Prove - Moto.it
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Numero 115<br />
16 Luglio 2013<br />
97 Pagine<br />
All’Interno<br />
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| prova cross |<br />
KTM<br />
SX 2014<br />
da Pag. 2 a Pag. 13<br />
<strong>Moto</strong>GP Germania<br />
V<strong>it</strong>toria di Marquez,<br />
terzo Rossi ma delude.<br />
Articoli, commenti<br />
e pagelle<br />
MX Finlandia<br />
Cairoli chiude la serie<br />
di tappe scandinave<br />
con la terza v<strong>it</strong>toria<br />
consecutiva<br />
Prova<br />
Honda MSX 125<br />
Una moto compatta,<br />
agile, che punta ai<br />
sedicenni e non solo<br />
NEWS: Suzuki V-Strom 1000, foto spia | Aprilia Tuono V4 2014 | BMW K1600GT Sport | Ducati Scrambler?<br />
Nico Cereghini: Rossi, l’avantreno, la fiducia e noi | SBK: Superbike Evo le quasi-stock che piacciono ai team
KTM SX 2014 PrEGI Inserimento in curva DIFETTI Piega manubrio molto bassa<br />
ProvA croSS<br />
Evoluzione<br />
americana<br />
Difficile migliorare se il livello è alto. Ma attingendo<br />
all’esperienza negli USA la KTM ha introdotto sulle<br />
cross 2014 tanti cambiamenti nel setting e<br />
nell’impostazione. Tali da rendere le moto più<br />
divertenti da guidare e semplici da gestire<br />
di Aimone Dal Pozzo<br />
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L<br />
a gamma SX è di per sé davvero<br />
evoluta e le derivazioni gara che<br />
corrono nei vari campionati del<br />
mondo lo dimostrano da diverso<br />
tempo. Ciò che diversamente<br />
dagli anni passati ha influenzato<br />
in maniera evidente lo sviluppo dei modelli<br />
2014 sono state le esperienze maturate in Nord<br />
America durante i campionati, e il riscontro dal<br />
mercato stesso che richiede le moto arancioni<br />
in configurazione più adatta a loro terreni e piste<br />
locali. La maggior parte del lavoro è stato svolto<br />
prestando particolare attenzione al comparto<br />
sospensioni che è stato modificato. La forcella<br />
2014 è molto più rigida e sostenuta, mentre il<br />
mono ammortizzatore tende a rimanere più seduto<br />
(è più corto di 4 mm) e scarico. Il risultato<br />
è un inserimento leggermente più lento, ma una<br />
guidabil<strong>it</strong>à molto più conforme alle caratteristiche<br />
delle SX. L’avantreno di conseguenza rimane<br />
molto più alto e soprattutto nei tratti veloci<br />
e nelle discese non si “avv<strong>it</strong>a” più rischiando di<br />
sbacchettare e di andare a lavorare nella parte<br />
finale della corsa, quando la forcella rimane<br />
molto nervosa. Anche in questo caso, cosi come<br />
per i modelli enduro EXC 2014, l’intero comparto<br />
sospensioni è ora affidato interamente alle<br />
<strong>Prove</strong><br />
competenze WP (azienda sempre di proprietà del<br />
gruppo KTM, www.wp-group.com), che a partire<br />
da quest’anno distribuirà, in maniera capillare,<br />
anche tutti i propri prodotti aftermarket non solo<br />
relativamente al mondo delle sospensioni con k<strong>it</strong><br />
evolutivi di grande rilievo, ma anche telai, radiatori<br />
e impianti di scarico. Le ulteriori modifiche di<br />
rilievo ricalcano a grandi linee quanto di nuovo è<br />
stato già fatto sulla nuova gamma enduro 2014.<br />
Troviamo infatti la cruna catena che è più rigida<br />
(il disegno di quella da cross è esclusivo per<br />
i modelli SX) e allo stesso tempo più leggera di<br />
120 grammi, la spugna della sella più sostenuta<br />
e di materiale più resistente e duraturo, il tappo<br />
della benzina ridisegnato (in questo caso non a<br />
scatto ma a v<strong>it</strong>e), il nuovissimo impianto frenante<br />
anteriore della Brembo con nuovo pistoncino<br />
più piccolo (da 10 a 9 mm), posizione del serbatoio<br />
supplementare cambiata e coppia pastiglie<br />
più morbide, nuovo silenziatore che sulle motorizzazioni<br />
più grandi riduce l’emissione sonora di<br />
1,5 dB ed infine nuove grafiche arancioni e rosse,<br />
molto particolari e aggressive. Per il resto le sovrastrutture<br />
rimangono invariate.<br />
Le due tempi SX 125, 150 e 250<br />
Dopo lo stravolgimento del 2012, i modelli a<br />
due tempi rimangono sostanzialmente uguali,<br />
ricevendo come sempre piccoli aggiornamenti<br />
comuni alla gamma. Avendo implementato un<br />
nuovo gruppo di lamelle, ora prodotto in KTM e<br />
non più di derivazione V Force, vengono riviste<br />
integralmente anche le impostazioni di base<br />
della carburazione. Cambiano anche i componenti<br />
delle teste al fine di ottenere uno scoppio<br />
più regolare ed un’erogazione più lineare. In<br />
pista qualsiasi di queste due tempi è in grado<br />
di far divertire chi le guida. La piccola 125, così<br />
come l’anabolizzata 150, continuano ad attirare<br />
i giovani che salgono dal minicross e sono ormai<br />
diventate un passaggio necessario e imprescindibile<br />
nella cresc<strong>it</strong>a di un pilota. L’erogazione<br />
è talmente lineare e corposa che si avvicina a<br />
quella di un quattro tempi ed è difficile volere<br />
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qualcosa di meglio. Leggere quasi come una bici<br />
down-hill, sono simbolo di agil<strong>it</strong>à e reattiv<strong>it</strong>à, non<br />
solo per i più piccoli, ma anche per chi, ad una<br />
certa età, è stufo di farsi tirare le braccia dai trattorini<br />
a quattro tempi e vuole soltanto andare in<br />
moto e divertirsi senza fare troppa fatica. Passando<br />
alla 250, si apprezza il piacere di guidare.<br />
Sebbene sia diventato raro sentire un due tempi<br />
girare in una pista da cross, questa voce fuori<br />
dal coro è assolutamente giustificata. Anch’essa<br />
leggera come una bici ed agile come uno scoiattolo,<br />
la 250 si muove agile e veloce nelle buche<br />
del tracciato e, pur perdendo metri in trazione<br />
rispetto alle quattro-tì, dona il meglio di sé nei<br />
cambi di direzione e negli inserimenti nei canali.<br />
La quattro tempi SX 250 F<br />
Il propulsore 250 ricalca le caratteristiche del<br />
modello 2013 in quanto lo scorso anno era già<br />
stato integralmente rivisto e ridisegnato. La<br />
base è ormai comune alla sorella maggiore 350<br />
e il range di utilizzo è davvero assurdo. Di primo<br />
impatto, procedendo a bassa veloc<strong>it</strong>à si ha quasi<br />
l’impressione di avere un rapporto del cambio<br />
molto corto in quanto, dopo pochi metri finiscono<br />
in fretta le 5 marce disponibili, ma poi si<br />
scopre che questo è dovuto all’enorme finestra<br />
di erogazione che è in grado di produrre. Si arriva<br />
infatti ai 14.000 giri con semplic<strong>it</strong>à e la progressione<br />
sembra finire lì solo in virtù di un lim<strong>it</strong>e<br />
elettronico. In pista questo motore 250, oltre a<br />
permettere un’ottima percorrenza di curva già a<br />
metà dell’erogazione, si rende unico nell’allungo<br />
dove la spinta sembra non finire mai. Rispetto<br />
alla versione 2013, pare accettare di buon grado<br />
la marcia superiore già ai medi regimi ed è in<br />
grado di portarla avanti senza cali di potenza. La<br />
continua ricerca della cavalleria, elemento essenziale<br />
a di primaria importanza per le piccole<br />
cubature e per la filosofia KTM, ancora una volta<br />
non ha compromesso la guidabil<strong>it</strong>à e la piacevolezza<br />
di guida.<br />
La scelta di cairoli, la SX 350 F<br />
Passando alle propulsioni più grandi abbiamo<br />
pensato di chiedere direttamente ai massimi<br />
esperti di riferimento quali, sono secondo loro,<br />
le caratteristiche distintive. Antonio Cairoli, pilota<br />
ufficiale KTM, ci ha detto perché preferisce<br />
la cilindrata intermedia: “Per quanto mi riguarda,<br />
le piste europee sulle quali corriamo per la maggior<br />
parte dell’anno sono più adatte a una moto<br />
più piccola. In secondo luogo io sono piccolo e<br />
leggero e le caratteristiche della 350 mi si addicono<br />
maggiorente. Da una parte vieni sballonzolato<br />
più in giro, ma dall’altra ti stanchi di meno e<br />
<strong>Prove</strong><br />
alla fine sei più efficace. Inoltre le leggerezza di<br />
questa moto mi consente di effettuare dei cambi<br />
di traettoria molto rapidi ed in veloc<strong>it</strong>à, che sono<br />
una delle basi del mio stile di guida.” Particolare<br />
anche la dichiarazione di Joachim Sauer, Product<br />
Manager Off Road che spiega che dopo il<br />
primo anno di vend<strong>it</strong>e boom del modello 350 (il<br />
2011, ndr) c’è stato un calo nelle vend<strong>it</strong>e, ma che<br />
nel 2013 è completamente spar<strong>it</strong>o a segu<strong>it</strong>o dei<br />
miglioramenti fatti al propulsore sia in termini di<br />
affidabil<strong>it</strong>à che di potenza erogata. A voler paragonare<br />
le due moto, a due anni di distanza, è<br />
facile credere che non siano nemmeno lontane<br />
parenti. La 2014 infatti ricalca il carattere della<br />
precedente, profondamente cambiata rispetto<br />
alla prima edizione. La progressione in usc<strong>it</strong>a di<br />
curva è corposa quanto basta per tenere una<br />
marcia superiore, grazie anche alla nuova spaziatura<br />
del cambio a 5 marce e gode altrettanto<br />
di una potenza massima assimilabile a un 450. Il<br />
nuovo setting delle sospensioni, più rigido all’anteriore,<br />
ne esalta ancora di più le caratteristiche<br />
in quanto ora, oltre che essere agile e potente, è<br />
anche bella stabile. Di contro se da sempre l’ho<br />
r<strong>it</strong>enuta la più divertente e meno impegnativa da<br />
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guidare, ora, date le enormi potenzial<strong>it</strong>à, la r<strong>it</strong>engo<br />
particolarmente impegnativa in quanto non<br />
sembra avere mai un lim<strong>it</strong>e.<br />
Ken DeDycker e la SX 450 F<br />
Ne parliamo con Ken DeDycker, anch’egli pilota<br />
ufficiale KTM nel team De Carli che ci racconta<br />
le Sue preferenze: “Non l’ho nemmeno provato<br />
il 350. Io ho un fisico molto grande e sono particolarmente<br />
pesante, ho dunque bisogno di un<br />
motore potente ed il 450 KTM mi soddisfa pienamente.<br />
Uso il cambio standard a 5 marce che<br />
è ben spaziato anche se, per le piste che usiamo<br />
noi, la prima marcia non serve quasi mai.” Per<br />
Ken è la potenza a fare da cardine, ma per noi<br />
comuni mortali, tale potenza deve essere anche<br />
gestibile. L’erogazione del motore 450 arancione<br />
permette al pilota di potere indirizzare facilmente<br />
la SX-F nella direzione che meglio r<strong>it</strong>iene,<br />
mentre la percezione del peso è minima. Con il<br />
cambio a 4 marce, ora rivisto negli innesti, è sufficiente<br />
mettere la terza marcia e dimenticare i<br />
comandi di frizione e cambio, tanto è elastico e<br />
corposo il motore. Al contrario delle sorelle minori<br />
dove l’obiettivo è la massima prestazione in<br />
termini di cavalli, per la 450 lo è la gestione della<br />
potenza e questo, alla fine la rende molto meno<br />
stancante poiché segue con molta più facil<strong>it</strong>à le<br />
<strong>Prove</strong><br />
Per Ken DeDycker è la potenza a fare da cardine,<br />
ma per noi comuni mortali, tale potenza deve essere<br />
anche gestibile<br />
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traettorie impostate. A listino sono sempre onnipresenti<br />
anche le piccole minicross, a partire<br />
dalla piccola 50 Sx monomarcia, fino ad arrivare<br />
alla 85 da competizione e che, grazie alle doti<br />
tecniche e immagine da moto grande, hanno sostanzialmente<br />
monopolizzato il mercato che va<br />
dai 4 ai 15 anni di età. Questa volta non ho avuto<br />
il piacere di provarle, ma ho ancora vivo nei ricordi<br />
l’imbarazzo della gestione di tanta potenza su<br />
mezzi così piccoli. La gamma cross KTM SX sarà<br />
a breve disponibile presso tutti i concessionari<br />
della rete di vend<strong>it</strong>a ai seguenti prezzi: 125 SX €<br />
7.495, 150 SX € 7.695, 250 SX € 7.895, 250 SX-F<br />
€ 8.695, 350 SX-F € 8.995, 450 SX-F € 9.295.<br />
<strong>Prove</strong><br />
Casco: HJC R-PHA X Airaid<br />
Occhiali : Thor Ally Wrap Scorpio Goggle<br />
Maglia: Ufo Micron<br />
Pantaloni: Ufo Micron<br />
Guanti: Ufo Micron<br />
Stivali: Forma Predator<br />
Neck brace: Ortema Neck Brace<br />
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ABBIGLIAMENTO
Honda MSX 125 PrEGI Agil<strong>it</strong>à e divertimento di guida DIFETTI Sospensione posteriore Prezzo 3.100 €<br />
ProvA nAKED<br />
La c<strong>it</strong>tà in tasca<br />
Avete presente la Monkey? E’ la mini bike Honda<br />
costru<strong>it</strong>a da 50 anni. L’interpretazione moderna<br />
di quel concetto è la MSX 125: una moto compatta,<br />
agile, pronta, che punta al cuore di sedicenni...<br />
e non<br />
di Cristina Bacchetti<br />
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L<br />
a sigla MSX significa Mini Street<br />
X-treme e chiarisce da sub<strong>it</strong>o l’idea<br />
di Honda di creare una moto<br />
compatta, perfetta per i bikers<br />
in erba ma anche per chi vuole<br />
muoversi in c<strong>it</strong>tà con l’agil<strong>it</strong>à di<br />
uno scooter senza rinunciare al piacere delle<br />
marce, che su MSX sono quattro, e all’idea di<br />
guidare una moto vera. MSX si ispira chiaramente<br />
alla Honda Monkey, nata nel 1963, ancora in<br />
produzione e famosa per le piccole ruote e per<br />
le dimensioni ridotte. Monkey è stata prodotta<br />
in due cilindrate: 100 e 50 cc, e fu segu<strong>it</strong>a dai<br />
modelli Dax ed Ape; tutti di grande successo e<br />
apprezzati soprattutto da chi cercava una moto<br />
da modificare e adattare alle personali esigenze:<br />
non si contano le special su base Monkey in giro<br />
per il mondo e le repliche prodotte da utilizzare<br />
come “tender” sui camper. La mission di MSX,<br />
sviluppata in Thailandia dalla filiale Honda, è la<br />
stessa ma ovviamente con contenuti e tecnologie<br />
moderni, oltre che con una linea più vicina<br />
alle naked del momento, come suggeriscono il<br />
faro anteriore con proiettore combinato e luce<br />
blu sulla lente e il faro posteriore a LED. Un tentativo,<br />
quello di Honda, di mettere in sella i più<br />
giovani, ma anche di ricalcare la storia di quella<br />
che è stata una moto di successo, puntando a<br />
far diventare la spigliata MSX “la modaiola” del<br />
momento.<br />
<strong>Moto</strong>re<br />
Il cuore della MSX125 è un monocilindrico da<br />
<strong>Prove</strong><br />
124,9 cc a 4 tempi con raffreddamento ad aria,<br />
distribuzione monoalbero a 2 valvole e cambio a<br />
4 marce. E’ alimentato dall’iniezione elettronica<br />
Honda PGM-FI con starter automatico e avviamento<br />
elettrico ed eroga una potenza di 7,2 Kw,<br />
cioè 10 cv, a 7.000 giri e ha una coppia massima<br />
di 10,9 Nm a 5.500 giri. Si tratta di un propulsore<br />
già prodotto fino ad oggi in quasi un milione di<br />
un<strong>it</strong>à e sviluppato ulteriormente proprio per la<br />
nuova MSX 125. Adotta tecnologie a basso attr<strong>it</strong>o,<br />
come ad esempio il cilindro disassato (che<br />
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già troviamo su PCX, SH, CBR250R e CRF250L)<br />
e il bilanciere a rullo per l’azionamento delle valvole.<br />
Altra soluzione che troviamo sulla MSX è la<br />
divisione in due del collettore e del condotto di<br />
aspirazione, in modo da migliorare l’erogazione<br />
di coppia ai bassi e medi regimi, anche grazie<br />
all’airbox da 3 l<strong>it</strong>ri con filtro a pannello in carta. Il<br />
collettore del sistema di scarico ha un diametro<br />
di 28,6 mm e un silenziatore multi-sezione da 3<br />
l<strong>it</strong>ri.<br />
Telaio e ciclistica<br />
Il telaio adottato dalla MSX è un monotrave<br />
superiore in acciaio a sezione quadra: la trave<br />
principale congiunge direttamente il cannotto<br />
di sterzo con le piastre di infulcraggio del<br />
forcellone,così tutte le altre componenti rimangano<br />
sospese: il motore stesso è fissato in tre<br />
punti e risulta praticamente appeso al telaio.<br />
<strong>Prove</strong><br />
Anche i componenti del sistema di iniezione elettronica<br />
e dell’impianto elettrico trovano spazio<br />
sotto le sovrastrutture senza toglierne al serbatoio<br />
del carburante, che ha una capac<strong>it</strong>à di<br />
5,5 l<strong>it</strong>ri. Un po’ di numeri: l’interasse è di 1.200<br />
mm, 25° l’inclinazione del cannotto di sterzo, 81<br />
mm l’avancorsa. Il comparto sospensioni prevede<br />
una forcella a steli rovesciati da 31 mm e un<br />
monoammortizzatore collegato al forcellone in<br />
acciaio scatolato con forma ad H e sezione da<br />
50 x 25 mm. I cerchi in alluminio pressofuso da<br />
12 pollici con canale da 2,5’’ e razze a Y (come<br />
quelli della CBR), calzano pneumatici Vee Rubber<br />
ribassati nelle misure 120/70-12 all’anteriore<br />
e 130/70-12 al posteriore. Ruote piccole sì, ma<br />
freni da grande: l’impianto conta su un disco da<br />
220 mm all’anteriore, morso da una pinza a due<br />
pistoncini, e un disco da 190 mm al posteriore<br />
con pinza a un solo pistoncino.<br />
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come va<br />
La linea della nuova MSX è indubbiamente accattivante<br />
ma, appena vista dal vivo lì sul cavalletto<br />
(un po’ scomodo da azionare), i primi dubbi<br />
sull’ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à si fanno avanti: ha le dimensioni<br />
di uno scooter e l’ergonomia di una moto, con<br />
ruote da 12”… Bando ai dubbi saltiamo in sella e<br />
scopriamo che (chi scrive sfiora il metro e settanta)<br />
la posizione è assolutamente comoda, la<br />
triangolazione sella-manubrio-pedane perfetta e<br />
probabilmente anche piloti più alti non ci starebbero<br />
poi così male. La sella, non proprio morbidissima,<br />
è a 765 mm da terra ed è abbastanza<br />
lunga per osp<strong>it</strong>are un passeggero; anche per lui<br />
le pedane son ben posizionate e un’ampia cover<br />
sulla marm<strong>it</strong>ta ev<strong>it</strong>a scottature visto il posizionamento<br />
molto alto del terminale di scarico (ottimo<br />
il sound, non fastidioso ma grintoso per una<br />
piccola 125). Gli specchietti, piccoli e tondi, non<br />
offrono un’ottima visibil<strong>it</strong>à, di sicuro ricalcano fedelmente<br />
la linea di quelli della Monkey, ma vista<br />
la linea moderna della MSX non sarebbero stati<br />
male un paio di retrovisori in stile naked, probabilmente<br />
più adatti ed efficienti. La strumentazione<br />
è ben leggibile e il display dig<strong>it</strong>ale LCD<br />
mostra tachimetro, contachilometri con parziale,<br />
indicatore del livello carburante e orologio. Il<br />
reset del parziale, l’impostazione dell’orologio<br />
e l’alternanza fra totale e parziale sono selezionabili<br />
attraverso i tasti posti a lato del cruscotto.<br />
Una volta in marcia MSX non finisce di stupirci:<br />
la frizione multidisco in bagno d’olio è estremamente<br />
docile, il cambio preciso e la risposta del<br />
gas pronta e scattante, complice anche il peso<br />
decisamente ridotto: 101,7 kg in ordine di marcia,<br />
col pieno di benzina. Il peso piuma si percepisce<br />
anche in marcia e l’agil<strong>it</strong>à della MSX è<br />
paragonabile, se non superiore, a quella di uno<br />
scooter. Nel traffico milanese se l’è cavata alla<br />
grande, svicolando con nonchalance tra le auto<br />
e attirando su di sé non pochi sguardi incurios<strong>it</strong>i<br />
a ogni semaforo. Nel suo hab<strong>it</strong>at ideale, la c<strong>it</strong>tà,<br />
Nel traffico milanese se l’è cavata alla grande,<br />
svicolando con nonchalance tra le auto e attirando<br />
su di sé non pochi sguardi<br />
<strong>Prove</strong><br />
20 21
ZooM<br />
ZooM<br />
22 23
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è quindi agile e veloce; fuori c<strong>it</strong>tà raggiunge facilmente<br />
i 100 km orari mantenendo una buona<br />
stabil<strong>it</strong>à e protezione dall’aria, ma non chiedetele<br />
di più! Una cosa è certa: il divertimento in sella è<br />
sempre assicurato! Ottima la frenata per quanto<br />
riguarda l’anteriore, pronta e modulabile, decisamente<br />
meno mordente invece il posteriore, probabilmente<br />
per i pochissimi chilometri percorsi<br />
dalla moto da noi provata, con alcuni elementi<br />
– e tra questi di sicuro anche il freno posteriore<br />
- ancora da rodare. Idem per le sospensioni:<br />
ottima la risposta della forcella, un po’ più scorbutico<br />
e ostile ad incassare colpi il posteriore, sia<br />
sulle buche che - e soprattutto - sul pavè. Visti i<br />
tempi che corrono Honda propone un mezzo facile,<br />
che necess<strong>it</strong>a di poca manutenzione e che,<br />
soprattutto, consuma poco: in un ciclo di un’ora<br />
a 60 km/h è stato stimato un consumo di un l<strong>it</strong>ro<br />
per 63,2 km che, tradotto su strada significa una<br />
percorrenza di 40 km/l in amb<strong>it</strong>o c<strong>it</strong>tadino, con<br />
andatura brillante. MSX 125, erede della m<strong>it</strong>ica<br />
Monkey, è già disponibile - in bianco o nero - a<br />
3.100 euro franco concessionario.<br />
Honda MSX 125 € 3.100<br />
Tempi: 4<br />
Cilindri: 1<br />
Cilindrata: 124.9 cc<br />
Disposizione cilindri: Orizzontale<br />
Raffreddamento: ad aria<br />
Avviamento: E<br />
Potenza: 10 cv (7.2 kW) / 7000 giri<br />
Coppia: 10.9 Nm / 5500 giri<br />
Marce: 4<br />
Freni: D-D<br />
Misure freni: 220-190 mm<br />
Misure cerchi (ant./post.): 12’’ / 12’’<br />
Normativa antinquinamento: Euro 3<br />
Peso: 101.7 kg<br />
Lunghezza: 1760 mm<br />
Larghezza: 755 mm<br />
Altezza sella: 765 mm<br />
Segmento: Altro<br />
<strong>Prove</strong><br />
24 25<br />
SCHEDA TECNICA<br />
ABBIGLIAMENTO<br />
Casco LS2 FF393 Convert<br />
Guanti Spidi<br />
Scarpe Forma Urban Touch Hi-Dry
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Suzuki V-Strom 1000 my 2014<br />
Le prime foto in strada<br />
Il nuovo V-Strom 1000, una delle nov<strong>it</strong>à più attese di Suzuki, è stato<br />
immortalato durante un giro di collaudo sulle Alpi tedesche. Dagli scatti<br />
si intuiscono già alcune caratteristiche della maxi-enduro stradale<br />
I<br />
l nuovo V-Strom 1000, una delle nov<strong>it</strong>à più<br />
attese di Suzuki, è stato immortalato durante<br />
un giro di collaudo sulle Alpi tedesche.<br />
Dagli scatti si intuiscono già alcune caratteristiche<br />
della maxi-enduro stradale: Cerchi da 19<br />
e impostazione che punta al confort; linee snelle<br />
ma che non rinunciano a dare un senso di protezione.<br />
Il modello “spiato” in prova, nelle linee,<br />
non è molto dissimile da quello attuale.<br />
Foto: motorcyclistonline.com<br />
26<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
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News<br />
La nuova Suzuki V-Strom 1000<br />
secondo il suo progettista<br />
Tomohisa Ichimaru è il product planner Suzuki che ha avuto il comp<strong>it</strong>o<br />
di sviluppare il progetto della nuova V-Strom 1000. Una Sport Enduro<br />
Tourer che si stacca dalla concorrenza 1200<br />
L<br />
a moto non è solo<br />
un mezzo di trasporto<br />
come altri, e chi<br />
macina chilometri<br />
in sella lo sa bene: ergonomia,<br />
comfort, pratic<strong>it</strong>à e prestazioni<br />
sono solo alcuni degli elementi<br />
attorno ai quali concentrarsi, a<br />
maggior ragione se l’obiettivo<br />
è quello di realizzare una vera<br />
Sport Enduro Tourer come la<br />
Suzuki V-Strom 1000. Tomohisa<br />
Ichimaru, Product Planner<br />
che ha avuto il comp<strong>it</strong>o di sviluppare<br />
il progetto, è la persona<br />
giusta. “Ho posseduto una<br />
Band<strong>it</strong> 1200 S, una Hayabusa,<br />
e una V-Strom 650 del 2008,<br />
ora ho una V-Strom 650 e una<br />
vecchia RMX250. Il mio hobby<br />
è il turismo sulla lunga distanza,<br />
ogni primavera e estate affronto<br />
viaggi di una settimana che<br />
prevedono lunghe percorrenze.<br />
Attraverso queste esperienze<br />
di guida personali, ho potuto<br />
raccogliere le mie opinioni su<br />
come migliorare la moto dal<br />
punto di vista del proprietario”.<br />
La realizzazione del “concept”<br />
DL 1000, che prossimamente<br />
darà v<strong>it</strong>a alla nuova V-Strom<br />
1000, nasce proprio da questi<br />
elementi, raccolti anche lun-<br />
go un tour europeo grazie alla<br />
collaborazione delle concessionarie<br />
Suzuki e alle informazioni<br />
degli utenti. “Il concept di<br />
prodotto della nuova V-Strom<br />
1000 è l’estensione di quello<br />
della 650. Abbiamo puntato a<br />
costruire una moto capace di<br />
offrire grande potenza e prestazioni<br />
senza però l’impegno<br />
richiesto da una moto di grande<br />
cilindrata. Il pilota può godere<br />
di una guida confortevole con<br />
grande manovrabil<strong>it</strong>à”. La nuova<br />
V-Strom 1000 è equipaggiata<br />
delle medesime pinze freno<br />
anteriori monoblocco a attacco<br />
radiale impiegate sulla sportiva<br />
GSX-R 1000, e offre di serie<br />
il sistema ABS. La dotazione<br />
tecnica inoltre prevede per la<br />
nuova V-Strom 1000 il sistema<br />
elettronico di controllo della<br />
trazione, e sarà la prima moto<br />
Suzuki di produzione a adottare<br />
questa tecnologia. Il motore,<br />
derivato dal noto bicilindrico<br />
a V da 1000 cc già impiegato<br />
sulla precedente generazione<br />
V-Strom 1000, è stato oggetto<br />
di numerosi interventi al fine di<br />
ottenere maggiore regolar<strong>it</strong>à ai<br />
regimi inferiori e migliori performance<br />
in accelerazione.<br />
Dalle parole di chi ha guidato<br />
il team di sviluppo della nuova<br />
V-Strom 1000 emerge inoltre<br />
una grande attenzione alla realizzazione<br />
del set di valigie<br />
(due laterali e quella posteriore)<br />
al fine di garantire ingombri<br />
lim<strong>it</strong>ati che non influiscano<br />
sulla maneggevolezza e sulla<br />
stabil<strong>it</strong>à della moto. “Vorrei<br />
che i proprietari dell’attuale V-<br />
Strom 650 e della precedente<br />
V-Strom 1000, così come ogni<br />
pilota che ama i lunghi percorsi,<br />
provassero la nuova V-Strom<br />
1000. Se apprezzate il carattere<br />
divertente e emozionante della<br />
V-Strom, sono certo vi piacerà”.<br />
“Ho iniziato a lavorare in Suzuki<br />
nel1997. Nel 2000, dopo tre<br />
anni di esperienza nel campo<br />
delle vend<strong>it</strong>e, mi hanno confer<strong>it</strong>o<br />
un nuovo incarico nella divisione<br />
<strong>Moto</strong> Product Planning.<br />
Da allora, ho lavorato al progetto<br />
di prodotti quali gli ATV come<br />
l’ LT-Z400 e moto nude come la<br />
Band<strong>it</strong> e la GSR. Per il progetto<br />
di sviluppo della nuova V-Strom<br />
650, mi hanno confer<strong>it</strong>o l’incarico<br />
di responsabile dei nostri<br />
modelli Enduro Tourer e ho<br />
lavorato sulla definizione del<br />
“concept”, il livello di equipag-<br />
28 29
30<br />
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giamento e l’obiettivo delle performance<br />
da raggiungere della<br />
nuova V-Strom 1000”. Quindi,<br />
oggi Lei guida una moto che<br />
ha progettato di persona. Puoi<br />
raccontarci di questa storia?<br />
Sì, guidavo una V-Strom della<br />
prima serie e mi hanno dato<br />
la responsabil<strong>it</strong>à di sviluppare<br />
la nuova generazione proprio<br />
del modello che guidavo io. A<br />
segu<strong>it</strong>o dello sviluppo del progetto,<br />
ero così fiducioso e soddisfatto<br />
dei miglioramenti che<br />
avevamo fatto, che ne ho comprata<br />
una. “Il mio hobby è andare<br />
in moto percorrendo lunghe<br />
distanze in primavera ed estate,<br />
normalmente sto via una settimana.<br />
Attraverso queste esperienze<br />
di guida personali, ho costru<strong>it</strong>o<br />
la mia opinione su come<br />
migliorare la moto dal punto di<br />
vista del pilota. Per una persona<br />
come me, è stata una grande<br />
opportun<strong>it</strong>à fornire le mie<br />
idee ed esperienze come contributo<br />
allo sviluppo del nuovo<br />
modello. Normalmente faccio<br />
400 km al giorno, 2000-3000<br />
km in totale ogni viaggio. Per<br />
me, il piacere di guidare è dato<br />
da quei momenti in cui l’uomo e<br />
la moto sono all’unisono”. “Per<br />
la nuova V-Strom abbiamo effettuato<br />
un’indagine in Europa<br />
che ci ha permesso di conoscere<br />
meglio i clienti tipo di questa<br />
moto: sono piloti esperti, dai<br />
40 anni in su, che hanno una<br />
certa esperienza di guida con<br />
le moto. La nostra indagine è<br />
stata condotta da un team che<br />
ha effettuato una settimana<br />
di viaggio in giro per l’Europa,<br />
mettendosi dalla parte dei guidatori<br />
e saggiando una molt<strong>it</strong>udine<br />
di strade diverse. Oltre<br />
questo abbiamo parlato con i<br />
motociclisti e i concessionari<br />
locali. Abbiamo scoperto che<br />
i clienti utilizzano la loro moto<br />
praticamente ogni giorno, dal<br />
commuting alle lunghe percorrenze.<br />
È stata una grande opportun<strong>it</strong>à<br />
per il team di sviluppo<br />
per comprendere il reale utilizzo<br />
delle moto e le condizioni<br />
delle strade, guardando le cose<br />
dal punto di vista dei motociclisti.<br />
Questa esperienza sulle<br />
strade europee ha permesso<br />
un miglior sviluppo del modello”.<br />
“Le Enduro Tourer sono<br />
moto divertenti e maneggevoli<br />
da guidare. Tuttavia questa tipologia<br />
di moto può sembrare<br />
ingombrante e intimidire i piloti<br />
prima ancora di salire in sella.<br />
Sappiamo che le dimensioni e<br />
il peso di queste moto potrebbe<br />
compromettere la manovrabil<strong>it</strong>à<br />
nelle strade c<strong>it</strong>tadine più<br />
strette. A mio modo di vedere<br />
questo è un punto a sfavore<br />
delle moto Enduro Tourer di<br />
grossa cilindrata. Sulla V-Strom<br />
1000 abbiamo lavorato per risolvere<br />
questo tipo di problema<br />
in modo che il maggior numero<br />
di motociclisti possa godere del<br />
piacere di usare questa Enduro<br />
Tourer. Per raggiungere questo<br />
obiettivo, il primo sforzo è<br />
stato quello di ridurre il peso. Il<br />
nostro team di sviluppatori ha<br />
lavorato alacremente per limare<br />
e ridurre il peso laddove possibile.<br />
Il risultato di questi sforzi<br />
ha permesso di incrementare la<br />
facil<strong>it</strong>à di manovra, migliorare<br />
le prestazioni in curva, o semplicemente<br />
di rendere più facile<br />
posizionare la moto sul cavalletto<br />
centrale. Per una maggiore<br />
facil<strong>it</strong>à nel mettere il piede<br />
a terra, abbiamo posto grande<br />
attenzione alla forma della sella<br />
e alla sua altezza da terra.<br />
Grazie a questi accorgimenti,<br />
e al design snello del motore V-<br />
Twin, il pilota può toccare molto<br />
più facilmente con i piedi a terra”.<br />
“Per godersi la guida anche<br />
durante lunghi viaggi, è importante<br />
puntare sulla versatil<strong>it</strong>à di<br />
una moto capace di adattarsi e<br />
cambiare a seconda della condizioni<br />
stradali e atmosferiche.<br />
Insieme alla riduzione complessiva<br />
del peso abbiamo lavorato<br />
per migliorare la maneggevolezza<br />
allungando l’interasse<br />
e incrementando la rigid<strong>it</strong>à del<br />
telaio.<br />
Lo pneumatico anteriore da 19<br />
pollici permette inoltre un bilanciamento<br />
perfetto tra stabil<strong>it</strong>à<br />
e agil<strong>it</strong>à. Il sistema frenante<br />
con ABS è di serie, e le pinze<br />
freno anteriori, radiali a monoblocco,<br />
sono le stesse utilizzate<br />
sulla GSX-R1000 del 2011. In<br />
aggiunta, per la prima volta su<br />
una moto Suzuki, è stato incluso<br />
il controllo di trazione. Per<br />
quanto riguarda le sospensioni,<br />
abbiamo dotato la V-Strom<br />
1000 di nuove forcelle a steli<br />
rovesciati per una maggiore<br />
stabil<strong>it</strong>à e comfort di guida. Anche<br />
la posizione di guida è stata<br />
rivista in modo da garantire al<br />
pilota comfort e controllo totale<br />
della moto. “Il motore bicilindrico<br />
produce un rumore dello<br />
scarico ed una sensazione di<br />
accelerazione uniche. Sebbene<br />
il motore sia basato su quello<br />
della V-Strom 1000, le parti<br />
interne sono state accuratamente<br />
ridisegnate e rifin<strong>it</strong>e per<br />
aumentare il controllo ai bassi<br />
e medi regimi e le performance<br />
in accelerazione. In questa<br />
fase, non posso rivelare tutti i<br />
dettagli delle modifiche e dei<br />
miglioramenti, ma suggerisco<br />
ai clienti V-Strom di effettuare<br />
il test-ride e provare la differenza”.<br />
“Le borse laterali e bauletto<br />
centrale sono componenti<br />
fondamentali per un a touring<br />
perché il loro è un utilizzo quotidiano.<br />
Io stesso ho deciso<br />
di montare sia il bauletto sia<br />
le borse laterali sulla mia V-<br />
Strom650. Durante l’ideazione<br />
della V-Strom 1000 abbiamo<br />
dato grande importanza alla realizzazione<br />
dei tre bauletti. Abbiamo<br />
lavorato molto sul loro<br />
sviluppo fin dall’inizio dello progettazione<br />
della V-Strom 1000<br />
in modo da integrarli nel miglior<br />
modo possibile con il design<br />
della moto. Anche per le borse<br />
laterali abbiamo effettuato un<br />
grande sforzo per diminuire la<br />
dimensione in modo da ridurre<br />
la loro influenza sulla stabil<strong>it</strong>à<br />
e sulla maneggevolezza della<br />
moto”.<br />
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Aprilia Tuono V4 2014<br />
è già nelle concessionarie<br />
di Edoardo Licciardello | La supernaked di Noale segue la strada<br />
tracciata dalla Superbike RSV4, mutuandone gli aggiornamenti per<br />
ciclistica, motore ed elettronica<br />
E<br />
cco la versione 2014 di Aprilia Tuono<br />
V4R, che recepisce di fatto tutti gli<br />
aggiornamenti già ricevuti dalla cugina<br />
RSV4 APRC. L’anima condivisa fra<br />
RSV4 e Tuono fa infatti sì che gli aggiornamenti<br />
ricevuti l’anno scorso dalla Superbike Aprilia<br />
arrivino senza necess<strong>it</strong>à di grandi sconvolgimenti<br />
sulla sportivissima naked veneta. Sul lato motore<br />
il nuovo scarico fa guadagnare due cavalli in<br />
potenza massima (ora dichiarata in 170 cavalli a<br />
11.500 giri, con un valore di coppia pari a 111,5Nm<br />
duemila giri più sotto) al V4 di 65°, grazie anche<br />
ad affinamenti interni che ne hanno ridotto gli<br />
attr<strong>it</strong>i e migliorato la ventilazione all’interno del<br />
carter.<br />
Diversi anche il diagramma della distribuzione,<br />
i cornetti di aspirazione (più lunghi di 20mm e<br />
fissi, magari in attesa di una versione Factory<br />
come sulla RSV4...) il volano più pesante per una<br />
maggior regolar<strong>it</strong>à ai bassi regimi e la rapportatura,<br />
accorciata nelle prime tre marce. La ciclistica<br />
guadagna il nuovo impianto frenante con<br />
pinze monoblocco M432 ma soprattutto l’ABS<br />
multimappatura Bosch 9MP studiato per l’uso<br />
stradale ma anche in pista grazie ai tre livelli<br />
d’intervento possibile e la strategia RLM (Rear<br />
wheel Lift M<strong>it</strong>igation) che contrasta il sollevamento<br />
del retrotreno e stabilizza quindi la moto<br />
News<br />
nelle staccate più decise. Aumenta la capienza del<br />
serbatoio (18,5 l<strong>it</strong>ri contro i 17 del modello precedente)<br />
e la nuova forcella separa le regolazioni<br />
idrauliche sui due steli mantenendo ovviamente<br />
il controllo del precarico su entrambi. Il contorno<br />
conta nuove colorazioni con un’ined<strong>it</strong>a fin<strong>it</strong>ura<br />
per il parafango anteriore, maggior comfort generale<br />
grazie ad una sella più morbida e tarature<br />
interne meno sostenute per forcella e monoammortizzatore<br />
nonché la disponibil<strong>it</strong>à come optional<br />
dell’Aprilia Multimedia Platform già vista su<br />
Caponord.<br />
Tuono V4R APRC è già disponibile presso i concessionari<br />
nelle nuove colorazioni bianca e nera<br />
ad un prezzo (lodevolmente invariato rispetto al<br />
modello precedente) di 16.100€.<br />
32 33
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BMW: K1600GT Sport<br />
e aggiornamenti per la R1200GS<br />
di Edoardo Licciardello | Una nuova declinazione Sport della<br />
max<strong>it</strong>ourer a sei cilindri e revisioni di dettaglio su elettronica e ciclistica<br />
della R1200GS per i modelli 2014. Che arriveranno ad agosto<br />
I<br />
l raduno mondiale di Garmisch-Partenkirchen<br />
ha visto l’arrivo delle nuove colorazioni<br />
delle BMW 2014. Qualche aggiornamento<br />
di sostanza - in attesa delle nov<strong>it</strong>à<br />
vere - per la gamma è arrivato qualche giorno<br />
dopo, sotto forma del nuovo allestimento Sport<br />
per la K1600GT e di qualche modifica alla best<br />
seller R1200GS. La nov<strong>it</strong>à più importante è ovviamente<br />
la K1600GT Sport, versione un po’<br />
più dinamica dell’ammiraglia Granturismo a sei<br />
cilindri della Casa dell’Elica. Le differenze, non<br />
esagerate, rispetto alla GT standard si lim<strong>it</strong>ano<br />
ad un parabrezza basso, ad una sella in due pezzi<br />
34<br />
decisamente più sportiva e alla colorazione delle<br />
ruote in nero lucido. La livrea, unica, è la Sakhir<br />
orange metallic/ Black storm metallic con grafiche<br />
sportive in zona convogliatori anteriori. Ci<br />
sentiamo di dire che, pur trovando piacevole la<br />
colorazione, forse qualche scelta un po’ più in<br />
linea con il gusto sportivo più latino ci sarebbe<br />
stata meglio. Disponibile dal primo di agosto, la<br />
K1600GT Sport costerà - in Germania - 20.920€<br />
con IVA al 19%. L’esperienza passata insegna<br />
che possiamo attenderci una quotazione abbastanza<br />
allineata, al netto della maggior tassa sul<br />
valore aggiunto.<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
BMW r 1200 GS, ASc di serie<br />
Il modello 2014 della maxienduro BMW resta giustamente<br />
in gran parte invariato nella sostanza<br />
rispetto alla versione attualmente in vend<strong>it</strong>a (del<br />
resto nata solo un anno fa) pur apportando alcune<br />
variazioni nella dotazione elettronica, arricchendo<br />
la dotazione di serie. Il sistema ASC, che<br />
sarà infatti di serie su tutte le R1200GS offrirà<br />
infatti le due modal<strong>it</strong>à “Rain” e “Road”, mentre<br />
bisognerà acquistare come optional le modal<strong>it</strong>à<br />
“Pro”, ovvero i tre riding modes “Dynamic”, “Enduro”<br />
ed “Enduro Pro” con ASC ed ABS armonizzati.<br />
Il Dynamic ESA sarà infatti un optional separato<br />
rispetto ai riding mode. Cambieranno le dotazioni<br />
dei pacchetti “Dynamic Performance”,<br />
“Comfort” e “Touring” (anche se al momento<br />
BMW non ha divulgato i dettagli relativi alle variazioni),<br />
e tutte le opzioni saranno ordinabili separatamente<br />
tranne che per l’allestimento Pro e<br />
il computer di bordo.<br />
Qualche piccola variazione sarà apportata anche<br />
alla ciclistica: la R1200GS sarà dotata di serie<br />
dell’ammortizzatore di sterzo, e le moto dotate<br />
di Dynamic ESA saranno riconoscibili dalle molle<br />
bianche sulle sospensioni.<br />
35
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Kawasaki KX85 2014<br />
La Casa di Akashi presenta una minicross profondamente rinnovata<br />
per il 2014, che prende le mosse dalle 450 e 250 a quattro tempi<br />
A<br />
d un’occhiata distratta - non fosse<br />
per le dimensioni - sarebbe facile<br />
scambiarla per una delle sorelle<br />
maggiori, almeno prima che il caratteristico<br />
andamento dell’espansione tipica del<br />
due tempi non la tradisca. Ecco la KX85, minicross<br />
con cui Kawasaki vuole far crescere i futuri<br />
Villopoto mettendogli sub<strong>it</strong>o a disposizione un<br />
mezzo che prende molto dall’esperienza delle<br />
KX-F 250 e 450.<br />
A parte la linea, che riceve qualche aggiornamento<br />
nella livrea (naturalmente in lime green)<br />
e nei dettagli quali i cerchi e i registri sospensioni<br />
- anodizzati rispettivamente Black e Blue Alum<strong>it</strong>e,<br />
è nella sostanza che la piccola KX viene rinnovata.<br />
<strong>Moto</strong>re più prestante<br />
Il monocilindrico a due tempi da 85cc riceve in<br />
dote un più scorrevole pistone monosegmento e<br />
con diverso trattamento superficiale, una nuova<br />
valvola allo scarico KIPS e diversi aggiornamenti<br />
(differente conformazione della camera di scoppio,<br />
tarature e configurazione del carburatore,<br />
un’ammissione più prestante con lamelle in<br />
carbonio, una distribuzione rivista, una taratura<br />
dell’accensione accordata alle modifiche e diversi<br />
altri dettagli minori) che assicurano più potenza<br />
e coppia a tutti i regimi - la cavalleria sale del<br />
19,6% rispetto la precedente versione. Il valore<br />
di potenza massima non viene comunque dichiarato.<br />
Nov<strong>it</strong>à anche per il radiatore - la cui capienza<br />
è aumentata - contribuiscono a ridurre la<br />
temperatura d’esercizio del motore, mentre una<br />
presa d’aria maggiorata migliora la fluidodinamica<br />
e la marm<strong>it</strong>ta è più silenziosa senza imporre<br />
compromessi prestazionali.<br />
ciclistica affinata<br />
Il telaio della 85 resta invariato, ma diverse nov<strong>it</strong>à<br />
arrivano su sospensioni ed impianto frenante.<br />
La forcella a steli rovesciati da 36 mm con<br />
nuove valvole a lamelle (lo stesso tipo impiegato<br />
sulle KX 250 e 450) offre una migliore ammortizzazione<br />
e minor propensione al fondocorsa. I<br />
nuovi piedini, più corti di 12,5mm, aumentano la<br />
luce a terra e riducono le interferenze in piega,<br />
mentre al posteriore l’ammortizzatore completamente<br />
regolabile (24 click in compressione, 21<br />
in estensione) reagisce meglio alle sollec<strong>it</strong>azioni<br />
di minore ent<strong>it</strong>à, fattore a cui probabilmente ha<br />
contribu<strong>it</strong>o anche l’adozione di una molla dal carico<br />
ridotto di 150g. Rinnovato anche l’impianto<br />
frenante, con dischi freno a margher<strong>it</strong>a come<br />
sulle sorelle maggiori (220mm all’anteriore,<br />
con pinza a doppio pistoncino, 184mm e pinza<br />
a singolo pistoncino al posteriore). Da notare<br />
come la KX sia disponibile in due misure (defin<strong>it</strong>i<br />
KX85 e KX85-II, con cerchi rispettivamente di 17<br />
e 14” oppure 19 e 16”, per i ragazzi dalla corporatura<br />
più sviluppata) e consenta comunque una<br />
News<br />
regolazione del manubrio su sei posizioni per<br />
definire una posizione di guida completamente<br />
su misura. Rivista profondamente anche l’ergonomia,<br />
con un gruppo sella-serbatoio più piatto<br />
e raccordato, convogliatori ridotti e fianchetti<br />
snell<strong>it</strong>i per facil<strong>it</strong>are i movimenti in sella.<br />
36 37
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Indiscrezioni Ducati<br />
E se arrivasse una Scrambler?<br />
di Edoardo Licciardello | Dopo la nuova Monster si moltiplicano<br />
i rumors che coinvolgono nov<strong>it</strong>à per la Casa di Borgo Panigale.<br />
Qualche ipotesi sulla componente tecnica<br />
è storicamente stagione<br />
calda non solo da un punto di vista<br />
meteorologico, ma anche da quello<br />
L’estate<br />
delle nov<strong>it</strong>à di mercato. E’ normale<br />
che si moltiplichino le voci, più o meno attendibili,<br />
spesso sulla base di qualche modello strano<br />
individuato in giro sui percorsi ab<strong>it</strong>uali dei collaudatori<br />
delle varie case. Stavolta tocca a Ducati,<br />
per la quale i rumors parlano di una Scrambler<br />
che rinverdirebbe i fasti di uno dei modelli più<br />
amati del marchio di Borgo Panigale ma soprattutto<br />
recupererebbe un progetto già nato<br />
(nella foto) dalla mat<strong>it</strong>a di Pierre Terblanche ai<br />
tempi della famiglia Sportclassic e successivamente<br />
abbandonato. La Scrambler potrebbe<br />
essere - dando cred<strong>it</strong>o ad alcune delle voci che<br />
circolano - una monocilindrica raffreddata ad<br />
aria oppure una più prestante, anche se meno<br />
filologicamente corretta, bicilindrica a liquido realizzata<br />
sulla base della Hypermotard. Fatichiamo<br />
un po’ a dare cred<strong>it</strong>o alla prima ipotesi, un<br />
po’ per la graduale tendenza all’abbandono dei<br />
propulsori raffreddati ad aria (ben più difficili da<br />
stabilizzare termicamente in ottica di normative<br />
anti-inquinamento) e un po’ per la sovrapposizione<br />
con quel progetto esterno - ma benedetto<br />
ufficialmente da Ducati, che ha concesso l’uso<br />
del nome e del suo propulsore dimezzato - rappresentato<br />
dalla Borile Scrambler. L’ipotesi di un<br />
modello che nasce sulla base della Hyperstrada<br />
è indubbiamente più razionale e coerente con<br />
l’indirizzo attuale della Casa di Borgo Panigale,<br />
pur se meno affascinante. Il fatto che ci siano ancora<br />
queste due ipotesi indica con ogni probabil<strong>it</strong>à<br />
un progetto in stato poco più che embrionale<br />
e quindi con orizzonte dal 2015 in avanti - d’altra<br />
parte, per EICMA 2013, e quindi come modelli<br />
2014, aspettiamo già la nuova Monster “beccata”<br />
qualche giorno fa e la più volte (informalmente)<br />
confermata Panigalina. Insomma, restate<br />
sintonizzati, ma come si suol dire non trattenete<br />
il fiato nell’attesa.<br />
News<br />
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Futuro Ducati<br />
Addio al raffreddamento ad aria e...<br />
anche al Desmo?!<br />
di Edoardo Licciardello | Voci ben informate confermano la<br />
progressiva dismissione dei bicilindrici ad aria e il possibile ricorso a<br />
distribuzioni convenzionali per le un<strong>it</strong>à più economiche. Anche se il<br />
Desmo è un simbolo Ducati a cui difficilmente si potrà rinunciare<br />
N<br />
on bisogna essere degli insider di<br />
Borgo Panigale per aver ormai intu<strong>it</strong>o<br />
come la strada verso il futuro di<br />
Ducati passi per la dismissione dei<br />
bicilindrici raffreddati ad aria. Il glorioso due valvole<br />
(ci permettiamo di metterci dentro anche la<br />
variante “a tre” che spingeva la ST3 di qualche<br />
anno fa) affonda le sue radici in quel Pantah progettato<br />
dall’Ingeger Fabio Taglioni, e pur essendo<br />
ancora in grado di dire la sua su diversi modelli<br />
è ormai considerato relativamente costoso<br />
da produrre per i modelli d’accesso della gamma<br />
bolognese e sempre più difficilmente silenziabile<br />
e adeguabile alle normative Euro. L’abbandono<br />
del Desmodue, crollato il bastione Hypermotard<br />
con l’avvento della nuova gamma spinta dal Testastretta<br />
11° da 821cc, sta per compiersi con<br />
la conversione del Monster allo stesso schema.<br />
Pur in assenza di dati precisi non serve grande<br />
fantasia - alla luce delle foto spia pubblicate<br />
qualche tempo fa - per immaginare l’arrivo (magari<br />
non contestuale) di due versioni, una 1200<br />
“esagerata” dotata del propulsore del Diavel<br />
e una più umana spinta dal già c<strong>it</strong>ato 821 della<br />
famiglia Hyper. Una notizia sul s<strong>it</strong>o americano<br />
Cycle World confermerebbe la tendenza, pur lasciando<br />
spazio ad un’iniziale versione d’accesso<br />
della famiglia Monster che manterrebbe il due<br />
40<br />
valvole ad aria per poi sparire però in breve tempo<br />
- possiamo ipotizzare un mantenimento iniziale<br />
dell’attuale 696 che farebbe poi spazio ad<br />
una successiva entry level più avanti. Degna di<br />
cred<strong>it</strong>o anche l’ipotesi (che avevamo già c<strong>it</strong>ato)<br />
di un possibile Scrambler monocilindrico, pur se<br />
con diversi elementi che ne rendono più complicata<br />
la realizzazione.<br />
Quella che sarebbe una vera bomba è invece<br />
l’ipotesi - quasi nascosta nel testo dell’articolo<br />
c<strong>it</strong>ato - della messa in produzione di un propulsore<br />
a quattro valvole con distribuzione convenzionale<br />
(ovvero con richiamo a molle invece che<br />
desmodromico) per la versione entry level a cui<br />
verrebbe affidato l’ingrato comp<strong>it</strong>o di sost<strong>it</strong>uire<br />
l’attuale 696... senza essere messo al rogo da<br />
una folla di ducatisti inferoc<strong>it</strong>i per il tradimento<br />
finale perpetrato contro la filosofia del marchio<br />
bolognese. Pur senza voler mettere in dubbio<br />
la credibil<strong>it</strong>à né della testata né dell’estensore<br />
dell’articolo ci permettiamo di fare un’ipotesi<br />
alternativa. Il nuovo propulsore a quattro valvole<br />
non desmo potrebbe in effetti vedere la luce e<br />
sost<strong>it</strong>uire una Monster, ma ci sembra più plausibile<br />
che questa versione nasca per prendere il<br />
posto dell’attuale 795, versione low-cost realizzata<br />
negli stabilimenti Ducati in Thailandia per i<br />
soli mercati asiatici. Che ne d<strong>it</strong>e?<br />
News<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
41
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Indian, una Munro Replica<br />
per il Thunderstroke 111<br />
di Edoardo Licciardello | La Casa di Springfield festeggia la nasc<strong>it</strong>a<br />
del nuovo propulsore con un tributo al neozelandese che portò a<br />
Bonneville “la Indian più veloce del mondo”<br />
P<br />
ochi appassionati di moto si saranno<br />
lasciati sfuggire lo splendido “Indian,<br />
la grande sfida”: un lungometraggio<br />
del 2005 in cui uno strep<strong>it</strong>oso Anthony<br />
Hopkins interpreta il neozelandese Burt Munro<br />
- L’uomo che alla tenera età di 68 anni, nonostante<br />
grossi problemi cardiaci, stabilì tre record<br />
di categoria (bicilindriche fino a 1000cc) sul lago<br />
salato di Bonneville in sella ad una Indian Scout<br />
del 1920 da lui in gran parte ricostru<strong>it</strong>a e risistemata.<br />
La veloc<strong>it</strong>à fatta registrare, tanto per darvi<br />
un’idea, fu di 305,9km/h. Un’impresa del genere<br />
è la miglior pubblic<strong>it</strong>à per Indian, recentemente<br />
rinata grazie all’impegno della canadese Polaris,<br />
che ha quindi colto l’occasione di celebrare<br />
la nasc<strong>it</strong>a del nuovo motore Thunderstroke 111<br />
(che equipaggerà la Indian Chief) per realizzare<br />
una bellissima replica del siluro di Burt Munro.<br />
The Spir<strong>it</strong> of Munro - così si chiama la splendida<br />
special che vi mostriamo - è un esemplare unico,<br />
completamente in metallo, che per usare le parole<br />
di Indian stessa rappresenta “un tributo ai<br />
piloti e ai tecnici che nel corso della storia hanno<br />
contribu<strong>it</strong>o a realizzare quella tradizione di<br />
prestazioni da record che cost<strong>it</strong>uisce l’anima di<br />
Indian <strong>Moto</strong>rcycle. La moto è stata realizzata da<br />
Jeb Scolman, di Jeb’s Metal and Speed di Long<br />
Beach, California, progettata da zero per osp<strong>it</strong>are<br />
il nuovo motore Thunderstroke 111 e dimostrarne<br />
il potenziale”. Il video che vi presentiamo<br />
si ricollega appunto all’impresa di Burt Munro ed<br />
è stato realizzato a Coyote Lake.<br />
News<br />
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Riforma del Codice della Strada<br />
Più attenzione ai motociclisti<br />
La Commissione Trasporti della Camera r<strong>it</strong>orna sulla riforma del<br />
Codice della Strada. L’inserimento di ciclomotori e motocicli fra gli<br />
utenti deboli della strada dovrebbe favorire, fra l’altro, la diffusione<br />
di guard rail idonei<br />
N<br />
uovo Codice della Strada, dove<br />
eravamo rimasti? La Commissione<br />
Trasporti della Camera ha ripreso<br />
i lavori iniziati dallo stesso organo<br />
durante la precedente legislatura, in particolare<br />
la riforma del Codice della Strada. Trattandosi<br />
di materia importante e bi-partsan ci si attende<br />
che l’<strong>it</strong>er burocratico sia velocizzato per arrivare<br />
rapidamente all’applicazione. L’Associazione<br />
Nazionale Ciclo <strong>Moto</strong>ciclo e Accessori, ANCMA,<br />
ha accolto con grande soddisfazione l’iniziativa<br />
che dimostra un profondo senso di responsabil<strong>it</strong>à<br />
e impegno nei confronti della collettiv<strong>it</strong>à tutta.<br />
“La riforma del codice della strada è un provvedimento<br />
importante che punta a razionalizzare al<br />
massimo la normativa esistente e, soprattutto,<br />
a mettere in sicurezza la mobil<strong>it</strong>à delle persone<br />
– afferma l’onorevole. Deborah Bergamini, vice<br />
presidente della Commissione Trasporti della<br />
Camera –. A questo fine l’Italia deve colmare,<br />
anche armonizzando le proprie disposizioni con<br />
quelle dell’Ue, un gap particolarmente importante<br />
che la divide dall’Europa, ovvero quello relativo<br />
alla tutela dei soggetti deboli della strada: ciclisti<br />
e motociclisti. Sul punto la delega al governo è<br />
molto chiara”. Tra le modifiche contenute nella<br />
delega al Governo, si ricorda l’inserimento degli<br />
utenti di ciclomotori e motocicli nella definizione<br />
di utenti deboli della strada; l’introduzione di disposizioni<br />
atte a favorire la diffusione e l’installazione<br />
sulle strade di infrastrutture che garantiscano<br />
la sicurezza degli utilizzatori dei veicoli a<br />
due ruote; la riforma della disciplina della segnaletica<br />
stradale orizzontale e verticale; il libero accesso<br />
dei mezzi a due ruote nelle corsie riservate<br />
ai mezzi pubblici; l’assunzione di misure che diano<br />
l’opportun<strong>it</strong>à di muoversi anche a persone più<br />
anziane che non possono avvalersi del trasporto<br />
pubblico.<br />
“Con la Legge Delega al Governo intendiamo avviare<br />
un <strong>it</strong>er di riforma del Codice della Strada,<br />
con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale<br />
dei motociclisti, dei ciclisti e dei pedoni - dichiara<br />
l’onorevole Paolo Gandolfi che è relatore del<br />
testo di riforma legislativo -, le modifiche apportate<br />
negli ultimi anni al Codice della Strada hanno<br />
dato buoni frutti, riducendo l’incidental<strong>it</strong>à e i<br />
danni provocati agli automobilisti. Lo stesso non<br />
è avvenuto per i motociclisti e in genere per gli<br />
utenti della strada più vulnerabili, quali pedoni e<br />
ciclisti.<br />
Ci concentreremo sul contrasto alle condizioni<br />
che rendono gli incidenti mortali o gravi, per i<br />
motociclisti, tra le altre cose, andranno riviste le<br />
caratteristiche e l’uso dei guard-rail e di altri elementi<br />
a bordo strada che rendono più gravi gli incidenti”.<br />
Insomma il programma pare completo<br />
nei principi e ambizioso negli obiettivi. Gli utenti<br />
deboli della strada aspettano fiduciosi. Speriamo<br />
che alle buone intenzioni stavolta seguano i fatti.<br />
Se non su tutti i punti immediatamente, che almeno<br />
si inizi in maniera organica e seria.<br />
Attual<strong>it</strong>à<br />
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I Racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong><br />
“C’è un lim<strong>it</strong>e a tutto”<br />
di Antonio Priv<strong>it</strong>era | Luigi giurò a se stesso che un giorno, un<br />
prossimo fottutissimo giorno, lo avrebbe preso, stanando dal suo<br />
covo quel maledetto truffatore che nessuno aveva finora assicurato<br />
alla giustizia...<br />
L<br />
uigi giurò a se stesso che un giorno,<br />
un prossimo fottutissimo giorno, lo<br />
avrebbe preso, stanando dal suo covo<br />
quel maledetto truffatore che nessuno<br />
aveva finora assicurato alla giustizia.<br />
Il Pavese, lo chiamavano, e non si sapeva con<br />
chiarezza che volto avesse, né se fosse veramente<br />
di Pavia. Era furbo come una faina e sfuggevole<br />
come un’anguilla; ingannava e affascinava le<br />
sue v<strong>it</strong>time col suo charme inim<strong>it</strong>abile scegliendo<br />
nomi beffardi e travestimenti curatissimi.<br />
Il soprannome glielo affibbiò un quotidiano romagnolo,<br />
quando qualche anno fa si scoprì la<br />
terribile vicenda delle moto Emiliane abilmente<br />
contraffatte e prodotte, su commissione del<br />
Pavese, da un’azienda orientale, fatte passare<br />
per originali e rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e alla Casa da fantomatici<br />
clienti infuriati – da lui inventati con documenti<br />
falsi, in realtà persone inesistenti- con richieste<br />
giudiziali di rest<strong>it</strong>uzione del denaro per gravissima<br />
difettos<strong>it</strong>à nel periodo di garanzia.<br />
La casa Emiliana ci cascò con tutte e due le scarpe<br />
e in cambio di oltre 200 motociclette inspiegabilmente<br />
fuori dai parametri di progetto e del<br />
silenzio sulla vicenda da parte dei – fantomatici-<br />
clienti, versò a questi ultimi –in realtà i soldi finirono<br />
nelle tasche del Pavese – un risarcimento<br />
che la mandò quasi a gambe all’aria e la costrinse<br />
a svendersi ai tedeschi.<br />
L’inganno fu scoperto un paio di anni dopo, ma<br />
solo perché dalla motorizzazione di Bologna<br />
qualcuno parlò, un pesce piccolo, forse l’unico<br />
prezzolato e corrotto complice, svelando il trucco<br />
per fare entrare in Italia ed immatricolare i farlocchi<br />
mezzi falsificando il prestigiosissimo Marchio<br />
bolognese. Ma nel Bel Paese uno scandalo<br />
dura il tempo di scaricare le perd<strong>it</strong>e su qualcun<br />
altro e, dato che i falsi clienti avevano dichiarato<br />
di risiedere a Pavia ed erano difesi tutti dallo<br />
stesso avvocato iscr<strong>it</strong>to all’albo dei professionisti<br />
della stessa provincia, il Preg.mo Avv. E. Lentini<br />
poi risultato il responsabile della truffa, i giornali<br />
chiamarono quest’ultimo “Il Pavese”. Si accertò<br />
poi la sua inesistenza e fu inutile ogni tentativo<br />
di rintracciarlo, nessuno si ricordava il suo volto,<br />
nessuno sapeva dove risiedesse né, ovviamente,<br />
il suo vero nome. Volatilizzato, evaporato come<br />
benzina da un gigleur.<br />
Il Pavese negli anni ’90 turbava gli studi legali<br />
associati di tutt’Italia quando con la sua prestigiosissima<br />
HRD Vincent Black Shadow d’epoca<br />
vi giungeva millantando di conoscerne il socio<br />
anziano, sempre stranamente assente per qualche<br />
ragione quando Il Pavese bussava alla porta<br />
e, con fare distinto e colto che noi buzzurri attribuiamo<br />
sempre ad un aristocratico e mai ad<br />
un truffatore, fingeva di esserne grande amico<br />
e di passare di lì per una vis<strong>it</strong>a di cortesia. Era<br />
un copione che funzionava sempre: avvert<strong>it</strong>o<br />
dalla immancabilmente servizievole segretaria<br />
dell’assenza del suo presunto amico, il pavese<br />
si congedava galantemente per poi tornare<br />
La lettura<br />
pochi minuti dopo asserendo di avere smarr<strong>it</strong>o il<br />
portafoglio e di avere la necess<strong>it</strong>à di avere sub<strong>it</strong>o<br />
del denaro contante per tornare nella sua lontana<br />
c<strong>it</strong>tà, e ne avanzava garbatamente richiesta<br />
alla segretaria dello studio con promessa di rapidissima<br />
rest<strong>it</strong>uzione; affascinata, la signorina<br />
diligentemente faceva colletta tra gli avvocati,<br />
certa e sicura che un signore così distinto non<br />
sarebbe potuto essere che oltremodo onesto e<br />
poi, porca miseria, era uno dei migliori amici del<br />
capo! In questo modo Il Pavese truffava una decina<br />
di studi legali per volta, cambiando spesso<br />
c<strong>it</strong>tà. Non fu mai riconosciuto, mai identificato<br />
né denunciato, anche perché i truffati si vergognavano<br />
non poco di essere stati raggirati con<br />
cotanta facil<strong>it</strong>à.<br />
Luigi era stato uno di questi, ingannato dal Pavese<br />
quando era un semplice praticante avvocato<br />
rimettendoci quelle cinquantamila lire che oggi<br />
valgono meno di un pieno europeo nella sua motocicletta<br />
ma allora erano il lasciapassare per un<br />
fine settimana felice a scorrazzare per le colline<br />
in sella alla sua monocilindrica TX 550, la stessa<br />
che lo ha accompagnato prima all’Univers<strong>it</strong>à,<br />
lo ha trasportato nelle vacanze con la morosa e<br />
nelle sere ubriache di risate ed alcol prima della<br />
presa di coscienza che tutto ha un lim<strong>it</strong>e, pure il<br />
culo di non farsi male guidando non sobrissimi, e<br />
che ancora oggi lo serve fedelmente.<br />
Quando il pavese irruppe nello studio legale dove<br />
era praticante, il Sanguedolce&Partners, Luigi<br />
lo intravide da una finestra parcheggiare la sua<br />
HRD Vincent e solo la compostezza necessaria<br />
a non farsi richiamare dai colleghi pettegoli gli<br />
vietò di fiondarsi fuori e sbavare attorno al quel<br />
capolavoro di motocicletta. Posseduto da una<br />
smania solidaristica verso un motociclista – tra<br />
l’altro un vero intend<strong>it</strong>ore e amante della bella<br />
meccanica - come lui, Luigi fu il primo a versare<br />
orgogliosamente cinquantamila lire per la colletta<br />
a favore dell’avvocato Lentini – Il Pavese -,<br />
senza sapere che ovviamente non le avrebbe più<br />
riviste. Mentre il truffatore ineffabilmente risaliva<br />
in moto col bottino in tasca e scalciava sulla<br />
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leva di avviamento, lo seguì con lo sguardo sognante<br />
dalla finestra della sua stanzetta arredata<br />
con una fotocopiatrice e un 486 di terza mano<br />
al piano terra della palazzina interamente adib<strong>it</strong>a<br />
a studio legale; la Vincent stentava ad avviarsi<br />
e Luigi intuì il suo momento di gloria. Lasciò incompiuta<br />
sulla scrivania la stesura della comparsa<br />
conclusionale per una causa di minimo valore<br />
e andò in strada, dove Il Pavese con scarsa grazia<br />
e nullo rispetto si accaniva selvaggiamente<br />
sulla vetusta motocicletta, apostrofandola con<br />
ep<strong>it</strong>eti irriferibili e smozzicando ogni tanto qualche<br />
bestemmia, che c’è chi proprio non le tollera<br />
nonostante il dichiarato agnosticismo. Va bene<br />
tutto ma insultare una vecchia signora come la<br />
Black Shadow e per soprammercato prendersela<br />
pure con chi te la può fare pagare cara appena<br />
tiri le cuoia… c’è un lim<strong>it</strong>e a tutto, come dicevamo<br />
prima.<br />
Luigi fece ricorso al tutto il suo aplomb per inserirsi<br />
garbatamente nell’impari scontro tra Il Pavese<br />
e la Vincent, tenendo a bada la sua rabbia nel<br />
vedere trattare in modo così indegno una gloria<br />
degli anni ’50, ma Il Pavese non capiva, tutto preso<br />
dall’inframezzare minacce di demolizione con<br />
propos<strong>it</strong>i di vend<strong>it</strong>a a sospiri di fatica e accenni<br />
d’asma che in quella calda mattina di settembre<br />
del 1999 rapidamente lo coprirono di sudore<br />
mentre il suo elegante completo risultò pezzato<br />
come un bovino. Luigi chiese quasi sottovoce se<br />
potesse essere d’aiuto e per tutta risposta ricevette<br />
un’occhiataccia con un inv<strong>it</strong>o a provarci lui,<br />
se era così bravo. Ci provò e gli fu sufficiente una<br />
singola scalciata, avvezzo com’era ad avviare la<br />
sua monocilindrica 550 senza decompressore<br />
automatico e consegnò al pavese la moto borbottante,<br />
dissimulando un po’ di sano orgoglio;<br />
Il Pavese, incredulo, manco ringraziò mentre<br />
stizz<strong>it</strong>o saliva in sella. Fece una cosa, però; il suo<br />
unico errore in tanti anni di truffe e raggiri: evidentemente<br />
fuori di sé per la fatica, se la prese<br />
con una donna, inelegantemente apostrofandola<br />
con l’ep<strong>it</strong>eto di “gatta secca”; quasi una reazione<br />
automatica, ricorrente ed inconsulta.<br />
Davvero una grande differenza con la persona<br />
che nello studio legale, nel pieno controllo di sé,<br />
aveva fatto sfoggio di savoir faire, garbo, eleganza,<br />
signoril<strong>it</strong>à e alterigia quasi regali.<br />
L’indomani, come sappiamo, si scoprì che l’avvocato<br />
Lentini non esisteva e Luigi chiese udienza<br />
al socio anziano per sapere se per caso lo<br />
studio associato potesse rifondergli le cinquantamila<br />
lirette ma l’avvocato Sanguedolce rispose<br />
attraverso un avviso nella bacheca dello studio<br />
che non era sol<strong>it</strong>o dare udienza ai sottoposti per<br />
questioni di cinquantamila lire e Luigi – mortificato<br />
e deriso dai colleghi - capì che quei soldi<br />
erano un prest<strong>it</strong>o annotato nel ghiaccio: la prese<br />
male per un po’ di giorni poi archiviò la vicenda e<br />
ci mise una pietra sopra, doppiamente umiliato:<br />
prima dal pavese, poi dall’avvocato Sanguedolce<br />
dal quale si sentì trattato peggio di un miserabile.<br />
Nel 2012 il nostro Luigi è il rispettabile<br />
avvocato Russo, a libro paga dello studio<br />
Sanguedolce&Partners e alla soglia dei quaranta<br />
non ha ancora avuto il cuore di vendere la sua<br />
bellissima monocilindrica TX 550 che lo segue<br />
ancora con affidabile fedeltà ma, dato che i ricambi<br />
iniziano a scarseggiare e le risorse per una<br />
moto nuova continuano a non trovarsi, decide di<br />
acquistare una moto identica alla sua da cannibalizzare.<br />
In studio tutto regolare: Sanguedolce continua<br />
a non ricevere i sottoposti e a lavorare blindatissimo<br />
nella sua stanza all’ultimo piano curando<br />
cause ultramilionarie; spesso pol<strong>it</strong>ici in vista e<br />
grandi imprend<strong>it</strong>ori giungono scortati e vengono<br />
sottoposti ad un’anticamera anche di ore, ma si<br />
dice che l’avvocato Sanguedeolce sia capace di<br />
risolvere a favore dei clienti le questioni più intricate<br />
e prive di speranza senza mai muoversi<br />
dal suo studio, una specie di Nero Wolfe in toga<br />
d’avvocato.<br />
Luigi ha trovato su internet una TX550 come la<br />
sua, già privata della targa, ma il prezzo è alto,<br />
forse troppo: chiede al vend<strong>it</strong>ore un contatto<br />
telefonico per poterci capire qualcosa di più.<br />
Bastano poche e-mail e il vend<strong>it</strong>ore “sb55”, che<br />
dice di chiamarsi Santo, lo contatta via telefono<br />
cellulare, iniziando una schermaglia dove una<br />
parola tira l’altra e gli animi si scaldano: nessuno<br />
dei due vuole cedere un euro alla controparte e<br />
“sb55” inizia a farsi pressante, minacciando di<br />
fare “marcire quel rottame in un granaio pur di<br />
non venderla a te, pezzente!”.<br />
Rottame? Granaio? Pezzente? A queste parole<br />
Luigi elabora un concetto universale che finisce<br />
per vaffanculo e sta per mettere giù; c’è un lim<strong>it</strong>e<br />
a tutto che l’inutile animos<strong>it</strong>à del suo interlocutore<br />
ha decisamente travalicato; ma succede<br />
una cosa che colpisce Luigi allo stomaco come<br />
un pugno a sorpresa: a Santo sfugge un’imprecazione<br />
già sent<strong>it</strong>a tredici anni prima sotto lo<br />
La lettura<br />
studio, mentre il pavese tentava di avviare la<br />
HRD Vincent con in tasca le cinquantamila lire<br />
che gli aveva truffato; Gatta secca! E va bene! Va<br />
bene! Dammi mille euro e non ne parliamo più!<br />
E’ il pavese. E’ il fottutissimo avvocato Lentini. E’<br />
quel figlio di una meretrice del postribolo di Malta<br />
magnificato nelle l<strong>it</strong>anie del porto di Catania...<br />
Adesso, caro lettore, è il tuo turno. Ti lascio il<br />
manubrio di questa storia: portala dove ti pare, il<br />
motore è in moto, le gomme sono calde e la strada<br />
degli eventi è tutta davanti a te, libera e senza<br />
lim<strong>it</strong>i di veloc<strong>it</strong>à; a presto. Invia a il tuo finale<br />
(lunghezza massima 1.000 battute spazi inclusi)<br />
all’indirizzo redazione@moto.<strong>it</strong>, i più belli verranno<br />
pubblicati su <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong>.<br />
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Ciao a tutti!<br />
Non ho volutocommentare<br />
a caldo la<br />
bella v<strong>it</strong>toria<br />
di Rossi ad Assen, prendendomi<br />
il lusso di riflettere<br />
un po’ di più sulle cose e sulle<br />
parole. Quelle del Dottore<br />
sono state interessanti: finalmente<br />
– aveva già detto<br />
alla vigilia, dopo i test Yamaha di Aragon - ora<br />
posso guidare la moto come piace a me, sento<br />
l’avantreno e mi fido. Poi, commentando la gara<br />
del sabato, Valentino è andato oltre, precisando<br />
che le modifiche fatte alla Yamaha gli hanno<br />
dato fiducia totale sul davanti, e così ha potuto<br />
finalmente forzare la staccata come gli piace,<br />
entrare forte nella curva, sorpassare. Evidentemente<br />
la M1 era un po’ diversa da quella che lui<br />
Nico Cereghini<br />
Rossi, l’avantreno,<br />
la fiducia e noi<br />
Valentino ha vinto ancora, dopo tanto tempo, ed<br />
ha r<strong>it</strong>rovato la fiducia sull’avantreno. E’ lì che ci si<br />
gioca il risultato per noi europei. E il feeling con la<br />
ruota davanti è fondamentale anche per noi<br />
usava nel 2010, anche le gomme sono cambiate<br />
tanto, e quindi serviva un intervento personale<br />
per guidare la moto alla sua maniera. E c’è voluto<br />
del tempo anche per un fuoriclasse come lui.<br />
Naturalmente non è detto che domenica prossima<br />
Rossi vinca ancora: il Sachsenring non è tra<br />
le sue piste prefer<strong>it</strong>e, ci ha vinto l’ultima volta nel<br />
2009, e soprattutto lì è fortissimo Pedrosa (quattro<br />
successi negli ultime sei anni). Però una cosa<br />
è quasi certa: d’ora in poi Valentino è da indicare<br />
tra i pretendenti al podio e se la giocherà tutte<br />
le domeniche. Perché ora “sente” il davanti ed<br />
ha r<strong>it</strong>rovato la fiducia. Per noi europei, anzi per<br />
noi latini per dirla meglio, avere pieno feeling con<br />
la ruota anteriore è la condizione necessaria. Lo<br />
è dai tempi di Provini e forse anche da prima, è<br />
stato così per Agostini contro Hailwood e tutti gli<br />
altri inglesi supercoraggiosi, era così anche per<br />
Cadalora – uno dei miei guru della guida - che<br />
una volta mi ha detto: quando è veramente a posto<br />
con la ruota davanti, ogni moto può vincere. E<br />
sentire il davanti è fondamentale anche per noi,<br />
sulla strada. Mi è cap<strong>it</strong>ato spesso di sottolineare<br />
l’opportun<strong>it</strong>à di fidarsi delle nostre sensazioni, di<br />
non accontentarsi di ciò che dice l’amico più informato,<br />
di non dare nulla per scontato; e molte<br />
volte certi motociclisti mi hanno confidato di non<br />
trovarsi bene con la loro moto: si sentono insicuri<br />
in curva, non riescono a trovare la veloc<strong>it</strong>à di<br />
inserimento, hanno timore nel piegare. Quando<br />
mi dicono di che moto stanno parlando, di sol<strong>it</strong>o<br />
inquadro sub<strong>it</strong>o il problema: perché ci sono<br />
modelli che non hanno mai trasmesso un buon<br />
feeling nemmeno a me; e se, al contrario, si tratta<br />
di moto che ho trovato buone, allora suggerisco di<br />
approfondire l’indagine sul profilo e la pressione<br />
delle gomme, sulle sospensioni, sull’allineamento<br />
delle ruote per cominciare. Quasi tutte le moto<br />
stradali di oggi sono valide, e le loro geometrie di<br />
progetto, frutto di un compromesso, permettono<br />
una bella guida. Ma quelle che ho trovato veramente<br />
perfette nella ciclistica e in particolare<br />
all’avantreno sono pochissime, le conto sulle d<strong>it</strong>a<br />
delle mani.<br />
Sono diverse tra loro, e vanno dalla Ducati 996<br />
all’Aprilia Dorsoduro e RSV4, da qualche versione<br />
della CBR 600 Honda alla BMW Megamoto, a un<br />
paio di KTM, alla 800 Tiger Triumph, fino alla piccola<br />
Cagiva M<strong>it</strong>o 125. <strong>Moto</strong> eccellenti su strada ed<br />
entusiasmanti anche in pista: con quelle si prova<br />
davvero la sensazione di pieno controllo, ginocchio<br />
a terra, la possibil<strong>it</strong>à di sentire facilmente il<br />
lim<strong>it</strong>e e giocarci intorno. Avete provato anche voi<br />
questo tipo di emozione? E’ bello davvero e posso<br />
dire che tante blasonatissime supersportive,<br />
persino certe moto da corsa, non sono mai arrivate<br />
così in alto.<br />
Quelle che ho trovato veramente perfette nella<br />
ciclistica sono pochissime, le conto sulle d<strong>it</strong>a<br />
delle mani<br />
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SPEcIALE MoToGP<br />
GP di Germania<br />
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V<strong>it</strong>toria di Marquez: è primo nel mondiale<br />
di Giovanni Zamagni | Trionfo in sol<strong>it</strong>ario per Marc Marquez, con un<br />
commovente Cal Crutchlow secondo e un deludente Valentino Rossi<br />
solo terzo. Quarto Bradl, settimo Dovizioso, prima Ducati<br />
T<br />
rionfo in sol<strong>it</strong>ario per Marc Marquez,<br />
con un commovente Cal Crutchlow<br />
secondo e un deludente Valentino<br />
Rossi solo terzo. Quarto Bradl, settimo<br />
Dovizioso, prima Ducati. Con il secondo successo<br />
dell’anno, quarto consecutivo al Sachsenring,<br />
Marquez torna in testa al mondiale, con due<br />
punti di vantaggio su Dani Pedrosa e 11 su Jorge<br />
Lorenzo, entrambi a Barcellona a farsi curare.<br />
Dopo quanto si era visto in prova, Marquez era<br />
il favor<strong>it</strong>o e lo spagnolo non ha trad<strong>it</strong>o le aspettative,<br />
nonostante una partenza relativamente<br />
“prudente”. Ma Marc ne aveva di più e dopo aver<br />
infilato Rossi, poi Bradl, ha conquistato la testa<br />
della corsa, che non ha più lasciato, resistendo<br />
nel finale al r<strong>it</strong>orno di Crutchlow.<br />
MAI In DIScUSSIonE<br />
Il suo successo, diciamo la ver<strong>it</strong>à, non è mai stato<br />
in discussione, al di là degli attacchi finali di<br />
Crutchlow, che gli hanno però consent<strong>it</strong>o di guadagnare<br />
solo qualche decimo. Cal, in ogni caso, è<br />
stato ancora una volta commovente, perché ieri,<br />
dopo le prove, il br<strong>it</strong>annico era piuttosto messo<br />
male fisicamente. Ma Crutchlow è uno tenace<br />
e dopo la sol<strong>it</strong>a partenza al “rallentatore”, nella<br />
seconda parte della gara è stato veramente eccezionale:<br />
bravo.<br />
roSSI SoLo TErZo<br />
Molto efficace fino al quarto turno di prove libere,<br />
Valentino non è riusc<strong>it</strong>o a confermarsi in gara,<br />
perdendo addir<strong>it</strong>tura la sfida con il compagno<br />
di Marca, in sella però a una M1 non “ufficiale”.<br />
Come aveva previsto, Rossi è andato in difficoltà<br />
nella seconda parte della gara, ma più del previsto,<br />
tanto che non ha potuto fare nulla di fronte<br />
agli attacchi del br<strong>it</strong>annico. Per Valentino un altro<br />
podio, ma una prestazione non troppo convincente,<br />
specie dopo la v<strong>it</strong>toria di Assen.<br />
DovIZIoSo PrIMA DUcATI<br />
Bradl ha chiuso quarto, dopo essere stato in testa<br />
per qualche giro, mentre Andrea Dovizioso è<br />
stato, ancora una volta, il miglior pilota in sella<br />
a una Ducati: Andrea ha lottato per tutta la gara<br />
con la CRT di Aleix Espargaro, riuscendo a rintuzzare<br />
tutti gli attacchi. Una magra consolazione.<br />
I PrIMI coMMEnTI<br />
Marquez: “E’ stata una gara totalmente<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
differente dalle altre di <strong>Moto</strong>GP. Alla fine Crutchlow<br />
spingeva moltissimo, ma io ero già al lim<strong>it</strong>e,<br />
non potevo aumentare il mio r<strong>it</strong>mo. Alla fine sono<br />
arrivati 25 punti importanti per il campionato e<br />
per le circostanze di questi giorni, ma senza Pedrosa<br />
e Lorenzo è un po’ differente: con loro in<br />
pista è tutta un’altra cosa”.<br />
crutchlow: “Non sono part<strong>it</strong>o bene, ma alla fine<br />
ho fatto una buona gara. Sono particolarmente<br />
soddisfatto per la sfida con Rossi, che guida ancora<br />
bene ed è un contendente per il t<strong>it</strong>olo. Alla<br />
fine ho sperato anche di prendere Marquez, ma<br />
non è stato possibile: lui è veramente un fenomeno”.<br />
rossi: “Sono contento per il podio, è sempre un<br />
risultato importante, ma speravo di andare più<br />
forte. Ho sofferto tanto con la gomma posteriore,<br />
ero al lim<strong>it</strong>e, non potevo spingere di più:<br />
avremmo dovuto fare qualche altra modifica. Nei<br />
primi giri ero lì, poi, però, ho dovuto rallentare: ho<br />
provato a stare dietro a Crutchlow, ma non era<br />
possibile. Bene il podio, ma c’è da lavorare”.<br />
54 55
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Valentino Rossi<br />
“Contento del risultato, deluso<br />
della prestazione”<br />
di Giovanni Zamagni | “Speravo di potermela giocare con Marquez,<br />
di arrivargli più vicino. Invece abbiamo scelto la strada sbagliata:<br />
colpa mia e della squadra”<br />
D<br />
ice di essere contento<br />
“perché un<br />
podio fa sempre<br />
piacere”, ma è<br />
chiaro che Valentino Rossi è<br />
piuttosto indispett<strong>it</strong>o. “Sapevo<br />
che Marquez poteva essere più<br />
veloce, ma speravo di stargli vicino,<br />
di giocarmi la v<strong>it</strong>toria, arrivare<br />
comunque nelle prime due<br />
posizioni. Invece sono stato<br />
superato anche da Crutchlow,<br />
che nella seconda parte della<br />
gara è stato davvero bravo.<br />
Dobbiamo lavorare ancora”.<br />
rossi spiega (non nel dettaglio)<br />
cosa non ha funzionato.<br />
“Salire sul podio è sempre una<br />
bella soddisfazione, ma, sinceramente,<br />
pensavo di poter<br />
fare una gara migliore, di essere<br />
più compet<strong>it</strong>ivo. La realtà è<br />
che non abbiamo messo a posto<br />
bene la moto: ad Assen ce<br />
l’abbiamo fatta, qui no. Dopo le<br />
qualifiche potevamo prendere<br />
un’altra strada, ma nonostante<br />
anche nel wurm up fossimo in<br />
difficoltà, non ce la siamo sent<strong>it</strong>a<br />
di rischiare: con l’altro set<br />
up saremmo andati meglio.<br />
56<br />
Ma non posso essere deluso:<br />
se mi avessero detto qualche<br />
mese fa che sarei stato deluso<br />
per un terzo posto, mi sarei fatto<br />
la pipì addosso dal ridere…”.<br />
Sembri piuttosto cr<strong>it</strong>ico con<br />
la squadra.<br />
“Sono cr<strong>it</strong>ico con la squadra,<br />
come lo sono con me: abbiamo<br />
deciso insieme cosa fare.<br />
Avevamo però un’altra via da<br />
seguire, che mi avrebbe forse<br />
aiutato nella seconda parte della<br />
gara: ma è facile dirlo dopo…:<br />
durante il fine settimana si fanno<br />
delle scelte, a volte si sbagliano.<br />
La ver<strong>it</strong>à è che io sono<br />
un po’ in r<strong>it</strong>ardo rispetto a Lorenzo<br />
e Crutchlow, perché uso<br />
questo step di assetto solo da<br />
Assen, loro già da quattro gare.<br />
Non sono ancora al 100%, non<br />
ho ancora perfettamente in<br />
mano questa moto. Oggi sono<br />
part<strong>it</strong>o benissimo, poi ho perso<br />
un po’ di tempo con Bradl<br />
e quando mi ha passato Marquez<br />
ho provato in tutti i modi<br />
a tenere il suo r<strong>it</strong>mo. Poi, però,<br />
ho dovuto rallentare e non ho<br />
potuto nemmeno contenere gli<br />
attacchi di Crutchlow”.<br />
Adesso si va sub<strong>it</strong>o a Laguna:<br />
sei contento?<br />
“Sì, molto. Lì, nel 2008, ho fatto<br />
una delle più belle gare della<br />
mia v<strong>it</strong>a. Ma a parte quella, che<br />
era una questione di “v<strong>it</strong>a o di<br />
morte”, non sono mai andato<br />
troppo bene: mi piacerebbe<br />
fare una buona prestazione.<br />
Anche perché lì è tutto bello, la<br />
pista, il posto, l’atmosfera…”.<br />
Siete in cinque piloti in 37<br />
punti: sembra un mondiale<br />
molto combattuto. Tutti avete<br />
uno zero, per diversi motivi:<br />
la classifica è reale?<br />
“Continuo a pensare che Lorenzo<br />
e Pedrosa in forma abbiano<br />
qualcosa più degli altri. Però<br />
anche Marquez è fortissimo:<br />
ha già vinto due GP ed è sempre<br />
arrivato sul podio, a parte<br />
l’errore del Mugello. Oggi aveva<br />
un’occasione importante e l’ha<br />
sfruttata al meglio: è davvero<br />
speciale. Per quanto mi riguarda,<br />
io devo fare un altro passo<br />
se voglio lottare per il t<strong>it</strong>olo, ma<br />
non sono così lontano”.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
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Marc Marquez<br />
“Non è bello vincere<br />
senza Pedrosa e Lorenzo”<br />
di Giovanni Zamagni | “Ho fatto una bella gara, ho gest<strong>it</strong>o bene il<br />
vantaggio, ma con loro in pista è tutta un’altra cosa. Adesso si va a<br />
Laguna, dove non ho mai girato in v<strong>it</strong>a mia”<br />
D<br />
oveva vincere. E<br />
ha vinto. Sembra<br />
banale, invece è<br />
impressionante<br />
per un ventenne al debutto in<br />
<strong>Moto</strong>GP, seppure due volte<br />
campione del mondo. Così,<br />
per l’ennesima volta, è giusto<br />
sottolineare che ci troviamo<br />
davanti a un fenomeno assoluto.<br />
“E’ una v<strong>it</strong>toria importante,<br />
arrivata dopo una gara dura e<br />
combattuta, molto diversa da<br />
quelle che avevo disputato in<br />
precedenza in <strong>Moto</strong>GP: questa<br />
volta ho dovuto amministrare<br />
il vantaggio. Salire sul gradino<br />
più alto del podio è sempre<br />
speciale, ma farlo senza Pedrosa<br />
e Lorenzo in pista non<br />
ha lo stesso sapore: speriamo<br />
tornino presto. Adesso, sono<br />
primo in campionato (lo era già<br />
stato alla seconda gara, a pari<br />
punti con Jorge Lorenzo, e alla<br />
terza, da solo, NDA): non potevo<br />
certo immaginare una cosa<br />
del genere quando ho iniziato<br />
58<br />
la stagione. In ogni caso, posso<br />
essere contento della mia<br />
gara, perché sono riusc<strong>it</strong>o a tenere<br />
un buon r<strong>it</strong>mo. Prima del<br />
via ero molto nervoso. Non ti<br />
cap<strong>it</strong>a sempre un’opportun<strong>it</strong>à<br />
come quella di oggi. Sono part<strong>it</strong>o<br />
così così, perché ho lasciato<br />
la frizione troppo velocemente;<br />
poi mi sono rilassato, ho impostato<br />
il mio r<strong>it</strong>mo e sono riusc<strong>it</strong>o<br />
a vincere. Sono in testa<br />
al campionato, questo non lo<br />
posso negare, ma devo continuare<br />
a pensare gara per gara,<br />
senza cambiare strategia, non<br />
fare come al Mugello che sono<br />
caduto per essermi rilassato<br />
troppo. Alla fine Crutchlow girava<br />
fortissimo, ma per me<br />
sarebbe stato troppo rischioso<br />
andare più veloce e ho dovuto<br />
gestire il vantaggio. Adesso si<br />
va a Laguna, dove non ho mai<br />
girato con nessuna moto: dicono<br />
tutti che sia una pista bella,<br />
ma difficile”. A occhio, non ci<br />
metterà molto a impararla.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
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Spunti, considerazioni e domande<br />
del GP corso al Sachsenring<br />
di Giovanni Zamagni | Perché Pedrosa non ha disputato il GP?<br />
Pedrosa e Lorenzo torneranno in pista a Laguna Seca? Burgess non è<br />
più all’altezza della s<strong>it</strong>uazione? Perché Bradl non è riusc<strong>it</strong>o a mantenere<br />
il r<strong>it</strong>mo dei primi<br />
P<br />
erché Dani Pedrosa non ha<br />
disputato il GP?<br />
Risponde Livio Suppo, Team Principal<br />
HRC: “I dottori non lo hanno considerato<br />
idoneo per correre.<br />
Questa mattina, dopo un primo controllo alle<br />
8.30, gli era stato dato il via libera, perché la<br />
spalla non aveva problemi, ma dopo essere stato<br />
in Clinica Mobile per effettuare l’infiltrazione antidolorifica<br />
per il warm up, ha avuto dei giramenti<br />
di testa, pressione bassa e nausea e quindi il<br />
60<br />
Dottor Michele Macchiagodena (il direttore medico<br />
del motomondiale, NDA) che l’aveva naturalmente<br />
già visto ieri, ha deciso che non avrebbe<br />
potuto correre. Dani ha chiesto se avrebbe potuto<br />
effettuare un ulteriore controllo più tardi, in un<br />
orario più vicino alla gara, ma il Dottor Macchiagodena<br />
ha spiegato che, dato che la s<strong>it</strong>uazione<br />
non era momentanea, ma aveva una storia alle<br />
spalle di più di 24 ore di pressione altalenante,<br />
non sarebbe stato comunque considerato idoneo<br />
per il GP”.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb<br />
bbbbbbbbbbbbbbb<br />
Pedrosa e Lorenzo torneranno in pista<br />
a Laguna Seca?<br />
Dani quasi sicuramente: domani farà probabilmente<br />
ulteriori accertamenti a Barcellona, ma<br />
le sue condizioni fisiche non dovrebbero creargli<br />
problemi per partecipare al GP degli USA. Per<br />
quanto riguarda Lorenzo, sabato sera, dopo l’operazione<br />
alla clavicola sinistra, con l’inserimento<br />
di una nuova piastra fissata da dieci v<strong>it</strong>i e un<br />
pezzettino di osso per sostegno, aveva tw<strong>it</strong>tato:<br />
“tornerò a Indianapolis”. Sono in molti, però,<br />
a pensare che Jorge sarà a Laguna Seca, a cominciare<br />
da Valentino Rossi: “Parlo a t<strong>it</strong>olo personale,<br />
senza sapere nulla della sua s<strong>it</strong>uazione:<br />
secondo me Jorge ci sarà a Laguna” ha detto.<br />
Perché cal crutchlow ha perso quattro<br />
posizioni in partenza?<br />
Risponde Crutchlow: “Ero part<strong>it</strong>o bene, ma poi<br />
mi sono trovato Marquez sulla mia traiettoria:<br />
ho dovuto chiudere il gas per non prenderlo. La<br />
moto, però, funzionava bene anche con il pieno<br />
di benzina: nel finale ho provato a prendere<br />
Marc, ma lui è stato fantastico, non ha commesso<br />
nessun errore”.<br />
valentino rossi è sembrato piuttosto indispett<strong>it</strong>o<br />
con la squadra, anche se poi ha dichiarato<br />
che “è stata colpa di entrambi (pilota e team,<br />
nDA) sbagliare la scelta dell’assetto”; allora è<br />
vero che Jeremy Burgess non è più all’altezza<br />
della s<strong>it</strong>uazione?<br />
Questa domanda viene fatta dall’inizio dell’anno,<br />
anzi, dal 2010. Fino adesso ho sempre sostenuto<br />
che se Rossi ha deciso di portare di nuovo in<br />
Yamaha Burgess e i suoi uomini, significa che<br />
Valentino li considera ancora all’altezza, che<br />
condivide il metodo di lavoro. Adesso, ho un po’<br />
cambiato opinione, nel senso che Valentino, in<br />
questo momento, è un gradino sotto rispetto ai<br />
tre piloti spagnoli e se la gioca con Crutchlow:<br />
avrebbe bisogno di maggiore sostegno da parte<br />
della sua squadra. In altre parole: quando era<br />
giovane, faceva la differenza, mentre adesso, per<br />
riuscirci, avrebbe bisogno di più aiuto da parte<br />
dei suoi uomini.<br />
61
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Perché Stefan Bradl non è riusc<strong>it</strong>o a<br />
mantenere il r<strong>it</strong>mo dei primi, nonostante in<br />
prova avesse dimostrato di avere un buon passo?<br />
Purtroppo è ancora un lim<strong>it</strong>e del pilota tedesco,<br />
che riesce a essere veloce per qualche giro, ma<br />
rallenta il r<strong>it</strong>mo più degli altri quando le gomme<br />
cadono. C’è ancora da lavorare.<br />
Perché nicky Hayden è andato così male dopo<br />
che in prova aveva ottenuto il sesto tempo?<br />
Hayden è caduto nel warm up, nello stesso punto<br />
dove era scivolato venerdì, ed è stato costretto<br />
a utilizzare la seconda moto. Nonostante avesse<br />
lo stesso assetto, Nicky non ha più avuto le stesse<br />
sensazioni, non riuscendo a essere efficace in<br />
frenata e in curva come lo era stato sabato.<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
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Le pagelle del GP di Germania<br />
di Giovanni Zamagni | Marquez si aggiudica un 10, fantastico; 8 per<br />
Crutchlow, tenace; solo 6 per Rossi, mai protagonista; 7 a Bradl, non è<br />
un fenomeno ma si applica; 6 a Dovizioso e 4 alla Ducati<br />
10<br />
MArc MArQUEZ<br />
Fantastico nella guida, nella veloc<strong>it</strong>à di<br />
apprendimento, nella capac<strong>it</strong>à di gestire la pressione,<br />
nella naturalezza con la quale affronta<br />
ogni s<strong>it</strong>uazione, nella tranquill<strong>it</strong>à, nella simpatia:<br />
non sembra avere niente di sbagliato. E’ un fenomeno<br />
assoluto, un pilota già completo, nonostante<br />
abbia solo 20 anni. In sintesi: perfetto.<br />
cAL crUTcHLoW<br />
8 Due cadute venerdì, delle quali una violentissima.<br />
Sabato pomeriggio, al di là del secondo posto<br />
in qualifica, sembrava in grande difficoltà, lì lì<br />
per crollare da un momento all’altro, sul punto di<br />
alzare bandiera bianca. Ma Crutchlow è un duro,<br />
uno che non si arrende di fronte a nulla, commovente<br />
nella sua tenacia. Da applausi.<br />
vALEnTIno roSSI<br />
6 In prova aveva un ottimo passo, inferiore solo<br />
a quello di Marquez, ma in gara, al di là di una<br />
partenza a razzo, non è mai stato protagonista,<br />
superato da Bradl al primo giro (poi ripassato<br />
al nono), da Marquez al quinto, da Crutchlow<br />
al 16esimo, sempre senza che Rossi potesse<br />
rispondere agli attacchi: è chiaro che qualcosa<br />
non funzionava. Di chi la colpa?<br />
STEFAn BrADL<br />
7 Non è un fenomeno, ma, come si diceva a<br />
scuola, “si applica” senza risparmiarsi. Sul singolo<br />
giro è migliorato tanto ed è quasi a livello<br />
dei più veloci, ma deve lavorare un bel po’ sulla<br />
distanza. E’ però stato in testa per cinque giri,<br />
facendo impazzire di gioia gli 85.667 spettatori<br />
paganti. Sicuramente è in cresc<strong>it</strong>a.<br />
ALvAro BAUTISTA<br />
5 Non si vede mai, né in prova né in gara. L’unica<br />
scusante a suo favore è che non ha lo stesso<br />
equipaggiamento tecnico per freni e sospensioni<br />
dei suoi rivali.<br />
BrADLEY SMITH<br />
6,5 Più che dign<strong>it</strong>oso sia in prova sia in<br />
gara, anche se alla fine si becca 25” da Marquez<br />
e 23”5 dal compagno di squadra. Comunque<br />
meglio rispetto a inizio stagione.<br />
AnDrEA DovIZIoSo<br />
6 In prova è andato male, ma in gara, ancora<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
una volta, ha sfruttato al meglio il potenziale della<br />
sua moto: non gli si può rimproverare nulla.<br />
ALEIX ESPArGAro<br />
8 La sua ART è sicuramente una CRT compet<strong>it</strong>iva,<br />
ma il confronto con il suo compagno di<br />
squadra dice che è soprattutto il pilota a fare la<br />
differenza.<br />
nIcKY HAYDEn<br />
5 Praticamente è già stato licenziato dalla<br />
Ducati: è già tanto che non tiri la moto contro il<br />
muro. Metaforicamente parlando, naturalmente.<br />
MIcHELE PIrro<br />
5 Da domani torna a fare il collaudatore a tempo<br />
pieno, ma, comunque, in questi GP non ha<br />
sfigurato, anche se in Germania ha faticato tantissimo.<br />
9 HonDA<br />
Torna alla v<strong>it</strong>toria dopo tre successi consecutivi<br />
della Yamaha: al Sachsenring è sembrata<br />
l’ottima moto di inizio stagione.<br />
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9 YAMAHA<br />
Anche nel mini circu<strong>it</strong>o tedesco ha fatto la<br />
sua bella figura.<br />
4 DUcATI<br />
Il discorso è sempre lo stesso: se la moto non<br />
cambia, non possono mutare i risultati. Ma l’impegno<br />
non manca: ci vuole tanta pazienza.<br />
<strong>Moto</strong>GP Germania<br />
Pos. Pilota Punti<br />
1 Marc MARQUEZ 25<br />
2 Cal CRUTCHLOW 20<br />
3 Valentino ROSSI 16<br />
4 Stefan BRADL 13<br />
5 Alvaro BAUTISTA 11<br />
6 Bradley SMITH 10<br />
7 Andrea DOVIZIOSO 9<br />
8 Aleix ESPARGARO 8<br />
9 Nicky HAYDEN 7<br />
10 Michele PIRRO 6<br />
11 Hector BARBERA 5<br />
12 Randy DE PUNIET 4<br />
13 Colin EDWARDS 3<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
66 67<br />
classifica<br />
Pos. Pilota Punti<br />
1 Marc MARQUEZ 138<br />
2 Dani PEDROSA 136<br />
3 Jorge LORENZO 127<br />
4 Cal CRUTCHLOW 107<br />
5 Valentino ROSSI 101<br />
6 Andrea DOVIZIOSO 74<br />
7 Stefan BRADL 64<br />
8 Alvaro BAUTISTA 58<br />
9 Nicky HAYDEN 57<br />
10 Aleix ESPARGARO 52<br />
11 Bradley SMITH 51<br />
12 Michele PIRRO 36<br />
13 Andrea IANNONE 24<br />
classifica Generale
DIETRo LE<br />
quINTE DELLA<br />
MoToGP:<br />
Carlo Pernat<br />
di Giovanni Zamagni | Qualsiasi cosa succeda nel<br />
paddock lui la sa. E se anche non la sa, ma accade<br />
molto raramente, non solo finge di conoscere già<br />
quella determinata notizia, ma te la gira in modo<br />
che sembra te l’abbia data lui<br />
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Q<br />
ualsiasi cosa succeda<br />
nel paddock<br />
lui la sa. E se anche<br />
non la sa,<br />
ma accade molto raramente,<br />
non solo finge di conoscere<br />
già quella determinata<br />
notizia, ma te la gira in modo<br />
che sembra te l’abbia data lui.<br />
“Belin, te l’avevo detto” è una<br />
delle tante frasi celebri di Carlo<br />
Pernat, genovese e genoano<br />
purosangue, un uomo molto<br />
intelligente, simpatico, sempre<br />
con la battuta pronta, capace<br />
di adattarsi a qualsiasi s<strong>it</strong>uazione.<br />
In sala stampa, nella corsia<br />
dei box, tra gli addetti ai lavori<br />
– <strong>it</strong>aliani o stranieri – è un vero<br />
e proprio punto di riferimento:<br />
“Belin, te l’avevo detto”…<br />
nome e cognome?<br />
«Carlo Pernat».<br />
nato dove e quando?<br />
«A Genova, naturalmente, il 9<br />
agosto 1948».<br />
Sampdoriano?<br />
«Sampdoriano sarai tu… E so lo<br />
dici ancora, finiamo sub<strong>it</strong>o l’intervista!».<br />
che scuola hai fatto?<br />
«Come tutti, asilo, elementari<br />
e medie. Poi ragioneria, quindi<br />
economia e commercio».<br />
Ti ricordi la prima gara di<br />
moto che hai visto nella tua<br />
v<strong>it</strong>a?<br />
«Nel 1974, una gara di motocross,<br />
a Lombardore. Nel 1979,<br />
invece, la mia prima gara “vissuta”,<br />
sempre nel motocross,<br />
con Dario Nani a Tampere,<br />
in Finlandia, quando Dario si<br />
stampò a tre giri dalla fine contro<br />
uno dei tanti alberi della foresta<br />
finlandese…».<br />
come sei arrivato alle corse<br />
di moto, al motocross prima e<br />
poi al motomondiale?<br />
«Una storia strana. Lavoravo<br />
alla Piaggio, nel marketing,<br />
quando arrivò un nuovo amministratore<br />
delegato, l’ingegnere<br />
Sguazzini, che mi propose di<br />
seguire lo sport. Accettai sub<strong>it</strong>o<br />
e fui mandato ad Arcore, alla<br />
Gilera, dove feci il responsabile<br />
organizzativo della squadra<br />
corse. Feci anche altre cose,<br />
perché nello “sport Piaggio”<br />
era compreso anche il ciclismo:<br />
feci il giro d’Italia con la<br />
Bianchi come PR, assieme a<br />
Felice Gimondi che era il direttore<br />
sportivo. Poi, nel 1980, mi<br />
mandarono in Ferrari a seguire<br />
la sponsorizzazione Vespa: era<br />
il primo anno di Villeneuve e<br />
l’ultimo di Sheckter con la T5,<br />
macchina poco compet<strong>it</strong>iva.<br />
Anche in quel caso il mio ruolo<br />
era di PR, ma ero comunque a<br />
contatto con tutti i vertici Ferrari:<br />
mi sono divert<strong>it</strong>o, ho fatto<br />
tanta esperienza, un sacco di<br />
conoscenze. Con il biglietto da<br />
vis<strong>it</strong>a della Piaggio era facile:<br />
venivi considerato una cima<br />
anche se non lo eri… Ho segu<strong>it</strong>o<br />
anche il calcio, la Juventus<br />
nel 1983, per r<strong>it</strong>ornare al<br />
cross fino al 1984 quando mi<br />
arrivò l’offerta dalla Cagiva, da<br />
Claudio Castiglioni, per fare il<br />
responsabile dell’attiv<strong>it</strong>à sportiva.<br />
Ci pensai un po’, perché in<br />
Piaggio ero dirigente: ma decisi<br />
di andarmene, una cosa abbastanza<br />
strana, per un contratto<br />
di due anni con Castiglioni. Lì<br />
facevo tutto: cross, Parigi-Dakar,<br />
veloc<strong>it</strong>à. La prima gara di<br />
motomondiale la feci nel 1987,<br />
quando la Cagiva era ancora<br />
gest<strong>it</strong>a da Battà, piloti Didier<br />
De Radigues e Raymon Roche.<br />
Nel 1988 presi in mano tutto<br />
io, diventai direttore sportivo:<br />
il “mio” primo pilota fu Randy<br />
Mamola. Andai avanti fino ai<br />
primi anni Novanta quando fui<br />
chiamato, assieme a Jan W<strong>it</strong>teveen,<br />
da Ivano Beggio per<br />
gestire i programmi sportivi<br />
dell’Aprilia, ruolo che ricoprii<br />
fino al 1997. Poi andai al Genoa,<br />
come responsabile marketing<br />
e comunicazione, ma non mi<br />
piaceva: il calcio era abbastanza<br />
“schifoso, marcio”. Rientrai<br />
nelle moto facendo la seconda<br />
voce alla Rai assieme a Federico<br />
Urban e a fine 1999 mi<br />
chiamò Loris Capirossi: voleva<br />
essere gest<strong>it</strong>o da me. Accettai:<br />
è stato un sodalizio che è durato<br />
a lungo. Nel 2000 feci anche<br />
il responsabile attiv<strong>it</strong>à sportive<br />
della Gilera: con l’ingegnere<br />
Masut mettemmo in piedi l’operazione,<br />
assunsi Gianpiero<br />
Sacchi per gestire il r<strong>it</strong>orno del<br />
marchio Derbi».<br />
Adesso cosa fai esattamente?<br />
«Diciamo il manager di piloti».<br />
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Cosa fa esattamente un manager<br />
e quanto è difficile farlo?<br />
«Devi avere le caratteristiche<br />
giuste: prima di tutto, è un lavoro<br />
psicologico. Bisogna essere<br />
sempre tranquilli, mettere il<br />
pilota nelle condizioni migliori:<br />
se il pilota non è sereno, non<br />
si diverte e di conseguenza<br />
non rende. Bisogna gestire i<br />
contratti, la stampa, le sponsorizzazioni,<br />
trovargli una moto.<br />
Devi avere una certa esperienza<br />
sia di contratti, di pubbliche<br />
relazioni, di marketing, di pubblic<strong>it</strong>à:<br />
il “vero” manager deve<br />
conoscere tutti questi aspetti,<br />
anche perché quando vai a<br />
trattare con uno sponsor devi<br />
sapere parlare un certo tipo di<br />
linguaggio, molto più complicato<br />
rispetto a 15 anni fa. Con il<br />
tempo, con i risultati, con il tuo<br />
modo di essere ti costruisci i<br />
rapporti con le persone, con la<br />
stampa, con l’ambiente in generale.<br />
Insomma, è un lavoro<br />
abbastanza articolato».<br />
come avviene una trattativa,<br />
in linea di massima?<br />
«Se gestisci un pilota bravo,<br />
spesso è la Casa che ti cerca: se<br />
è così, il lavoro è naturalmente<br />
molto più semplice, perché hai<br />
tu il coltello dalla parte del manico.<br />
Diverso quando sei tu che<br />
proponi: devi conoscere chi decide,<br />
saltare i “marescialli” per<br />
non perdere tempo, fai certi<br />
discorsi mai facili, perché a volte<br />
“vendi” arrosto, altre anche<br />
un po’ di fumo… Devi avere una<br />
certa capac<strong>it</strong>à di convinzione,<br />
“intortare” un po’ le persone<br />
per arrivare a dei contratti che<br />
io ho sempre fatto pluriennali:<br />
per me un pilota deve avere<br />
un accordo minimo di due anni<br />
con una Casa».<br />
Hai fatto molto bene sia il<br />
team manager che il manager:<br />
proviamo a confrontare i<br />
due lavori.<br />
«Sicuramente fare il team manager<br />
è più affascinante, perché<br />
decidi in prima persona.<br />
Gestisci meccanici, piloti, strategie:<br />
è un lavoro avvincente e<br />
bellissimo. Anche fare il manager<br />
è interessante e piacevole,<br />
ma più riduttivo: lavori tanto,<br />
ma non hai dietro un gruppo<br />
di persone. Quando gestivo le<br />
squadre avevo un bellissimo<br />
rapporto con tutti quelli che<br />
lavoravano con me, perché ci<br />
mettevo la faccia e gli facevo<br />
guadagnare dei bei soldi: se<br />
tratti bene il meccanico, se la<br />
squadra è con te, puoi ottenere<br />
certe cose».<br />
Svelaci un retroscena sia da<br />
team manager sia da manager.<br />
«Una divertente nel cross.<br />
1985, ultima gara del campionato<br />
in Argentina, noi Cagiva<br />
ci giocavamo il mondiale con<br />
la Honda. Io feci arrivare la<br />
nostra benzina dall’Agip, che<br />
feci sdoganare tranquillamente,<br />
mentre feci bloccare quella<br />
della Honda, perché chi usava<br />
il carburante locale rompeva<br />
i motori. Mi accusarono, ma<br />
andammo davanti alla commissione<br />
della FIM: offrii la mia<br />
benzina a 120 dollari al l<strong>it</strong>ro. La<br />
Honda, schifata, disse di no: le<br />
loro moto si ruppero e noi vincemmo<br />
il mondiale…».<br />
E come manager?<br />
«Beh, forse quando feci passare<br />
Capirossi come un fine collaudatore:<br />
alla Ducati fu preso<br />
anche per questo».<br />
Hai lavorato con tantissimi<br />
campioni: io ti faccio qualche<br />
nome e tu dici quello che vuoi.<br />
ok?<br />
«Va bene».<br />
Loris reggiani.<br />
«E’ il pilota più umano che abbia<br />
mai incontrato. Ricordo<br />
sempre questo aneddoto: generalmente<br />
il pilota odia il compagno<br />
di squadra. Ma quando<br />
Jean Philippe Ruggia vinse nel<br />
1993 la sua prima gara con<br />
l’Aprilia, Loris si commesse<br />
per la felic<strong>it</strong>à del successo del<br />
suo compagno. Di Loris ho un<br />
ricordo stupendo, sia come pilota,<br />
perché era uno forte davvero,<br />
sia come persona: faceva<br />
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gruppo, era un piacere lavorare<br />
con lui».<br />
Alex Gramigni.<br />
«Con lui vinsi il primo mondiale<br />
come direttore sportivo (1992,<br />
Aprilia 125, NDA): Alex è un toscano<br />
“fumantino”, molto “incazzoso”,<br />
ma leale, una qual<strong>it</strong>à<br />
che mi colpì molto. Poi sbagliò<br />
qualcosa nella sua gestione:<br />
era una bella manetta, ma si<br />
credeva anche collaudatore».<br />
Max Biaggi.<br />
«Da zero a cento! Come pilota<br />
tanto di cappello – anche a lui<br />
devo molto, vincemmo insieme<br />
tre mondiali (1994, 1995, 1996,<br />
Aprilia 250, NDA): onestamente<br />
mi aiutò nella mia carriera -,<br />
dal punto di vista umano una<br />
persona molto difficile, egoista,<br />
probabilmente dettato dalle<br />
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sue vicende personali. Molto<br />
diffidente, che poi è la caratteristica<br />
più negativa di Max: così<br />
si è fatto, senza alcun bisogno,<br />
troppi nemici».<br />
Loris capirossi.<br />
«Di lui posso solo parlare bene.<br />
E’ una persona molto umana,<br />
bravissima, un gran pilota, con<br />
un talento straordinario: il giro<br />
secco di Capirossi è famoso<br />
ancora oggi. Ha vinto meno<br />
di quanto mer<strong>it</strong>asse, ci stava<br />
anche un t<strong>it</strong>olo nella <strong>Moto</strong>GP:<br />
nel 2006, l’avrebbe ottenuto<br />
senza l’incidente di Barcellona<br />
(venne travolto in partenza<br />
dal compagno di squadra Sete<br />
Gibernau, perdendo poi molti<br />
punti importanti a causa delle<br />
sue condizioni fisiche, NDA).<br />
Con lui i contratti li facevo con<br />
una stretta di mano: non mi è<br />
mai successo con nessun altro.<br />
E se dovevo avere 10 lire, me<br />
ne andava anche 11: per me è<br />
come un fratello».<br />
valentino rossi.<br />
«Eccezionale. Mi ricordo che<br />
quando gli feci il primo contratto,<br />
rimasi colp<strong>it</strong>o dalla simpatia<br />
e dalla spontane<strong>it</strong>à. Era già un<br />
bel “tirapacchi” (ride, NDA):<br />
nel 1997, quando conquistò il<br />
t<strong>it</strong>olo della 125, era un grande<br />
fan di Jacques Villeneuve e lo<br />
voleva conoscere a tutti i costi,<br />
anche perché in quel periodo<br />
Valentino era “anti-ferrarista”,<br />
anche se adesso non lo vuole<br />
dire. Durante una premiazione<br />
al <strong>Moto</strong>r Show di Bologna ero<br />
riusc<strong>it</strong>o a organizzare un incontro<br />
tra Rossi e Villeneuve, ma al<br />
momento buono, con presenti<br />
tutti i giornalisti del mondo, lui<br />
“scappò” per andare a ballare,<br />
facendomi fare una brutta figura…<br />
E’ un grandissimo».<br />
Marco Simoncelli.<br />
«Tra tutti, era quello più vero e<br />
spontaneo, quasi ingenuo nella<br />
sua semplic<strong>it</strong>à: non credo incontrerò<br />
mai più un altro pilota<br />
così. Per me era il migliore».<br />
Dopo quello che è successo<br />
a Marco, hai mai pensato di<br />
smettere?<br />
«Altroché: ci ho pensato per<br />
quattro mesi. In quel periodo,<br />
tra novembre e dicembre, fui<br />
contattato da Cal Crutchlow,<br />
che voleva che gli facessi da<br />
manager, ma gli dissi di no,<br />
perché volevo smettere. Poi,<br />
a gennaio, si riaccese la scintilla:<br />
ne parlai anche con Paolo<br />
(il papà di Marco, NDA) e pure<br />
lui mi convinse a ricominciare.<br />
Ma è diverso da prima, perché<br />
quando vedi morire un amico<br />
inev<strong>it</strong>abilmente qualcosa ti lascia<br />
dentro: con Marco mi divertivo<br />
veramente».<br />
c’è un pilota che avresti voluto<br />
gestire – come team manager<br />
o come manager -, senza<br />
però riuscirci?<br />
«Kevin Schwantz: ci avevo<br />
anche provato. In tempi più<br />
recenti, mi sarebbe piaciuto<br />
lavorare con Jorge Lorenzo,<br />
ma per alcune incomprensioni<br />
l’operazione non si è conclusa.<br />
Sono convinto che Jorge<br />
sia un ragazzo leale e sincero,<br />
forse solo un po’ “costru<strong>it</strong>o”: in<br />
generale è uno che mi piace».<br />
Beh, mi viene in mente anche<br />
Luca cadalora, che avresti voluto<br />
in Aprilia nel 1996.<br />
«Sì, successe quando l’Aprilia<br />
licenziò Biaggi: facemmo provare<br />
la moto di Marcellino Lucchi<br />
(storico collaudatore Apirlia,<br />
NDA) a Luca al Mugello ad<br />
agosto. Fu entusiasta: gli diedi<br />
un contratto in bianco, poteva<br />
decidere lui la cifra dell’ingaggio.<br />
Aspetto la risposta ancora<br />
adesso…».<br />
Un consiglio a un ragazzo che<br />
vorrebbe fare il tuo lavoro.<br />
«Bisogna aver fortuna: io ho<br />
avuto la fortuna di lavorare<br />
prima con le Aziende, poi con i<br />
“padroni” (Castiglioni, Beggio,<br />
NDA).<br />
Bisogna avere una gran passione<br />
e, oggi, purtroppo, essere<br />
anche disposti a investire dei<br />
soldi: quindi è ancora più difficile<br />
che ai miei tempi».<br />
Hai un ricordo, un aneddoto<br />
sul Sachsenring, dove domenica<br />
è in programma il GP di<br />
Germania?<br />
«Ricordo quando Alex De Angelis<br />
(uno dei piloti gest<strong>it</strong>i da<br />
Pernat, NDA) fece una bellissima<br />
gara con la Honda <strong>Moto</strong>GP<br />
del team Gresini (4° nel 2006,<br />
NDA): poteva arrivare sul podio,<br />
addir<strong>it</strong>tura vincere. Ad Alex<br />
sono legato, anche lui è un bravo<br />
ragazzo, che ha vinto meno<br />
di quanto mer<strong>it</strong>erebbe: fu un’emozione<br />
molto intensa».<br />
<strong>Moto</strong>GP<br />
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SBK Evo, le quasi-stock<br />
che piacciono ai team<br />
di Edoardo Licciardello | Il cambio di regolamento prospettato nel<br />
mondiale superbike 2014 sembra ricalcare quanto avvenuto nella SBK<br />
br<strong>it</strong>annica. Vediamo di che si tratta, perché la maggior parte dei team là<br />
ne è contenta. E perché potrebbe piacere anche qui<br />
E<br />
vo, ovvero la pietra dello scandalo. La<br />
prima mossa – dicono i detrattori di<br />
DORNA e del suo operato – per sterilizzare<br />
la Superbike, tagliarle le unghie<br />
e ridurre prestazioni pericolosamente vicine, per<br />
questioni di immagine, a quelle delle <strong>Moto</strong>GP.<br />
Una modifica regolamentare che, continuano,<br />
ucciderebbe la Superbike riducendo lo spettacolo<br />
e penalizzandola troppo pesantemente in<br />
termini di tempi sul giro. Ciò la renderebbe anche<br />
poco attraente per piloti di alto livello – la vera<br />
cosa di cui, e qui concordano tutti, in Superbike<br />
di questi tempi c’è un gran bisogno. A prescindere<br />
dalle considerazioni di cui sopra, sulle quali si<br />
potrebbe discutere a lungo (lo spettacolo non è<br />
certo figlio dei tempi sul giro, anzi, l’evidenza empirica<br />
dice chiaramente che mezzi meno potenti<br />
e più facili da portare al lim<strong>it</strong>e danno v<strong>it</strong>a a gare<br />
più incerte, combattute e spettacolari) ci sentiamo<br />
comunque di guardare con favore l’evoluzione<br />
proposta da DORNA, naturalmente in attesa<br />
di dichiarazioni più precise in mer<strong>it</strong>o ai contenuti<br />
tecnici del regolamento. Perché questo ottimismo?<br />
Dopotutto, da bravi addetti ai lavori di<br />
lungo corso abbiamo maturato un sano scetticismo<br />
nei confronti di conigli estratti dal cilindro,<br />
panacee e soluzioni facili a problemi universali. Il<br />
fatto è che DORNA sta semplicemente andando<br />
sul sicuro basandosi su un’esperienza di successo:<br />
il regolamento EVO è già stato applicato<br />
nel campionato br<strong>it</strong>annico, con buon successo<br />
e soddisfazione dei partecipanti. Vi pare che la<br />
BSB possa essere defin<strong>it</strong>a poco spettacolare o<br />
di scarsa attrattiva per i piloti?<br />
Di che si tratta?<br />
Il regolamento Evo nasce nel 2010 per sost<strong>it</strong>uire<br />
la Privateer Cup, ovvero la classifica riservata<br />
ai privati. Per iniziare a sperimentare la nuova<br />
Superbike<br />
formula, gli organizzatori (<strong>Moto</strong>rSport Vision Racing,<br />
che ha rilevato la BSB guarda caso proprio<br />
da DORNA) hanno creato una sorta di CRT all’interno<br />
della classe Superbike nazionale per contenere<br />
i costi dei team privati, da sempre classificati<br />
nella serie br<strong>it</strong>annica tanto nella classifica<br />
assoluta quanto in una a loro riservata, con in<br />
palio premi e prestigio per squadra e pilota. Visto<br />
il successo della formula il regolamento tecnico<br />
è stato esteso a tutta la griglia: a partire dalla<br />
stagione 2012 la categoria Superbike è stata trasformata<br />
in questa via di mezzo fra Stock e Superbike,<br />
aggiungendo spruzzate di Supersport<br />
qua e là; di fatto, è stato praticamente adottato<br />
quello in uso nel Mondiale Endurance. Rispetto<br />
alla versione iniziale infatti il livello di preparazione<br />
concesso per il propulsore è stato leggermente<br />
aumentato, per consentire a chi usa propulsori<br />
più datati da un punto di vista progettuale<br />
di colmare il gap con quelli più recenti. Vediamo<br />
nel dettaglio cosa comporta. La ciclistica resta<br />
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quella in uso sulla SBK attuale, ovvero in buona<br />
parte prototipale – telaio e telaietto devono restare<br />
di serie, ma sospensioni, forcellone e impianto<br />
frenante sono (o meglio, possono essere)<br />
sostanzialmente diversi dal modello di produzione.<br />
Per quanto riguarda il motore invece le<br />
modifiche sono molto lim<strong>it</strong>ate, pur essendo più<br />
permissive rispetto a quanto prescrive il regolamento<br />
Superstock. E’ possibile naturalmente<br />
sost<strong>it</strong>uire scarico e filtro dell’aria, lavorare la testa<br />
per aumentare il rapporto di compressione e<br />
i condotti di aspirazione e scarico. Si può anche<br />
modificare la distribuzione, variando alzata e durata<br />
delle camme, ma restando il vincolo di pistoni,<br />
valvole e relative sedi e molle originali oltre un<br />
certo lim<strong>it</strong>e non ci si può fisiologicamente spingere.<br />
E’ permessa anche la sost<strong>it</strong>uzione delle bielle<br />
per questioni di affidabil<strong>it</strong>à (quindi non possono<br />
essere più leggere delle originali) e di frizione,<br />
78<br />
pompa dell’olio e dell’acqua nonché del cambio,<br />
anche se viene introdotto il vincolo di un solo set<br />
di rapporti per tutta la stagione. In generale, tutte<br />
queste modifiche hanno determinato una diminuzione<br />
di circa 15 cavalli nella potenza massima<br />
rispetto ai motori usati in precedenza, preparati<br />
secondo il regolamento del Mondiale. L’aspetto<br />
forse più importante però sta nella gestione elettronica:<br />
la BSB ha introdotto la centralina unica<br />
(nel loro caso la Motec M170, con software standard)<br />
che non prevede nessuna assistenza al<br />
pilota e lim<strong>it</strong>a il regime massimo a 750 giri oltre<br />
quello massimo del modello di serie. Sono spar<strong>it</strong>i<br />
controllo di trazione, anti-impennate e launch<br />
control, con un accento decisamente più marcato<br />
sulle capac<strong>it</strong>à del pilota piuttosto che sul valore<br />
del mezzo. I comandi ride-by wire inoltre sono<br />
permessi solo se presenti sul mezzo di serie, con<br />
la possibil<strong>it</strong>à per chi non ne dispone di adottare<br />
Superbike<br />
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sistemi ad infiltrazione d’aria all’aspirazione per<br />
lim<strong>it</strong>are il freno motore.<br />
Poca spesa, tanta resa<br />
Vista la larga componente discrezionale che<br />
resta nella preparazione è difficile stimare quali<br />
benefici in termini di costi possa portare una<br />
modifica regolamentare del genere, ma da un’indagine<br />
informale effettuata al tempo dell’introduzione<br />
della normativa in sost<strong>it</strong>uzione della<br />
Privateer Cup è emerso un costo di preparazione<br />
e manutenzione dei propulsori abbattuto fino<br />
all’80% sull’arco della stagione. Le moto non<br />
hanno perso troppo da un punto di vista prestazionale<br />
– si parla comunque di 190 cavalli alla<br />
ruota anche per le moto meno recenti, Honda<br />
e Suzuki – d’altra parte, dato che come rec<strong>it</strong>a<br />
un ben noto adagio delle corse le curve in pista<br />
sono più dei rettilinei, è normale che ciclistica e<br />
gommatura abbiano un peso nettamente più rilevante<br />
del motore nelle prestazioni complessive<br />
del mezzo. Non siete convinti? La nostra teoria<br />
trova riscontro nell’evidenza empirica che scaturisce<br />
dal confronto diretto. Nell’ultima gara<br />
del 2011, in cui le Evo si sono scontrate con le<br />
Superbike a regolamento WSB, Shane Byrne<br />
in sella alla Honda ufficiale del team HM Plant<br />
ha completato i 20 giri della gara in 29 minuti<br />
netti con un giro più veloce in 1’26”2. Graham<br />
Gowland, primo delle Evo ed in sella anche lui ad<br />
una CBR1000RR, ha tagliato il traguardo solo 16<br />
secondi dopo con un miglior tempo di 1’26”9. Un<br />
distacco di sette decimi a giro e sedici secondi<br />
su 20 giri, considerando anche la differenza di<br />
abil<strong>it</strong>à fra Byrne e Gowland è davvero contenuto.<br />
A chi piace?<br />
Il regolamento è piaciuto a tutti, anche se i team<br />
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impegnati con moto meno recenti (Honda, Suzuki,<br />
Yamaha) hanno faticato un po’ nel tirare<br />
fuori la cavalleria necessaria a stare con gli altri.<br />
D’altra parte è emerso che, con un regolamento<br />
del genere, i propulsori più spinti ed affinati nella<br />
loro versione di serie (BMW e Kawasaki) guadagnano<br />
davvero poco: sono talmente ottimizzati<br />
già come prodotti dalla fabbrica che portandoli<br />
a tolleranza – ovvero come si fa nella stock – si<br />
raggiunge già quasi interamente il loro potenziale.<br />
Per andare oltre servono interventi molto<br />
pesanti che, come sostengono alcuni, travalicano<br />
ampiamente lo spir<strong>it</strong>o della Superbike per<br />
non dire il concetto di “derivata di serie”. Piace<br />
molto soprattutto ai privati, che rivolgendosi ad<br />
un buon motorista possono ottenere prestazioni<br />
pari a quelle dei primi della classe. Peraltro, con<br />
l’adozione della centralina unica, sono rapidamente<br />
spar<strong>it</strong>e certe erogazioni nervosissime che<br />
nel Mondiale vengono rese gestibili solo dal massiccio<br />
intervento dell’elettronica; i preparatori<br />
si sono concentrati sulla qual<strong>it</strong>à della risposta<br />
all’acceleratore – fondamentale per sfruttare al<br />
massimo la trazione in usc<strong>it</strong>a di curva – andando<br />
così a ottenere propulsori più longevi, durevoli e<br />
sfruttabili.<br />
A chi non piace?<br />
In prospettiva mondiale è facile che un regolamento<br />
del genere – nato comunque per equilibrare<br />
la s<strong>it</strong>uazione fra ufficiali e privati – possa<br />
far storcere il naso alle Case costruttrici, che<br />
già ora faticano molto a giustificare un impegno<br />
ufficiale nel Mondiale Superbike, e private<br />
della possibil<strong>it</strong>à di fare la differenza rispetto ai<br />
“normali” preparatori potrebbero non trovare<br />
motivo per impegnarsi in prima persona. In primis,<br />
naturalmente, chi usa la SBK per sviluppare<br />
l’elettronica del proprio prodotto di serie; ovvero,<br />
non nascondendoci dietro ad un d<strong>it</strong>o, Aprilia<br />
e in maniera molto minore BMW (che ha comunque<br />
di fatto rinunciato all’impegno ufficiale), dal<br />
momento che tutti gli altri si lim<strong>it</strong>ano ad utilizzare<br />
versioni meno aggiornate o sofisticate del<br />
materiale impiegato in <strong>Moto</strong>GP. Aprilia stessa,<br />
stando alle voci che circolano e ad alcune implic<strong>it</strong>e<br />
conferme dell’ingegner Dall’Igna in persona,<br />
potrebbe comunque r<strong>it</strong>ornare a lavorare sullo<br />
sviluppo nella categoria prototipi (come del resto<br />
ha sempre fatto, dato che la sua gestione<br />
elettronica nasce dal sistema a piattaforma inerziale<br />
nato sulle sue 250GP) con la nasc<strong>it</strong>a della<br />
nuova categoria di Production Racers, dove potrebbe<br />
lavorare con la massima libertà per poi<br />
creare la versione stradale della sua RSV4 che,<br />
Superbike<br />
adeguatamente preparata, andrebbe a correre<br />
in Superbike. Uno sviluppo dell’elettronica esasperato<br />
è purtroppo imprescindibile per la <strong>Moto</strong>GP,<br />
dove per giustificare l’impegno economico<br />
ormai non più coperto dai reparti marketing<br />
ma da quelli ricerca e sviluppo le Case devono<br />
trovare ricadute su prodotti di serie non necessariamente<br />
sportivi – quelli su cui l’elettronica e<br />
il consumo ridotto sono fondamentali – e spingono<br />
quindi per il regolamento attuale. Sulle<br />
derivate di serie ne facciamo volentieri a meno,<br />
dato che non viene impiegata comunque quella<br />
del modello di produzione: l’assenza di controllo<br />
di trazione e diavolerie varie rende la serie più<br />
spettacolare, non certo più noiosa. Per questo ci<br />
permettiamo un cauto, moderato, ottimismo. Ai<br />
posteri l’ardua sentenza.<br />
Aprilia stessa, stando alle voci che circolano e ad<br />
alcune implic<strong>it</strong>e conferme dell’ingegner Dall’Igna in<br />
persona, potrebbe comunque r<strong>it</strong>ornare a lavorare<br />
sullo sviluppo nella categoria prototipi<br />
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SPEcIALE MoTocroSS<br />
GP di Finlandia<br />
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Ancora una doppietta di Cairoli e Herlings<br />
al GP di Finlandia<br />
di Masimo Zanzani | Il Tony nazionale chiude la serie di tappe<br />
scandinave con la terza v<strong>it</strong>toria consecutiva, im<strong>it</strong>ato dal leader<br />
MX2 Herlings<br />
L<br />
a parentesi scandinava che ha portato<br />
i piloti prima in Svezia, poi in Lettonia<br />
ed infine sulla sabbia finlandese si è<br />
chiusa all’insegna di Tony Cairoli che<br />
dopo essersi imposto nelle prime due tappe ha<br />
fatto il pieno aggiudicandosi anche il Gran Premio<br />
di Finlandia. Un successo annunciato, per<br />
via dell’insidios<strong>it</strong>à della pista che ha permesso<br />
al fantino della KTM di mettere in risalto le sue<br />
doti di guida, la preparazione atletica e la sua<br />
esperienza di sei volte campione del mondo, con<br />
cui ha fatto sua sia la prima manche, dove ha<br />
tranquillamente segu<strong>it</strong>o Clement Desalle sino<br />
a sette giri dalla fine quando ha aperto il turbo<br />
soffiandogli la prima posizione, che la seconda<br />
dove dopo essersi portato al comando nelle<br />
battute iniziali ha dovuto più concentrarsi a togliersi<br />
di mezzo i piloti doppiati che a quelli che<br />
lo seguivano. Il posto d’onore è andato all’ufficiale<br />
Suzuki, nonostante l’ammonizione ricevuta<br />
per il comportamento r<strong>it</strong>enuto dalla FIM non<br />
del tutto corretto avuto nei confronti di Tommy<br />
Searle nella seconda manche quando tra i<br />
due è nato un tira e molla col coltello tra i denti.<br />
Effettivamente Desalle ha centrato l’inglese della<br />
Kawasaki, che però a sua volta era già stato autore<br />
di mosse simili per cui i federali hanno voluto<br />
dare un preciso segnale che d’ora in poi non ci<br />
sarà più tolleranza per fatti del genere. Desalle,<br />
che si è piazzato prima secondo e poi terzo, ha<br />
preceduto il compagno di squadra Kevin Strijbos<br />
al suo secondo podio stagionale, Ken De Dycker<br />
e l’accoppiata Kawasaki Jeremy van Horebeek,<br />
che venerdì lo abbiamo visto stringere la mano<br />
al manager del team ICE1 che il prossimo anno<br />
gestirà le Husqvarna ufficiali MX1, e Gautier<br />
Paulin. Quest’ultimo nella prima manche è stato<br />
protagonista di una s<strong>it</strong>uazione letteralmente da<br />
rodeo (guarda il video), dove è stato disarcionato<br />
dalla moto in un salto ed è atterrato sulle proprie<br />
gambe e con la mani attaccate zigzagando con la<br />
moto al fianco lungo e fuori la pista per oltre 200<br />
metri senza cadere, riuscendo a risalire senza<br />
cadere e a proseguire la corsa fino al sesto posto.<br />
Nella frazione successiva ha concluso quarto<br />
dopo un avvio in settima posizione, trovandosi<br />
così a fine gara sempre secondo in campionato<br />
ma ora staccato da Cairoli di ben 99 punti. Giornata<br />
tranquilla per Davide Guarneri, che a causa<br />
della caviglia infortunata il sabato ha corso solo<br />
per fare allenamento rimediando un 16° ed un<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
17° posto, mentre David Philippaerts al 13° della<br />
prima manche ha associato il r<strong>it</strong>iro in quella successiva<br />
per noie tecniche.<br />
MX2<br />
Tutto secondo programma anche la MX2, con<br />
Jeffrey Herlings che è volato da buca a buca<br />
relegando in ogni manche oltre 50 secondi di<br />
distacco prima a Glenn Coldenhoff, che in Gara<br />
2 dopo essere caduto alla prima curva si è r<strong>it</strong>irato<br />
per problemi meccanici, e poi a Jordi Tixier il<br />
quale sommando il quinto iniziale si è assicurato<br />
il terzo posto generale dietro all’australiano della<br />
Yamaha UK Dean Ferris. Quarta posizione per lo<br />
spagnolo José Butron, contesissimo da diverse<br />
squadre per la prossima stagione, che ha fatto<br />
meglio del russo Alexandr Tonkov e del pilota di<br />
casa Harri Kullas. Giornata nera invece per Alex<br />
Lupino, caduto nelle fasi iniziali della prima manche<br />
dove ha concluso 18° per poi tagliare il traguardo<br />
9° in quella successiva. In evidenza nella<br />
frazione iniziale il grintoso Ivo Monticelli che ha<br />
lottato a lungo ad un soffio dei top ten per poi<br />
terminare 13°, ma nella seconda è caduto alla<br />
partenza e poco dopo è stato costretto alla via<br />
dei box con la moto danneggiata.<br />
Guarda tutte le classifiche MX1 e MX2<br />
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Tony Cairoli<br />
“Abbiamo un bel vantaggio<br />
in campionato”<br />
di Masimo Zanzani | “Adesso abbiamo un bel vantaggio – spiega<br />
Cairoli - ora è il momento di fare un po’ di conti e di ragionare in ottica<br />
campionato”<br />
T<br />
erza v<strong>it</strong>toria consecutiva:<br />
La prima<br />
manche è stata più<br />
impegnativa della<br />
seconda.<br />
«Sono part<strong>it</strong>o male, quartoquinto,<br />
e quindi ho dovuto recuperare<br />
un po’. Verso la fine<br />
quando sono arrivato dietro a<br />
Desalle avevo gli avambracci<br />
un po’ indur<strong>it</strong>i: guidavo rigido.<br />
Solo verso la fine mi sono<br />
sbloccato. La seconda manche<br />
ho fatto una partenza buona,<br />
non come ala sol<strong>it</strong>o, ma buona,<br />
nei primi 3-4».<br />
nella seconda manche hai faticato<br />
più a sorpassare i doppiati<br />
che gli avversari.<br />
«Sì, i doppiati sono un problema<br />
perché correndo in piste<br />
sempre più piccole, sono sempre<br />
di mezzo e anche quando<br />
vedono la bandiera blu fanno<br />
fatica a levarsi. Nella prima<br />
manche ho rischiato di atterrare<br />
su uno di loro».<br />
Al cancello hai scelto una traiettoria<br />
atipica, tutta all’interno.<br />
«Mi sentivo più sicuro, volevo<br />
stare lontano dal gruppo. Per<br />
me non era importantissimo<br />
arrivare davanti. Anche la quinta<br />
posizione in questa gara andava<br />
bene, sapevo che ci sono<br />
molti punti in cui è possibile<br />
fare sorpassi. Abbiamo un bel<br />
vantaggio ora è il momento di<br />
fare un po’ di conti e di ragionare<br />
in ottica campionato».<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
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Philippaerts e Guarnieri<br />
un GP sotto le aspettative<br />
per gli altri piloti <strong>it</strong>aliani<br />
di Masimo Zanzani | Un fine settimana sfortunato per i due <strong>it</strong>aliani.<br />
Noie meccaniche e problemi fisici hanno piazzato Guarneri e<br />
Philippaerts più indietro in classifica di quanto sia il loro valore<br />
U<br />
n Gp di Finlandia che è iniziato<br />
male e fin<strong>it</strong>o come non ci<br />
si aspettava.<br />
«E’ andato male. Siamo part<strong>it</strong>i che<br />
già la caviglia mi faceva molto male. Sabato mi<br />
sono chiesto se era il caso di correre, poi alla fine<br />
non ho preso parte alle qualifiche. Domenica invece<br />
ho fatto un bendaggio stretto e preso degli<br />
antidolorifici forti.<br />
Così siamo almeno riusc<strong>it</strong>i a portare a casa 9<br />
punti che mi hanno permesso di restare decimo<br />
in campionato.<br />
Speriamo in questi 15 giorni di rioposo di sistemare<br />
la caviglia e arrivare almeno ad un 80% per<br />
il GP di Germania e tornare a fare i risultati che<br />
stavo facendo prima dell’infortunio».<br />
U<br />
n fine settimana che non è andato<br />
come speravi.<br />
«No, assolutamente! Sabato ho avuto<br />
un problema alla moto e non sono<br />
riusc<strong>it</strong>o a concludere le qualifiche così al cancelletto<br />
ero in 19esima posizione. Nella prima manche<br />
ho recuperato fino a essere 13esimo. Oggi<br />
facevo veramente fatica, non riuscivo ad adattarmi<br />
alla pista. La seconda manche la stessa<br />
cosa, sono part<strong>it</strong>o intorno all’11esima posizione.<br />
Da metà manche però la moto ha iniziato a calare<br />
e per poter continuare ho dovuto usare troppo<br />
la frizione e quindi non sono riusc<strong>it</strong>o a concludere<br />
la manche. Peccato perché poteva essere una<br />
buona gara».<br />
cosa bisogna fare per chiudere la stagione in<br />
bellezza?<br />
«Adesso arrivano due piste un po’ più dure quindi<br />
avremo forse un po’ meno problemi. Speriamo di<br />
far bene l’ultimo tratto di stagione perché come<br />
sta andando non sono veramente contento»<br />
<strong>Moto</strong>cross<br />
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MX, Gli scatti più<br />
spettacolari del<br />
GP di Lettonia<br />
di Massimo Zanzani | Un GP che ha lasciato a<br />
bocca aperta tifosi e spettatori. Ecco le foto più<br />
emozionanti che raccontano dentro e fuori dalla<br />
pista il fine settimana in Lettonia<br />
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