />
lavoro fatto in passato, non era<br />
dovuto al mio stile di guida, ma<br />
al comportamento delle nuove<br />
Bridgestone, che richiedevano<br />
un differente lavoro sul bilanciamento<br />
della moto».<br />
In passato ti sei lamentato<br />
di essere poco considerato<br />
in generale perché poco personaggio;<br />
adesso sost<strong>it</strong>uisci<br />
sulla ducati Valentino rossi,<br />
il personaggio per eccellenza<br />
della <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>: credi cambierà<br />
qualcosa?<br />
«Mi sono lamentato per la considerazione<br />
mediatica, non<br />
certo con chi ha lavorato con<br />
me, con i quali mi sono sempre<br />
trovato bene. Prendere<br />
il posto di Valentino è molto<br />
particolare, ma Ducati e Rossi<br />
non hanno fatto benissimo, i<br />
risultati sono stati inferiori alle<br />
aspettative: sost<strong>it</strong>uirlo oggi non<br />
è come in passato, quando lui<br />
era il re e vinceva tutto».<br />
Sulla carta, come si fa a rendere<br />
compet<strong>it</strong>iva la ducati?<br />
Bisogna renderla più simile a<br />
una moto giapponese o bisogna<br />
continuare per la propria<br />
strada?<br />
«La mia esperienza è che<br />
non bisogna copiare un altro,<br />
Ducati e Rossi non hanno fatto benissimo,<br />
i risultati sono stati inferiori alle aspettative:<br />
sost<strong>it</strong>uirlo oggi non è come in passato,<br />
quando lui era il re e vinceva tutto<br />
perché se lo fai sarai comunque<br />
sempre indietro. Ogni moto ha<br />
la sua filosofia, anche se, naturalmente,<br />
bisogna sempre<br />
studiare gli aspetti pos<strong>it</strong>ivi delle<br />
altre Marche, ma non bisogna<br />
assolutamente copiare. Adesso<br />
la s<strong>it</strong>uazione non è ancora<br />
chiara e solo in Malesia capiremo<br />
meglio cosa bisognerà<br />
cambiare».<br />
Hai detto di essere stato convinto<br />
da Preziosi, ma adesso<br />
lui non c’è più; hai già parlato<br />
con Gobmeier?<br />
«Filippo non è più il responsabile<br />
delle corse, ma rimane in<br />
Ducati e la sua mental<strong>it</strong>à era ed<br />
è quella dell’azienda. Il primo<br />
approccio con Gobmeier è stato<br />
pos<strong>it</strong>ivo: mi è parso determinato<br />
e tranquillo nel trovare<br />
insieme un metodo di lavoro da<br />
seguire. E’ un aspetto fondamentale».<br />
Gobmaier è arrivato a inizio<br />
gennaio, quindi non c’è sicuramente<br />
stato tempo per fare<br />
grandi cambiamenti; si può<br />
dire che inizierete la stagione<br />
con lo stesso materiale con il<br />
quale è stato fin<strong>it</strong>o il 2012?<br />
«Sì. E’ inev<strong>it</strong>abile, quando fai<br />
un cambiamento importante<br />
ci vuole un po’ di tempo. Questo<br />
è il lato negativo, non era<br />
possibile fare diversamente,<br />
ma Ducati ha già iniziato a lavorare<br />
su certi aspetti. Ci vuole<br />
pazienza».<br />
ab<strong>it</strong>i vicinissimo al reparto<br />
corse: conoscendoti, vorrai<br />
andare là tutti i giorni a “rompere<br />
le scatole”…<br />
«Credo sia una s<strong>it</strong>uazione mai<br />
accaduta in passato ed è solo<br />
pos<strong>it</strong>iva. Nella nostra s<strong>it</strong>uazione,<br />
il lavoro più importante<br />
si farà ai GP, ma è fondamentale<br />
avere la possibil<strong>it</strong>à di<br />
riprendere certi concetti con gli<br />
ingegneri che stanno a casa e<br />
che, sol<strong>it</strong>amente, non vedi mai:<br />
è una grande possibil<strong>it</strong>à».<br />
cosa pensi di nicky Hayden?<br />
collaborerete?<br />
«Nicky è un pilota molto corretto<br />
e tranquillo: sono molto<br />
contento di averlo come compagno<br />
di squadra. Sono il primo<br />
a voler collaborare e mi ha già<br />
detto le sue idee. Naturalmente<br />
dobbiamo ancora conoscerci<br />
meglio, ma posso già dire che<br />
è una bravissima persona: non<br />
ce ne sono tante nel paddock».<br />
nel 2013 non ci sarà più Stoner:<br />
cosa cambia per la <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>?<br />
«Cambia tanto. Per me che<br />
sono appassionato di moto,<br />
vedere guidare Casey era uno<br />
spettacolo assoluto: personalmente,<br />
mi mancherà quello<br />
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che faceva e come lo faceva.<br />
Sicuramente è meglio per tutti<br />
che lui abbia smesso di correre,<br />
perché era un avversario difficilissimo<br />
da battere. Per certi<br />
versi, Stoner ha cambiato la<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>, l’approccio alle prove,<br />
le linee in pista. E’ sempre stato<br />
un punto di riferimento, gli bastava<br />
un giro per andare forte.<br />
Mi ricordo che quando io facevo<br />
la 250, Rossi dominava la<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong> e ci si stupiva che nei<br />
test dopo gara, dopo solo quattro<br />
giri, Valentino arrivasse già<br />
al primato della pista. Stoner lo<br />
faceva in un solo giro: impressionante!<br />
Ha fatto capire che<br />
si possono fare certe cose e, a<br />
modo suo, è sempre stato molto<br />
incisivo in tutto quello che faceva:<br />
mancherà alla <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>».<br />
Uno dei grandi lim<strong>it</strong>i dell’accoppiata<br />
rossi-ducati è stata<br />
quella di sviluppare la moto in<br />
corsa; non è un errore pensare<br />
di fare lo stesso? credi che<br />
ducati farà per te tutto quello<br />
che ha fatto per Valentino?<br />
«E’ inev<strong>it</strong>abile lavorare durante<br />
i GP, perché, per regolamento,<br />
non ci sono tante possibil<strong>it</strong>à di<br />
farlo durante la stagione: non<br />
so se è il metodo migliore, ma<br />
bisogna fare così. Per quanto<br />
riguarda il materiale che Ducati<br />
produrrà, spero in una minore<br />
quant<strong>it</strong>à, ma in una qual<strong>it</strong>à<br />
migliore… Provare troppo materiale<br />
potrebbe essere controproducente,<br />
perché non c’è<br />
tempo per valutare tutto con<br />
attenzione. Per me è diverso,<br />
perché con Rossi c’erano tante<br />
aspettative, che, sicuramente,<br />
non ci sono per la coppia Ducati/Dovizioso».<br />
Secondo te bisogna andare<br />
avanti con il telaio perimetrale<br />
in alluminio o si può tornare<br />
al motore portante?<br />
«Non so cosa dire. In ogni caso,<br />
non ho nessuna preclusione».<br />
Perché a Jerez non hai provato?<br />
«Solo dopo quei test ho scoperto<br />
di avere una micro ernia, ma<br />
già durante il Rally di Monza,<br />
avevo avuto qualche problema<br />
al collo, ma non avendo esperienza<br />
automobilistica, pensavo<br />
fosse determinato dalle<br />
sollec<strong>it</strong>azioni della macchina.<br />
A Jerez mi sentivo bene, ma<br />
alla prima staccata in fondo al<br />
rettilineo mi sono bloccato e<br />
non c’è stato nulla da fare, nonostante<br />
abbiamo provato ogni<br />
tipo di intervento e di medicinale.<br />
Poi, quando sono tornato in<br />
Italia, sono andato a correre a<br />
Latina, perché era importante<br />
farlo per Simoncelli e, sopratuttto,<br />
perché la posizione in<br />
sella a una SM e molto differente<br />
a quella di una <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. Durante<br />
questo periodo ho fatto<br />
tutti i trattamenti del caso, con<br />
anche punture di ossigeno: la<br />
s<strong>it</strong>uazione è migliorata, ma non<br />
è ancora perfettamente a posto.<br />
Ci vuole tempo, ma riesco<br />
a fare motocross e non dovrei<br />
avere nessun problema per la<br />
Malesia».<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
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Wrooom 2013. Hayden<br />
“Sto benissimo in Ducati”<br />
di Giovanni Zamagni | “Ero sempre d’accordo con Rossi,<br />
la sua presenza ha accelerato lo sviluppo. Adesso che lui è in<br />
Yamaha ascolteranno di più me. E la Ducati vuole batterlo...”<br />
E<br />
’ al suo quinto anno<br />
con la Ducati e dopo<br />
essere stato compagno<br />
di squadra di<br />
Casey Stoner, poi di Valentino<br />
Rossi, adesso, Nicky Hayden si<br />
r<strong>it</strong>rova al fianco di Andrea Dovizioso.<br />
Come sempre, anche<br />
se non ufficialmente, sarà la<br />
seconda guida, ma, come sempre,<br />
Nicky non se ne preoccupa<br />
più di tanto. E, come sempre, le<br />
sue risposte sono sempre sincere<br />
e interessanti.<br />
cosa ci puoi dire della moto<br />
nuova?<br />
«Per la ver<strong>it</strong>à, non è corretto<br />
parlare di moto nuova… Ci saranno<br />
degli aggiornamenti, ma<br />
abbiamo le idee chiare su cosa<br />
lavorare. Ci vorrà tempo e, purtroppo,<br />
il tempo non è nostro<br />
alleato, specie con la regola che<br />
congela i motori. Ma siamo tutti<br />
molto motivati e i nuovi arrivati<br />
hanno portato stimoli ined<strong>it</strong>i».<br />
come sono andati i test a Valencia<br />
e Jerez?<br />
«A Valencia abbiamo fatto<br />
pochi giri, mentre a Jerez abbiamo<br />
potuto lavorare meglio,<br />
anche se faceva freddo. Abbiamo<br />
fatto delle verifiche sul telaio,<br />
per capire quale direzione<br />
seguire, facendo un passo in<br />
avanti. Quest’anno la Ducati<br />
ha un pilota collaudatore in<br />
più (Michele Pirro che affianca<br />
Franco Battaini, NDA): è sicuramente<br />
importante. Dobbiamo<br />
concentrarci sul motore, ancora<br />
troppo brusco nell’erogazione,<br />
e sulla ciclistica, perché<br />
abbiamo ancora tanti problemi<br />
di consumo delle gomme, ben<br />
sapendo, però, che in <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
è difficile fare grandi cambiamenti:<br />
bisogna fare continui e<br />
piccoli aggiornamenti».<br />
dall’esterno, negli ultimi<br />
due ani, è sembrato che la<br />
ducati lavorasse solo per<br />
accontentare rossi; tu condividevi<br />
le sue richieste?<br />
«E’ chiaro che, visti i risultati,<br />
forse si poteva fare qualcosa<br />
di diverso, ma posso assicurare<br />
che la Ducati ha sempre segu<strong>it</strong>o<br />
sia me sia Rossi. In questi<br />
due anni, la Ducati ha ricevuto<br />
molto cr<strong>it</strong>iche, ma la ver<strong>it</strong>à è<br />
andata anche oltre le sue possibil<strong>it</strong>à,<br />
portando addir<strong>it</strong>tura perfino<br />
troppo materiale. Valentino<br />
ha voluto il telaio in alluminio<br />
e io ero d’accordo con le sue<br />
richieste: con il monogomma, è<br />
una strada praticamente obbligata<br />
da seguire. Insomma, io e<br />
Valentino eravamo in sintonia,<br />
chiedevamo le stesse cose».<br />
conosci la ducati meglio di<br />
tutti; il tuo consiglio è cancellare<br />
quanto stato fatto in passato<br />
o proseguire per quella<br />
strada?<br />
«Non dobbiamo assolutamente<br />
cancellare quanto abbiamo<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
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acquis<strong>it</strong>o negli ultimi anni. Naturalmente,<br />
con l’arrivo di nuove<br />
persone ci sono anche nuove<br />
idee, ma dobbiamo basarci su<br />
quanto fatto in passato. Sicuramente,<br />
con il telaio in alluminio,<br />
il pilota riceve informazioni più<br />
sincere, ma, purtroppo, i problemi<br />
sono rimasti: sappiamo<br />
che dobbiamo lavorare».<br />
rossi non è più al tuo fianco: è<br />
un bene o un male?<br />
«Entrambe le cose. Personalmente<br />
non ho mai avuto nessun<br />
problema con Valentino, né<br />
quando ero alla Honda né negli<br />
ultimi due anni in Ducati, durante<br />
i quali sono anche stato<br />
compet<strong>it</strong>ivo nei suoi confronti.<br />
Adesso che lui ha cambiato<br />
squadra, la Ducati probabilmente<br />
si concentrerà più su di<br />
me, ma, d’altra parte, con lui in<br />
squadra c’erano grandi motivazioni<br />
e quando lui parlava tutti<br />
lo ascoltavano: senza di lui il<br />
telaio in alluminio non sarebbe<br />
arrivato così velocemente.<br />
Purtroppo, i risultati sono stati<br />
inferiori alle aspettative, ma<br />
così sono le corse. Adesso<br />
Rossi è tornato in <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> ed<br />
è sicuramente un bene per la<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. E Ducati lo vuole battere».<br />
cosa pensi di Lorenzo, Pedrosa<br />
e, in particolare, di Marquez?<br />
«Negli ultimi anni gli spagnoli<br />
sono stati grandi protagonisti:<br />
Lorenzo e Pedrosa si “spingono”<br />
a vicenda, alzando continuamente<br />
l’asticella della compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />
Per quanto riguarda<br />
Marquez, credo che ci voglia<br />
solo un po’ di tempo perché<br />
lui diventi compet<strong>it</strong>ivo: ha un<br />
grande talento, è molto coraggioso<br />
e guida un’ottima moto.<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
A Valencia scherzavo con lui,<br />
gli ho detto che per me sarebbe<br />
stato molto meglio se fosse<br />
rimasto qualche altro anno in<br />
<strong>Moto</strong>2…».<br />
dovizioso ha detto che il primo<br />
anno servirà per capire la<br />
moto, ma tu hai il contratto<br />
solo per il 2013…<br />
«Sì, io non posso aspettare<br />
troppo tempo.<br />
Del resto, è il mio quinto anno<br />
con la Ducati, conosco sicuramente<br />
meglio la moto, non<br />
posso aspettare: bisogna sub<strong>it</strong>o<br />
spingere forte».<br />
Io e Valentino eravamo<br />
in sintonia, chiedevamo<br />
le stesse cose<br />
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andrea iannone presenta<br />
la sua Ducati <strong>Moto</strong>Gp 2013<br />
“Dovrò fare apprendistato, ma la mia squadra mi aiuterà”.<br />
Così Andrea annuncia il debutto in sella alla Ducati dello Junior<br />
Team che avrà a disposizione tutti gli aggiornamenti della Casa<br />
madre. Insieme a lui anche il pilota americano Ben Spies<br />
«<br />
Sono onorato di far parte della grande<br />
famiglia Ducati, affronto questa<br />
nuova sfida in <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> con tutto<br />
quello che serve per far bene. E’ chiaro<br />
che mi aspetta un periodo di apprendistato<br />
come tutti i rookies di questa categoria, ma so<br />
che la mia squadra mi aiuterà molto. Ringrazio<br />
tutti i partner di questa avventura a partire dal<br />
t<strong>it</strong>le sponsor Energy T.I. a Pramac Racing». Ben<br />
Spies: “Sono emozionato di far parte della famiglia<br />
Ducati. E’ qualcosa che ho voluto fin dall’inizio<br />
della mia carriera. Il mio team ed io avremo il<br />
nostro bel da fare, e nuovi obiettivi da raggiungere,<br />
ma beneficeremo del supporto dell’azienda e<br />
del nuovo arrivo di Audi. Ducati ha quattro piloti<br />
molto forti con stili di guida diversi che potranno<br />
migliorare la Desmosedici e portarla al top.” Da<br />
Ducati sono giunte garanzie che la squadra ufficiale<br />
e il Team Pramac avranno a disposizione gli<br />
stessi materiali, ovviamente con tempistiche diverse<br />
e la Casa di Borgo Panigale si è detta molto<br />
felice della collaborazione con il team satell<strong>it</strong>e. Il<br />
primo appuntamento è per il Gran Premio del Qatar,<br />
il 7 aprile, prima tappa del <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. Iannone<br />
ha concluso la scorsa stagione in <strong>Moto</strong>2 al terzo<br />
posto, alle spalle di Espargaro e Marquez, collezionando<br />
due primi posti e tre podi conil team<br />
Speedup.<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
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Wrooom 2013. Gobmeier<br />
“evoluzione, non rivoluzione”<br />
di Giovanni Zamagni | Il nuovo direttore di Ducati Corse<br />
spiega le strategie per il 2013: rimarranno la V90°,<br />
la distribuzione desmo e il telaio perimetrale in alluminio.<br />
Più collaudi per il test team e meno per i piloti<br />
C<br />
’ è attesa per il<br />
debutto in rosso<br />
di Bernhard<br />
Gobmeier, il nuovo<br />
direttore del reparto corse<br />
Ducati, l’uomo che sost<strong>it</strong>uisce<br />
un m<strong>it</strong>o come Filippo Preziosi.<br />
Gobmeier, proveniente dalla<br />
BMW SBK, ha la faccia simpatica,<br />
parla chiaro anche se, per<br />
la ver<strong>it</strong>à, non dice granché. Ma<br />
ha idee, sa già dove bisogna intervenire<br />
per provare a ridurre<br />
la differenza – purtroppo grande,<br />
al momento – con Honda<br />
e Yamaha. «Ho assunto questo<br />
incarico da pochi giorni, anche<br />
se già a fine dicembre ero stato<br />
in Ducati. E’ quindi troppo presto<br />
per dire qualcosa su come<br />
cambierà la moto e il reparto<br />
corse. Abbiamo fatto un’analisi<br />
tecnica e organizzativa: al momento<br />
posso dire che useremo<br />
tutti gli ingegneri esistenti nel<br />
reparto corse e affronteremo la<br />
s<strong>it</strong>uazione pensando a una evoluzione,<br />
non a una rivoluzione».<br />
Quali sono le tue prime impressioni<br />
sulla ducati? e’<br />
come te l’aspettavi?<br />
«La prima impressione è stata<br />
molto pos<strong>it</strong>iva: la Ducati appare<br />
e sembra una grande famiglia<br />
amichevole, con persone molto<br />
motivate. L’atmosfera aziendale/familiare<br />
che si respira è<br />
quella di una grande dedizione<br />
al marchio e ai progetti futuri».<br />
Hai parlato di evoluzione e<br />
non di rivoluzione: perché, visti<br />
i risultati passati?<br />
«Cercheremo di mantenere<br />
tutti gli aspetti pos<strong>it</strong>ivi, analizzando<br />
quelli negativi dal punto<br />
di vista tecnico. Odio usare il<br />
termine rivoluzione, perché la<br />
storia insegna che una rivoluzione<br />
distrugge tutto, anche le<br />
cose pos<strong>it</strong>ive».<br />
Sost<strong>it</strong>uisci un m<strong>it</strong>o per ducati<br />
come Filippo Preziosi; non era<br />
possibile utilizzare in qualche<br />
modo la sua esperienza? collaborerà<br />
ancora nelle corse?<br />
«Io personalmente trarrò vantaggio<br />
dell’esperienza di Preziosi:<br />
abbiamo un rapporto<br />
aperto e lui è ancora direttamente<br />
dedicato al successo<br />
dell’azienda e con la sua nuova<br />
posizione garantirà una comunicazione<br />
costante tra prodotto<br />
e sport. Per quanto mi riguarda,<br />
dovrò capire perché sono state<br />
fatte certe scelte, perché certe<br />
cose sono state fatte in quel<br />
modo. Non dimentichiamo che<br />
in azienda ci sono altri ingegneri<br />
di talento che hanno ottime<br />
idee per migliorare la moto e il<br />
modo di stare insieme. Spero<br />
che questo possa velocizzare<br />
il processo di sviluppo e compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />
Per quanto riguarda<br />
le mie idee, non le svelo, ma le<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
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devo esplorare con i miei ingegneri».<br />
Qual è il tuo concetto di moto?<br />
«In realtà, come ha detto ieri<br />
anche Hayden, non esiste un<br />
singolo pezzo che possa essere<br />
cambiato per rivoluzionare una<br />
moto, ma ci sono tanti elementi.<br />
A cominciare dalle gomme, che<br />
influiscono pesantemente sul<br />
comportamento. Poi c’è il team<br />
, la squadra, il morale, la motivazione.<br />
Naturalmente contano<br />
i piloti e io sono molto contento<br />
dei nostri 5 piloti, compreso il<br />
collaudatore Michele Pirro che<br />
farà tre gare come wild card<br />
(Spagna, Italia e Rep.Ceca,<br />
NDA). Incide la componente<br />
tecnica e per ultimo la… fortuna,<br />
che naturalmente non<br />
si può controllare. Dall’analisi<br />
che abbiamo fatto è chiaro che<br />
dobbiamo lavorare su tutti gli<br />
elementi: motore, elettronica,<br />
telaio, aerodinamica. La moto<br />
sicuramente non è perfetta, ma<br />
il potenziale c’è e abbiamo delle<br />
idee per i prossimi mesi».<br />
Ti aspetta un lavoro difficile:<br />
avrai il tempo per farlo? Ieri<br />
dovizioso ha detto che il progetto<br />
è biennale, che nel primo<br />
anno non si aspetta grandi<br />
risultati: sei d’accordo?<br />
«Non completamente. Condivido<br />
l’approccio generale di<br />
Andrea, sicuramente il nostro è<br />
un progetto a lungo termine sia<br />
da parte di Ducati sia di Audi e<br />
le corse sono nel DNA di questa<br />
azienda. Sicuramente, come ha<br />
detto Dovizioso, il 2013 servirà<br />
soprattutto per lo sviluppo<br />
per raggiungere certi risultati e<br />
sono consapevole che per avvicinare<br />
chi è davanti a noi ci vuole<br />
tempo e lavoro. Io sono un ingegnere,<br />
ho lavorato in passato<br />
Dobbiamo<br />
lavorare su tutti<br />
gli elementi:<br />
motore,<br />
elettronica, telaio,<br />
aerodinamica.<br />
La moto<br />
sicuramente non<br />
è perfetta, ma<br />
il potenziale c’è e<br />
abbiamo delle<br />
idee per i<br />
prossimi mesi<br />
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su tanti motori da corsa, anche<br />
sulla parte elettronica».<br />
Vieni dalla BMW SBK: all’inizio<br />
la moto era lontanissima<br />
dalle avversarie, poi, nel 2012,<br />
è diventata molto compet<strong>it</strong>iva;<br />
vedi una s<strong>it</strong>uazione simile<br />
in ducati?<br />
«E’ incredibile come parlando<br />
con gli ingegneri Ducati, vengano<br />
utilizzati gli stessi termini<br />
di quando in BMW abbiamo iniziato<br />
l’avventura in SBK: manca<br />
grip, bisogna migliorare l’erogazione,<br />
ecc. ecc. Quindi sì, è<br />
corretto dire che la s<strong>it</strong>uazione è<br />
per certi versi simile. Ma questa<br />
è una sfida ancora più difficile».<br />
che cosa è mancato con Valentino<br />
rossi?<br />
«Per quello che ho letto, stando<br />
anche alle dichiarazioni di<br />
Valentino, è mancata soprattutto<br />
la comunicazione tra<br />
cosa accade in pista, tra il pilota,<br />
il team e la fabbrica. E’ un<br />
aspetto fondamentale, va migliorato,<br />
dobbiamo lavorare<br />
su questa carenza. Ma tutti in<br />
azienda hanno un approccio<br />
pos<strong>it</strong>ivo, con buone idee per lavorare<br />
meglio insieme».<br />
Vista l’esperienza che hai avuto<br />
con la BMW, credi che audi<br />
possa essere utile alla ducati?<br />
«Audi non ha nessuna esperienza<br />
nelle moto, mentre Ducati ce<br />
l’ha: sotto questo aspetto, quindi,<br />
saremo noi a dover gestire le<br />
sfide sportive. Ma Audi ci aiuterà<br />
dove non abbiamo risorse a<br />
sufficienza, con i laboratori, nella<br />
ricerca scientifica, con il suo<br />
personale: ci sarà sicuramente<br />
uno scambio tecnologico».<br />
Si può dire che inizierete il<br />
2013 con una GP12.1 e non<br />
con una GP13? Quando arriveranno<br />
le prime evoluzioni?<br />
«Sì, partiremo con la base della<br />
GP12: pensiamo che lo sviluppo<br />
di questa moto non abbia<br />
raggiunto il suo reale potenziale,<br />
che dobbiamo ancora esplorare<br />
nella sua completezza. Abbiamo<br />
già delle evoluzioni per<br />
motore, elettronica e telaio, tutte<br />
da verificare: prima vogliamo<br />
provare tutto con il nostro test<br />
team. Poi, se sarà compet<strong>it</strong>ivo,<br />
verrà passato ai piloti ufficiali,<br />
ma non bisogna ripetere gli errori<br />
fatti in passato, quando c’è<br />
stata un po’ di confusione tra<br />
collaudi e gare: l’approccio sarà<br />
diverso».<br />
Si dice che la ducati sia una<br />
moto un po’ selvaggia, che richieda<br />
piloti un po’ “pazzi”, ma<br />
alla fine l’unico che è riusc<strong>it</strong>o<br />
a guidarla è stato Stoner; secondo<br />
il tuo punto di vista la<br />
desmosedici deve diventare<br />
una moto facile o deve mantenere<br />
queste caratteristiche?<br />
«Non sono d’accordo con la<br />
tesi che la moto debba essere<br />
“selvaggia”: nella mia idea deve<br />
essere adatta a tutti e 5 i piloti,<br />
non solo a Stoner. D’altra parte,<br />
però, non faremo certo una<br />
moto super facile, una replica<br />
delle giapponesi, perché la Ducati<br />
deve sempre avere delle<br />
sue caratteristiche, bisogna<br />
rispettare la filosofia. Ma deve<br />
diventare più guidabile, senza<br />
perdere il suo carattere».<br />
oggi, con audi, avete risorse<br />
superiori rispetto al passato;<br />
c’è la possibil<strong>it</strong>à di allestire<br />
un terzo team per sviluppare<br />
una moto rivoluzionaria, magari<br />
senza telaio, come era la<br />
ducati prima e come è oggi la<br />
Panigale?<br />
«In realtà, non abbiamo tutte<br />
queste risorse in più rispetto al<br />
passato e ci sono state ragioni<br />
valide per passare al telaio perimetrale<br />
in alluminio: il contingentamento<br />
dei motori è una di<br />
quelle».<br />
e’ vero che la ducati farà fare<br />
il telaio a Suter?<br />
«C’è un accordo tra Suter e<br />
Ducati: Suter è un forn<strong>it</strong>ore<br />
tecnico, come lo è stato negli<br />
anni scorsi, e continuerà a esserlo<br />
in futuro. Noi, però, non<br />
dobbiamo certo rivelare quali<br />
sono i pezzi realizzati dalla Suter:<br />
è un forn<strong>it</strong>ore esterno così<br />
come lo è, per esempio, per la<br />
Casa (BMW, NDA) con la quale<br />
ho lavorato in passato. Direi che<br />
dietro a questa notizia è stato<br />
creato molto fumo, ma senza<br />
arrosto…».<br />
Qual è la tua visione dei due<br />
campionati <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> e SBK?<br />
«Sono d’accordo con Ezpeleta<br />
quando dice che i due campionati<br />
sono importanti e devono<br />
esistere entrambi. La <strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
deve essere l’apice della tecnologia,<br />
dove si sfidano veramente<br />
i vari costruttori, mentre la<br />
SBK deve essere più vicina alle<br />
moto da strada».<br />
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Bernhard Gobmeier<br />
“2014 ad armi pari con i giapponesi!”<br />
di Giovanni Zamagni | Il neoacquisto della casa di Borgo<br />
Panigale racconta il suo passato, fa il punto sul presente in<br />
Ducati e si sbilancia sulle prospettive future<br />
I<br />
n un’interessante intervista<br />
realizzata per<br />
Griglia di Partenza, il<br />
nostro Giovanni Zamagni<br />
presenta il nuovo Direttore<br />
Generale di Ducati Corse. Che<br />
in una chiacchierata a ruota<br />
libera parla del proprio passato,<br />
valuta con grande realismo<br />
l’attuale s<strong>it</strong>uazione del reparto<br />
corse bolognese ma soprattutto<br />
parla dei piani per le prossime<br />
due stagioni.<br />
Qual è la tua storia?<br />
«Ho studiato ingegneria meccanica<br />
a Monaco di Baviera<br />
poi, fin<strong>it</strong>a l’univers<strong>it</strong>à, ho sub<strong>it</strong>o<br />
cominciato a lavorare da<br />
ingegnere come motorista alla<br />
BMW facendo diversi tipi di test<br />
sia sulle auto di produzione che<br />
quelle da corsa. Poi per quattro<br />
anni ho lavorato per Posche<br />
prima di r<strong>it</strong>ornare nuovamente<br />
alla BMW dove ho ricoperto incarichi<br />
differenti nello sviluppo<br />
delle auto. Nel 2009 sono passato<br />
a BMW <strong>Moto</strong>rrad. Le due<br />
ruote sono sempre state il mio<br />
sogno e la mia passione, tanto<br />
che quando posso mi piace guidare<br />
una moto. Ho fatto parte<br />
88<br />
del gruppo di ingegneri che<br />
hanno sviluppato la ciclistica<br />
della S1000RR e nel 2010 ho<br />
iniziato a occuparmi del progetto<br />
SBK dove sono stato fino<br />
alla fine del 2012, quando sono<br />
stato chiamato dalla Ducati.<br />
Adesso sono veramente orgoglioso<br />
di far parte di questa<br />
famiglia».<br />
cosa pensa un tedesco della<br />
ducati? Per noi <strong>it</strong>aliani è un<br />
m<strong>it</strong>o...<br />
«Per me le Ducati sono sempre<br />
state tra le moto più belle ecc<strong>it</strong>anti<br />
ed emozionanti. Era così<br />
anche quando ho lavorato nelle<br />
competizioni. Ducati è sempre<br />
stato un marchio altamente<br />
tecnologico, con un fascino<br />
incredibile e tanti tifosi legati<br />
al marchio. Bisogna essere<br />
orgogliosi di lavorare per una<br />
fabbrica così. Le corse fanno<br />
parte del DNA di Ducati e c’è un<br />
grande legame tra pista e moto<br />
da strada».<br />
Quella con ducati corse sarà<br />
una grande sfida professionale.<br />
«Probabilmente è la mia sfida<br />
più difficile, ma a me le sfide<br />
piacciono. L’aspetto pos<strong>it</strong>ivo è<br />
che non sono solo. In azienda ci<br />
sono tante persone valide, tanti<br />
ingegneri di valore e un grande<br />
supporto dall’intera Ducati e<br />
naturalmente dai tifosi».<br />
Pensi veramente che sia possibile<br />
battere Honda e Yamaha?<br />
«Naturalmente! Dobbiamo riuscire<br />
a battere Honda e Yamaha.<br />
Questo è il nostro obiettivo<br />
anche se onestamente sarà<br />
molto, molto difficile. Loro hanno<br />
una grande esperienza, piloti<br />
bravi, un pacchetto vincente<br />
e noi dobbiamo rincorrere. Non<br />
si può nascondere che ci sia<br />
una differenza tecnica importante,<br />
ma credo anche che sia<br />
possibile ridurre il gap. I giapponesi<br />
hanno ingegneri validi<br />
ma li abbiamo anche noi, e tutti<br />
siamo molto motivati».<br />
di quanto tempo hai bisogno<br />
per battere i giapponesi?<br />
«Quest’anno il primo obiettivo<br />
è ridurre il gap mentre per<br />
il 2014 l’obiettivo è quello di<br />
combattere ad armi pari con<br />
loro».<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
La differenza tecnica è importante, ma è<br />
possibile ridurre il gap. I giapponesi hanno ingegneri<br />
validi ma li abbiamo anche noi, e tutti siamo<br />
molto motivati<br />
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Wrooom 2013. Del Torchio<br />
“Non molliamo mai”<br />
di Giovanni Zamagni | “Il 2012 è stato un anno eccezionale per le<br />
vend<strong>it</strong>e, ma deludenti per le corse. Per questo abbiamo deciso di cambiare<br />
organizzazione: guardiamo con fiducia al futuro” ha dichiarato Del<br />
Torchio<br />
90<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
S<br />
oddisfatto per le vend<strong>it</strong>e, deluso dai<br />
risultati sportivi: Gabriele Del Torchio,<br />
amministratore delegato di<br />
Ducati Holding, fa gli onori di casa<br />
a Madonna di Campiglio e racconta, in sintesi, il<br />
2012 della Casa di Borgo Panigale, adesso di proprietà<br />
del gruppo Audi. «Il 2012 è stato per Ducati<br />
– sono le parole del manager – un anno molto<br />
importante, con grandi cambiamenti. E’ iniziata<br />
una nuova era, con l’entrata nel gruppo Audi e, di<br />
conseguenza, nel gruppo Volkswagen: è una tappa<br />
che dà solid<strong>it</strong>à all’azienda e possibil<strong>it</strong>à di guardare<br />
con fiducia al futuro. In ogni caso, la Ducati<br />
rimarrà <strong>it</strong>aliana e continuerà a produrre le moto a<br />
Borgo Panigale. Il 2012 è stato un anno da primato,<br />
con maggiori vend<strong>it</strong>e rispetto al 2011: è stato<br />
un risultato storico, il migliore di sempre per l’Azienda,<br />
con l’ingresso in nuovi mercati. La Ducati<br />
è sempre più internazionale: 9 moto su 10 vanno<br />
all’estero. Insomma, il 2012 è stato un anno eccellente<br />
per Ducati, ma non si può dire lo stesso<br />
per le corse. Abbiamo sofferto, ma il nostro<br />
motto è “Non mollare mai” e guardiamo con fiducia<br />
al futuro. Abbiamo deciso però di riorganizzare<br />
il reparto corse e do ufficialmente il benvenuto<br />
a Bernhard Gobmeier, nuovo direttore generale<br />
di Ducati Corse, che sost<strong>it</strong>uisce Filippo Preziosi,<br />
al quale va il mio ringraziamento per quello che<br />
ha fatto in questi 12 anni: Filippo avrà un importante<br />
ruolo nello sviluppo tecnologico delle moto<br />
da produzione e gli mando un grande abbraccio.<br />
Ma Gobmaier non è l’unica nov<strong>it</strong>à: c’è anche il<br />
r<strong>it</strong>orno in Ducati di Paolo Ciabatti, nuovo responsabile<br />
del progetto <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. Rimane invece V<strong>it</strong>to<br />
Guareschi, con la sua esperienza e competenza<br />
come team manager. Per quanto riguarda i<br />
piloti, è stato riconfermato Nicky Hayden, che<br />
ringrazio per correre ancora con Ducati, anche<br />
se, speriamo, con migliori risultati, mentre arriva<br />
Andrea Dovizioso, romagnolo puro sangue: di<br />
lui, per scaramanzia, non dico nulla. Altra nov<strong>it</strong>à<br />
per il 2013 è una collaborazione ancora più forte<br />
con il team Pramac, i cui piloti – Andrea Iannone<br />
e Ben Spies – sono sotto contratto Ducati».<br />
91
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Wrooom 2013. ezpeleta<br />
“Un milione di euro per la <strong><strong>Moto</strong>GP</strong>,<br />
250.000 euro per la SBk”<br />
di Giovanni Zamagni | Il numero uno del motociclismo<br />
mondiale fissa i costi del futuro: “E’ questo il primo obiettivo<br />
per il 2014, quando cambieranno i regolamenti del<br />
campionato per moto derivate dalle serie”<br />
C<br />
ome è sempre accaduto negli ultimi<br />
anni, a Madonna di Campiglio è<br />
arrivato anche Carmelo Ezpeleta,<br />
numero uno della Dorna che, da<br />
quest’anno, gestisce anche la SBK, oltre che la<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong>. In attesa della conferenza stampa prevista<br />
per domani, ecco alcune anticipazioni interessanti<br />
del massimo responsabile del motociclismo<br />
mondiale.<br />
MoToGP<br />
«I regolamenti per il 2014, 2015 e 2016 sono defin<strong>it</strong>i,<br />
nero su bianco, e si sta già lavorando per il<br />
2017. Stiamo ancora discutendo alcuni dettagli,<br />
tipo il costo delle moto. La nostra proposta alla<br />
HRC è di 800.000 euro per i motori e di 1 milione<br />
di euro per l’intera moto. Per quanto riguarda il<br />
calendario, quest’anno la <strong><strong>Moto</strong>GP</strong> debutterà in<br />
Texas, nel 2014 sicuramente in Argentina e, forse,<br />
in Brasile. Ma, naturalmente, è troppo presto per<br />
parlare del calendario della prossima stagione.<br />
Per il futuro l’obiettivo principale non è tanto avere<br />
più Case, quanto un campionato equilibrato e<br />
spettacolare, con le Case ufficiali e le CRT, con<br />
92<br />
22 moto, a mio modo di vedere il numero ideale<br />
(quest’anno saranno 24 i piloti in pista, NDA)».<br />
SBK<br />
«Le ultime notizie dicono che ci saranno 21 piloti<br />
in pista. Stiamo discutendo con le Case e i team<br />
il regolamento del 2014: ci siamo incontrati a dicembre<br />
a Ginevra e le prospettive sono interessanti.<br />
La nostra proposta si basa su tre punti:<br />
1) Una stagione dovrà costare al massimo<br />
250.000 euro, cadute escluse;<br />
2) Ogni costruttore iscr<strong>it</strong>to al mondiale SBK deve<br />
garantire la forn<strong>it</strong>ura ad almeno sei piloti (naturalmente<br />
se viene richiesta);<br />
3) Tutti i costruttori devono essere d’accordo sul<br />
regolamento».<br />
SUPerSTocK e SUPerSPorT<br />
«Dal 2014, la Superstock sparirà, mentre per la<br />
Supersport l’obiettivo è ridurre i costi per un massimo<br />
di 100.000 euro a stagione per una moto. Si<br />
sta anche parlando di una gara di “contorno”, che<br />
potrebbe essere con le 500 4T, categoria che in<br />
questo momento interessa alle Case».<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
93
Yamaha:<br />
un video per la<br />
M1 2013<br />
a poche settimane dall’inizio dei test<br />
di Sepang la casa di Iwata svela la M1 2013<br />
“coccolata” da rossi e Lorenzo.<br />
Un video emozionale per presentare<br />
la squadra più t<strong>it</strong>olata del 2013<br />
94 95
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La ripresa delle ostil<strong>it</strong>à è prevista per il 5<br />
febbraio a Sepang. Non fatevi ingannare<br />
dalle immagini del video, che presenta<br />
la nuova M1 in tutta la sua bellezza con<br />
toni soffusi e musica relegata al ruolo di presenza<br />
sullo sfondo, facendo sembrare i due piloti<br />
due “normali” compagni di squadra. Tredici t<strong>it</strong>oli<br />
mondiali in due, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo<br />
partono entrambi per battere, primo fra gli altri,<br />
il compagno di squadra. In attesa che i motori si<br />
riaccendano - e che si possa vedere la Yamaha<br />
nella nuova livrea Monster Energy - vi proponiamo<br />
il video corporate, in cui la M1 si presenta nei<br />
colori racing della casa di Iwata. Coraggio, manca<br />
poco...<br />
<strong><strong>Moto</strong>GP</strong><br />
96 97
Steven<br />
Frossard<br />
di Massimo Zanzani | dopo cinque<br />
mesi di convalescenza il francese<br />
della yamaha Monster energy ha<br />
ripreso gli allenamenti con un unico<br />
obbiettivo: il t<strong>it</strong>olo MX1<br />
98 99
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S<br />
ono bastati pochi secondi<br />
ed un solo errore<br />
per fargli perdere<br />
un intero anno di lavoro. Ma<br />
non a caso Steven Frossard si<br />
è guadagnato l’appellativo di<br />
Gladiatore, e l’incidente al ginocchio<br />
destro battuto nelle<br />
qualifiche del GP della Bulgaria<br />
non gli ha lasciato strascichi<br />
psicologici. Dopo tante settimane<br />
lontano dalla moto, da<br />
poco è r<strong>it</strong>ornato alla guida della<br />
sua Yamaha YZ 450 FM. «In<br />
questi mesi di sosta ho lavorato<br />
molto fisicamente – spiega il<br />
pupillo di Michele Rinaldi - perché<br />
dopo l’operazione per un<br />
mese non mi sono mosso e ho<br />
perso tonic<strong>it</strong>à alla muscolatura<br />
della gamba. E’ stato difficile<br />
recuperarla, ma adesso ho fin<strong>it</strong>o<br />
e i primi test sulla moto sono<br />
stati pos<strong>it</strong>ivi. Ho già fatto cinque<br />
allenamenti e non ho avuto<br />
problemi all’articolazione, così<br />
sono riusc<strong>it</strong>o già a raggiungere<br />
una buona veloc<strong>it</strong>à».<br />
Hai cambiato la preparazione<br />
rispetto all’anno scorso?<br />
«Per ora ho fatto più bicicletta<br />
e meno corsa a piedi per non<br />
stressare troppo il ginocchio,<br />
ma era un allenamento di recupero<br />
e non per la prossima<br />
stagione di GP».<br />
La tua lunga assenza dalle<br />
gare ti ha dato più tempo da<br />
dedicare ai tuoi hobbies.<br />
«Sì, sono stato di più con la mia<br />
ragazza, sono andato a trovare<br />
i miei amici nel sud della Francia<br />
e mi sono dedicato un po’ al<br />
jet ski».<br />
Hai mai ripensato all’incidente<br />
della Bulgaria, a come è<br />
successo e perché?<br />
«Si, ho cap<strong>it</strong>o di aver fatto un<br />
errore ma se non fossi stato<br />
sfortunato avrei potuto recuperare<br />
in fretta. Invece mi sono<br />
dovuto fermare e non ho potuto<br />
fare altro che vedere correre<br />
gli altri piloti, vorrà dire che mi<br />
servirà il prossimo anno».<br />
Hai segu<strong>it</strong>o quindi i GP in TV?<br />
«I primi tempi no perché non<br />
ce la facevo, ero troppo arrabbiato<br />
e deluso. Poi ho iniziato<br />
a vederli, e sono anche stato a<br />
Lierop, ma sinceramente vedere<br />
Cairoli sempre in testa da<br />
solo per me è stata dura».<br />
Hai fatto il tifo per qualche<br />
pilota?<br />
«Per Tony, è un bravissimo ragazzo,<br />
saluta sempre, e quando<br />
mi vede chiede sempre<br />
come sto».<br />
Pensi che abbia mer<strong>it</strong>ato il t<strong>it</strong>olo?<br />
«Certo, è il più forte».<br />
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e se ci fossi stato tu?<br />
«Non saprei, ha avuto una stagione<br />
perfetta, ha vinto non so<br />
quanti GP ed è stato fortissimo<br />
tutto l’anno. Io l’avrei potuto<br />
battere in certi GP, ma non so<br />
come sarebbe andata nell’arco<br />
della stagione, è difficile da<br />
dire».<br />
Hai già preparato la moto per<br />
il 2013?<br />
«Stiamo lavorando in questo<br />
periodo, prima del Nazioni Joshua<br />
Coppins aveva provato<br />
alcune modifiche ed ora stiamo<br />
continuando a provare pezzi<br />
speciali. Ero già molto contento<br />
della mia moto, ma l’obiettivo<br />
è quella di rendere sempre più<br />
facile e maneggevole la ciclistica<br />
e ancora più fluido il motore<br />
senza perderne la personal<strong>it</strong>à».<br />
Il prossimo anno i GP saranno<br />
più sparsi in giro per il mondo.<br />
cosa ne pensi?<br />
« L’unica cosa che mi lascia<br />
un po’ perplesso è che si inizia<br />
un po’ troppo presto, ma a me<br />
piace viaggiare e quindi sono<br />
favorevole ad andare anche i<br />
Paesi lontani. Spero solo che i<br />
team riescano a coprire il budget<br />
per affrontare la stagione».<br />
Si correrà in nuove piste come<br />
Germania, Qatar e Tailandia,<br />
ti piace cambiare o preferisci<br />
correre sui sol<strong>it</strong>i circu<strong>it</strong>i?<br />
«Decisamente andare in nuovi<br />
tracciati, diventa noioso correre<br />
ogni anno sulle stesse piste<br />
e scoprire nuovi impianti mi diverte<br />
e da uno stimolo in più».<br />
Qual è il tuo obiettivo per il<br />
2013?<br />
«Lo stesso di quest’anno, salire<br />
sul podio e cercare di vincere il<br />
campionato, ma devo battere<br />
Antonio e non sarà facile».<br />
Hai pensato a qualche strategia?<br />
«L’unica è puntare alla continu<strong>it</strong>à,<br />
è pazzesco pensare come<br />
lui ogni gara finisca sempre sul<br />
podio».<br />
cosa pensi degli altri piloti?<br />
«R<strong>it</strong>engo che nella MX1 ci sia<br />
un livello buonissimo perché<br />
molti piloti, come Paulin, Nagl,<br />
Bobryshev, Desalle, possono<br />
vincere un GP. Il problema è<br />
che uno solo è costante durante<br />
tutta la stagione, ed è Cairoli,<br />
quindi se rientro e finisco tra i<br />
primi tre è un buon risultato».<br />
Quest’anno non sei stato l’unico<br />
a mancare l’obiettivo, tra<br />
i quali desalle e Paulin, pensi<br />
sia stato un campionato un<br />
po’ anomalo?<br />
«Non so cosa dire, se è stato<br />
perché gli altri piloti a fine stagione<br />
erano stanchi o se è stato<br />
Tony ad essere più veloce sul<br />
finire del campionato. Fatto sta<br />
che il più forte è stato lui».<br />
nel 2013 avrai un nuovo compagno<br />
di squadra, Joel roelants.<br />
«E’ giovane, simpatico, e penso<br />
che sarà un buon compagno<br />
di squadra. Quest’anno con<br />
Philippaerts non ho avuto problemi,<br />
ma penso che per David<br />
sia stato difficile quando sono<br />
arrivato io perché ero più giovane<br />
e ho avuto sub<strong>it</strong>o dei buoni<br />
risultati, i rapporti quindi non<br />
erano così stretti ma è normale<br />
e comunque ci siamo sempre<br />
rispettati che è la cosa più importante».<br />
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Supercross di anaheim<br />
villopoto finalmente conquista l’oro<br />
di Massimo Zanzani | Dopo il deludente debutto stagionale<br />
l’ufficiale Kawasaki r<strong>it</strong>rova il bandolo della matassa e vince la<br />
terza prova; Tomac ancora imprendibile nella 250<br />
B<br />
uona la terza per Ryan Villopoto, che<br />
ormai era ossessionato da media<br />
e fans per i suoi mancati risultati di<br />
inizio stagione. Nella seconda tappa<br />
corsa all’interno dell’Angel Stadium adiacente a<br />
Disneyland il campione in carica della Kawasaki<br />
ha approf<strong>it</strong>tato di un circu<strong>it</strong>o finalmente tecnico<br />
e più selettivo delle puntate precedenti per rimettere<br />
le cose a posto e chiarire di fare ancora<br />
parte della part<strong>it</strong>a. Non che ce ne fosse bisogno,<br />
ma così come per altri favor<strong>it</strong>i per il t<strong>it</strong>olo lo sconcertante<br />
inizio di stagione lo aveva tenuto un po’<br />
in disparte in favore dei nuovi arrivati o piloti<br />
come Davi Millsaps che tutto potevano essere<br />
fuorché papabili per il t<strong>it</strong>olo 2013. Ryan Villopoto<br />
«Le continue domande che mi si facevano sul<br />
motivo di questo mio inizio stagionale al rallentatore<br />
oggi sono terminate – ha commentato il<br />
velocissimo rosso del Washington – questa settimana<br />
abbiamo lavorato bene, io con me stesso e<br />
nel team migliorando ulteriormente la mia KX-F,<br />
e il risultato è arrivato nonostante sia stata una<br />
gara dura anche per via del caldo sensibilmente<br />
più elevato rispetto alle due gare precedenti.<br />
Il fondo era molto compatto e impegnativo perché<br />
scivoloso, ma le scelte tecniche che abbiamo<br />
fatto nelle prove sono risultate azzeccate.<br />
Purtroppo sono usc<strong>it</strong>o molto bene al cancello ma<br />
in staccata sono stato tamponato ed ho perso un<br />
po’ di posizioni, ho mantenuto calma e concentrazione<br />
anche quando per un paio di volte mi<br />
sono toccato con un avversario in un triplo prendendo<br />
però una bella paura».<br />
Dalla sesta piazza Villopoto ha rimontato sino<br />
alla prima, ed una volta giunto al comando si è<br />
focalizzato sul tempo sul giro e a non fare errori<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
tagliando così il traguardo con un discreto margine<br />
su Trey Canard. Quello del pilota Honda<br />
Muscle Milk ha del miracoloso, se si pensa all’infortunio<br />
alla schiena che neppure troppi mesi fa<br />
pareva avesse troncato la sua carriera e messo a<br />
rischio la sua mobil<strong>it</strong>à.<br />
La sua forte tempra psicologica gli ha invece permesso<br />
di rimpossessarsi delle sue doti tecniche<br />
ed eccolo che alla sua prima stagione full time su<br />
tre gare è andato a podio tre volte tanto da mer<strong>it</strong>arsi<br />
il secondo posto in campionato a soli tre<br />
punti dal leader Davi Millsaps.<br />
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Trey canard<br />
«Anche se non ho passato una buona settimana<br />
sono arrivato alla gara caricato dai risultati<br />
di quest’anno – ha spiegato Trey – ed è stata<br />
una grande serata. Quando ero in testa sapevo<br />
che Villopoto sarebbe arrivato perché oggi andava<br />
molto forte, avrei voluto lottare un po’ ma<br />
effettivamente aveva una marcia in più e più di<br />
tanto non ho spinto anche perché sono molto<br />
felice anche del secondo posto. Anche perché la<br />
consistenza dei risultati è molto importante, ed è<br />
un aspetto col quale in passato ho sempre avuto<br />
problemi. Devo ringraziare Dio di aver trovato<br />
oggi la forza per battermi ai massimi livelli, visto<br />
che per tutta la settimana non so perché ma mi<br />
sono sent<strong>it</strong>o fisicamente debil<strong>it</strong>ato».<br />
106<br />
chad reed<br />
Terza piazza per Chad Reed al termine di un lungo<br />
testa a testa con Millsaps, che nonostante il<br />
buon risultato sul podio aveva un muso lungo dovuto<br />
alla sua poca soddisfazione. «Non è un piazzamento<br />
eclatante ma sempre meglio di quelli<br />
precedenti – ha detto l’australiano proprietario<br />
del team TwoTwo <strong>Moto</strong>rsports – purtroppo mi<br />
manca ancora il feeling con la moto, lavoriamo<br />
continuamente e dopo Phoenix abbiamo fatto<br />
un meeting nel team per comprendere le cause.<br />
Sono contento che ci siamo avvicinati, ma non<br />
sono ancora pienamente soddisfatto, vorrei arrivare<br />
al risultato con più rilassatezza, invece i<br />
problemi che ho incidono sul divertimento nella<br />
guida ed è piuttosto frustrante». Solo 6° Ryan<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
Dungey, mattatore della sua manche selettiva<br />
ma penalizzato da una brutta partenza nella<br />
finale, e 12° James Stewart che a causa del ginocchio<br />
infortunato ad inizio stagione è l’ombra<br />
di se stesso. Sfortunato invece il protagonista<br />
di Phoenix Justin Barcia, che nelle prime fasi di<br />
gara è atterrato corto in un triplo ed ha battuto<br />
il viso sul manubrio procurandosi alcuni tagli e la<br />
sospetta frattura del setto nasale.<br />
Kevin Windham si r<strong>it</strong>ira<br />
Prima del via della gara un annuncio a sorpresa,<br />
che ha rimbombato in tutto lo stadio: Kevin<br />
Windham si è presentato per il giro d’onore che<br />
si tiene ab<strong>it</strong>ualmente in apertura di serata, ma<br />
ha fatto solo quello perché ha sub<strong>it</strong>o dopo comunicato<br />
ai presenti che dopo 19 anni di onorata<br />
carriera appende il casco al chiodo in quanto<br />
dopo la pesante caduta di Houston dello scorso<br />
anno non se la sente più di prendere rischi.<br />
250<br />
Terza prova per la 250 Costa Ovest e terza prova<br />
di forza di Eli (che in inglese è Ilai….) Tomac<br />
che dopo aver fatta sua la qualifica ha imposto<br />
la sua superior<strong>it</strong>à anche nella finale scavalcando<br />
prima Ken Roczen e poi a metà gara il battistrada<br />
Cole Seely dando poi ancora spettacolo con la<br />
sua guida tecnica, pul<strong>it</strong>a ma soprattutto precisa<br />
e velocissima. Buon secondo per Roczen, che ha<br />
superato la cauta in prova dove aveva battuto<br />
polso e caviglia ma che si è dovuto ancora una<br />
volta inchinare davanti alla superior<strong>it</strong>à del leader<br />
2013.<br />
107
le foto più belle<br />
del Supercross<br />
di Phoenix<br />
di Massimo Zanzani | Le foto più belle del<br />
Supercross a Phoenix, dove il pilota Honda<br />
Justin “Bam Bam” Barcia si è aggiudicato la<br />
sua prima v<strong>it</strong>toria nel campionato 450,<br />
vincendo con grande lucid<strong>it</strong>à sugli agguerr<strong>it</strong>i<br />
pretendenti al t<strong>it</strong>olo<br />
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bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
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110<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
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D<br />
a San Miguel de Tucuman a Cordoba.<br />
Dopo la giornata di riposo la<br />
Dakar riparte con la tappa più lunga<br />
della 34ma edizione, e con la più<br />
lunga Prova Speciale. In totale 852 chilometri,<br />
di cui 593 cronometrati per auto e moto. A sua<br />
volta la Speciale è suddivisa in tre parti, la prima<br />
e l’ultima, rispettivamente di 226 e 245 chilometri,<br />
determinante per il responso cronometrico,<br />
ed una neutralizzazione centrale di 120KM con i<br />
due rifornimenti previsti in entrata e in usc<strong>it</strong>a del<br />
tratto raccordo. Dai contrafforti della Cordillera<br />
la corsa scende vertiginosamente fino ai 200<br />
metri slm delle Salinas Grandes, per risalire e<br />
concludersi, infine, nella Cap<strong>it</strong>ale della provincia<br />
di Cordoba, seconda c<strong>it</strong>tà per estensione e popolazione<br />
dell’Argentina. La tappa dei Camion è<br />
diversa e tracciata più a Est, con una sola prova<br />
speciale non-stop più corta rispetto a moto,<br />
quad e auto, di 293 chilometri. Tappa lunga, molto<br />
varia e tortuosa.<br />
countdown<br />
La clessidra della Dakar è stata girata, e la sabbia<br />
scorre riempiendo la semisfera della seconda<br />
parte del Rally. Faticaccia per gli apripista, Barreda,<br />
Campbell e Jakes, che hanno davanti una<br />
lunghissima giornata di incogn<strong>it</strong>e, e subiscono<br />
l’enorme pressione degli insegu<strong>it</strong>ori lanciati nella<br />
forse unica possibil<strong>it</strong>à di recupero. David Casteu<br />
Tappa 9<br />
a Despres (kTM). 3° Botturi<br />
di Piero Batini | Dopo la giornata di riposo la tappa<br />
con la Speciale più lunga. Grande prova d’attacco di<br />
Despres, che vince e si rimette in gioco. Ruben Faria,<br />
nuovo leader. Stupendo Botturi, 3° oggi e proiettato<br />
al 5° posto della generale<br />
si estranea quasi sub<strong>it</strong>o dalla mischia e fa quello<br />
che la posizione leader sembra consentirgli, cioè<br />
controllare riducendo al minimo i rischi. La lezione<br />
della ottava tappa è ancora vivida nella mente<br />
di tutti, e il must è non commettere di nuovo errori<br />
del genere. Le strategie si affinano, ma per<br />
taluni diminuiscono le opzioni. Per Cyril Despres<br />
non c’è nessuna alternativa, non oggi, è in r<strong>it</strong>ardo<br />
nella generale. Il francese schiaccia il pulsante e<br />
attiva la modal<strong>it</strong>à attacco. Davanti vanno forte,<br />
ma il “franco-andorrano” di più. Non ricordo di<br />
averlo mai visto all’assalto così. Ha sempre corso<br />
in curva di sicurezza, di misura sugli avversari,<br />
per questo non è quasi mai caduto o ha avuto incidenti<br />
di rilievo, ma non è mai stato uno showman.<br />
Oggi, volando, Cyril ha fatto un’eccezione.<br />
Part<strong>it</strong>o indietro, dalla 11ma posizione, Despres<br />
ha guadagnato un minuto ogni 50 KM a Barreda,<br />
che si è dovuto inchinare.<br />
La dakar non perdona nemmeno i motori<br />
più affidabili<br />
Casteu e Pain non hanno cambiato il motore,<br />
hanno deciso di andare avanti contando sull’affidabil<strong>it</strong>à<br />
della loro Yamaha, e di risparmiare i<br />
15 minuti di penal<strong>it</strong>à. Un errore. L’affidabil<strong>it</strong>à è<br />
una cosa, l’affidabil<strong>it</strong>à alla Dakar un’altra. Difatti<br />
Pain si ferma due volte nella prima parte della<br />
Speciale, quanto basta per lasciare sulla pista le<br />
ultime speranze di essere compet<strong>it</strong>ivo alla lunga<br />
Sport<br />
112 113
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distanza. Si ferma anche Casteu, ma per un’altra<br />
ragione, lo scontro con una vacca. Despres è<br />
largamente primo davanti a Barreda, Casteu ha<br />
perso tutto il suo vantaggio. Vanno forte l’americano<br />
Campbell con la nuova Honda, poi in r<strong>it</strong>ardo,<br />
lo slovacco Jakes e il cileno Jeremias Israel, e<br />
va forte soprattutto Alessandro Botturi che torna<br />
nel “pack” dei leader. Diversa la posizione di<br />
Francisco Lopez, pure indietro di una diecina di<br />
minuti, sulla cui strategia pesa il r<strong>it</strong>orno dell’Asso<br />
cileno sulle piste di casa sua, sempre più imminente.<br />
Leader provvisorio<br />
L’es<strong>it</strong>o della nona Speciale è amplificato dalla<br />
lunghezza della tappa, e travolge con una nuova<br />
ondata la classifica generale. Vince Despres<br />
davanti a Barreda. Alessandro Botturi riscatta la<br />
sfortunata ottava tappa con un risultato eccezionale<br />
e conclude il terzo posto. Francisco Lopez è<br />
più indietro, ma ha sfruttato l’ordine di partenza<br />
114<br />
per garantirsi una tappa tranquilla e redd<strong>it</strong>izia.<br />
La generale provvisoria cambia ancora e propone<br />
un nuovo leader.<br />
È Ruben Faria, portatore d’acqua di Despres che<br />
è ora al secondo posto. Terzo è Lopez a dieci<br />
minuti. Classifica virtuale, che non tiene ancora<br />
conto del cambio di motore di Faria e di Lopez e<br />
proietta di fatto Cyril Despres sul tetto della corsa.<br />
Una bella giornata per le Husqvarna, due Piloti<br />
sul podio di giornata e tre nei primi sette posti,<br />
magnifica per KTM prima in Speciale e in testa<br />
alla Corsa, e disastrosa per le Yamaha di David<br />
Casteu e Olivier Pain, letteralmente dall’altare<br />
alla polvere. Giornata sfortunata per le ragazze<br />
in gara. La cilena Josefina Gardulski, v<strong>it</strong>tima di<br />
un problema meccanico, è costretta al r<strong>it</strong>iro per<br />
l’incendio della moto, e Laia Sanz 30° assoluta<br />
alla vigilia, si ferma nel tratto neutralizzato. Per<br />
contro Camelia Liparoti prosegue, molto provata<br />
dalla durezza della tappa ma apparentemente<br />
inossidabile.<br />
Sport<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
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Tappa 10<br />
Despres nuovo leader<br />
Barreda vince la tappa<br />
di Piero Batini | Dakar 2013. Decima tappa.<br />
Stupenda performance del duo protagonista delle<br />
ultime due tappe. Joan Barreda vince per la quarta<br />
volta, Cyril Despres conquista il primato<br />
0<br />
116 117<br />
U<br />
n’altra tappa tutta argentina della<br />
Dakar, un altro “classico” della sua<br />
Storia. Come abbiamo accennato<br />
all’inizio, molto tempo fa… i primi<br />
di gennaio, la Dakar di quest’anno ha una configurazione<br />
antologica, basata su alcuni hilights<br />
degli anni scorsi. Anche La Rioja è una mèta non<br />
sconosciuta ai fedelissimi della Dakar sudamericana,<br />
ma anche la piccola c<strong>it</strong>tà dell’Ovest argentino<br />
è raggiunta da una tappa “niente male”.<br />
Ancora due percorsi diversi per auto e moto.<br />
350 chilometri di Prova Speciale, su due tracciati<br />
distinti per auto/camion e moto/quad, e un<br />
trasferimento finale in comune di poco meno di<br />
300 chilometri. Piste ancora molto guidate, ma<br />
ridotto carosello di “trappole”. Via lisci e che vinca<br />
il migliore.<br />
Una tappa delicata<br />
E così è. La tappa si annuncia sub<strong>it</strong>o delicata,<br />
perché lo spauracchio dell’errore, del guasto,<br />
della caduta o solo dell’imprevisto condiziona le<br />
performance più ancora dell’evoluzione agonistica<br />
della Speciale. Ne sa qualcosa David Casteu,<br />
che aveva fatto una gara perfetta fino a Salta,<br />
scalando con successo e raggiungendo la vetta<br />
della classifica generale, e che il giorno dopo il riposo<br />
ha vanificato tutto per un colpo di pura sfortuna,<br />
e fer<strong>it</strong>o ad una spalla esce di scena dopo lo<br />
scontro con una… mucca. Per fortuna la decima<br />
tappa non è così micidiale come le precedenti, e<br />
risulta anche più scorrevole, seppure sufficientemente<br />
guidata da tenere tutti, noi compresi, con<br />
il fiato leggermente sospeso. Come se fosse l’ideale<br />
prosecuzione della tappa di ieri, Cyril Despres<br />
affronta aggressivamente anche la decima tappa.<br />
Con una grande differenza a suo favore, però,<br />
quella di poter adesso gestire anche l’aspetto tattico<br />
facendolo collimare con il gioco di Squadra.<br />
La sua. Il suo portatore d’acqua, Ruben Faria, è da<br />
ieri il leader della corsa. Forum e social network si<br />
sono scatenati romanzando sulla possibil<strong>it</strong>à che<br />
Despres lasci libero Faria, a questo punto o a partire<br />
da questa s<strong>it</strong>uazione, di fare la sua gara. Potete<br />
scordarvelo. Faria tutt’al più può rivelarsi un<br />
affare ancora migliore, ma è e resta un “funzionario”<br />
della Squadra con un comp<strong>it</strong>o preciso, quello<br />
di favorire il successo finale di Despres. Questo<br />
è l’accordo iniziale, e questa è la logica per cui,<br />
quando arriverà il momento opportuno, Faria si<br />
farà da parte e lascerà passare il suo “padrone”.<br />
Il problema comunque non si pone, almeno per<br />
il momento, perché Despres è part<strong>it</strong>o “a fuoco”<br />
e continua, sull’onda del successo ottenuto il<br />
giorno precedente, a imprimere alla corsa il suo<br />
r<strong>it</strong>mo, questa volta “infernale”. Fotocopia della<br />
nona Speciale i più veloci sono Despres e Barreda,<br />
quest’oggi a ruoli invert<strong>it</strong>i cosicché a due<br />
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terzi del percorso è Barreda che, potendo contare<br />
sulla sicurezza dell’apripista di lusso, passa in<br />
testa. Outsider del giorno diventa Paulo Gonçalves,<br />
che raddoppia così la marcatura Husqvarna<br />
alle KTM, e Alessandro Botturi paga inev<strong>it</strong>abilmente<br />
il terzo posto del giorno precedente con<br />
una posizione più “ragionata”.<br />
Una dakar davvero bella<br />
Immutata anche la strategia attendista di Francisco<br />
Lopez, che consente al cileno di occupare<br />
una posizione discreta sul proscenio e di aprire<br />
un’altra finestrella nel suo calendario dell’avvento,<br />
ovvero del r<strong>it</strong>orno in Cile. Una bella freddezza,<br />
bisogna riconoscere. Per ora il cileno è impegnato<br />
nella lotta per il terzo gradino del podio, che<br />
mantiene anche oggi, con Ivan Jakes, lo slovacco<br />
rivelazione di questa edizione, più vanti si vedrà.<br />
E più avanti contiamo di seguire in questi amb<strong>it</strong>i<br />
anche Botturi. Bella gara, bella Dakar. Un altro<br />
quarto di speciale e Despres e Barreda sono<br />
118<br />
perfettamente affiancati, rinforzando la trincea<br />
che li separa dai concorrenti alle loro spalle, un<br />
altro quarto e non basta più un solo cronometro.<br />
Barreda accelera e Despres, fatti i suoi conti, inizia<br />
a togliere motore. E i conti sono facili, perché<br />
Faria si allontana progressivamente dalla testa<br />
del plotone e apre la porta al suo Caposquadra.<br />
La fine della Speciale è un’equa suddivisione dei<br />
pani. Joan Barreda, che sfortunatamente non ha<br />
niente da perdere e poco da guadagnare, sprigiona<br />
tutto il potenziale del Pilota e della “Maquina”,<br />
l’Husqvarna del Team SpeedBrain, e firma il<br />
quarto capolavoro personale vincendo la Speciale<br />
con quasi due minuti di distacco.<br />
despres è in testa alla classifica, piccolo<br />
brivido per Botturi<br />
Cyril Despres, dal canto suo, porta a conclusione<br />
le due tappe probabilmente chiave della<br />
sua corsa. Un primo ed un secondo posto in<br />
rapida successione, una doppia, straordinaria<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
performance tatticamente ineccepibile, la giornata<br />
di oggi sovracaricata di responsabil<strong>it</strong>à e del<br />
dovere di aprire la pista e, finalmente, la conquista<br />
del primo posto. In testa alla generale, per<br />
Despres, si apre un altro cap<strong>it</strong>olo, che si chiuderà<br />
forse solo a Santiago.<br />
Ma chi ha già vinto quattro volte l’Everest dei Rally-Raid<br />
ne sa abbastanza per immaginare quello<br />
che deve fare nei prossimi giorni. Intanto, “Rumpiendo<br />
el orizonte”, Despres arriva a La Rioja da<br />
leader.<br />
Piccolo brivido per Alessandro Botturi, che cade<br />
al KM 140 della Speciale. Si rialza, appena dolorante.<br />
La moto è a posto e porta solo piccoli segni<br />
dell’errore, ma il Gigante di Lumezzane raccoglie<br />
il segnale e abbassa alza una tacca al metronomo<br />
e rallenta un poco il r<strong>it</strong>mo. Chiude al settimo<br />
posto, e davanti a lui fa la sua comparsa anche<br />
l’americano Caselli.<br />
A Botturi, il quinto posto sembra proprio cominciare<br />
a stare stretto!<br />
Sport<br />
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1Tappa 11<br />
a caselli (kTM), Botturi 7°<br />
di Piero Batini | Dakar 2013. Undicesima tappa.<br />
“Niente di fatto” nella temuta tappa dell’Inferno di<br />
Fiambalà. Le condizioni meteo eliminano le difficoltà<br />
e favoriscono l’americano Caselli<br />
È<br />
la volta della La Rioja-Fiambala, undicesima<br />
delle quattordici tappe della Dakar<br />
1013. Il teatro della prova speciale è un<br />
anello che si addentra tra le dune bianche<br />
del deserto argentino ai piedi della Cordillera.<br />
Non è una via naturale, bensì un tracciato<br />
“inventato”, che quindi gli organizzatori possono<br />
modificare di anno in anno, spingendosi più o<br />
meno tra i cordoni di dune in modo da renderlo<br />
più o meno difficile. La sabbia bianca diventa<br />
inconsistente sotto l’azione implacabile del sole<br />
e le temperature possono raggiungere lim<strong>it</strong>i insopportabili.<br />
Allora è l’”Inferno di Fiambala”! Al<br />
contrario, se il meteo si deteriora, le condizioni<br />
del passaggio migliorano.<br />
condizioni difficili<br />
Barometro in discesa, la pioggia bagna il deserto<br />
e spegne le fiamme dell’’Inferno di Fiambalà”.<br />
250 chilomtri di tasferimento da La Rioja per<br />
raggiungere il punto di partenza della Speciale,<br />
che gli organizzatori spostano più avanti, in corrispondenza<br />
con il primo way point del tracciato<br />
di origine tagliando circa trenta chilometri. L’Inferno<br />
diventa un parco giochi delle dune, 180 chilometri<br />
di montagne russe sulla sabbia con rapidi<br />
toboga tra le dune, navigazione non difficile per<br />
gli apripista e tracce ben visibili per quelli che seguono.<br />
Tutto il contrario di quello che ci si poteva<br />
aspettare e che, sulla carta, doveva essere una<br />
delle tappe chiave della 34ma edizione della Dakar.<br />
Ad aprire la pista sono Joan Barreda e, ben<br />
presto, Cyril Despres, che aggancia lo spagnolo<br />
e trova nell’”ex” avversario un valido alleato per<br />
sbrigare la pratica della tappa. Procedendo praticamente<br />
affiancati, i due Piloti si rassicurano a<br />
vicenda, controllando alternativamente le note<br />
del road book ed ev<strong>it</strong>ano di sbagliare. Per la ver<strong>it</strong>à<br />
in pochi commettono errori di un certo peso.<br />
Sbagliano pista gli slovacchi Jakes e Sv<strong>it</strong>ko, ma<br />
entrambi rientrano presto sulla pista giusta e<br />
proseguono, senza troppi brividi. Il gruppo di testa<br />
si infoltisce, e arrivano anche Paulo Gonçalves,<br />
Joan Pedrero e, soprattutto, Kurt Caselli.<br />
L’americano, debuttante al posto dell’assente<br />
Marc Coma, part<strong>it</strong>o dalla quinta posizione, ottiene<br />
il miglior responso cronometro e si installa al<br />
comando della Speciale. Il gruppo di testa cost<strong>it</strong>uisce<br />
quello che nel gergo dei Rally è chiamato il<br />
“trenino”, un piccolo “convoglio” di Piloti che, navigando<br />
praticamente a vista, inibisce alla classifica<br />
di muoversi, portando tutti i “vagoni” al traguardo<br />
con tempi molto ravvicinati. Una tappa,<br />
insomma, che diventa interlocutoria, e rimanda a<br />
quella successiva tutti le eventuali strategie studiate<br />
per oggi.<br />
V<strong>it</strong>toria di tappa a caselli<br />
Vince dunque Kurt Caselli, trentenne californiano<br />
di origini <strong>it</strong>aliane, che aveva già rotto il<br />
Sport<br />
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ghiaccio vincendo l’altra tappa veloce di questa<br />
Dakar, la settima che si concludeva a Salta. Alle<br />
spalle di Caselli il portoghese Paulo Gonçalves,<br />
e terzo è Cyril Despres che consolida ancora un<br />
poco la propria posizione in testa alla classifica<br />
generale. Sono in leggero r<strong>it</strong>ardo, infatti, Francisco<br />
“Chaleco” Lopez, l’unico che può a ragione<br />
rammaricarsi della “semplificazione” della<br />
tappa, e Ruben Faria, il portatore d’acqua di<br />
Despres e ex leader della corsa fino a due giorni<br />
fa. In leggero r<strong>it</strong>ardo Lopez, quinto, e Barreda,<br />
sesto, che ha rallentato nel finale. Faria, Lopez<br />
e Jakes si allontanano dalla testa della Dakar, e<br />
per Despres il vantaggio inizia ad essere importante,<br />
soprattutto perché concede al francese<br />
un margine, pur sempre delicato, di errore nelle<br />
due prossime tappe. La Dakar tornerà infatti<br />
in Cile con due tappe lunghe e complicate, dove<br />
Francisco Lopez è atteso con impazienza e con<br />
122<br />
una “Missione” che diventa peraltro più difficile<br />
di giorno in giorno. Nel “gruppo B” della tappa di<br />
Fiambala, Alessandro Botturi si è preoccupato<br />
soltanto di mantenere la posizione. Comp<strong>it</strong>o non<br />
difficile viste le condizioni delle piste. Il bresciano<br />
chiude al settimo posto, che continua a valere al<br />
Gigante di Lumezzane la quinta posizione della<br />
generale, con la prospettiva sempre più realistica<br />
di essere migliorata dal gioco dei cambi di<br />
motore, che i suoi avversari adesso sul podio<br />
non hanno ancora effettuato. Nella Speciale di<br />
Fiambalà trova un’altra giornata insoddisfacente<br />
l’ex Campione del Mondo Helder Rodrigues, alla<br />
guida di una delle nuove Honda. Il portoghese,<br />
che aveva condotto in testa la prima parte della<br />
PS, resta fermo al chilometro 195 e perde altri tre<br />
quarti d’ora, scendendo dal sesto posto faticosamente<br />
conquistato fino al nono. Anche per Lopez<br />
non è una bella giornata, e nel momento in cui<br />
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appare un po’ più chiaro quello che doveva essere<br />
il suo piano di attacco, arriva invece il ridimensionamento<br />
delle sue ambizioni. Il cileno voleva<br />
attaccare e vincere una Speciale che tutti r<strong>it</strong>enevano<br />
importante, controllare la tappa del r<strong>it</strong>orno<br />
in Cile, e “scatenarsi” sulle dune di Copiapò. Invece,<br />
Fiambalà ha perso tutto il suo “coefficiente”<br />
e “Chaleco”, innervos<strong>it</strong>o e frustrato, ha commesso<br />
due errori di navigazione nel fuoripista. È<br />
verosimile, che il fortissimo Pilota cileno decida<br />
di accontentarsi di uno dei due gradini più bassi,<br />
pur onorevolissimi, del podio. Beh, è andata peggio<br />
allo slovacco Stefan Sv<strong>it</strong>ko, in panne per oltre<br />
due ore in Speciale e passato dal 7° al 22° posto,<br />
e potrebbe andare ancora peggio a Barreda, che<br />
all’arrivo accusa un forte dolore alla spalla per<br />
la caduta che è stata all’origine del suo rallentamento,<br />
se è vero che lo spagnolo potrebbe anche<br />
essere costretto a dare forfa<strong>it</strong>.<br />
Sport<br />
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Tappa 12<br />
explo<strong>it</strong> di verhoeven (Yamaha)<br />
di Piero Batini | Frans Verhoeven sorprende tutti<br />
e vince a Copiapò. Errore di Botturi. L’Urlo di Robby<br />
Gordon non disturba Stephane Peterhansel. Biasion è<br />
in testa per buona parte della tappa, poi cede il passo<br />
a Karginov<br />
2<br />
124 125<br />
T<br />
re tappe alla fine. Tre tappe chiave,<br />
questo è chiaro. Ecco la prima.<br />
Da Fiambalà a Copiapò. La Dakar<br />
valica ancora le Ande e torna in<br />
Cile attraverso il Paso San Francisco. Lo scorso<br />
anno l’esodo fu difficile, e l’intera sesta tappa<br />
fu annullata a causa della neve che bloccava<br />
il passo. La carovana attraversò la Cordillera in<br />
convoglio, spazzaneve e mil<strong>it</strong>ari in testa, e raggiunse<br />
Copiapò a tarda sera. Quest’anno non c’è<br />
emergenza meteo, ma alzarsi alle tre affrontare<br />
un trasferimento di 400 chilometri che porta fino<br />
a 4.800 metri slm, e quindi scendere nel deserto<br />
più arido del Mondo, non è una passeggiata. Tre<br />
le consolazioni: fa molto meno freddo rispetto<br />
allo scorso anno, lo spettacolo dal passo è da<br />
capogiro (e non solo per la rarefazione dell’aria),<br />
e oltre le Ande inizia la terz’ultima Speciale della<br />
Dakar 2013. Il lungo settore cronometrato, 319<br />
chilometri, è vario e difficile, con tutte le difficoltà<br />
di una tappa “dakariana”. Nel menù piste dure e<br />
disseminate di sassi in quota, un primo “assaggio”<br />
delle ormai famose dune di Copiapò e lunghi,<br />
velocissimi strappi nelle depressioni livellate ma<br />
insidiose. Indispensabile avere riflessi fulminei e<br />
colpo d’occhio, e prestare la massima attenzione<br />
alla navigazione. Il totale dell’impegno sale a più<br />
di 700 chilometri… ma sono 700 di meno.<br />
apripista americano<br />
Kurt Caselli ha vinto l’undicesima Speciale. A lui,<br />
dunque, l’onore e l’onere di partire per primo,<br />
navigare per tutti e rischiare di più. È la regola.<br />
L’americano non si sottrae all’impegno, anzi, nella<br />
parte iniziale lancia il suo personale attacco e<br />
mantiene a gli insegu<strong>it</strong>ori. Propos<strong>it</strong>o apprezzabile,<br />
ma con scarse possibil<strong>it</strong>à di successo. Caselli<br />
continua da solo per circa un terzo di prova, poi<br />
viene “riassorb<strong>it</strong>o” da Barreda, Despres, Gonçalves,<br />
Pedrero e Lopez, tutti in gruppo a pochi<br />
secondi l’uno dall’altro. E l’americano si accoda.<br />
Miglior tempo per Barreda e Lopez, e il cileno<br />
Daniel Gouet tra le star, ma Faria e Despres<br />
sono di poco indietro, e la classifica generale<br />
non si muove troppo. Prova a perdersi Botturi,<br />
che nel tentativo di congiungersi con il plotone<br />
di testa sbaglia pista e perde il contatto, lasciando<br />
sulla pista almeno una decina di minuti. Poi<br />
tocca anche a Barreda, poco più avanti, dopo il<br />
rifornimento. Lo spagnolo perde il controllo della<br />
testa della corsa, che passa nelle mani prima di<br />
Lopez, poi di Faria. Ma il r<strong>it</strong>mo è calato notevolmente,<br />
per due motivi. Il primo è che tutti i “top”<br />
rider sono compatti, uno controlla l’altro e nessuno<br />
ha la benché minima possibil<strong>it</strong>à di tentare<br />
una fuga. L’altro motivo è che la tappa è lunga,<br />
ma non difficile come ci si aspettava. Le dune si<br />
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passano abbastanza agevolmente, la sabbia<br />
“tiene”. In queste condizioni solo un colpo di<br />
scena può cambiare lo stato delle cose, e l’unico<br />
modo per lim<strong>it</strong>are il rischio di innescarne uno è…<br />
calmarsi.<br />
La tensione dei piloti in testa<br />
Succede in quasi tutte le Dakar. Davanti cominciano<br />
ad essere un po’ tesi, il traguardo si avvicina<br />
e sbagliare mentre a Santiago già si preparano<br />
a battere le mani sarebbe troppo frustrante.<br />
Dietro c’è gente che scalp<strong>it</strong>a perché vorrebbe<br />
tornare a casa con qualcosa di bello da raccontare,<br />
e rompe gli indugi. È il caso del franco-maliano<br />
Alain Duclos, che provenendo dalle retrovie<br />
si installa momentaneamente al comando al penultimo<br />
way point della speciale, e soprattutto<br />
di Frans Verhoeven, un hab<strong>it</strong>ué dei rush finali.<br />
Con la consueta dose di spettacolo che ne contraddistingue<br />
la guida, l’olandese spinge forte,<br />
e taglia per primo il traguardo “surfando” tra le<br />
onde di spettatori urlanti del mare di folla riun<strong>it</strong>a<br />
a Copiapò, la c<strong>it</strong>tà che è diventata una delle cap<strong>it</strong>ali<br />
della Dakar Sudamericana. Ovazioni, quindi,<br />
anche per Ruben Faria e Joan Barreda, che ha<br />
recuperato nel finale il piccolo errore di metà<br />
126<br />
gara. Quinto alle spalle di Duclos, Helder Rodrigues<br />
ottiene un risultato “decente”. Troppo lenti<br />
nel finale, Lopez e Despres non vanno oltre il<br />
settimo e, addir<strong>it</strong>tura il 14° posto, quest’ultimo<br />
a nove minuti dal vinc<strong>it</strong>ore di giornata ma molto<br />
utile, si invertono le parti, alla rimonta di Faria.<br />
La classifica generale è immutata per quanto<br />
riguarda le posizioni interessate al podio, e si<br />
compattano appena gli intervalli tra i “papabili”.<br />
Faria si avvicina un poco a Despres, e Lopez<br />
a Faria, tutti in un range di 13 minuti. Arriva, invece,<br />
la mazzata alla gara di Alessandro Botturi,<br />
cui il cronometro aveva assegnato la ventesima<br />
posizione, ancora coerente con l’errore di navigazione<br />
e che gli consentiva di “salvare” il quinto<br />
posto, con Ivan Jakes è un po’ più lontano davanti<br />
e Joan Pedrero un po’ più vicino alle sue spalle.<br />
Purtroppo, però, innervos<strong>it</strong>o per aver momentaneamente<br />
perso la bussola, Botturi ha “saltato”<br />
un way point.<br />
La giuria è stata in questo caso inflessibile e il<br />
“Bottu”, vistasi assegnare la penal<strong>it</strong>à di un’ora,<br />
scende al 74° posto della speciale e, ancora<br />
più sconcertante, al 12° assoluto nella generale<br />
provvisoria. Una vera disdetta, che il Gigante di<br />
Lumezzane certamente non mer<strong>it</strong>ava.<br />
Sport<br />
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Tappa 13<br />
vince lopez (kTM), Despres è<br />
più vicino. Botturi costretto al<br />
r<strong>it</strong>iro<br />
di Piero Batini | Nuovo colpo di scena al KM 140,<br />
Botturi è fermo nel deserto. Un Lopez “furioso” e<br />
spettacolare vince la tappa e scavalca Ruben Faria<br />
nella generale. Ma Despres è ancora a 8 minuti<br />
4<br />
128 129<br />
L<br />
a tappa si conclude a La Serena, ma<br />
prima di raggiungere il Pacifico, i concorrenti<br />
hanno davanti a loro oltre<br />
700 chilometri, e di questi 441 sono<br />
di Prova Speciale. Poco conta che la prima parte<br />
sia molto veloce e che un tratto centrale di una<br />
cinquantina di chilometri sia su asfalto e neutralizzato,<br />
l’impegno è comunque gravoso. Per un<br />
motivo sufficientemente “inquietante”. Al centro<br />
della penultima sfida dell’edizione 2013 è previsto<br />
quello che i locali chiamano il Gran Premio di<br />
Copiapò, un inferno di 120 KM di sabbia e di navigazione<br />
fuoripista sulle famigerate dune che portano<br />
il nome della c<strong>it</strong>tà. Da Vellemar a La Serena,<br />
poi, è tutta strada fino all’Oceano più grande<br />
del Pianeta. Penultima tappa, ultima occasione<br />
“concreta”. Forse soltanto per Francisco Lopez,<br />
atteso dai tifosi nella tappa che è senz’altro la più<br />
importante del passaggio finale della Dakar in<br />
Cile. L’inizio, però, è “standard”. Verhoeven apre<br />
la pista, è ben presto affiancato da Ruben Faria, e<br />
Joan Barreda prende il comando delle operazioni<br />
nel tratto più veloce di inizio Speciale. I primi tre<br />
vanno forte. Cyril Despres parte indietro, sfrutta<br />
la scia di tracce che gli “ouvreurs” hanno lasciato<br />
davanti alle sue ruote, e ottiene il miglior intertempo<br />
prima che i concorrenti entrino nel tratto<br />
di dune e di navigazione. Faria rallenta vistosamente,<br />
evidentemente affronta una s<strong>it</strong>uazione<br />
difficile.<br />
Lo show del “Piloto nacional”<br />
Ha deciso di aspettare Despres, è il suo comp<strong>it</strong>o,<br />
dimenticandosi del secondo posto in classifica?<br />
Un problema alla moto? Niente di tutto questo,<br />
“solo” un errore di navigazione, così è Lopez che<br />
rompe gli indugi e si lancia all’inseguimento dei<br />
battistrada, Barreda e ora anche Rodrigues. Lopez<br />
aveva lasciato intendere all’arrivo a Copiapò<br />
che era meglio accontentarsi e garantire il secondo<br />
posto, ma ci deve aver ripensato. Il suo nuovo<br />
obiettivo, non più “conservativo”, è l’assalto alla<br />
seconda posizione. Al termine della prima parte<br />
della PS sbuca Caselli, ancora lui, con il miglior<br />
tempo. Dopo la neutralizzazione la tappa sale di<br />
tono, trascinata da Lopez che manda in delirio gli<br />
appassionati del suo Paese. A loro volta i tifosi<br />
sospingono “Chaleco” inc<strong>it</strong>andolo al “sueno”,<br />
e il sogno è il trionfo a Santiago, naturalmente.<br />
Caselli si ferma con un problema di motore a<br />
cinquanta chilometri dall’arrivo, ma a quel punto<br />
Lopez è già avanti e, minuto dopo minuto ha<br />
annullato, e poi convert<strong>it</strong>o a suo favore, il distacco<br />
che lo sperava da Ruben Faria nella generale.<br />
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Lopez vince la sua quarta tappa di questa Dakar e<br />
scavalca Faria. Despres è secondo e lim<strong>it</strong>a i danni,<br />
poco più di cinque minuti, e Paulo Gonçalves è<br />
terzo, giusto alle spalle del francese. Due episodi<br />
curiosi. Al traguardo Despres se la prende con<br />
Joan Pedrero, accusandolo di averlo tenuto nella<br />
polvere e ricordandogli che è lui il Pilota di punta<br />
della Squadra. Una radio locale, non vedendo<br />
arrivare il leader al traguardo e ipotizzando una<br />
panne, chiede al suo inviato di andare da Lopez<br />
per dargli la “noticia maravillosa”. Naturalmente<br />
non è così. Lopez si è sbarazzato di Faria, ma<br />
Despres è ancora davanti. “Chaleco” spiega che<br />
oggi è riusc<strong>it</strong>o a dare dieci minuti all’avversario<br />
diretto, domani dovrebbe darne otto, e almeno<br />
sedici secondi, al numero 1. Il giornalista urla:<br />
“Allora il nome della tappa di domani è: El Ataque<br />
Final”. Sì, perché adesso manca una sola tappa<br />
al traguardo finale di Santiago, con l’ultima prova<br />
speciale di 350 chilometri anch’essa, però, con<br />
un lungo intermezzo neutralizzato.<br />
130<br />
Botturi. Piove sul bagnato<br />
Dalle retrovie, nel deserto di dune, arriva la frustrazione<br />
di Alessandro Botturi. È fermo, con il<br />
motore rotto, al KM 140. Ironia della sorte, è un<br />
motore nuovo, cambiato alla vigilia per sost<strong>it</strong>uire<br />
il “vecchio”, un po’ fiacco, e consentire ad<br />
Alessandro di completare al meglio le ultime due<br />
tappe. 8° assoluto lo scorso anno, miglior Rookie<br />
al debutto con il Team Bordone-Ferrari, Botturi<br />
cominciava ad accarezzare il sogno concreto di<br />
un risultato eccezionale.<br />
Il sogno è diventato evanescente prima di Copiapò,<br />
a causa della penal<strong>it</strong>à di un’ora per il salto<br />
di un way point, e si infrange defin<strong>it</strong>ivamente<br />
ancora lontano da La Serena. Ad oggi, Botturi è<br />
l’ultimo grande attore di questa Dakar costretto<br />
al r<strong>it</strong>iro.<br />
Il penultimo era stato lo Slovacco Stefan Sv<strong>it</strong>ko.<br />
Anche lui una magnifica Dakar 2012, anche lui<br />
nei primi dieci. Ma non era l’anno, per nessuno<br />
dei due.<br />
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cyril Despres (kTM) vince<br />
la Dakar per la quinta volta.<br />
Faria e lopez ai posti d’onore<br />
di Piero Batini | L’ultima speciale a Francisco<br />
“Chaleco” Lopez, che ha fatto sognare i cileni, ma<br />
ha dovuto cambiare motore alla vigilia. Successo<br />
completo del Team Despres, con il “portatore<br />
d’acqua” Ruben Faria al secondo posto<br />
4<br />
132 133<br />
L<br />
’epilogo. Gli ultimi sofferti 600 chilometri.<br />
La prova speciale lunga, 350<br />
chilometri, “mascherata”, perché<br />
include un interminabile intermezzo<br />
neutralizzato di quasi 200 km. 110 km cronometrati<br />
fino a Canela Baja, e solo 15 a Limache,<br />
nell’epilogo-spettacolo all’interno di una “fazenda”<br />
che si contrappone al prologo di Pisco di due<br />
settimane fa. Non è la durezza della tappa, niente<br />
di trascendentale, che caratterizza l’impegno.<br />
È l’ultimo giorno, l’ultimo sforzo, ed è “v<strong>it</strong>ale”<br />
portarlo a compimento, e lo stress psicologico,<br />
dopo 13 giorni di fatica, di incertezza e di logorio<br />
diventa un peso quasi insopportabile. Ma<br />
alla fine c’è Santiago, Piazza della Cost<strong>it</strong>uzione<br />
davanti al Palazzo de la Moneda, il podio di arrivo,<br />
il simbolo della riusc<strong>it</strong>a dell’impresa. Niente<br />
“ataque final”, l’idolo locale Francisco Lopez non<br />
può mandare in visibilio i sui tifosi perché ha dovuto<br />
cambiare il motore alla sua KTM. Il “Piloto<br />
Nacional” aveva vinto la penultima tappa e scavalcato<br />
Ruben Faria nella generale, portandosi<br />
a otto minuti dal Leader. Ma la sost<strong>it</strong>uzione del<br />
propulsore, per un problema al cambio, costa a<br />
“Chaleco” 15 minuti e la seconda posizione, e ora<br />
il cileno deve difendere il podio dall’attacco dello<br />
slovacco Ivan Jakes, quarto a tre minuti dal cileno.<br />
“Salta” il thriller finale, ma Lopez batte Faria<br />
e Rodrigues all’intertempo, e Despres è in r<strong>it</strong>ardo<br />
di 8 minuti e 14 secondi! Non ci fosse stato<br />
il cambio di motore, i due primattori dell’ultima<br />
giornata di gara sarebbero separati da un secondo<br />
soltanto. L’entusiasmo popolare esplode<br />
nuovamente, il campanilismo di scorda in fretta<br />
della “legge”. E infine arriva l’ora dell’ultima super-speciale,<br />
ricavata all’interno della tenuta privata,<br />
riservata, come lamentano i cileni, a pochi<br />
privilegiati. L’arrivo della Dakar dei cileni privilegio<br />
di un piccola él<strong>it</strong>e!<br />
despres vince la sua quinta dakar<br />
Ed ecco l’ultimo traguardo. Vince Lopez, Faria<br />
è secondo, Barreda terzo. Despres finisce al 17°<br />
posto, ma non importa. Un solo Pilota può alzare<br />
le braccia al cielo, dopo due incredibili settimane<br />
a quell’inferno agonistico che è il più desiderato<br />
della storia dello sport motoristico, ed è lui: Cyril<br />
Despres. Il successo del francese è completo.<br />
Al secondo posto si classifica il suo “portatore<br />
d’acqua”, il portoghese Ruben Faria. E il terzo è<br />
“Chaleco” Lopez, che ha vinto cinque Speciali e<br />
che ha “rischiato” di chiudere al secondo posto<br />
assoluto. Cyril Despres, 39enne di Fontainebleau<br />
vince la sua quinta Dakar, uguagliando il record<br />
del primo m<strong>it</strong>o della corsa, Cyril Neveu. Neveu<br />
ha vinto nel ’79, ’80, 82, ’86 e 1987. Despres nel<br />
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2005, 2007, 2010 e l’anno scorso. Cyril Neveu è<br />
stato il pioniere, il primo Campione del Rally di<br />
Thierry Sabine, il primo di una serie cortissima<br />
di fuoriclasse speciali. Despres è il Campione<br />
moderno, Pilota ufficiale di una Marca, KTM, che<br />
vince ininterrottamente dal 2001, anno del primo<br />
successo di Fabrizio Meoni.<br />
despres vince la dakar 2013 con una<br />
sola v<strong>it</strong>toria<br />
Despres ha vinto la 34ma Dakar ottenendo una<br />
sola v<strong>it</strong>toria di tappa, la 9a, all’indomani della<br />
sua giornata più difficile quando, con il motore in<br />
panne, è diventato meccanico di se stesso e lo<br />
ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con quello del polacco Dabrowski.<br />
Questo succedeva a metà della tappa marathon.<br />
Il giorno dopo il Campione rompeva gli indugi e<br />
saliva in cattedra, dando grande dimostrazione<br />
134<br />
di forza con un’aggressiv<strong>it</strong>à che non è tra tra i<br />
“numeri” ab<strong>it</strong>uali del suo repertorio. Despres è<br />
stato al comando per un giorno alla fine della terza<br />
tappa, poi è sceso fino alla quinta posizione.<br />
Risal<strong>it</strong>o in testa al termine della decima giornata<br />
della corsa, ha conservato e difeso il primato<br />
fino all’ultimo giorno, fino a Santiago. Despres<br />
ha respinto l’attacco di numerosi pretendenti<br />
al T<strong>it</strong>olo che già deteneva. Joan Barreda, David<br />
Casteu, Olivier Pain, Helder Rodrigues, il nostro<br />
Alessandro Botturi, che non pretendeva niente<br />
ma ha dimostrato di essere uno dei grandi, Francisco<br />
Lopez, certo, che ci ha provato più di tutti<br />
fino alla fine. Alcuni degli avversari si sono messi<br />
fuori gara da soli, altri sono stati battuti. Non c’era<br />
Marc Coma alla verifica dei fuoriclasse, ma già<br />
siamo fuori dal reale, e solo chi vince sa come si<br />
fa. Ha vinto Despres, lui sa come.<br />
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enduro emilia romagna<br />
una proposta di legge<br />
lo mette a rischio<br />
di Andrea Perfetti | Dagli amici dell’Emilia Romagna<br />
ci arriva un grido di allarme: il progetto di legge REER<br />
impedirà di fatto la pratica di enduro, trial e 4x4 sul<br />
terr<strong>it</strong>orio con grande danno all’economia locale.<br />
Anche i sindaci si ribellano e noi siamo con loro!<br />
E nduro<br />
emilia romagna: una proposta<br />
di legge lo mette a rischio<br />
Dagli amici dell’Emilia Romagna arriva<br />
un grido di allarme: il progetto di legge REER impedirà<br />
di fatto la pratica di enduro, trial e 4x4 sul<br />
terr<strong>it</strong>orio con grande danno all’economia locale.<br />
Anche i sindaci si ribellano e noi siamo con loro.<br />
I sindaci di Bedonia e di Bardi hanno già scr<strong>it</strong>to al<br />
consiglio regionale dell’Emilia Romagna per inv<strong>it</strong>are<br />
il legislatore a r<strong>it</strong>irare il decreto. Le Associazioni<br />
di fuoristrada a due e quattro ruote intrattengono<br />
infatti ottimi rapporti di collaborazione<br />
con le locali caserme della Guardia Forestale e<br />
organizzano eventi di importanza nazionale di<br />
tipo sportivo ed escursionistico che portano in<br />
valle ogni anno centinaia di persone che mangiano,<br />
dormono e spendono nel terr<strong>it</strong>orio. Il divieto<br />
di circolazione e ancor di più le sanzioni amministrative<br />
proposte sono assurde, lontane dalla<br />
realtà dei fatti e prive di rispetto per il lavoro<br />
svolto dalle comun<strong>it</strong>à locali, che mantengono<br />
vivi i piccoli borghi dell’Appennino centrale. Il<br />
progetto di legge “Rete Escursionistica dell’Emilia<br />
Romagna e valorizzazione delle attiv<strong>it</strong>à escursionistiche”<br />
in breve REER, impedirà qualsiasi<br />
tipo di attiv<strong>it</strong>à fuoristrada a mezzi motorizzati,<br />
su tutti i percorsi che saranno inser<strong>it</strong>i in tale rete.<br />
Di fatto, se approvata, questa legge bandirà defin<strong>it</strong>ivamente<br />
Enduro, Trial, Quad e 4x4 da tutta la<br />
regione. Inoltre, visto che saranno vietati tutti gli<br />
sport considerati pericolosi, anche mountan bike<br />
e downhill saranno a forte rischio. La discussione<br />
in commissione avverrà il 4/2/2013 e la legge<br />
sarà approvata entro l’aprile di quest’anno. Occorre<br />
fare un censimento raccogliendo i nominativi<br />
di tutti gli amatori che praticano fuoristrada.<br />
Quest’elenco servirà ai delegati che cercheranno<br />
di far valere i nostri dir<strong>it</strong>ti nella commissione del<br />
4/2 per dimostrare che gli enduristi non sono<br />
quattro gatti, ma molto più numerosi dei turisti<br />
pedonali che con questa legge si vogliono tutelare<br />
ed agevolare. <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> appoggia l’iniziativa promossa<br />
dai ragazzi di Enduroterapia.com e inv<strong>it</strong>a<br />
i lettori a mandare una mail a info@enduroterapia.com<br />
con:<br />
Nome e Cognome<br />
Comune di residenza<br />
Fuoristrada praticato (es. enduro, trial, quad,<br />
4X4, ...)<br />
email (facoltativo)<br />
cellulare (facoltativo)<br />
Chi utilizza facebook mandi a tutti i suoi contatti/amici<br />
il link a questo indirizzo: http://<br />
www.facebook.com/pages/Enduroterapia/573026619378100<br />
Sport<br />
ed<strong>it</strong>ore:<br />
CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano<br />
P. Iva 11921100159<br />
responsabile ed<strong>it</strong>oriale<br />
Ippol<strong>it</strong>o Fassati<br />
capo redattore<br />
Andrea Perfetti<br />
redazione<br />
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Cristina Bacchetti<br />
Marco Berti<br />
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Edoardo Licciardello<br />
Grafica<br />
Thomas Bressani<br />
collaboratori<br />
Nico Cereghini<br />
Giovanni Zamagni<br />
Carlo Baldi<br />
Massimo Zanzani<br />
Lorenzo Boldrini<br />
Enrico De V<strong>it</strong>a<br />
Ottorino Piccinato<br />
Antonio Priv<strong>it</strong>era<br />
Antonio Gola<br />
Alfonso Rago<br />
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Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003<br />
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